Il Museo Tattile Statale Omero cambia orario, Redazionale

Autore: Redazionale

dal 16 settembre al 27 ottobre 2013
martedì al venerdì 16 – 19
sabato e domenica 10 – 13 / 16 – 19
mattino: apertura su prenotazione per gruppi
chiuso: lunedì.

INGRESSO GRATUITO

PROSSIMO APPUNTAMENTO
28 settembre 2013: Giornate Europee del Patrimonio e Notte bianca della cultura del Comune di Ancona. Inoltre le telecamere del TG Itinerante del TGR Marche saranno in diretta dal Museo Omero.

INFO
Telefono 071 28 11 93 5
Fax 071 28 18 35 8
E-mail: didattica@museoomero.it.
Sito www.museoomero.it
Sito vocale 800202220

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale del 19 settembre, di Claudio Romano

Autore: Claudio Romano

Il 19 settembre a Roma, nella sede centrale dell’Unione, si è riunita, in seduta ordinaria, la Direzione Nazionale presieduta dal presidente Tommaso Daniele con la collaborazione del vice presidente Giuseppe Terranova e del segretario generale facente funzioni Alessandro Locati.

1) Aprendo i lavori, il Presidente ha riferito le seguenti comunicazioni di carattere legislativo ed associativo d’interesse per l’Unione:

a) dopo la pausa d’agosto ed il riavvio dei lavori parlamentari, in considerazione dell’imminente predisposizione della Legge di Stabilità per il prossimo anno, al fine di veder riconosciuto nella predetta legge il ripristino dei fondi che permettano all’Unione di mantenere i propri servizi a favore delle persone con disabilità visiva, sono necessarie ulteriori azioni di sensibilizzazione verso le autorità del Governo e del Parlamento; azioni che dovranno possibilmente vedere impegnati anche i dirigenti regionali e provinciali dell’associazione.
Si segnala che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso una propria nota, ha chiesto al Ministero dell’Economia quale fosse l’orientamento dello stesso Ministero in ordine ai contributi da destinare all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti;
b) il Forum del Terzo Settore così come il Consiglio di Stato, ha espresso alcune sostanziali riserve in ordine al nuovo regolamento per il calcolo dell’I.S.E.E.; riserve di merito che anche l’Unione ed altre associazioni avevano avanzato da tempo; si pensi in modo particolare, agli elementi ed alle franchigie che andranno a determinare il reddito; inoltre, si è rimarcato che gli enti erogatori, grazie alle modifiche richieste dalla Conferenza Stato-Regioni, avranno la possibilità di modificare alcuni criteri I.S.E.E. e ciò potrebbe confliggere con l’omogeneità dei LEA (livelli essenziali di assistenza) sul territorio nazionale.
Si ritiene che nonostante i predetti pareri, almeno per ora, sarà assai improbabile che al regolamento già predisposto,vengano apportate correzioni;
c) come comunicato con la circolare 211/2013, la Conferenza Stato-Regioni ha finalmente riconosciuto che le nuove figure previste dal Decreto Salvi del 2000, possono essere iscritte all’albo dei centralinisti telefonici senza ulteriori procedure.
A seguito di tale riconoscimento, si è chiesto al Ministro del Lavoro Giovannini di sollecitare i propri uffici affinché si possa dare applicazione senza indugi alla decisione della Conferenza Stato-Regioni;
d) è stata inviata al Ministro dell’Istruzione una lettera per rappresentare ancora una volta i gravi problemi connessi all’inacessibilità ai registri elettronici ed alle piattaforme informatiche in ambito scolastico dei docenti ciechi ed ipovedenti, nonché dei problemi attinenti la fruibilità dei testi ad uso degli studenti;
e) il 26 settembre è convocata una riunione monotematica della Direzione Nazionale sulle modifiche da apportare allo statuto sociale;
f) per il 25 settembre è stata convocata una prima riunione tra le associazioni che hanno aderito alla proposta dell’Unione di costituire una federazione tra le associazioni dei disabili visivi; purtroppo ad oggi, all’invito per tale appuntamento, hanno dato la loro disponibilità solo 2 associazioni; si dovrà insistere in quanto il progetto di costituire una federazione tra le associazioni, secondo quanto emerso dalla discussione nel corso della riunione dell’Assemblea Nazionale dei Quadri dirigenti di Tirrenia del 17 e 18 maggio u.s., risponde agli interessi della categoria;
g) il comitato esecutivo della Fand nella sua ultima riunione, per consentire alle sedi regionali della federazione una maggior autonomia, ha ritenuto di approfondire la possibilità da parte delle menzionate strutture, di potersi iscrivere ai  registri regionali quali associazioni di promozione sociale;
h) il 3 ottobre a Roma, organizzato dal Forum Italiano sulla Disabilità, in occasione dei 20 anni dalla nascita della cittadinanza europea, si terrà un convegno su: “Cittadini prima di tutto – Cittadinanza europea e democrazie partecipativa delle persone con disabilità”.

