Göteborg vince l’edizione 2014 del premio per le città a misura di disabili, Redazionale

Autore: Redazionale

La città di Göteborg è la vincitrice dell’edizione 2014 del premio per le città a misura di disabili; la Commissione europea ne ha dato l’annuncio il 3 dicembre in occasione della Giornata europea per le persone disabili. Il premio è stato assegnato a Göteborg in riconoscimento dell’eccezionale impegno della città nel migliorare l’accessibilità per i disabili e gli anziani. L’edizione 2014 del premio è stata organizzata dalla Commissione europea in collaborazione con il Forum europeo delle persone disabili ed è stata presentata nel corso della manifestazione “Turismo accessibile in Europa” in occasione dell’annuale Giornata europea delle persone disabili e della Giornata europea del turismo. Il riconoscimento vuole incoraggiare le città con almeno 50 000 abitanti a condividere le loro esperienze e a migliorare l’accessibilità a vantaggio di tutti.
“Il motto di Göteborg – ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria europea per la Giustizia – è: ‘Una città per tutti!’ Non si tratta però solo di uno slogan e il fatto di aver vinto quest’anno il premio per le città a misura di disabili ne è la dimostrazione. Göteborg si è aggiudicata il premio 2014 per l’impegno prodigato al fine di favorire l’integrazione delle persone con ogni tipo di disabilità. Sono ancora troppi gli ostacoli che i disabili si trovano a dover affrontare nella vita quotidiana, ma le città come Göteborg stanno creando le condizioni per rendere la vita più accessibile per tutti. Congratulazioni a Göteborg!”
L’impegno di Göteborg nel migliorare l’accessibilità ai mezzi di trasporto, agli alloggi e ai posti di lavoro è un luminoso esempio che altre città europee potrebbero seguire in futuro. Quando si rendono disponibili degli alloggi accessibili, viene data la precedenza ai disabili. Sul fronte dell’occupazione, circa 300 posti di lavoro all’anno sono stati dotati di assistenza personalizzata. Inoltre, la città si dedica instancabilmente anche al miglioramento delle infrastrutture pubbliche intervenendo con azioni concrete per rendere i parchi di divertimento, le aree di gioco e i locali dell’Università più accessibili.
Il secondo premio è stato attribuito alla città di Grenoble (Francia) e il terzo a Poznan (Polonia), città che si sono distinte per i progressi realizzati per quanto riguarda l’accessibilità nella sfera dei trasporti, dell’istruzione, delle abitazioni, del commercio e nei settori della cultura, dello sport, del turismo e dell’occupazione.
La Commissione europea attribuisce menzioni speciali alle città che si sono dimostrate pioniere nel rendere accessibili l’ambiente urbano, i trasporti, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le infrastrutture pubbliche e i servizi. Quest’anno sono state attribuite menzioni speciali a:
* Belfast, Regno Unito, per “l’ambiente urbano e gli spazi pubblici”;
* Dresda, Germania, per le “tecnologie dell’informazione e della comunicazione”;
* Burgos, Spagna, per i servizi pubblici e le infrastrutture;
* Malaga, Spagna per i trasporti e le relative infrastrutture.
I vincitori delle edizioni precedenti sono stati la città di Avila in Spagna (IP/10/1641); Salisburgo in Austria (IP/11/1492) e Berlino in Germania (IP/12/1309).
Per rendere l’Europa a misura di tutti i cittadini però non bastano gli interventi delle autorità pubbliche; perciò la Commissione europea sta organizzando un incontro di alto livello sulla crescita e l’accessibilità che riunirà gli amministratori delegati delle imprese e le associazioni di utilizzatori in occasione della Giornata europea delle persone disabili. Nell’incontro si discuterà delle modalità per rendere maggiormente accessibili in Europa i prodotti e i servizi.
Contesto
Il premio per le città a misura di disabili
Il premio è stato creato nel 2010 per sensibilizzare i cittadini ai problemi dei disabili e per promuovere iniziative per rendere le città europee con più di 50 000 abitanti più accessibili. Il riconoscimento intende premiare l’impegno nel garantire ai disabili pari opportunità di accesso a tutto ciò che costituisce la vita della città. L’iniziativa mira a incoraggiare le città ad ispirarsi l’un l’altra e a scambiarsi buone pratiche.
Il premio viene assegnato alla città che abbia migliorato in maniera tangibile e sostenibile l’accessibilità per quanto riguarda gli aspetti fondamentali della vita urbana e che stia progettando concretamente ulteriori miglioramenti. I settori principali cui si riferisce il premio sono:
* l’ambiente urbano e gli spazi pubblici;
* i trasporti e le relative infrastrutture;
* l’informazione e la comunicazione (comprese le nuove tecnologie TIC);
* le strutture e i servizi pubblici.
La procedura di selezione per il premio
La prima selezione avviene a livello nazionale: quest’anno hanno fatto domanda 102 città di 23 Stati membri che soddisfacevano le condizioni per l’ammissione al concorso. Le giurie nazionali degli Stati membri, costituite da persone con disabilità e da esperti dell’amministrazione pubblica, potevano proporre un massimo di tre città per la tornata a livello europeo. Sono state così selezionate 33 città che sono state candidate per l’edizione 2014 del premio per le città a misura di disabili.
La giuria europea, formata da esperti in materia di accessibilità e da rappresentanti del forum europeo delle persone disabili e della piattaforma AGE per gli anziani, ha valutato tali 33 città e ha deciso a quale città assegnare il primo, il secondo e il terzo premio nonché a chi attribuire le quattro menzioni speciali.
La politica dell’UE in materia di accessibilità
Rendere l’Europa accessibile ai disabili è un elemento chiave della strategia globale dell’UE in materia di disabili 2010-2020 che costituisce il quadro generale per gli interventi nel settore della disabilità e dell’accessibilità a livello dell’UE al fine di integrare e sostenere le azioni degli Stati membri. La legislazione dell’UE prevede disposizioni specifiche in materia di accessibilità in settori quali i trasporti e i servizi di comunicazione elettronica.
Oltre agli strumenti previsti dalla sua legislazione e alle strategie politiche, l’UE si avvale anche di un ampio spettro di strumenti, come la ricerca e la standardizzazione, per ottimizzare l’accessibilità dell’ambiente urbano, delle tecnologie TIC, dei trasporti e di altri settori e promuovere un mercato di prodotti e servizi accessibili a livello dell’UE.
La UE mira inoltre a migliorare il funzionamento del mercato delle tecnologie per l’assistenza delle persone disabili e persegue un’ottica di “progettazione per tutti” che va a beneficio di una parte più ampia della popolazione, come gli anziani e le persone con mobilità ridotta.
Per ulteriori informazioni
Per saperne di più sul premio per le città a misura di disabili:
http://ec.europa.eu/justice/events/access-city-award-2014/index_it.htm http://ec.europa.eu/justice/discrimination/disabilities/award/index_en.htm
Turismo accessibile in Europa, in occasione della Giornata europea delle persone disabili e della Giornata europea del turismo: http://ec.europa.eu/justice/newsroom/discrimination/events/eventedpd2013_en.htm
Strategia europea per la disabilità 2010-2020 http://ec.europa.eu/justice/discrimination/disabilities/disability-strategy/index_en.htm e http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52010DC0636:IT:NOT
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità http://ec.europa.eu/justice/discrimination/disabilities/convention/index_en.htm
Homepage di Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria europea per la Giustizia: http://ec.europa.eu/reding
La Vicepresidente su Twitter: @VivianeRedingEU
La DG Giustizia su Twitter: @EU_Justice
Contatti:
Mina Andreeva (+32 2 299 13 82)
Natasha Bertaud (+32 2 296 74 56)

