Finalmente raggiunta la “Pari Opportunità” nelle prove Invalsi, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Nella prima quindicina del mese di maggio  si terranno le “prove INVALSI”, esse interesseranno gli alunni delle scuole primarie e di quelle secondarie di secondo grado. è stata una Nota Ministeriale del febbraio scorso, di cui proponiamo un’analisi, soffermandoci anche su alcune perplessità suscitate dal documento.

Il 18 febbraio scorso  è stata pubblicata la Nota Ministeriale   che definisce le regole per  la partecipazione degli alunni con disabilità e di quelli  con bisogni educativi speciali (BES)  alle suddette prove INVALSI . Si tratta di testi comparativi ossia  validi ai soli fini statistici sulla qualità dell’apprendimento.  Queste prove  saranno effettuate dagli alunni  frequentanti le classi seconda e quarta primaria e seconda secondaria di secondo grado,  e non sono da confondere   con la quarta prova nazionale degli esami conclusivi del primo ciclo  della secondaria, i cui esiti contribuiscono  invece alla  valutazione del singolo alunno.
La Nota Ministeriale  riporta specifici riferimenti agli alunni con disabilità certificata,  a quelli con Disturbi Specifici di Apprendimento certificati (DSA) cui sono parificati i casi di alunni con ADHD (disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), i borderline cognitivi e con altri disturbi evolutivi specifici  ed a quelli con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
La Nota  contiene poi una tabella dalla quale si evince come   comportarsi nello svolgimento delle prove per i diversi allievi, indicando quali strumenti di prova abbiano a loro disposizione, quali  siano gli studenti che debbono svolgere le prove e quali  siano gli esiti delle prove  che potranno entrare a far parte della media della scuola e, conseguentemente, di quella nazionale.
Proprio a questo punto troviamo l’importante novità che   riguarda i nostri ragazzi frequentanti  i diversi ordini di scuola  che ci fa  piacere sottolineare.
La nota ministeriale,   mentre per gli alunni con disabilità intellettiva nulla  muta rispetto agli anni precedenti,  per gli alunni con disabilità sensoriale e motoria chiarisce che essi  hanno diritto a partecipare alle prove  e questa è una grande novità rispetto alla Nota dello scorso anno dove la loro partecipazione  ai test veniva subordinata al parere della scuola ed, in ogni caso, i risultati  da loro ottenuti non entravano a far parte della media della scuola.
Quest’anno invece, al singolo istituto spetterà solo di decidere se  essi potranno avvalersi di strumenti compensativi o altre misure e i loro risultati entreranno a far parte della media,   unica condizione resta quella che i dispositivi e gli strumenti di mediazione o trasduzione sensoriale  utilizzati siano , a giudizio della stessa scuola, concretamente idonei al superamento della specifica disabilità sensoriale.
Riteniamo questo un ulteriore  importante  passo verso la  conquista della piena “uguaglianza di opportunità” per i nostri ragazzi inclusi nella scuola, un obiettivo questo per il quale la nostra  associazione ,  unita alla FAND e alla FISH  si  è battuta, si  batte e continuerà a battersi.
Luciano Paschetta

 

Libri per ciechi esenti da copyright: firmato il trattato di Marrakech, di Maurizio Molinari