2) Proseguendo i suoi lavori, la Direzione tra l’altro:

a) ha stabilito il seguente ordine del giorno dell’Assemblea Nazionale dei Quadri dirigenti che si svolgerà tramite la rubrica “Parla con l’Unione” il 2 ottobre p.v.:
1) Contributi di funzionamento all’Unione: stato dell’arte.
2) Ipotesi di una Federazione delle associazioni dei ciechi e degli ipovedenti.
3) Modifiche Statutarie.
4) Rete di comunicazione di dirigenti: stato dell’arte.
5) Periodico per la raccolta fondi.
6) Video sui falsi ciechi.
7) Accessibilità del registro elettronico e dei libri di testo.
8) Cani guida: esempi di discriminazione e conferenza stampa;
b) ha definito i contenuti del primo numero del periodico per la raccolta fondi che conterrà una presentazione dell’Unione, dei servizi, la richiesta di iscriversi come socio sostenitore e la presentazione di un progetto da finanziare con contributi straordinari; il primo numero verrà inviato a 10.000 imprese;
c) ha preso atto delle proposte del gruppo di lavoro per la realizzazione di un filmato sui falsi ciechi: è previsto un video di 24 minuti da utilizzare per la formazione, una serie di spot di 30 secondi i cui contenuti sono collegabili fra loro e possono, quindi, diventare un video più breve;
d) in occasione della Giornata nazionale del cane guida, ha deciso di convocare a Roma per il 16 ottobre una conferenza stampa per denunciare la discriminazione di cui sono vittime ancora molti ciechi accompagnati dai loro cani guida. L’intento è quello di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzione sui diritti di libertà, autonomia e mobilità delle persone non vedenti ed ipovedenti e sulla importante funzione sociale del cane guida (vedere circolare 222/2013);
e) ha deliberato la realizzazione di un’interfaccia che consenta alla già esistente applicazione per iPhone, che permette di scaricare i libri da LPonline, di essere pienamente utilizzabile anche con gli iPad.
f) ha proceduto alla ripartizione del fondo sociale 2013 tra le strutture territoriali che hanno inoltrato domanda di contributo accogliendo tra le altre, tutte quelle istanze finalizzate a finanziare iniziative e progetti per il reperimento soci (vedere circolare 128/2013);
g) ha deliberato alcune modifiche alla guida interna che regola il rapporto di lavoro del personale dipendente;
h) ha svolto alcune valutazioni circa l’ipotesi di un bilancio consolidato alla luce del parere dei sindaci revisori.

 

