Tra noi anziani, di Mena Mascia

Quando decisi di accettare la responsabilità della commissione della terza età che il consiglio territoriale voleva affidarmi, fui molto perplessa, dovendomi occupare della mia mamma novantasettenne che richiedeva a tempo pieno il mio aiuto.

Da principio perciò fui poco presente con le iniziative, ma poi lei se ne andò, lasciandomi padrona d’impegnare attivamente  tutto il tempo libero che mi rimaneva, veramente tanto, in favore degli amici meno giovani che come me, o forse peggio, vivevano la solitudine dell’assenza di un telefono che squilla o di una parola solo a loro dedicata, una condizione che oggettivamente è un impedimento a vivere decentemente, non potendo uscire di casa. Cosa fare allora per mitigare uno stato di cose che a lungo andare avvilisce ed opprime? A turno cominciai a telefonare ad ognuno di loro, ma poi mi sembrò troppo poco, finché una mattina, vincendo la proverbiale pigrizia che mi caratterizza, certamente un handicap da sconfiggere, diedi inizio ad una consuetudine che, prima che a loro, faceva bene a me, andarli a trovare presso il loro domicilio per fare due chiacchiere in compagnia.

Così visitavo a turno Giovanni e Nando che purtroppo non ci sono più, ma continuo a vedere Antonietta e Luigino che mi aspettano, felici ditrascorrere con me qualche momento lieto della loro solitaria giornata.

Forse il tragico incidente della perdita di mia madre è stata una possibilità, perché il mio ruolo in seno all’Unione non si limitasse a rimanere relegato su un registro, ma si trasformasse in un’attività proficua, in un dovere, oserei dire, perché io fossi testimone con la mia stessa esistenza che la vita è un regalo straordinario e che arrendersi alla disperazione è un delitto! Un lusso che nessuno può permettersi, nonostante le difficoltà.

Soddisfare ad un bisogno inespresso, non è forse l’obiettivo cui tendere per essere in pace con l’impegno assunto, prima di tutto con noi stessi?

È con una tale radicata convinzione che cerco di assolvere al compito che mi è stato assegnato, augurandomi di farlo al meglio.