Dieci, cento o mille parole non basterebbero per descrivere lo stato d’animo che mi assale in questo momento. Te ne sei andato in una fredda notte d’autunno, giorno in cui colei che ci ha fatto conoscere, la nostra Unione ha compiuto il suo centesimo anno d’età.
Eri allora un ragazzo di 25 anni, un ragazzo che all’improvviso era stato catapultato in una condizione profondamente lontana da quello che sino ad allora era stato il tuo percorso di vita. Condizione però che non ti ha limitato, anzi al contrario ti sei subito speso affiancandomi nelle iniziative di prevenzione della cecità, di recupero di soggetti in stato di abbandono e soprattutto nella rivendicazione dei diritti spesso violati.
Oggi non ho perso un socio, un consigliere o un amico, oggi ho perso Domenico e non ci sono parole che possano bastare per racchiudere quello che eri e quello che hai rappresentato per tutti noi.
Non è mai facile dire addio ad una persona ma lo è ancor di più quando a legarti sono sentimenti profondi di affetto ed amicizia. Hai lasciato un segno ed ora un vuoto incolmabile, nessuno avrà mai la forza e la voglia di dimenticarti. Sei stato un guerriero fino alla fine, lo stesso guerriero che mi ha sempre affiancato nelle innumerevoli battaglie che l’amore per il prossimo ci spingevano ad affrontare.
Non dimenticherò mai le nostre chiamate, gli scambi di opinioni, ma soprattutto non dimenticherò mai il tuo incoraggiamento ed il tuo spingermi a proseguire sul percorso che insieme avevamo tracciato. Non ti dimenticherò mai e veglierò sui gioielli che hai lasciato qui in terra. Ciao fratellino mio.