Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale – MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VULCI – Inaugurazione

Località Castello della Badia, Parco Naturalistico Archeologico di Vulci

Mercoledì 29 giugno 2016, ore 11.00

Il 29 giugno riapre al pubblico il Museo Archeologico Nazionale di Vulci, completamente rinnovato nel suo allestimento.

Il Museo, ospitato nel monumentale Castello della Badia, risalente nella sua prima fase al IX secolo, venne istituito nel 1975 e divenne da subito un efficace presidio di controllo del territorio contro gli scavatori clandestini, che in quegli anni depredavano sistematicamente le importanti necropoli della Maremma laziale. Nel 1999, con la sottoscrizione della Convenzione Stato – Enti Locali, si raggiunse un altro importante traguardo: la costituzione del Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, una delle prime esperienze di questo tipo in Italia.

Oggi il Museo del Castello della Badia si presenta con una veste nuova: un Museo per il territorio e un luogo accogliente per i vari tipi di pubblico, dai bambini agli anziani, alle famiglie, alle scuole e ai diversamente abili, senza rinunciare a soddisfare le esigenze degli specialisti. Il percorso museale ripercorre i secoli di storia della città e racconta i diversi aspetti della vita degli Etruschi di Vulci: uno spaccato di campo di urne del IX secolo a. C., le sfarzose camere funerarie dei principes dell’Orientalizzante, la ricostruzione del porto marittimo di Regisvilla fino ad arrivare alle botteghe artigianali di IV secolo a. C.  Sale con colori luminosi e vetrine dotate di un fondale con illustrazioni ad acquarello creano un’esperienza di visita accogliente e suggestiva. Due installazioni multimediali, inoltre, rendono il pubblico partecipe dell’attività che gli archeologi svolgono per restituire alle comunità l’identità culturale di un territorio, a partire dal momento dello scavo e successivamente del restauro e del recupero del patrimonio.
Una App gratuita di narrazione culturale e turistica consentirà anche, grazie alla collaborazione con izi.travel, di inserire Vulci nelle proposte di viaggi offerte ad un pubblico internazionale, stimolando così l’interesse per questo territorio da parte dei viaggiatori di tutto il mondo amanti della natura e dell’arte.

Il Museo, che ancor più nella sua veste rinnovata si pone in un dialogo diretto con le altre risorse culturali e paesaggistiche del Parco Naturalistico Archeologico di Vulci e con i territori della Maremma laziale, intende così riaffermare i valori di una cultura che è un diritto costituzionalmente garantito per tutti e diventare un riferimento preciso per un progetto di sviluppo del territorio pienamente compatibile e condiviso con le comunità locali.

All’inaugurazione sarà presente il Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo on. prof. Antimo Cesaro.

L’emozione “unica” dei libri tattili illustrati, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Nelle mie vesti di Presidente di giuria della Terza edizione del Concorso di editoria tattile “Tocca a te”!, organizzato dalla Federazione Pro Ciechi e dalla Fondazione Hollman e tenutosi nel Luglio 2015 presso la bella ed ospitale Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ho avuto modo di conoscere la brava e “frizzante” esperta di libri tattili per bambini, Dott.ssa Laura Anfuso.

Presentazione di Laura Anfuso, studiosa, formatrice ed esperta di letteratura per l’infanzia.
Laura è una studiosa seria, pacata e dall’etica salda, una ricercatrice meticolosa, una sperimentatrice sensibile e appassionata che pone al centro della sua attività di promozione alla lettura il Bambino in quanto Persona da ascoltare e rispettare sempre. Tutto ciò che fa, lo fa con cura, grazia, impegno.

Di seguito un suo contributo davvero “stimolante” e ricco di spunti di riflessione per tutti coloro che si occupano di letteratura per l’infanzia e della promozione della lettura per bambini.
L’intervista è stata rilasciata all’esperta del settore, Dott.ssa Tamberlani che ha chiesto allo scrivente di volerla cortesemente divulgare a tutti i nostri soci ed ai genitori dei nostri bimbi, anche tramite la nostra stampa associativa.
Non mi resta che ringraziare immensamente la Dott.ssa Tamberlani per la gentile concessione ed augurarVi buona lettura.

