Appuntamenti al Museo d’Arte Orientale di Venezia – gennaio 2013, Redazionale

Autore: Redazionale

Continuano anche nel mese di gennaio le nostre visite guidate gratuite per ipovedenti e non vedenti che, se lo desiderate, potrete prenotare al n° 041-5241173 oppure all'indirizzo di posta elettronica sspsae-ve.orientale@beniculturali.it. Le visite guidate gratuite saranno curate dalla Direttrice e/o dal personale volontario del Museo.

Nel mese di gennaio vi proponiamo:
Sabato 26 gennaio ore 15 – Visita guidata gratuita per ipovedenti e non vedenti: servizio di esplorazione tattile di sedici tra oggetti della collezione e nuovi, rappresentativi delle sezione artistiche in esposizione. Sono a disposizione, inoltre, schede MINOLTA e schede per la conoscenza di strumenti musicali giapponesi di cui si potrà ascoltare il suono.
A cura di S. Bortolato
Sul portale del Polo museale http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it/index.php?it/208/percorsi-per-ipovedenti-e-non-vedenti  troverete comunque tutte le informazioni e le modalità del percorso.

Museo d'Arte Orientale di Venezia Sestiere Santa Croce, 2076 – 30135 Venezia

Tel. e fax: 041 5241173

e-mail: sspsae-ve.orientale@beniculturali.it

 

Mostra “Guardare con tatto”, Redazionale

Autore: Redazionale

18 gennaio – 24 febbraio 2013
Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Inaugurazione 18 gennaio ore 18

Venerdì 18 gennaio alle ore 18 si inaugura nella sale del Museo Tattile Statale Omero, la mostra "Guardare con tatto" alla presenza di Aldo Grassini, Presidente del Museo e Silvia Cuppini, curatrice della mostra.

La mostra "Guardare con tatto" rientra nella rassegna "Infinitamente Salvi", volta a promuovere sul territorio regionale la ricca collezione di arte contemporanea raccolta in sessant'anni di attività del Premio Salvi e conservata presso il Comune di Sassoferrato.

La rassegna – affidata al gruppo Mjras di Urbino, composto da Silvia Cuppini, Alice Devecchi, Roberto Bua, Joan Martos – si propone di reinterpretare le opere della collezione con uno sguardo contemporaneo e in sintonia con i luoghi prescelti. Fra questi la Mole Vanvitelliana di Ancona, dove, nelle sale del Museo Omero, dal 18 gennaio al 24 febbraio 2013, sarà allestita la mostra Guardare con tatto con dieci sculture di autori contemporanei – Giuseppe Uncini, Edgardo Mannucci, Giancarlo Minen, Loreno Sguanci, Paolo Pompei, Umberto Peschi, Elio Cerbella, Marco Bettocchi, Valeriano Trubbiani, Giuliano Giuliani – presentati in relazione alla struttura pentagonale della Mole, ovvero al numero cinque, alle cinque dita della mano, ai cinque sensi.

L'allestimento multisensoriale è pensato per vedenti e non vedenti. "Le opere – come spiega l'architetto Roberto Bua – saranno disposte a coppie, sugli spigoli del pentagono, al fine di esaltare l'elemento della tattilità. Lo sguardo percorre la forma, con il contatto si percepiscono altre qualità dell'oggetto: ruvido o liscio, freddo o caldo, compatto o traforato, vibrante o sordo, spigoloso o tondeggiante sulla base dei diversi materiali usati dagli artisti: legno, metallo, pietra, ceramica. C'è uno sguardo che percorre l'oggetto, che ne percepisce le vibrazioni di luce e calore, che misura il suo rapporto con lo spazio, che lo accarezza: lo sguardo tattile ci ri-vela l'oggetto, lo rivela due volte, perché la conoscenza è nella totalità e non nella separazione".

La mostra, che rientra nel progetto Happy Museum e Grand Tour Cultura 2012 -2013 Musei — Archivi — Biblioteche Marche: luoghi "comuni" della creatività, proporrà visite e laboratori didattici per le diverse fasce d'età utilizzando testi letterari e documenti d'archivio e riflettendo sul luogo – in questo caso la Mole Vanvitelliana e la sua forma – come veicolo di creatività.

Ti aspettiamo per brindare all'inaugurazione venerdì 18 alle ore 18, alla Mole Vanvitelliana.

INFORMAZIONI
Dove: Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Banchina Da Chio 28, Ancona

Orari: dal martedì al sabato 16 — 20. Domenica 10 — 13 e 16 — 20. Chiuso: lunedì.

Ingresso: libero.

Visite guidate e laboratori didattici su prenotazione: 3 euro a persona, esclusi docenti, disabili e loro accompagnatori.

Tel. 071 28 11 935 – In orari di apertura 331.7537468

Email: info@museoomero.it

I Concorso nazionale per la selezione di progetti pilota finalizzati a favorire la fruizione sensoriale dei luoghi di interesse culturale, Redazionale

Autore: Redazionale

I Concorso nazionale per la selezione di progetti pilota finalizzati a favorire la fruizione sensoriale dei luoghi di interesse culturale, Redazionale

 

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali promuove un’occasione riservata ai giovani creativi per l’elaborazione di idee innovative che favoriscano la comprensione e la realizzazione di percorsi comunicativi del patrimonio culturale.

Il concorso è promosso e coordinato dalla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee – Servizio architettura e arte contemporanee, con la collaborazione del Centro per i servizi educativi del museo e del territorio, la partecipazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus e l’Ente Nazionale Sordi – Onlus.

Ha lo scopo di promuovere e sostenere progetti pilota/idee innovative, per favorire la fruizione sensoriale dei luoghi di interesse culturale con specifico riferimento ad un pubblico con disabilità.

 

Le “idee” che partecipano al concorso dovranno essere concretamente realizzabili e facilmente spendibili nel vasto panorama della cognizione, aperta a tutti i suoi aspetti critico-scientifici ed emotivi.

I progetti dovranno essere di supporto ad un’utenza ampliata, che raccoglie problemi specifici delle disabilità sensoriali così come sociali e culturali, per permettere un rapporto interattivo e partecipativo con i contenuti e i concetti espressi dai linguaggi della cultura artistica contemporanea. Le nuove tecnologie ed i nuovi strumenti comunicativi dovranno essere utilizzati per rendere l’arte facilmente comprensibile attraverso la stimolazione di tutti i sensi.

1.    Descrizione dell’iniziativa

 

Il concorso si propone specificamente i seguenti obiettivi:

·     stimolare ed incentivare la diffusione, nelle giovani generazioni, di una cultura della progettazione attenta all’eliminazione delle barriere sensoriali;

·     valorizzare la creatività in funzione di progetti di comunicazione del patrimonio culturale indirizzata ad un’utenza ampliata;

·     contribuire alla ricerca, all’elaborazione e alla diffusione di modalità innovative, originali, di superamento dei problemi legati alla vivibilità e fruibilità degli spazi – da intendersi non solo come accessibilità fisica ma come percezione degli stessi;

·     contribuire ad accrescere una cultura della partecipazione, della condivisione, per lo sviluppo delle capacità di indagine personale, di lettura critica del dato reale sia esso manufatto artistico, territorio urbano o paesaggistico.

Nell’ambito di tale iniziativa, il concorso premierà le migliori idee, realizzabili anche in forma prototipale, riguardanti progetti creativi legati all’arte e all’architettura contemporanee, per favorire la fruizione sensoriale dei luoghi della cultura. Le proposte presentate dovranno afferire ad una delle seguenti aree tematiche, di cui si riportano i rispettivi obiettivi specifici:

a) Progetti per l’applicazione di strumenti tecnologicamente innovativi per il superamento delle barriere sensoriali in edifici e luoghi pubblici e privati aperti alla pubblica fruizione, destinati alla conoscenza e comprensione dell’arte contemporanea, nonché per facilitare la percezione degli spazi dell’architettura, come dei contesti urbani e paesaggistici.