Annex: High Level Dialogue on Growth and Accessibility
Brussels, 3 December 2013

List of Participating Organisations:
Age Platform
Amadeus IT Holdings
Bloomsbury
British Telecom
Business Europe
European Committee for Standardisation-European Committee for Electrotechnical Standardisation (CEN-CENELEC)
Eurolines
Électricité de France (EDF)
HOTREC
Microsoft Corporation
Microsoft Corporation
General Mobile Manufacturers Forum
Nokia
Telefonica SA
Thomas Cook
European Association of Craft, Small and Medium-Sized Enterprises (UEAPME)

MIRACOLO A MARRAKESH: CADE UN’ALTRA BARRIERA

Autore: Rodolfo Cattani

 Marrakesh, Marocco, 28 giugno 2013: la Conferenza Diplomatica dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI) ha adottato uno storico trattato internazionale che sancisce il diritto delle persone cieche, ipovedenti o con difficoltà di lettura di accedere liberamente alle versioni in formato alternativo delle opere protette dal diritto d’autore. Si tratta di un evento straordinario, un successo che molti ritenevano impossibile. Ci sono voluti sei lunghi anni di faticosi negoziati che hanno messo a dura prova la tenacia e la ferma determinazione delle organizzazioni internazionali delle persone cieche, ipovedenti e dislessiche, ma alla fine l’intelligenza e il buon senso sono prevalsi sulla mentalità economicista, sui pregiudizi e sulle rigidità formali.

 

Il “Trattato di Marrakesh per facilitare l’accesso alle opere pubblicate, da parte delle persone con cieche, ipovedenti o con altre difficoltà di lettura” costituisce un importante riconoscimento del diritto delle persone disabili di accedere all’educazione, all’informazione e alla cultura sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità.

 

Il Trattato ha l’obbiettivo di favorire il superamento della drammatica carenza di libri che affligge le persone cieche, ipovedenti o altrimenti disabili. Infatti, si è calcolato che solo poco più dell’1% dei libri pubblicati nel mondo sono disponibili in formati accessibili, una discriminazione a cui il Trattato intende por fine principalmente in due modi.

 

Primo, impegnare gli stati che aderiscono al Trattato a prevedere delle eccezioni al diritto d’autore a favore delle persone disabili interessate, riconoscendo a queste ultime e alle loro organizzazioni e agli enti preposti la facoltà di realizzare libri in formato accessibile, senza l’obbligo di richiedere l’autorizzazione preventiva dei detentori del copyright, l’autore o l’editore.

 

Secondo, gli stati aderenti devono autorizzare l’importazione e l’esportazione delle versioni accessibili di libri e pubblicazioni soggette al copyright senza il permesso dell’autore o dell’editore. Tale prassi consentirà di evitare che lo stesso libro sia trascritto o registrato più volte in paesi diversi, dal momento che i paesi che dispongono di un maggior numero di libri accessibili li potranno legalmente mettere a disposizione  degli utilizzatori in paesi con minori risorse, il che finora era vietato.