Leggere è far emergere i colori del Bambino. Intervista a Laura Anfuso:
Qual è il valore della lettura ad alta voce? Perché, secondo Laura Anfuso, è importante leggere ai bambini?
Credo che la lettura ad alta voce sia un valore quando vengano rispettate la dignità del Bambino e le potenzialità del libro, quando la lettura rivela il progetto etico, la cura (per esempio, per quanto concerne la scelta del libro, il luogo in cui la lettura viene fatta, le modalità con cui viene proposto il libro, la relazione che è in grado di creare l’adulto mediatore tra il libro e il bambino, tra il libro, il bambino e i genitori, tra il libro e il gruppo di bambini, ecc.).
Per me, leggere ad alta voce ai bambini è importante perché sollecita il loro desiderio diesplorazione e di scoperta, sviluppa la costruzione autonoma di un’immagine del mondo e di se stessi, favorisce la conoscenza di qualcosa di cui non sapevano di aver bisogno, nutre la capacità di dare un nome ai sentimenti, consente l’espressione libera e consapevole delle emozioni, nutre il bisogno di silenzio, di ascolto, di accoglienza reciproca, di un confronto aperto con gli altri.
Leggere per me è ascoltare, è accogliere la Persona che sta crescendo, agire come una sorta di moltiplicatore di opportunità di esperienze per il Bambino, destare il suo stupore, suscitare la sua curiosità, offrirgli un’esperienza che possa risultare significativa dal punto di vista emotivo, come pure da quello cognitivo.
Leggere è far emergere i “colori”, favorire la costruzione dell’identità attraverso la consapevolezza dei “colori”. Ho sempre letto e continuerò a leggere la poesia di Shel Silverstein che per me rappresenta una sorta di epigrafe irrinunciabile:
Colori
La mia pelle ha un color di terragiallastro-rosa-bianco; i miei occhi sono grigio-blu sul verde, e antracite quando sono stanco.
Ho i capelli rosso-biondo-bruni, e se li bagno sembrano argentati… Ma i colori, i colori che ho dentro, ancora non li hanno mai inventati.
Shel Silverstein
Leggere ai bambini in famiglia: quando iniziare? Come farlo? Quali letture proporre ai propri figli?
In realtà, nei miei corsi (corsi per future mamme e corsi di sostegno alla genitorialità) ho sempre invitato i futuri genitori, soprattutto le future mamme, a leggere ad alta voce quando il bambino/la bambina/i bambini era/erano ancora in grembo. L’apparato uditivo comincia a svilupparsi intorno all’ottava settimana di gravidanza. Dalla sedicesima settimana di gestazione in poi il feto reagisce agli stimoli sonori, in modo particolare alle voci umane. Tra le ventiquattro e le ventotto settimane di gestazione l’udito è completo. Alcuni studi hanno dimostrato che il bambino nella pancia della mamma non solo è in grado di riconoscere i suoni, ma anche di ricordarli. La voce della mamma, già ascoltata più volte, sarà riconoscibile, quindi rassicurante per il bambino, anche nel momento delicato in cui verrà alla luce.
Dal momento della nascita, sarà poi importante continuare a prendersi cura del bambinocon i canti, le ninnenanne, le filastrocche già proposti durante la gravidanza, anche con cose nuove, sperimentando in modo costante le possibilità della lettura. I libri dovranno essere proposti dopo un’accurata selezione, in modo diverso (i libri non sono tutti uguali!) e graduale (nel rispetto dei tempi del Bambino), studiando sempre le modalità attraverso le quali il Bambino risponderà alle diverse proposte di lettura.
Ogni bambino è una Persona e deve essere rispettato, stimolato senza gratuite forzature o assurde pretese di una precoce adultizzazione. Spesso i libri indicati per la primissima infanzia sono adatti ai bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni. Inoltre, molti libri non vengono progettati in modo coerente per quanto concerne il formato del libro, o il codice verbale, o l’apparato iconico-grafico nella sua interezza, ecc.
Un altro aspetto che meriterebbe una certa attenzione è la qualità artistica delle illustrazioni di molti libri per bambini. Poiché colpiscono gli adulti, vengono acquistati e proposti al bambino piccolissimo come se quest’ultimo avesse già sviluppato un’alfabetizzazione iconica consona al godimento di quelle immagini e un’adeguata capacità di lettura critica della polisemia a cui esse rimandano.

