Catanzaro: Arte e cultura “Le voci del silenzio” Al via il progetto itinerante, di Luciana Loprete

Autore: Luciana Loprete

La prima iniziativa si terrà alla Provincia il collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi

Partirà nel mese di gennaio il progetto itinerante "Le voci del silenzio", articolato in una serie di conferenze, convegni, dibattiti, manifestazioni culturali, spettacoli interdisciplinari, che propone di individuare i crocevia per l'incontro, la promozione, la conoscenza, di problemi economici-sociali con particolare riferimento alla ricerca di tutte le azioni atte a favorire e facilitare il recupero e l'inserimento del tessuto socio-economico dei portatori di handicap, tossico-dipendenti, ex reclusi. In ogni appuntamento si accoglie un esperto di una particolare area del sapere, con cui confrontarsi nella comune tensione alla verità.

Il progetto è concepito dall'Associazione di Volontario Comitato Città 2000 dal Presidente Antonio Perri in sinergia con l'Associazione Culturale Mythos, il cui Presidente è Jeso Marinaro, con la Responsabile del progetto in Italia e all'Estero Celine Pujò,  con la partecipazione della Fondazione Calabria Etica, dell'UICI Sezione Provinciale di Catanzaro e dell'UICI di Frosinone e con la preziosa partecipazione della Provincia di Catanzaro.

Il progetto "Le voci del silenzio" è una struttura operativa, a disposizione delle organizzazioni di volontariato e da queste gestito, creata allo scopo di sostenere, promuovere e qualificare le attività, attraverso: strumenti e iniziative per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative di volontariato e il rafforzamento di quelle esistenti; è rivolto più in generale al mondo della cultura e della ricerca come proposta di dialogo e di sintesi nell'orizzonte della verità. Proprio il tentativo di focalizzare una visione unitaria della verità, contesto imprescindibile per l'armonia e la collaborazione dei saperi, costituirà il tema di fondo e l'obiettivo del ciclo di conferenze 2013-2014. La prima iniziativa che si terrà il 19 gennaio 2013, alle ore 16, nel Palazzo della Provincia è con l'Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, presieduta da Luciana Loprete, associazione di categoria dedita alla tutela morale, sociale e civile di tutti i disabili visivi del territorio. La prima motivazione, che poi è esplosa creando mille fluidi, era quella di presentare la raccolta di poesie-lettere, pensieri dal titolo "Memorie Vagabonde" di Antonio Perri.

Il programma della giornata prevede l'esibizione del coro dell'UICI di Catanzaro; i saluti del Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, del Presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, dell'Assessore Regionale alle Politiche Sociali, Francescantonio Stillitani. Interverranno: Celine Pujo, Responsabile del Progetto in Italia e all'Estero le voci del silenzio; Antonio Perri Presidente Nazionale Comitato Città 2000; Luciana Loprete, Presidente Unione Italiana dei Ciechi ed Ipovedenti Provincia di  Catanzaro; Giorgio Rognetta. Responsabile Progetto I.Ri.Fo.R; Vincenzo Rubano, studente non vedente creatore del sito "ti tengo d'occhio"; Nimpo Stefano; momento musicale con Salvatore Perri,Giovanni Nicotera,Toni Colosimo (non vedente). Saranno presenti anche Claudio Cola, Presidente UICI e degli ipovedenti sezione Provinciale di Frosinone; Eliseo Ferrante, Vice Presidente; Simona Ciocconi, segretaria; Paolo Pancari Doria e Ieso Marinaro, Direzione e Coordinamento Artistico "Le voci del silenzio". Conclusioni di Pasqualino Ruperto, Presidente Fondazione Calabria Etica. Modererà Antonio Caroleo, Direttore Ufficio Formazione Distrettuale Corte di Appello di Catanzaro. Saluti Finali con l'esibizione del coro dell'UICI di Catanzaro

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Il Presidente
Luciana Loprete

Nuova Sede per la Rappresentanza UICI di Pomigliano D’Arco,di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

Sabato 12 gennaio a Pomigliano D'Arco, è stata inaugurata la nuova sede della rappresentanza zonale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Da diversi anni ormai, grazie all'impegno del referente Nicola Toscano, nel popoloso Comune della Provincia di Napoli è attiva l'Unione Ciechi al fine di intercettare le istanze e le problematiche dei numerosi non vedenti ed ipovedenti residenti nella zona. La nuova sede, ubicata in via Abate Toscano n. 3, proprio nel centro storico della cittadina, è stata messa a disposizione gratuitamente dalla famiglia Toscano, i cui componenti hanno dimostrato con il loro gesto, grande sensibilità e generosità. La cerimonia di inaugurazione è stata affidata alla benedizione del Vescovo della Diocesi di Nola Sua Eccellenza Beniamino Palma, il quale, nel salutare i presenti, ha sottolineato l'importanza che le associazioni hanno sul territorio. Dopo l'intervento del Rappresentante Nicola Toscano, il quale ha salutato e ringraziato tutti coloro che con la loro opera hanno consentito l'apertura della nuova sede, sono intervenuti Mario Mirabile e Vittorio Ciniglio in rappresentanza rispettivamente del Consiglio Provinciale e del Consiglio Regionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Questi ultimi hanno salutato i numerosissimi presenti e hanno evidenziato come per l'Unione sia fondamentale avere dei punti di riferimento su tutto il territorio provinciale per intercettare al meglio le istanze dei soci. I nuovi locali fungeranno anche da rappresentanza dell'U.N.I.Vo.C. e del Movimento Apostolico Ciechi.
Mario Mirabile