 

I libri accessibili saranno prodotti e gestiti preferibilmente da enti autorizzati, ma anche da singoli individui per proprio uso personale.

 

Il Trattato precisa (articolo 2(a)) quali pubblicazioni possono essere trascritte o distribuite liberamente: opere letterarie o artistiche in forma di testo, notazioni o illustrazioni relative pubblicate o altrimenti rese disponibili al pubblico con qualsiasi mezzo. La definizione comprende quindi libri, periodici e altre opere testuali similari, illustrazioni, grafici e spartiti musicali. Sono esclusi, ovviamente, i libri accessibili disponibili in commercio e i film. Il Trattato non consente di modificare il contenuto dell’opera, ad esempio per facilitarne la comprensione; solo il formato può essere modificato nella misura necessaria per rendere l’opera accessibile.

 

Il Trattato definisce chiaramente (articolo 2(b)) che cosa debba intendersi per “copia in formato accessibile”, ossia la copia di un’opera in una modalità o forma alternativa che consente alla persona beneficiaria di accedere all’opera, in modo efficace e confortevole così come a qualsiasi altra persona senza deficit visivo o altra difficoltà di lettura. La copia in formato accessibile può essere utilizzata esclusivamente dal beneficiario. L’integrità originale dell’opera deve essere rispettata, fatte salve le modifiche necessarie per rendere l’opera accessibile nel formato alternativo rispondente alle esigenze del beneficiario.

 

La definizione di “ente autorizzato” (art. 2.c) è molto importante e precisa, in quanto il ruolo dello stesso è cruciale nel Trattato.  Deve trattarsi di un ente pubblico autorizzato o riconosciuto dal governo che fornisce alle persone beneficiarie istruzione, formazione professionale, forme alternative di lettura e accesso all’informazione senza fini di lucro. Comprende altresì istituzioni pubbliche e organizzazioni senza fini di lucro che forniscono alle persone beneficiarie gli stessi servizi come attività primaria o obbligo istituzionale. Per essere considerato un ente autorizzato non è prevista alcuna procedura di certificazione, ma è sufficiente rispettare gli ampi criteri dell’articolo 2.c.

 

La definizione del termine “persona beneficiaria” è piuttosto ampia e si riferisce a persone in situazioni di disabilità tali da interferire con l’effettiva capacità di leggere un testo pubblicato. Essa comprende persone cieche, ipovedenti, con difficoltà di lettura (dislessia) o affette da una disabilità fisica che impedisce loro di tenere un libro, di girare le pagine o inquadrare il testo.

 

L’articolo 4 stabilisce chiaramente gli obblighi degli stati che ratificano il Trattato (Stati parte). Questi ultimi devono porre in essere le eccezioni nazionali alla legislazione in materia di diritto d’autore che rendano possibile agli enti autorizzati di realizzare copie accessibili di opere pubblicate senza dover richiedere l’autorizzazione da parte dei detentori del copyright. Tali norme esistono, ad esempio, negli Stati Uniti oppure negli Stati Membri dell’Unione Europea per effetto della trasposizione della direttiva sul diritto d’autore 2001/29/CE .

 

Gli articoli 5 e 6 sanciscono il diritto di scambiare libri in formato accessibile tra uno stato e un altro, sia tra enti autorizzati, sia tra enti autorizzati e singole persone residenti all’estero.

 

L’articolo 7 si riferisce alle misure tecnologiche di protezione che hanno lo scopo di impedire la libera circolazione o l’utilizzazione illegale dei libri digitali. Purtroppo questi blocchi possono automaticamente impedire l’accesso legittimo a un’opera da parte delle persone disabili che utilizzano ausili assistivi quali la sintesi vocale o il display braille. L’articolo 7 stabilisce quindi che è legale aggirare o eliminare ove ciò è possibile tali blocchi in modo che una persona beneficiaria possa comunque accedere al libro e solo a tale scopo.

 

Un blocco particolarmente efficace è il cosiddetto “Three-Step Test” (test dei tre passi), che tuttavia è utilizzato solo per testi particolari.

 

L’articolo 8 tutela il diritto alla privacy delle persone beneficiarie del Trattato.

 

La tutela dei ragionevoli interessi dei detentori del diritto d’autore è garantita dal fatto che i libri in formato accessibile cui il Trattato si riferisce possono essere utilizzati esclusivamente dalle persone beneficiarie e che gli enti autorizzati devono verificare la legittimità dell’uso di tali libri e scoraggiare la riproduzione e la distribuzione di copie illegali.

 

Gli Stati parte del Trattato possono, ma non sono tenuti a emanare norme per vietare l’importazione di opere accessibili che sono disponibili in commercio in tale formato nel paese stesso. Gli stati che intendono adottare tali norme devono comunicarlo formalmente all’OMPI. Non vi è alcuna limitazione di tal genere riguardo all’esportazione di libri in formato accessibile.

