Irifor Trentino – Workshop 10 ottobre 2016 “Vista fragile e fissazione eccentrica”

La Cooperativa Sociale IRIFOR del Trentino Onlus e il Network Vista Fragile offrono insieme una giornata di confronto e aggiornamento rivolta alle figure professionali che si occupano di riabilitazione visiva, lunedì 10 ottobre, presso la sede del Centro di Prevenzione e Riabilitazione Visiva di via della Malvasia 15 a Trento.
Si tratta di un evento dedicato alle esigenze dei pazienti che affrontano una importante riduzione visiva con la necessità di stabilizzare la fissazione eccentrica.
Durante il workshop i partecipanti potranno sperimentare l’efficacia di un protocollo di applicazione di lenti speciali progettate per le maculopatie; in linea con le attività di diagnosi oculistica e riabilitazione visiva e funzionale svolte da IRIFOR presso il proprio Centro dotato di attrezzature all’avanguardia.
Il coinvolgimento dei professionisti del territorio nella formazione d’equipe fa parte di un percorso di consolidamento del processo di assistenza alle persone che affrontano la vista fragile, per garantire loro sostegno, orientamento e competenza.
Questa iniziativa stabilisce un patto di collaborazione e informazione intorno al Centro di riabilitazione di Trento – per il benessere del paziente – che impegnerà il medico, il riabilitatore o l’ortottista, l’optometrista o il centro ottico.

Il “Piano di formazione” diventa obbligatorio: L’I.Ri.Fo.R. è già pronto, di Gianluca Rapisarda

Il nuovo “Piano di formazione” obbligatoria dei docenti non è una “bufala”.
Infatti, lo scorso 3 Ottobre, il MIUR ha reso noto che il “piano” partirà già dal prossimo mese di Dicembre.
Esso prevede, per la prima volta, 9 priorità tematiche nazionali per la formazione.
Eccole, in estrema sintesi:
–       Lingue straniere;
–       Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
–       Scuola e lavoro;
–       Autonomia didattica e organizzativa;
–       Valutazione e miglioramento;
–       Didattica per competenze e innovazione metodologica;
–       Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
–       Inclusione e disabilità;
–       Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.
Il Miur assumerà la regia nazionale della formazione: stabilisce le priorità, ripartisce le risorse, monitora i risultati delle attività, sviluppa accordi nazionali con partner della formazione. Le scuole, sulla base delle esigenze formative espresse dai singoli docenti attraverso i Piani individuali di formazione, progetteranno e organizzeranno, anche in reti di scuole, la formazione del personale. Ogni docente avrà un portfolio digitale che raccoglierà esperienze professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca e pubblicazioni, storia formativa. Le attività formative saranno incardinate nel Piano Triennale dell’Offerta e saranno perciò coerenti con il progetto didattico di ciascun istituto. La formazione potrà svolgersi in modo diversificato: con lezioni in presenza o a distanza, attraverso una documentata sperimentazione didattica, attraverso la progettazione.
Saranno finanziate le migliori ‘startup della formazione’: il Miur promuoverà la ricerca, la sperimentazione, incentivandole a lavorare insieme a strutture scientifiche e professionali per la costruzione di percorsi innovativi di formazione. In collaborazione con INDIRE sarà realizzata una Biblioteca digitale scientificamente documentata delle migliori attività didattiche e formative.
Ricordo che la formazione (comma 124 della legge Buona Scuola) diventa “obbligatoria, permanente e strutturale”.
Al Miur hanno tenuto a specificare che “tutti i 750.000 docenti di ruolo saranno coinvolti e che dovranno seguire indicativamente almeno 25 ore di formazione obbligatoria annuale”.
E’ inutile sottolineare che quella del “piano di formazione obbligatoria” di tutti gli insegnanti in servizio (curricolari e di sostegno) sarà una vetrina davvero “unica” per noi ed un’occasione molto importante per promuovere l’I.Ri.Fo.R. e le sue attività, in particolar modo quelle legate alla formazione, alla ricerca ed alla sperimentazione.
Sarà nostro compito “sfruttare” al meglio ed al massimo tale occasione di visibilità e soprattutto di crescita.
Non a caso, in questi giorni, abbiamo preparato le “Linee guida” dei corsi formativi relativi alla “carta del prof” alle quali, con una certa libertà di azione e flessibilità organizzativa, dovranno attenersi le nostre sedi territoriali per l’attivazione delle loro iniziative, non appena il MIUR ci fornirà ulteriori informazioni e dettagli sulla materia.
Dalle notizie che ci sono giunte dal MIUR non dobbiamo attendere ancora troppo e pare che la “carta del prof” sarà erogata a tutti i docenti di ruolo della scuola pubblica entro poche settimane. Ma, a differenza del 2015, quest’anno arriverà attraverso una “carta elettronica”, la cui fruizione sarà utile ai fini della “formazione obbligatoria” in oggetto. Dunque, anche la “carta del prof” servirà a far conseguire ai docenti una parte dei crediti formativi minimi loro richiesti dal nuovo “piano di formazione individuale, che saranno meglio definiti con un Decreto Ministeriale nelle prossime settimane.
D’altra parte, con la recente approvazione della Convenzione tra l’UICI e l’I.Ri.Fo.R. ed il necessario imminente restyling della nostra piattaforma E-Learning, il nostro auspicio è quello di mettere il nostro Istituto sul binario giusto di un Ente davvero “raffinato” e orientato agli interessi scientifici di ricerca, di sperimentazione e di formazione.
E proprio in quest’ultima area dobbiamo tutti rafforzare capacità e competenze perché la formazione a mio modesto avviso, non riguarda solo l’istruzione strettamente considerata nel campo delle difficoltà compensative degli alunni disabili visivi.
Infatti, dobbiamo allargare la gamma della nostra offerta formativa a mobilità, tecnologia, vita indipendente, cultura, sport, tempo libero, accessibilità, alternanza scuola lavoro, solo per ricordare i capitoli più importanti dei quali dovremo occuparci.
Solo così non perderemo il “rivoluzionario” treno del “piano di formazione obbligatoria” dei docenti italiani, garantendo loro attività formative davvero “spendibili”, efficaci e realmente rispondenti alle sfide della modernità, in modo da favorire un effettivo processo d’inclusione dei nostri ragazzi nell’odierna “società della conoscenza”.
Da questo punto di vista, il recente non facile rinnovo dell’accreditamento da parte del MIUR rappresenta certamente un ottimo “incipit” del nuovo corso dell’I.Ri.Fo.R. voluto dal Presidente Mario Barbuto.
Ma non basta. Ora, con le novità introdotte dal “Piano di formazione obbligatoria, dovremo essere in grado di “aggredire” ancora di più il territorio con le nostre proposte formative, di entrare nel mercato vincendo l’agguerrita concorrenza e, soprattutto, di farci riconoscere dal “sistema”.
Facciamolo insieme, lavorando in squadra ed in totale sinergia ed il migliore successo del nostro Istituto sarà assicurato.

