Successo, a Napoli, per Diversitalavoro, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Diversitalavoro 28 Febbraio 2013, Napoli
NAPOLI. Si è svolto per la prima  volta a Napoli  Diversitalavoro, il progetto promosso nel 2008 dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), insieme alla Fondazione Sodalitas, a Synesis Career Service e alla Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, che si propone di favorire l'incontro delle persone con disabilità, appartenenti alle categorie protette, di quelle di origine straniera e dei transgender (tutti coloro, cioè, che non si identificano nello "stereotipo di genere", normalmente fissato come "maschile" o "femminile"), con aziende che offrono opportunità di lavoro. Infatti, dopo che i vari incontri si erano tenuti finora a Milano o a Roma, il 28 febbraio è stata appunto la volta di Napoli, nel complesso Monte Sant'Angelo dell'Università Federico II, durante una giornata che ha visto la partecipazione di ben 312 persone, che hanno potuto presentare il proprio curriculum e sostenere colloqui con i responsabili delle Risorse Umane delle sette aziende presenti (Accenture, Alitalia, Apple, BNL Gruppo BNP Paribas, Decathlon, Intesa Sanpaolo e Philip Morris). Notevole, poi, anche la partecipazione della cittadinanza tutta alla tavola rotonda, voluta per l'occasione, dal titolo Transitare al lavoro: inclusione e buone pratiche, che ha potuto contare su circa 270 presenti. "La collaborazione della città di Napoli è stata fondamentale per il successo dell'iniziativa. Oltre infatti alla cura organizzativa dell'Università Federico II, l'evento ha potuto avvalersi del patrocinio di Pina Tommasilli, assessore comunale alle Pari Opportunità. Un servizio navetta, inoltre, garantito dalla Società Comunale Napoli Sociale, ha trasportato i partecipanti da e per la fermata metro di Campi Flegrei all'Università". Diversitalavoro dà ora appuntamento a Milano, per il prossimo 5 giugno, alla sede della Banca Popolare di Milano, con un "anticipo" nella giornata precedente, presso Ernst & Young, dedicato (gratuitamente) a una serie di incontri di orientamento e formazione su come affrontare un colloquio di lavoro.
 

Savona: Occhi sotto pressione, di Federico Melloni

Autore: Federico Melloni

Appuntamento con la prevenzione per la settimana mondiale del glaucoma con la IAPB e l'UICI. Secondo l'OMS questa malattia oculare colpisce 55 milioni di persone nel mondo. Circa un milione le persone malate in Italia
 
Salviamo la vista dal glaucoma: la pressione oculare troppo alta rappresenta una minaccia. Per controllarla e raccogliere informazioni sulla malattia oculare si potrà beneficiare dell'iniziativa che si terrà a  Savona  il giorno Sabato 16 marzo dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 17, presso l' IPERCOOP "Il Gabbiano", iniziativa organizzata in collaborazione con la Sezione di Savona dell'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti.

Questo evento rientra nell'ambito della settimana mondiale del glaucoma, che si svolgerà dal 10 al 16 marzo, promossa a livello nazionale dall'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus in collaborazione con le sezioni provinciali dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. La campagna "luce dei miei occhi" coinvolge 61 città. In 26 località sono previsti controlli gratuiti della vista, conferenze dedicate alla malattia oculare associata a una pressione degli occhi troppo elevata e la distribuzione di opuscoli informativi.

Il glaucoma è la seconda causa di disabilità visiva al mondo: è una malattia oculare che, secondo l'OMS, colpisce complessivamente 55 milioni di persone, mentre in Italia si stima che i malati siano circa un milione. Questa patologia oculare arriva spesso senza dare particolari sintomi: per questo viene definita il 'ladro silenzioso della vista'. Il glaucoma è una delle malattie oculari per cui si trae più giovamento dalla prevenzione. Se non si cura tempestivamente la vista può, infatti, subire danni irreversibili, generalmente a causa della pressione oculare troppo alta (che provoca la morte delle cellule del nervo ottico). Se questo avviene il campo visivo si restringe progressivamente: si perde la visione periferica e l'immagine si riduce come se si guardasse attraverso un cannocchiale.

"È essenziale – ha affermato l'avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus – la diffusione della cultura della prevenzione del glaucoma. La vista, come diceva Aristotele, è il senso che amiamo di più: è un bene meraviglioso che va preservato. Come la pressione sanguigna elevata è pericolosa per l'organismo, analogamente la pressione eccessiva dell'occhio costituisce una minaccia per il nostro nervo ottico: il campo visivo – ha concluso l'avv. Castronovo – si può ridurre progressivamente a partire dalla periferia fino a scomparire. Tutto ciò è diagnosticabile per tempo".

 

 

Caserta: Settimana mondiale della prevenzione del glaucoma, di Giulia Antonella Cannavale

Autore: Giulia Antonella Cannavale

Anche quest'anno l'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (I.A.P.V.) e l'Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti sez. provinciale di Caserta promuovono la settimana mondiale della prevenzione del glaucoma.
Il programma prevede l'unità oftalmica mobile, ove sarà possibile, gratuitamente, sottoporsi ad un controllo del tono oculare, per la giornata di venerdì 15 p.v. a Maddaloni, mentre, sabato 16 p.v. a Caserta in P.zza Dante dalle ore 09-00 alle ore 20-00;
Sabato 16, inoltre, presso la sala consiliare del Comune di Caserta vi sarà il Convegno che tratterà la prevenzione del glaucoma, cos'è, come si previene.

dell'avv. Giulia Antonella Cannavale

 