Autore: Maurizio Molinari

Il documento contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i libri destinati a persone con disabilità visiva, a patto che si rispetti il diritto d’autore. Al via le ratifiche. Oggi solo il 5% dei libri pubblicati è accessibile.
BRUXELLES. Si avvicina il giorno storico in cui si stabilirà il principio secondo cui i libri in versione accessibile per i non vedenti (ovvero in audio, Braille, caratteri ingranditi o versione elettronica) saranno esenti da Copyright. A gennaio avevamo riportato di come ci fossero speranze, sotto la presidenza greca dell’Unione
Europea, che l’UE stessa firmasse il Trattato di Marrakech che contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i libri destinati ai ciechi, agli ipovedenti e agli impossibilitati alla lettura su formato cartaceo. E la firma è puntualmente arrivata il 30 aprile, salutata con entusiasmo dalla European Blind Union, l’organizzazione
che rappresenta i non vedenti europei, e dal Commissario per il Mercato Interno, il belga Michel Barnier.
Il trattato di Marrakech, adottato nel giugno 2013 dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, prevede un’eccezione obbligatoria al Copyright per le associazioni di ciechi
e ipovedenti e per le biblioteche che producano, distribuiscano e rendano disponibili libri in formati accessibili, a patto che tali associazioni si premurino di rispettare il diritto d’autore, facendo
in modo che i testi prodotti e distribuiti siano destinati a un pubblico di soli disabili visivi o persone che non possano leggere su carta. Inoltre il trattato sancisce che tali libri possano essere scambiati, a livello transnazionale, fra organizzazione e organizzazione. Ciò vuol dire, ad esempio, che se un ente autorizzato
(ci si riferisce così alle associazioni nel trattato) in Argentina dispone di decine di migliaia di libri in Braille o audio in spagnolo, questi libri potranno essere distribuiti legalmente a tutti i ciechi che, in America Latina, in Spagna o nel mondo, conoscano quella lingua. Ciò ovviamente, a patto che i paesi coinvolti nella
libera circolazione dei testi abbiano ratificato il trattato. In altre parole, il Trattato di Marrakech è un vero e proprio documento che regola l’import-export di libri accessibili.
La European Blind Union stima in 285 milioni i ciechi in tutto il mondo e afferma che solo il 5% dei libri che vengono pubblicati è oggi disponibile in versione accessibile. L’obiettivo dell’UE, per bocca del direttorato generale Mercato Interno della Commissione, è raggiungere il 100%. Il Trattato di Marrakech – una volta ratificato dagli Stati membri – sarà di beneficio soprattutto ai non vedenti e ipovedenti dei paesi in via di sviluppo, laddove la carenza di libri accessibili è più drammatica.

Ma cosa succede dopo la firma? Ora inizierà il processo di ratifica da parte dei singoli paesi che fanno parte dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, e una volta che almeno venti fra essi avranno completato tale processo, il trattato entrerà ufficialmente in vigore e sarà vincolante. “La nostra campagna non finisce qui – ha dichiarato Wolfgang Angermann, presidente dell’Unione Europea dei Ciechi – ora dobbiamo spingere tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a ratificare il trattato nel minor
tempo possibile. Ci complimentiamo con la presidenza greca dell’UE per il passo avanti fatto con la firma, ma ora starà alla prossima presidenza italiana di spingere tutti i ventotto paesi europei a un’immediata ratifica. Infine non è solo importante che il trattato venga ratificato in Europa. Deve entrare in vigore nel maggior numero di paesi possibile in tutto il mondo perché solo così se ne aumenterà esponenzialmente l’efficacia e si porrà fine alla carestia endemica di libri che affligge ciechi e ipovedenti”.
Maurizio Molinari
Da Redattore Sociale del 04-05-2014

 

IL LAVORO E’ LUCE CHE RITORNA – Mario Barbuto

UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI

 

IL LAVORO E’ LUCE CHE RITORNA

 

Comunicato stampa

 

Queste poche parole, pronunciate tanti anni fa da uno dei “padri fondatori” dell’Unione Italiana Ciechi, sono ancora oggi, per noi, il modo più efficace per celebrare la Festa del Lavoro.

 

I ciechi e gli ipovedenti italiani desiderano manifestare in questo primo maggio tutta la loro vicinanza con i milioni di lavoratori che celebrano oggi la loro festa.

 

Ci sentiamo fraternamente vicini a chi il lavoro è costretto a difenderlo tutti i giorni; a chi ancora non ce l’ha e lo cerca disperatamente; a chi è costretto ad accettare condizioni di pesante disagio, pur di portare a casa un salario spesso striminzito e inadeguato.

 

Vogliamo anche richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle migliaia e migliaia di persone con disabilità che il lavoro non riescono a trovarlo perché devono sommare alle difficoltà di tutti, il pregiudizio ancora troppo diffuso verso la propria condizione fisica o sensoriale, anche quando questa non comprometterebbe lo svolgimento regolare di una attività lavorativa.

 

Vogliamo sollecitare i datori di lavoro pubblici e privati a mantenere atteggiamenti aperti e ricettivi verso quanti si avvicinano al mondo del lavoro pur in presenza di una qualche disabilità che occorre superare con azioni positive comuni, invece che escludere a priori chi ne è portatore.

 

Vogliamo invocare in questo giorno di celebrazione del lavoro, interventi strutturali del Governo, del Parlamento e delle Regioni, per offrire anche alle persone con disabilità le pari opportunità di inclusione nel tessuto lavorativo del Paese, secondo i princìpi di civiltà, di umanità e di progresso ai quali deve ispirarsi l’azione della società e delle istituzioni.

 

Noi ciechi e ipovedenti italiani, insieme  a tutti gli altri lavoratori, desideriamo ricordare in questo giorno che il Lavoro è il mezzo più nobile ed efficace di inclusione e di uguaglianza dei cittadini e che l’esclusione e la discriminazione fondate sul pregiudizio, costituiscono ragione di conflitto sociale e offendono addirittura la dignità delle persone.