 

Ora che il Trattato è stato adottato dall’OMPI è necessario che i singoli stati lo ratifichino e lo attuino. Infatti, il Trattato avrà conseguenze significative per quanto attiene all’accessibilità’ di testi fondamentali per l’educazione, la formazione e la crescita culturale delle persone beneficiarie in quei paesi in cui ancor oggi la loro fruizione è condizionata da difficoltà economiche e vincoli legali. Sarà più facile per i centri di produzione rispondere prontamente alle richieste degli utenti, ma sarà anche finalmente legale trasferire fuori dei suoi confini i libri prodotti in un dato paese. Ciò sarà particolarmente importante per i libri prodotti in lingue a larga diffusione, come l’inglese, lo spagnolo, il francese, il portoghese, il russo, il cinese, il bengalese, l’indonesiano, lo swahili ecc.

 

Il Trattato sarà particolarmente importante per quei paesi dove i servizi in favore dei ciechi e degli ipovedenti sono del tutto o in parte carenti. Questi paesi più poveri beneficeranno grandemente dell’accesso alle più ampie collezioni bibliografiche presenti in paesi più grandi e ricchi.

 

In conclusione, il Trattato di Marrakesh consentirà di ridurre la carenza di libri accessibili nel mondo e allo stesso tempo di rendere più agevole la produzione di libri accessibili in molti paesi dove ancora ciò non avviene. La creazione di una vasta area di interscambio ridurrà i costi ampliando il bacino di utenza e favorendo lo sviluppo culturale e sociale dei ciechi e degli ipovedenti.

 

Ma perché ciò accada è necessario che il Trattato sia sottoscritto, ratificato e attuato. È importante che i governi, le istituzioni educative, formative e culturali, i centri di produzione e le  organizzazioni rappresentative si attivino per trarre il massimo vantaggio possibile da questo nuovo strumento internazionale. Perché esso entri in vigore è richiesta la ratifica di 20 stati, dopo di che qualsiasi stato potrà aderirvi.

 

L’Unione Mondiale dei Ciechi è stata l’ispiratrice e la guida della campagna che ha richiesto l’impegno di ingenti risorse umane e finanziarie e l’Unione Europea dei Ciechi non è stata da meno. Il ruolo svolto dal Royal National Institute of Blind People (RNIB – il Regio Istituto Nazionale dei Ciechi) è stato determinante per ottenere il sostegno formale da parte del Parlamento Europeo, vincere l’iniziale freddezza della Commissione Europea e la pervicace riluttanza di quasi tutti gli stati membri dell’UE. Anche l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si è impegnata al massimo, inviando innumerevoli lettere ai ministri competenti e ottenendo alcuni utili incontri chiarificatori. Ora possiamo far conoscere  all’estero il ricco patrimonio bibliografico accessibile del Centro Nazionale del Libro Parlato e della Biblioteca Italiana per i Ciechi di Monza; ma anche per i ciechi e ipovedenti italiani sarà più facile richiedere all’estero i libri desiderati.

 

Anche da noi, dove vi è sempre stata una sensibilità positiva riguardo alla possibilità di trascrivere in Braille e registrare su supporto analogico i libri per i ciechi e dove tutte le eccezioni previste dalla Direttiva 2001/29/CE  sono state trasposte correttamente, il Trattato di Marrakesh porta qualcosa di nuovo: anche l’uso del  materiale su supporto digitale accessibile non è soggetto a vincoli o limitazioni e può essere liberamente fruito sia in Italia, sia all’estero.

 

Un’ultima considerazione riguarda l’atteggiamento degli editori, i quali avrebbero preferito risolvere la questione sulla base di una raccomandazione non vincolante che salvaguardasse la discrezionalità dell’autorizzazione. Il fatto è che ormai è ampiamente dimostrato che soltanto norme giuridiche obbligatorie garantiscono risultati certi e il rispetto della dignità intrinseca e dei diritti delle persone disabili.

 

Abbiamo dalla nostra la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e intendiamo avvalercene con ragionevole determinazione ogniqualvolta siamo chiamati a difendere i nostri diritti..

 

Premio europeo Città Accessibili 2014, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Piero Fassino
Presidente
Associazione Nazionale Comuni Italiani
email: p.man@anci.it
fax: 0668009202

Gentile Presidente,
Sono Tommaso Daniele, Presidente del Forum Italiano sulla Disabilità e dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e le scrivo per condividere con Lei il grande apprezzamento del movimento della disabilità italiano per l’Access City Award indetto dalla Commissione europea
fhttp://ec.europa.eu/justice/events/access-citv-award-2014/index it.html. Come certamente Lei saprà, questo premio ha il fine di promuovere l’accessibilità all’interno dello spazio urbano per tutti e, in particolar modo, per le persone con disabilità e per gli anziani. Al Premio possono concorrere autorità locali di città europee con almeno 50.000 abitanti, che abbiano incrementato l’accessibilità degli spazi urbani con politiche sostenibili e durature. Il Forum Italiano sulla Disabilità, che tra l’altro presiede la giuria italiana del premio, e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti hanno ampiamente diffuso l’annuncio del Premio presso il proprio pubblico.
Riteniamo che anche quest’anno l’ANCI abbia diramato l’annuncio direttamente presso i Comuni d’Italia ma qualora non l’avesse fatto lo esortiamo a diffondere le informazioni su questo premio al più presto possibile, in modo da permettere ai Comuni che vogliano presentare la propria candidatura di farlo entro la scadenza del 10 settembre 2013.
Concludo informandoLa che, ritenendo importante dare un segno concreto del valore di iniziative come l’Access City Award per i cittadini con disabilità, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che attribuisce ogni anno il suo prestigioso Premio Braille a persone e istituzioni che si siano distinte per le loro iniziative a favore dei non vedenti, valuterà la possibilità di attribuire il Premio Braille ad una o più delle città selezionate dalla giuria italiana.
La ringrazio per l’attenzione e, rinnovandoLe i sensi della mia stima, Le porgo i più distinti saluti.