ASL BRESCIA – Esclusione non vedenti – Rettifica bando di concorso, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Siamo lieti di comunicare che la nostra sezione di BRESCIA ha portato a termine con successo la propria azione nei confronti della locale ASL su una questione di immotivata esclusione dei non vedenti da un bando di concorso.
Il bando in esame, pubblicato in GU – 4^ serie speciale – Concorsi ed Esami – n. 10 del 5.2.2013 e teso alla assunzione di un dirigente amministrativo, aveva previsto implicitamente l'esclusione dei non vedenti, con la richiesta, tra i requisiti, del possesso della patente B per l'espletamento delle mansioni assegnate.
Tenendo presente che, a meno di particolari specificità di settore, il profilo di amministrativo può essere adempiuto da un non vedente anche all'esterno con l'ausilio di un accompagnatore o del cane guida, la nostra sezione è ricorsa in via amministrativa avverso la clausola del bando asseritamente illegittima, chiedendone la eliminazione, forte della normativa a supporto (ad es. legge n. 120/1991, art. 1 sulla idoneità fisica all'impiego, salvo la natura ostativa dei compiti che la posizione di lavoro potrebbe comportare; legge n. 67/2006 sulla non discriminazione).
La posizione dell'Unione si basa soprattutto sulla consapevolezza che i lavoratori non vedenti siano dotati di autonomia decisionale per assumere la responsabilità e i poteri di una gestione operativa connessa al raggiungimento di risultati certi e verificabili; infatti, la disabilità visiva non inficia il livello di performance e la realizzazione degli obiettivi assegnati all'ufficio, sempre compatibilmente, come è ovvio, alle limitazioni dell'handicap.
Ciò considerato, la ASL di BRESCIA ha compreso e accolto le nostre rimostranze e con decreto del D.G. n. 120 del 7.3.2013 ha eliminato il periodo contestato: <Data la particolare natura dei compiti assegnai che la posizione di lavoro comporta, la condizione di privo della vista costituisce inidoneità fisica all'impiego (Legge n. 120/1991)> (spesso c'è un uso strumentale e tutt'altro che appropriato della legge n. 120/1991, con il rischio di ottenere una interpretazione fuorviante).
Con lo stesso decreto è stata altresì disposta la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione.
Tutti coloro che siano interessati potranno reperire a breve il nuovo bando di concorso sul BURL, GU e sito web ASL di BRESCIA.
Più in generale, casi di immotivata esclusione di candidati non vedenti sulla base di requisiti e mansioni non bene dettagliati sono frequenti e ci sembrano indotti più che altro dalla superficialità e dalla incompetenza di chi redige il bando.
La nostra attenzione come Associazione di categoria è quella di intervenire tempestivamente nei confronti delle amministrazioni in causa, seguendo il buon esempio di BRESCIA, per affermare i giusti diritti e gli interessi di quanti, pur se con difficoltà visive, intendano concorrere per un profilo professionale a loro confacente.
Sentiti ringraziamenti a tutte quelle strutture UICI così attive sul territorio per la loro azione di rappresentanza e tutela.

Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

Non vogliamo il silenzio,di Giuseppe Bilotti

Autore: Giuseppe Bilotti

 Finalmente è arrivato ciò che era tanto richiesto
  Chi scrive è membro della Commissione autonomia e mobilità e da anni lavora alla sensibilizzazione del problema delle auto silenziose. L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, quale componente dell'Ebu, accoglie con le sue consorelle europee la notizia che il Parlamento Europeo ha approvato una bozza di regolamento che, una volta adottato dalla Commissione e dal Consiglio, porterà a limiti più stringenti riguardo le emissioni di rumore di macchine, furgoni e autobus. Nel nuovo disegno di legge sono, però, previsti anche studi sull'adozione di dispositivi che emettano un suono artificiale su veicoli ibridi, elettrici o con motore a combustione a bassissime emissioni acustiche, per evitare pericoli ai pedoni e agli utenti della strada e, in particolare, a noi non vedenti; un problema presente sin da quando si cominciavano a vedere le prime auto elettriche o ibride e ci si chiedeva come un non vedente avrebbe potuto accorgersi dell'avvicinamento di un veicolo ultrasilenzioso. Il problema, certamente, non è solo dei ciechi, ma riguarda anche le persone anziane, i bambini, i pedoni e anche ciclisti che non si accorgono di un veicolo silenzioso avvicinarsi da dietro.
  Gli eurodeputati, nel testo che hanno approvato, si sono presi l'impegno di studiare le soluzioni più tecnologicamente adeguate per affrontare il problema: la cosa più probabile è che, in futuro, le automobili e gli autobus ultrasilenziosi saranno dotati di dispositivi acustici di allerta, in gergo chiamati Avas (sistema di allerta acustico per veicoli). Per la European Blind Union, l'organizzazione che a livello europeo cura gli interessi di ipovedenti e non vedenti, tali Avas dovrebbero essere obbligatori su veicoli ibridi ed elettrici, soprattutto a basse velocità (sotto i 40 chilometri orari), perché, una volta superato tale limite, un'automobile diventa identificabile. La nostra commissione Ebu ha sempre sostenuto che gli Avas dovrebbero, inoltre, indicare al pedone il tipo di movimento del veicolo, ovvero, permettere di capire se quest'ultimo sia in accelerazione, decelerazione o retromarcia e offrire la possibilità di individuare le automobili anche quando queste siano ferme. Più volte abbiamo lavorato su protocolli che venivano dagli Stati Uniti in quanto il problema era stato studiato più approfonditamente e la nostra Unione, più volte, ha cercato di sensibilizzare le nostre case automobilistiche a prendere in esame tale necessità. Così, finalmente, questo problema verrà studiato e imposto alle case automobilistiche affinché la mancanza del rumore non possa mettere in pericolo le persone che non hanno la possibilità di vedere ciò che li circonda e che, grazie a questi dispositivi, potranno continuare a mantenere la loro autonomia e mobilità in piena sicurezza.
Giuseppe Bilotti
 