A proposito dei falsi ciechi- Una modifica della Legge 138/2001 non risolverebbe il problema, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Recentemente, e a più riprese, i mass media hanno raccontato di persone cieche che pur percependo un'indennità di accompagnamento svolgono normali attività quotidiane; spesse volte, tv e giornali raccontano gli eventi in modo parziale, con toni scandalistici, affinché la notizia colpisca l'opinione pubblica. E' indubbio che fra di noi esistano persone che sono riuscite con sotterfugi di vario genere ad ottenere ciò che non gli spetta, ma questo non riguarda solo il mondo dell'invalidità: pensate, ad esempio, alle persone decedute, i cui parenti percepiscono ancora la pensione, ai nullatenenti che viaggiano in Porsche, ai milionari che hanno l'esenzione dalle tasse e dalle imposte…
Per alcuni dei nostri dirigenti, un ruolo, anche se parziale, nell'ambito dello scandalo dei cosiddetti "falsi ciechi", l'avrebbe la Legge 138/2001, e nello specifico la percentuale del campo visivo perimetrico binoculare inferiore al 3% di cui all'art.2: alcuni ritengono che coloro che hanno un campo perimetrico binoculare inferiore al 3% non abbiano diritto a percepire l'indennità di accompagnamento; tuttavia, questo presupposto è largamente osteggiato dai pareri di molti oculisti. In effetti, il residuo campo perimetrico inferiore al 3% spesso non è neppure situato sulla fovea, ovvero sulla parte centrale dell'occhio, ma in altri punti del tappeto retinico: aldilà dell'acuità, una tale riduzione del campo visivo significa che, al massimo, l'interessato può vedere un punto fisso come attraverso il buco di una serratura, e ciò non consente certo di deambulare o di esser autonomo. Addirittura é parere di molti oculisti che anche un cieco parziale (ventesimista), in svariate occasioni, avrebbe necessità di essere accompagnato e di avere quindi diritto a una indennità ben più consistente di quella oggi percepita.
Mi risulta altresì che solo il 4% delle visite di controllo effettuate dall'Inps sui minorati della vista percettori di indennità, abbia dato un risultato favorevole, con la conseguente revoca di quest'ultima agli interessati. 
Fare di tutta l'erba un fascio è quindi sbagliato: per una corretta valutazione di ciascun caso occorrerebbe tenere ben presente la patologia che ha colpito l'interessato, l'età in cui è insorta, la situazione socio-culturale in cui vive il soggetto e soprattutto le attitudini dello stesso. Ricordo che alcuni anni or sono ho girato un documentario per evidenziare le numerose barriere che si frappongono alla deambulazione di un non vedente nella vita quotidiana: ho fatto camminare un amico completamente cieco (e di questo ne ero sicuro!) in mezzo ad una quantità incredibile di ostacoli: autovetture, moto, pali, gradini, sacchi della spazzatura… Mi è uscito dall'intrico senza mai inciampare negli ostacoli. Se i carabinieri avessero avvistato questo mio amico sicuramente lo avrebbero denunciato! All'estremo opposto, conosco una persona che a tarda età, per una degenerazione maculare, si è ridotta a soli due decimi di acuità visiva; ebbene: questa persona, malgrado non sia considerata, dalla legge, portatrice di una grave minorazione, non esce più di casa e deve farsi aiutare dai familiari per tutte le piccole necessità della vita quotidiana.
Alcuni decenni fa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità indicò che la valutazione delle varie minorazioni avrebbe dovuto essere basata sulle abilità residue del soggetto; applicare questo concetto potrebbe risolvere molti dei problemi sul tappeto, ovverosia concedere provvidenze e facilitazioni aldilà dell'acuità e del campo visivo: i parametri di cui sopra (patologia, data di insorgenza, contesto in cui vive la persona, sue inclinazioni etc. etc.) consentirebbero una corretta valutazione dell'autonomia del singolo soggetto. Allo stato attuale, quanto sopra è purtroppo pura fantascienza, perché una tale valutazione necessiterebbe di notevoli competenze ed esperienze da parte di chi valuta e di parametri ben codificati su tutto il territorio nazionale. 
 