Leggere a un gruppo di bambini: qual è la tua esperienza in questo ambito? Cosa significa leggere a un gruppo di bambini per te? Quali aspetti vanno curati, quale formazione e sensibilità sono necessarie?
Ho avuto la fortuna e il privilegio di leggere a bambini diversi in luoghi molto diversi: nel nido, a scuola (in classe, in palestra, nel teatro, nel cortile), in parrocchia (oratorio), all’università, in biblioteca, in libreria, in ludoteca, nel museo, in luoghi aperti nell’ambito di alcuni festival (sul palco in piazza, ecc.), nelle fiere, in ospedale, anche in una scuola-tenda e in una scuola-container a L’Aquila, dopo il terremoto, e ogni esperienza mi ha dato tantissimo. Certe cose non si imparano solo leggendo i libri. Sono cresciuta grazie all’interazione affettiva e culturale che ogni volta si è sviluppata con tempi e modalità diverse perché non esiste il gruppo di bambini, esistono i bambini, anzi esiste il Bambino. E ogni Bambino ha la sua personalità, il suo carattere, la sua storia, il suo vissuto, ecc.
Ogni volta, ho cercato di sapere qualcosa dei bambini a cui avrei dovuto leggere, del luogo in cui si sarebbe svolto il laboratorio, ho studiato e “ri-cercato” i libri e poi ho selezionato quello che mi sembrava più giusto proporre in quel momento, valutando anche diversi aspetti (l’età dei bambini, il percorso svolto dai bambini prima del mio intervento, il tema del libro, il contesto, ecc.).
Credo che la formazione, l’esperienza e la sensibilità siano aspetti fondamentali, irrinunciabili. Non credo che l’entusiasmo e il cuore possano contribuire a creare eventi significativi dedicati alla lettura, né penso che possa giovare alla promozione dei libri la confusione che un approccio di questo tipo sta contribuendo a creare nell’ambito dell’animazione alla lettura. Sembra che ci sia un’unica ricetta per realizzare l’animazione alla lettura e libri diversi tra loro vengono proposti nello stesso modo, come se questo fosse possibile. Molti libri hanno bisogno di silenzio, di silenzio sensibile, di tempo mediato, e, quando vengono usati in un certo modo, risultano solo sviliti, mortificati nelle potenzialità ed originali peculiarità che li contraddistinguono.
La formazione deve essere continua, deve sviluppare un continuo dialogo tra la ricerca e la sperimentazione, con uno sguardo ampio, pronto a cogliere gli stimoli che possano arrivare da letture diverse (saggi, poesia, teatro, arte, ecc.), dai viaggi, da un attento e costante esame della produzione mondiale per bambini, come pure dal ricco confronto con la disabilità. Essa ci regala la possibilità di spostare lo sguardo, di nutrire il desiderio di “ri-cercare” una “LETTURA” che possa rappresentare un valore per tutti, da condividere.
Come ti prepari a una lettura ad alta voce a un gruppo di bambini? Cosa determina, a tuo avviso, la buona riuscita di una lettura di gruppo?
Se posso, vado a vedere il luogo in cui dovrò leggere. Cerco di sapere il più possibile, di preparare l’accoglienza, di conoscere il libro molto bene in modo da poter leggere soprattutto gli occhi dei bambini, di essere più centrata sul loro ascolto, di essere disponibile e pronta ad aggiustare il tiro in ogni momento, a curare la delicata compresenza degli insegnanti o dei genitori.
Per me è anche importante il silenzio, leggere nel silenzio, leggere il silenzio apparente, creando pause di silenzio, per far emergere lo spazio interiore, la parola che stava appesa alle labbra, lì lì per essere detta, quella parola che, finalmente pronunciata o ascoltata, sarà attesa e rivelazione nel medesimo tempo.
Sento che il laboratorio ha avuto un senso quando, dopo la lettura, emerge la Voce del Bambino, anche quando, in un laboratorio successivo, mi ricordo delle osservazioni del Bambino, di come le parole del Bambino abbiano “compiuto” il Libro e la Lettura.
Un libro per bambini è di qualità se…
…guarda al Bambino con rispetto, se guarda ai bisogni profondi del Bambino, se si occupa delle relazioni che il Bambino pone in essere con se stesso e gli altri. In questo senso, la relazione deve essere vista sempre nel duplice aspetto di rapporto uomo-natura e di rapporto uomo-uomo, del Bambino nel suo essere insieme realtà naturale e realtà culturale-sociale.
Quali libri ami particolarmente?
Ci sono libri che presentano un equilibrio perfetto, che hanno il sapore unico della poesia, che spostano lo sguardo dal torpore dell’abitudine e dell’omologazione. Sono quelli i libri che amo, quelli a cui ho bisogno di ritornare sempre, quelli su cui posso lavorare con modalità diverse, con adulti e con bambini, quelli da cui attingere per la conduzione di corsi di formazione, quelli che io definisco irrinunciabili. Non posso citarli tutti, ma alcuni libri rappresentano, nello stesso tempo, un valore da condividere e da custodire in silenzio comeFammi una domanda! 108 domande per parlare un po’ insieme (Nuove Edizioni Romane, 2005), Sera d’inverno (Bohem Press Italia), L’isola (Orecchio Acerbo Editore),Io, tu, le mani (il libro con il quale Marcella Basso ha vinto due premi: Premio Miglior Libro Italiano, Concorso Tocca a te! 2015 e Premio Internazionale Typhlo & Tactus 2015), anche A cloud e Kakéra. Histoire d’un petit morceau (Les Trois Ourses), due doni della sensibilità artistica di Katsumi Komagata.
Puoi parlarci dei laboratori che conduci legati al TATTO e dell’impiego che fai dei libri tattili illustrati?
Mi occupo da tempo di Educazione al Tatto e ho cominciato a sperimentare i libri tattili illustrati quando erano ancora ignorati da molti, anche tra gli addetti ai lavori. Li ho cercati, acquistati, toccati più volte, analizzati, “ri-cercati”, confrontati, soprattutto alla luce delle potenzialità che emergevano attraverso la conduzione di laboratori con modalità diverse e in contesti differenti per bambini, ragazzi e adulti. La mia ricerca è stata anche sollecitata dall’esperienza preziosa di cui ho potuto godere in qualità di membro della Giuria Senior in tutte e tre le edizioni del Concorso Italiano di Editoria Tattile Illustrata “Tocca a te!”(Padova, 17 giugno 2011; Genova, 20-22 settembre 2013; Reggio Emilia, 19-21 giugno 2015), il concorso organizzato dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi in collaborazione con la Fondazione Robert Hollman, per sostenere e promuovere l’editoria tattile e per stimolare la creazione, la produzione e la diffusione di libri tattili illustrati a livello nazionale.
I libri tattili illustrati hanno rappresentato la possibilità di sperimentare il buio, di far sperimentare il buio, di ideare percorsi al buio che potessero contribuire a sviluppare il tatto e a prendere coscienza delle possibilità del tatto. Uno degli articoli che ho scritto e, a cui tengo molto, è quello dal titolo Educare al tatto: l’importanza del buio che figura nel N. 1 della rivista “LG Argomenti” (gennaio-marzo 2013), pp. 40-46.
Tanti bambini, ragazzi e adulti hanno vissuto i laboratori come se nel buio potessero finalmente “scoprirsi”, porsi in una dimensione di ascolto profonda ed inedita. Per loro è stato anche importante soffermarsi sulle potenzialità del tatto attraverso l’esplorazione di materiali, forme e textures diversi. Per esempio, è stata una piacevole rivelazione la scoperta dei differenti aspetti che la carta può assumere, in seguito alla manipolazione, e la possibilità di soffermarsi sulla differenza non trascurabile tra superficie e texture attraverso la comparazione di materiali diversi. In questo senso, l’esplorazione tattile sensoriale è stata stimolata anche dalla sperimentazione della varietà dei libri tattili illustrati proposti.
Ricerca, sperimentazione e consapevolezza sono cresciute insieme nel tempo. Con alcunilibri tattili illustrati ho realizzato dei progetti concernenti la maternità, altri mi hanno permesso di sviluppare una riflessione sul tatto e sulle sue potenzialità nella conduzione di laboratori per educatori del nido. Certi libri mi hanno permesso di ideare originali laboratori dedicati alla scrittura creativa; alcuni sono stati valorizzati da un dialogo suggestivo della musica con la poesia a cui ho voluto dar vita. Questo solo per dire che la consapevolezza delle potenzialità del tatto e l’analisi dei libri tattili illustrati mi hanno aperto la strada della ricchezza della molteplicità e sollecitato la capacità di ideare esperienze al buio che potessero essere significative per persone vedenti, non vedenti, anche disabili.
Per questo motivo, ho continuato a sottolineare l’importanza di una Educazione al Tatto e a creare una riflessione sul tatto attraverso la sperimentazione del buio e mirati interventi di sviluppo e valorizzazione dell’Educazione Sensoriale.
I libri tattili illustrati sono di difficile classificazione, spesso introvabili e richiedono una ricerca e una formazione ampia (dalla pedagogia alla psicologia, ecc.), la volontà di mettersi continuamente in gioco e in discussione, di confrontarsi con la persona non vedente (bambino e adulto), di guardare in modo ampio ad alcuni mirati espedienti tecnici e alle soluzioni artistiche la cui originalità, rispettosa ed inclusiva, valorizza il tatto e rende giustizia alla sua complessità. Significative esplorazioni tattili sensoriali sono per me quelle in grado di far prendere coscienza all’individuo di quanto il tatto possa stimolare la sua voglia di conoscere e di conoscersi, di come il tatto possa nutrire il linguaggio e le possibilità della relazione fra gli esseri umani (sviluppo della spiritualità).
Ci puoi parlare del tuo lavoro di scrittura nell’ambito dei libri d’artista?
Ricerco, seleziono, colleziono e, soprattutto, sperimento da tempo anche i libri d’artista. Sono libri preziosi su cui mi piace soffermarmi, che uso per cullare i miei occhi, libri da cui parto o prendo spunto per condurre seminari, laboratori, anche corsi di formazione. Il libro d’artista è per me quel mondo vasto, aperto, in cui fa nido la poesia, in cui il lettore si perde all’inizio per ritornare a vibrare, a rinnovarsi, come se quell’opera così speciale, unica, originale avesse saputo scuoterlo dal torpore dell’abitudine. Il libro d’artista è per me una ricerca che sollecita un’altra ricerca, è una sfida, una provocazione brillante, un invito al viaggio, un inno alla vita, un omaggio al mutamento, alla trasformazione, alla differenza, alla molteplicità.
Non sono autrice di libri d’artista, ma di poesie, ed è recente la collaborazione con Le MagnificheEditrici che ha visto la nascita di Parola e di Libro (Collana “LettereinParola”). I miei acrostici poetici sono stati interpretati da Le MagnificheEditrici (Manuela Marchesan e Laura Bertazzoni) che hanno progettato ed ideato due libri d’artista originali, in grado di conquistare la sensibilità di molti. Abbiamo già realizzato due presentazioni che mi hanno offerto molto nel senso di un confronto che è umano, culturale ed artistico insieme: una a Roma, il 13 novembre 2015, presso i locali della casa editrice Empiria, con il Poeta Elio Pecora e l’altra a Firenze, il 12 febbraio 2016, presso la Galleria/Atelier Cartavetra di Brunella Baldi. E andremo anche in altre città in cui i libri hanno destato curiosità ed interesse.
Per quanto concerne il testo, ci tengo a sottolineare che l’acrostico è stata una possibilità, una strada che ho voluto attraversare per trovare, nella sintesi, la pienezza. Dopo tante letture, anche tante esperienze al buio, mi sono affidata alla mia mente senza “costringere” le parole a volersi piegare ad un significato rigido, imposto come tema. Mi sono immersa nella mia mente, per combinare le parole come se fossero autonome di dire quello che sanno esprimere. L’acrostico è un gioco a cui mi abbandono, una sfida piacevole. Continuo a “ri-cercare” le parole, a sentirle, a esplorarle, a scuoterle in modo da “cullare” i significati che si vanno di volta in volta svelando, plasmando, riscoprendo. Anche per questo, sono felice che i miei acrostici siano “diventati” libri d’artista, un “corpo poetico” che accoglie il respiro di parole che non si fermano, che continuano ad essere se stesse pur rimandando ad altro, che richiedono tempo per svelare la magia di cui sono custodi. Perché, per rivelare tutto quello che sanno o che possono dire, la superficie di una pagina bianca sarebbe risultata troppo stretta, soffocante, un limite. Certe parole hanno bisogno di spazi ampi di visione, di percezioni dilatate, di essere lette, attraversate, “toccate con mano”, manipolate, percepite attraverso tutti i sensi per essere comprese, per “ri-comporre” la polifonia di voci a cui si schiudono generose.