Il Presidente
Forum Italiano sulla Disabilità
Unione Italiana dei Ciechi
e degli Ipovedenti
Prof. Tommaso Daniele

Comunicato stampa dell’Unione Europea dei Ciechi sul trattato OMPI del 3 luglio 2013, Redazionale

Autore: Redazionale

Lo scorso 27 giugno a Marrakech l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale delle Nazioni Unite (OMPI) ha scritto un pezzo di storia con l’approvazione di un trattato sul diritto d’autore  a favore delle persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria. Si tratta del primo trattato sulla proprietà intellettuale che va a vantaggio dell’interesse pubblico piuttosto che degli interessi dei titolari dei diritti e giunge a conclusione di quasi cinque anni di difficili negoziati intrapresi dall’Unione Mondiale dei Ciechi, con il sostegno attivo dell’Unione Europea dei Ciechi e in collaborazione con altre ONG. Attualmente, il diritto d’autore è regolato dalla legislazione nazionale che ha l’effetto di impedire alle organizzazioni di/per non vedenti di paesi vicini di condividere i testi in formato adattato, causando in tal modo l’inutile duplicazione di produzione di libri in formato accessibile.
Che cosa significa questo per  le persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria? Attualmente solo il 5% di tutti i libri pubblicati nei paesi industrializzati e meno dell’1% di quelli pubblicati nei paesi in via di sviluppo sono prodotti in formato accessibile –  braille, caratteri ingranditi e audio –  di cui le persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria hanno bisogno. Il fulcro di questo trattato è l’articolo che autorizza le organizzazioni e le biblioteche di/per persone con disabilità visiva a condividere le loro raccolte di titoli accessibili con altre comunità della stessa lingua in tutto il mondo. Esempi di questo sono la Spagna e l’Argentina, che potranno  condividere le loro raccolte congiunte di oltre 150.000 titoli con tutti i paesi dell’America Latina non appena il governo di ciascun paese beneficiario avrà ratificato e applicato il Trattato. Allo stesso modo, le raccolte in francese, in arabo, in cinese, ecc. potranno essere condivise in tutto il mondo con quelle comunità di migranti che al momento non possono prendere in prestito legalmente o acquistare un titolo accessibile dalla loro patria.
L’ex-Presidente dell’Unione Mondiale dei Ciechi , Maryanne Diamond, capo della delegazione WBU per i colloqui sul trattato di Marrakech, ha dichiarato: “Abbiamo lavorato intensamente per molto tempo per questo giorno. Siamo molto contenti che gli stati membri abbiano raggiunto un accordo su un ottimo trattato che farà fare un  altro passo avanti all’inclusione delle persone non vedenti nella società. Il 27 giugno, giorno dell’approvazione del trattato è una data particolarmente significativa, perché è il giorno della nascita di Helen Keller. Lei sarebbe stata orgogliosa di vedere i diritti umani prevalere anche in questo caso”.

Assemblea Generale del Forum Europeo della Disabilità, Atene 25-26 maggio 2013 – Rinnovo delle cariche, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Carissimi,

Desidero informarvi che nei giorni 25-26 maggio 2013 ho preso parte ad Atene, in qualità di Presidente del Forum Italiano sulla Disabilità (FID), all’Assemblea Generale del Forum Europeo della Disabilità  (European Disability Forum – EDF), durante la quale sono state rinnovate le cariche come avviene ogni quattro anni e Yannis Vardakastanis, rappresentante del Consiglio Nazionale delle Persone Disabili della Grecia, è stato riconfermato  Presidente.
Con soddisfazione, ho visto confermata anche la fiducia nei miei confronti con l’elezione a componente del Comitato Verifica Poteri e quella nei confronti degli altri candidati italiani che sono stati eletti:
· Donata Vivanti di Autismo Europa, Vice Presidente;
· Rodolfo Cattani dell’Unione Europea dei Ciechi, Segretario;
· Giampiero Griffo del Forum Italiano sulla Disabilità, componente del Consiglio Direttivo.
Dell’Ufficio di Presidenza fanno parte anche l’altra Vice Presidente Gunta Anca, rappresentante del Consiglio Nazionale della Lettonia e Pat Clarke della Federazione della Disabilità dell’Irlanda in qualità di Tesoriere.
Durante l’Assemblea, alla quale ha partecipato, tra gli altri, Shuaib Chalklen, Relatore Speciale dell’ONU sulla Disabilità, si è parlato degli sviluppi dell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità a livello nazionale ed europeo, con riferimento in particolare all’articolo 33.
Tra gli argomenti all’ordine del giorno anche un’interessante sessione sulla situazione delle persone con disabilità nei paesi dell’UE più toccati dalla crisi economica e la presentazione del documento EDF sulla Dimensione Sociale dell’Unione Monetaria Europea.
Il Presidente Yannis Vardakastanis ha dichiarato: “In tutti questi anni il movimento europeo della disabilità ha ottenuto grandi conquiste che hanno aperto la strada per una condizione migliore per le persone con disabilità. Oggi, in tempi di crisi, la sfida è più grande che mai. Anche quando la crisi sarà terminata, le sue ripercussioni rimarranno per molti anni. L’UE deve garantire che i diritti fondamentali delle persone con disabilità siano protetti e che si trovi un modo per uscire dalla crisi che non intacchi le misure sociali. La crisi non dovrebbe mettere in pericolo le conquiste ottenute in questi anni. E il movimento della disabilità è qui riunito per ricordare con un’unica voce ai leader europei che niente si può decidere su di noi senza di noi”.