Rappresentanti della Ligue des Droits de l’Homme (LDH) in visita di lavoro in Italia, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Cari Amici,
 
Sono lieto di informarvi che la settimana scorsa, dal 5 al 7 marzo, sono state a Roma la signora Viviane de Lafond e la signora Maryse Artiguelong rappresentanti della Ligue des Droits de l'Homme (LDH) francese  nell'ambito del progetto  intitolato "Lutter contre les discriminations au travail: maintien ou accès au travail pour les aidants bénévoles" ( "Lottare contro le discriminazioni sul lavoro: mantenimento o accesso al lavoro per gli assistenti volontari"), progetto volto a dare sostegno a coloro che aiutano/si prendono cura di membri non autosufficienti della propria famiglia e coordinato dalla stessa LDH.
 
Ho rivolto alle due rappresentanti  un breve saluto, accogliendole presso la sede dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dove hanno incontrato  Donata Vivanti, il Presidente e la Vice-presidente di Equality Italia, Aurelio Mancuso e Simona Clivia Zucchett, e membri del personale UIC esperti delle tematiche relative al progetto.
 
Le signore de Lafond e Artiguelong hanno poi avuto l'occasione di essere ricevute presso la sede ANMIC dal Presidente Giovanni Pagano e, presso una delle sedi della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  da Anna Maria Comito, Presidente della Consulta delle Persone con Disabilità e delle loro famiglie del Municipio Roma XVII,  vice presidente di COFACE-Handicap e presidente di CO.FA.AS."CLELIA" (Coordinamento Familiari Assistenti "Clelia" Onlus).
 
Durante  gli incontri, avvenuti in un'atmosfera cordiale e collaborativa, c'è stato modo di scambiare informazioni e mettere a confronto la realtà francese con quella italiana permettendo così alla LDH di fare decisi passi avanti nello svolgimento del progetto. Le due rappresentanti LDH sono ripartite dopo aver espresso la loro soddisfazione per l'ottima organizzazione delle riunioni e il risultato delle loro tre giornate di lavoro in Italia.
 
Sono certo che, nonostante il FID partecipi al progetto senza percepire alcun compenso, abbiamo colto un'ottima opportunità per aumentare la nostra visibilità a livello internazionale. Il nostro contributo si  concluderà con la partecipazione di Donata Vivanti, in qualità di relatrice, al seminario "Essere assistenti volontari e lavorare senza essere discriminati" previsto il 26 marzo p.v. a Parigi.
 
Cordiali saluti.
 
Tommaso Daniele
 
 

DOSSIER: UNIONE EUROPEA E DISABILITA’,di Aldo Patriciello – Deputato al parlamento europeo

Autore: Aldo Patriciello

 
Azioni sociali per gruppi destinatari: disabilità e invecchiamento

L'handicap costituisce una realtà dai molteplici aspetti. A seconda dei casi, esso può colpire gli individui durante tutta la loro esistenza ovvero modificare la parte terminale della loro vita. In generale, gli individui non sono tutti uguali di fronte all'handicap e all'invecchiamento, in termini di condizioni di vita e di lavoro. L'Unione europea è chiamata a far fronte a sconvolgimenti demografici senza precedenti che avranno ripercussioni importanti su tutta la società. A livello europeo, le istituzioni contribuiscono alla realizzazione, da parte degli Stati membri, di una società accessibile a tutti, migliorando la cooperazione con questi ultimi e fra di loro, nonché incoraggiando la raccolta, lo scambio e l'elaborazione di dati comparabili, di statistiche e di buone procedure da seguire.

