Venerdì 22 aprile, avendo deciso di prenotare la mia vacanza agostana da trascorrere con un’altra persona e il mio cane guida, sono partita per visitare la costa cilentana alla ricerca di alberghi e villaggi nelle località di Acciaroli e Ascea.
Il mio cane guida, infatti, sebbene anziano, gode ancora quando vede il mare e passeggia in posti nuovi.
Ho consultato due strutture in località Acciaroli (L’Ancora e Stella-marina, delle quali mi erano state fornite referenze positive), ma ho avuto da entrambe la stessa risposta: “Non possiamo prendere animali perché non siamo attrezzati adeguatamente a garantire che non siano di fastidio ai clienti”.
La mia spiegazione, riguardo la funzione e le abitudini di un cane guida e del suo possessore, non hanno convinto nessuno dei due interlocutori. Dato che si parla di vacanze, non ho intenzione di trascorrerle tra denunce, battaglie burocratiche e conseguenti chiacchiere sulla grande forza delle persone cieche, l’importanza dei meravigliosi accompagnatori a 4 zampe e commenti difensivi dei proprietari di queste strutture che devono cercare di accontentare tante persone. In fondo, ci si potrebbe aspettare un atteggiamento diverso da Acciaroli. Questa località, che appartiene al Comune di Pollica, il cui Sindaco pescatore è stato ammazzato per le sue lotte contro cosche di spaccio e di camorra, è oggi è meta di ambientalisti e intellettuali.
La contraddizione esistente tra apparenza evoluta e realtà comportamentale arretrata è evidente: prevale ancora la paura del diverso che può nuocere al procedere degli affari.
Un terzo rifiuto mi è stato poi comunicato dall’agenzia Dalian, conosciuta per la sua serietà. Una struttura di Ascea marina (Le palme), non accoglie animali e neppure cani guida e a nulla è valsa l’obiezione dell’agente nel ricordare all’interlocutore che ci sono leggi a garanzia delle persone accompagnate da tali cani.
Nonostante tutto, proseguo la mia ricerca di un luogo dove trascorrere la mia vacanza nel Cilento, ma sono determinata a divulgare queste notizie per sensibilizzare sulla necessità di coinvolgere territori ed enti preposti al turismo e alle attività culturali. Forse, una campagna di comunicazione potrebbe essere utili per far sì che inclusività non sia solo una parola detta a vuoto, ma una realtà. Tanto più quando ci dovrebbero essere delle leggi da rispettare.