 
Cordiali saluti.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
(prof. Tommaso Daniele)

 

La cooperazione internazionale intrapresa da persone con disabilità: una sfida futura? No, un traguardo già raggiunto!, di Ada Nardin

Autore: Ada Nardin

Mi chiamo Ada Nardin e sono attiva all’interno dell’Unione  Italiana Ciechi ed Ipovedenti da quando avevo 18 anni, ossia dal momento in cui sono entrata a far parte del comitato giovani di Rieti.
La mia formazione è prettamente linguistica e, grazie ad un corso organizzato dall’I.Ri.Fo.R, ho ottenuto la qualifica di consulente di autonomia personale.
Le conoscenze acquisite durante gli anni di studio e di lavoro mi sono tornate utili dal momento che mi reco spesso all'estero e che mi sono sempre resa disponibile a consigliare le persone con disabilità visiva che, a vario titolo, si sono rivolte a me.
Poi, per un caso fortuito e meraviglioso che la vita mi ha messo davanti durante uno dei miei viaggi, ho intuito che potevo mettermi a servizio dei ciechi di altri Paesi, soprattutto di quelli in cerca di sviluppo.
Si è quindi concretizzata la splendida opportunità di fare cooperazione internazionale, non con le grandi o.n.g., ma da sola o con le piccole associazioni con cui sono entrata in contatto.
La cooperazione internazionale viene percepita come un settore irraggiungibile appannaggio esclusivo di menti esperte all’interno delle “lobby” delle missioni umanitarie; è forse vero che è difficile gravitare nell’universo degli aiuti internazionali, ed è pure giusto che un’attività così impegnativa e delicata non sia affidata all’improvvisazione ma, d’altro canto, sarebbe auspicabile che siano messe in campo le energie e le competenze di coloro che, come nel mio caso, hanno la voglia e l’opportunità di presentare progetti di cooperazione dal basso.
Mi sono già recata in Mali al seguito dell’Afmal con l’aeronautica Militare, ed in Congo con l’associazione Magic Amor ed è prossima la mia partenza per la Tanzania per conto dell’associazione Mama Africa.
Gli obiettivi sono sempre i medesimi: consegnare il materiale didattico raccolto in Italia agli istituti per ciechi presenti nei paesi in cui mi reco, formare adeguatamente il personale al suo corretto utilizzo, apportare correttivi, laddove ve ne sia bisogno, alle tecniche di orientamento e mobilità che gli istruttori locali insegnano, e, se possibile, promuovere l’uso della strumentazione informatica corredata delle apposite tecnologie assistive,, installare centri di produzione testi, e formare i futuri trascrittori delle stamperie Braille ed a caratteri ingranditi.
Simili progetti molto leggeri, nel senso che non necessitano  di grossi investimenti o di interventi infrastrutturali, possono essere effettuati da chiunque abbia la possibilità di donare molto tempo ed energie, non solo per il periodo che dura la missione ma anche  nella sua organizzazione (raccolta fondi, materiale, informazioni, contatti); sia disposto a sottoporsi a vaccinazioni e profilassi pesanti per l’organismo; non manchi del coraggio necessario qualora si presentino situazioni al limite della sicurezza; possieda la preparazione richiesta per formare altri formatori e le capacità di problem solving verso condizioni impreviste o improvvise; sia provvisto di inventiva e di competenze che gli consentano di fornire suggerimenti validi e differenziati a seconda delle realtà del luogo; non perda la freddezza per non scoraggiarsi quando sopraggiungono eventuali battute d’arresto o sconfitte dovute alle condizioni sfavorevoli, alla burocrazia, alle differenti tempistiche o diverse mentalità che vanno in ogni caso rispettate.
Fare cooperazione apre orizzonti per chi riceve aiuti e per chi li porta nell’ottica di uno scambio continuo, sia conoscitivo che esperienziale.
Io ho osservato ed assorbito dalle persone che ho formato antiche, o forse nuove strategie per ovviare a difficoltà in ambito scolastico, lavorativo, sociale e riabilitativo; tali soluzioni sono riadattabili ed esportabili proprio come quelle che noi cooperanti consegniamo e proponiamo.
Da sottolineare che è possibile cooperare anche dall'Italia, organizzando raccolte fondi o adottando un progetto e divulgandolo e trovando finanziatori; in questo modo si aprono le porte anche a chi, essendo affetto da disabilità aggiuntive o avendo un qualunque impedimento a recarsi in loco, voglia ugualmente dare il proprio contributo.

