Noi “eroi della quotidianità”! Giornata dell’infanzia all’Istituto dei ciechi di Milano, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

La mattina del 20 Novembre 2014, c’erano davvero tantissimi bambini all’Istituto dei Ciechi di Milano che, in occasione della 25° Giornata Internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza ha ospitato Luis Sepúlveda.
L’incontro con lo scrittore cileno (in carcere durante la dittatura di Pinochet), considerato il re delle favole per bambini, è stato l’appuntamento più originale, in una location altrettanto originale, dell’edizione 2014 della grande kermesse culturale “Bookcity” (con oltre 600 happenings in una settimana).
L’iniziativa ha altresì rappresentato la tappa conclusiva della mostra itinerante “A spasso con le dita” della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi.
Introducendo l’evento, il Cav. Rodolfo Masto, Presidente della Federazione ha spiegato ai presenti: ”A SPASSO CON LE DITA nasce nel 2010 dalla collaborazione fra la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi e Enel Cuore (la Onlus di Enel dedicata al sociale) al fine di promuovere le potenzialità culturali dell’editoria tattile per l’infanzia su tutto il territorio nazionale.
A SPASSO CON LE DITA ha permesso, tra il 2010 e il 2012, la creazione e la distribuzione gratuita di 5000 libri tattili a biblioteche pubbliche, ospedali pediatrici e istituzioni culturali. Un’operazione editoriale complessa, unica al mondo, la quale ha prospettato un nuovo modo di pensare le pubblicazioni per l’infanzia”.
Ha proseguito la Dott.ssa Novella Pellegrini, Segretaria Generale di EnelCUORE Onlus: “Le pubblicazioni tattili hanno riscosso immediatamente un grande successo, così nel 2013 EnelCuore Onlus e la Federazione hanno deciso di promuoverle più concretamente, progettando un evento itinerante ad hoc, e lanciando una nuova pubblicazione a cura dell’illustratore Dario Moretti. Entrambe queste iniziative, l’evento e il libro tattile, hanno come filo conduttore le Parole della Solidarietà, un progetto di ridefinizione del concetto di solidarietà che EnelCuore Onlus ha intrapreso per festeggiare i suoi dieci anni di impegno nel sociale.
A SPASSO CON LE DITA è diventata così, una esposizione di 12 tavole tattili d’artista ispirate ad altrettante Parole della Solidarietà. Un piccolo museo tattile a misura di bambino, con opere da toccare e con le quali interagire. 12 piccoli capolavori realizzati da illustratori e artisti noti, che diventano lo spunto per una serie di laboratori didattici e ludici pensati per introdurre il pubblico alle potenzialità dell’illustrazione multisensoriale”.
”Questa mattina i bambini con cui ho parlato mi hanno detto che il diritto principale per loro è il gioco. E’ un diritto bellissimo, ma ci sono anche tanti altri diritti che devono essere garantiti in tutto il mondo, il diritto all’istruzione per esempio” ha poi dichiarato il Dott. Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “L’UICI ha quasi 95 anni, ma non per questo deve essere considerata vecchia e “fuori moda” dal Governo italiano che, sembra voglia tagliarci i fondi necessari alla nostra sopravvivenza”.
“Cari bambini, negarci quei soldi, ha continuato Barbuto, significa negare agli oltre 3000 vostri coetanei minorati della vista, che frequentano la scuola dell’obbligo, il diritto ad avere un libro come voi (anche se in Braille), il diritto a stare con voi in classe, il diritto allo studio.
E senza il “fondamentale” diritto all’istruzione, per i ciechi, c’è solo il ritorno alla miseria, all’emarginazione ed all’ignoranza del passato”!
All’evento è anche intervenuto l’Avv. Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri, che ha esordito dicendo: “ Parlare di Fondazioni e di solidarietà a dei fanciulli come voi, per persone come me che non sono abituate a farlo, è davvero difficile. E ciò sembra ancora più arduo, se si pensa alla gravissima crisi morale, sociale ed economica che sta attraversando persino il tanto decantato “ricco” Occidente.
Ragazzi, considerate solo che, secondo recenti stime della Commissione Sanità del Parlamento Italiano, circa 3800000 bambini italiani non hanno i necessari mezzi di sussistenza e dunque non possono nutrirsi adeguatamente, soffrendo la fame!
A tal proposito, l’esistenza di Fondazioni come Cariplo è importante ed utile per sostenere economicamente iniziative finalizzate a costruire un futuro degno di una società che non rinuncia a “combattere” per l’eguaglianza di tutti, per i diritti dei bambini e dei giovani di oggi e di domani, perché voi bambine e bambini, voi ragazze e ragazzi rappresentate non solo il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro”.
Tra le autorità presenti, ovviamente, pure il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha tenuto a sottolineare al numeroso pubblico: “Oggi festeggiamo la Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza e Luis Sepúlveda, che ha scritto tre favole molto celebri per bambini, non poteva che essere ospite graditissimo per Milano”!
“Siamo orgogliosi di ospitare oggi uno scrittore così importante come Luis Sepúlveda”, ha spiegato. “Bambini,  ascoltate bene le sue parole, perché lui saprà portarvi in mondi lontani.