Visite guidate tutti i week end mostra VISIONI ANIMALI

Sculture d’Arte Contemporanea dal 25 giugno al 4 settembre 2016
Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Ancona

ANCONA – I Servizi Educativi del Museo Tattile Statale Omero propongono un ciclo di visite guidate tutti i week end, dal 25 giugno al 4 settembre, alla favolosa mostra VISIONI ANIMALI. Sculture d’Arte Contemporanea alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
Ogni sabato alle ore 17 e ogni domenica alle ore 11 guide esperte condurranno i visitatori nella magia e nel fascino di un grande zoo organizzato da Antonello Rubini: 57 animali di ogni specie, appartenenti ai regni della terra, delle acque e del cielo realizzati da scultori italiani dal 1938 ad oggi: da Bodini a de Chirico, Cucchi, Fazzini, Martini, Trubbiani, Ceccobelli fino a Nanni Valentini e Giosetta Fioroni.
Una “galleria onirica” come scrive Simone Dubrovic, autore di un testo in catalogo, dove “gli animali riconducono l’uomo a se stesso”; “Animali imbizzarriti, sofferenti, mutati in esemplari mai visti, terrorizzanti e aggressivi o prosciugati, ridotti a gusci senza nulla dentro, involucri fragilissimi pronti ad essere disintegrati in un istante, senza lasciare, di sé, nemmeno le tracce del proprio fantasma.”
Una mostra straordinaria anche per ulteriore valore aggiunto: la possibilità di toccare le sculture e l’occasione unica di sperimentare la “ricca varietà dei materiali, ciascuno dei quali parla con una voce che soltanto le mani sono in grado di ascoltare”, come scrive Aldo Grassini, Presidente del Museo Omero.

VISITE GUIDATE
Tutti  i week end dal 25 giugno al 4 settembre
sabato ore 17 e domenica ore 11
Costo visita guidata: 4,00 euro a persona; gruppi (minimo 10 persone) 3,70 euro a persona; gratuito: disabili e rispettivi accompagnatori.
Info: tel. 071 2811935 – info@museoomero.it

VISIONI ANIMALI
Sculture d’Arte Contemporanea
Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28 – 60121 Ancona
Ingresso mostra: libero.

www.museoomero.it
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locandina Visioni Animali

locandina Visioni Animali

Riparte doppio senso: percorsi tattili alla collezione Peggy Guggenheim

Il tatto è il senso del corpo intero.
Lucrezio
Grazie al grande successo di Doppio Senso. Percorsi Tattili alla Collezione Peggy Guggenheim, innovativo progetto con il quale, nell’autunno del 2015, Palazzo Venier dei Leoni ha aperto il proprio patrimonio artistico al pubblico con disabilità visive, iniziando un processo di sensibilizzazione alla conoscenza dell’arte attraverso il tatto, oggi il museo veneziano è lieto di annunciare un nuovo ciclo di appuntamenti. A partire dal 25, 26 giugno, con cadenza mensile, nell’arco di dodici mesi, una serie di visite guidate e laboratori per non vedenti, ipovedenti e vedenti, adulti e bambini, porterà i partecipanti ad approfondire ulteriori opere della collezione. Si tratta di un percorso che, dal figurativo all’astrazione, condurrà alla conoscenza e a una lettura inedita non solo degli artisti, ma anche delle avanguardie storiche amate e collezionate da Peggy.

