In Sicilia, in questo 2022, raggiunti e superati i livelli di partecipazione di prima del Covid. Un’attività protrattasi per quaranta giorni che ha visto impegnata una cinquantina di operatori, assistenti ed educatori. Il presidente Minincleri, “tutti sono tornati a casa con una maggiore consapevolezza delle loro possibilità”
“In questo 2022 ai nostri campi estivi hanno partecipato complessivamente 78 ragazzi, dai bambini ai giovani maggiorenni, tutti con disabilità visive e in alcuni casi con pluridisabilità più o meno gravi. E certamente tutti sono tornati a casa con una maggiore consapevolezza delle loro possibilità”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Uici e dell’Irifor Sicilia onlus, Gaetano Renzo Minincleri, sottolineando come, a livello di partecipazione, si sia tornati ai livelli pre-covid, addirittura superandoli.
Quattro i campi estivi organizzati dall’Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione, un ente collegato dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
Tra questi appuntamenti, il primo è stato dedicato ai ragazzi affetti da pluridisabilità grave e associata, ossia in carrozzina, che sono stati ospitati nel Kikki Village di Modica, nel Ragusano. Il secondo campo, riservato a giovani con pluridisabilità più lievi, è stato organizzato a Brancaleone, in Calabria, nel Villaggio Altalia, dove si è svolto anche il terzo campo estivo, per i bambini con sole disabilità visive. Il quarto, riservato a giovani e adulti ciechi e ipovedenti, si è svolto infine nell’isola di Lampedusa.
L’impegno complessivo, per la cinquantina tra operatori, assistenti ed educatori che hanno partecipato all’iniziativa, è stato di oltre quaranta giorni di attività.
Queste, secondo il presidente Minincleri, “oltre all’indubbio valore dal punto di vista ricreativo e sociale, hanno dato ai nostri ragazzi la possibilità di comprendere quali siano le strade più efficaci per conquistare, attraverso orientamento e mobilità, l’autonomia personale”.
E questo in particolare, ha sottolineato Nando Sutera, tiflologo e coordinatore di due dei quattro campi, per i ragazzi affetti da pluridisabilità grave e associata, ossia in carrozzina.
“Il Kikki Village – ha spiegato Sutera – è una struttura totalmente accessibile e dotata di una piscina con tre differenti livelli di profondità, ideale per i disabili che possono fruirne in piena autonomia. Nel Kikki Village si è puntato dunque su attività riabilitative quali l’idrostimolazione, ma anche sulla musicoterapia, la stimolazione basale, l’arteterapia, gli incontri con lo psicologo”.
In Calabria, nel campo per i giovani con pluridisabilità lieve , le attività, “sempre con l’assistenza di professionisti ed educatori qualificati, hanno riguardato ancora musicoterapia e manipolazione, nuoto e supporto psicologico”. Mentre in quello per bambini senza disabilità aggiuntive oltre a quelle visive, “si sono svolti in particolare corsi di tifloinformatica e uno specifico lavoro su nuoto e acquaticità mirato all’autonomia personale”.
Più articolata l’azione svolta a Lampedusa, dove si sono riuniti ragazzi non vedenti e ipovedenti tra i sedici e i ventuno anni.
“Si è trattato di un campo – ha sottolineato il tiflologo – dedicato non soltanto a perseguire orientamento e mobilità dei partecipanti e a migliorare la loro autonomia personale, ma anche, per esempio, a spingerli verso le attività sportive, dall’avviamento al nuoto alle immersioni subacquee”. “Ma molto importante – ha concluso Sutera – è stata anche la contaminazione, lo stretto contatto con gli abitanti dell’Isola che hanno coinvolto i ragazzi nelle attività ricreative e culturali di Lampedusa”.
Pubblicato il 23/09/2022.