Per quanto ci riguarda, Sono convinto che una città per i bambini sia una città per tutti. Questo è il nostro impegno che abbiamo assunto fin da subito con iniziative concrete”. “Molti dei ragazzi presenti oggi, infatti, ha concluso il Sindaco Pisapia, sono stati al Mu.Ba. il Museo dei Bambini, inaugurato lo scorso gennaio alla Rotonda della Befana”.
L’intervista
Infine, i noti e bravi giornalisti de La Repubblica Natalia Aspesi e Bruno Arpaia si sono intrattenuti con Luis Sepúlveda in una chiacchierata davvero stimolante e ricca di spunti culturali.
.”Sono davvero commosso a vedere tutta questa gente qui per me”, ha affermato subito Luis Sepúlveda, prima di presentare il suo ultimo libro “La trilogia dell’amicizia” edito da Guanda. “Per me è davvero bello essere qui, soprattutto in una giornata così importante per tutti i bambini anche non vedenti. Io, infatti, ho molto rispetto dei bambini, per questo ho cominciato a scrivere favole, perché ritengo che sia il modo più spontaneo ed immediato per tutelare e difendere i loro diritti.
Scrivere, secondo me, significa dare la voce a chi non ce l’ha. Io non penso d’essere arrogante e presuntuoso quando dico di voler prestare la mia voce agli altri attraverso le mie opere. Infatti, dare voce ai più deboli, come i bambini, nei miei libri nonè solo un impegno estetico, ma anche e soprattutto un impegno etico, un imperativo morale!
Nella trilogia, per la gioia di tutti i fan grandi e piccini dello scrittore cileno, ci saranno “ Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”.
L’amicizia è l’elemento che accomuna tutti e tre i racconti, simbolica da questo punto di vista, dato il luogo dove ci troviamo, è senz’altro la Storia che ci narra del gatto che perde la vista e che diventa amico del suo tradizionale acerrimo “nemico” topo, che gli presta gli occhi : “Per me l’amicizia è una cosa importantissima”, ha spiegato Sepúlveda. “Un amico è come un fratello e una sorella, si crea un legame fortissimo”.
Ma perché sono gli animali i protagonisti delle sue storie? “Perché a me piacciono tantissimo gli animali, specialmente i gatti”, ha proseguito l’autore. “Umanizzare questi animali, dando loro dei comportamenti tipici degli uomini, mi aiuta molto a capire meglio questi atteggiamenti, questi legami che si creano”.
Nell’ultima favola scritta da Sepúlveda, la protagonista è una lumaca che scopre il piacere di andare piano piano nel mondo. Come nasce questa storia? “Un giorno, mio nipote di 7 anni aveva in mano una piccola lumaca e la fissava, poi mi chiese ‘nonno, perché le lumache vanno così piano? A quel punto io non potevo spiegarglielo scientificamente, è un bambino, così gli ho risposto ‘adesso lasciami pensare, la risposta ti arriverà molto lentamente. Poi mi sono messo a scrivere, è così è nata la storia.
Io credo fortemente nel proverbio che recita: “chi va piano, va sano e va lontano”. Con ciò, non voglio dire che non credo nel progresso, nelle innovazioni tecnologiche come ad es. Internet, la multimedialità, ecc…
Non ho fiducia invece in una certa idea di “progresso” tutta basata sull’efficienza ad ogni costo e sulla velocità vertiginosa, che finisce per escludere e discriminare i più deboli, come i bambini ed i disabili, che hanno il passo più lento e più corto.
Chiamatemi pure antiquato e nostalgico, ma io spero ancora in una società più giusta e solidale, fondata sui diritti umani. Per questo scrivo favole, perché il mio sogno è quello di un mondo migliore, dove prevalgano il rispetto reciproco, la stima tra le persone e l’uguaglianza tra gli uomini, grandi e piccini. Questo è vero progresso!”.
Nonostante l’Istituto dei Ciechi fosse pieno di bambini in attesa di poter farsi firmare una copia della loro favola preferita, Luis Sepúlveda ha confessato “Io sono una persona molto timida, e un po’ mi imbarazza stare qui davanti a tutti voi. Non mi sento una persona straordinaria”, ha continuato lo scrittore, “ma so di avere un dono, quello di sapere raccontare storie e lo faccio con grande entusiasmo. Ma per me rimane un lavoro come un altro”. Come è nata questa sua grande passione per i libri? “Da piccolo ero un avido lettore, molto selettivo. Però cercavo libri con un linguaggio diretto e allo stesso tempo poetico, che mi permettessero di viaggiare con la fantasia in altri mondi. Confesso che il mio amore per i libri è nato con un grande autore italiano: Emilio Salgari. Ma non mi sento un eroe come Sandokan. Io sono un uomo assolutamente normale, che vuole e spera in un mondo altrettanto “normale” fondato sulle pari opportunità.
Ebbene, cari amici, anche noi disabili visivi italiani non siamo assolutamente né dei fenomeni da baraccone, né eroi straordinari (alla Sandokan, per intenderci), come sensazionalisticamente gli altri spesso, sbagliando, ci considerano.
A me piace invece dire che siamo più semplicemente degli “eroi della quotidianità”che, nonostante le difficoltà contingenti ed i limiti legati alla nostra disabilità, ci sforziamo di vivere la nostra vita quotidiana con “straordinaria dignità e normalità”!