Domani, 24 maggio si terrà la cerimonia funebre in memoria di Giuseppe Scalise, alle ore 15.30 nella chiesa di Ponte di Brenta. La Presidenza, la Direzione e il Consiglio Nazionale dell’Uici si uniscono al dolore della famiglia.
Giuseppe lascia un grande vuoto nel cuore di chi l’ha conosciuto e ne ha apprezzato il lavoro instancabile.
Per chi volesse inviare messaggi di cordoglio collegarsi al sito: www.allibardiimpresafunebre.com
te ne sei andata via troppo in fretta ed io oggi non posso essere presente fisicamente per darti l’ultimo saluto, ma sono lì con il cuore e lo spirito.
In tuo onore ho acceso una candela e recitato una preghiera nella chiesetta che si trova a pochi passi dal tuo amato Istituto Cavazza, dove ti sei formata ed hai fatto tante belle esperienze, che ti piaceva raccontarci.
In questi ultimi mesi non ci siamo né viste né sentite, ma sei sempre stata nei miei pensieri e quando ne ho avuto l’occasione ho sempre chiesto tue notizie. Tante volte pensavo “devo chiamare Angela”, ma poi, tra una cosa e l’altra, non l’ho mai fatto, e di ciò non smetterò mai di pentirmi. Mi auguro, ma non potrò mai saperlo, che tu non abbia mai pensato che mi fossi dimenticata di te.
Da quando ho avuto la notizia che te ne eri andata, mi sono venuti in mente tanti momenti passati insieme. Quando ci siamo conosciute, le tante lunghe telefonate un po’ a tutte le ore, le risate ma anche le discussioni… sì, perché non sempre la pensavamo allo stesso modo e ci siamo scontrate più di una volta, ma poi tutto passava e tornavamo amiche come prima. Quanto mi faceva arrabbiare quando mi dicevi “sei troppo giovane per capire”, poi ad un certo punto però hai smesso. Hai capito che era impossibile frenare la mia passione ed il mio spirito battagliero. Hai smesso di tarparmi le ali permettendomi di spiccare il volo e, anzi, hai fatto il tifo per me. Eri così orgogliosa della strada che avevo fatto e non mancavi mai di dirmelo.
Spero che, ovunque tu sia ora, non smetterai mai di vegliare su di me.
La nostra Associazione ha un patrimonio umano straordinario rappresentato da chi, con esperienza, capacità, generosità e cuore, ci indica la strada per vivere la nostra disabilità con consapevolezza e serenità.
Luciano Lanfranchi, classe 1935, ha sempre manifestato, con la sua vita intensamente goduta e con lo spirito di intraprendenza, che gli ha permesso di raggiungere traguardi importanti nella musica, la meraviglia dei propri successi personali.
Insegnante per 46 anni in tutti gli ordini di scuola fino al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, è stato per i suoi allievi un impareggiabile maestro di vita.
La sua formazione straordinaria, che gli ha consentito di raggiungere livelli di alta professionalità, facendo concerti pianistici in tutto il mondo, era caratterizzata da qualità impareggiabili: la grande modestia e la generosa disponibilità verso chiunque.
La sua cultura enciclopedica in campo musicale era un bagaglio smisurato, che sapeva dispensare a tutti con semplicità e straordinaria comunicativa.
Io l’ho conosciuto entrando nel nostro sodalizio nel 2009, ma lui apparteneva a questa nostra prestigiosa Unione fin dal 1953, essendovi entrato a 18 anni e rimanendovi ininterrottamente legato fino alla fine, amandola intensamente.
Ha vissuto tutte le pagine più importanti della nostra storia associativa, sin da giovane, con straordinario senso di appartenenza e di rispetto.
Conoscere Luciano è stato un grande dono poiché, attraverso le sue esperienze prodighe di insegnamenti e di consigli pratici, mi ha offerto il rapporto con la cecità come qualcosa di accettabile e produttivo.
Mi ha prospettato un cammino da intraprendere con grande tranquillità, accogliendo le sfide della quotidianità in modo propositivo.