Obiettivo di questa area tematica è il rilancio di una cultura della progettazione orientata alla scienza e alla tecnologia, con specifico riferimento allo sviluppo di software innovativi. Saranno quindi ammesse in questo ambito le invenzioni di processo e di comunicazione che costituiscano soluzioni innovative per la migliore conoscenza del patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico.

A titolo meramente esemplificativo, possono rientrare in questa categoria progetti quali: prodotti e piattaforme ‘user friendly’ con una forte valenza informativa sui luoghi interessati; prodotti e applicazioni online incentrati sul multilinguismo e sulle nuove forme culturali contemporanee; prodotti e piattaforme online che favoriscano la fruizione sensoriale.

b) Progetti per il miglioramento della comunicazione relativa al patrimonio culturale, con particolare attenzione alla cultura contemporanea

Obiettivo di questa area tematica è progettare nuove modalità d’interazione con il patrimonio culturale (nelle sue diverse accezioni di bene culturale materiale e immateriale) attraverso modelli di fruizione che implichino una forte componente legata al fattore esperienziale, alla memoria, alla possibilità di esplorare ed approdare a diversi livelli di conoscenza del bene, sia esso un’opera d’arte, un manufatto architettonico, o un sistema complesso quale una città o addirittura un territorio con un’estensione più difficilmente leggibile e perimetrabile.

A titolo meramente esemplificativo, rientrano in questa categoria progetti quali: guide didattiche, pannelli informativi, modelli, in forme anche combinabili tra loro.

2.    Partecipanti e requisiti di partecipazione

Possono presentare le proposte progettuali:

·     singoli cittadini italiani, o comunque residenti in uno dei Paesi dell’Unione Europea, che alla data di pubblicazione del bando abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni;

·     gruppi di lavoro “informali”[1], costituiti da un massimo di 5 giovani, cittadini italiani o comunque residenti in uno dei Paesi dell’Unione Europea che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni. Il referente del gruppo per i rapporti con il MiBAC sarà unico e ufficialmente nominato dagli interessati. Ciascun componente del gruppo “informale” può partecipare alla presentazione di una sola domanda di candidatura;

·     associazioni, enti, organizzazioni comunque denominate, senza fini di lucro, già formalmente costituite. Nel caso di specie, i partecipanti dovranno dichiarare che la gestione del progetto sarà affidata ad una rappresentanza di uno o più giovani cittadini italiani o comunque residenti in uno dei Paesi dell’Unione Europea che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni. Anche in questo caso dovrà obbligatoriamente essere designato un capogruppo in qualità di referente unico per i rapporti con il MiBAC.

È possibile presentare una sola candidatura in una sola delle forme di cui ai punti sopra citati.

È richiesto ai partecipanti il possesso dei requisiti di legge per l’ammissione ai contributi pubblici, godimento dei diritti civili e politici e assenza di condanne penali.

3.    Termini e modalità di presentazione della proposta

La partecipazione è del tutto libera e gratuita.

Tutta la documentazione dovrà essere presentata in lingua italiana.

Il partecipante, in una delle forme di cui al precedente punto 3, all’atto della presentazione della proposta progettuale, dovrà:

·     descrivere e motivare la proposta stessa;

·     dettagliare le modalità d’implementazione del prototipo, le spese stimate necessarie e le eventuali ulteriori relative fonti di finanziamento, utilizzando l’applicazione online cui sarà possibile accedere secondo modalità descritte di seguito. I costi di realizzazione del prototipo non dovrà superare il valore omnicomprensivo di euro 20.000,00;

·     fornire indicazioni ed elementi circa l’entità e l'incidenza dei costi di manutenzione;

·     potranno essere aggiunti sintetici elaborati tecnici al fine di una migliore comprensione e da inviare secondo le modalità indicate più avanti e dettagliate nell’allegato tecnico al presente bando.

Al bando e alla relativa applicazione per la compilazione online della domanda di candidatura si potrà accedere dai seguenti siti: www.beniculturali.it; www.pabaac.beniculturali.it e http://www.sed.beniculturali.it/. Inoltre, la documentazione sarà accessibile ad un pubblico con disabilità sensoriale ai siti dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti (www.uiciechi.it) e dell’Ente Nazionale Sordi (www.ens.it).

E’ possibile compilare la candidatura, secondo le modalità descritte nella pagina di accesso all’applicazione, entro le ore 12.00 del 30 aprile 2012 richiamate più dettagliatamente nell’allegato tecnico al presente bando, disponibile sui siti web citati  al punto 7 :

 

4.    Criteri di valutazione

Sarà istituita una Giuria nazionale che valuterà le proposte progettuali sulla base dei seguenti criteri riferiti alla qualità dell’idea progettuale, fino ad un punteggio massimo di 100 punti:

 

 

CRITERI DI VALUTAZIONE

QUALITÀ DELL’IDEA PROGETTUALE

PUNTEGGIO

A. FATTIBILITA’

25

B. COSTI DI REALIZZAZIONE E SOSTENIBILITA’ FINANZIARIA E GESTIONALE

30

C. REPLICABILITA’

20

D. INNOVATIVITÀ DELL’IDEA PROGETTUALE

15

E. QUALITA’ ESTETICA E/O FUNZIONALE

10

TOTALE

100

 

 

Sarà inoltre valutata positivamente la presenza di un’eventuale fonte di cofinanziamento per la realizzazione del prototipo.

5.    Composizione della giuria

La Giuria sarà composta da membri designati dal Direttore Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee.

Della Giuria faranno parte:

·        dirigenti e funzionari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali;

·        rappresentanti di Associazioni ed Istituzioni culturali e territoriali coinvolti nelle tematiche del bando;

·        rappresentanti del mondo imprenditoriale collegato al settore dei beni culturali.

La Giuria si avvarrà di una Segreteria tecnica per l’organizzazione e l’istruttoria dei progetti presentati.

6.    Premio

Il progetto vincitore sarà premiato con un valore in denaro di euro 5.000,00, messo a disposizione da parte del MiBAC.

Il MiBAC si riserva la possibilità di realizzare a proprie spese il prototipo del progetto vincitore, ove ne ricorrano le condizioni di fattibilità e sostenibilità tecnico-finanziarie. Inoltre il MiBAC si  riserva la proprietà intellettuale e i diritti di esecuzione di ciascun progetto per 3 anni.

Sono previste inoltre menzioni speciali, assegnate da Associazioni e Istituzioni territoriali che operano con specifica competenza in materia di disabilità, d’intesa con la Giuria.

I progetti non saranno restituiti.

La corresponsione del premio è subordinata alla verifica dei requisiti ed all’accettazione delle condizioni di comunicazione e gestione dei risultati da parte del MiBAC.

7.    Pubblicizzazione

L’iniziativa sarà pubblicizzata secondo le seguenti modalità:

·        Pubblicazione sul sito istituzionale del Ministero per i beni e le attività culturali (www.beniculturali.it);

·        Pubblicazione sul sito istituzionale della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee (www.pabaac.beniculturali.it);

·        Pubblicazione sul sito istituzionale del Centro per i servizi educativi del museo e del (http://www.sed.beniculturali.it/).

·        Pubblicazione sui siti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – ONLUS e dell’Ente Nazionale Sordi (www.uiciechi.it e www.ens.it ).