 

Auspichiamo e ci auguriamo dunque in questo giorno di festa e di riflessione che la Luce del lavoro possa davvero illuminare presto anche la vita quotidiana di tanti tra noi che ancora attendono, molto semplicemente, di poter guadagnare il proprio diritto a un’esistenza normale: persone tra le persone, cittadini tra i cittadini.

 

Mario Barbuto

 

Presidente Nazionale Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

 

via Borgognona 38 – 00187 Roma – 06.699.883 – 06.6789.463

 

Bergamo: Mostra tattile a Calusco D’Adda, di Pierangelo Chiesa

Autore: Pierangelo Chiesa

‘Toccare, la linea di confine tra visibile e invisibile’, era questo il titolo di un’importante Mostra d’Arte tattile, che si è tenuta in provincia di Bergamo a cavallo tra marzo e aprile scorsi.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Sezione di Bergamo dell’Uici, non nuova a questo tipo di eventi, ed ha visto la collaborazione dei più importanti artisti contemporanei bergamaschi.
Nella splendida cornice della ex chiesa di S. Fedele in Calusco d’Adda, oltre trenta espositori coordinati dalla sapiente esperienza dello Studio Balini, hanno contribuito a far vivere sensazioni nuove ai numerosi visitatori accorsi.
Le opere esposte, di autori del calibro di Piero Cattaneo e Franco Monzio Compagnoni, hanno prestato le loro sculture permettendone la fruizione a chiunque, appositamente bendato, volesse intraprendere un percorso di approccio all’arte totalmente nuovo ed esaltante.
Tra le novità più curiose e molto apprezzate della Mostra, da sottolineare la presenza di due opere artistiche in formato audio, con il visitatore comunque bendato.
Il riscontro da parte del pubblico, come dicevamo, è stato molto soddisfacente, sia in termini di presenze numeriche che di sensazioni che potevano essere lasciate scritte su di un apposito libro all’uscita. Molto buona anche la presenza di scolaresche elementari e medie, che ci hanno consentito, al di là dell’evento contingente, di farci conoscere e confrontarci con un mondo che spesso ci sfugge.

Pierangelo Chiesa
Cons. Prov. Uici Bergamo

Le parole in confusione, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Rettifica a “Redattore Sociale” – Tecnologia nemica, per i ciechi “anche radio e tv diventano off-limits”

Spett.le Redazione,

a proposito dell’articolo sopra indicato, che riprende una mia conversazione con un vostro cortese redattore,
ritengo opportuno puntualizzare alcuni concetti che rischiano di presentarsi in modo alquanto confuso:
Vi sarei grato, pertanto, se voleste pubblicare tali precisazioni.

EDITORIA BRAILLE
Spesso si tende a metterla in contrapposizione a quella audio, mentre, a mio avviso, le due modalità si integrano e si completano.
Rimango comunque piuttosto scettico verso quelle pubblicazioni di editoria Braille a cadenza soprattutto settimanale, o addirittura quotidiana, che pretendono, in pochissime paginette, di offrire ai ciechi una opportunità informativa.
Esse infatti, arrivano in grande ritardo e sono quantitativamente così striminzite da non giustificare il costo e lo sforzo.
La mia personale impressione è che a volte vengono attivate con il precipuo scopo di poter riscuotere il finanziamento ministeriale riservato all’editoria speciale.

Il nostro servizio denominato “Evalues”, offre ai ciechi, in tempo reale, le edizioni integrali di numerosi quotidiani a carattere nazionale e locale in versione elettronica digitale, consentendo a ciascun utente di fruirne nel modo che più ritiene congruo: tramite lettura vocale, Braille o con caratteri ingranditi.

Per l’editoria scolastica la nostra preoccupazione è duplice:
a) il margine di tempo davvero ristretto a disposizione delle nostre organizzazioni specializzate dal momento della scelta del testo da parte del Consiglio di Classe, a quando esso deve essere consegnato all’alunno non vedente o ipovedente in versione Braille o a caratteri ingranditi;

b) il rischio di esclusione dei nostri alunni che potrebbe derivare dall’adozione dei libri di testo nel formato Ebook, considerato che la maggior parte dei software di lettura di tali testi non risponde alle norme sull’accessibilità, risultando quindi scarsamente utilizzabile da parte delle persone non vedenti o ipovedenti.