In questa sua seconda edizione Doppio Senso prende il via da Studio per Piper (1965), di Mario Ceroli, opera della mostra temporanea Imagine. Nuove immagini nell’arte italiana 1960-1969, esposizione che, con la sua carica fortemente evocativa e immaginifica espressa già nel titolo, ben si colloca nel processo di formazione dell’immagine mentale in vedenti e non vedenti. Le percezioni acquisite dai fruitori man mano che l’analisi, anche di opere della collezione permanente, procede, si integrano progressivamente l’una con l’altra dando luogo a rappresentazioni mentali via via più ricche e complesse. Il progetto, ideato e curato da Valeria Bottalico, assume quest’anno una rilevanza culturale ancora più significativa per l’assoluta importanza dei singoli lavori analizzati che rappresentano i principali movimenti artistici del XX secolo. Saranno proposte per l’occasione più sequenze di lettura delle opere, per spiegarne i passaggi e favorire la ricreazione dell’immagine mentale, attraverso anche una pluralità di rimandi tematici, una graduale progressione dall’informazione base a quella più dettagliata. Alcune opere della collezione saranno riprodotte in rilievo per la fruizione tattile e accompagnate da schede tecniche descrittive redatte in Braille e in carattere grafico ad alta leggibilità. I testi delle schede saranno scaricabili in formato testo e audio all’interno della pagina dedicata al progetto, presente sul sito del museo nella sezione ‘accessibilità’, sia in italiano che in inglese. Come nel corso della prima edizione, al termine di ogni esplorazione tattile condotta da Valeria Bottalico è previsto un laboratorio, con l’artista non vedente Felice Tagliaferri, che aiuterà a consolidare l’immagine mentale formata dell’opera d’arte fruita.

Doppio Senso nasce con l’obiettivo di promuovere il ruolo sociale ed educativo del museo come luogo di incontro e di inclusione, nonché di valorizzare il suo immenso patrimonio culturale, rendendolo accessibile a tutti, in linea con la “mission” della Collezione Peggy Guggenheim, ovvero di contribuire alla conoscenza e alla diffusione dell’arte moderna e contemporanea in Italia e nel mondo.

Le visite e i laboratori seguiranno il seguente calendario, con un appuntamento al mese, il sabato dedicato agli adulti, la domenica ai bambini dai 6 ai 12 anni. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti, fino a esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni: doppiosenso@guggenheim-venice.it / tel. 041.2405401/444.
1° appuntamento: 25/26 giugno
2° appuntamento: 9/10 luglio
3° appuntamento: 24/25 settembre
4° appuntamento: 22/23 ottobre
5° appuntamento: 26/27 novembre
6° appuntamento: 17/18 dicembre
Doppio senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim è realizzato in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus, e gode del patrocinio di ICOM Italia (International Council of Museums). Il programma è reso possibile grazie al contributo di The Gordon and Llura Gund Foundation, Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz e Kirsh Foundation.
Valeria Bottalico è ricercatrice e formatrice nell’ambito dell’accessibilità museale e socio ICOM (International Council of Museums) Italia e membro delle Commissioni tematiche “Educazione e Mediazione” e “Accessibilità museale”. Collabora con diverse istituzioni museali e istituti scolastici per cui progetta e coordina attività educative con attenzione ai temi dell’accessibilità. Da cinque anni sta conducendo una ricerca dedicata alla mediazione e alla fruizione del patrimonio culturale per un pubblico di persone non vedenti e ipovedenti in chiave inclusiva.

Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente noto a livello internazionale e fondatore della Chiesa dell’Arte, scuola di arti plastiche. Le sue creazioni sono sculture “non viste”, che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili. Lavora con materiali diversi: creta, marmo, legno o pietra, ed è anche insegnante. La sua arte è stata definita da diversi esperti del settore “arte sociale” per l’impegno che caratterizza le sue mostre.

Irifor – Progetto “Impariamo divertendoci – Campo estivo per ragazzi disabili visivi”

A dimostrazione degli  incoraggianti risultati ottenuti con la realizzazione delle precedenti  edizioni  del campo estivo, quest’anno siamo giunti alla realizzazione della sua undicesima edizione. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Sezione Provinciale di Cagliari, in collaborazione con l’I.Ri.Fo.R. Sezione di Cagliari,  dal 1° all’11 settembre 2016 ha programmato l’attuazione , per l’undicesimo anno consecutivo, del progetto “Impariamo divertendoci – Campo estivo per ragazzi disabili visivi”. Si tratta di una vacanza estiva abbinata ad un intervento riabilitativo indirizzata  ad un gruppo di 10 ragazzi  minorati della vista, affetti  eventualmente anche da ulteriori deficit di lieve entità, di età compresa fra i 10 e i 25 anni. Il Campo si  svolgerà presso il residence “SA FIORIDA “, a Valledoria,   un piccolo comune in provincia di Sassari,  ubicato nel Golfo dell’Asinara, a nord di Castelsardo, con circa 20 chilometri di spiagge meravigliose, che uniscono le scogliere di Castelsardo alle rocce dell’Isola Rossa.

Sotto la supervisione di tecnici in orientamento e mobilità, iscritti all’albo  nazionale I.Ri.Fo.R. ed educatori con esperienza pluriennale, si svolgeranno varie e diversificate  attività individuali e di gruppo seguendo  un percorso educativo-riabilitativo, ma al contempo anche ricreativo, di socializzazione e di integrazione. Ogni partecipante avrà l’opportunità di sperimentare nuove possibilità per incrementare le proprie potenzialità e  trovare modalità alternative di espressione, di relazione e di comunicazione attraverso il prendersi cura di un sé, il gioco e il divertimento, lo stare all’aria aperta, il vivere esperienze stimolanti, lo stare insieme ad altri ragazzi.

 

Le iscrizioni sono aperte fino al 8 luglio 2016. Presso la Sezione di Cagliari sono disponibili il regolamento attuativo e il modulo di iscrizione.