Boldrini: Il Museo Omero è un modello da promuovere, di Monica Bernacchia

Autore: di Monica Bernacchia

“E’ un’eccellenza del nostro territorio, che dobbiamo custodire e far crescere. Un modello da promuovere. Toccare è sentire, cogliere il significato. Toccare è un’acquisizione di consapevolezza, un’esperienza per tutti”. Così la Presidente della Camera Laura Boldrini, nella sua visita al Museo di domenica 1 settembre. Arrivata alle ore 15, attesa e affettuosamente accolta dal Presidente del Museo Aldo Gassini e da Daniela Bottegoni, Laura Boldrini si è concessa una visita bella e piena, così come si era proposta. Con ferma eleganza, ha arginato la presenza dei giornalisti che la incalzavano anche con domande su politica internazionale e sulla cronaca. Ma tutto il tempo è stato dedicato alla visita del Museo e alla mostra “Verso il Terzo Paradiso” con “L’Italia riciclata” di Michelangelo Pistoletto. Infine ha voluto visionare tutti i nuovi spazi che andranno a completare il progetto Omero, compresi i laboratori didattici. Le mani della Boldrini e quelle della Bottegoni hanno “letto” alcune opere ma, in particolare, “La pietà di San Pietro” di Michelangelo, oltre a pezzi della collezione di arte contemporanea come De Chirico, Trubbiani, Pomodoro, Marini. Non nasconde il suo amore e la sua passione per l’arte. “Toccare è un valore aggiunto, prosegue – è un modo di gustare l’arte che non si può vivere altrove. Nei musei io ho sempre voglia di accarezzare… ma non si può!”. Per “L’Italia riciclata” di Michelangelo Pistoletto ancora parole di ammirazione e di condivisione: “Lo scarto può essere una risorsa”. Come ogni semplice visitatore, anche Laura lascia un bigliettino con una frase dedicata al riciclo e riuso. Infine un saluto con ottimismo allo tutto lo staff del Museo Omero, ma anche alla città: “Il mio impegno e la mia attenzione per la continuità e l’efficienza di questo Museo che è di primaria importanza e che va sostenuto anche come modello da esportare per la valorizzazione di questo territorio”. La termografia di Andrea Sòcrati, “Le terre marchigiane”, dono e ricordo della visita, sarà appesa nel suo studio a Roma. Questo l’entusiastico e caldo saluto.

 

Asti: nona edizione della manifestazione aerea “Disabili Volando Insieme”, di Mauro Soave

Autore: Mauro Soave

I soci del Campo Volo di Boglietto di Costigliole d’Asti, sono lieti di annunciare che la nona edizione della manifestazione aerea “Disabili Volando Insieme”  si terrà domenica 22 settembre 2013, di Mauro Soave

Lo scopo dell’evento consiste nel dare la possibilità a persone diversamente abili di sperimentare a titolo gratuito le sensazioni e le emozioni che si provano nello staccarsi da terra e nel liberarsi in cielo con aerei, deltaplani e mongolfiera.

Abbiamo inserito la locandana sul nostro sito: www.avioboglietto.it

Qui trovate brevi video delle edizioni precedenti:

http://youtu.be/yMC4-71hriE
http://youtu.be/5NhM1iUFN2I
http://youtu.be/oQ9jwP068rQ

Vi aspettiamo numerosi.

Mauro Soave 

 

Il lavoro che non c’è, ma che ci potrebbe essere, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

