L’importanza di praticare sport, di Massimo Mercurio Miranda

Da tempo è noto come lo sport e le attività motorie praticate da persone con disabilità possano contribuire in modo significativo al miglioramento delle loro condizioni psicofisiche, oltre a perfezionarne l’integrazione sociale, attraverso l’acquisizione e il rafforzamento di nuove competenze.
In ciò non fanno eccezione i soggetti affetti da disabilità visiva, per i quali tante Associazioni, tra le quali la Peepul S.D. Sport di cui faccio parte, da anni promuovono ed agevolano attività sportive, come leva per una maggiore integrazione e identificazione sociale di persone altrimenti svantaggiate.
Fra le molte attività sportive praticate da non vedenti ed ipovedenti, la vela agonistica risulta essere una delle più complete ed avvincenti. Da più di vent’anni infatti, grazie al progetto Homerus, persone con disabilità visiva adeguatamente formate, possono condurre un’imbarcazione a vela o partecipare attivamente a regate di flotta ed in certe condizioni, disputare addirittura in totale autonomia regate Match-Race. Qualcuno ha detto che io sarei uno speciale esempio di come la vela ed il mare siano in grado di restituire motivazione e voglia di vivere anche quando per situazioni cliniche secondarie, il deficit visivo sopraggiunge in età adulta, costringendo la persona a ricostruire da capo la propria esistenza. Quella stessa persona, ha scritto testualmente: “Massimo ha perso la vista nel 2014 per glaucoma, e la prima cosa che ha dovuto fare dopo il trauma iniziale è stata vendere metodicamente le sue moto, i caschi, le tute e tutte le attrezzature che usava per correre in pista in una vita precedente. Grazie ad Homerus Massimo ha scoperto la vela ed ha riscoperto il mare. A marzo del 2017 ha frequentato sul lago di Garda il primo corso Homerus di vela autonoma per non vedenti, per imparare i fondamenti della navigazione a vela e per scoprire una nuova passione. Nel maggio dello stesso anno da inizio alla sua nuova realtà sportiva partecipando come timoniere al Campionato Internazionale Homerus Match-race a Salerno, qualificandosi al secondo posto nella sua categoria e ad ottobre, prende parte alla seconda edizione del Trofeo Homerus del Golfo dei Poeti a La Spezia, dove si aggiudica il titolo. Ad aprile 2018 torna a scuola sul Garda, per frequentare un corso di approfondimento su tattiche e regole di regata. A maggio 2018, si classifica nuovamente al secondo posto nella sua categoria alla seconda edizione del Campionato Internazionale Homerus Match-Race a Salerno. E seguendo alla lettera le parole di un grande del teatro napoletano che diceva: “gli esami non finiscono mai”, solo poche settimane or sono, ha seguito un ulteriore corso di perfezionamento tenutosi a Bogliaco, sul lago di Garda. Il passo successivo? All’apparenza naturale, ma in realtà ricco di responsabilità ed impegno, è stato quello di acquistare una barca a vela! Scegliendo di essere armatore della sua imbarcazione, Massimo ha dimostrato che con un caparbio e paziente spirito positivo si possono raggiungere risultati incredibili. Crediamo che il suo sia un buon esempio da seguire”.
Ecco, brevemente enunciato il mio recente passato! Cosa ho in programma? Presto detto! Partecipare con la mia “Mácchese” (con l’accento acuto sulla a), al 46º campionato italiano AssoMeteor, che, organizzato in sinergia dal Circolo Nautico di Torre del Greco, Lega Navale di Napoli (di cui sono socio) e Club Nautico della Vela, si svolgerà nello splendido Golfo partenopeo dal 29 aprile al 4 maggio.
Ovviamente, ben conscio della mia inesperienza in regate di flotta, giacché per la prima volta in assoluto mi troverò fra più di 60 barche contemporaneamente in acqua, pronte a darsi battaglia per conquistare anche un centimetro di vantaggio, ho deciso di partecipare con l’intento di fare quanta più esperienza possibile cercando di ben figurare, vieppiù che, a meno di dieci giorni dall’inizio del campionato, il mio equipaggio ha dato forfait.
Poiché dico sempre che gli ostacoli sono fatti per essere superati e le difficoltà rendono più gustoso il raggiungimento dei propri obiettivi, senza perdermi d’animo, sto ricostituendo il mio team. Ovviamente, è lecito aspettarsi che, da programmata attività velica, questa idea si sia trasformata in avventurosa follia giacché, da emeriti sconosciuti, diventeremo un equipaggio soltanto durante i giorni di regate, con i conseguenti problemi di sintonia fra di noi e sincronismo d’azione dovuti alla totale mancanza di allenamento.
Ma… quanto sarà bello trasformare questa lucida follia in meravigliosa realtà?
Ve lo dirò il 5 di maggio!