U.I.C.I. Salerno – “Cena al buio”

Parlare e non soltanto comunicare

Il Rotary club Nocera Inferiore Apudmontem ha organizzato una serata alquanto particolare avvalendosi della doppia collaborazione del prof. Roberto Russo e degli studenti dell’Istituto Alberghiero “R. Virtuoso” di Salerno e della conduzione del dr. Raffaele Rosa presidente della Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Sezione Territoriale di Salerno.

La sala del Ristorante “al Virtuoso” è stata preparata appositamente e oscurata completamente alla vista per poter svolgere dall’inizio, nel buio più totale, tutte le attività (eccetto quelle di cucina).

La sensibilità delle persone, indirizzata da un pizzico di curiosità, ha permesso di coinvolgere 31 partecipanti. Solo uno non ce l’ha fatta.

Spenti i cellulari, allontanato ogni oggetto fosforescente indossato o qualsiasi fonte luminosa, i rotariani e gli amici sono stati accompagnati ai rispettivi tavoli, del tutto impossibili da scorgere, affidando se stessi e ponendo la propria mano sulla spalla dei ragazzi non vedenti.

Quei ragazzi e il loro Presidente, gli unici capaci di muoversi in tali condizioni e di raggiungere specificamente i commensali di riferimento, hanno servito la cena egregiamente ed hanno allietato la serata con il racconto di episodi di vita quotidiana che caratterizzano le loro giornate.

I commensali sono entrati d’improvviso in piena empatia con loro, assaggiando per poche ore ciò che essi vivono quotidianamente e dignitosamente, cercando di essere “persone tra persone”.

È nata una esperienza sensoriale ed emozionale che ha arricchito l’anima e che tutti hanno definito semplicemente “INDIMENTICABILE”.

Il modo di pensare, di agire e quindi di effettivamente “essere” è stato stravolto per oltre 2 ore di cena.

Tutte le certezze a cui si è abituati sono venute meno in un banale istante.

L’ingrediente che ha arricchito le persone è stata la creazione rapida di una socialità totalmente diversa, i protagonisti si sono realmente connessi al presente e proprio alle persone presenti in quel momento.

Non avendo disponibile la vista, non è stato possibile figurarsi lo spazio e nemmeno sapere con certezza cosa ci sia attorno. Le uniche cose certe sono diventate la posizione del piatto, le posate e la voce di chi sta nei paraggi. Anche un semplice brindisi è diventato un atto di coordinazione di gruppo e la voce di chi si vuol raggiungere non sempre consente di arrivarci davvero vicino.

Quando manca la visione, ciò che fa la maggiore differenza è proprio chi è lì accanto.

Il bisogno dell’altro. Di sentirlo vicino e nelle stesse condizioni di difficoltà che imperversano inesorabilmente.

La consapevolezza che le reciproche condizioni rendono un peso più sopportabile sussiste perché l’altro ha bisogno dell’uno esattamente quanto il reciproco.

Questo stato d’animo ha fatto cadere repentinamente il freno ad un impulso estremamente naturale che ogni giorno viene volontariamente e costantemente represso: quello di cercare l’altro “toccandolo” e di parlargli molto da vicino addirittura mentre si è a contatto fisico. Per avere la certezza che sia lì davvero, per se stessi e per non essere soli.

Sottratti poi gli stimoli esterni ed i social, in questa nicchia di personale riserva, gli uomini finalmente hanno iniziato a “parlare” di più con i loro cuori, delle persone e delle emozioni maggiormente che dei fatti”. Non si sono limitati alla consueta “comunicazione superficiale” delle notizie.

Grazie dunque a Raffaele Rosa ed ai suoi ragazzi per aver donato a chi c’era un nuovo modo di considerare il mondo e le persone.

E’ stato possibile comprendere anche che non è il ricavato ciò che conta (eppure tramite l’Unione esso si tradurrà in un aiuto concreto per far uscire di casa dei ragazzi e magari portarli in spiaggia o accompagnarli a un concerto).

Ciò che vale davvero è che chi ha vissuto l’esperimento in qualche inaspettato momento della vita sarà capace di pensare ad un cieco, magari nel mezzo della sua attività quotidiana, quando scrive un articolo, quando progetta un edificio o semplicemente quando va al teatro o in supermercato.

Questo pensiero farà cambiare il modo di agire di quella persona e gli consentirà di porsi diversamente nei confronti degli altri.

Nei confronti certamente di chiunque sia meno fortunato, anche se possiede il dono della visione.

Basilio Angrisani, Salvatore Rosolia

Pubblicato il 22/11/2022.