Mario Barbuto
Presidente Nazionale Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

Una bussola per orientarsi- Ruolo e importanza del sostegno psicologico nell’affrontare le problematiche affettive, relazionali e familiari connesse alla perdita della vista, di Giovanna Virga

Autore: Giovanna Virga

In questo numero ci occuperemo del delicato tema della perdita parziale o totale della vista e del ruolo significativo che ha il sostegno psicologico nell’affrontare le problematiche connesse a questo evento traumatico sia per la persona direttamente interessata dal deficit sia per la sua famiglia.
Il ruolo del sostegno psicologico risulta di particolare importanza nell’ambito della prevenzione e in particolare durante il momento diagnostico. La diagnosi di cecità spesso si accompagna a sentimenti di rabbia, perdita di autostima, depressione, che in alcuni casi possono sfociare in un profondo isolamento e chiusura in se stessi dal quale non sempre si riesce ad uscirne da soli. Ritengo opportuno sottolineare l’importanza dell’età di insorgenza della malattia, che differenzia il nostro lavoro, infatti la tipologia di intervento sarà differente se ci troviamo a lavorare con un bambino o con un adulto con il quale si interviene anche, nell’ ambito professionale, dovendo quest’ ultimo impostare il suo percorso lavorativo, oltre ad affrontare il dolore e la sofferenza di avere perso la vista. La richiesta di un intervento psicologico consiste nell’ offrire uno spazio di riflessione e di confronto, un occasione di lettura dei bisogni e delle esigenze che si sono determinate in seguito alla dolorosa perdita totale o parziale della vista. Ferita questa molto dolorosa spesso difficile da rimarginare. La mia esperienza nell’ambito della prevenzione, mi dice, che spesso alla perdita della vista si accompagnano aspetti emotivi, affettivi e relazionali, che necessitano la presenza di uno psicologo che possa strutturare un intervento di supporto al fine di favorire non tanto l’accettazione ma piuttosto la possibilità di adattarsi alla nuova difficile e dolorosa situazione.
Il lavoro con i bambini comporta un intervento di rete tra la famiglia la scuola e le istituzioni presenti sul territorio, supportando il piccolo nel difficile percorso di integrazione scolastica, sono ricorrenti all’interno dei colloqui le domande relative alla possibilità di stabilire buoni rapporti di amicizia che continuino al di là dell’orario scolastico, “mi piacerebbe uscire con i miei compagni, andare a prendere una pizza con loro, fare una passeggiata o lo sport insieme.” Spesso si osserva la difficoltà di trovare occasioni di incontro fuori dalla scuola come momenti di crescita e di confronto. Più complesso e articolato è il lavoro con coloro che perdono la vista in età adulta, qui si presentano problematiche che si ripercuotono sulle relazioni familiari personali lavorative. Dovere fare i conti con una nuova realtà che implica la riduzione della propria autonomia e libertà nei movimenti, apprendere un nuovo metodo di lettura e di scrittura, imparare ad utilizzare la sintesi vocale di un computer, pensare alla possibilità di adattarsi ad una nuova situazione lavorativa, rappresentano solo alcuni degli aspetti da affrontare nel ambito del sostegno psicologico.
Occorre quindi, lavorare sulle risorse della persona piuttosto che sui suoi limiti valorizzare i punti di forza, le sue competenze al fine di mettere in atto valide strategie di adattamento alla nuova difficile e dolorosa situazione.
La perdita totale o parziale della vista, comporta una disabilità visiva che implica una difficoltà nelle abilità correlate all’uso della vista, difficoltà di movimento, di orientamento e mobilità nei luoghi e negli ambienti non familiari, difficoltà di lettura. Occorre prendere coscienza delle proprie disabilità e intervenire sull’handicap, cioè sullo svantaggio sociale mettendo il non vedente nelle migliori condizioni possibili per poter esprimersi nel campo scolastico, lavorativo, familiare, sociale, per ottenere una migliore qualità della vita. Per realizzare tali condizioni è necessario notevole impegno da parte della persona che quotidianamente vive la disabilità con coraggio e impegno per la realizzazione di obiettivi e traguardi sempre nel rispetto della propria dignità.
Imparare a convivere con la malattia, significa trovare strumenti e strategie valide al fine di realizzare tutte quelle condizioni necessarie che ci permettono di svolgere il nostro ruolo come studenti, professionisti, lavoratori, genitori superando lo sconforto la rabbia e il dolore che non si presentano solo al momento diagnostico, ma che spesso riaffiorano nelle nostre giornate più difficili e che necessitano di grande impegno e coraggio.
La diversità e le differenze sono un valore da sfruttare e su cui fondare il proprio senso di identità l’ handicap visivo rappresenta solo una parte della nostra vita e non il tutto, un aspetto della nostra personalità ma non la sua totalità, e non si deve negare l’ esistenza unica di ognuno dei propri bisogni, vissuti, emozioni..
L’handicap visivo rappresenta una parte problematica della vita del non vedente ma non l’intera sua esistenza, il conflitto tra il desiderio di essere autonomi e il bisogno in questo di dipendere dall’altro, possono determinare ansia, depressione, rabbia che possono portare alla chiusura in se stessi e all’ isolamento, pertanto dobbiamo parlare di comportamenti reattivi, e non di tratti costitutivi della personalità.

