Un saluto ad Antonio Quatraro

Autore: Giorgio Ricci

Anche il Direttore degli Uffizi Schmdt lo ha ricordato con affetto e stima, perché Antonio era abituato a parlare con tutti. Con il Direttore degli Uffizi, con il Sindaco, l’Assessore o il Presidente di Regione, con l’ultimo dei portieri o il barista tra una riunione e l’altra. Aveva parole affettuose e tanta ironia sempre, anche quando la maggioranza delle persone si abbandonano e diventano tristi. Era uno spettacolo quando si rapportava e scherzava con i bimbi alunni e se poi si metteva a parlare il Tosco pugliese, splendido!  Ma non si offendano gli amici foggiani, ormai era più toscano e ci teneva anche molto ad esserlo, ma solo perché era la terra di Dante ma anche di La Pura. E lui, internazionalista per convinzione, non poteva che essere vicino a chi aveva una visione Umanitarista dei rapporti tra le persone e gli Stati. Da qui ecco la sua spasmodica ricerca e curiosità delle diversità culturali. Stamani mi ha chiamato la mamma di uno dei nostri soci di lingua russa e il suo primo incontro con il ragazzo fu uno spasso: la mamma si era allontanata un attimo e, al ritorno, sentiva i due ridere e scherzare parlando il russo. Un giorno, ricordo bene, entrai al Territoriale di Firenze e mi disse di aspettare qualche minuto e continuò a parlare in cinese! Questo era Antonio Quatraro, il “Maresciallo” per la UICI. Qualche volta mi ha fatto anche un po’ arrabbiare, ma subito dopo mi veniva da sorridere vedendo lui che rispondeva sempre con ironia e con quel bel sorriso: era quasi impossibile tenergli il broncio. Poi questo suo atteggiamento, quasi compulsivo, nella ricerca della quiete e del compromesso tra diversi modi di vedere una questione, qualche volta lo faceva passare per opportunista o non decisionista, ma sono convinto, e lo resto, che erano solo gli effetti collaterali del desiderio interiore di ricercare l’accordo con il prossimo, perché non amava i contrasti e litigare. Antonio era un bellissimo biglietto da visita per la UICI: uomo di cultura, un gran bell’esempio di integrazione. Mi diceva sempre che bisognava fortemente continuare sulla strada della prevenzione, quale esempio dell’altruismo della nostra Associazione. Come si poteva non dargli ragione? Ed è quello che da tempo abbiamo fatto insieme a lui. Sono felice caro Antonio di averti conosciuto già quando eri “il Prof” qualche anno fa, ma anche immensamente triste. Pensare che solo ieri ci siamo scambiati dei messaggi mail e ci eravamo dati appuntamento a Roma per il 5 Aprile. Oggi mi hanno chiesto i nominativi dei partecipanti. Sai, avrei una grande voglia di dare anche il tuo nome. E chissà, forse facendo finta di sbagliare lo potrei anche fare! Un abbraccio caro a Sandra, la sua compagna di sempre e a te caro Antonio, grazie per tutto. Da te vorrei avere imparato la leggerezza; ci sto ancora provando e, sai, qualche volta pure ci riesco. Ciao caro Amico, mancherai davvero, proprio davvero.