Linee guida per i corsi formativi dell’I.Ri.Fo.R., compatibili con la “Carta del prof”, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

1. Premessa
L’attuale formazione dei docenti scolastici rende indispensabile la realizzazione di un percorso formativo di qualificazione e aggiornamento per l’insegnamento agli alunni con disabilità visiva.
La legge 107/2015, meglio conosciuta come la Buona Scuola, prevede la Carta del Prof, una speciale carta elettronica che assegna ad ogni docente di ruolo un budget di 500,00 € annui per sostenere le proprie spese utili all’aggiornamento e alla formazione permanente.
Per poter offrire formazione a pagamento ai docenti, gli enti interessati devono essere accreditati presso il MIUR ed inseriti negli appositi elenchi. L’IRIFOR è ente accreditato e riconosciuto dal MIUR come riferimento per la formazione dei docenti sulle tematiche tiflodidattiche e tiflopedagogiche; pertanto è questa un’occasione unica da non perdere.
Nell’invitarvi ad organizzare presso le vostre sedi corsi di aggiornamento nell’ambito della ”Carta del Prof”, da offrire ad insegnanti curricolari e di sostegno, questa sede centrale dell’I.Ri.Fo.R. riporta di seguito lo schema indicativo contenente i requisiti minimi per l’approvazione dei progetti di corsi formativi.
2. Destinatari dell’attività formativa
Il corso dovrebbe essere previsto per un minimo di 15 ed un massimo di 30 docenti (curricolari o di sostegno)
3. Sede del corso
Il corso sarà erogato in presenza, nella sede operativa dell’IRIFOR o in sede scelta dalla stessa struttura.

4. Periodo di svolgimento
Le sedi  locali possono organizzare liberamente le attività formative di seguito proposte che potranno avere luogo nel periodo dal 30 novembre 2016 al 28 maggio 2017. Queste date sono puramente indicative, perché siamo in attesa del decreto ministeriale che stabilisca le modalità di erogazione del contributo di 500,00 euro e i tempi per la sua rendicontazione.
5. Obiettivi formativi generali
Fornire ai partecipanti competenze didattiche fondamentali da mettere in campo in presenza di alunni con disabilità visiva, concernenti, nello specifico:
la valutazione delle esigenze formative dell’alunno,
la valutazione delle sue risorse personali e delle esperienze vissute,
l’individuazione degli strumenti e delle modalità più efficaci per il conseguimento dei risultati migliori nell’ambito del suo percorso didattico.

6. Metodologia di svolgimento del corso
I tempi, gli orari e le frequenze saranno stabiliti dal Coordinatore del corso.
Il corso dovrà essere di un numero minimo di 20 ore; sarà costruito in moduli didattici, la cui scelta e combinazione dovrà essere determinata dalle specifiche esigenze emerse dal territorio.
7. Unità didattiche
I corsi saranno costruiti liberamente dalle sezioni, nel rispetto della obbligatorietà delle unità didattiche previste, in combinazione con una o più moduli facoltativi. I contenuti delle singole unità didattiche vengono di seguito espressi in forma generale, in modo da consentire al docente di programmare le attività secondo le proprie modalità di lavoro.
Unità 1 (obbligatoria): Aspetti generali della minorazione visiva.
Ore: 2/4.
Unità 2 (obbligatoria): Normativa italiana e europea sull’inclusione scolastica
Ore: 1/2

Unità 3: Diagnosi funzionale, PEI e PDF
Ore: 2/4

Unità 4: Cecità e ipovisione in età evolutiva
Ore: 3/6
Unità 5: Strumenti per l’inclusione di alunni con disabilità visiva
Ore: 5/10

Unità 6: Codice di lettura e scrittura Braille
Ore: 10/20

Unità 7: Didattica delle lingue straniere ai disabili visivi
Ore: 6/12
Unità 8: Tecnologia informatica assistiva
Ore: 6/12

Unità 9: Didattica della musica
Ore: 6/12

Unità 10: Orientamento e mobilità in ambito scolastico
Ore: 4/8
Unità 11: Attività motoria e disabilità visiva
Ore: 4/8

8. Suggerimenti per la budgettizzazione delle attività formative.
Il corso di formazione dovrà essere finanziato unicamente attraverso le quote di iscrizione dei partecipanti. Non sarà dunque necessario inviare relativa documentazione di rendiconto spese all’IRIFOR Centrale.
Compenso suggerito per docenza frontale: 42,00 € lorde.
Compenso suggerito per assistenti e tutor: 25,00 € lorde:
Suggeriamo di calcolare la quota di iscrizione per partecipante non solo sulla base delle unità didattiche (e quindi delle ore di docenza e tutoraggio), ma anche tenendo conto della relativa necessità di acquisire materiale didattico utile allo svolgimento delle stesse.