Strategia europea sulla disabilità (2010-2020)
La nuova strategia europea sulla disabilità punta a migliorare l'inclusione sociale, il benessere e il pieno esercizio dei diritti delle persone disabili. A tal fine, la strategia prevede un'azione complementare a livello europeo e nazionale.
ATTO
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 15 novembre 2010 "Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere" [COM(2010) 636def. – Non pubblicato nella Gazzetta ufficiale].
SINTESI
La Commissione presenta una strategia volta a rafforzare la partecipazione delle persone disabili alla società e all'economia e a migliorare il pieno esercizio dei loro diritti.
La strategia si basa sull'attuazione effettiva della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Inoltre, l'azione della Commissione rientra nell'ambito della strategia Europa 2020 e si fonda sulle disposizioni della Carta europea dei diritti fondamentali e del trattato di Lisbona.
Al fine di favorire l'inclusione delle persone disabili, la Commissione ha individuato otto aree d'azione congiunta tra l'UE e gli Stati membri. Le aree sono state definite in base all'analisi dei risultati del piano d'azione dell'UE a favore delle persone disabili (2003-2010) e delle consultazioni tenute con gli Stati membri.
Accessibilità
Le persone disabili devono avere accesso ai beni, ai servizi e ai dispositivi di assistenza. Inoltre, deve essere assicurato loro, su una base di uguaglianza con gli altri, l'accesso ai trasporti, alle strutture, alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Partecipazione
Le persone con disabilità devono poter esercitare pienamente i loro diritti fondamentali legati alla cittadinanza dell'Unione. Questa strategia deve contribuire a:
* eliminare gli ostacoli alla mobilità delle persone disabili, in qualità di individui, consumatori, studenti, attori economici e politici;
* garantire la qualità dell'assistenza ospedaliera e dell'accoglienza in residenze specializzate, grazie al finanziamento dei fondi strutturali;
* garantire l'accessibilità di organizzazioni, strutture e servizi, inclusi quelli sportivi e culturali.
Uguaglianza
Occorre attuare una serie di politiche attive per promuovere l'uguaglianza a livello europeo e negli Stati membri. La Commissione garantirà inoltre la piena applicazione della legislazione europea in materia di lotta contro le discriminazioni fondate sulla disabilità e, in particolare, della direttiva 2000/78/CE a favore della parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro.
Occupazione
L'azione europea deve permettere un aumento del numero dei lavoratori disabili sul mercato del lavoro aperto, in particolare attraverso l'elaborazione di politiche attive dell'occupazione e il miglioramento dell'accessibilità ai luoghi di lavoro.
È necessario inoltre agire in collaborazione con le parti sociali per favorire la mobilità intraprofessionale (anche nei laboratori protetti), incoraggiare il lavoro autonomo e migliorare la qualità del lavoro.
Istruzione e formazione
Gli allievi e gli studenti disabili devono disporre di un sistema d'istruzione accessibile e programmi d'istruzione permanente. Di conseguenza, la strategia sostiene l'accessibilità dei sistemi educativi generali, le misure di accompagnamento individuale e la formazione delle figure professionali del sistema educativo.
Inoltre, occorre informare meglio i disabili in merito alle possibilità di formazione e di mobilità, soprattutto nell'ambito dell'iniziativa Gioventù in movimento e della strategia Istruzione e formazione 2020.
Protezione sociale
I sistemi di protezione sociale possono compensare le disparità di reddito, i rischi di povertà ed esclusione sociale ai quali sono esposti i disabili. In questo contesto, è necessario valutare le prestazioni e la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale, compresi i sistemi pensionistici, i programmi di alloggio sociale e l'accesso ai servizi di base.
La strategia incoraggia l'utilizzo dei fondi strutturali e l'adozione di misure nazionali adattate.
Salute
Le persone con disabilità devono disporre di un accesso equo ai servizi e alle strutture sanitarie, compresi i centri di salute mentale. Per garantire questo principio di uguaglianza, i servizi devono avere un prezzo accessibile ed essere adeguati alle necessità specifiche delle persone.
Inoltre, particolare attenzione va dedicata alla salute e alla sicurezza dei lavoratori disabili.
Azione esterna
L'UE si impegna a promuovere i diritti delle persone disabili a livello internazionale. Essa agisce soprattutto nell'ambito della politica di allargamento, di vicinato e di aiuti allo sviluppo, oltre che in seno a istanze internazionali come il Consiglio d'Europa e l'ONU.
Attuazione
La strategia si fonda sull'impegno comune delle istituzioni dell'UE e degli Stati membri. Le loro azioni comuni puntano a:
* sensibilizzare la società sulle problematiche legate alla disabilità e a promuovere i diritti dei disabili;
* sviluppare le possibilità di finanziamento europeo;
* migliorare la raccolta e il trattamento dei dati statistici;
* assicurare il monitoraggio dell'attuazione della convenzione delle Nazioni Unite negli Stati membri e in seno alle istituzioni europee.
Link utili:
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/disability_and_old_age/em0047_it.htm