 

8.    FAQ

Eventuali quesiti e chiarimenti sul presente bando dovranno pervenire esclusivamente via mail, all’indirizzo di posta elettronica: dg-pbaac.servizio5@beniculturali.it

Sul sito www.pabaac.beniculturali.it verranno pubblicate le risposte fornite.

9.    Esito del concorso

Il MiBAC comunicherà l’esito del concorso ai vincitori e agli autori dei progetti menzionati, entro 15 giorni dalla data di stesura del verbale della Giuria, e contestualmente provvederà alla pubblicazione sul sito istituzionale www.pabaac.beniculturali.it della graduatoria per darne la necessaria pubblicità.

10.                       Divulgazione dei risultati

Il MiBAC si impegna a divulgare e valorizzare i risultati del Concorso mediante le azioni ed iniziative che riterrà opportune. Gli elaborati progettuali resteranno di proprietà degli autori ma con riserva di divulgazione e promozione da parte del MiBAC.

Tutti progetti pervenuti potranno essere esposti e divulgati tramite:

 

a)     mostre, fiere ed altre occasioni di esposizione visiva al pubblico

b)    cataloghi, volumi, depliants, pubblicazioni cartacee o multimediali diffuse anche a mezzo Web

c)     mezzi di comunicazione quali emittenti televisive, quotidiani, riviste, periodici, ecc.

Pertanto, con la partecipazione al concorso si intende automaticamente concessa al MiBAC l’autorizzazione all’utilizzo, per le finalità di divulgazione, degli elaborati nei contesti sopra elencati.

Resta inteso che il MiBAC nell’opera di divulgazione ha l’obbligo di citare gli autori dei progetti.

11.                       Clausole finali

Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs. n.196/2003, si informano i concorrenti che i dati personali loro pertinenti sono utilizzati dall’Amministrazione esclusivamente per lo svolgimento della presente procedura e degli adempimenti alla stessa connessi e conseguenti. Gli stessi sono conservati presso la sede del MiBAC in archivio cartaceo ed informatico. Tali dati possono essere comunicati unicamente alle Amministrazioni pubbliche o persone giuridiche direttamente interessate alla selezione. L’indicazione di tali dati è obbligatoria ai fini della gestione della presente procedura.

Si informa altresì che ai concorrenti interessati sono riconosciuti i diritti di cui all’art. 7 del sopra citato D.Lgs. 196/2003.

La partecipazione al concorso implica l’obbligatorietà ed incondizionata accettazione, da parte dei concorrenti, di tutte le condizioni stabilite nel presente bando.

 

 

 

Responsabile del procedimento

Arch. Maria Grazia Bellisario

Direttore Servizio architettura e arte contemporanee

Direzione Generale, per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee (PaBAAC)

 

 

Collaborazione e supporto

d.ssa Sandra Tucci

         Servizio architettura e arte contemporanee – Direzione PaBAAC

 

 



[1] Per gruppo di lavoro informale si intende un insieme di persone raggruppatesi per l’occasione ma non connotate da nessuna figura giuridica e societaria.

 

Guardare con tatto. Dieci sculture dalla collezione del Premio Salvi, Redazionale

Autore: Redazionale

Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Ancona
18 gennaio – 24 febbraio 2013
ANCONA – Venerdì 18 gennaio alle ore 18 si inaugura nella sale delMuseo Tattile Statale Omero, la mostra Guardare con tatto alla presenza di Aldo Grassini, Presidente del Museo e Silvia Cuppini, curatrice della mostra.
La mostraGuardare con tatto rientra nellarassegna"Infinitamente Salvi", volta a promuovere sul territorio regionale la ricca collezionedi arte contemporanea raccolta in sessant'anni di attività del Premio Salvi e conservata presso il Comune di Sassoferrato.
La rassegna – affidata al gruppo Mjras di Urbino, composto da Silvia Cuppini, Alice Devecchi, Roberto Bua, Joan Martos – si propone di reinterpretarele opere della collezione con uno sguardo contemporaneoe in sintonia con i luoghi prescelti. Fra questi la Mole Vanvitelliana di Ancona, dove, nelle sale del Museo Omero,dal 18 gennaio al 24 febbraio 2013, sarà allestita la mostraGuardare con tatto con dieci sculture di autori contemporanei -Giuseppe Uncini, Edgardo Mannucci, Giancarlo Minen, Loreno Sguanci, Paolo Pompei, Umberto Peschi, Elio Cerbella, Marco Bettocchi, Valeriano Trubbiani, Giuliano Giuliani – presentati in relazione alla struttura pentagonale della Mole, ovvero al numero cinque, alle cinque dita della mano, ai cinque sensi.
L'accesso all'esposizione, pensato per vedenti e non vedenti, sarà costituito da una stanza al buio dove la percezione dello spazio sarà data dalla dislocazione in cinque punti di fonti sonore."Le opere – come spiega l'architetto Roberto Bua – saranno disposte a coppie, sugli spigoli del pentagono, al fine di esaltare l'elemento della tattilità. Lo sguardo percorre la forma, con il contatto si percepiscono altre qualità dell'oggetto: ruvido o liscio, freddo o caldo, compatto o traforato, vibrante o sordo, spigoloso o tondeggiante sulla base dei diversi materiali usati dagli artisti: legno, metallo, pietra, ceramica. C'è uno sguardo che percorre l'oggetto, che ne percepisce le vibrazioni di luce e calore, che misura il suo rapporto con lo spazio, che lo accarezza: lo sguardo tattile ci ri-vela l'oggetto, lo rivela due volte, perché la conoscenza è nella totalità e non nella separazione".
La mostra, che rientra anche all'internodel Grand Tour Cultura 2012 -2013Musei – Archivi – Biblioteche Marche: luoghi "comuni" della creatività, proporrà visite e laboratori didattici per le diverse fasce d'età utilizzando testi letterari e documenti d'archivio e riflettendo sul luogo – in questo caso la Mole Vanvitelliana e la sua forma – come veicolo di creatività. Eventi speciali in programma per il 14 febbraio –  San Valentino e per il 21 febbraio – la Giornata
Nazionale del Braille.

INFORMAZIONI
Dove:Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Banchina Da Chio 28, Ancona
Orari: dal martedì al sabato 16 – 20. Domenica 10 – 13 e 16 – 20. Chiuso: lunedì.
Ingresso: libero.
Visite guidate e laboratori didattici su prenotazione: 3 euro a persona, esclusi docenti, disabili e loro accompagnatori.
Tel. 071 28 11 935 – In orari di apertura 331.7537468
Email: info@museoomero.it
Sito: www.museoomero.it

ELENCO OPERE
1. UMBERTO PESCHI / colonne /cm 120x26x26 / 1979 / legno
2. LORENO SGUANCI /Senza titolo /cm 84x71X50 / 1971 / legno e metallo
3. ELIO CERBELLA/: Moduli di un muro /cm 29x26x21 /anno ? /Ceramica
4. GIANCARLO MINEN /Divagazione di un pittore / cm 135x30X30 /anno? /legno e ferro
5. GIUSEPPE UNCINI / Struttura spazio/132HX38 X 25 / 1967 / alluminio
6. GIULIANO GIULIANI / Sulla forma / cm 30x50X25 /anno ? / travertino
7. PAOL O POMPEI /cm 24xdiam. 40 /  1993  / bronzo e rame
8. VALERIANO TRUBBIANI / Fendente acciaio /cm 57x90X25 / anno ?/ metallo e legno
9. MARIO BETTOCCHI / Ricerca nel cerchio / cm 113x50x35 / anno ? / legno
10. EDGARDO MANNUCCI /senza titolo/  cm 63x63x27 / bronzo e metallo
La rassegna "Infinitamente Salvi"
Il titolo
"Infinitamente salvi", rievoca la figura del pittore seicentesco G. B. Salvi le cui immagini hanno goduto di una fortuna tale da essere presenti nelle maggiori pinacoteche del mondo in originale o in copia.
Origine del progetto
La cura delle edizioni 2012/13/14 del Premio Salvi è stata affidata dal Comune di Sassoferrato a mjras, unitamente al progetto di allestimento della collezione delle opere raccolte in sessant'anni di vita del premio per la Galleria d'arte contemporanea.
Il progetto
Infinitamente salvi è un progetto culturale. Crea occasioni di incontro con l'opera d'arte. Contiene mostre e percorsi che tendono a rinnovare lo sguardo suscitando interrogativi. Nella ricerca della risposta di è infinitamente salvi. Il progetto chiede un coinvolgimento a tutto il territorio regionale attraverso diverse tipologie di intervento in accordo con le istituzioni culturali locali.