Angelo Mombelli

Io ho prenotato il mio Drone, di Pino Bilotti

Autore: Pino Bilotti

Prendendo spunto di un articolo del sole 24 Ore apriamo una finestra nel futuro e cominciamo a pensare che può succedere; di essere trasportati a destinazione da soli  con un'auto in piena autonomia.
I Droni, cioè velivoli di cielo, terra e mare automatici, che si muovono guidati dal computer.
Nati in ambiente militare, i Droni stanno in realtà trovando rapidamente applicazione nei settori civili.
Gli esempi più appariscenti sono le auto che si guidano da sole: un insieme di videocamere e sensori permette al computer di bordo di prendere decisioni non solo sulla guida ma anche sul percorso migliore da seguire e sul tipo di strada da percorrere.
Se da due anni Google ha reso celebre il tema, facendo percorrere oltre 140mila miglia alla sua automobile nella Bay Area, inclusi San Francisco e il Golden Gate bridge, i progetti ci sono in realtà da molto tempo.
Darpa (Defense advanced research projects agency), l'agenzia governativa Usa del dipartimento della Difesa che negli anni Sessanta ha progettato internet, organizza dal 2004 il Grand Challenge, la sfida per riuscire ad avere entro il 2015 un'auto che si guida da sola.
Ma dagli anni Settanta ci provano sia il Giappone che la Germania e l'Italia.
Da noi c'è stato il progetto Argo dell'Università di Parma, che ha realizzato le "Mille miglia in automatico" con hardware di comune uso (montato su una Lancia Thema) e che oggi ha creato il Viac international challenge.
Tuttavia, non va dimenticato il progetto europeo Eureka Prometheus (dal 1986 al 1995).
Però, dopo tanta buona ricerca, non è mai nato nessun progetto industriale.
Unico sbocco: il programma spaziale che ha usato alcune di queste ricerche per le varie rover inviate su altri pianeti.
Google (e altre aziende) sperano invece di cogliere una nuova ondata di opportunità offerte dal bisogno di dominare i flussi di traffico delle smart city: secondo Google gli incidenti mortali su strada calerebbero del 40 per cento.
Ma se il robot che guida su gomma dà inquietudine al grande pubblico, il drone su rotaia è più "amichevole".
Soprattutto per treni e metropolitane.
Le moderne linee vengono sempre più spesso realizzate senza bisogno dei macchinisti in cabina, e all'aeroporto di Heathrow è stato costruito un sistema di "ovetti" per 4 persone senza pilota che trasferiscono i passeggeri dal gigantesco parcheggio al Terminal 5, orchestrando una complessa serie di precedenze, svincoli e differenti destinazioni".
Allora, siamo pronti ?
Le nostre città ci potranno vedere viaggiare da soli e diventare autonomi. Le tecnologie e la ricerca diventa sempre più vicina alle persone non vedenti; dai percorsi  tattili informatizzati e parlanti, i cellulari con gli iPhone sempre più accessibili e gestiti  con comandi vocali.
Allora cominciamo a pensarci perché quello che sembrava irranggiungibile nel prossimo futuro diventa realtà.
Una trasformazione  tecnologica che vedrà i non vedenti sempre più liberi e autonomi e io ho già prenotato il mio Drone.

Pino Bilotti

Guardare con tatto. Dieci sculture dalla collezione del Premio Salvi, Redazionale

Autore: Redazionale

Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Ancona
18 gennaio – 24 febbraio 2013
ANCONA – Venerdì 18 gennaio alle ore 18 si inaugura nella sale delMuseo Tattile Statale Omero, la mostra Guardare con tatto alla presenza di Aldo Grassini, Presidente del Museo e Silvia Cuppini, curatrice della mostra.
La mostraGuardare con tatto rientra nellarassegna"Infinitamente Salvi", volta a promuovere sul territorio regionale la ricca collezionedi arte contemporanea raccolta in sessant'anni di attività del Premio Salvi e conservata presso il Comune di Sassoferrato.
La rassegna – affidata al gruppo Mjras di Urbino, composto da Silvia Cuppini, Alice Devecchi, Roberto Bua, Joan Martos – si propone di reinterpretarele opere della collezione con uno sguardo contemporaneoe in sintonia con i luoghi prescelti. Fra questi la Mole Vanvitelliana di Ancona, dove, nelle sale del Museo Omero,dal 18 gennaio al 24 febbraio 2013, sarà allestita la mostraGuardare con tatto con dieci sculture di autori contemporanei -Giuseppe Uncini, Edgardo Mannucci, Giancarlo Minen, Loreno Sguanci, Paolo Pompei, Umberto Peschi, Elio Cerbella, Marco Bettocchi, Valeriano Trubbiani, Giuliano Giuliani – presentati in relazione alla struttura pentagonale della Mole, ovvero al numero cinque, alle cinque dita della mano, ai cinque sensi.
L'accesso all'esposizione, pensato per vedenti e non vedenti, sarà costituito da una stanza al buio dove la percezione dello spazio sarà data dalla dislocazione in cinque punti di fonti sonore."Le opere – come spiega l'architetto Roberto Bua – saranno disposte a coppie, sugli spigoli del pentagono, al fine di esaltare l'elemento della tattilità. Lo sguardo percorre la forma, con il contatto si percepiscono altre qualità dell'oggetto: ruvido o liscio, freddo o caldo, compatto o traforato, vibrante o sordo, spigoloso o tondeggiante sulla base dei diversi materiali usati dagli artisti: legno, metallo, pietra, ceramica. C'è uno sguardo che percorre l'oggetto, che ne percepisce le vibrazioni di luce e calore, che misura il suo rapporto con lo spazio, che lo accarezza: lo sguardo tattile ci ri-vela l'oggetto, lo rivela due volte, perché la conoscenza è nella totalità e non nella separazione".
La mostra, che rientra anche all'internodel Grand Tour Cultura 2012 -2013Musei – Archivi – Biblioteche Marche: luoghi "comuni" della creatività, proporrà visite e laboratori didattici per le diverse fasce d'età utilizzando testi letterari e documenti d'archivio e riflettendo sul luogo – in questo caso la Mole Vanvitelliana e la sua forma – come veicolo di creatività. Eventi speciali in programma per il 14 febbraio –  San Valentino e per il 21 febbraio – la Giornata
Nazionale del Braille.