Tutela dei diritti e delle libertà delle persone con disabilità a livello internazionale
L'Unione europea è membro della convenzione delle Nazioni Unite che deve garantire il rispetto dei diritti e delle libertà delle persone con disabilità. Tale convenzione deve inoltre assicurare il loro benessere sociale e la loro protezione giuridica.
ATTO
Decisione 2010/48/CEdel Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
SINTESI
L'Unione europea (UE) ha aderito alla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Questa convenzione internazionale mira a garantire che le persone con disabilità godano ditutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
A tal fine, la convenzione si basa su una serie di principi:
* il rispetto per la dignità, l'autonomia e l'indipendenza delle persone;
* la non discriminazione;
* la partecipazione e l'inclusione nella società;
* il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone;
* la parità di opportunità;
* l'accessibilità, soprattutto dei trasporti, dell'informazione e delle comunicazioni, delle apparecchiature e dei servizi pubblici nelle aree urbane e rurali;
* la parità tra uomini e donne;
* il rispetto per l'identità dei minori con disabilità e per lo sviluppo delle loro capacità.
Gli Stati che hanno aderito alla convenzione adottano tutte le misure necessarie per garantire il progressivo rispetto di questi principi. Essi si impegnano inoltre ad agire a favore dei diritti economici, sociali e culturali delle persone con disabilità.
Inoltre, le persone con disabilità devono essere consultate durante l'elaborazione e l'attuazione della legislazione e delle politiche che le riguardano.
Protezione contro le discriminazioni
Ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità è vietata, e le persone con disabilità ricevono una protezione giuridica effettiva sulla base dell'uguaglianza con le altre persone.
La convenzione contiene disposizioni specifiche relativamente a due gruppi di popolazione:
* ledonne con disabilità, che sono soggette a discriminazioni multiple. Devono essere adottate misure per garantire il loro pieno sviluppo e la loro indipendenza;
* i minori con disabilità, che hanno diritto alla protezione del loro superiore interesse in caso di decisioni che li riguardano e godono anche del diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di ricevere un aiuto adeguato.
Gli Stati parti alla convenzione si impegnano a combattere gli stereotipi e a fare conoscere meglio le capacità delle persone con disabilità.
Diritti riconosciuti dalla convenzione
La convenzione afferma una serie di diritti e di libertà che devono essere riconosciuti alle persone con disabilità. Si tratta in particolare:
* del diritto alla vita;
* della protezione in situazioni di rischio e di emergenza umanitaria;
* delriconoscimento della personalità e della capacità giuridica, soprattutto al fine di accedere alla proprietà e alla libera gestione finanziaria, sempre restando protetti dagli abusi;
* dell'accesso alla giustizia attraverso accomodamenti procedurali;
* dellalibertà e della sicurezza;
* del diritto di non essere sottoposti a tortura, a pene o trattamenti crudeli inumani o degradanti;
* del diritto di non essere sottoposti a sfruttamento, violenza e maltrattamenti;
* dellaprotezione dell'integrità fisica e mentale;
* del diritto di circolare liberamente, di scegliere il luogo di residenza e la nazionalità;
* della vita indipendente e dell'inclusione nella società;
* della mobilità personale, in particolare attraverso apparati e tecnologie di supporto alla mobilità;
* dellalibertà di espressione e di accesso all'informazione;
* del rispetto della vita privata;
* del rispetto del domicilio e della vita familiare;
* del diritto all'istruzione;
* dell'accesso ai servizi sanitari,
* dell'abilitazione e della riabilitazione, attraverso la piena realizzazione del potenziale fisico, mentale, sociale e professionale;
* del diritto al lavoro, senza discriminazioni e in condizioni eque e favorevoli;
* del diritto ad adeguati livelli di vita e alla protezione sociale;
* della partecipazione alla vita politica e pubblica, comprese le votazioni e le elezioni;
* della partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi e allo sport.
Applicazione della convenzione
Azioni di cooperazione internazionale possono essere condotte a favore delle persone con disabilità, in particolare in partenariato con le organizzazioni internazionali e regionali competenti.
Gli Stati prevedono uno o più punti di contatto nazionali per informare il pubblico circa la convenzione. Essi istituiscono un meccanismo indipendente di monitoraggio dell'attuazione della convenzione. La società civile deve essere pienamente coinvolta nel processo di monitoraggio delle azioni.
Infine, ogni Stato deve presentare un rapporto dettagliato sulle misure prese per adempiere ai propri obblighi, entro due anni dalla sua adesione alla convenzione.
Contesto
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta qualsiasi discriminazione basata sulla disabilità (articolo 21). Riconosce inoltre il diritto delle persone con disabilità all'autonomia, all'inclusione sociale e professionale e alla partecipazione alla vita della comunità (articolo 26). Il trattato di Lisbona attribuisce alla Carta lo stesso valore giuridico dei trattati (articolo 6 del trattato sull'UE).
Link utili:
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/disability_and_old_age/em0029_it.htm

Parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro
1) OBIETTIVO
Instaurare un quadro generale per garantire il rispetto della parità di trattamento tra le persone dell'Unione europea indipendentemente dalla razza e dalla loro origine etnica, dalla loro religione o dalle loro convinzioni personali, dai loro eventuali handicap, dall'età o dalle loro tendenze sessuali, in materia di accesso a un impiego o a una professione, di promozione, di formazione professionale, di condizioni di occupazione e di lavoro e di affiliazione a taluni organismi.
2) MISURE DELLA COMMISSIONE
Direttiva del Consiglio del 27 novembre 2001 relativa alla creazione di un quadro generale a favore della parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro.
3) CONTENUTO
La lotta contro le discriminazioni costituisce una sfida importante per l'Unione europea. L'Unione infatti si basa sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e sullo stato di diritto. L'UE, di conseguenza, dovrà adottare tutti i provvedimenti necessari per combattere qualsiasi tipo di discriminazione, soprattutto se queste riguardano l'occupazione e il mercato del lavoro.
L'occupazione e il lavoro costituiscono elementi essenziali per garantire pari opportunità a tutti e contribuiscono in vasta misura alla piena partecipazione dei cittadini alla vita economica, sociale e culturale. Numerosi casi di discriminazione possono tuttavia essere constatati sui mercati dell'occupazione e del lavoro.
L'articolo 13 del Trattato CE, introdotto dal Trattato di Amsterdam, concede poteri specifici alla Comunità onde combattere le discriminazioni fondate sul sesso, sulla razza o sull'origine etnica, sulla religione o sulle convinzioni personali, sugli handicap, sull'età o sulle tendenze sessuali.
La presente proposta di direttiva riguarda un pacchetto di misure destinate a lottare contro le discriminazioni. Oltre alla presente proposta di direttiva, il pacchetto comprende una comunicazione della Commissione che presenta il quadro generale dell'azione intrapresa, una direttiva riguardante il principio di parità di trattamento senza distinzione di razza o di origine etnica ( (ES) (DE) (EN) (FR))e un programma di azione di lotta contro le discriminazioni per il periodo 2001-2006.
Gli Stati membri vietano la discriminazione in materia di occupazione e di lavoro. Tuttavia la portata di questo divieto, il suo contenuto e la forza esecutiva variano. La presente direttiva intende quindi stabilire un quadro generale minimo in questo settore.
Campo di applicazione
La proposta concerne i seguenti settori:
* le condizioni di accesso ad attività autonome o dipendenti, anche in materia di promozione;
* la formazione professionale;
* le condizioni di occupazione e di lavoro (comprese le condizioni di remunerazione e di licenziamento);
* l'affiliazione e l'implicazione in un'organizzazione di datori di lavoro o di lavoratori o qualsiasi altra organizzazione professionale.
Essi si applicano al settore pubblico e a quello privato, compresi gli organismi pubblici tanto quanto un lavoro remunerato o di beneficenza.
Essa non tiene conto delle discriminazioni basate sul sesso in quanto questo principio costituisce già l'oggetto di una legislazione comunitaria (in particolare la direttiva 76/207/CEE sulla parità di trattamento tra uomini e donne riguardo all'accesso all'occupazione, alla formazione e alla promozione professionali ( (ES) (DE) (EN) (FR))e alle condizioni di lavoro e la direttiva 86/613/CEE sulla parità di trattamento tra uomini e donne che esercitano un'attività autonoma, compresa un'attività agricola ( (ES) (DE) (EN) (FR))).
Concetto di discriminazione
La proposta di direttiva riguarda sia la discriminazione diretta (differenza di trattamento basata su una caratteristica precisa) sia la discriminazione indiretta (disposizione, criterio o pratica apparentemente neutra ma suscettibile di produrre un effetto sfavorevole per una o più persone determinate o anche l'istigazione alla discriminazione). Le molestie che costituiscono un ambiente ostile, sono considerate una discriminazione. Sistemazioni ragionevoli sono previste per garantire il principio di parità di trattamento per le persone handicappate limitandole ai casi che non prevedono difficoltà ingiustificate.
Casi di differenze di trattamento autorizzate
– Esigenza professionale essenziale
In taluni casi, differenze di trattamento possono essere giustificate quando la natura del posto di lavoro o le condizioni nelle quali si svolge il lavoro lo giustifichino.
– Differenze di trattamento basate sull'età
Tali differenze di trattamento sono ammesse quando sono giustificate obiettivamente, appropriate e necessarie alla realizzazione di obiettivi legittimi sul mercato del lavoro (garantire la tutela dei giovani o dei lavoratori anziani, fissazione di esigenze sulla durata dell'esperienza professionale, ecc.).
– Azioni positive
Gli Stati membri hanno il diritto di mantenere e di adottare misure volte a prevenire o a correggere le situazioni di ineguaglianza esistenti (misure destinate a promuovere l'integrazione dei giovani, il passaggio dall'attività professionale al pensionamento, ecc.).
Prescrizioni minime
La proposta contiene una clausola di "non regressione" concernente gli Stati membri che applicano una legislazione la quale prevede un livello di protezione più elevato di quello garantito dalla direttiva.
Ricorso e applicazione del diritto
Malgrado l'affermazione del principio di parità di trattamento tra uomini e donne sancito dal diritto comunitario, l'applicazione di questo principio si è dimostrata estremamente difficile nei fatti. Tenendo conto di queste difficoltà, la proposta prevede una serie di meccanismi per garantire l'efficacia dei diritti introdotti in materia di lotta contro le discriminazioni.
Questi meccanismi riguardano:
* il miglioramento della difesa dei diritti con un rafforzamento dell'accesso alla giustizia o a procedure di conciliazione (sia individuale che dando la possibilità ad organizzazioni di esercitare questo diritto per conto di una vittima);
* la gestione dell'onere della prova: una volta stabiliti questi fatti che consentono di presumere l'esistenza di una discriminazione, l'onere della prova riguarda nuovamente la parte convenuta, conformemente alla direttiva 97/80 e della giurisprudenza della Corte di Giustizia nel caso di discriminazione basata sul sesso;
* la protezione delle vittime dalla discriminazione contro le rappresaglie e in particolare contro i licenziamenti;
* la diffusione di informazioni adeguate sulle disposizioni della direttiva, una volta approvata, agli organismi di formazione professionale e d'insegnamento e sul luogo di lavoro.
Il ruolo delle parti sociali è estremamente importante in materia di lotta contro le discriminazioni. Di conseguenza gli Stati membri devono adottare misure per incoraggiare il dialogo tra le parti sociali al fine di promuovere la parità di trattamento con il controllo delle pratiche sul luogo di lavoro, con la messa in atto di codici di condotta, lo scambio di esperienze e di buone pratiche, ecc.
Le disposizioni discriminatorie nazionali devono essere soppresse o dichiarate nulle e come non avvenute. Sanzioni saranno previste dagli Stati membri in caso di violazione del principio di parità di trattamento.
Gli Stati membri comunicano alla Commissione tutte le informazioni necessarie alla messa a punto di una relazione in seno al Parlamento europeo e al Consiglio relativa all'applicazione della direttiva, entro un termine di due anni a decorrere dalla sua entrata in vigore, successivamente ogni cinque anni.
La proposta di direttiva contiene una scheda di valutazione dell'impatto della proposta sulle imprese, in particolare le piccole e medie imprese.
4) SCADENZA FISSATA PER L'APPLICAZIONE DELLA LEGISLAZIONE NEGLI STATI MEMBRI
02.12.2003
5) DATA DI ENTRATA IN VIGORE (se diversa dalla precedente)
02.12.2000
6) RIFERIMENTI
Gazzetta ufficiale L 303, 02.12.2000
Link utili:
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/disability_and_old_age/c10823_it.htm