Dott.ssa Giovanna Virga –
Psicologa dell’Equipe socio – medico –psico – pedagogica dell’Istituto dei Ciechi “I. Florio e A. Salamone” di Palermo. Componente del gruppo di lavoro per il Sostegno Psicologico ai Genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti.
Email: virgagiovanna@alice.it

 

Potenza: Emozioni e sapori nella magia di “Naturalmente Lucano” al buio, di Angelo Camodeca

Autore: Angelo Camodeca

Si svolgerà dal 1° al 4 maggio 2014, dalle ore 18.30 alle 21.00 nell’ambito della 14° edizione di Naturalmente Lucano presso il salone fieristico di Tito Scalo le serate di Naturalmente al buio con degustazione di prodotti lucani.
L’evento di singolare intensità è promosso dalla sezione provinciale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti di Potenza per esaltare il momento conviviale e per vivere nel buio una particolare esperienza di relazione e di comunicazione. Anche gesti quotidiani, come mangiare o afferrare un bicchiere, diventeranno un esperienza inedita e stimolante. Olfatto Tatto e Udito acquisiranno nuova importanza nel ridefinire la realtà che normalmente ci circonda.
Come si svolgerà? In un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, in un ambiente rigorosamente oscurato, scopriremo che c’è un modo diverso di stare a tavola, di parlare ai commensali, di intendere il galateo. Il buio cambia tutto… perciò guide non vedenti aiuteranno a riscoprire il valore dell’ascoltare, il bello del toccare, il piacere del gustare e il fascino del riconoscere i profumi. Sarà favorito un diverso e più stimolante percorso alla scoperta del cibo e dei sapori, un viaggio nel gusto che vedrà impegnati tutti gli altri sensi in un gioco di riconoscimenti che riserva non poche sorprese.
Stare al buio per un tempo più o meno breve non è solo provare l’esperienza di vita di un cieco; ma consentire a tutti di fare emergere l’enorme valore della multisensorialità e scoprire il significato profondo del poter giudicare un gusto, un sapore … gli altri, aldilà delle apparenze.
Per la riuscita dell’evento si prega di spegnere i cellulari e lasciare fuori orologi da polso con le lancette luminose o collane fluorescenti. Se qualcuno si sente a disagio e vuole uscire, basta farlo presente e una guida gentile lo accompagnerà all’esterno della sala. E’ una delle regole: nessuno usi l’accendino, ma in caso di difficoltà domandi aiuto.
Info e prenotazioni: tel. 0971 21866 e-mail: uicpz@uiciechi.it
Angelo Camodeca