Infaticabile tra le sue note e le sue melodie trovava sempre il tempo per un moto di spirito e per la capacità di sorridere piacevolmente.
Luciano ci ha lasciati nel mese di novembre, il giorno precedente il suo ottantasettesimo compleanno, ma lo animavano una grande gioia di vivere e una capacità di stupirsi per ogni incanto della vita, questa nostra vita che diventa meraviglia se la si ama intensamente in ogni suo aspetto, proprio come lui ha sempre suggerito.
Grazie Luciano per tutto quello che ci hai lasciato dal profondo del tuo cuore, nelle innumerevoli occasioni di saggezza e di affetto, che hai saputo dispensare con impareggiabile grandezza d’animo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti.
A iniziativa di due amici – Carlo Piccini e Fabrizio Alberti -, in ricordo dell’amico scomparso il 2 maggio 2022, il libro di poesie “Fra la pioggia e il cielo” di Marino Tambuscio è ora disponibile in braille. L’opera consiste in un volume braille di circa 40 fogli (80 pagine) e raccoglie 40 poesie.
Nel corso della sua attività letteraria, Marino Tambuscio ha preso parte a svariati concorsi di poesia: fra i più significativi si cita il Premio Montale che lo ha visto primo classificato assieme ad altri poeti per l’opera inedita e il premio Leonforte col medesimo risultato. Nel 1998, presso l’editore Sabatelli, ha pubblicato la raccolta “Fra la pioggia e il cielo” (ora disponibile in braille). Presso l’editore Cheiwiller, nel 1994 è uscita la sua silloge “Sole d’Inverno” (nell’antologia dei primi classificati al Premio Montale dello stesso anno).
Le persone interessate a ricevere l’opera, possono contattare Carlo Piccini scrivendo all’indirizzo carpiccini@alice.it o chiamando il 328-8143651. Si chiede solo un piccolo contributo per coprire i costi di produzione.
Volgere un pensiero al professor Vito Romagno è operazione articolata; articolata come la sua personalità, di levatura eccelsa, depositaria di un’enciclopedica preparazione, non disgiunta da una spiccata umanità: il tutto strutturato attorno a una mente lucida e a un Cuore appassionato. La mente e il Cuore, già … La mente e il Cuore di un dirigente competente, colonna di una UICI animata da valori, principi, sogni e obiettivi aventi come fine ultimo la piena realizzazione e la felicità di ogni cieco, di ogni ipovedente. Valori, principi, sogni e obiettivi che saranno sempre parte del nostro cammino associativo e che faranno del professore Romagno una presenza concreta e una guida imperitura nel nostro orizzonte esistenziale …Certamente mancherà: mancherà all’UICI, alla sua famiglia, ai suoi amici … E mancherà alla Calabria, la cui compiuta realizzazione necessita di figure connotate da tale spessore. Mancherà fisicamente, il professore … La sua presenza si sostanzierà nel lascito morale e culturale che non conoscerà tramonto! Ed egli, il caro amico Vito, con la sua cultura, col suo acume, con la sua autorevolezza, sarà ancora con noi, per rendere sempre più proficua la nostra missione di solidarietà e inclusione. Egli continuerà a regalare nuova luce alle nostre esperienze e al nostro servizio nell’UICI: la luce della conoscenza e, in un’ottica aperta alla società nel suo complesso, della comprensione verso una realtà, quale quella della disabilità, la cui integrazione nel consesso sociale è condizione essenziale del pieno sviluppo valoriale della dimensione umana.
Ciao, carissimo Professore, e Grazie… Per sempre, per tutto!
È venuto a mancare il nostro caro amico Cav. Josef Stockner, Presidente Onorario della Sezione Alto Adige dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS/APS, e fino al 2015 Presidente della stessa. Deceduto all’ospedale di Bressanone, Josef Stockner aveva 82 anni e negli ultimi mesi purtroppo il suo stato di salute era peggiorato notevolmente.