PARLAMENTO EUROPEO

IT

SCHEDA DI DEPOSITO DI UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

INTERROGAZIONI ORALI
Destinatario:
CONSIGLIO
COMMISSIONE
Interrogazione con richiesta di
risposta orale seguita da discussione (art. 115)
INTERROGAZIONI SCRITTE
Destinatario:
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO
CONSIGLIO
COMMISSIONE
VICEPRESIDENTE / ALTO RAPPRESENTANTE
Interrogazione con richiesta di
risposta scritta (art. 117)
Interrogazione prioritaria (art. 117, par. 4)
AUTORE(I): On. Aldo PATRICIELLO
OGGETTO:
(da indicare) Accesso ai libri per ipovedenti
TESTO:
L´Associazione europea dei ciechi (EBU) ha posto ripetutamente l´attenzione sull´importanza dell´adozione
da parte dell´Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) di un trattato internazionale
vincolante al fine di garantire alle persone cieche, ipovedenti e con difficoltà di lettura di poter usufruire
liberamente dei libri scritti in Braille, a grandi caratteri e in formato audio prodotti in tutti i Paesi e protetti
dal diritto d'autore. Attualmente, le statistiche dicono che solo il 5% dei libri sul mercato sono accessibili ai
ciechi e agli ipovedenti dei paesi sviluppati, e meno dell'1% dei testi è disponibile per le persone con
problemi di vista nei paesi in via di sviluppo.
La Commissione petizioni ha presentato nel gennaio 2012 una interrogazione alla Commissione europea e al
Consiglio europeo per chiedere chiarimenti circa la loro posizione nell'ambito dei negoziati WIPO.
Inoltre, la Commissione petizioni ha redatto una risoluzione che è stata approvata il 16 febbraio 2012 dalla
plenaria del Parlamento europeo, nella quale si chiede al Consiglio e alla Commissione di promuovere un
trattato WIPO giuridicamente vincolante sulla disciplina per il copyright per i libri e le stampe prodotti per i
ciechi e ipovedenti.
L'Organizzazione Mondiale per la Proprietà intellettuale (WIPO) sta considerando l'adozione di tale trattato,
ma fino a ora alcuni fra i membri europei di tale organizzazione si sono opposti a standard globali e
stringenti che sanciscano un tale diritto. Per questo i testi disponibili in formato Braille, a caratteri ingranditi
o in digitale, restano sempre troppo pochi e la situazione non è omogenea da Paese a Paese.
In occasione della discussione in Commissione petizioni del 12 luglio 2012, la Commissione europea si è
detta pronta ad essere investita di un mandato da parte del Consiglio europeo per negoziare un trattato
WIPO vincolante che garantisca l'accesso ai libri per ciechi e ipovedenti, modificando nettamente la sua
posizione precedentemente espressa a favore di un trattato facoltativo.
Tutto ciò premesso, voglia la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
-ritiene la Commissione che sia necessario verificare il livello di attuazione di tali policies a livello
comunitario?
-ritiene la Commissione che la stipula di un trattato vincolante con la WIPO sia sufficiente a garantire la
piena accessibilità ai libri da parte dei ciechi e degli ipovedenti?
-quali eventuali ulteriori misure intende la Commissione adottare a favore di questa categoria?
Firma(e): Data: 06/03/2013

Ddl su operatore tecnico di massoterapia – posizione AIFI e FNCM, Ddl su operatore tecnico di massoterapia – posizione AIFI e FNCM, Redazionale

Autore: Ddl su operatore tecnico di massoterapia - posizione AIFI e FNCM, Redazionale

Il parere reso da A.I.F.I. e F.N.C.M. in data 28.2.2013 sul disegno di legge proposto dal Ministero della Salute appare non del tutto condivisibile, soprattutto perché impostato secondo una visione piuttosto parziale delle problematiche di settore.
Infatti, soprattutto per quel che riguarda i non vedenti,in tale nota viene affermato che l'unica soluzione sarebbe quella di agevolare in tutti i modi possibili il conseguimento del diploma di fisioterapia, figura unica nella quale devono confluire tutte le precedenti figure professionali.
Al riguardo, pur condividendo alcuni rilievi alla proposta di legge soprattutto per quanto concerne la poca chiarezza delle mansioni da attribuire alla nuova figura professionale in ambito sanitario, sia pubblico che privato,si deve rimarcare che non può essere completamente rigettata la proposta di cercare di individuare un nuovo profilo per coloro che non sarebbero in grado di svolgere la professione di fisioterapista, fermo restando ovviamente il necessario sostegno agli studenti universitari ciechi e ipovedenti.
Infatti, si tratterebbe comunque dell'opportunità di ottenere un profilo professionale aggiuntivo (e inferiore) rispetto a quello di fisioterapista, quindi aperto anche a tutti coloro che non avrebbero le possibilità o le capacità per conseguirlo. Da questo punto di vista, quindi, il ddl risponderebbe alla esigenza, più volte manifestata dall'Unione, di individuare un secondo profilo professionale per il quale non sia richiesta una formazione di tipo universitario.
Inoltre, appare leggermente fuorviante la posizione secondo la quale le questioni collegate al collocamento obbligatorio sono da considerarsi separate, perché comunque anche le leggi speciali risentono della generale impostazione normativa del settore entro il quale i lavoratori disabili sono chiamati ad operare e non sembra che la proposta in esame voglia creare un profilo professionale ad uso e consumo dei soli non vedenti.
Anche l'affermazione netta secondo cui non esiste alcun fabbisogno di operatori di massoterapia, in quanto le loro funzioni potrebbero tranquillamente essere svolte dai fisioterapisti, sembra dettata da interessi di categoria, visto che il Ministero della Salute ha espresso parere sostanzialmente difforme su tale argomento.
Pertanto, dal momento che le divergenze di impostazione fra le associazioni di fisioterapisti e il dicastero proponente appaiono abbastanza sensibili, non solo per quel che riguarda la disciplina dei lavoratori non vedenti, ma anche e soprattutto sulla regolamentazione complessiva del settore sanitario e parasanitario, si ritiene che la sede di confronto più utile potrebbe essere il tavolo tecnico istituito presso il Ministero del Lavoro (anch'esso interessato alla materia): inoltre, sarebbe quella l'unica possibilità di coinvolgere anche le Regioni, comunque competenti per quanto riguarda la formazione professionale.
Tale proposta, se ritenuta valida, potrebbe essere avanzata nella prossima riunione del tavolo tecnico convocata per il prossimo 19 marzo che non tratterà di tali materie.
Rimane da valutare se organizzare separatamente un incontro con le associazioni di fisioterapisti per cercare di verificare le loro effettive posizioni anche in merito alle esigenze dei lavoratori non vedenti.
 