Sito: www.infinitamentesalvi.it

Catania: Festa della Befana 2013, di Carmen Romeo e Elena Di Liberto

Autore: Carmen Romeo e Elena Di Liberto

Il 4 Gennaio si è tenuta la festa della Befana fortemente voluta, come ogni anno, dalla nostra Associazione l'Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti sezione Provinciale di Catania, diretta dal Presidente Cav. Antonino Gemmellaro.
Nonostante il clima austerity, tutto lo staff si è prodigato con le poche risorse disponibili per la riuscita dell'evento, che nonostante tutto, è risultato, invece, particolarmente coinvolgente e partecipato.
L'organizzatrice della festa, la dottoressa Silvia Scordo, assistente sociale storica della sez. Prov. Ct, ha accolto i piccoli ospiti  e le rispettive famiglie, con un saluto lasciando poi la parola al capo animatore d' eccezione Elena Di Liberto, collaboratrice UIC, che ha esposto il programma della serata e presentato i ragazzi del servizio civile, trasformati per l 'occasione in validissimi animatori. Obiettivo della serata: DIVERTIRSI!!!
Per questo evento, la sezione si è magicamente trasformata grazie alla fantasia e alla creatività dell'improvvisato e volenteroso gruppo di animazione.
Lo spazio messo a disposizione e stato suddiviso in 4 aree di intrattenimento:
-Laboratorio artistico tattile;
-Percorso sensoriale;
-Pista da ballo;
-Ludoteca.
Durante la serata sono stati proposti vari giochi, molto apprezzati dai nostri bimbi,come "il gioco della mummia", "musica stop", "la scatola dei tesori",  il tutto arricchito da meravigliose sculture di palloncini regalate ai bambini.
Purtroppo per mancanza di spazio non ci è possibile arricchire questo breve resoconto con la serie di immagini che hanno immortalato i momenti salienti di questa gioiosa festa e che meglio avrebbero espresso l'entusiasmo dei bambini manifestato in questo evento, a riprova di come l'Associazione si prodighi non solo per le loro esigenze scolastiche e di sostegno terapeutico, ma anche per garantire loro la spensieratezza  e la gioia della vita quotidiana che spetta ad ogni bimbo.

