Ricordiamo tutti quando i telegiornali e gli organi di stampa annunciarono che i disabili gravi sarebbero stati sottoposti a vaccinazione nella seconda fase, cioè quella dedicata agli anziani over 80 e a poche altre categorie ritenute particolarmente deboli in rapporto al contagio. Ora la seconda fase è iniziata quasi in ogni regione italiana, ma i disabili gravi che chiamano i numeri previsti per le prenotazioni presso le ASL di competenza si sentono rispondere che non possono essere presi in considerazione al di fuori dell’età prevista perché “mancano le linee guida ministeriali sulle vaccinazioni dedicate ai disabili”. Ovviamente il primo pensiero va al forte dimagrimento della campagna di vaccinazione determinato dalla imprevista quanto enorme carenza delle dosi rispetto agli ordini effettuati, ma seppure con numeri ridotti rispetto al previsto, pare che sia preponderante il blocco costituito dalla mancanza di istruzioni ministeriali in merito. Ad aumentare la confusione giungono però notizie, per dir così, “a macchia di leopardo” di singole ASL site in varie parti della nazione le quali, pur in mancanza delle famose linee, hanno tranquillamente iniziato a vaccinare i disabili gravi; si crea così, ancora una volta, la classica situazione di tutta l’attività sanitaria e assistenziale italiana: paesino che vai, assistenza che trovi, come se ognuna delle 800 e passa ASL territoriali fosse una piccola repubblica autogestita. Altro che stato federale! Ma veramente mancano queste benedette istruzioni specifiche sulla seconda fase? Alcuni, molte regioni e ASL derivate, sostengono di sì, il sottoscritto e molti altri dirigenti associativi di diverse entità legate ai disabili sostengono di no o almeno che l’eccessiva finezza interpretativa finisca per falsare il senso delle istruzioni esistenti. Per dare a ciascuno il modo di fare una valutazione personale del problema fornisco di seguito i brani che sono alla base della discordia. Il giorno 8 febbraio 2021, il Ministero della Salute in collaborazione con la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID, AIFA, ISS e AGENAS ha elaborato un documento di aggiornamento delle categorie e dell’ordine di priorità dal titolo “Le priorità per l’attuazione della seconda fase del Piano nazionale vaccini Covid19”. In tale documento si legge:” Con riferimento alle categorie di individui con aumentato rischio clinico per comorbidità, sulla base delle conoscenze attualmente disponibili, si è reso necessario un approfondimento per poter fornire delle indicazioni di priorità nel maggior dettaglio e sono state prioritariamente considerate le aree di patologia riportate nella tabella seguente (tabella 1)”. Nella tabella , le aree patologiche definite sono: Malattie respiratorie, Malattie cardiocircolatorie, Condizioni neurologiche e disabilità sensoriale, intellettiva, psichica), Diabete/altre endocrinopatie severe, fibrosi cistica, HIV e via per un’altra decine di categorie patologiche, compresa la sindrome di Down. Quello che interessa notare è la voce relativa alle Condizioni neurologiche e disabilità sensoriale, intellettiva, psichica. Orbene, qualche riga dopo nello stesso documento si afferma:
“Sulla base dei criteri già indicati, è stato pertanto definito il seguente ordine di priorità:
Categoria 1. Le persone estremamente vulnerabili, intese come affette da condizioni che per danno d’organo pre-esistente, o che in ragione di una compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2 hanno un rischio particolarmente elevate di sviluppare forme gravi o letali di COVID-19, a partire dai 16 anni di età*;
Categoria 2: Le persone di età compresa tra 75 e 79 anni;
Categoria 3: Le persone di età compresa tra i 70 e i 74 anni;
Categoria 4: Le persone con aumentato rischio clinico se infettate da SARS-CoV-2 a partire dai 16 anni di età fino ai 69 anni di età*;
Categoria 5: Le persone di età compresa tra i 55 e i 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico;
Categoria 6: Le persone di età compresa tra i 18 e 54 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico. “
Scusate, e le disabilità sensoriale intellettive e psichiche? Non vi aspettavate di trovarle nella categoria 1 o nella 2? Invece sono scomparsi dal radar, dato che quasi tutte le altre categorie patologiche della tabella 1 rientrano ovviamente nella categoria 1. Quindi se i disabili sensoriali o intellettivi e psichici aspirano ad essere vaccinati se va bene lo saranno in base alle categorie di età il che può anche voler dire categoria 5 o seguenti, a meno che non abbiano danni organici presistenti che li facciano rientrare comunque nella categoria 1; in sostanza , con buona pace di Arcuri e del ministero della sanità, i disabili sensoriali o per cause neurologiche e psichiche si troveranno bellamente distribuiti nelle rispettive fasce d’età, senza nessuna considerazione della disabilità grave che non costituisce evidentemente un fattore di fragilità sufficiente a somministrare il vaccino con un certo anticipo. Per noi disabili, o per lo meno per quei disabili che hanno sempre lottato per ottenere l’equiparazione ai cosiddetti “normodotati”, risulta abbastanza beffarda la conquista dell’uguaglianza con tutti gli altri proprio a causa di una pandemia che ci vede di parecchio svantaggiati di suo; basti pensare alle migliaia di disabili sensoriali chiusi in casa da quasi un anno, dato che usare trasporti pubblici in modo autonomo risulta proibitivo per un non vedente ad esempio; lo stesso valga per la mobilità autonoma, basata spesso sul tatto…. Don Milani affermava che non v’era peggiore disuguaglianza che trattare da eguali coloro che eguali non sono. Forse sarà bene ricordarlo al ministero della sanità chiedendogli dove sono finiti i dsabili gravi. Altrimenti saremo affidati al buon cuore o al pressapochismo di qualche direttore locale di ASL, e sarà fortunato il disabile che vince la lotteria del vaccino.
Dott. Giovanni Taverna
Consigliere Nazionale
Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti UICI