Per info contattare la Sezione UICI di Cagliari tel. 070 523422 – fax 070 523613 – e-mail: uicca@uiciechi.it

La formazione specifica degli operatori del sostegno dei disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

In merito alla delicata questione della formazione professionale degli operatori del sostegno degli alunni/studenti con disabilità visiva, io e Luciano Paschetta, rispettivamente Direttore junior e senior centrali dell’I.Ri.Fo.R., nonché componenti il Network per l’Inclusione Scolastica, dopo lunga ed approfondita analisi dell’esistente, siamo giunti alle conclusioni seguenti: Prossimi dall’ottenere la tanto agognata “cattedra” di Tiflologia grazie all’indefesso ed instancabile impegno di Marco Condidorio e nelle more dell’istituzione di una vera e propria “specialistica” di Scienze tiflologiche, il Network per l’Inclusione Scolastica dell’UICI deve puntare ad un “modello formativo su due differenti livelli di grado successivo.
A) Master di I livello in “Assistente all’autonomia ed alla comunicazione per studenti disabili sensoriali (sordi e ciechi), od in alternativa in ”Educatore tiflologico”. La ratio di questa scelta è dettata dalla consapevolezza che, prima di formare l’esperto in scienze tiflologiche, ci sembra più semplice ed imminente nel tempo la possibilità del riconoscimento della “figura” dell’assistente alla comunicazione di alunni/studenti con disabilità sensoriale, in quanto tale profilo è già previsto dall’art. 13 comma c della 104 e la sua definizione è stabilita dalla più recente Legge 107.
Anche la spendibilità del titolo di “assistente alla comunicazione” risulta molto più concreta e tangibile, poiché l’”assistente” si trova ad operare, a differenza dell’esperto in scienze tiflologiche, non solo con i minorati della vista ma anche con gli allievi non udenti.

Tuttavia, dobbiamo essere anche realisti e prendere atto del fatto che finora, così come hanno operato gli assistenti alla comunicazione, probabilmente a causa del loro mancato riconoscimento da parte del MIUR, sono serviti a ben poco al percorso educativo e formativo ed al processo di inclusione degli studenti disabili visivi.

Troppo spesso, infatti, i nostri alunni hanno fatto i conti con una loro preparazione precaria, generalista ed improvvisata, trattandosi il più delle volte di ex volontari del servizio civile, di persone che hanno frequentato corsi di Braille o di Tifloinformatica di poche ore e dunque di operatori di semplice “informazione”, più che di formazione dei ragazzi minorati della vista.

Ed allora, cosa fare? O si organizzano dei corsi formativi “credibili ed efficaci, e l’I.Ri.Fo.R. è ultimamente in trattativa con alcune “autorevoli” Università per attivare un adeguato Master a loro rivolti, o forse sarebbe meglio, come suggerito da Marco Condidorio in occasione della scorsa riunione del 15 Giugno u.s. del nostro Network, profondere ogni nostra energia non per la formazione dell’assistente” alla comunicazione, ,ma a quella dell’“educatore tiflologico”.

Fermo restando che, la figura dell’educatore tiflologico” non intende eliminare quella dell’”assistente all’autonomia e comunicazione” istituita dalla 104, ma di migliorarne caratteristiche specifiche, professionali e operative e, ovviamente, di darle la giusta cittadinanza entro le scienze tiflologiche. Senza confonderne, tra l’altro, ruoli e occupazione professionale, rispetto all’esperto in scienze tiflologiche, per il quale pensiamo, invece, ad un secondo livello formativo.

Il Master di I livello per assistente alla comunicazione di studenti disabili sensoriali o quello ancora più specifico per Educatore tiflologico degli allievi con disabilità visiva si potrebbe articolare in 1500 ore e rivolgere ai laureati in tutte le discipline e naturalmente anche ai docenti di sostegno e curricolari in servizio.

Alla definizione del profilo dell’”assistente alla comunicazione” e dell’”educatore tiflologico e del relativo percorso formativo si sta lavorando alacremente in questi giorni durante le riunioni del Network per l’Inclusione Scolastica, che ha pure in animo di presentare un apposito DDL per ottenere il riconoscimento della qualifica dell’Educatore tiflologico e soprattutto dell’”Esperto in Scienze tiflologiche”.

B) Master di II livello in “Esperto in scienze tiflologiche”.
Al riguardo, partendo dall’esperienza “pilota” del Master dell’Unimol, voluto dal nostro Presidente Mario Barbuto e dal “visionario” membro della Direzione Nazionale Marco Condidorio, e dagli inevitabili accorgimenti ed aggiustamenti che stanno per essere apportati dal nostro Network, mi sono “sbilanciato” nello stilare e definire il profilo ed il percorso formativo dell’esperto in scienze tiflologiche, che di seguito riporto, nella speranza che possa diventare il “modello” di riferimento nazionale per tutte le Università italiane

Profilo professionale.

La definizione utilizzata a livello internazionale di “esperto nelle scienze tiflologiche” ci aiuta ad individuare nello specifico il suo profilo professionale. Egli affianca nell’attività formativa ed educativa gli insegnanti di sostegno, gli educatori e gli assistenti come figura nuova, che solleva la famiglia dal disagio della situazione di minorazione visiva, a completamento di quel team tiflo-psico-pedagogico auspicato nelle più diverse sedi deputate alla formazione universitaria e professionale. Quella dell’ “esperto nelle scienze tiflologiche” è una nuova figura professionale con competenze tiflo-psico-pedagogiche utili alla realizzazione dei percorsi di educazione, istruzione, formazione, assistenza domiciliare e inclusione rivolte a persone in condizione di disabilità visiva e di pluridisabilità allo scopo di promuoverne l’integrazione sociale ed umana.
L’Esperto in scienze tiflologiche potrà, altresì, operare sul campo, affiancandosi in alcuni momenti di programmazione (GLH, consiglio di classe, Collegio docenti, ecc.) e di azione (didattica del Braille, predisposizione del materiale didattico, presentazione delle periferiche assistive per l’informatica, ecc.) a chi sta operando con il minorato della vista (insegnante, educatore, assistente,ecc.). In tutti i casi con la finalità di trasmettere le conoscenze e le competenze necessarie alla definizione corretta degli obiettivi educativi, scolastici e di autonomia personale, così da sviluppare un “progetto di vita“ mirato all’inclusione socio-lavorativa della persona con disabilità visiva.
Competenze dell’Esperto nelle scienze tiflologiche.