Irifor – “Ci sono anch’io”, Campagna di educazione civica

PROGETTO DI COMUNICAZIONE SOCIALE
CI SONO ANCH’IO

“CI SONO ANCH’IO” è una campagna di educazione civica.
Un contributo per informare tutti quelli che guidano (dalla bicicletta al camion) sui diritti dei pedoni e in particolari sui pedoni che usano il bastone bianco o il cane guida.

Volantino "Ci sono anch'io!"

Volantino “Ci sono anch’io!”

I disegni sono stati realizzati dall’artista Cossi Paolo
In alto a destra: giovane donna (capelli corti e scuri, tailleur grigio con gonna corta, scarpa elegante, collana di perle) che cammina con cane guida.
In basso a destra: giovane uomo (capelli e barba scuri alla moda, camicia bianca, cravatta scura, pantalone lungo chiaro, maglioncino smanicato rosso, scarpa elegante) che cammina con bastone bianco rosso.
In basso a sinistra: giovane donna (capelli lunghi biondi, occhiali da sole, canotta nera jeans lungo) che cammina con bastone bianco
In alto a sinistra: giovane uomo (capelli rasati, in tenuta da basket, gamba sinistra ingessata) che cammina aiutandosi con due stampelle.
In alto al centro il titolo “Ci sono anch’io”
Sotto il titolo giovane Streghetta (capelli lunghi rossi, cappello a punta con stelle e abito fino ai piedi) con la bacchetta magica ha trasformato in un rospo chi non rispetta le regole ed esclama “le regole si rispettano
Testo:
“quando si muovono in autonomia, cioè da sole:
• le persone cieche usano il bastone bianco o il cane guida;
• le persone ipovedenti vedono molto poco e male e si aiutano con il bastone bianco
• le persone sordocieche usano il bastone a fasce bianche e rosse
• le persone che hanno difficoltà nel camminare usano il bastone, le stampelle, la carrozzina, ..
Quando stanno già attraversando la strada o sono pronte per farlo per farlo:
• fermati – rispetta la precedenza;
• fai in modo che non ci siano pericoli;
• fai attraversare in modo sicuro
Lo dice l’art. n. 191 del Codice della Strada”

In calce ai loghi: PATROCINIO CAMERA DEI DEPUTATI – STUDIO IN – ANIOMAP – CONSULTA REGIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITA’ E DELLE LORO FAMIGLIE FVG – UNIONE ITALIANA CIECHI E IPOVEDENTI – FEDERAZIONE ITALIANA SUPERAMENTO HANDICAP – AGENZIA INTERNAZIONALE PREVENZIONE CECITA’ – LEGA DEL FILO D’ORO – BLINDSIGHT PROJECT