Contributi dei lettori- Guido al Buio, di Pino Bilotti

Autore: Pino Bilotti

Finalmente, giorni fa sono ritornato dal corso di guida della mia nuova macchina. Un corso davvero interessante che ha illustrato le tecnologie presenti e istruito sulle nuove caratteristiche costruttive del mio veicolo.
Allora, Fanny, portami a via Borgognona 38 Roma e poi vai al parcheggio, ok esegui.
L’auto, parte indisturbata e in silenzio viaggia, rallenta si ferma agli stop e dopo 500 Chilometri giunge la voce sensuale di Fanny che conferma l’arrivo, un Bip conferma la sua fermata e si apre la porta, scendo e lei da sola va al parcheggio.
Questo è ciò che si verificherà nel prossimo futuro.
Oggi:
“Negli ultimi decenni le auto hanno subito una graduale trasformazione dai sistemi meccanici immaginati da Henry Ford a veri e propri computer su ruote.
E questa trasformazione sta progredendo con una nuova ondata di innovazione digitale, a partire dalla guida automatica.
I primi modelli di auto senza guidatore risalgono alla fine del XX secolo.
Ma il recente aumento di sofisticazione dei sensori e la parallela riduzione dei loro costi – che hanno dato vita, per esempio, a sistemi Lidar economici, in grado di “vedere” una strada in 3D in maniera simile all’occhio umano – stanno avvicinando ora questi modelli al mercato.
Come abbiamo visto recentemente, diversi costruttori si stanno dando da fare per integrare questi sistemi nei loro modelli e prevedono di iniziare a vendere vetture dotate di diversi gradi di autonomia già dal 2016.
Un recente rapporto Ihs stima che «poco dopo il 2050» virtualmente tutti i veicoli potranno viaggiare senza guidatore.
Ma quale sistema di guida c’è dietro l’auto senza conducente? Ci sono benefici significativi nel poter staccare le mani dal volante per leggere un libro o mandare un messaggino senza sensi di colpa? Al Ces i giornalisti erano molto presi nello scattare foto dei veicoli senza conducente che viaggiavano sulle strade di Las Vegas.
Se avessero staccato l’occhio dall’obiettivo, avrebbero potuto vedere qualcosa di ben più significativo: il palcoscenico su cui si svolgerà la rappresentazione della guida automatica, la strada stessa.
Le automobili senza conducente promettono di avere un impatto incredibile sulla vita urbana, dal momento che renderanno meno netta la distinzione tra trasporto pubblico e privato.
La “nostra” macchina potrà darci un passaggio per andare in ufficio la mattina e in seguito, al posto di rimanere inattiva nel parcheggio aziendale, fornire un passaggio a un altro membro della nostra famiglia – oppure ad altre persone nelle vicinanze, nella nostra community online o nella nostra città.
I veicoli senza guidatori di domani daranno il via a un’altra ondata di innovazione, dall’ottimizzazione della portata delle strade alla gestione degli incroci.
Immaginate un mondo senza semafori, dove i flussi di veicoli in continuo movimento si incrociano “magicamente” senza il rischio di collisioni.
In altri termini un mondo in cui le sfide globali della mobilità saranno sempre di più risolte con il silicio piuttosto che con l’asfalto.
In questo contesto la spinta per l’adozione generalizzata di queste soluzioni implica la garanzia che le nostre strade abbiano per lo meno lo stesso livello di sicurezza di oggi.
Questo significa che devono essere introdotte ridondanze di sistema per assicurare che se una parte smette di funzionare, un’altra sia pronta a sostituirla senza soluzione di continuità.”
Un futuro dietro la porta che tutti stiamo aspettando come non vedenti per raggiungere così un altro grado di libertà e di autonomia.
Pino Bilotti

Centro di Documentazione Giuridica: Indennità di mansione spetta anche per i periodi di fruizione ex Legge n. 104/1992, a cura di Paolo Colombo