INFORMAZIONI
Dove:Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Banchina Da Chio 28, Ancona
Orari: dal martedì al sabato 16 – 20. Domenica 10 – 13 e 16 – 20. Chiuso: lunedì.
Ingresso: libero.
Visite guidate e laboratori didattici su prenotazione: 3 euro a persona, esclusi docenti, disabili e loro accompagnatori.
Tel. 071 28 11 935 – In orari di apertura 331.7537468
Email: info@museoomero.it
Sito: www.museoomero.it

ELENCO OPERE
1. UMBERTO PESCHI / colonne /cm 120x26x26 / 1979 / legno
2. LORENO SGUANCI /Senza titolo /cm 84x71X50 / 1971 / legno e metallo
3. ELIO CERBELLA/: Moduli di un muro /cm 29x26x21 /anno ? /Ceramica
4. GIANCARLO MINEN /Divagazione di un pittore / cm 135x30X30 /anno? /legno e ferro
5. GIUSEPPE UNCINI / Struttura spazio/132HX38 X 25 / 1967 / alluminio
6. GIULIANO GIULIANI / Sulla forma / cm 30x50X25 /anno ? / travertino
7. PAOL O POMPEI /cm 24xdiam. 40 /  1993  / bronzo e rame
8. VALERIANO TRUBBIANI / Fendente acciaio /cm 57x90X25 / anno ?/ metallo e legno
9. MARIO BETTOCCHI / Ricerca nel cerchio / cm 113x50x35 / anno ? / legno
10. EDGARDO MANNUCCI /senza titolo/  cm 63x63x27 / bronzo e metallo
La rassegna "Infinitamente Salvi"
Il titolo
"Infinitamente salvi", rievoca la figura del pittore seicentesco G. B. Salvi le cui immagini hanno goduto di una fortuna tale da essere presenti nelle maggiori pinacoteche del mondo in originale o in copia.
Origine del progetto
La cura delle edizioni 2012/13/14 del Premio Salvi è stata affidata dal Comune di Sassoferrato a mjras, unitamente al progetto di allestimento della collezione delle opere raccolte in sessant'anni di vita del premio per la Galleria d'arte contemporanea.
Il progetto
Infinitamente salvi è un progetto culturale. Crea occasioni di incontro con l'opera d'arte. Contiene mostre e percorsi che tendono a rinnovare lo sguardo suscitando interrogativi. Nella ricerca della risposta di è infinitamente salvi. Il progetto chiede un coinvolgimento a tutto il territorio regionale attraverso diverse tipologie di intervento in accordo con le istituzioni culturali locali.

Sito: www.infinitamentesalvi.it

Resoconto della III riunione dell’Alleanza italiana per l’Anno Europeo dei Cittadini 2013, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