9. Convalida delle attività formative e rilascio della certificazione
Al termine del corso, dovrà essere rilasciata una certificazione attestante la frequenza, da parte di IRIFOR Centrale, ai sensi dell’art. 29 dell’O.M. 169 del  1996. Certificazioni rilasciate dalle sedi operative non saranno valide ai fini della Carta del Prof.
Si ricorda che affinché l’attività possa essere riconosciuta dal MIUR, la sede IRIFOR che organizza il corso dovrà rispettare tutti i seguenti requisiti:
Presentazione del progetto alla sede Centrale per il nulla osta;
Rilasciare regolare ricevuta della quota di iscrizione.
Compilare il registro delle presenze.
Si raccomanda alle strutture territoriali di assumere quali docenti i professionisti iscritti agli albi IRIFOR: qualora non ve ne fossero sul territorio, chiedere comunque la disponibilità ai docenti iscritti agli albi e in caso di assenza di disponibilità reperire docenti con curricula adeguati.

10. Attivazione del corso.
Per ottenere l’approvazione del progetto e quindi il nulla osta allo svolgimento del corso di formazione, occorre che il progetto rispetti il seguente schema:
dati della struttura territoriale;
dati del Coordinatore del corso;
titolo completo del corso;
obiettivi formativi (per esteso);
unità didattiche di cui si compone il corso;
data di inizio;
data di termine;
Modalità di iscrizione;
sede di svolgimento;
calendario didattico (per esteso);
Personale docente.
Il corso potrà partire solo dopo il nulla osta dell’IRIFOR Centrale, a cui al termine dovrà essere inviata una breve relazione sull’andamento del corso stesso, l’elenco completo dei partecipanti e i registri presenze per il rilascio dell’attestato.
Per le sedi territoriali che volessero presentare progetti, si raccomanda di inviare una mail all’indirizzo segreteria@irifor.eu
Per ulteriori informazioni e chiarimenti sui corsi dell’I.Ri.Fo.R. relativi alla “carta del prof”, si prega di contattare gli indirizzi mencarinimaria@gmail.com oppure direttorescientifico@irifor.eu
Infine, per i preziosi consigli e l’importante contributo si ringraziano vivamente il Vicepresidente Massimo Vita, il Consigliere Maria Mencarini ed i dipendenti Valeria Liberti e Sabino Memeo, grazie al cui lavoro in “team” l’I.Ri.Fo.R. centrale è altresì riuscito in questi giorni nel significativo traguardo del non facile rinnovo dell’accreditamento da parte del MIUR.
Un “esemplare” modello di sforzo collaborativo e d’impegno comune e condivisione che, dietro la sapiente ed esperta regia del Presidente Mario Barbuto, contribuirà certamente anche per il futuro ai migliori successi del nostro Istituto ed ad una vera inclusione dei ragazzi disabili visivi.

Irifor Trentino – “Vista fragile e fissazione eccentrica”

workshop @ IRIFOR
In occasione della settimana mondiale dedicata alla vista, il territorio di Trento risponde alla sfida della prevenzione della cecità e della riabilitazione visiva attraverso il networking e il lavoro di equipe interprofessionali.
Le persone con vista fragile presentano infatti condizioni progressive di perdita della vista, causate da malattie degenerative genetiche o legate all’età, per le quali la diagnosi precoce è oggi l’unico strumento di difesa. Questa iniziativa promossa dalla Associazione Vista Fragile stabilisce un patto di collaborazione e informazione intorno al Centro di Riabilitazione Visiva di IRIFOR del Trentino – per il benessere del paziente
La giornata di formazione realizzata lo scorso 10 ottobre ha infatti visto la partecipazione delle diverse professionalità che offrono assistenza alle persone con vista fragile- l’oculista, il riabilitatore o ortottista, l’ottico optometrista – per garantire ai pazienti orientamento, competenza e soluzioni a supporto delle problematiche del quotidiano.
I partecipanti hanno potuto sperimentare con mano protocolli riabilitativi con il microperimetro e con l’applicazione di lenti speciali progettate per le maculopatie. Un evento dedicato alle esigenze dei pazienti che affrontano una importante riduzione visiva con la necessità di stabilizzare la fissazione eccentrica.
Il Network VISTAFRAGILE e la Cooperativa IRIFOR del Trentino ringraziano tutti i convenuti per aver colto la sfida della riabilitazione della vista fragile.