Volantino "Ci sono anch'io" - Parte 2

Volantino “Ci sono anch’io” – Parte 2

Irifor – Le attività di alternanza scuola lavoro degli studenti disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie, se è vero che hanno reso obsolete professioni che in passato avevano garantito la piena occupazione delle persone con disabilità visiva – quale quella del centralinista – è altrettanto vero che hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro”, idonee all’inserimento lavorativo dei disabili in generale, e di quelli visivi in particolare, che vanno al di là delle professioni “tipiche” del passato. È questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei giovani con disabilità: cercare cioè il “posto giusto” per “la persona giusta”, modalità questa che, se pur prevista dalla Legge 68/99, è stata, in questi anni, sottovalutata dai ciechi italiani e comunque non sempre presa a modello per l’inclusione di persone con disabilità nel mondo del lavoro che, ancora troppo spesso, interpreta l’assunzione di un disabile in termini assistenziali e non, come dovrebbe essere, secondo parametri di inclusione sociale.
Dietro le odierne difficoltà per l’occupazione dei giovani minorati della vista vi è tuttavia anche l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado. E questo nonostante l’articolo 8 della Legge 104/92 – che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità – preveda l’attuazione di «misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro». Sebbene l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, la scuola secondaria superiore – che ha tra l’altro, fra i propri obiettivi primari, la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani – non ha saputo dunque sviluppare una progettazione didattica riferita a una vera e propria “cultura dell’inclusione” delle persone con disabilità, capace di guardare al di là degli stretti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi “caratteristici”, per così dire, della scuola dell’obbligo. In altre parole, il percorso formativo si svolge nell’angusto “orticello” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le risorse culturali e il sistema socio economico e produttivo di esso. A questo limite potrebbe porre rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un percorso formativo che rientra a pieno titolo nell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica ecc.), che accoglierà l’alunno in stage. Per i ragazzi con disabilità visiva, in particolare, tale sistema sarebbe molto importante per l’acquisizione di una migliore autonomia di movimento e personale, arricchirebbe il loro bagaglio di esperienze, permettendo loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola, di assimilare le competenze relative al ruolo del lavoratore e di “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere – se messi in condizione di operare in pari opportunità – le mansioni dei “colleghi”. Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità degli ambienti e di quella digitale e a incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo sulle potenzialità operative delle persone cieche ed ipovedenti. Forse qualcuno ha sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nella recente Legge della Buona Scuola del 2015. Essa, invece, era già stata normata dieci anni fa dal Decreto Legislativo n. 77 del 2005, dal 2014 è stata presente – in via sperimentale – in diverse realtà scolastiche ed infine, a partire dall’a.s. 2015-16, ai sensi della già citata 107, è stata istituzionalizzata oltre che negli Istituti tecnici e professionali anche nei Licei per tutti gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.
A tal proposito l’I.Ri.Fo.R nazionale ha appena avviato una ricerca mirante a conoscere e determinare con precisione quanti siano gli studenti con disabilità visiva inseriti in questi percorsi formativi, rivolgendosi ai nostri CCT ed Istituti dei ciechi e direttamente agli interessati, al fine di individuare eventuali criticità e “buone prassi” da segnalare al MIUR, affinché intervenga per rendere efficace e veramente “inclusiva” la pratica dell’alternanza scuola lavoro anche per gli alunni disabili visivi. In questa prospettiva la ricerca, articolata nelle fasi che saranno descritte oltre, intende indagare i vari piani che, dalla formazione alle esperienze di alternanza scuola lavoro, i minorati della vista si trovano a percorrere per giungere a un effettivo ingresso nel mondo del lavoro. Come si può’ intendere, sarà decisivo l’apporto che ogni struttura territoriale vorrà offrire per assicurare la maggior attendibilità scientifica a tale rilevante iniziativa. Sotto l’aspetto operativo la ricerca punterà, in prima battuta, a rintracciare sull’intero territorio nazionale gli studenti minorati della vista nati tra il 1999 ed il 2000 e frequentanti il terzo anno della scuola secondaria superiore, ma anche quelli iscritti in altre classi delle superiori, se inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. Si mirerà solo a tale tipologia di destinatari al fine di circoscrivere il campione analizzato ad una fascia di popolazione effettivamente coinvolta nei percorsi di alternanza scuola lavoro. Seguirà una fase in cui, agli alunni individuati, sarà somministrato un questionario conoscitivo finalizzato a verificare il tipo di “stage” professionale espletato e il “lavoro” svolto, oppure se essi abbiano incontrato ostacoli, impedimenti od addirittura rifiuti nel praticare percorsi di alternanza scuola lavoro. Tale fase consentirà di distinguere tra gli studenti che abbiano svolto lo stage di “alternanza” con successo e soddisfazione e quelli che, invece, per motivi vari, lo hanno vissuto negativamente o sono stati impossibilitati a sperimentarlo.
A questi ultimi sarà rivolta la terza fase della ricerca, mirata a conoscere le motivazioni e i condizionamenti che hanno condotto a tale situazione di insuccesso. L’ultima fase della ricerca sarà costituita dalla elaborazione dei dati raccolti nonché dalla elaborazione delle ipotesi di lavoro future. In relazione a quanto descritto si inviano due questionari necessari all’avvio delle prime due fasi della ricerca. Il primo questionario dovrà essere compilato da tutte le nostre sezioni provinciali UICI e da tutti i Centri di consulenza tiflodidattica e gli Istituti dei ciechi e riguarda una serie di dati aggregati che potranno essere reperiti facendo ricorso alle banche dati disponibili presso le stesse strutture. Il termine per l’invio dei suddetti questionari è fissato al 31 Ottobre 2016.
Il secondo questionario, invece, dovrà essere compilato individualmente da quegli allievi con disabilità visiva, nati tra il 1999 ed il 2000, che risultano essere iscritti al terzo anno della scuola superiore di secondo grado nell’a.s. 2015-16. La presente ricerca è rivolta pure agli studenti minorati della vista, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado ed inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. In tale stadio della ricerca sarà cura delle strutture in indirizzo assicurare che vengano interessati alla distribuzione e compilazione del questionario il maggior numero di studenti non vedenti ed ipovedenti, iscritti al terzo anno ed in generale alla scuola secondaria superiore, secondo le modalità di cui sopra.