Il 19 dicembre 2012 l'Unione ha partecipato alla III riunione dell'Alleanza Italiana per l'Anno Europeo dei Cittadini 2013. La riunione ha seguito di pochi giorni la Conferenza stampa di presentazione dell'Anno europeo dei cittadini, avvenuta a Bruxelles il 17 dicembre 2012, e precedeva di alcuni giorni il lancio ufficiale dell'Anno europeo stesso, che si è tenuta il 10 gennaio 2013 a Dublino, nel quadro della Presidenza Ue irlandese.
L'Alleanza europea è partner ufficiale della Commissione Europea per l'Anno dei cittadini e questo riconoscimento ricade a cascata sulle diverse coalizioni/alleanze nazionali di rappresentanti della società civile, che sono già circa ventina. L'Alleanza europea lavora attraverso tre Gruppi di lavoro che si concentrano rispettivamente su 1) democrazia partecipativa 2) inclusività 3) diritti umani (comprese le questioni della disabilità).   Obiettivo politico dell'Alleanza europea, e per il quale viene richiesta la collaborazione delle coalizioni nazionali, è di portare alla Presidenza lituana dell'Ue che si insedierà alla fine del 2013 degli input chiari e concreti e delle proposte individualizzate per nazione a  livello locale, regionale e nazionale.
In Italia si privilegerà promuovere il contatto con gli enti locali e a tale scopo, l'Alleanza italiana procederà a sottoscrivere protocolli di intesa di diversi enti locali. Durante la riunione stessa è stato firmato un protocollo di intesa con TECLA, un'associazione per la cooperazione, l'innovazione e l'internazionalizzazione degli enti locali italiani. La prima attività nazionale dell'Alleanza verrà organizzata durante la campagna elettorale per le elezioni politiche in corso. Sarà un evento rivolto ai partiti e al governo uscente per far loro conoscere la Dichiarazione dell'Alleanza italiana "2013 Noi, cittadini d'Europa". (fine gennaio)
Durante la riunione si è sottolineato nuovamente come quest'anno europeo debba essere inteso come uno strumento per  apportare dei progressi a lungo termine verso  un ruolo più decisivo dei cittadini europei nella presa di decisione e nell'implementazione delle politiche comunitarie, e che a livello italiano gli stessi progressi portino all'attuazione in termini concreti dell'art.118 della Costituzione italiana  sui rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini. In particolare in Italia, la partecipazione di forme organizzate di cittadini, il cosiddetto volontariato organizzato, può contribuire a un più efficace utilizzo delle risorse strutturali, dopo il fallimento  delle cinque programmazioni della politica di coesione sociale dei fondi strutturali in Italia. È stato inoltre sottolineato come il volontariato italiano trovi un ruolo fondamentale anche nel contesto della lotta alla criminalità e nella diffusione della cultura della legalità attraverso il recupero degli ex-carcerati e dei beni confiscati.
L'Alleanza italiana ha poi proseguito i lavori sulla definizione degli ambiti dei gruppi tematici, i cui lavori dovranno poi confluire in quelli dei gruppi dell'Alleanza europea. I responsabili dei gruppi tematici, insieme ai rappresentanti degli organismi fondatori dell'Alleanza, CIME, ALDA e Forum del Terzo Settore, costituiranno il gruppo direttivo dell'Alleanza italiana. Si è concordato che ciascun responsabile di gruppo tematico metterà a punto una breve descrizione degli ambiti di lavoro e la diffonderà attraverso la lista dell'Alleanza per permettere l'iscrizione ai gruppi.
I gruppi tematici formati sono i seguenti:
1) Giovani: responsabile Forum Nazionale dei Giovani – temi: cittadinanza come opportunità per i giovani, cittadinanza come integrazione, rapporti con l'Unione europea – il concetto di cittadinanza europea presso i giovani. Evento previsto: 22 – 25/02 a Milano
2) Parità di genere: responsabile FOCSIV – temi: approfondimento dei documenti europei per una strategia di parità di genere
3) Volontariato – Cittadinanza attiva – Pratica della democrazia – Agente di formazione – temi: raccolta buone prassi per testimoniare come il volontariato sia espressione diretta di cittadinanza attiva  
4) La dimensione economico – sociale per una società inclusiva: responsabile TECLA – temi: non discriminazione delle diversità: età/genere/disabilità
5) Lo sviluppo sostenibile (sostenibilità ambiente, energie rinnovabili): responsabile: Legambiente
6) Prossimità e sussidiarietà (dialogo con enti locali e regionali): responsabile LABSUS – temi: ricerca nelle Costituzioni dei Stati Ue di articoli corrispondenti all'art.118 della Costituzione italiana, traduzione in azioni concrete del principio di sussidiarietà, raccomandazione finale per una revisione dei trattati
7) Cultura e creatività: responsabile Gruppo archeologico, temi: evidenziare il lavoro delle singole associazioni sul territorio
A breve verrà predisposto sul sito dell'Unione un link all'Alleanza italiana.

Manuela Esposito
 

27 Anni

Autore: Zito Vitantonio

Caro Presidente,

in un giorno così importante, così significativo per la nostra storia, sento che non può mancarti il mio breve e semplice pensiero. Oggi, infatti, ricorre il 27° anniversario della Tua presidenza. Ventisette anni! Più di un quarto della vita trascorsa dall’Unione. Ventisette anni segnati da fatica, impegno, preoccupazioni, lotte, delusioni, speranze e vittorie che appartengono alla Tua tenacia e al Tuo ottimismo.

Come è noto, Tu sei il quinto presidente dell’Unione in ordine di tempo; ma per chi ama la storia del nostro Movimento, la Tua presidenza, per durata, per contenuti e per caratteristiche non può certamente essere considerata la quinta.

Ciò può non essere rilevante per chi ignora le nostre cose, ma la storia è fatta di realtà.

Per chi, come me, è stato, è e sarà fedele all’Unione, oggi occorre aver presente che due date della Tua presidenza, 1986 e il 2013 indicano una coincidenza che non può sfuggire a nessuno, neppure agli sconsiderati: il 12 gennaio del 1986 assumesti la presidenza del nostro Movimento per salvarlo, con le poche forze allora disponibili, da una profonda crisi causata soprattutto da dissensi della dirigenza del tempo; ventisette anni dopo, sempre sotto la Tua guida, l’Unione si è salvata da un possibile commissariamento che sarebbe stato causato dall’opera denigrante di uomini dalla mentalità certamente mediocre.

Caro Presidente, in questo momento è troppo forte in me la tentazione di cogliere l’occasione di ricordare i giorni lieti da Te scritti nella storia dell’Unione anche con la partecipazione del mio modesto impegno; ma sottrarrei del tempo a Te prezioso. Desidero soltanto dirti ancora una volta, in questa occasione, che in cuor Tuo devi essere felice, perché finora anche le avversità sono state formidabili occasioni per dimostrare agli increduli, ma anche a quanti non sanno ancora lavorare con Te, che la Tua forza è tutta nel Tuo ottimismo e nel Tuo coraggio che consentono di spronare all’opera i Tuoi collaboratori.

Per tutto questo il mio cuore esprime il fervido augurio che Tu riesca ancora a trasformare i nemici dell’Unione in altrettanti amici, che Iddio Ti conceda ancora a lungo le forze necessarie per continuare la marcia verso la piena integrazione sociale dei ciechi e degli ipovedenti.