Il Presidente UNIVOC -Catania
Carmen Romeo

Collaboratore U.I.C
Elena Di Liberto

Documento programmatico FAND, di Giovanni Pagano

Autore: Giovanni Pagano

La XVI legislatura, da poco conclusasi, sarà sicuramente ricordata dal mondo della disabilità come uno dei periodi più difficili della storia repubblicana del nostro Paese a partire dalla fine delle marce del dolore.
Questo non tanto perché lo sviluppo dello Stato sociale ha subito un arresto consistente ma in quanto in questa fase si è materializzato un indirizzo politico fondato sulla convinzione che l'assistenza e i servizi pubblici a favore dei disabili siano stati e sono settori di spreco di risorse collettive e concause del dissesto economico del Paese.
Questo convincimento ha comportato l'adozione di tutta una serie di provvedimenti normativi che hanno penalizzato o tentato di penalizzare ii mondo della disabilità.
Infatti, a partire dalla seconda metà del 2008 sono stati quasi del tutto compressi i fondi per le politiche sociali e quelli per la non autosufficienza; è stata elevata la onerosità delle prestazioni sanitarie; è stata avviata una politica indiscriminata di revisione delle prestazioni economiche assistenziali a favore dei disabili anche attraverso l'introduzione di un nuovo procedimento accertativo; è stata tentata una politica fiscale di compressione delle indennità e delle agevolazioni per gli stessi previsti; sono stati introdotti criteri assolutamente ingiusti e penalizzanti nella valutazione dei presupposti medico-legali delle prestazioni economiche previste per gli invalidi; sono stati approvati criteri proibitivi per l'accesso ai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.
Queste linee politiche hanno caratterizzato entrambe le fasi della legislatura, in cui sotto l'apparenza di un millantato rigore si è consumata una politica di demonizzazione dei disabili che ancora oggi permea tutti i settori della società civile e che solo attraverso una lunga azione di ripristino della verità potrà essere superata per riaffermare il principio per cui il disabile è Persona cui spetta il diritto costituzionale alla solidarietà e all'aiuto della collettività considerata nelle sue articolazioni sia pubbliche che private e non un soggetto potenzialmente pericoloso da sorvegliare e semmai da contrastare.
Perché possa determinarsi un cambiamento di rotta è necessario innanzitutto riallacciare l'attività politica e quella amministrativa – con riferimento essenzialmente ai livelli di assistenza, di servizi e di prestazioni economiche – ai contenuti della legge n. 328/2000 che, con quel suo articolo 24 di delega al Governo, aveva fatto sperare nella nascita di un moderno Stato sociale capace di esprimere quella cultura della solidarietà che appartiene alla nostra tradizione storica.
Facendo propri questi principi di riforma, ancora pienamente validi, la prospettiva in cui oggi si pone la FAND non è di carattere conservativo e cioè lottare per conservare l'esistente ma partire da questo dato acquisito, ottenuto in tanti anni di lotte, per concorrere a costruire uno Stato sociale che garantisca a tutti i disabili livelli essenziali di servizi, sanitari ed economici e su questo promuova una politica integrativa che incrementi e/o differenzi ulteriori trattamenti assistenziali strutturati sulla base delle condizioni territoriali, di sviluppo delle aree, di sussistenza di servizi e delle condizioni economiche del disabile e della famiglia.
Per fare questo è essenziale ridefinire il quadro normativo generale, rivedendo competenze e livelli di intervento valorizzando, accanto all'attività pubblica sempre essenziale, i! ruolo della famiglia, delle associazioni di categoria e del volontariato.
In questa prospettiva appare innanzitutto essenziale riformare gli aspetti del sistema che attengono alla sua funzionalità, nonché alla sua effettività e rapidità di intervento.
Si pensi ad un procedimento di accertamento dei presupposti medico-legali delle prestazioni economiche semplificato e rapido, in cui intervenga una sola Commissione di valutazione e un solo ente che liquidi ed eroghi le prestazione medesime; ad un sistema di valutazione delle patologie che tenga conto dell'evoluzione della medicina e della tecnica e in particolare delle finalità dell'accertamento dell'invalidità che è quello di verificare la sussistenza o meno di una capacità lavorativa o la non autosufficienza della persona, piuttosto che classificare rigidamente le patologie accertate in tanti segmenti utili solo per la loro stadiazione clinica ma non per la verifica dei riflessi in ambito lavorativo o di non autosufficienza; si pensi ancora alla individuazione dei presupposti perché possa parlarsi di non autosufficienza da accertare con riferimento sia all'autonomia soggettiva della persona considerata in sé che nella sua vita di relazione; ancora, al rafforzamento della tutela giudiziaria che deve essere effettiva, snella e fondata sul giusto procedimento che è quello del doppio grado di giurisdizione, perché non è possibile sacrificare la tutela del disabile alla necessità dello sfoltimento delle cause presso le Corti di appello; così come all'eliminazione delle revisioni straordinarie, duplicato inutile di ciò che potrebbe perseguirsi con normali procedimenti di verifica ordinaria già previsti dalla normativa vigente perché connessi all'andamento evolutivo delle patologie.
Questa funzionalità del sistema amministrativo per essere completa deve nascere utilizzando l'apporto delle Associazioni di categoria che devono essere chiamate a partecipare alla costruzione della politica assistenziale, favorendo la loro vocazione a rimanere estranee alla gestione delle prestazioni ma non alla partecipazione alla elaborazione delle linee programmatiche e al controllo sulla loro corretta applicazione e quindi rendendo effettiva la loro presenza negli organismi di indirizzo e vigilanza, in particolare dell'INPS che costituisce oggi il referente pressoché esclusivo in materia di disabilità.
Consentire la partecipazione delle Associazioni di categoria agli organismi di indirizzo delle politiche assistenziali significa riconoscerne il loro fondamentale ruolo e la necessità di potenziarne l'azione svolta nell'interesse collettivo attraverso un adeguato sostegno, anche economico.
Ma la funzionalità del sistema non basta se poi sul piano sostanziale i diritti dei disabili restano solo enunciati e non sostenuti in concreto.
La nostra legislazione enuncia in modo deciso il diritto al lavoro dei disabili, costruendo un sistema privilegiato di collocamento obbligatorio sia nel pubblico che nel privato.
Ma fissare percentuale di assunzioni obbligatorie o sforzarsi per individuare la specificità della residua capacità lavorativa dei disabili e poi non avviare un serio sostegno all'attività di formazione lavorativa dei disabili da effettuarsi direttamente presso le strutture produttive o non garantire un loro possibile inserimento, qualora le prestazioni lavorative possano essere utilmente inserite nel mercato del lavoro, significa solo enunciare principi ma non sostenere persone che se percepiscono di essere utili sono in grado di dare più di tanti altri che considerano il lavoro solo come strumento di produzione di reddito e non anche di riscatto ed affermazione della propria persona.
Favorire la cooperazione, sostenere l'apprendistato significa creare ricchezza e ridare dignità alle persone e non mortificarle con il mero sussidio erogato che spesso ha il carattere della definitività e non del sostegno in attesa di entrare nel mondo del lavoro.
La stessa concessione delle provvidenze economiche andrebbe potenziata e diversificata.
Non tutti i disabili sono uguali in quanto a condizioni personali, a situazioni familiari, a condizioni economiche, a situazioni territoriali e di servizi disponibili. Lo Stato deve garantire le condizioni minime perché chi ha una ridotta o impedita capacità lavorativa o una situazione di non autosufficienza possa essere messo in condizione di avere a disposizione il minimo necessario per le esigenze primarie della vita ma oltre questo diritto intangibile non può non ritenersi necessario e giusto diversificare le posizioni: certo non pare equo non differenziare l'invalidità parziale da quella totale o le varie forme dì non autosufficienza.
La diversificazione costituisce il presupposto per una diversa articolazione degli interventi economici integrativi o dei servizi alternativi e non può che essere ancorata alla sola posizione reddituale del richiedente, perché questa è la base comune di partenza su cui intervenire con le varie forme di assistenza, economiche e non su cui modulare ulteriori interventi.
In questa azione di diversificazione delle posizioni ai fini assistenziali deve avere un ruolo centrale la famiglia, luogo naturale e di elezione soprattutto per i disabili gravi non autosufficienti.
Questo nucleo naturale è chiamato dalla legge (art. 433 e ss. Codice civile) a farsi carico dei bisogni dei componenti indigenti e in particolare dei disabili economicamente non autonomi.
Ma a questo obbligo morale oltre che giuridico deve accompagnarsi un sostegno pubblico reale.
La normativa sui permessi e congedi e quella sull'amministratore di sostegno costituiscono interventi legislativi importanti.
Ma non basta consentire al familiare di assentarsi dai lavoro per scopi assistenziali o legittimarlo al compimento di atti giuridici altrui, per ritenere di avere risolto il problema.
Spesso i familiari sono costretti ad abbandonare il lavoro per cui a chi si occupa del disabile deve essere riconosciuto uno status giuridico cui deve corrispondere un riconoscimento economico, perché oltre ad adempiere ad un proprio dovere morale sostituisce lo Stato laddove questi non assolve la funzione costituzionale di farsi carico dei disabili generando un risparmio economico notevole in termini di spese assistenziali e anche ospedaliere, determinato dal ricovero in famiglia e sotto l'assistenza di un congiunto.
Ma il disabile non è solo destinatario di assistenza ma, oltre che potenziale lavoratore, e anche soggetto che chiede di entrare nella vita sociale attraverso una istruzione adeguata e una partecipazione alla vita di relazione e in particolare all'interno delle istituzioni.
Una politica di sostegno scolastico, di ripensamento dello stesso sostegno e soprattutto che eviti il mortificante ricorso alla magistratura per poter essere adeguatamente seguiti nelle strutture scolastiche costituiscono dati imprescindibili per una nuova azione di Governo.
Allo stesso modo un ripensamento degli istituti di diritto privato {proprietà, locazioni, beni produttivi ….) eliminerebbe quelle forme di abuso del diritto che mentre non portano vantaggio a chi li pone in essere, sicuramente recano danno ai soggetti disabili che li subiscono: occorre, in altri termini, dare attuazione al principio costituzionale per cui l'uso dei beni e della proprietà non deve svolgersi in contrasto con l'utilità sociale.
A questi elementi generali devono essere aggiunti tutti quegli aspetti che riguardano le singole tipologie di disabili; ciechi, sordi, malati psichici hanno necessità di ricevere interventi mirati inclusivi, legati alla specificità della loro minorazione perché se è vero che sussiste diversità tra disabili e non, esiste diversità anche all'interno del mondo della disabilità che è esso stesso pluralista. A monte di tutto ciò deve esservi un radicale mutamento culturale: la società civile in questi anni, è stata orientata in modo negativo verso il mondo della disabilità. Ci si è dimenticati dell'uomo, delle sue necessità e dei doveri di solidarietà che gravano sulla collettività, per mettere l'accento sulla "categoria" che assorbirebbe risorse e non concorrerebbe alla crescita dello Stato, dimenticando che la non inclusione nasce non dalla diversità ma dalla incapacità o cattiva volontà degli altri di promuoverla.
Con l'augurio che la "nuova politica" che si spera possa scaturire dall'imminente consultazione elettorale inneschi una nuova stagione di doveri che costituiscono la vera misura di ogni agire umano.

Il Presidente Nazionale FAND
Giovanni Pagano

Dopo 20 anni un nuovo punto sullo stato dell’inclusione scolastica dei disabili visivi, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Superare le supposizioni, i luoghi comuni  e  i giudizi infondati: una  ricerca dell'I.RI.FO.R  . realizza una "fotografia"  dello stato dell'inclusione scolastica dei disabili visivi

Ci sono voluti  diversi mesi per raccogliere, ed altri ne occorreranno per esaminare ed elaborare, i dati dei 1.473 questionari, riferiti ad altrettanti allievi con disabilità visiva, inseriti, dalla scuola materna alla secondaria di II grado, nelle diverse scuole del Paese.
Abbiamo scelto come riferimento per la raccolta dei dati l'anno scolastico 2011/12: esattamente venti anni dopo l'a.s. 1991/92, quello al quale faceva riferimento l'indagine dell'Unione Italiana dei Ciechi dalla quale era scaturito il "Primo libro bianco sull'integrazione scolastica dei disabili visivi" questo, tra l'altro, ci permetterà anche alcuni confronti atti a valutare come si è venuto evolvendo il processo di integrazione in questi anni.