Autore: a cura di Paolo Colombo

L’indennità di mansione è dovuta ai centralinisti non vedenti pubblici e privati per ogni giornata di effettivo servizio svolto trattandosi, per ratio normativa, di un emolumento correlato alla menomazione e connesso «… alla maggiore gravosità della prestazione che consegue all’esistenza della cecità».
Assenza per ferie: Con circolare 4 novembre 1992, n. 84, il Ministero del Tesoro ha chiarito che l’indennità di mansione <… non si corrisponde durante i giorni di assenza dal servizio per qualsiasi causa, esclusi quelli per congedo ordinario, quelli per congedo speciale a seguito di infortunio in servizio, quelli per infermità riconosciute dipendenti da cause di servizio e quelli concessi agli invalidi di guerra per cure necessarie a seguito di ferite o infermità contratte in guerra, sempreché coincidenti con giornate feriali>. Inoltre, l’indennità di mansione è dovuta ai dipendenti che frequentano corsi professionali tenuti dall’amministrazione di appartenenza, ai dipendenti in permesso per motivi sindacali limitatamente al numero massimo di quattro giornate mensili, ai dipendenti donatori di sangue ed al personale assente per documentate esigenze di servizio.
Assenza per permessi 104/1992, art. 33, comma 6: Si premette che i permessi presi dai lavoratori disabili gravi per se stessi sono equiparati alla presenza in servizio in termini di percezione di ogni indennità o emolumento nonché di ogni altro accessorio collegato alla presenza effettiva in attività (differentemente da quanto avviene per coloro che richiedono i permessi per l’assistenza ad un familiare disabile grave). In caso di assenza dal servizio per la fruizione di permessi retribuiti, ad esempio i permessi di cui all’art. 33 della legge n. 104/1992, la Funzione Pubblica, con nota del 27 maggio 1999, Prot. 2207/10.2/15181, ha espresso <…. parere favorevole alla fattispecie concreta>», in ragione della equiparazione della assenza alla presenza in servizio. Il già Ministero per i Beni e le Attività Culturali è dello stesso orientamento, nel senso che <… le assenze tutelate dalla legge n. 104/92, non comportano decurtazione dell’indennità di mansione ex art. 9 l. n. 113/85>. Sulla base di un’interpretazione analogica delle norme, si può pertanto ribadire che, ai fini del pagamento dell’indennità di mansione, <… possono essere calcolati, tra i giorni da valutare come presenze di servizio, oltre ai casi previsti dalla l. n. 113/85, anche quelli dell’art. 33 l. n. 104/92, in quanto rispondenti alla medesima ratio che giustifica i casi di assenza “retribuita” già espressamente contemplati dall’art. 9 l. 113 del 1985>. Sull’argomento è intervenuto anche il Tribunale del Lavoro di Reggio Calabria che, con sentenza 21 marzo 2006, n. 782/2005 R.G.A., ha considerato detta misura indennitaria come <… parte integrante della retribuzione fissa di coloro che versino nelle condizioni di non vedenti e siano centralinisti> e, quindi, <… va da sé che nella retribuzione dovuta in caso di assenze retribuite vada sempre compresa la cd <indennità di mansione>.
Ad ogni buon conto, riepiloghiamo  le diverse modalità previste per l’erogazione dell’indennità di mansione che spetta per tutti i giorni di effettivo servizio prestato e non si corrisponde durante i giorni di assenza, fatte salve alcune eccezioni (cfr. circolare n. 84 del Ministero del Tesoro del 4.11.1992):
* assenza per ferie
* assenza per malattia dipendente da causa di servizio
* cure necessarie per infermità contratte in guerra
* assenza per infortunio sul lavoro
* frequenza corsi professionali previsti a livello datoriale
* donatori di sangue
* motivi sindacali
* beneficiari della legge n. 104/1992, art. 33, comma 6
* congedo di maternità, compresa l’interdizione anticipata dal lavoro, e congedo di paternità (astensioni obbligatorie)
* assenze per permessi lutto
* assenze dovute alla fruizione di permessi per citazione a testimoniare e per espletamento delle funzioni di giudice popolare
* assenze previste dall’art. 4, comma 1, della legge n. 53/2000
Per previsione normativa sono soggetti alla prescrizione di 5 anni tutti i crediti di natura retributiva pagati con periodicità annuale o inferiore, compresi quindi anche le somme relative all’indennità di mansione per centralinisti, spettanti ma non pagate.

a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Non siamo extraterrestri, di Giuseppe Bilotti