Il termine per l’invio dei questionari completi è fissato al 31 Ottobre 2016.
I questionari dovranno essere inviati, unicamente in formato elettronico, agli indirizzi segreteria@irifor.eu od archivio@irifor.eu
Per ogni informazione è possibile contattare l’Istituto, chiamando la dott.ssa Valeria Liberti, al numero telefonico 06/69988606 oppure è possibile inviare una e-mail all’indirizzo direttorescientifico@irifor.eu.

Irifor del Trentino – Settembre 2016: “Il Bar al buio” e “La Via Crucis al buio”

Il Bar al buio a ViviPark 2016

In occasione della due giorni di festa, IRIFOR sarà presente con il bar al buio al Parco Santa Chiara! Lo staff della Cooperativa IRIFOR vi aspetta per gustare una bevanda nella più completa oscurità, per conoscere la disabilità visiva e al contempo riscoprire il potere degli altri sensi. Sabato 24 e domenica 25 settembre, dalle 9 alle 19, salite a bordo di “Dark on the Road”.

 

La Via Crucis al buio

“Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento”

Il Museo Diocesano Tridentino, in occasione della mostra La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento, che sarà attiva dal 17 settembre al 14 novembre 2016, offre la possibilità di una visita guidata gratuita al buio all’opera scultorea originale dell’artista. La visita sarà domenica 2 ottobre alle ore 11.00. Sarà un’occasione per non vedenti, ipovedenti e normovedenti di confrontarsi in uno scambio di emozioni e percezioni attraverso l’arte, per arricchirsi reciprocamente in un’esperienza condivisa.