L'" INDAGINE CONOSCITIVA SULLA INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ VISIVA", della quale qui presentiamo una anticipazione dei primi risultati, voluta e coordinata dall'I.RI.FO.R., è stata realizzata  grazie alla collaborazione dei Centri di documentazione tiflodidattica della Biblioteca Italiana per ciechi "Regina Margherita" e della Federazione delle Istituzioni pro Ciechi i cui responsabili hanno provveduto alla raccolta dei dati ed alla compilazione on line dei questionari di rilevazione.

I questionari, alla cui elaborazione stiamo provvedendo, racchiudendo informazioni su 1.473 bambini/ragazzi con disabilità visiva, sparsi nei vari ordini di scuola delle diverse regioni, riferendosi a circa il 50% dell'intera popolazione di disabili visivi presenti nelle nostre scuole, riteniamo rappresentino un campione significativo dello stato dell'inclusione dei nostri ragazzi.

Attraverso le oltre 600 possibili risposte del questionario, abbiamo cercato innanzitutto di conoscere la tipologia della disabilità visiva e la presenza di eventuali altre disabilità, di sondare i diversi aspetti del processo di inclusione: dalla composizione della classe, al numero di ore di sostegno  e  di assistenza scolastica o  domiciliare, dagli ausili utilizzati , all'uso del PC, dalla capacità di lettura e scrittura in braille, al  modo  di avere i libri scolastici accessibili,  dalla verifica del modo di redigere il P.E.I., a quella del livello di specializzazione dei docenti. Abbiamo poi cercato di comprender il grado di autonomia personale e di movimento, i rapporti con i compagni e gli amici, di come, i ragazzi con disabilità visiva, occupino il loro tempo libero, e molte altre cose ancora.Una messe di informazioni che stiamo elaborando e analizzando e che sarà oggetto di una  futura presentazione.

Qui ci limitiamo ad anticiparvi alcuni dati riferiti alla tipologia e alla qualità della disabilità visiva, alla presenza di allievi con minorazioni aggiuntive e alla distribuzione dei ragazzi con disabilità visiva nei diversi ordini di scuola, come emergono dall'indagine, fornendovi le prime informazioni sulla qualità della "popolazione scolastica" dei disabili visivi inseriti nelle scuole. Il confronto dei dati rilevati attraverso l'attuale ricerca con quelli del 1992, ci consente  inoltre prima "lettura comparata" dell'evoluzione del processo di inclusione scolastica in questi vent'anni.

Nella composizione della "popolazione  scolastica"  dei  minorati  della  vista Il rapporto tra i due sessi è rimasto stabile: nell'anno scolastico 2011/12 come nell'a.s. 1991/92,  il 57% sono ragazzi, mentre  le ragazze restano minoranza  al 43%.
Positiva  la rilevante diminuzione della percentuale dei ciechi assoluti  scesi al 30,6 % rispetto al 45% di vent'anni fa  il che sommato al 25,6 % , di ragazzi con meno di 1/20 di visus, limita al 56,2 riducendo ( di quasi 11 punti, rispetto al 67% del 1992),   la percentuale di coloro ai quali è necessario l'apprendimento del braille per  ottenere una reale autonomia di lettura e scrittura. Relativamente a questo dato va detto che, nonostante il questionario prevedesse domande  relative al  residuo  visivo calcolato  anche sulla base del "danno perimetrico", le risposte in merito sono state in numero non significativo, tanto da evidenziare come questo metodo di valutazione della visione, nonostante la legge abbia più di dieci anni, non sia ancora entrato nell'uso corrente. 

A colpire negativamente è il forte aumento in questi vent'anni di studenti con handicap aggiuntivi a quello visivo: essi costituiscono oggi il 43,3 %del campione, contro il 38 per cento del1992 , con un aumento di oltre il 5% .
Disaggregando il dato per tipologia di disabilità si evidenzia come l'incremento maggiore sia  nel numero dei disabili con ritardo di apprendimento passati dal 22,5 % del 1992 al 34,6 %, del campione di oggi. Tale elevato incremento che porta a constatare come  tra i ragazzi con disabilità  visiva  con altre minorazioni  l'80% presenti difficoltà di apprendimento, trova una parziale  giustificazione nel fatto che oggi   ha ormai piena  applicazione la sentenza 215,  che nel 1988 ha aperto le scuole superiori a tutti i soggetti con disabilità, mentre i suoi effetti erano non ancora del tutto presenti nel 1992.
In forte aumento anche il numero dei ragazzi che aggiungono alla disabilità visiva disturbi del carattere passati dal 22,5 di vent'anni fa all'attuale  30,8 %; cresciuto   invece di  solo 1,4 % quello dei ragazzi che aggiungono alla disabilità visiva una difficoltà motoria. Segnaliamo infine la rilevazione nell'indagine attuale di un 7% di ragazzi che evidenziano disabilità uditive, in aggiunta a quelle visive (questo  dato non era presente nella ricerca del 1992).

Interessante anche l'esame della distribuzione degli alunni nei vari ordini di scuola: nell'a.s. 1991/92  il 47,5%  era nella materna ed elementare (45 nella elementare e 2,5 nella materna), il  30,5% nella media inferiore e solo il 22% nella superiore, nell'anno scolastico 2011/12 nella scuola per l'infanzia ed elementare troviamo il 51% del campione,( 10,4  nella s.i. e 39,6  nell'el) , il 23% nella secondaria di I grado ed il 26% nella secondaria di II grado.
Anche se apparentemente non troppo variate, analizzate più a fondo, le percentuali della  distribuzione dei disabili visivi nei vari ordini di scuola in questi venti anni, inducono ad alcune considerazioni.
Per farlo è interessante esaminare l'andamento della percentuale media annua del numero di allievi con disabilità visiva presenti nei vari ordini di scuola, in rapporto alla media annua generale:

A.S. 1991/92

A.S. 2011/12

 
%
%/a
%/aG
DIFF
%
%/a
%/aG
DIFF.
SC.I.
2,5
0,83
6,25
-5,42
10,4
3,47

7,7
-4,23
S. Pr.
45
9
7,7
1,3
39,6
7,92
7,7
0,22
S.S.1 g
30,5
10,17
7,7
2,47
23
7,67
7,7
-0,03
S.S.2g
22
4,4
7,7
-3,3
26
5,2
7,7
-2,5
 
Dal confronto della colonna "%/a" (percentuale di allievi con disabilità visiva presenti   nei singoli anni di corso dell'ordine di scuola ) e la colonna "%/aG" (percentuale di allievi con disabilità visiva presenti   nei singoli anni i riferimento all'intero arco dell'istruzione)  della tabella risulta con evidenza  come la percentuale media degli alunni con disabilità visiva frequentanti la scuola primaria e la secondaria di I grado,     negli anni  si sia venuta stabilizzando: in questi  ordini di scuola  la percentuale è molto vicina  a quella della media complessiva,soprattutto se il calcolo  della media generale viene fatto escludendo dal  conteggio gli alunni  della scuola per l'infanzia. Ciò sta a significare che tra i due ordini di scuola  il tasso di abbandono  dei ragazzi con disabilità visiva inclusi  tende a zero.
Mentre la scuola secondaria di II grado con l'incremento di ben 4 punti della percentuale  media annua degli alunni inclusi, si è avvicinata alla media annua generale  degli alunni  con disabilità visiva frequentanti , evidenziando la notevole riduzione del tasso di abbandono (effetto anche questo della sentenza 215), la scuola per l'infanzia pur evidenziando la tendenza all'anticipo della scolarizzazione dei bambini con disabilità visiva, dimostrato dal forte incremento della percentuale dei bambini  iscritti(oltre il 10%. Nel 2011,  quadruplicati   rispetto al 2,5% del '91), resta pur sempre  quella ancora meno frequentata dai bambini con disabilità visiva: meno del 50% di quelli in età per potersi iscrivere.
E' questo un dato preoccupante perché fa capire come l'importanza  di questa scuola, fondamentale per lo sviluppo psicomotorio del bambino, venga ancora oggi sottovalutata dai genitori.
Viceversa, proprio la scuola per l'infanzia sarebbe l'ambiente ideale per aiutare il bimbo  a mettere le basi per una futura capacità di orientamento e per una buona autonomia  personale, aspetti questi ultimi che vedremo essere ancora carenti  nell'educazione dei disabili visivi.