Ada Nardin
 

Negoziati presso l’Organizzazione Mondiale sulla Proprietà Intellettuale: Un trattato per i non vedenti o per chi detiene i diritti?, Redazionale

Autore: Redazionale

L'Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) denuncia, dopo la sessione informale e la sessione speciale del Comitato Permanente per il Diritto d'Autore e Diritti Connessi  dell'Organizzazione Mondiale sulla Proprietà Intellettuale (OMPI), tenutasi a Ginevra dal 18 al 20 aprile 2013, il rischio che quattro anni e mezzo di negoziati su un nuovo trattato per le persone cieche o con difficoltà di lettura possano ora concludersi con un vuoto trattato "di facciata" o con un nulla di fatto.
I tre giorni di discussioni di aprile presso l'OMPI, infatti, hanno seguito lo stesso filone dei cinque giorni di negoziati dello scorso febbraio. I negoziatori hanno lavorato quasi esclusivamente sulla formulazione del testo, allo scopo di riaffermare la tutela del diritto di autore che peraltro è già prevista nei pertinenti strumenti internazionali, mentre pochissimo tempo è stato dedicato a garantire  che il trattato promuova la condivisione transnazionale dei libri di cui i non vedenti hanno un estremo bisogno.
"Lo scopo di questo trattato è di garantire l'accesso ai libri ai non vedenti e porre fine alla "carestia di libri" a cui dobbiamo far fronte" ha dichiarato Fred Schroeder, Primo Vicepresidente dell'Unione Mondiale dei Ciechi. "Ci preoccupa che alcuni negoziatori abbiano concentrato i propri sforzi quasi esclusivamente su artifici linguistici volti a inserire specifiche salvaguardie del diritto d'autore che niente hanno a che fare con la possibilità per gli enti autorizzati di produrre libri per le persone cieche e ipovedenti. Spostare l'attenzione dalle esigenze dei  non vedenti alla tutela del diritto d'autore si è dimostrato uno spreco di tempo prezioso che si sarebbe invece dovuto impiegare per garantire un trattato che permetta la condivisione di libri a livello internazionale. I negoziatori, ad esempio, hanno discusso a lungo del concetto di disponibilità commerciale quando, in pratica, non esiste nessuna ragione per la quale un ente autorizzato dovrebbe investire le sue limitate risorse nella duplicazione di opere in formati che già esistono. Ciononostante, l'introduzione di concetti quali la disponibilità commerciale crea nuove difficoltà che pregiudicano il vero scopo del trattato", ha concluso Schroeder.
Restano ora solo due settimane di negoziati per restituire al trattato il suo scopo originale, ossia la creazione di una normativa che permetta la condivisione di libri a livello internazionale per le persone con disabilità visiva. Ciò avverrà in occasione della "Conferenza diplomatica" che si terrà a Marrakech ( Marocco)  nelle due settimane conclusive del mese di giugno 2013.
"L'Unione Mondiale  dei Ciechi apprezza gli sforzi di molti negoziatori per formulare un testo che tenga conto delle esigenze delle persone non vedenti", ha commentato Maryanne Diamond, presidente della Campagna WBU sul "Diritto alla lettura". "Quando i governi si incontreranno a Marrakech, dovranno finalmente cogliere questa storica opportunità di garantire un trattato che sia "adeguato allo scopo" in modo che le persone con disabilità visiva possano davvero fruire di libri in formati accessibili."

 

Il Fid rinnova le sue cariche sociali, Redazionale

Autore: Redazionale

Il giorno 23 aprile presso la sede dell'ANMIC in Via Maia si è riunita l'assemblea generale del Forum Italiano sulla Disabilità che ha proceduto al rinnovo delle cariche associative.
È stato rieletto all'unanimità il Presidente uscente, Tommaso Daniele.
Si è proceduto quindi alla elezione, per la prima volta, del direttivo, che è così costituito :
per l'AISM Pietro Barbieri, per l'ANMIC Giovanni Pagano, per l'ANMIL Franco Bettoni, per l'ENS Giuseppe Petrucci, per l'UIC Tommaso Daniele, per l'UNMS Alessandro Bucci, per l'ADV Giulio Nardone, per l'ANGLAT Roberto Romeo,  per DPI Italia Silvia Cutrera, per la FIADDA Giampiero Griffo, per la FISH Donata Vivanti, per la UILDM Antonio Cotura.
E' stata rinviata l'elezione del comitato dei garanti, inoltre è stato dato mandato al direttivo di elaborare una proposta da sottoporre all'assemblea nella prossima riunione relativa alle quote sociali.
Successivamente si è riunito il direttivo che ha proceduto alla elezione del rappresentante nell'EDF, nella persona di Giampiero Griffo e del suo supplente nella persona di Franco Bettoni. Si è soprasseduto nella elezione del Vicepresidente vicario, in attesa di verificare la disponibilità di Donata Vivanti; è stato eletto quindi il Segretario nella persona di Giovanni Pagano e il tesoriere nella persona di Antonio Cotura.
Alla fine della riunione il Presidente ha ringraziato i presenti per la fiducia accordatagli e per la loro disponibilità a lavorare per il FID. Infine ha auspicato che, avendo superato la fase transitoria, si possa dar vita ad un progetto associativo di alto respiro per dare un contributo alla soluzione dei problemi dei disabili italiani ed europei.
 