 Da diversi mesi ormai nella nostra Associazione si parla, in verità senza particolari sviluppi concreti, di individuare nuove figure professionali che possano assicurare un futuro lavorativo ai ciechi e agli ipovedenti. Interessante sicuramente è stato il corso di formazione per “perito fonico” organizzato dall’I.Ri.Fo.R, come altrettanto lo è stato quello per mediatore civile, anche se tali attività lavorative per la verità nel nostro Paese non hanno  ancora avuto un effettivo sviluppo e comunque, secondo me,  non potranno consentire di occupare molte persone. La crisi economica, la spending review e più in generale l’assoluto decadimento della società in cui viviamo con la classe politica e gli amministratori degli enti pubblici e privati i quali, badando nella stragrande maggioranza dei casi al solo contenimento della spesa, non fanno nulla per mettere in campo politiche lavorative finalizzate all’inclusione dei soggetti svantaggiati. Ormai le vecchie professioni del centralinista e del massofisioterapista sembrano essere superate e troppo spesso si tende a dichiarare che le rispettive norme di riferimento siano inapplicabili; ma ne siamo davvero sicuri? Non sarebbe invece il caso di ripensare a tali figure professionali ed insistere su queste? Prendiamo il caso dell’operatore telefonico. Sicuramente il classico lavoro del centralinista, ovvero di colui che smista soltanto le telefonate in entrata e in uscita,  nella grande maggioranza dei casi è superato, ma a mio modesto parere sarebbe necessario insistere ancora sulla modifica della legge 113/85 per far decollare finalmente le cosiddette qualifiche equipollenti disciplinate dal Decreto Salvi. Con le apposite modifiche normative, I ciechi e gli ipovedenti, ovviamente adeguatamente formati, potrebbero lavorare presso gli uffici URP dei vari enti, presso i CUP delle ASL e delle Aziende Ospedaliere e soprattutto presso gli innumerevoli call center delle aziende pubbliche e private. Quanti numeri verdi ci sono in giro? quante operazioni riusciamo a fare al telefono? Perché a tali servizi telefonici non vengono destinati anche i non vedenti? ai numeri verdi istituiti dall’INPS, dall’Agenzia delle entrate, dai vari Ministeri, da Trenitalia,  dalle banche, dalle assicurazioni, dalle Poste, dalle Aziende telefoniche, dalle Aziende fornitrici di energia,  dai vari enti fornitori di servizi, e l’elenco potrebbe continuare. Si potrebbe rispondere in maniera semplicistica che i software utilizzati da tutti questi enti potrebbero essere non gestibili dai minorati della vista; e bene allora violerebbero palesemente la legislazione vigente in materia di accessibilità e in particolare la legge 4 del 2004 anche detta “Legge Stanca” con le sue successive modifiche e integrazioni. Si potrebbe dire che i centralinisti ciechi già in servizio presso tali enti non sono adeguatamente formati; e bene allora li si potrebbe formare e riqualificare come è stato fatto per i dipendenti normodotati che si è deciso di destinare ai call center. In questo modo molti dei centralinisti attualmente in servizio che spesso si sentono poco e male utilizzati, potrebbero contribuire con il loro lavoro alla crescita dell’ente. Per la riqualificazione del personale in servizio, un ruolo importante potrebbe essere svolto dall’I.Ri.Fo.R. Significativo è l’esempio, in verità più unico che raro,  della compagnia Allianz Global Assistance Italia, presso la quale, come è stato riportato dal Corriere dei Ciechi, sono stati assunti diversi disabili visivi i quali sono stati preposti a fornire assistenza telefonica. Tale esempio dimostra come i disabili visivi, se messi nelle giuste condizioni, possono operare alla pari dei normodotati. Altra attività che ha dato tanto lustro ai ciechi negli anni, sicuramente è stata quella della Massofisioterapia, ma da diversi anni la legislazione vigente non riesce a garantire un futuro lavorativo ai disabili visivi che decidono di intraprendere tali studi. Ma come si può pretendere di impiegare i massoterapisti non vedenti che conseguono la sola qualifica professionale di 3 anni quando per i vedenti è richiesta la Laurea? E’ al quanto anacronistico che le vecchie scuole di massaggio continuino ancora a far iscrivere allievi che non avranno alcun futuro lavorativo. Ho scritto queste poche righe soltanto per cercare di dare un piccolo contributo al dibattito in atto nella nostra Associazione. A mio modestissimo parere, sarebbe necessario partire dal rivalutare con forza le vecchie professioni, facendo sì che queste siano adeguate ai nostri tempi. Sicuramente non si risolverà del tutto il problema dell’occupazione dei ciechi, ma si potrà dare una prospettiva lavorativa a diverse persone per le quali attualmente sembra non esserci alcuna speranza.