Luciano Paschetta

Il portavoce del Forum del Terzo Settore si autosospende. A gennaio 2013 le prossime elezioni per il rinnovo delle cariche, di Anna Monterubbianesi

Autore: Anna Monterubbianesi

Roma 20 dicembre 2012
 
Durante la riunione del Coordinamento del Forum del Terzo Settore, che si è svolta questa mattina, Andrea Olivero si è autosospeso dal ruolo di Portavoce, data la sua scelta di impegnarsi direttamente in politica.
 
Il Forum del Terzo Settore aveva già avviato il percorso di ordinario rinnovo delle cariche sociali e sta preparando l'Assemblea elettiva prevista entro gennaio 2013.
 
Come indicato nello Statuto la carica di Portavoce è in scadenza nel mese di gennaio 2013 e non può essere ulteriormente rinnovata. Andrea Olivero è infatti al suo secondo mandato, eletto nel dicembre del 2008 e riconfermato nel febbraio 2011. 
 
Pertanto, fino al rinnovo degli organi, la rappresentanza del Forum sarà agita in maniera collegiale dal Coordinamento.
 
Il Coordinamento, che ha preso atto di questa scelta, ha ringraziato il Portavoce per l'impegno che ha portato avanti in questi anni alla guida del Forum, e per il lavoro svolto con dedizione e sensibilità.
 
 
Anna Monterubbianesi
 

DDL Stabilità e Imprese Sociali: Attacco Alla Cultura del Non Profit, di Anna Monterubbianesi

Autore: Anna Monterubbianesi

Roma 13 dicembre 2012 – Ancora una volta un attacco al non profit. Tra le pieghe della legge di stabilità un emendamento, proposto dai relatori Giovanni Legnini (Pd) e Paolo Tancredi (Pdl), introduce modifiche alla legge sull'Impresa Sociale. In particolare le imprese sociali costituite come srl e spa potranno distribuire gli utili ai soci e potranno inoltre distribuire il 50% dell'utile netto di esercizio a enti profit lucrativi o enti pubblici che siano soci dell'impresa sociale.
 
"Si tratta di un emendamento che mina alle fondamenta la cultura del non profit e il requisito dell'assenza di lucro che caratterizza le imprese sociali, come previsto dall'art. 3 del D 155 del 2006, introducendo una logica capitalistica e speculativa nelle imprese sociali" – secondo Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore.
 
"Una proposta profondamente sbagliata e incomprensibilmente inserita nella legge di stabilità che dovrebbe invece contenere esclusivamente disposizioni volte a fissare gli obiettivi di finanza pubblica. Sembra piuttosto che si voglia colpire i fondamenti culturali del terzo settore per aprire un varco all'introduzione della logica della speculazione finanziaria anche in questo mondo."
 
"Peraltro non è accettabile che provvedimenti di questa natura e di questa portata vengano introdotti di soppiatto e senza la minima consultazione dei soggetti interessati. Il Forum chiede il ritiro degli emendamenti" – conclude il Portavoce.

Anna Monterubbianesi
 

Modello EAS. Aperta una finestra fino al 31 Dicembre 2012, di Anna Monterubbianesi

Autore: Anna Monterubbianesi

Roma 13 dicembre 2012
Nelle scorse settimane si è tenuto un Tavolo di incontro tra Agenzia delle Entrate e Forum del Terzo Settore.
Tra i temi all'ordine del giorno anche la questione del Modello EAS e chiarimenti rispetto all'applicabilità dell'istituto della remissione in bonis.
 
Ieri l'Agenzia delle Entrate ha diramato la risoluzione n. 110/E/2012 (come da allegato) che riesamina il perimetro dell'applicabilità dell'istituto della remissione in bonis per gli enti che non abbiano ancora provveduto all'invio del modello EAS, confermando il termine del 31 dicembre 2012 (30 settembre a regime) per l'annualità corrente, versando contestualmente la sanzione pari a euro 258,00, fermo restando il possesso dei requisiti previsti dall'articolo 2, comma 1 del D.L. n. 16 del 2012.