Autore: Giuseppe Bilotti

Quando la difficoltà interferisce nelle aspettative della persona, condizionando qualche aspetto della vita quotidiana, insorge uno svantaggio.
Nella prevenzione e nel superamento degli svantaggi conseguenti all’anzianità o alla disabilità concorrono in modo determinante due fattori esterni:
1. il miglioramento della fruibilità dell’ambiente antropizzato, tenendo conto delle esigenze imposte dalla difficoltà;
2. l’adozione di appositi strumenti, detti “ausili”, che sono concepiti per consentire alla persona con difficoltà fisica e sensoriale di fare ciò che altrimenti non potrebbe, oppure di farlo con minore sforzo o dispendio di energia, oppure di farlo in modo più sicuro e in piena autonomia e psicologicamente più accettabile.
Entrambi i fattori offrono un contributo determinante al recupero della persona e della sua autonomia intesa come capacità di svolgere attività corrispondenti alle proprie aspettative.
I sistemi tecnologicamente avanzati, gli ausili di comunicazione, di controllo ambientale e di supporto offrono un contributo fondamentale al raggiungimento dei seguenti aspetti dell’autonomia personale:
1. la comunicazione, ossia la possibilità di esprimere ad altre persone il proprio pensiero, in modo che esso venga recepito esattamente e con naturalezza da parte dell’interlocutore;
2. il controllo del proprio ambiente di vita quotidiana, ossia la possibilità di gestire in base alle proprie decisioni i mezzi che occorrono per svolgere le attività e per permettere di utilizzare il tempo in modo corrispondente alle proprie aspirazioni.
Si parla spesso di “persone con particolari necessità”: con questo non si vuole intendere particolari necessità di comunicazione con l’ambiente, bensì necessità di speciali mezzi, strumentazioni e servizi, per colmare le normali necessità di comunicazione e mobilità.
Le soluzioni proposte attraverso il seminario di Messina sono appunto quelle di creare informazione sulla ricerca e prototipazione nel settore dell’Assistive Tecnology (progettazione di tecnologie e ausili per persone con difficoltà fisiche e sensoriali).
Il tutto parte dai costrutti legati al concetto di disabilità che sono profondamente cambiati negli ultimi anni. Le progressive riedizioni, da parte dell’OMS, dell’ICF (International Classification of Functioning and Disability) e dell’assemblea generale delle Nazioni Unite con la convenzione delle persone disabili riflettono in modo esemplare questo mutamento. La situazione di svantaggio è considerata oggi non come una inevitabile conseguenza della menomazione, quanto piuttosto il risultato di un’interazione negativa tra l’individuo e il suo ambiente. Dietro a questa nuova prospettiva si intravede una diversa concezione di salute non più riferita alle sole funzioni e strutture del corpo umano, ma anche al grado di partecipazione alla vita collettiva.
Oggi l’indipendenza non si limita più alla rieducazione funzionale, ponendosi come obiettivo irrinunciabile il raggiungimento dell’autonomia “fin dove possibile” e la partecipazione sociale della persona presa in carico, individuando i sistemi più idonei a superare o rimuovere gli ostacoli che impediscono queste acquisizioni.
Le risorse disponibili della persona con difficoltà, i suoi desideri e aspettative così come le sue concrete condizioni di vita costituiscono ora il punto di partenza dell’intervento.
Si è in questo modo aperta la strada all’uso di complesse strategie di trasformazione mirate a modificare positivamente il rapporto di interazione dell’individuo con l’ambiente.
All’interno di questi articolati percorsi innovativi un ruolo fondamentale è quello svolto dalle tecnologie per il superamento delle difficoltà, strumenti volti ad aiutare ed agevolare le funzioni divenute deficitarie in seguito ad un danno fisico o sensoriale. In particolare, lo straordinario sviluppo delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e della mobilità e autonomia ha fatto emergere una nuova categoria di strumentazioni, quelle informatiche e dell’industrial design, che hanno aperto delle possibilità prima impensabili per chi presenta una difficoltà di tipo motorio, sensoriale o cognitiva.
La cosiddetta ”Assistive Technology”, o tecnologia assistiva, amplifica le capacità di pensare, di informarsi, di esprimersi e muoversi, accelerando ed accrescendo le possibilità di vivere la vita in piena autonomia sia di luoghi domestici, di lavoro, di viaggio e di controllo. Ma affinché queste tecnologie costituiscano una risorsa e non una nuova barriera è necessario individuare specifiche strumentazioni e soluzioni tecnologiche che rispondano alle particolari esigenze del “disabile” e dell’ambiente antropizzato, studiate e progettate per le specifiche esigenze
Il sistema delle tecnologie per il superamento delle barriere architettoniche, ambientali, dei trasporti e della propria abitazione, e delle strumentazioni per il superamento delle varie difficoltà destinate alle persone con difficoltà come i non vedenti ed ipovedenti, presenta dei punti di criticità che determinano enormi attese da parte delle persone con disabilità, delle famiglie, degli anziani, in quanto comprende ausili trapassati, luoghi inaccessibili e una ridotta autonomia.
Sebbene in questi ultimi anni il crescente sviluppo nel campo dell’elettronica, delle telecomunicazioni, dell’informatica e della tecnologia per il superamento delle barriere, ha portato all’incremento di prodotti e servizi, destinati sia alle persone normodotate che non, modificando lo scenario della domotica e dell’ambient intelligence per la sanità e per l’utenza debole, si continua a riscontrare la mancanza di una reale integrazione e cooperazione tra comportamenti, tecnologie e architettura.
L’enorme bisogno non soddisfatto è quello di porre la persona con difficoltà sensoriale al centro dello sviluppo tecnologico per realizzare, partendo da una attenta e precisa analisi delle necessità, strumentazioni innovative, efficienti e con un adeguato rapporto tra qualità e prezzo, per il superamento delle barriere fisiche e culturali. Qui entrano in gioco i sistemi che l’Unione Italiana dei Ciechi ed ipovedenti negli ultimi anni ha valutato, approvato e sui quali – insieme alle ditte produttrici – sta lavorando al loro miglioramento e potenziamento:
– il LVE(Loges Vett Evolution) , la pavimentazione tattile plantare;
– gli infrarossi ed il sistema d’informazione che utilizza le onde radio;
– il Sesamonet, un bastone che riceve le informazioni rilevate alla pavimentazione;
– Easy-Walk, il sistema per la localizzazione satellitare.
Un notevole connubio di diverse tecnologie finalizzate al raggiungimento di un unico scopo, l’autonomia delle persone non vedenti.
Giuseppe Bilotti