Irifor Trentino – Ottobre 2016

Il Bar al buio al Convegno “TATA”
Venerdì 7 ottobre
Fondazione Caritro e Piazza D’Arogno, a Trento
In occasione del convegno “Turismo e Accessibilità, Tempo libero e Accoglienza”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento, la Cooperativa IRIFOR del Trentino sarà presente con:
– l’intervento del direttore Ceccato “Closed Eyes & Open Spaces”, dalle 10.30 alle 11.30 presso la Fondazione Caritro in Via Calepina a Trento;
– la roulotte Dark on the Road, con lo staff di camerieri ciechi e ipovedenti, per offrire alla popolazione l’esperienza del bar al buio, dalle 12.00 alle 19.00 in Piazza d’Arogno a Trento..
Giornata mondiale della Vista
Giovedì 13 ottobre
Via Belenzani, a Trento
In occasione della Giornata Mondiale della Vista 2016, IRIFOR sarà presente in via Belenzani a Trento, dalle 9 alle 17, con l’Unità Mobile Oftalmica a bordo della quale oculisti e ortottisti della Cooperativa offriranno screening visivi gratuiti a tutta la popolazione, in collaborazione con IAPB Italia onlus.

Irifor Trentino – Workshop 10 ottobre 2016 “Vista fragile e fissazione eccentrica”

La Cooperativa Sociale IRIFOR del Trentino Onlus e il Network Vista Fragile offrono insieme una giornata di confronto e aggiornamento rivolta alle figure professionali che si occupano di riabilitazione visiva, lunedì 10 ottobre, presso la sede del Centro di Prevenzione e Riabilitazione Visiva di via della Malvasia 15 a Trento.
Si tratta di un evento dedicato alle esigenze dei pazienti che affrontano una importante riduzione visiva con la necessità di stabilizzare la fissazione eccentrica.
Durante il workshop i partecipanti potranno sperimentare l’efficacia di un protocollo di applicazione di lenti speciali progettate per le maculopatie; in linea con le attività di diagnosi oculistica e riabilitazione visiva e funzionale svolte da IRIFOR presso il proprio Centro dotato di attrezzature all’avanguardia.
Il coinvolgimento dei professionisti del territorio nella formazione d’equipe fa parte di un percorso di consolidamento del processo di assistenza alle persone che affrontano la vista fragile, per garantire loro sostegno, orientamento e competenza.
Questa iniziativa stabilisce un patto di collaborazione e informazione intorno al Centro di riabilitazione di Trento – per il benessere del paziente – che impegnerà il medico, il riabilitatore o l’ortottista, l’optometrista o il centro ottico.

Il “Piano di formazione” diventa obbligatorio: L’I.Ri.Fo.R. è già pronto, di Gianluca Rapisarda

