Meravigliarsi nel 2013 che un disabile della vista, possa salire ben tre scalini , posare una tazza al centro del piattino, marcare un badge per prendere servizio al lavoro, accendersi una sigaretta, muoversi tranquillamente in un posto che conosce bene, giocare a carte, salire e scendere le scale in piena autonomia, usare telefonini e melafonini, guardare le vetrine, fare shopping, Tutte azioni non ritenute possibili ad un disabile della vista.
Bisogna condannare chi truffa lo Stato perché questo danneggia gli stessi ciechi ed ipovedenti autentici, ma le truffe si contrastano con la serietà intellettuale.
Improvvisamente, nel 2013 , senza possibilità di replica, un disabile può ritrovarsi completamente privato di ogni suo basilare diritto: Dignità,rispetto della persona, lavoro, libertà.
Un modo di fare che ricorda i tempi dell’olocausto in cui le forze militari si impegnavano a “scovare” vecchi e disabili al fine di garantire il bene sociale . In quell’epoca la storia imponeva la soppressione di queste categorie “inutili”, ritenendole un peso superfluo che osteggiava la crescita del Paese.
Bisogna condannare chi truffa lo Stato perché questo favorisce gli stessi ciechi ed ipovedenti autentici, ma le truffe si contrastano con la serietà intellettuale.
Superato quello straziante periodo storico, ai disabili e’ stato riconosciuto il diritto di esistere e poi ,piano piano, sono susseguiti tutti quei riconoscimenti che hanno fatto dei disabili persone con pari dignità umana ai normodotati, il tutto nel rispetto della loro diversità. Circa cento anni di storia riassunti in poche righe, un difficile e tortuoso percorso tanto caro ai disabili e ignorato dalle Istituzioni nel 2013.
Ho sempre sostenuto che il problema dei disabili va ricercato in un livello che va oltre la disabilità e che nasce nella notte dei tempi: il livello del pregiudizio del normodotato che decide per partito preso che un muto, un sordo ,un cieco o un sordocieco non ha la possibilità di comunicare o acquisire nozioni.
In caso contrario deve essere un genio o un indemoniato………….attualmente è solo un falso invalido.
Ormai il falso invalido ha sostituito pienamente il demonio, ed è un’ottima strategia per allontanare l’attenzione dell’opinione pubblica dai seri problemi, cioè da una politica di governo che non riesce a far crescere la Comunità affidatagli e che inventa continui stratagemmi per lanciare distorti messaggi sociali di “speranza” lasciando intendere indirettamente che la spesa sociale e’ il grosso del problema economico del nostro Paese.
il disabile che non ci sembra troppo disagiato, ostacolato, massacrato, degno di pietà, deve essere assolutamente additato, denunciato e soppresso, egli sicuramente vive troppo bene per meritare un lavoro, una pensione o un indennizzo per pagarsi un accompagnatore che lo aiuti a superare le barriere che non ha chiesto ne volute, ma che gli sono state imposte insieme alla rassegnazione e alla tolleranza verso una società che non tiene conto delle esigenze dei diversamente umani, costruendo tutto a misura di un mondo fruibile dai normodotati.
La verità invece, è che la caccia al falso invalido, intendeva recuperare consensi dell’opinione pubblica con un colpo plateale che dimostrasse che una ripresa economica per fronteggiare la crisi poteva risolversi stanando e punendo parassiti e truffatori che vivevano di immeritate indennità sociali.
Di fatto, la rastrellata delle revisioni INPS ha rappresentato invece, un ulteriore spreco di soldi dei contribuenti per l’allestimento delle “battute di caccia”, molto spesso organizzate anche con superficialità ed incompetenza, creando per lo più solo disagio ai veri disabili.
Ad ogni modo per mettere fine a questa indecorosa situazione, personalmente, cieco, ed investito di responsabilità alla tutela della categoria, non mi resta che ritornare indietro di vent’anni e ricominciare a spiegare al mondo intero che essere disabile non significa essere meritevole di compassione e sussidi, ma significa essere persona meritevole di interventi (economici e non) che aiutino a superare le barriere.
Le fasce deboli come anziani, bambini e disabili non possono essere una responsabilità relegata alle sole famiglie, ma sono una responsabilità sociale che fa la crescita di un Paese civile meritevole di essere considerato tale.
Al caso non sembra inutile sottolineare che un disabile della vista oggi può svolgere una vita abbastanza autonoma se munito di forte volontà al superamento e strumenti adeguati. L’uso delle nuove tecnologie opportunamente adeguate, diventano per i disabili della vista una forte opportunità all’autonomia.
Un campanello in un pallone ed apposite regole possono permettere ai ciechi di fare sport come calcio o particolari sport paralimpici, una bustina di zucchero ed un cucchiaino accanto alla tazza, sarà sufficiente per indurre un cieco a zuccherarsi da solo un caffè.
Infine, mi preme invitare chiunque stia leggendo, in particolar modo i responsabili delle istituzioni che ci guardano da lontano ma senza vederci nemmeno, a raggiungerci presso le nostre sedi per conoscere le nostre diversità in modo tale da superare questi pregiudizi che sono poi il seme dell’ignoranza e del razzismo sociale.
Non me ne voglia nessuno (e soprattutto non vi induca al sospetto) se pur essendo non vedente usi salutare con un saluto fruibile a tutti: Arrivederci
Giuseppe Fornaro