Meno male che l’Europa c’è, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Negli anni ’80 eravamo stati i pionieri dell’inserimento lavorativo dei disabili  nei contesti “normali”, nel 1992 la legge 104 sanciva in modo inequivocabile (almeno così avevamo pensato) il diritto al lavoro dei disabili e nel 1999 la legge 68 ne fissava  modalità e procedure.
Sarà la crisi, ma pare trascorso un secolo da allora: nel nostro paese a dare lavoro ai disabili  da alcuni anni non sembra più pensarci nessuno, le leggi restano lì semplici testimoni di un periodo felice, mentre attraverso provvedimenti “trasversali” l’obbligo di assunzione viene “bypassato” e nessuno sembra più preoccuparsi del problema.
Chi  si batte quotidianamente per trovare nuove possibilità occupazionali per i disabili visivi e per questo è attento a ciò che succede in parlamento, si sarà stupito, come me, di trovare in questi tempi di totale disinteresse a questo problema da parte della politica, nell’art. 9 del decreto lavoro (n. 76/2013) in corso di conversione  due misure a favore dell’occupazione dei disabili.
Con la prima, al comma 4-bis, si incrementa per due anni, rispettivamente di 10 mln  e di 20 mln di euro, la dotazione del fondo per il diritto al lavoro dei disabili, che sarà così elevato a 52 mln per il 2013 e a 62  mln  di euro  nel 2014.  Particolarmente importante mi è sembrata però  la disposizione, contenuta nel comma 4-ter,     che obbliga I datori di lavoro, pubblici e privati,  a procedere ad  “accomodamenti ragionevoli” nei luoghi di lavoro per garantire alle persone con disabilità la piena eguaglianza con gli altri lavoratori. La non osservanza del nuovo obbligo comporterà l’imposizione   ad agire da parte del giudice a cui potranno rivolgersi,  non solo il lavoratore con disabilità, ma anche i sindacati.
Questa rinnovata attenzione al lavoro delle persone con disabilità non è però dovuta ad una ritrovata sensibilità dei nostri politici al problema, ma molto più prosaicamente questi provvedimenti si sono resi obbligatori per risolvere la procedura di contenzioso attivata lo scorso 4 luglio dalla Corte Ue, con la quale la Corte condannava l’Italia per non aver recepito correttamente e completamente la direttiva n. 2000/78/Ce.
Di fronte ad un paese che sembra aver dimenticato che non i giudici, ma la politica deve occuparsi dei bisogni e della salvaguardia dei diritti dei cittadini,  mi consola pensare: “Meno male che l’Europa c’è”.

       Luciano Paschetta
      Direttore centrale I.RI.FO.R.