Egli è, appunto, un esperto in scienze tiflologiche e, come tale, saprà: indicare gli aspetti critici dello sviluppo psicomotorio in assenza della vista e come si faccia a superarli con successo; chiarire gli aspetti specifici della percezione della realtà in mancanza della vista; valutare la funzionalità del residuo visivo in relazione al lavoro didattico e/o professionale; insegnare come si educa un minorato della vista alla “lettura” delle rappresentazioni grafiche bidimensionali (grafici, piantine toponomastiche e cartine, ecc) ; sapere quando è indispensabile l’insegnamento del metodo Braille, piuttosto che quali siano i sussidi per gli ipovedenti per rendere autonomo il bambino con disabilità visiva nella letto-scrittura; illustrare quali siano gli accorgimenti ed i sussidi per rendere efficace la didattica in presenza di un cieco assoluto e/o di un ipovedente grave; sapere insegnare l’uso del PC con le periferiche assistive (screen reader, display Braille, sofware ingrandenti, ecc.); conoscere i giochi idonei al bambino con gravi problemi di vista; indicare quali siano le opportunità di accesso all’informazione (quotidiani e riviste on line accessibili, biblioteche digitali, audiolibri , ecc.); suggerire come si “adatta” un testo di scuola primaria od un testo letterario o scientifico affinché il privo della vista o l’ipovedente lo possano utilizzare appieno; spiegare quali siano le possibilità di orientamento, mobilità e di autonomia personale raggiungibili alle diverse età e nelle diverse situazioni da chi ha problemi di vista; valutare l’idoneità di una situazione di lavoro e la sua adattabilità al cieco o all’ipovedente. Questo solo per esemplificare gli ambiti delle sue principali competenze, competenze che egli potrà trasmettere, quale formatore, in percorsi formativi specifici rivolti alle diverse figure professionali che intervengono alle diverse età e situazioni nel processo di istruzione e formazione dei giovani e degli adulti con disabilità visiva.

Percorso formativo dell’Esperto in scienze tiflologiche.

Il titolo professionale di “esperto nelle scienze tiflologiche” viene conseguito previa la frequenza di un Master universitario, il cui piano di studi, elaborato da questo “Network per l’Inclusione Scolastica, viene recepito dal MIUR, come modello formativo nazionale di riferimento per tutte le Facoltà di Scienze della Formazione delle Università italiane. Il Master ha una durata complessiva di 12 mesi, per un totale di 1500 ore ed è articolato in cinque moduli. Almeno quattrocento ore saranno teoriche e laboratoriali e saranno svolte in presenza, 100 ore saranno effettuate nella modalità FAD sincrona (aula virtuale), mentre il restante delle ore sarà incentrato sullo svolgimento di un tirocinio pratico formativo presso l’UICI ed i suoi Enti collegati. Perché tali tirocini siano veramente “seri” ed efficaci, sarà obbligatoria la supervisione di un esperto “tiflologo” operante presso la struttura ospitante il corsista, con verifica in itinere e sul campo delle competenze acquisite durante lo stage.  Le lezioni saranno tenute da docenti accreditati, attivi sul territorio sia regionale che nazionale. E’ prevista una prova finale. Il master in ”esperto nelle scienze tiflologiche” rilascia 60 crediti formativi (ognuno equivalente a 25 ore di impegno complessivo del “corsista”) ed è rivolto agli assistenti alla comunicazione ed agli educatori tiflologici, usciti dal Master di I livello di cui sopra, con particolare riferimento a quelli in possesso di una laurea in Pedagogia, Scienze dell’educazione ed in Scienze della Formazione. Ovviamente il Master è altresì destinato agli insegnanti di sostegno e curricolari della scuola di ogni ordine e grado, ma anche agli educatori sociali e professionali. Le principali aree didattiche del Master saranno le seguenti: Modulo di Tiflologia: Elementi di Tiflodidattica e di Tiflopedagogia e Storia della Tiflologia (promozione dell’autotutela dei ciechi e diritto all’istruzione, istituzione delle scuole speciali, Augusto Romagnoli, l’inserimento dei ciechi e degli ipovedenti nelle scuole comuni, la situazione odierna e le nuove sfide dell’inclusione scolastica, diritto al lavoro, il metodo Braille, la Tifloinformatica e le tecnologie assistive), Modulo di Oftalmologia: Caratteristiche generali della disabilità visiva (Chi sono i minorati della vista, definizione legale di cecità e di ipovisione, CFDH ed ICF, parametri e strumenti per la valutazione della funzionalità visiva), Modulo di Psicologia: Aspetti psicologici generali dei minorati della vista ( sviluppo psicomotorio, la mobilità e l’orientamento, lo sviluppo cognitivo e delle funzioni senso-percettive e comunicative, la disabilità visiva ed il linguaggio, il gioco dei minorati della vista, la pluridisabilità, i bisogni educativi speciali, l’attenzione e la memoria, lo sviluppo affettivo-relazionale e la sessualità dei ciechi e degli ipovedenti), Le principali Istituzioni pro ciechi ( L’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, La Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi, L’I.Ri.Fo.R., la Biblioteca per i ciechi “Regina Margherita”, l’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità), Laboratori: Laboratori di Braille, di Tifloinformatica e di trascrizione di libri di testo e scientifici ed indicazioni operative sulla disabilità visiva. Al termine del Master ed al conseguimento del titolo di E.S.T., sarà possibile iscriversi all’albo nazionale di “esperto in scienze tiflologiche”, istituito e riconosciuto ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A tale “albo nazionale” si potrà accedere, solo dopo certificazione rilasciata da un’apposita commissione esaminatrice dell’I.Ri.Fo.R centrale e di cui faranno parte anche esperti del MIUR.

Adesso non ci resta che sperare che l’incontro dei prossimi giorni incassato dal nostro inesauribile Marco Condidorio tra il Magnifico Rettore dell’Unimol ed il nostro Network, possa andare verso questa direzione, rappresentando una tappa fondamentale per giungere a quella “terza fase” della Tiflologia da noi tanto evocata ed invocata.

Irifor del Trentino – Il bar al buio alle Feste Vigiliane

Anche per questo 2016, nel ricco programma delle Feste Vigiliane della Città di Trento, non poteva mancare il tradizionale appuntamento con il Bar al buio organizzato dalla Cooperativa IRIFOR del Trentino con lo staff di camerieri ciechi e ipovedenti.

“Per noi questo è sempre un appuntamento importante reso possibile dalla sensibilità da sempre dimostrata dall’amministrazione comunale. – spiega il direttore Ceccato – Quest’anno festeggiamo il decennale da quando, nel 2006, questo evento ha iniziato a far parte delle Feste Vigiliane. Si tratta di una preziosa occasione per far conoscere ai partecipanti la nostra condizione di ciechi e ipovedenti, che come tutti possono avere dei limiti ma anche delle potenzialità da mettere in campo, e per scoprire il potere degli altri sensi che spesso, a causa del predominio della vista, releghiamo in secondo piano”.