All.1

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE N. 110/E

Roma, 12 DICEMBRE 2012

OGGETTO: Modello EAS – Chiarimenti in merito all'applicabilità dell'istituto
della remissione in bonis.
Sono pervenute alla scrivente, da parte del Forum del terzo settore, richieste
di chiarimenti in merito all'applicabilità dell'istituto della remissione in bonis:
1) agli enti che non abbiano provveduto ad inviare il Modello EAS;
2) agli enti che abbiano inviato il Modello EAS oltre i termini previsti.
L'articolo 30, comma 1, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185,
convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, al fine di consentire
gli opportuni controlli, ha introdotto per gli enti privati non commerciali di tipo
associativo che applicano, in presenza dei requisiti richiesti, le disposizioni di cui
all'articolo 148 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e all'articolo 4, quarto
comma, secondo periodo, e sesto comma, del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, l'onere di comunicare all'Agenzia delle entrate
dati e notizie rilevanti ai fini fiscali, mediante un apposito modello (Modello EAS)
approvato con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate del 2
settembre 2009.
Direzione Centrale Normativa
2
Il comma 2 dello stesso articolo 30 ha previsto che con il medesimo
provvedimento fossero stabiliti "i tempi e le modalità di trasmissione del modello".
Con specifico riferimento ai termini di presentazione del Modello EAS, il
richiamato provvedimento del 2 settembre 2009 aveva stabilito che il modello
avrebbe dovuto essere presentato:
– per gli enti già costituiti alla data di entrata in vigore del citato D.L. n. 185
del 2008, entro il 30 ottobre 2009;
– per gli enti costituitisi dopo l'entrata in vigore del citato D.L. n. 185, entro
sessanta giorni dalla data di costituzione e, qualora il termine del sessantesimo
giorno fosse scaduto prima del 30 ottobre 2009, entro quest'ultima data.
In forza dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n.
225, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 e della tabella
allegata allo stesso decreto-legge, i termini per la presentazione del modello EAS,
stabiliti dal provvedimento del 2 settembre 2009 e modificati dai successivi
provvedimenti del 29 ottobre 2009 e del 21 dicembre 2009, sono stati ulteriormente
prorogati al 31 marzo 2011.
Con circolare n. 6/E del 24 febbraio 2011, par. 2.1, è stato precisato che, per
effetto dell'anzidetta proroga, i nuovi termini per la presentazione del modello EAS
sono i seguenti:
– entro il 31 marzo 2011, per gli enti già costituiti alla data di entrata in
vigore del D.L. n. 185 del 2008 (29 novembre 2008);
– entro il 31 marzo 2011, per gli enti costituitisi dopo l'entrata in vigore
dello stesso D.L. n. 185 del 2008, qualora il sessantesimo giorno dalla
data di costituzione fosse scaduto prima del 31 marzo 2011;
– entro sessanta giorni dalla data di costituzione, per gli enti per i quali il
termine di sessanta giorni dalla costituzione scada a decorrere dal 31
marzo 2011, cioè in data 31 marzo 2011 o in data successiva.
3
L'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito con
modificazioni dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, ha introdotto l'istituto della
remissione in bonis, al fine di evitare che mere dimenticanze relative a
comunicazioni ovvero, in generale, ad adempimenti formali non eseguiti
tempestivamente precludano al contribuente la possibilità di fruire di benefici fiscali
o di regimi opzionali.
Ai sensi dell'anzidetta disposizione, infatti, "la fruizione di benefici di natura
fiscale o l'accesso a regimi fiscali opzionali, subordinati all'obbligo di preventiva
comunicazione ovvero ad altro adempimento di natura formale non
tempestivamente eseguiti, non è preclusa, sempre che la violazione non sia stata
constatata o non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività
amministrative di accertamento delle quali l'autore dell'inadempimento abbia avuto
formale conoscenza, laddove il contribuente:
a) abbia i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento;
b) effettui la comunicazione ovvero esegua l'adempimento richiesto entro il
termine di presentazione della prima dichiarazione utile;
c) versi contestualmente l'importo pari alla misura minima della sanzione
stabilita dall'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 18 dicembre
1997, n. 471, secondo le modalità stabilite dall'articolo 17 del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, esclusa la
compensazione ivi prevista".
La relazione illustrativa al D.L. n. 16 del 2012, nell'individuare, a titolo
esemplificativo, alcune fattispecie alle quali l'istituto della remissione in bonis
risulta applicabile, ha espressamente richiamato l'omesso invio del Modello EAS.
4
Tanto premesso, in ordine alle questioni sollevate, si formulano le seguenti
risposte.
1) Enti che non hanno inviato il Modello EAS
La circolare n. 38/E del 28 settembre 2012, recante i primi chiarimenti in
merito alla remissione in bonis, al paragrafo 1.3.1, ha precisato che per beneficiare
di tale istituto gli enti associativi in possesso dei requisiti sostanziali richiesti dalla
norma, che non hanno inviato il Modello EAS entro i termini previsti, possono fruire
comunque dei benefici fiscali ad essi riservati, inoltrando il suddetto modello entro il
termine di presentazione della prima dichiarazione utile (ossia, la prima
dichiarazione dei redditi il cui termine di presentazione scade successivamente al
termine previsto per effettuare la comunicazione) e versando contestualmente una
sanzione (pari a euro 258,00).
La stessa circolare n. 38, al successivo paragrafo 1.4., ha chiarito che l'istituto
in commento trova applicazione anche con riferimento alle irregolarità per le quali al
2 marzo 2012 (data di entrata in vigore del D.L. n. 16 del 2012) fosse scaduto il
termine di presentazione della prima dichiarazione utile, ma non fosse ancora
scaduto quello di presentazione della dichiarazione riguardante il periodo di imposta
nel quale l'adempimento è stato omesso (per i soggetti con il periodo d'imposta
coincidente con l'anno solare, tale termine era quello del 30 settembre 2012).
Tuttavia, la circolare n. 38 del 2012, al medesimo paragrafo 1.4, ha precisato
che, in considerazione dell'incertezza interpretativa in merito all'individuazione del
termine entro il quale sanare l'adempimento omesso nonché in attuazione dei
principi di tutela dell'affidamento e della buona fede, in sede di prima applicazione
della norma, il termine entro cui regolarizzare gli adempimenti omessi è quello del
31 dicembre 2012.
Pertanto, conformemente all'indirizzo interpretativo fornito con la citata
circolare n. 38, si conferma che gli enti che non abbiano ancora provveduto all'invio
5
del Modello EAS possano adempiere all'onere della trasmissione di detto modello
entro il 31 dicembre 2012, versando contestualmente la sanzione pari a euro 258,00,
fermo restando il possesso dei requisiti previsti dal citato articolo 2, comma 1, del
D.L. n. 16 del 2012.
Si vedano gli esempi riportati nella seguente tabella, in cui sono illustrate,
con riferimento ad enti costituiti in epoche diverse, le scadenze per fruire della
remissione in bonis (mediante la presentazione del Modello EAS e il contestuale
versamento della sanzione prevista).
Tabella 1
Remissione in bonis
Caso
Data
costituzione
Scadenza presentazione
Modello EAS Presentazione
Modello EAS
Pagamento
sanzione
1 15/02/2006 31/03/2011 31/12/2012 31/12/2012
2 04/03/2011 03/05/2011 31/12/2012 31/12/2012
3 08/06/2012 07/08/2012 31/12/2012 31/12/2012
4 01/08/2012 30/09/2012 30/09/2013 30/09/2013
In relazione al caso n. 4, si fa presente che tale soluzione assume rilevanza
anche "a regime", nelle ipotesi in cui il sessantesimo giorno dalla data di
costituzione dell'ente coincida con il termine per la presentazione della
dichiarazione dei redditi, ovvero cada in data successiva. In tali casi, infatti, la
presentazione del Modello EAS mediante remissione in bonis potrà avvenire entro il
termine di presentazione della successiva dichiarazione dei redditi.
2) Enti che hanno inviato il Modello EAS oltre i termini
Relativamente al quesito sub 2), si fa presente che i soggetti che hanno
inviato il Modello EAS oltre i termini previsti e vogliano sanare la propria posizione
fruendo dell'istituto della remissione in bonis non sono tenuti a presentare
nuovamente detto modello di comunicazione – fatti salvi i casi di variazione dei dati
precedentemente comunicati (v. punto 3.3 del provvedimento 2 settembre 2009,
6
citato) – ma, fermo restando il possesso dei requisiti previsti dal citato articolo 2,
comma 1, del D.L. n. 16 del 2012, devono versare unicamente la sanzione pari a
euro 258,00 entro i termini individuati, secondo i criteri precedentemente illustrati.
Si vedano gli esempi riportati nella seguente tabella, in cui sono illustrate, in
relazione ad enti costituiti in epoche diverse che hanno provveduto a presentare
tardivamente il Modello Eas, i relativi termini per fruire della remissione in bonis.
Tabella 2
Remissione in bonis
Caso
Data
costituzione
Scadenza presentazione
Modello EAS
Data presentazione
Modello EAS Presentazione
Modello EAS
Pagamento
sanzione
1 15/02/2006 31/03/2011 10/05/2011 31/12/2012
2 04/03/2011 03/05/2011 10/05/2011 31/12/2012
3 08/06/2012 07/08/2012 28/08/2012 31/12/2012
4 01/08/2012 30/09/2012 10/10/2012 30/09/2013
Da ultimo, si ricorda che, come precisato con la risoluzione n. 46/E dell'11
maggio 2012, il versamento della sanzione in parola va effettuato mediante Modello
F24 utilizzando il codice tributo 8114. Il codice tributo è esposto nella sezione
"Erario" del Modello F24, esclusivamente in corrispondenza delle somme indicate
nella colonna "Importi a debito versati" con indicazione nel campo "Anno di
riferimento" dell'anno per cui si effettua il versamento nel formato "AAAA" (ad
esempio, nel caso n. 2, andrà indicato "2011").
* * *
Le Direzioni regionali vigileranno affinché i principi enunciati e le istruzioni
fornite con la presente risoluzione vengano puntualmente osservati dalle Direzioni
provinciali e dagli Uffici dipendenti.
IL DIRETTORE CENTRALE