Con la stima e l’affetto di sempre

 Vitantonio Zito

Catania: Festa della Befana 2013, di Carmen Romeo e Elena Di Liberto

Autore: Carmen Romeo e Elena Di Liberto

Il 4 Gennaio si è tenuta la festa della Befana fortemente voluta, come ogni anno, dalla nostra Associazione l'Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti sezione Provinciale di Catania, diretta dal Presidente Cav. Antonino Gemmellaro.
Nonostante il clima austerity, tutto lo staff si è prodigato con le poche risorse disponibili per la riuscita dell'evento, che nonostante tutto, è risultato, invece, particolarmente coinvolgente e partecipato.
L'organizzatrice della festa, la dottoressa Silvia Scordo, assistente sociale storica della sez. Prov. Ct, ha accolto i piccoli ospiti  e le rispettive famiglie, con un saluto lasciando poi la parola al capo animatore d' eccezione Elena Di Liberto, collaboratrice UIC, che ha esposto il programma della serata e presentato i ragazzi del servizio civile, trasformati per l 'occasione in validissimi animatori. Obiettivo della serata: DIVERTIRSI!!!
Per questo evento, la sezione si è magicamente trasformata grazie alla fantasia e alla creatività dell'improvvisato e volenteroso gruppo di animazione.
Lo spazio messo a disposizione e stato suddiviso in 4 aree di intrattenimento:
-Laboratorio artistico tattile;
-Percorso sensoriale;
-Pista da ballo;
-Ludoteca.
Durante la serata sono stati proposti vari giochi, molto apprezzati dai nostri bimbi,come "il gioco della mummia", "musica stop", "la scatola dei tesori",  il tutto arricchito da meravigliose sculture di palloncini regalate ai bambini.
Purtroppo per mancanza di spazio non ci è possibile arricchire questo breve resoconto con la serie di immagini che hanno immortalato i momenti salienti di questa gioiosa festa e che meglio avrebbero espresso l'entusiasmo dei bambini manifestato in questo evento, a riprova di come l'Associazione si prodighi non solo per le loro esigenze scolastiche e di sostegno terapeutico, ma anche per garantire loro la spensieratezza  e la gioia della vita quotidiana che spetta ad ogni bimbo.

Il Presidente UNIVOC -Catania
Carmen Romeo

Collaboratore U.I.C
Elena Di Liberto

Bari: Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, di Luigi Iurlo

Autore: Luigi Iurlo

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Sezione Provinciale di Bari, informa che la Fondazione Lirico-Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, mette a disposizione 20 biglietti di cui 10 per non vedenti e 10 per i rispettivi accompagnatori in occasione dei seguenti spettacoli.
 
Otello di Giuseppe Verdi
Date Evento
Sabato 19 gennaio, ore 20.30;
Martedì 22 gennaio, ore 20.30;
Giovedì 24 gennaio, ore 20.30;
Domenica 27 gennaio, ore 18.00
Martedì 29 gennaio, ore 20.30, presso il Teatro Petruzzelli di Bari. 
 
direttore
Keri-Lynn Wilson
regia
Eimuntas Nekrosius
maestro del Coro
Franco Sebastiani
maestro del Coro voci bianche
Emanuela Aymone
scene
Marius Nekrosius
costumi
Nadezda Gultiajeva
light design
Andrius Jankauskas
 
Otello
Clifton Forbis
Desdemona
Julianna Di Giacomo
Jago
Claudio Sgura
Emilia
Sara Fulgoni
Cassio
Francisco Corujo
Roderigo
Massimiliano Chiarolla
Lodovico
Luca Tittoto
Montano
Roberto Abbondanza
 
Orchestra e Coro della Fondazione Petruzzelli
Coro di voci bianche "all'ottava"
Produzione Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari
Nuovo allestimento
 
Chiunque sia interessato può prenotare il proprio biglietto presso la Sezione Provinciale di Bari dell'U.I.C.I., comunicando il proprio nominativo e quello del proprio accompagnatore entro il giorno precedente allo spettacolo.
Il costo del biglietto, per l'accesso del non vedente e del proprio accompagnatore, ha un costo unico di 8,50 euro per la prima e di 7.00 euro in occasione dei restanti spettacoli.
 
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Sezione Provinciale di Bari
Il Presidente
Luigi Iurlo
E-mail: uicba@uiciechi.it
 