Le attività di alternanza scuola lavoro degli studenti disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie, se è vero che hanno reso obsolete professioni che in passato avevano garantito la piena occupazione delle persone con disabilità visiva – quale quella del centralinista – è altrettanto vero che hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro”, idonee all’inserimento lavorativo dei disabili in generale, e di quelli visivi in particolare, che vanno al di là delle professioni “tipiche” del passato.
E’ questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei giovani con disabilità: cercare cioè il “posto giusto” per “la persona giusta”, modalità questa che, se pur prevista dalla Legge 68/99, è stata, in questi anni, sottovalutata dai ciechi italiani e comunque non sempre presa a modello per l’inclusione di persone con disabilità nel mondo del lavoro che, ancora troppo spesso, interpreta l’assunzione di un disabile in termini assistenziali e non, come dovrebbe essere, secondo parametri di inclusione sociale.
Dietro le odierne difficoltà per l’occupazione dei giovani minorati della vista vi è tuttavia anche l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado.
E questo nonostante l’articolo 8 della Legge 104/92 – che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità – preveda l’attuazione di «misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro».
Sebbene l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, la scuola secondaria superiore – che ha tra l’altro, fra i propri obiettivi primari, la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani – non ha saputo dunque sviluppare una progettazione didattica riferita a una vera e propria “cultura dell’inclusione” delle persone con disabilità, capace di guardare al di là degli stretti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi “caratteristici”, per così dire, della scuola dell’obbligo.
In altre parole, il percorso formativo si svolge nell’angusto “orticello” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le risorse culturali e il sistema socio economico e produttivo di esso.
A questo limite potrebbe porre rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un percorso formativo che rientra a pieno titolo nell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica ecc.), che accoglierà l’alunno in stage.
Per i ragazzi con disabilità visiva, in particolare, tale sistema sarebbe molto importante per l’acquisizione di una migliore autonomia di movimento e personale, arricchirebbe il loro bagaglio di esperienze, permettendo loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola, di assimilare le competenze relative al ruolo del lavoratore e di “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere – se messi in condizione di operare in pari opportunità – le mansioni dei “colleghi”. Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità degli ambienti e di quella digitale e a incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo sulle potenzialità operative delle persone cieche ed ipovedenti.
Forse qualcuno ha sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nella recente Legge della Buona Scuola del 2015. Essa, invece, era già stata normata dieci anni fa dal Decreto Legislativo n. 77 del 2005, dal 2014 è stata presente – in via sperimentale – in diverse realtà scolastiche ed infine, a partire dall’a.s. 2015-16, ai sensi della già citata 107, è stata istituzionalizzata oltre che negli Istituti tecnici e professionali anche nei Licei per tutti gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.
A tal proposito l’I.Ri.Fo.R nazionale ha appena avviato una ricerca mirante a conoscere e determinare con precisione quanti siano gli studenti con disabilità visiva inseriti in questi percorsi formativi, rivolgendosi ai nostri CCT ed Istituti dei ceichi e direttamente agli interessati, al fine di individuare eventuali criticità e “buone prassi” da segnalare al MIUR, affinché intervenga per rendere efficace e veramente “inclusiva” la pratica dell’alternanza scuola lavoro anche per gli alunni disabili visivi.
In questa prospettiva la ricerca, articolata nelle fasi che saranno descritte oltre, intende indagare i vari piani che, dalla formazione alle esperienze di alternanza scuola lavoro, i minorati della vista si trovano a percorrere per giungere a un effettivo ingresso nel mondo del lavoro.
Come si può’ intendere, sarà decisivo l’apporto che ogni struttura territoriale vorrà offrire per assicurare la maggior attendibilità scientifica a tale rilevante iniziativa.
Sotto l’aspetto operativo la ricerca punterà, in prima battuta, a rintracciare sull’intero territorio nazionale gli studenti minorati della vista nati tra il 1999 ed il 2000 e frequentanti il terzo anno della scuola secondaria superiore, ma anche quelli iscritti in altre classi delle superiori, se inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. Si mirerà solo a tale tipologia di destinatari al fine di circoscrivere il campione analizzato ad una fascia di popolazione effettivamente coinvolta nei percorsi di alternanza scuola lavoro.
Seguirà una fase in cui, agli alunni individuati, sarà somministrato un questionario conoscitivo finalizzato a verificare il tipo di “stage” professionale espletato e il “lavoro” svolto, oppure se essi abbiano incontrato ostacoli, impedimenti od addirittura rifiuti nel praticare percorsi di alternanza scuola lavoro.
Tale fase consentirà di distinguere tra gli studenti che abbiano svolto lo stage di “alternanza” con successo e soddisfazione e quelli che, invece, per motivi vari, lo hanno vissuto negativamente o sono stati impossibilitati a sperimentarlo.
A questi ultimi sarà rivolta la terza fase della ricerca, mirata a conoscere le motivazioni e i condizionamenti che hanno condotto a tale situazione di insuccesso.
L’ultima fase della ricerca sarà costituita dalla elaborazione dei dati raccolti nonché dalla elaborazione delle ipotesi di lavoro future.
In relazione a quanto descritto si inviano due questionari necessari all’avvio delle prime due fasi della ricerca.
Il primo questionario dovrà essere compilato da tutte le nostre sezioni provinciali UICI e da tutti i Centri di consulenza tiflodidattica e gli Istituti dei ciechi e riguarda una serie di dati aggregati che potranno essere reperiti facendo ricorso alle banche dati disponibili presso le stesse strutture. Il termine per l’invio dei suddetti questionari e’ fissato al 31 Ottobre 2016.
Il secondo questionario, invece, dovrà essere compilato individualmente da quegli allievi con disabilità visiva, nati tra il 1999 ed il 2000, che risultano essere iscritti al terzo anno della scuola superiore di secondo grado nell’a.s. 2015-16. La presente ricerca è rivolta pure agli studenti minorati della vista, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado ed inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro.
In tale stadio della ricerca sarà cura delle strutture in indirizzo assicurare che vengano interessati alla distribuzione e compilazione del questionario il maggior numero di studenti non vedenti ed ipovedenti, iscritti al terzo anno ed in generale alla scuola secondaria superiore, secondo le modalità di cui sopra.
Il termine per l’invio dei questionari completi è fissato al 31 Ottobre 2016.
I questionari dovranno essere inviati, unicamente in formato elettronico, agli indirizzi segreteria@irifor.eu od archivio@irifor.eu
Per ogni informazione e’ possibile contattare l’Istituto, chiamando la dott.ssa Valeria Liberti, al numero telefonico 06/69988606 oppure è possibile inviare una e-mail all’indirizzo direttorescientifico@irifor.eu.
Si prega di dare la massima diffusione e collaborazione all’iniziativa.

Irifor del Trentino – Il Giardino al Buio in collaborazione con il MUSE

La Cooperativa Irifor del Trentino propone un’iniziativa in collaborazione con il Muse per scoprire, insieme ai non vedenti, il giardino botanico alpino senza l’ausilio della vista, ma affidandosi agli altri sensi (tatto, olfatto e gusto). Al termine del percorso ci sarà una degustazione al buio a bordo di “Dark on the Road”, il bar al buio itinerante a bordo del quale i camerieri ciechi e ipovedenti accompagneranno il pubblico nella più completa oscurità, per conoscere la condizione della disabilità visiva e allo stesso tempo il potere degli altri sensi.

Vi aspettiamo alle Viote del Monte Bondone, domenica 4 settembre!

Il bar sarà attivo dalle 11 alle 17 (ingresso 3€ con consumazione compresa).

Le visite al giardino sono in programma alle 11.00, alle 12.30, alle 14.30 e alle 17.30.

