(Dal Giornale di Vicenza del 31/01/2023 pag. 31)
All’insegna dell’incontro e dell’ inclusione, la piccola preziosa mostra “Argilla-Storie di viaggi” (a cura di Monica Salvadori, Monica Baggio e Luca Zamparo), aperta al pubblico fino al 18 giugno alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza appare come il segnale generatore e moltiplicatore di nuove connessioni: sono aperture e intrecci con cui la Direzione Arte cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo si fa strumento attivo di dialogo e collaborazione tra soggetti pubblici (musei, università, soprintendenze) e privati (collezionisti, custodi o divulgatori del patrimonio culturale del Veneto), per mettere a disposizione le esperienze su scala regionale, nell’obiettivo di un’arte per tutti, senza barriere, all’insegna dell’inclusione e dell’accessibilità. Supporti audio, video (tradotti nella lingua italiana dei segni) tavole tattili per non vedenti (da una replica di un vaso antico ai libri tattili ideati da Elisa Lodolo), il tavolo rotante progettato da Michele Franzina con ceramiche-tipo in 3D per meglio avvicinare all’esposizione delle elegantissime ceramiche greche e magnogreche della collezione Intesa Sanpaolo. Un nucleo di una ventina di pezzi, tra gli oltre 500 reperti (tra il VI e III secolo a.C.) provenienti da Ruvo di Puglia, oggi esposti nella sede di Napoli. “Palazzo Leoni Montanari non solo sede, ma luogo di incontro e valorizzazione delle collezioni mettendosi a disposizione degli enti pubblici e ampliando la base degli utenti con attenzione alle fragilità”, ha sottolineato il direttore Michele Coppola alla presenza dei rappresentanti di Soprintendenza, musei del Veneto, direttori e conservatori dei musei prestatori, Unione italiana ciechi Ipovedenti e ufficio inclusione e disabilità dell’ateneo patavino. Seconda tappa del percorso triennale “ProgettoMemo” “La memoria degli oggetti” progetto scientifico e didattico realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova (la cui “terza missione” prevede il trasferimento della conoscenza alla società civile, spiega la rettrice Daniela Mapelli), in rete con i Musei archeologici del Veneto, e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la mostra (con manufatti provenienti anche da importanti musei archeologici del Veneto) rievoca la fitta rete di scambi (talvolta scontri) economici e culturali intessuta tra Greci ed Etruschi attraverso le sponde del Mediterraneo, i percorsi dei vasi (e dei loro artigiani) prodotti ad Atene per la facoltosa committenza tirrenica da esibire nella cerchia sociale di appartenenza, ma anche un modo per veicolare conoscenze e consolidare un comune patrimonio culturale. Dalla scena del naufragio nel primo vaso ceramico prodotto in Italia a Ischia, la prima colonia greca in occidente, ai vasi attici a figure nere e rosse sui temi del Simposio, alle brocchette per bambini. Altri oggetti oggi, in un diverso percorso di viaggio, ritornano alla collettività tramite i collezionisti, i donatori, gli scavi. L’Hydria con placchette della collezione Chini (Musei Civici di Bassano) unico esempio del genere che si conservi in Italia testimonia di un collezionismo che in Veneto è presente a partire dal XVI secolo (curiosa la riproduzione all’antica -o imitazione moderna- di un vaso) parla di manufatti che dal mondo greco arrivano fino a noi attraverso collezionisti e privati aprendo al tema della conseguente tutela e valorizzazione. Le storie sono molte e lasciano prevedere ancora nuovi viaggi.
Pubblicato il 01/02/2023.