Documento programmatico FAND, di Giovanni Pagano

Autore: Giovanni Pagano

La XVI legislatura, da poco conclusasi, sarà sicuramente ricordata dal mondo della disabilità come uno dei periodi più difficili della storia repubblicana del nostro Paese a partire dalla fine delle marce del dolore.
Questo non tanto perché lo sviluppo dello Stato sociale ha subito un arresto consistente ma in quanto in questa fase si è materializzato un indirizzo politico fondato sulla convinzione che l'assistenza e i servizi pubblici a favore dei disabili siano stati e sono settori di spreco di risorse collettive e concause del dissesto economico del Paese.
Questo convincimento ha comportato l'adozione di tutta una serie di provvedimenti normativi che hanno penalizzato o tentato di penalizzare ii mondo della disabilità.
Infatti, a partire dalla seconda metà del 2008 sono stati quasi del tutto compressi i fondi per le politiche sociali e quelli per la non autosufficienza; è stata elevata la onerosità delle prestazioni sanitarie; è stata avviata una politica indiscriminata di revisione delle prestazioni economiche assistenziali a favore dei disabili anche attraverso l'introduzione di un nuovo procedimento accertativo; è stata tentata una politica fiscale di compressione delle indennità e delle agevolazioni per gli stessi previsti; sono stati introdotti criteri assolutamente ingiusti e penalizzanti nella valutazione dei presupposti medico-legali delle prestazioni economiche previste per gli invalidi; sono stati approvati criteri proibitivi per l'accesso ai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.
Queste linee politiche hanno caratterizzato entrambe le fasi della legislatura, in cui sotto l'apparenza di un millantato rigore si è consumata una politica di demonizzazione dei disabili che ancora oggi permea tutti i settori della società civile e che solo attraverso una lunga azione di ripristino della verità potrà essere superata per riaffermare il principio per cui il disabile è Persona cui spetta il diritto costituzionale alla solidarietà e all'aiuto della collettività considerata nelle sue articolazioni sia pubbliche che private e non un soggetto potenzialmente pericoloso da sorvegliare e semmai da contrastare.
Perché possa determinarsi un cambiamento di rotta è necessario innanzitutto riallacciare l'attività politica e quella amministrativa – con riferimento essenzialmente ai livelli di assistenza, di servizi e di prestazioni economiche – ai contenuti della legge n. 328/2000 che, con quel suo articolo 24 di delega al Governo, aveva fatto sperare nella nascita di un moderno Stato sociale capace di esprimere quella cultura della solidarietà che appartiene alla nostra tradizione storica.
Facendo propri questi principi di riforma, ancora pienamente validi, la prospettiva in cui oggi si pone la FAND non è di carattere conservativo e cioè lottare per conservare l'esistente ma partire da questo dato acquisito, ottenuto in tanti anni di lotte, per concorrere a costruire uno Stato sociale che garantisca a tutti i disabili livelli essenziali di servizi, sanitari ed economici e su questo promuova una politica integrativa che incrementi e/o differenzi ulteriori trattamenti assistenziali strutturati sulla base delle condizioni territoriali, di sviluppo delle aree, di sussistenza di servizi e delle condizioni economiche del disabile e della famiglia.
Per fare questo è essenziale ridefinire il quadro normativo generale, rivedendo competenze e livelli di intervento valorizzando, accanto all'attività pubblica sempre essenziale, i! ruolo della famiglia, delle associazioni di categoria e del volontariato.
In questa prospettiva appare innanzitutto essenziale riformare gli aspetti del sistema che attengono alla sua funzionalità, nonché alla sua effettività e rapidità di intervento.
Si pensi ad un procedimento di accertamento dei presupposti medico-legali delle prestazioni economiche semplificato e rapido, in cui intervenga una sola Commissione di valutazione e un solo ente che liquidi ed eroghi le prestazione medesime; ad un sistema di valutazione delle patologie che tenga conto dell'evoluzione della medicina e della tecnica e in particolare delle finalità dell'accertamento dell'invalidità che è quello di verificare la sussistenza o meno di una capacità lavorativa o la non autosufficienza della persona, piuttosto che classificare rigidamente le patologie accertate in tanti segmenti utili solo per la loro stadiazione clinica ma non per la verifica dei riflessi in ambito lavorativo o di non autosufficienza; si pensi ancora alla individuazione dei presupposti perché possa parlarsi di non autosufficienza da accertare con riferimento sia all'autonomia soggettiva della persona considerata in sé che nella sua vita di relazione; ancora, al rafforzamento della tutela giudiziaria che deve essere effettiva, snella e fondata sul giusto procedimento che è quello del doppio grado di giurisdizione, perché non è possibile sacrificare la tutela del disabile alla necessità dello sfoltimento delle cause presso le Corti di appello; così come all'eliminazione delle revisioni straordinarie, duplicato inutile di ciò che potrebbe perseguirsi con normali procedimenti di verifica ordinaria già previsti dalla normativa vigente perché connessi all'andamento evolutivo delle patologie.
Questa funzionalità del sistema amministrativo per essere completa deve nascere utilizzando l'apporto delle Associazioni di categoria che devono essere chiamate a partecipare alla costruzione della politica assistenziale, favorendo la loro vocazione a rimanere estranee alla gestione delle prestazioni ma non alla partecipazione alla elaborazione delle linee programmatiche e al controllo sulla loro corretta applicazione e quindi rendendo effettiva la loro presenza negli organismi di indirizzo e vigilanza, in particolare dell'INPS che costituisce oggi il referente pressoché esclusivo in materia di disabilità.