Il nuovo “Piano di formazione” obbligatoria dei docenti non è una “bufala”.
Infatti, lo scorso 3 Ottobre, il MIUR ha reso noto che il “piano” partirà già dal prossimo mese di Dicembre.
Esso prevede, per la prima volta, 9 priorità tematiche nazionali per la formazione.
Eccole, in estrema sintesi:
–       Lingue straniere;
–       Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
–       Scuola e lavoro;
–       Autonomia didattica e organizzativa;
–       Valutazione e miglioramento;
–       Didattica per competenze e innovazione metodologica;
–       Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
–       Inclusione e disabilità;
–       Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.
Il Miur assumerà la regia nazionale della formazione: stabilisce le priorità, ripartisce le risorse, monitora i risultati delle attività, sviluppa accordi nazionali con partner della formazione. Le scuole, sulla base delle esigenze formative espresse dai singoli docenti attraverso i Piani individuali di formazione, progetteranno e organizzeranno, anche in reti di scuole, la formazione del personale. Ogni docente avrà un portfolio digitale che raccoglierà esperienze professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca e pubblicazioni, storia formativa. Le attività formative saranno incardinate nel Piano Triennale dell’Offerta e saranno perciò coerenti con il progetto didattico di ciascun istituto. La formazione potrà svolgersi in modo diversificato: con lezioni in presenza o a distanza, attraverso una documentata sperimentazione didattica, attraverso la progettazione.
Saranno finanziate le migliori ‘startup della formazione’: il Miur promuoverà la ricerca, la sperimentazione, incentivandole a lavorare insieme a strutture scientifiche e professionali per la costruzione di percorsi innovativi di formazione. In collaborazione con INDIRE sarà realizzata una Biblioteca digitale scientificamente documentata delle migliori attività didattiche e formative.
Ricordo che la formazione (comma 124 della legge Buona Scuola) diventa “obbligatoria, permanente e strutturale”.
Al Miur hanno tenuto a specificare che “tutti i 750.000 docenti di ruolo saranno coinvolti e che dovranno seguire indicativamente almeno 25 ore di formazione obbligatoria annuale”.
E’ inutile sottolineare che quella del “piano di formazione obbligatoria” di tutti gli insegnanti in servizio (curricolari e di sostegno) sarà una vetrina davvero “unica” per noi ed un’occasione molto importante per promuovere l’I.Ri.Fo.R. e le sue attività, in particolar modo quelle legate alla formazione, alla ricerca ed alla sperimentazione.
Sarà nostro compito “sfruttare” al meglio ed al massimo tale occasione di visibilità e soprattutto di crescita.
Non a caso, in questi giorni, abbiamo preparato le “Linee guida” dei corsi formativi relativi alla “carta del prof” alle quali, con una certa libertà di azione e flessibilità organizzativa, dovranno attenersi le nostre sedi territoriali per l’attivazione delle loro iniziative, non appena il MIUR ci fornirà ulteriori informazioni e dettagli sulla materia.
Dalle notizie che ci sono giunte dal MIUR non dobbiamo attendere ancora troppo e pare che la “carta del prof” sarà erogata a tutti i docenti di ruolo della scuola pubblica entro poche settimane. Ma, a differenza del 2015, quest’anno arriverà attraverso una “carta elettronica”, la cui fruizione sarà utile ai fini della “formazione obbligatoria” in oggetto. Dunque, anche la “carta del prof” servirà a far conseguire ai docenti una parte dei crediti formativi minimi loro richiesti dal nuovo “piano di formazione individuale, che saranno meglio definiti con un Decreto Ministeriale nelle prossime settimane.
D’altra parte, con la recente approvazione della Convenzione tra l’UICI e l’I.Ri.Fo.R. ed il necessario imminente restyling della nostra piattaforma E-Learning, il nostro auspicio è quello di mettere il nostro Istituto sul binario giusto di un Ente davvero “raffinato” e orientato agli interessi scientifici di ricerca, di sperimentazione e di formazione.
E proprio in quest’ultima area dobbiamo tutti rafforzare capacità e competenze perché la formazione a mio modesto avviso, non riguarda solo l’istruzione strettamente considerata nel campo delle difficoltà compensative degli alunni disabili visivi.
Infatti, dobbiamo allargare la gamma della nostra offerta formativa a mobilità, tecnologia, vita indipendente, cultura, sport, tempo libero, accessibilità, alternanza scuola lavoro, solo per ricordare i capitoli più importanti dei quali dovremo occuparci.
Solo così non perderemo il “rivoluzionario” treno del “piano di formazione obbligatoria” dei docenti italiani, garantendo loro attività formative davvero “spendibili”, efficaci e realmente rispondenti alle sfide della modernità, in modo da favorire un effettivo processo d’inclusione dei nostri ragazzi nell’odierna “società della conoscenza”.
Da questo punto di vista, il recente non facile rinnovo dell’accreditamento da parte del MIUR rappresenta certamente un ottimo “incipit” del nuovo corso dell’I.Ri.Fo.R. voluto dal Presidente Mario Barbuto.
Ma non basta. Ora, con le novità introdotte dal “Piano di formazione obbligatoria, dovremo essere in grado di “aggredire” ancora di più il territorio con le nostre proposte formative, di entrare nel mercato vincendo l’agguerrita concorrenza e, soprattutto, di farci riconoscere dal “sistema”.
Facciamolo insieme, lavorando in squadra ed in totale sinergia ed il migliore successo del nostro Istituto sarà assicurato.