Accessibilità digitale : una battaglia di civiltà, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Il nostro paese, come è noto , è all’avanguardia  in Europa e nel mondo relativamente al processo di inclusione  delle persone con disabilità. Il   diritto di inclusione  è ormai un principio acquisito  da tutti :  nessuna organizzazione politica o sindacale  del nostro paese, da diversi anni,   non lo  ha più   messo in discussione. Tutto bene quindi: l’integrazione dei disabili  e l’attenzione ai loro problemi è   ormai un dato di fatto! Purtroppo non è così, anche  se, sul piano del diritto, la normativa garantisce  l’inclusione e questa sembra essere entrata a far parte dei diritti condivisi dalla stragrande maggioranza dei cittadini, abbiamo piuttosto l’impressione che non si tratti di aver maturato, a livello di massa, una “cultura dell’integrazione”, ma piuttosto di essere di fronte ad un paese, non ostile, ma sempre più indifferente al problema. Di questo atteggiamento troviamo evidenza nella “disattenzione” con la quale in molte  scuole e P.A.  viene affrontato il processo di “dematerializzazione”, nonostante sin dal 2004 la legge 4 (legge Stanca, abbia fissato gli standard di accessibilità dei prodotti informatici e siano state pubblicate le relative linee guida.
In estrema sintesi, l’accessibilità” oggi dipende da due ordini di problemi: . Una prima “inaccessibilità” riguarda l’impossibilità di leggere un documento o un data base o una pagina su internet, dovuta al “formato” in cui  è stato redatto il documento o il data base, ossia al programma che si è utilizzato per scriverlo. Oggi si tende a servirsi di programmi “grafici” anche per elaborare testi, ma poiché gli screen reader ed i display braille possono leggere solo “formati testo”, questi documenti restano “invisibili” e ciò, non per motivi  o per necessità particolari, ma, mancando una “cultura dell’accessibilità” diffusa, unicamente per ignoranza del problema. Un tipico esempio è dato dai documenti redatti in pdf: spesso questi vengono salvati nel formato pdf-immagine , risultando così del tutto inaccessibili, mentre  il programma prevede anche il salvataggio in formato pdf-testo accessibile, del tutto sicuro e immodificabile dal destinatario allo stesso modo di quello immagine (è appena il caso di ricordare che in formato inaccessibile sono pubblicati la maggior parte dei testi scolastici digitali).
Vi è poi una seconda tipologia di problemi nell’utilizzo di un CD o di un DVD (impedendone l’accesso ai documenti che vi sono contenuti) o di un programma di gestione o di poter navigare in internet a chi non vede rendendogli di fatto impossibile l’uso del PC.
Come sappiamo un CD o un programma gestionale si utilizzano attraverso i comandi che l’operatore invia al PC; inizialmente questi comandi venivano dati da tastiera  senza creare problemi ai  disabili  visivi. Ora con l’evoluzione dei prodotti informatici  questi sono raffigurati sullo schermo con icone che  ne rendano intuitivo l’utilizzo  e sono attivabili “cliccando” su un link o un pulsante, con il mouse o, oggi più semplicemente, toccandoli direttamente sullo schermo. I link e i pulsanti, però, se non “etichettati” restano invisibili alle tecnologie assistive (screen reader o display braille), necessarie ai ciechi ed agli ipovedenti gravi, impedendo loro di operare: navigare in internet, accedere ad un programma, ad un sito o aprire un CD/DVD o un documento. A questo punto si potrebbe obiettare: “Non si può certo pensare di fermare l’evoluzione dei prodotti digitali per consentirne l’accesso ad alcune decine di migliaia di disabili visivi”. Al di là dello scarso senso di civiltà che avrebbe una simile affermazione e del fatto che nella società  globalizzata, i fenomeni vanno anch’essi affrontati a livello globale, (ed allora il numero dei disabili visivi gravi interessati al problema diventerà di circa 40 milioni),  una simile affermazione dimostra unicamente la mancanza di conoscenze ed una scarsa “cultura dell’inclusione”. Non si tratta infatti di “fermare” l’evoluzione dei sistemi informatici, ma unicamente nel progettare un prodotto digitale (un sito, un programma gestionale o un sistema operativo), o nel redigere un documento di tener presente che esso deve poter essere utilizzato da tutti, anche da chi ha problemi visivi. Questa attenzione non fa lievitare i costi, né rende meno belle e attraenti  le “home page”, né rende meno intuitivo l’utilizzo del prodotto, non si tratta infatti di progettare “per i ciechi”, ma per “tutti”. Un piccolo esempio: se al pulsante con il simbolo della “manina”, si affianca la scritta “apri” o a quello con l’icona del “lucchetto”,. la parola “chiudi”, il gioco è fatto. 