Fondo attività assistenziali e sociali personale ISTAT, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

ISTAT
Sede di ROMA
Via Cesare Balbo, 11 A
00184 ROMA
dott. Manlio CALZARONI
Direttore Centrale rilevazioni censuarie e dei registri statistici (DCCR)
dott. Antonino COSTANTINO
Direttore Centrale del Personale (DPCE)
dott. Enrico GIULIANI
Direttore Centrale Ufficio Relazioni interne e sindacali

Sede del MOLISE
Via G. Mazzini, 129
86100 CAMPOBASSO
sede.molise@istat.it
dott. Giuseppe Stassi
Dirigente

Per le OO.SS.
FLC CGIL
Via Leopoldo Serra, 31
00153 ROMA
campobasso@flcgil.it

FIR CISL
Via Merulana, 198
00185 ROMA
cisl.ricerca@mclink.it

USI RICERCA
Vicolo del Buon Consiglio 31
00184 ROMA
segreteria@usiricerca.it

UIL RICERCA UNIVERSITà AFAM
Via Aureliana 63
00187 ROMA
nazionale@uilrua.it
ANPRI
Associazione Nazionale Professionale per la Ricerca
Via Casilina, 3
00182 ROMA
anpri@anpri.it

 

Egregi Signori,

come Presidente di questa Associazione storica che per legge e Statuto associativo rappresenta e tutela i diritti e gli interessi dei non vedenti in Italia, sono a chiederVi cortesemente di prestare attenzione alla mia richiesta.
Sono venuto a conoscenza del fatto che il 4 marzo scorso si è raggiunto l'accordo per la ripartizione del fondo per le attività assistenziali e sociali del personale ISTAT, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge e di contratto.
Mi spiace aver constatato che tra i capitoli di spesa non sia stato riconosciuto un contributo per l'acquisto di ausili tiflotecnici e sussidi ottici ai dipendenti ISTAT ciechi e ipovedenti.
Una iniziativa che, per quanto non dovuta, sarebbe stata interpretata da tutti noi come un segnale di attenzione nei confronti del mondo della cecità, anche in considerazione del fatto che codesto Istituto ha in organico personale con problemi visivi.
Non sono qui a spiegarVi quanto le tecnologie per l'autonomia agevolino l'inclusione sociale. Attraverso le tecnologie assistive i ciechi e gli ipovedenti, in base a valutazioni e prove cercano di individuare quei prodotti, dispositivi o sistemi tecnologici che permettono loro di superare ostacoli presenti nell'ambiente o di compensare specifiche limitazioni funzionali.
Nel corso degli ultimi anni, la domanda di mercato delle tecnologie di ausilio all'autonomia personale e delle tecnologie per l'accessibilità e l'automazione dell'ambiente di vita ha visto un rapido aumento, migliorando la qualità di vita, la sicurezza e l'autonomia delle persone non vedenti negli spazi circostanti e riducendo, nel contempo, il carico assistenziale dei famigliari.
Se consideriamo, poi, che i potenziali fruitori di tale contributo ISTAT sono in numero esiguo, così che l'impatto economico per il Vostro bilancio apparirebbe irrisorio rispetto alle altre voci di spesa, mi sento in dovere di segnalarVi la questione.
Parlo, dunque in senso generale, di un atteggiamento di sensibilità da parte datoriale, certamente non obbligatorio ma comunque degno della massima considerazione, in primis da parte mia come Presidente Nazionale di una Associazione che da anni lotta per l'integrazione sociale e la parità di diritti dei soggetti non vedenti.
Ciò considerato, sono a chiederVi, se possibile, di apportare modifiche all'attuale regolamento, nella parte in cui, tra le voci a contributo, possano essere aggiunte le spese per l'acquisto di ausili per ciechi e ipovedenti.

L'occasione è gradita per inviare distinti saluti.
         IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

Siena: Settimana Mondiale del Glaucoma, Redazionale

Autore: Redazionale

"Il ladro silenzioso"

Siena, 10-16 marzo 2013

Iniziative della Settimana Mondiale del Glaucoma 2013:
Visite di Screening
9 marzo (9.30 – 13.00 / 15.30 – 18.30) e
10 marzo (9.30 – 13.00)
presso la società di Camporegio, Contrada del Drago
Via del Paradiso 21, Siena

Incontro con gli studenti
14 marzo (10.30)
Partecipano: il prof. Eduardo Motulese, il
Dott. Massimo Vita ed il dott. Paolo Frezzotti presso ITAS !Monna Agnese"
Via del Poggio, 16 Siena

Ambulatori Aperti per il Glaucoma
15 marzo (15.00 – 18.00) e
16 marzo (9.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00)
presso gli ambulatori dell'U.O.C. Oftalmologia
Azenda Ospedaliera Universitaria Senese
I lotto, 7° piano, stanza 10-12
Viale Bracci s.n.c. Siena