Audizione sulla Programmazione dei Fondi Comunitari 2014-2020, Redazionale

Autore: Redazionale

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti il 20 marzo 2013 ha preso parte, in rappresentanza del Forum Italiano sulla Disabilità (FID), ad una audizione nell'ambito del Tavolo C "Qualità della vita e inclusione sociale" in riferimento al documento di indirizzo "Metodi e Obiettivi per un Uso Efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020" predisposto dal Ministro per la Coesione Territoriale in vista dell'Accordo di Partenariato che verrà stipulato tra la Commissione Europea e il Governo Italiano riguardo ai suddetti Fondi.
L'incontro, condotto da funzionari del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, prevedeva tra i punti all'ordine del giorno l'inserimento lavorativo dei disabili. Nel corso dell'audizione e della successiva corrispondenza con i suddetti funzionari, si è fatto riferimento al testo inviato in febbraio dal FID  in risposta alla consultazione sul sopra citato documento "Metodi e Obiettivi per un Uso Efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020".
Ancora una volta si è sottolineato che conformemente al "Position Paper" dei Servizi della Commissione sulla preparazione dell'Accordo di Partenariato e dei Programmi in Italia per il periodo 2014-2020  il  quale stabilisce che  "gli investimenti devono dare priorità all'inclusione attiva delle persone che, per motivi diversi, sono esposte al rischio di esclusione sociale e povertà. A tal proposito la dovuta priorità deve essere accordata alle persone con disabilità" e  considerando anche i drammatici tagli degli interventi a favore delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative,   è essenziale prevedere un Programma Operativo interamente dedicato alle persone con disabilità, fermo restando che esse devono essere incluse come target group in ogni settore e asse con specifici inviti a presentare progetti a loro dedicati per quanto riguarda sia l'occupazione sia la formazione.
Inoltre, si è messo in luce che occorre garantire l'integrazione dei principi di non discriminazione e accessibilità in ogni fase della progettazione e attuazione dei Fondi, con il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità tramite le loro organizzazioni rappresentative anche nei comitati di sorveglianza e con diritto di voto. Per quanto riguarda l'inserimento lavorativo dei disabili, si è proposto, tra l'altro, di aggiungere ai  risultati attesi dalla Programmazione il potenziamento dell'inserimento lavorativo delle persone con disabilità, in particolare dei disabili sensoriali e delle persone con disabilità intellettiva, per mezzo di  percorsi formativi mirati alla creazione di nuove figure professionali per le categorie di disabili con spettro di attività molto limitato, quali i non vedenti e i  sordi, e di job coach per l'accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità intellettiva.
 

Rappresentanti della Ligue des Droits de l’Homme (LDH) in visita di lavoro in Italia, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Cari Amici,
 
Sono lieto di informarvi che la settimana scorsa, dal 5 al 7 marzo, sono state a Roma la signora Viviane de Lafond e la signora Maryse Artiguelong rappresentanti della Ligue des Droits de l'Homme (LDH) francese  nell'ambito del progetto  intitolato "Lutter contre les discriminations au travail: maintien ou accès au travail pour les aidants bénévoles" ( "Lottare contro le discriminazioni sul lavoro: mantenimento o accesso al lavoro per gli assistenti volontari"), progetto volto a dare sostegno a coloro che aiutano/si prendono cura di membri non autosufficienti della propria famiglia e coordinato dalla stessa LDH.
 
Ho rivolto alle due rappresentanti  un breve saluto, accogliendole presso la sede dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dove hanno incontrato  Donata Vivanti, il Presidente e la Vice-presidente di Equality Italia, Aurelio Mancuso e Simona Clivia Zucchett, e membri del personale UIC esperti delle tematiche relative al progetto.
 
Le signore de Lafond e Artiguelong hanno poi avuto l'occasione di essere ricevute presso la sede ANMIC dal Presidente Giovanni Pagano e, presso una delle sedi della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  da Anna Maria Comito, Presidente della Consulta delle Persone con Disabilità e delle loro famiglie del Municipio Roma XVII,  vice presidente di COFACE-Handicap e presidente di CO.FA.AS."CLELIA" (Coordinamento Familiari Assistenti "Clelia" Onlus).
 
Durante  gli incontri, avvenuti in un'atmosfera cordiale e collaborativa, c'è stato modo di scambiare informazioni e mettere a confronto la realtà francese con quella italiana permettendo così alla LDH di fare decisi passi avanti nello svolgimento del progetto. Le due rappresentanti LDH sono ripartite dopo aver espresso la loro soddisfazione per l'ottima organizzazione delle riunioni e il risultato delle loro tre giornate di lavoro in Italia.
 
Sono certo che, nonostante il FID partecipi al progetto senza percepire alcun compenso, abbiamo colto un'ottima opportunità per aumentare la nostra visibilità a livello internazionale. Il nostro contributo si  concluderà con la partecipazione di Donata Vivanti, in qualità di relatrice, al seminario "Essere assistenti volontari e lavorare senza essere discriminati" previsto il 26 marzo p.v. a Parigi.
 
Cordiali saluti.
 
Tommaso Daniele