Ricordando Anna Antonacci

Autore: Giustino de Matteis

Ieri, 7 novembre, ricorreva la commemorazione dell’anniversario della morte dell’emerita Anna Antonacci, fondatrice dell’istituto per minorati della vista di Lecce.

L’Antonacci, nata a Tricarico (Matera) il 26 novembre 1879, aveva studiato, nonostante le difficoltà del tempo, sia per essere donna sia in quanto priva della vista, presso l’istituto Principe di Napoli (oggi Martuscelli).

Trasferitasi con la famiglia a Lecce, avvertì subito il bisogno – untempo si definiva vocazione – diimpegnarsi nell’istruire e nell’educare le persone non vedenti residenti nelle regioni meridionali e, più in particolare, di quelle più prossime alla Puglia.

Consapevole di non disporre di particolari risorse economiche per dar vita al suo ambizioso progetto, si rivolse al Comune di Lecce che, ritenendo la richiesta di straordinario interesse sociale e culturale, le assegnò alcuni locali situati in periferia e quasi addossati alle antiche mura di cinta della città.

Il 19 febbraio 1906 è ufficializzata l’apertura dell’istituto per ciechi che, soltanto successivamente, sarà intitolato alla sua fondatrice.

A partire dal 1975, sono stato sempre un convinto sostenitore dell’integrazione scolastica, ma non sarei assolutamente obiettivo se non riconoscessi che uell’istituto ha avuto sin dal suo sorgere un ruolo preminente e determinante nella storia dell’educazione e dell’istruzione dei non vedenti. A differenza di quanto avveniva in tanti altri istituti similari, A. Antonacci comprese subito che l'”istruzione” sarebbe risultata monca, incompleta e insufficiente per il conseguimento dell’autonomia della persona priva della vista e per la sua vita sociale. Guidata dal suo straordinario intuito, quindi, decise che gli allievi alternassero le ore di studio a particolari attività di lavoro manuale. Nell’istituto, infatti, furono organizzati due laboratori, uno maschile e l’altro destinato alle ragazze. Nel primo si effettuavano lavori di falegnameria – facendo apprendere l’utilizzo di tutti gli utensili di una falegnameria all’avanguardia – di intreccio, di rilegatura di libri e tante e tante altre attività. Nellaboratorio femminile, invece, le ragazze apprendevano a lavorare con i “ferri”, all’uncinetto e a utilizzare anche la macchina per cucire.

Presso l’istituto di Lecce hanno studiato alcuni allievi che, divenuti professionisti, si sono affermati non soltanto a livello locale, ma persino in campo nazionale. Menzionandone alcuni, sono certo di tralasciarne tanti e tanti altri, ma come non rammentare Luigi Schifano, baritono eccelso dalla voce delicata e leggiadra; i maestri di pianoforte e organo, direttori di canto corale e concertisti di chiara fama, Vincenzo Fiorentino, Salvatore De Matteis, Nicola Diaferio e l’avv. Giovanni Marcuccio, professore e preside.

Concludendo – elo faccio con personale soddisfazione – aggiungo che, nel 1978, durante un convegno nazionale organizzato dalla Federazione Nazionale delle istituzioni pro Ciechi – l’ente che al tempo provvedeva alla realizzazione e alla distribuzione di tutti i materiali e i sussidi in uso presso le Scuole Speciali – fu presentata da due docenti dell’Antonacci, la prof.ssa Enza Marchello e il sottoscritto, una attenta e accurata relazione concernente i tanti libri trascritti in Braille, le illustrazioni dei quali si fregiavano di presentare disegni tattili molto apprezzabili dalla vista, ma assolutamente incomprensibili al tatto, poiché sovraccaricate da mille arzigogoli o linee superflue. A seguito di quella relazione, i libri fino ad allora adottati vennero immediatamente ritirati e sostituiti con altri più funzionali al tatto.

Nei prossimi giorni, a proposito del disegno in rilievo, vi presenterò alcune mie riflessioni, indirizzate a tutti i docenti di alunni privi della vista, ma ancor più, a tutti coloro che, impunemente, ritengono di porre in evidenza la propria creatività, producendo “libri tattili” che nulla hanno a che fare con la minorazione della vista e che, semmai, aggiungono ulteriore disinformazione a quella già tanta esistente.

Giustino de Matteis – Tiflologo

Pubblicato il 15/11/2021.