Irifor – “Ci sono anch’io”, Campagna di educazione civica

PROGETTO DI COMUNICAZIONE SOCIALE
CI SONO ANCH’IO

“CI SONO ANCH’IO” è una campagna di educazione civica.
Un contributo per informare tutti quelli che guidano (dalla bicicletta al camion) sui diritti dei pedoni e in particolari sui pedoni che usano il bastone bianco o il cane guida.

Volantino "Ci sono anch'io!"

Volantino “Ci sono anch’io!”

I disegni sono stati realizzati dall’artista Cossi Paolo
In alto a destra: giovane donna (capelli corti e scuri, tailleur grigio con gonna corta, scarpa elegante, collana di perle) che cammina con cane guida.
In basso a destra: giovane uomo (capelli e barba scuri alla moda, camicia bianca, cravatta scura, pantalone lungo chiaro, maglioncino smanicato rosso, scarpa elegante) che cammina con bastone bianco rosso.
In basso a sinistra: giovane donna (capelli lunghi biondi, occhiali da sole, canotta nera jeans lungo) che cammina con bastone bianco
In alto a sinistra: giovane uomo (capelli rasati, in tenuta da basket, gamba sinistra ingessata) che cammina aiutandosi con due stampelle.
In alto al centro il titolo “Ci sono anch’io”
Sotto il titolo giovane Streghetta (capelli lunghi rossi, cappello a punta con stelle e abito fino ai piedi) con la bacchetta magica ha trasformato in un rospo chi non rispetta le regole ed esclama “le regole si rispettano
Testo:
“quando si muovono in autonomia, cioè da sole:
• le persone cieche usano il bastone bianco o il cane guida;
• le persone ipovedenti vedono molto poco e male e si aiutano con il bastone bianco
• le persone sordocieche usano il bastone a fasce bianche e rosse
• le persone che hanno difficoltà nel camminare usano il bastone, le stampelle, la carrozzina, ..
Quando stanno già attraversando la strada o sono pronte per farlo per farlo:
• fermati – rispetta la precedenza;
• fai in modo che non ci siano pericoli;
• fai attraversare in modo sicuro
Lo dice l’art. n. 191 del Codice della Strada”

In calce ai loghi: PATROCINIO CAMERA DEI DEPUTATI – STUDIO IN – ANIOMAP – CONSULTA REGIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITA’ E DELLE LORO FAMIGLIE FVG – UNIONE ITALIANA CIECHI E IPOVEDENTI – FEDERAZIONE ITALIANA SUPERAMENTO HANDICAP – AGENZIA INTERNAZIONALE PREVENZIONE CECITA’ – LEGA DEL FILO D’ORO – BLINDSIGHT PROJECT