Dal 1968, e per 47 anni, ha ricoperto la carica di Presidente Sezionale UICI Alto Adige. Dal 2015 al 2020 ha continuato la sua preziosa collaborazione come membro del Consiglio Sezionale. Lui stesso cieco dall’infanzia, si è sempre impegnato instancabilmente per portare avanti l’attività dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti a livello provinciale, regionale e nazionale. Il suo impegno è sempre stato indirizzato a migliorare la vita quotidiana delle persone con disabilità visiva e la loro integrazione sociale. Oltre al lavoro all’interno dell’UICI, era anche attivo in diverse altre Associazioni per le persone con disabilità visive e con disabilità in generale in ambito socio-culturale e sportivo.
Cav. Josef Stockner, per più di mezzo secolo, ha svolto un ruolo decisivo nell’ambito sociale in Alto Adige e oltre.
Anche il Direttore degli Uffizi Schmdt lo ha ricordato con affetto e stima, perché Antonio era abituato a parlare con tutti. Con il Direttore degli Uffizi, con il Sindaco, l’Assessore o il Presidente di Regione, con l’ultimo dei portieri o il barista tra una riunione e l’altra. Aveva parole affettuose e tanta ironia sempre, anche quando la maggioranza delle persone si abbandonano e diventano tristi. Era uno spettacolo quando si rapportava e scherzava con i bimbi alunni e se poi si metteva a parlare il Tosco pugliese, splendido! Ma non si offendano gli amici foggiani, ormai era più toscano e ci teneva anche molto ad esserlo, ma solo perché era la terra di Dante ma anche di La Pura. E lui, internazionalista per convinzione, non poteva che essere vicino a chi aveva una visione Umanitarista dei rapporti tra le persone e gli Stati. Da qui ecco la sua spasmodica ricerca e curiosità delle diversità culturali. Stamani mi ha chiamato la mamma di uno dei nostri soci di lingua russa e il suo primo incontro con il ragazzo fu uno spasso: la mamma si era allontanata un attimo e, al ritorno, sentiva i due ridere e scherzare parlando il russo. Un giorno, ricordo bene, entrai al Territoriale di Firenze e mi disse di aspettare qualche minuto e continuò a parlare in cinese! Questo era Antonio Quatraro, il “Maresciallo” per la UICI. Qualche volta mi ha fatto anche un po’ arrabbiare, ma subito dopo mi veniva da sorridere vedendo lui che rispondeva sempre con ironia e con quel bel sorriso: era quasi impossibile tenergli il broncio. Poi questo suo atteggiamento, quasi compulsivo, nella ricerca della quiete e del compromesso tra diversi modi di vedere una questione, qualche volta lo faceva passare per opportunista o non decisionista, ma sono convinto, e lo resto, che erano solo gli effetti collaterali del desiderio interiore di ricercare l’accordo con il prossimo, perché non amava i contrasti e litigare. Antonio era un bellissimo biglietto da visita per la UICI: uomo di cultura, un gran bell’esempio di integrazione. Mi diceva sempre che bisognava fortemente continuare sulla strada della prevenzione, quale esempio dell’altruismo della nostra Associazione. Come si poteva non dargli ragione? Ed è quello che da tempo abbiamo fatto insieme a lui. Sono felice caro Antonio di averti conosciuto già quando eri “il Prof” qualche anno fa, ma anche immensamente triste. Pensare che solo ieri ci siamo scambiati dei messaggi mail e ci eravamo dati appuntamento a Roma per il 5 Aprile. Oggi mi hanno chiesto i nominativi dei partecipanti. Sai, avrei una grande voglia di dare anche il tuo nome. E chissà, forse facendo finta di sbagliare lo potrei anche fare! Un abbraccio caro a Sandra, la sua compagna di sempre e a te caro Antonio, grazie per tutto. Da te vorrei avere imparato la leggerezza; ci sto ancora provando e, sai, qualche volta pure ci riesco. Ciao caro Amico, mancherai davvero, proprio davvero.