Irifor – Novità al Regolamento degli Albi Nazionali dell’I.Ri.Fo.R. di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

In considerazione della trasformazione dell’I.Ri.Fo.R. in corso e di particolari esigenze segnalate per l’Albo Nazionale dei Docenti Informatici per minorati della vista, si è ritenuto opportuno, in attesa dell’approvazione del nuovo Regolamento, procedere alla sospensione del pagamento della quota di iscrizione a tutti gli Albi dell’Istituto.
Per il rinnovo dell’iscrizione sarà sufficiente una comunicazione, inviata tramite PEC, con la quale si esprime la volontà di mantenimento dell’iscrizione stessa.
Per l’Albo Nazionale dei Docenti Informatici per minorati della vista, nelle more, l’Istituto si riserva di richiamare per un esame suppletivo tutti coloro che hanno sostenuto l’esame da più di tre anni; oggetto della verifica saranno i sistemi operativi Android e iOS, MAC e Windows 10.
Attualmente gli albi nazionali dell’I.Ri.Fo.R. sono i seguenti:
– Istruttori di orientamento e mobilità e autonomia personale e domestica
– Docenti informatici per minorati della vista
– Educatori tiflologici
– Operatori tiflologici
– Istruttori di attività motoria ed avviamento al nuoto
– Esperti delle problematiche dell’accessibilità
– Consulenti territoriali e domiciliari di Autonomia personale
– Perito fonico trascrittore
– Esperti di idrostimolazione per bambini e ragazzi pluridisabili
– Istruttori di vela per l’insegnamento ai disabili motori, sensoriali ed intellettivi
– Operatore specializzato nella relazione, nell’assistenza e nella gestione delle emergenze alle persone con mobilità ridotta.
Gli Albi Nazionali costituiscono lo strumento preferenziale utilizzato dalla struttura nazionale e dalle strutture territoriali dell’I.Ri.Fo.R. allo scopo di affidare gli incarichi professionali connessi alle proprie attività formative e riabilitative, secondo quanto previsto dal Vademecum Operativo delle Attività di Riabilitazione, Formazione e Ricerca dell’Istituto.
I Regolamenti approvati dal CDAN dell’I.Ri.Fo.R. nell’ottobre del 2012 e nel Giugno 2013 stabilivano che nel corso della procedura di selezione dell’incaricato iscritto ad un Albo Nazionale si doveva dare priorità a coloro che siano residenti nella località più vicina possibile alla sede formativa interessata.
Era pure previsto che l’eventuale affidamento di incarichi a soggetti non iscritti ad uno degli Albi Nazionali poteva avvenire solo in casi eccezionali, da motivarsi adeguatamente a cura della struttura territoriale, con preventiva autorizzazione del Consiglio di Amministrazione Centrale.
Infine, i Regolamenti di cui sopra obbligavano gli iscritti ai nostri albi alla frequenza di almeno otto ore di attività di formazione ed aggiornamento annuale che, in gran parte, l’I.Ri.Fo.R. si impegnava ad erogare.
Era soprattutto questa “garanzia” di qualità dell’offerta formativa e di aggiornamento da assicurare ai nostri operatori che induceva la “vecchia” Dirigenza del nostro Istituto a richiedere ai professionisti inseriti nei nostri albi nazionali il pagamento di una quota d’iscrizione e di rinnovo annuale della stessa.
In tal senso, per permettere all’IRIFOR di restare sul mercato, tra il 2012 ed il 2013 si è pensato di rivisitare gli Albi attraverso tre azioni:
1) richiesta di manifestare il proprio interesse ad essere iscritto attraverso il pagamento della quota annuale di iscrizione;
2) impegno a fornire adeguati percorsi di aggiornamento annuali e chiedere l’obbligo di frequenza;
3) promuovere l’azione degli iscritti mediante l’informazione e la diffusione degli elenchi alle scuole, cooperative e a coloro che hanno bisogno di tali interventi.
Nella convinzione che queste azioni avrebbero creato un circuito virtuoso, si è deliberato l’attuale regolamento. La ratio era cioè quella che, da un lato, l’IRIFOR garantiva le competenze acquisite dell’operatore, dall’altro l’operatore dimostrava di essere veramente capace e dunque validava e testimoniava la serietà dell’Ente.
Tuttavia, in quegli anni, l’inopinata modifica della modalità di concessione dei finanziamenti da parte del Ministero del Lavoro all’Ente e soprattutto il costante e progressivo taglio dei contributi da parte del Ministero dell’Interno ha di fatto “ingessato” e condizionato negativamente tutta l’attività del nostro Istituto connessa agli albi nazionali (contatti con gli iscritti, proposte di aggiornamento, valutazione e verifiche); aspetti che sono stati svolti in minima parte e in modo non completo ma non per incuria.
In pratica, gli iscritti si sono trovati a pagare una quota di iscrizione senza ottenere in cambio alcun beneficio se non uno sconto sulla quota di partecipazione ai corsi di aggiornamento fra l’altro scarsamente partecipati.
A tali problematiche si deve aggiungere che, fino ad oggi, sono state finanziate moltissime iniziative in vari settori sul territorio ma non è stato mai verificato se il personale coinvolto sia iscritto agli Albi di riferimento ed abbia le competenze riconosciute da IRIFOR.
Con la recente uscita dei bandi nazionali voluta fortemente dal nuovo Presidente Mario Barbuto non sarà più così. Infatti, è previsto un vademecum al quale è necessario attenersi per ottenere il riconoscimento del co-finanziamento.
Il regolamento ipotizzava altresì la costituzione di alcuni nuovi ed interessanti Albi, quali quelli degli “istruttori di vela, di “esperti di neurostimolazioni”, e di “addetti alla sicurezza” che, per i problemi di cui sopra, in pratica non sono stati ancora attivati.
Al momento del rinnovo degli Albi, è stata inviata agli iscritti una lettera per spiegare le motivazioni della revisione con allegato il regolamento di ogni singolo albo e con la richiesta di esprimere la volontà di mantenere l’iscrizione.
Comunque, al fine di facilitare al massimo le iscrizioni, non è stata assunta una posizione rigida nei confronti di chi non ha risposto tempestivamente iscrivendo anche successivamente coloro che ne hanno fatto richiesta avendone i requisiti.
Attualmente l’iscrizione avviene online mediante il rilascio di un account per accedere al sito e, una volta confermata, il nominativo risulta nell’elenco e inserito nel circuito delle comunicazioni.
Tutte queste criticità hanno certamente contribuito a determinare confusione ed una certa “disaffezione” dei nostri operatori nei confronti degli albi nazionali dell’I.Ri.Fo.R.
Da questo punto di vista, è molto importante non “scambiare” gli Albi nazionali dell’IRIFOR con Albi professionali che servono a garantire l’occupabilità. In fondo è stato questo il principale equivoco che ha causato tanto disorientamento tra gli iscritti ed il loro allontanamento dai nostri Albi che, dunque, non hanno loro assicurato un riscontro lavorativo concreto ed immediato.
La ratio che ha ispirato e deve ispirare gli Albi dell’IRIFOR è invece quella di creare una sorta di “marchio di fabbrica”, a garanzia esclusiva della qualità ed efficacia della formazione dei nostri operatori.
Quelli dell’I.Ri.Fo.R. non sono dunque Albi professionali ma Albi di professionalità che è però necessario garantire e monitorare.
Per tutte queste ragioni, noi riteniamo che assicurare la gratuità o ridimensionare la quota di iscrizione possa invogliare un maggior numero di persone ad iscriversi. E’ un fallimento pensare alla quota di iscrizione come forma di autofinanziamento.
Io sono certo che la volontà di iscriversi o di rimanere iscritto nei nostri albi non deve essere dimostrata dal pagamento della quota, ma dalla reale e ferma intenzione di partecipare alle ore di formazione obbligatorie.
La motivazione deve essere sulla qualità e non economica. Da ora in poi, ad esempio, La mancata partecipazione per tre anni consecutivi all’aggiornamento obbligatorio potrebbe essere considerato un motivo di cancellazione dall’Albo. A patto, ovviamente, che tali iniziative di aggiornamento vengano però organizzate efficacemente e puntualmente dal nostro Istituto.
Inoltre non bisogna assolutamente dimenticare che l’IRIFOR è un Istituto riconosciuto a livello ministeriale ed è titolato a certificare le competenze e che, pertanto, il regolamento vigente prevede che, per essere inserito nell’Albo, è giustamente necessario svolgere un esame finale.
Quindi, da nuovo Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. nazionale, nella mia ipotesi di revisione del regolamento dei nostri albi, proporrò al CDAN che il non “accertato” svolgimento di attività formative e riabilitative e la mancata verifica del mantenimento del possesso da parte dei nostri “esperti” delle competenze per almeno un triennio comporteranno il loro obbligo a partecipare ad una sezione suppletiva d’esame, il cui non superamento determinerà la loro automatica esclusione dai loro rispettivi albi.
Infine, a mio modesto avviso, molti iscritti hanno perso fiducia negli Albi e, da tempo, ne tengono poco conto, perché sono consapevoli che in determinate realtà territoriali vengono coinvolti solo pochi operatori, alcuni anche di alto livello ma sempre gli stessi, mentre gli altri sono tenuti costantemente fuori.
C’è di più, in passato troppo spesso avveniva che, nonostante fosse previsto che per accedere ai finanziamenti i docenti dei corsi dovessero essere iscritti agli Albi di riferimento, questa regola non è mai stata rispettata adeguatamente.
Come detto sopra, l’inosservanza di tale condizione sarà ora invece la principale causa di non finanziamento dei progetti sui nuovi bandi nazionali.
Nell’ultima riunione estiva del CTS Nazionale dell’I.Ri.Fo.R., alla fine di un dibattito molto acceso ma altrettanto costruttivo sull’argomento in oggetto al quale ha contribuito fattivamente anche il Vicepresidente Nazionale dell’Ente Massimo Vita, si è giunti alle decisioni sotto riportate e da condividere con il Consiglio di amministrazione Nazionale:
a) gli attuali Albi sono ritenuti molto importanti ma, allo stesso tempo, è riconosciuta anche la necessità che trovino la loro vera applicazione e che siano uno strumento dinamico tra iscritti e IRIFOR per garantire una formazione qualificata e facilitare la fidelizzazione degli iscritti stessi;
b) la volontà di essere iscritto deve essere espressa con una richiesta formale e non per automatismo. Si può pensare di eliminare il pagamento delle quote, a patto però di essere estremamente rigidi sull’aggiornamento costante (magari potenziandolo rispetto a quello attuale), che garantisce la qualità dei nostri operatori.
c) Le attività delle strutture territoriali che l’IRIFOR Centrale finanzierà dovranno utilizzare personale iscritto all’Albo, pena il non co-finanziamento;
d) deve essere prevista la distribuzione di questionari per la verifica di qualità, con compilazione anche online per comprendere se l’attività sul campo degli esperti IRIFOR sia in grado di garantire la qualità dei servizi all’utenza finale. L’IRIFOR deve essere il garante della qualità degli operatori e dei servizi da essi svolti;
e) occorre avviare una volta per tutte gli Albi mai attivati ed, in caso non ci si riesca, procedere immediatamente alla loro cancellazione.
Mi rendo conto che molto bisogna ancora fare nel variegato ed “eterogeneo” universo dell’I.Ri.Fo.R. Nazionale ma, come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera.