Volantino "Ci sono anch'io" - Parte 2

Volantino “Ci sono anch’io” – Parte 2

Irifor – Le attività di alternanza scuola lavoro degli studenti disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie, se è vero che hanno reso obsolete professioni che in passato avevano garantito la piena occupazione delle persone con disabilità visiva – quale quella del centralinista – è altrettanto vero che hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro”, idonee all’inserimento lavorativo dei disabili in generale, e di quelli visivi in particolare, che vanno al di là delle professioni “tipiche” del passato. È questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei giovani con disabilità: cercare cioè il “posto giusto” per “la persona giusta”, modalità questa che, se pur prevista dalla Legge 68/99, è stata, in questi anni, sottovalutata dai ciechi italiani e comunque non sempre presa a modello per l’inclusione di persone con disabilità nel mondo del lavoro che, ancora troppo spesso, interpreta l’assunzione di un disabile in termini assistenziali e non, come dovrebbe essere, secondo parametri di inclusione sociale.
Dietro le odierne difficoltà per l’occupazione dei giovani minorati della vista vi è tuttavia anche l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado. E questo nonostante l’articolo 8 della Legge 104/92 – che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità – preveda l’attuazione di «misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro». Sebbene l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, la scuola secondaria superiore – che ha tra l’altro, fra i propri obiettivi primari, la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani – non ha saputo dunque sviluppare una progettazione didattica riferita a una vera e propria “cultura dell’inclusione” delle persone con disabilità, capace di guardare al di là degli stretti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi “caratteristici”, per così dire, della scuola dell’obbligo. In altre parole, il percorso formativo si svolge nell’angusto “orticello” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le risorse culturali e il sistema socio economico e produttivo di esso. A questo limite potrebbe porre rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un percorso formativo che rientra a pieno titolo nell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica ecc.), che accoglierà l’alunno in stage. Per i ragazzi con disabilità visiva, in particolare, tale sistema sarebbe molto importante per l’acquisizione di una migliore autonomia di movimento e personale, arricchirebbe il loro bagaglio di esperienze, permettendo loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola, di assimilare le competenze relative al ruolo del lavoratore e di “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere – se messi in condizione di operare in pari opportunità – le mansioni dei “colleghi”. Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità degli ambienti e di quella digitale e a incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo sulle potenzialità operative delle persone cieche ed ipovedenti. Forse qualcuno ha sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nella recente Legge della Buona Scuola del 2015. Essa, invece, era già stata normata dieci anni fa dal Decreto Legislativo n. 77 del 2005, dal 2014 è stata presente – in via sperimentale – in diverse realtà scolastiche ed infine, a partire dall’a.s. 2015-16, ai sensi della già citata 107, è stata istituzionalizzata oltre che negli Istituti tecnici e professionali anche nei Licei per tutti gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.
A tal proposito l’I.Ri.Fo.R nazionale ha appena avviato una ricerca mirante a conoscere e determinare con precisione quanti siano gli studenti con disabilità visiva inseriti in questi percorsi formativi, rivolgendosi ai nostri CCT ed Istituti dei ciechi e direttamente agli interessati, al fine di individuare eventuali criticità e “buone prassi” da segnalare al MIUR, affinché intervenga per rendere efficace e veramente “inclusiva” la pratica dell’alternanza scuola lavoro anche per gli alunni disabili visivi. In questa prospettiva la ricerca, articolata nelle fasi che saranno descritte oltre, intende indagare i vari piani che, dalla formazione alle esperienze di alternanza scuola lavoro, i minorati della vista si trovano a percorrere per giungere a un effettivo ingresso nel mondo del lavoro. Come si può’ intendere, sarà decisivo l’apporto che ogni struttura territoriale vorrà offrire per assicurare la maggior attendibilità scientifica a tale rilevante iniziativa. Sotto l’aspetto operativo la ricerca punterà, in prima battuta, a rintracciare sull’intero territorio nazionale gli studenti minorati della vista nati tra il 1999 ed il 2000 e frequentanti il terzo anno della scuola secondaria superiore, ma anche quelli iscritti in altre classi delle superiori, se inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. Si mirerà solo a tale tipologia di destinatari al fine di circoscrivere il campione analizzato ad una fascia di popolazione effettivamente coinvolta nei percorsi di alternanza scuola lavoro. Seguirà una fase in cui, agli alunni individuati, sarà somministrato un questionario conoscitivo finalizzato a verificare il tipo di “stage” professionale espletato e il “lavoro” svolto, oppure se essi abbiano incontrato ostacoli, impedimenti od addirittura rifiuti nel praticare percorsi di alternanza scuola lavoro. Tale fase consentirà di distinguere tra gli studenti che abbiano svolto lo stage di “alternanza” con successo e soddisfazione e quelli che, invece, per motivi vari, lo hanno vissuto negativamente o sono stati impossibilitati a sperimentarlo.
A questi ultimi sarà rivolta la terza fase della ricerca, mirata a conoscere le motivazioni e i condizionamenti che hanno condotto a tale situazione di insuccesso. L’ultima fase della ricerca sarà costituita dalla elaborazione dei dati raccolti nonché dalla elaborazione delle ipotesi di lavoro future. In relazione a quanto descritto si inviano due questionari necessari all’avvio delle prime due fasi della ricerca. Il primo questionario dovrà essere compilato da tutte le nostre sezioni provinciali UICI e da tutti i Centri di consulenza tiflodidattica e gli Istituti dei ciechi e riguarda una serie di dati aggregati che potranno essere reperiti facendo ricorso alle banche dati disponibili presso le stesse strutture. Il termine per l’invio dei suddetti questionari è fissato al 31 Ottobre 2016.
Il secondo questionario, invece, dovrà essere compilato individualmente da quegli allievi con disabilità visiva, nati tra il 1999 ed il 2000, che risultano essere iscritti al terzo anno della scuola superiore di secondo grado nell’a.s. 2015-16. La presente ricerca è rivolta pure agli studenti minorati della vista, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado ed inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. In tale stadio della ricerca sarà cura delle strutture in indirizzo assicurare che vengano interessati alla distribuzione e compilazione del questionario il maggior numero di studenti non vedenti ed ipovedenti, iscritti al terzo anno ed in generale alla scuola secondaria superiore, secondo le modalità di cui sopra.

