9 agosto: aspettavo con ansia di consultare la pagina relativa al Congresso straordinario dell’Unione in programma nel prossimo mese di ottobre. Un congresso che, a differenza dei precedenti a cui ho partecipato fin dal 2001, non mi entusiasma per nulla; sia perché sembra una resa dei conti per quanto successo in quest’ultimo anno, sia perché si svolgerà a distanza, una modalità quest’ultima che non mi convince per niente; sarò antiquato, ma un Congresso può definirsi tale, soltanto se c’è la reale possibilità di confrontarti, di discutere, di conoscere tutti coloro che prenderanno parte ad un momento così importante per il futuro della nostra gloriosa associazione. Insieme ai momenti ufficiali, è fondamentale stringersi la mano, pranzare insieme, consumare un caffè e, perché no, anche mandarsi a quel paese se serve. Già l’ho detto in altre occasioni, non riduciamo i nostri incontri a riunioni asettiche dove si sta dietro uno schermo credendo di essere i migliori. Ma torniamo al 9 agosto. Finalmente apro la pagina internet dedicata al Congresso straordinario e faccio un immediato confronto tra i soci regolarmente iscritti al 31 dicembre 2022 e quelli al 31 dicembre 2019, ovvero prima del XXIV Congresso, e mi accorgo che abbiamo una emorragia di quasi 3000 soci 36.769 a fronte di 39.258 del 2019. Un numero di defezioni davvero impressionante. Una riduzione così eclatante che dovrebbe portare tutti noi ad aprire una seria ed importante discussione su cosa è stato il nostro sodalizio e su che cosa vogliamo che diventi. Non ho la ricetta per sistemare la situazione, ma so di certo che, purtroppo, i disabili visivi non sono diminuiti e il nostro sodalizio deve continuare ad operare per perseguire la sua mission. Credo che i futuri 2 mesi di discussione non debbano essere incentrati su chi guiderà la nostra associazione, ma, piuttosto, sulle modalità che si intenderanno utilizzare. Purtroppo è un dato di fatto: i soci sono diminuiti e pure di tanto e qualcosa si dovrà fare. Lancio una piccola proposta, non so se utile: negli ultimi anni, con il contributo del fondo di solidarietà sono state incentivate le campagne per il reperimento e la fidelizzazione dei soci: qual è stato il risultato? Quanti nuovi soci ci sono stati? Quanti soci siamo riusciti a fidelizzare?
E poi, abbiamo sempre detto che i dirigenti locali e i dipendenti devono essere sgravati da incombenze burocratiche per meglio dedicarsi alle esigenze dei soci; abbiamo raggiunto questo obiettivo? A me sembra di no. Credo che le incombenze dei dirigenti locali che, è bene ricordarlo, sono dei volontari, sono cresciute a dismisura. Inoltre, da oltre 15 anni, la nostra associazione dovrebbe includere anche gli ipovedenti; ma quanti ipovedenti lievi, medio gravi e gravi abbiamo tra i nostri soci e quali sono i servizi che offriamo loro?
Spero che da queste riflessioni possa scaturire una reale discussione atta a fortificare il nostro sodalizio a tutti i livelli: locale e nazionale. Viva l’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti.
Pubblicato il 29/08/2023.