Irifor – Avvicendamento alla Direzione I.Ri.Fo.R. di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Cari tutti, ha ragione Massimo, quando scrive che in casa I.Ri.Fo.R. è tutto molto chiaro. Infatti, il 20 Luglio u.s., il CDAN dell’I.Ri.Fo.R. ha dato avvio al suo “nuovo corso”, provvedendo alle nomine di Massimo Vita a Vicepresidente nazionale, del Consigliere Franco Giangualano come preposto alla struttura organizzativa e dello scrivente alla carica di Direttore scientifico. Insomma, un problema che pareva insormontabile e cioè quello della struttura centrale troppo pesante e burocratica dell’Istituto, speriamo potrà essere presto risolto con tale nuovo riassetto, fortemente voluto da Mario Barbuto.
Il nostro auspicio è quello di mettere l’Irifor sul binario giusto di un Ente davvero “raffinato” e orientato agli interessi scientifici, riabilitativi e di ricerca. In quest’area dobbiamo tutti rafforzare capacità e competenze perché la ricerca, a mio modesto avviso, non riguarda solo l’istruzione, la riabilitazione non si fa prevalentemente a scuola e la formazione non attiene soltanto all’ambito degli insegnanti o delle difficoltà compensative degli alunni ciechi. Dobbiamo allargare a mobilità, tecnologia, vita indipendente, cultura, sport, tempo libero, accessibilità, solo per ricordare i capitoli più importanti dei quali dovremo occuparci. Facciamolo insieme, lavorando in squadra ed in totale sinergia e forse episodi spiacevoli, come quello occorso a Gennaro, non accadranno più. Io sono al vostro servizio e, se vorrete contattarmi, il mio nuovo indirizzo mail è direttorescientifico@irifor.eu.
Infine, consentitemi un altro piccolo “spazietto” da dedicare al mio GRANDE MAESTRO Luciano Paschetta. Lucianone, senza i tuoi preziosi consigli, i tuoi sempre puntuali insegnamenti e le tue uniche “dritte” tecnico-scientifiche, io oggi non sarei quello che sono e soprattutto l’I.Ri.Fo.R. sarebbe certamente un po’ meno I.Ri.Fo.R. Grazie di cuore per tutto quello che mi hai regalato da questo Marzo in poi e, ti prego, continua con noi nella difficile ma appassionante “mission” per una Ricerca, una Formazione e Riabilitazione sempre più all’altezza ed alla portata dei disabili visivi italiani.

