Chiude con un ottimo bilancio l’evento nazionale promosso per garantire l’accesso alla rete delle persone disabili. Ecco i team che hanno vinto la gara tra informatici
Oltre 50 ore di diretta web, 820 iscritti con una media di 300 persone collegate in streaming nella giornata di apertura e 200 nella seconda. Più di 40 sessioni tenute da 70 speaker, conferenze in parallelo e partner del calibro di Rai Pubblica Utilità, Microsoft e Istituto Ciechi di Milano. La maratona online degli Accessibility Days 2020, organizzata tra gli altri dall’Unione ciechi e ipovedenti di Ancona e Bologna, che promuovere l’accesso alla rete delle persone con disabilità, ha chiuso con numeri da record. Mentre gli ottimi risultati dell’edizione che ha sfidato il Covid19 si sono fatti sentire anche in termini di progettualità.
Ad ‘aprire le danze’ era stato infatti un hackathon: gara tra esperti informatici chiamati a presentare progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei disabili.
Il primo classificato, MOMO AID, proposto da Laura Rossi, Valentina Giuliano e Matteo Durante di Roma, traduce la Lingua dei Segni utilizzata dalle persone sorde in forma scritta e in audio vocale e viceversa. Obiettivo del progetto: rendere utilizzabili customer service o servizi per il pronto soccorso e per l’assistenza anche da persone sorde.
Il secondo progetto premiato interviene nel campo musicale con un analizzatore di spettro accessibile alle persone cieche o ipovedenti per consentire loro di verificare la qualità del prodotto audio, assicurando la corretta riproduzione su ogni dispositivo. Il team è composto da Stefano Scala di Genova (musicista professionista, cieco, sviluppatore ispirato dai suoi stessi bisogni) e da Moreno Gentili, sviluppatore di Matelica (Mc).
Terzo classificato Touch Free, presenta un’interfaccia che non prevede alcun contatto fisico con i totem presenti ormai ovunque e possibile veicolo di contagio. Il progetto si rivolge a tutti gli utenti disabili che non possono utilizzare mouse o tastiera, ma di fatto va a risolvere anche il problema del contatto con i totem. L’utente, infatti, dovrà soltanto muovere le mani secondo semplici indicazioni per navigare l’interfaccia mostrata a video. Gli autori sono Nicolò Carpignoli, Edoardo Cavazza, Giacomo Nanni e Caterina de Iacobis.
Premiato dall’Uici di Ancona un quarto team, composto da Federico Villa, Elisabetta Parravicini, Luca Nardelli e Jimena Ardini, autori di un progetto e una applicazione che grazie a strumenti e intelligenze artificiali esistenti che interagiscono fra loro, permettono agli utenti con disabilità di ricercare idee, strumenti e condividere proprie soluzioni con brevi video realizzati anche col cellulare.
“È stata un’edizione che ci ha dato molte soddisfazioni – commenta Sauro Cesaretti, consigliere Uici Ancona, tra gli organizzatori degli Accessibility Days – e ora siamo già al lavoro per la prossima. Tutti gli incontri della maratona saranno disponibili su YouTube mentre la novità più rilevante è che stiamo programmando una serie di webinar per dare continuità al progetto e che ci accompagneranno fino all’edizione 2021. Il primo è in programma già per le prossime settimane”.
“Sarà interessante seguire il futuro dei progetti vincitori – commenta Stefano Ottaviani, uno degli organizzatori -. Siamo consapevoli che MOMO AID richiederà tempo e sforzi non banali per raggiungere gli ambiziosi scopi che il team si è prefissato. Molto interesse desta poi anche l’analizzatore di spettro che risolve un’esigenza specifica e potrebbe essere utile a tantissime persone in tutto il mondo, sia perché il settore della musica è uno dei principali in cui possono esprimersi persone non vedenti, sia perché il campo di applicazione potrebbe essere molto più ampio. Durante le valutazioni la giuria è rimasta piacevolmente colpita sia dalle soluzioni proposte che dai partecipanti, tanto che Fabio Santini, presidente della giuria ed Executive Director in Microsoft, ha deciso di invitare tutti i team alla Microsoft House, a Milano, per conoscerli e parlare dei progetti”.