Il termine per l’invio dei questionari completi è fissato al 31 Ottobre 2016.
I questionari dovranno essere inviati, unicamente in formato elettronico, agli indirizzi segreteria@irifor.eu od archivio@irifor.eu
Per ogni informazione è possibile contattare l’Istituto, chiamando la dott.ssa Valeria Liberti, al numero telefonico 06/69988606 oppure è possibile inviare una e-mail all’indirizzo direttorescientifico@irifor.eu.

Irifor del Trentino – Settembre 2016: “Il Bar al buio” e “La Via Crucis al buio”

Il Bar al buio a ViviPark 2016

In occasione della due giorni di festa, IRIFOR sarà presente con il bar al buio al Parco Santa Chiara! Lo staff della Cooperativa IRIFOR vi aspetta per gustare una bevanda nella più completa oscurità, per conoscere la disabilità visiva e al contempo riscoprire il potere degli altri sensi. Sabato 24 e domenica 25 settembre, dalle 9 alle 19, salite a bordo di “Dark on the Road”.

 

La Via Crucis al buio

“Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento”

Il Museo Diocesano Tridentino, in occasione della mostra La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento, che sarà attiva dal 17 settembre al 14 novembre 2016, offre la possibilità di una visita guidata gratuita al buio all’opera scultorea originale dell’artista. La visita sarà domenica 2 ottobre alle ore 11.00. Sarà un’occasione per non vedenti, ipovedenti e normovedenti di confrontarsi in uno scambio di emozioni e percezioni attraverso l’arte, per arricchirsi reciprocamente in un’esperienza condivisa.