Napoli – Corso per l’apprendimento del metodo di scrittura e lettura Braille

Napoli settembre 2016 – gennaio 2017

“Il braille per un non vedente è fondamentale e, anche se fu inventato quasi 2 secoli orsono, esso non è affatto superato e non si può prescindere dalla sua conoscenza per la piena inclusione”.

L’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione), in collaborazione con la sezione di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti organizza un corso finalizzato all’apprendimento del metodo di scrittura e lettura Braille, rivolto al personale docente, agli educatori, ai genitori, ai volontari, ai non vedenti e a tutti coloro che sono interessati.
Il corso si compone di 40 ore di formazione, suddivise in 13 lezioni frontali di 3 ore ciascuna, oltre ad un esame finale volto ad accertare le competenze acquisite.
Il Corso, che avrà inizio il 27 settembre 2016, si svolgerà di norma tutti i martedì dalle ore 15,00 alle ore 18,00 presso la Sezione di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sita in Napoli alla via S. Giuseppe dei Nudi n. 80 – 80135.
Il corso è destinato ad un minimo di 10 e ad un massimo di 15 allievi. In caso di un maggior numero di iscrizioni, si provvederà ad organizzare un’altra classe.
Il costo dell’intero corso è pari a €160,00 (ai non vedenti ed ipovedenti soci dell’Unione verrà applicato uno sconto di €60,00).
Si precisa che all’atto dell’iscrizione dovrà essere versato un acconto di €50,00 e l’intera quota dovrà essere versata entro l’inizio del corso.
Ad ogni singolo allievo verrà fornita una tavoletta con punteruolo per la scrittura braille e fogli in numero sufficiente per lo svolgimento del corso.
Le lezioni saranno incentrate sui seguenti argomenti: la storia del Braille; il metodo Braille, scrittura e lettura; il Braille applicato alla matematica e alla musica; gli ausili per il Braille; le stampanti e i libri in Braille.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Sig.ra Paola Capriglia tel. 0815498834, napoli@irifor.eu uicna@uiciechi.it.

Le iscrizioni al corso dovranno essere effettuate presso l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli sita in via S. Giuseppe dei Nudi n. 80, nei giorni di lunedì e venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e di martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30, entro e non oltre il giorno 20 settembre 2016.