Viceversa se il prodotto è progettato senza tener conto delle regole di accessibilità, occorrerà poi spendere soldi  e a volte non pochi) per permetterne la fruizione ai disabili visivi. Questo è quello che succede tutti i giorni nelle nostre scuole, nei servizi e nella pubblica amministrazione: i libri di testo, oggi (anche quelli stampati su carta) sono redatti su file, questo però quasi mai è accessibile, e quindi perché il disabile visivo possa servirsene, occorrerà  prima di tutto,  o scansionarlo dal cartaceo con un OCR, o trasformare il file immagine in formato testo, con due conseguenze negative: nuovi costi e un ritardo nella disponibilità del libro. Tutte le Banche hanno ormai l’home banking, ma poche sono quelle che lo hanno progettato secondo i canoni dell’accessibilità e ancor meno sono gli sportelli bancomat accessibili. Regioni, province e comuni hanno siti sovente non o scarsamente accessibili e i documenti (delibere, regolamenti, direttive, bandi e ordinanze) spesso sono in formato immagine, stessa cosa si verifica sui siti di molti ministeri dove leggi e documenti sono in pdf inaccessibile.
Questa generale “sine cura” verso il problema si verificava mentre nel marzo 2009 il Parlamento italiano ratificava la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità approvata a New York il 13 dicembre 2006 (successivamente fatta propria anche dall’UE nel dicembre 2010), che individuava, nell’articolo 9 nel principio dell’accessibilità digitale uno degli elementi principali per garantire pari opportunità, e mentre il nostro Governo, dimostrando particolare attenzione al problema, nel DECRETO 169 (“Decreto crescita 2.0 “convertito in legge il 12.12. 2013) ribadiva all’articolo 9 l’obbligo di applicazione della normativa sull’accessibilità ne puntualizzava alcuni ulteriori aspetti. Inoltre, con la recente Circolare 61/2013, l’Agenzia per l’Italia Digitale, sulla base delle modifiche previste nel succitato D.L. 179,  dettava ulteriori indicazioni operative in tema di accessibilità, ribadendo in maniera puntuale l’importanza dei principi enunciati dalla legge Stanca e definendo le sanzioni per chi non vi ottempera.
La conoscenza delle tematiche sull’accessibilità informatica, per il ruolo che rivestono le nuove tecnologie nel nostro vivere e lavorare quotidiano,  è un aspetto importante di quella che chiamiamo “cultura dell’inclusione”, che dovrebbe avere nella scuola lo strumento naturale di diffusione e nella pubblica amministrazione un esempio di attenzione. Viceversa nelle  PA permane questa colpevole “non conoscenza” che si evidenzia nella verificata inaccessibilità dei siti di molte scuole  Enti locali. Ciò trova conferma anche nella non curanza dimostrata da troppi pubblici dirigenti che, nell’acquistare  i programmi  per   la gestione  dei registri scolastici  e controllo delle assenze  o quelli per i servizi di certificazione o di quelli gestionali, non si sono preoccupati di verificare se  questi fossero conformi alle prescrizioni che derivano dalla normativa  e dalle linee guida sull’accessibilità informatica e  fossero  accessibili a tutti, non solo trasgredendo alla norma, ma innalzando, in tal modo,  nuove barriere  e ostacoli all’inclusione dei disabili visivi nella società.
Questo è un ulteriore esempio  di come per concretizzare l’inclusione sociale e scolastica non siano sufficienti le norme: anche l’accessibilità digitale  passa attraverso l’impegno attivo di ciascuno a prenderne  consapevolezza ed a collaborare nello sviluppare una cultura basata sul rispetto  e l’attenzione all’altro,  alle diversità e sulla conoscenza dei suoi bisogni. Su questi principi,  che oltre ad essere indicatori di “civiltà”,  e che, lungi dall’essere “moralistici” sono quelli su cui si basano le moderne ricerche di mercato, devono  fondarsi lo sviluppo  e la diffusione della “cultura dell’inclusione”, di cui quella sull’accessibilità è oggi un aspetto essenziale, capace di offrire a ciascuno pari opportunità. Un bell’esempio positivo in  questa “battaglia di civiltà” ci viene dall’attenzione  al tema dimostrata dalla Apple, che prima nel creare il suo i-phone e il suo i-pad  e subito dopo adeguando i suoi PC, produce oggi strumenti completamente accessibili a tutti  rendendoli immediatamente  utilizzabili  anche  da coloro  che abbiano una grave disabilità visiva. Il successo di mercato avuto da questi  prodotti   sta costringendo gli altri costruttori ad adeguarsi il più velocemente possibile al nuovo standard,  dotando anche i loro apparecchi di  sistemi operativi  direttamente accessibili,  superando, per poterli usare, la necessità, finora imposta a coloro che avevano difficoltà visive, di dover acquistare degli specifici software aggiuntivi per poter accedere alle nuove teconologie, dando il via ad “una nuova stagione” dell’accessibilità digitale.
Questa  battaglia di civiltà vede l’U.I.C.I. impegnata quotidianamente nella diffusione dei principi dell’accessibilità e nel fornire consulenza a chiunque ne necessiti per rendere fruibili ai disabili visivi tutti i prodotti informatici.

