In generale, come nello spirito della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, siamo convinti che il diritto all’accessibilità debba essere esteso a tutti coloro i quali hanno delle esigenze specifiche, come le persone non vedenti, audiolesi, persone con disabilità psicologica o intellettiva, persone obese, anziani, ma anche donne in gravidanza e genitori che con passeggino e carrozzina non possono usufruire liberamente degli spazi pubblici. Inoltre, molte persone possono anche solo temporaneamente ricadere nella condizione di disabilità a causa di incidenti o periodi di cura. Quindi educare a porre maggiore attenzione a “spazi senza barriere” non significa solo andare incontro alle esigenze delle persone con disabilità, ma vuol dire anche pensare a creare una società migliore per tutti noi.
Abbattere le barriere restituisce alla persona la dignità e la possibilità di esercitare i propri ruoli sociali, a partire da quello di cittadino e finanche di utente, consumatore o turista. Per renderlo possibile peṛ riteniamo sia necessario stimolare una collaborazione a più mani tra tutti gli attori coinvolti: associazioni delle persone con disabilità, negozianti, associazioni di categoria, aziende, enti locali, i cittadini tutti a prescindere dalla disabilità.
L’approccio all’Universal Design (Progettare accessibile per tutti) ha ormai reso disponibili soluzioni che permettono di ovviare con costi ridotti e tempi rapidi, almeno nella maggior parte dei casi, anche ai vincoli architettonici di edifici storici non modificabili. Ne esistono molti tipi, portatili e fisse, più o meno economiche e con capacità di carico differenziate. Portare all’attenzione di tutti queste opportunità significa fare cultura e dare soluzioni concrete per contribuire a realizzare una regione più vivibile per tutti.