Il bar al buio sarà attivo dal 17 al 19 giugno e dal 24 al 26 giugno, dalle 19 alle 24, ad esclusione della Notte Bianca del 18 giugno in cui si potrà sorseggiare una bevanda al buio fino alle 2.

 

Univoc Napoli – Un mix di impegno culturale, di leggerezza ed emozioni, di Silvana Piscopo

Autore: Silvana Piscopo

L’insieme presentato nel titolo può apparire contraddittorio:
eppure, lo garantiamo, noi dell’U.N.I.Vo.C. di Napoli, il pomeriggio di sabato 11 giugno,in cui abbiamo presentato il libro di Corrado Vigilante dal titolo “Il giorno che la notte non viene”, è trascorso proprio all’insegna della mescolanza tra riflessioni profonde ed impegnative, letture ad alta voce di brani commentati con ironia colta ma leggera, accompagnamenti musicali e canori di cui tutti i presenti abbiamo potuto godere ed apprezzare con partecipazione ed emozione collettiva.
Dopo i saluti del Presidente Nazionale dell’U.N.I.Vo.C. Salvatore Petrucci, quelli del Presidente Provinciale della sezione U.I.C.I. di Napoli Dott. Mario Mirabile, ha preso la parola l’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli Dott.ssa Roberta Gaeta, la quale, dopo aver espresso tutta la sua vicinanza all’associazione e alle problematiche inerenti le disabilità visive, si è talmente sentita coinvolta nell’iniziativa che, ha dichiarato di voler appartenere alle persone prestatrici di voci per la lettura di libri in versione audio. Sarà, infatti, lei stessa che contatterà i responsabili del Libro Parlato per ricevere istruzioni in merito al cosa e come fare per lo svolgimento di tale compito.
Successivamente la Presidente Provinciale dell’U.N.I.Vo.C. di Napoli Prof.ssa Silvana Piscopo ha presentato il libro, scegliendo di parlare dei personaggi che ha ritenuto più emblematici sia sul piano dei contenuti narrativi, sia per la sintonia empatica che hanno suscitato in lei; ha evidenziato la sintonia che si può creare tra ogni lettore e i personaggi del romanzo quando ciascuno di noi non si limita a sfiorare la lettura, ma ci entra ponendo se stesso in relazione con le vicende dei protagonisti.
L’autore, poi, dopo una propria presentazione biografica, ha letto con espressività e leggerezza alcuni brani precedentemente scelti, cui è seguita una bella parentesi musicale del duo composto dalla chitarra di Serena Vigilante e voce di Ilenia Di Blasio che, insieme hanno allietato la serata sia con brani dei Beatles sia di Pino Daniele; l’atmosfera, già amichevole e coinvolgente, si è ulteriormente caricata di emozioni evocative nell’ascolto di queste sorprendenti ragazze per la loro passione, bravura e sincronia.
Dopo la lettura di alcuni passi del libro attraverso la modalità audiolibro e, quindi, la voce del libro parlato online, le domande all’autore, una foto con l’assessore Gaeta ha concluso la fase culturale del pomeriggio con un autentico grazie di tutti i partecipanti; molti, però, si sono ancora trattenuti per un conclusivo momento augurale gustando leccornie preparate da simpatiche amiche, dolci acquistati in ottima pasticceria da altre persone esperte di golosità.
In sintesi, le tre ore dalle 17:00 alle 20:00 sono trascorse con velocità, piacere, bellezza di rapporti tra persone nuove e già conosciute.

Presidente Provinciale U.N.I.Vo.C. di Napoli

Prof.ssa Piscopo Silvana

18 – 22 giugno: l’arte per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato

Il Museo Tattile Statale Omero, in collaborazione con Tactus, l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Ancona e l’Associazione GUS (Gruppo Umana Solidarietà) di Ancona, celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU per il 20 giugno, attraverso diverse iniziative.

MOSTRA ORIZZONTI
Inaugurazione sabato 18 giugno ore 16,30 Sala Podesti Mole Vanvitelliana, Ancona

A cura di Andrea Socrati con opere dell’artista Valerio Valeri e video audio installazione “GO DOT” con video Marco di Battista, audio Enrico Tiberi e Manuel Coccia, curata dal GUS Gruppo Umana Solidarietà di Ancona, Progetto Melting Pot Europa e #overthefortress.
Lunedì 20 giugno ore 18 incontro con l’artista e gli autori dell’installazione.
Ingresso libero. Aperta fino al 22 giugno. Orario: sabato 16.30-22; domenica
10-13 e 16-19; lunedì 17-19; martedì e mercoledì 16-19.
http://www.museoomero.it/main?p=mostre-2016_orizzonti

CONVIVIAMO – ARTE IN PIAZZA
sabato 18 giugno ore 17,30
Piazza Roma, Ancona

Lo staff del Museo Omero sarà presente con attività creative e un’installazione artistica con la partecipazione dei migranti accolti nelle strutture gestite dal GUS – Gruppo Umana Solidarietà e nello SPRAR – Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati del Comune di Ancona gestito dall’ANOLF.
http://www.museoomero.it/main?p=news_id_5437

INFO
tel. 071 2811935
info@museoomero.it
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Museo Tattile Statale Omero – Proroga iscrizioni al 23 giugno per il tour guidato per non vedenti nelle Marche

Prorogata la scadenza iscrizioni fino al 23 GIUGNO del

Tour guidato per non vedenti e ipovedenti OPERA, ARTE, MARE NELLE MARCHE

Dal 5 all’8 agosto 2016 è possibile vivere la lirica al Macerata Opera Festival con il servizio di audio descrizione e visite riservate nel backstage; toccare l’arte di tutti i tempi al Museo Omero di Ancona, unico al mondo; immergersi nelle eleganti atmosfere del Museo della Carrozza di Macerata e… andare al mare a Civitanova Marche.

Il viaggio è promosso da:
– Museo Tattile Statale Omero
– Sferisterio di Macerata
– Consiglio Regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS Marche.

Organizzazione: Conero Viaggi e Turismo srl.

Per info e dettagli del programma:
http://www.museoomero.it/main?p=news_id_5411
Tel. 071 2811935 (chiedere di Patrizia Calderone – Museo Tattile Statale Omero)