Consentire la partecipazione delle Associazioni di categoria agli organismi di indirizzo delle politiche assistenziali significa riconoscerne il loro fondamentale ruolo e la necessità di potenziarne l'azione svolta nell'interesse collettivo attraverso un adeguato sostegno, anche economico.
Ma la funzionalità del sistema non basta se poi sul piano sostanziale i diritti dei disabili restano solo enunciati e non sostenuti in concreto.
La nostra legislazione enuncia in modo deciso il diritto al lavoro dei disabili, costruendo un sistema privilegiato di collocamento obbligatorio sia nel pubblico che nel privato.
Ma fissare percentuale di assunzioni obbligatorie o sforzarsi per individuare la specificità della residua capacità lavorativa dei disabili e poi non avviare un serio sostegno all'attività di formazione lavorativa dei disabili da effettuarsi direttamente presso le strutture produttive o non garantire un loro possibile inserimento, qualora le prestazioni lavorative possano essere utilmente inserite nel mercato del lavoro, significa solo enunciare principi ma non sostenere persone che se percepiscono di essere utili sono in grado di dare più di tanti altri che considerano il lavoro solo come strumento di produzione di reddito e non anche di riscatto ed affermazione della propria persona.
Favorire la cooperazione, sostenere l'apprendistato significa creare ricchezza e ridare dignità alle persone e non mortificarle con il mero sussidio erogato che spesso ha il carattere della definitività e non del sostegno in attesa di entrare nel mondo del lavoro.
La stessa concessione delle provvidenze economiche andrebbe potenziata e diversificata.
Non tutti i disabili sono uguali in quanto a condizioni personali, a situazioni familiari, a condizioni economiche, a situazioni territoriali e di servizi disponibili. Lo Stato deve garantire le condizioni minime perché chi ha una ridotta o impedita capacità lavorativa o una situazione di non autosufficienza possa essere messo in condizione di avere a disposizione il minimo necessario per le esigenze primarie della vita ma oltre questo diritto intangibile non può non ritenersi necessario e giusto diversificare le posizioni: certo non pare equo non differenziare l'invalidità parziale da quella totale o le varie forme dì non autosufficienza.
La diversificazione costituisce il presupposto per una diversa articolazione degli interventi economici integrativi o dei servizi alternativi e non può che essere ancorata alla sola posizione reddituale del richiedente, perché questa è la base comune di partenza su cui intervenire con le varie forme di assistenza, economiche e non su cui modulare ulteriori interventi.
In questa azione di diversificazione delle posizioni ai fini assistenziali deve avere un ruolo centrale la famiglia, luogo naturale e di elezione soprattutto per i disabili gravi non autosufficienti.
Questo nucleo naturale è chiamato dalla legge (art. 433 e ss. Codice civile) a farsi carico dei bisogni dei componenti indigenti e in particolare dei disabili economicamente non autonomi.
Ma a questo obbligo morale oltre che giuridico deve accompagnarsi un sostegno pubblico reale.
La normativa sui permessi e congedi e quella sull'amministratore di sostegno costituiscono interventi legislativi importanti.
Ma non basta consentire al familiare di assentarsi dai lavoro per scopi assistenziali o legittimarlo al compimento di atti giuridici altrui, per ritenere di avere risolto il problema.
Spesso i familiari sono costretti ad abbandonare il lavoro per cui a chi si occupa del disabile deve essere riconosciuto uno status giuridico cui deve corrispondere un riconoscimento economico, perché oltre ad adempiere ad un proprio dovere morale sostituisce lo Stato laddove questi non assolve la funzione costituzionale di farsi carico dei disabili generando un risparmio economico notevole in termini di spese assistenziali e anche ospedaliere, determinato dal ricovero in famiglia e sotto l'assistenza di un congiunto.
Ma il disabile non è solo destinatario di assistenza ma, oltre che potenziale lavoratore, e anche soggetto che chiede di entrare nella vita sociale attraverso una istruzione adeguata e una partecipazione alla vita di relazione e in particolare all'interno delle istituzioni.
Una politica di sostegno scolastico, di ripensamento dello stesso sostegno e soprattutto che eviti il mortificante ricorso alla magistratura per poter essere adeguatamente seguiti nelle strutture scolastiche costituiscono dati imprescindibili per una nuova azione di Governo.
Allo stesso modo un ripensamento degli istituti di diritto privato {proprietà, locazioni, beni produttivi ….) eliminerebbe quelle forme di abuso del diritto che mentre non portano vantaggio a chi li pone in essere, sicuramente recano danno ai soggetti disabili che li subiscono: occorre, in altri termini, dare attuazione al principio costituzionale per cui l'uso dei beni e della proprietà non deve svolgersi in contrasto con l'utilità sociale.
A questi elementi generali devono essere aggiunti tutti quegli aspetti che riguardano le singole tipologie di disabili; ciechi, sordi, malati psichici hanno necessità di ricevere interventi mirati inclusivi, legati alla specificità della loro minorazione perché se è vero che sussiste diversità tra disabili e non, esiste diversità anche all'interno del mondo della disabilità che è esso stesso pluralista. A monte di tutto ciò deve esservi un radicale mutamento culturale: la società civile in questi anni, è stata orientata in modo negativo verso il mondo della disabilità. Ci si è dimenticati dell'uomo, delle sue necessità e dei doveri di solidarietà che gravano sulla collettività, per mettere l'accento sulla "categoria" che assorbirebbe risorse e non concorrerebbe alla crescita dello Stato, dimenticando che la non inclusione nasce non dalla diversità ma dalla incapacità o cattiva volontà degli altri di promuoverla.
Con l'augurio che la "nuova politica" che si spera possa scaturire dall'imminente consultazione elettorale inneschi una nuova stagione di doveri che costituiscono la vera misura di ogni agire umano.

Il Presidente Nazionale FAND
Giovanni Pagano