L’assemblea dei Soci di Modena, “vista” dagli occhi di un socio Meneghino, di Angela Bruni Vicenzi

Autore: Angela Bruni Vicenzi

Sono Angela Bruni, militante a intermittenza nell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Milano. Da molto tempo non assistevo più a un’assemblea di soci, troppe lungaggini, troppi battibecchi, troppi discorsi che non portavano a nulla! Ma ogni tanto, la nostalgia prende e così, ho deciso di rituffarmi in questo genere di riunioni. Ma perché proprio a Milano? No, questa volta ho voluto essere trasgressiva, quindi, accettando di buon grado l’invito rivoltomi dal Presidente Ivan, eccomi decisa ad andare a Modena. Da studentessa diligente, mi sono letta tutti i documenti, mi sono caricata di entusiasmo e via!
Il giorno atteso è giunto: con mio marito Roberto, sulla nostra Car-retta, abbiamo cominciato il lungo viaggio. Non sapevamo che sarebbe stata un’avventura a dir poco degna di Ulisse: infatti, usciti a Modena sud, abbiamo seguito il navigatore, e mal ce n’incolse!… Ci siamo trovati a Serra Mazzone! A quel punto, la mia riflessione è stata: “ma se l’assemblea si svolge qui, l’Unione è davvero messa male”! Invece no, è stato solo un caso di omonimia: Viale Leonardo da Vinci esiste anche in quello sperduto paesino dell’appennino modenese e pensate, arriva addirittura fino al civico 460: una vera e propria stradona! E ora, che fare? Non ci siamo fatti prendere dallo scoramento e abbiamo reimpostato quell’ordigno infernale che va sotto il nome di navigatore, constatando che, se anche Ulisse ha usato tale strumento, risulta chiarissimo il perché ci abbia messo dieci anni per tornare a casa.
Questa volta ci è andata bene: al fin siam giunti! Eccoci: una bella saletta raccolta, all’interno di una chiesa modernissima, tanto moderna che non avevamo neppure capito fosse una chiesa. Tutti erano tranquilli, si respirava un clima di serena partecipazione, gli interventi sono stati ben coordinati, quindi tutto si è svolto nella più totale regolarità.
Il Presidente di assemblea, Dottor Salvatore Romano, era davvero soddisfatto dell’andamento della riunione, il Presidente della Sezione, Dottor Ivan Galliotto, era lieto per il numero dei soci partecipanti anche se, cosa del tutto naturale, avrebbe desiderato una presenza un po’ più massiccia.
Alla fine dell’assemblea, ecco il momento conviviale: qui, il mio cuore ha davvero esultato. Ho reincontrato amici che non vedevo da tempo, da quando, dall’Istituto Garibaldi di Reggio Emilia, mi sono trasferita a Milano. Ho rivisto Daniela, Marinella, Giuliano e tanti altri, ho passato momenti davvero sereni con Mirco, il mio storico amico di sempre. Ora voi vi chiederete: “e il marito?” Lui era lì presente, contento di vedermi contenta, contento di prender parte a questo mio mondo in cui non era entrato mai, se non di sfuggita.
Che dire poi del pranzo? Un autentico gioiellino: un’ottima pasta con ragù degno di una buona cuoca emiliana, un ottimo secondo, e una torta che, solo a guardarla, faceva ingrassare sette chili. Era proprio il classico dolce che sta in bocca cinque secondi e sui fianchi e sulla pancia, almeno per dieci anni. Inutile ricordare che tutto il pranzo è stato bagnato da un ottimo Lambrusco. Non va poi tralasciato il servizio: la mamma del nostro Presidente, coadiuvata da altre signore davvero in gamba, hanno servito il pranzo con una maestria e un garbo davvero professionali. Il nostro milanese Don Lisander, certamente non conta nel numero dei suoi camerieri, persone tanto gentili e disponibili, ma soprattutto tanto spontanee e sorridenti.
Naturalmente, non poteva mancare il dopo assemblea. Sempre sulla nostra car-retta, assieme al Presidente, siamo andati a casa di Mirco. Lì, a parte la meravigliosa accoglienza di un cagnolino magnifico, Orsetta, e di due micine tenerissime, abbiamo avuto l’incredibile benvenuto di Leocadia, persona semplice, con un cuore grande come un castello. Ho rivisto anche lei volentieri, da molto non la incontravo. Qui, voglio dire a casa Brunetti, assieme a Leocadia e ai suoi animalini, ci aspettava una torta di mele a dir poco ottima. E vai! Aggiungiamo chili a chili, ma come si può rifiutare tanto ben di Dio, anzi, tanto ben di Leocadia? Purtroppo però, il tempo e tiranno, il momento della partenza è giunto.
Ah, come mi sono sentita a casa! Ah, come ho respirato felice il profumo della mia Emilia!
Ho vissuto davvero una bella giornata, quindi Grazie, Ivan, grazie, Mirco, per avermi dato questa opportunità.
Spero proprio di poter dire: arrivederci al prossimo anno.
Angela Bruni Vicenzi