       Luciano Paschetta
      

 

Il Museo Tattile Statale Omero, ospitato nelle settecentesche sale della Mole Vanvitelliana di Ancona, Redazionale

E’ un luogo unico, senza barriere in cui vivere un’esperienza didattica straordinaria.

La collezione documenta l’arte scultorea di tutti i tempi, dalle copie al vero della Grecia classica, di Michelangelo e Canova alle sculture originali della sezione contemporanea con De Chirico, Marini, Martini, Messina e molti altri.
Anche quest’anno i Servizi educativi propongono un ricco programma di attività didattiche finalizzate a promuovere la fruizione multisensoriale all’arte attraverso visite bendate, animate e laboratori didattici accessibili alle persone con disabilità, nonché un servizio gratuito di educazione artistica ed estetica per non vedenti e ipovedenti.
Novità 2013/14 “L’Italia riciclata” di Michelangelo Pistoletto e la mostra tattile “Amazzonia: se tu fossi Indio” (ottobre 2013 – gennaio 2014).
 

Le attività sono rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, a gruppi, famiglie e chiunque voglia approfondire importanti tematiche in modo innovativo.
Le visite bendate consentono di scoprire le opere d’arte attraverso le mani, anziché con gli occhi, le visite animate, rivolte ai più piccoli, permettono di gustare il museo con tutti e 5 i sensi! I laboratori sono focalizzati nella rielaborazione creativa di alcuni aspetti legati all’arte contemporanea, all’educazione sensoriale, alla musica, alla diversità, all’archeologia. Ecco i titoli: Oggetti riciclati,  Love difference = Ama la differenza, La tavola tattile di Filippo Tommaso Marinetti, E se fossi TU … il direttore del Museo!?, I libri tattili, Tatto con-tatto ritratto, Orchestriamo le emozioni!,  Nella grande foresta un piccolo elefantino è nato,  Louis Braille: il ragazzo che leggeva con le dita, SSSSHHH…LIS!,  Le cento ciotole, Dall’argilla al vaso.
L’ingresso al Museo è libero, il costo dell’attività didattica è 3 euro a persona, esclusi docenti, disabili e accompagnatori.

La prenotazione è obbligatoria.

Le scuole primarie e secondarie di primo grado possono inoltre partecipare al progetto “Totem Sensoriale” per realizzare un punto informativo per non vedenti ed ipovedenti, ovvero uno spazio dedicato ai disabili visivi da collocare all’interno di un’architettura della loro città.

Tutti gli approfondimenti e il PDF del libricino da scaricare si trovano alla sezione “Servizi Educativi” del sito www.museoomero.it.
Info:
Segreteria Servizi Educativi

Telefono: 071 28 11 93 5 (dalle 11.00 alle 14.00)

Fax: 071 28 18 35 8.

E-mail: didattica@museoomero.it
Sito www.museoomero.it

Sito vocale 800 20 22 20

Lettera del Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino

Roma, 9 AGO 2013

Egregio Professore,
La ringrazio molto per la cortese lettera che mi ha indirizzato alla vigilia della Conferenza Diplomatica svoltasi a Marrakesh dal 17 al 28 giugno scorsi, sotto gli auspici dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, per la conclusione di un Trattato volto ad agevolare l’accesso dei non vedenti alla lettura.
Il Trattato adottato a conclusione della suddetta Conferenza è senza dubbio un grande risultato per coloro che aspirano a superare gli ostacoli all’accesso alle opere letterarie e artistiche che, come Lei osserva, finiscono per escludere le persone con disabilità visiva dal diritto all’educazione e alla cultura, specie nei Paesi in via di sviluppo. Il documento introduce infatti per la prima volta sul piano internazionale l’obbligo per le Parti contraenti a prevedere eccezioni al diritto d’autore, a titolo gratuito e senza il consenso dell’autore, a favore dei ciechi e degli ipovedenti.
Credo che tale sviluppo debba essere valutato anche tenendo conto del grande sforzo di mediazione che è stato necessario, nella lunga fase negoziale, per contemperare le legittime aspettative dei non vedenti con quelle, pure legittime ancorché sotto un diverso profilo, di chi aspira al riconoscimento, economico oltre che morale, della propria creatività e attività lavorativa attraverso la tutela del diritto d’autore.
L azione svolta da parte italiana nel corso del negoziato, come ha già avuto modo di illustrarla il Capo della nostra delegazione, Cons. Amb. Raffaella Di Fabio, è stata costantemente diretta, anche in sede di coordinamento con i partners dell’Unione Europea, a conseguire tale difficile equilibrio.
Con i mici più cordiali saluti,

Emma Bonino
Prof. Tommaso Daniele Presidente Nazionale
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus
ROMA

Caserta: presentazione “speaky pc facile”, Redazionale

Autore: Redazionale

Si comunica che mercoledì 4 settembre p.v., alle ore 15, presso i locali sezionali dell’U.I.C.I. CASERTA, sarà presentata alla platea interessata “speaky pc facile”.

Si tratta fondamentalmente di un personal computer utilizzabile a comandi vocali, volto ad agevolare l’informatizzazione dei minorati della vista, consentendo loro l’accesso alla cultura e ad ulteriori indispensabili servizi per la loro integrazione ed emancipazione sociale.

Gli interessati sono invitati a partecipare, presenziando all’evento.

Vi aspettiamo numerosi!