Le attività di alternanza scuola lavoro degli studenti disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie, se è vero che hanno reso obsolete professioni che in passato avevano garantito la piena occupazione delle persone con disabilità visiva – quale quella del centralinista – è altrettanto vero che hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro”, idonee all’inserimento lavorativo dei disabili in generale, e di quelli visivi in particolare, che vanno al di là delle professioni “tipiche” del passato.
E’ questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei giovani con disabilità: cercare cioè il “posto giusto” per “la persona giusta”, modalità questa che, se pur prevista dalla Legge 68/99, è stata, in questi anni, sottovalutata dai ciechi italiani e comunque non sempre presa a modello per l’inclusione di persone con disabilità nel mondo del lavoro che, ancora troppo spesso, interpreta l’assunzione di un disabile in termini assistenziali e non, come dovrebbe essere, secondo parametri di inclusione sociale.
Dietro le odierne difficoltà per l’occupazione dei giovani minorati della vista vi è tuttavia anche l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado.
E questo nonostante l’articolo 8 della Legge 104/92 – che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità – preveda l’attuazione di «misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro».
Sebbene l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, la scuola secondaria superiore – che ha tra l’altro, fra i propri obiettivi primari, la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani – non ha saputo dunque sviluppare una progettazione didattica riferita a una vera e propria “cultura dell’inclusione” delle persone con disabilità, capace di guardare al di là degli stretti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi “caratteristici”, per così dire, della scuola dell’obbligo.
In altre parole, il percorso formativo si svolge nell’angusto “orticello” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le risorse culturali e il sistema socio economico e produttivo di esso.
A questo limite potrebbe porre rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un percorso formativo che rientra a pieno titolo nell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica ecc.), che accoglierà l’alunno in stage.
Per i ragazzi con disabilità visiva, in particolare, tale sistema sarebbe molto importante per l’acquisizione di una migliore autonomia di movimento e personale, arricchirebbe il loro bagaglio di esperienze, permettendo loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola, di assimilare le competenze relative al ruolo del lavoratore e di “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere – se messi in condizione di operare in pari opportunità – le mansioni dei “colleghi”. Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità degli ambienti e di quella digitale e a incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo sulle potenzialità operative delle persone cieche ed ipovedenti.
Forse qualcuno ha sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nella recente Legge della Buona Scuola del 2015. Essa, invece, era già stata normata dieci anni fa dal Decreto Legislativo n. 77 del 2005, dal 2014 è stata presente – in via sperimentale – in diverse realtà scolastiche ed infine, a partire dall’a.s. 2015-16, ai sensi della già citata 107, è stata istituzionalizzata oltre che negli Istituti tecnici e professionali anche nei Licei per tutti gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.
A tal proposito l’I.Ri.Fo.R nazionale ha appena avviato una ricerca mirante a conoscere e determinare con precisione quanti siano gli studenti con disabilità visiva inseriti in questi percorsi formativi, rivolgendosi ai nostri CCT ed Istituti dei ceichi e direttamente agli interessati, al fine di individuare eventuali criticità e “buone prassi” da segnalare al MIUR, affinché intervenga per rendere efficace e veramente “inclusiva” la pratica dell’alternanza scuola lavoro anche per gli alunni disabili visivi.
In questa prospettiva la ricerca, articolata nelle fasi che saranno descritte oltre, intende indagare i vari piani che, dalla formazione alle esperienze di alternanza scuola lavoro, i minorati della vista si trovano a percorrere per giungere a un effettivo ingresso nel mondo del lavoro.
Come si può’ intendere, sarà decisivo l’apporto che ogni struttura territoriale vorrà offrire per assicurare la maggior attendibilità scientifica a tale rilevante iniziativa.
Sotto l’aspetto operativo la ricerca punterà, in prima battuta, a rintracciare sull’intero territorio nazionale gli studenti minorati della vista nati tra il 1999 ed il 2000 e frequentanti il terzo anno della scuola secondaria superiore, ma anche quelli iscritti in altre classi delle superiori, se inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. Si mirerà solo a tale tipologia di destinatari al fine di circoscrivere il campione analizzato ad una fascia di popolazione effettivamente coinvolta nei percorsi di alternanza scuola lavoro.
Seguirà una fase in cui, agli alunni individuati, sarà somministrato un questionario conoscitivo finalizzato a verificare il tipo di “stage” professionale espletato e il “lavoro” svolto, oppure se essi abbiano incontrato ostacoli, impedimenti od addirittura rifiuti nel praticare percorsi di alternanza scuola lavoro.
Tale fase consentirà di distinguere tra gli studenti che abbiano svolto lo stage di “alternanza” con successo e soddisfazione e quelli che, invece, per motivi vari, lo hanno vissuto negativamente o sono stati impossibilitati a sperimentarlo.
A questi ultimi sarà rivolta la terza fase della ricerca, mirata a conoscere le motivazioni e i condizionamenti che hanno condotto a tale situazione di insuccesso.
L’ultima fase della ricerca sarà costituita dalla elaborazione dei dati raccolti nonché dalla elaborazione delle ipotesi di lavoro future.
In relazione a quanto descritto si inviano due questionari necessari all’avvio delle prime due fasi della ricerca.
Il primo questionario dovrà essere compilato da tutte le nostre sezioni provinciali UICI e da tutti i Centri di consulenza tiflodidattica e gli Istituti dei ciechi e riguarda una serie di dati aggregati che potranno essere reperiti facendo ricorso alle banche dati disponibili presso le stesse strutture. Il termine per l’invio dei suddetti questionari e’ fissato al 31 Ottobre 2016.
Il secondo questionario, invece, dovrà essere compilato individualmente da quegli allievi con disabilità visiva, nati tra il 1999 ed il 2000, che risultano essere iscritti al terzo anno della scuola superiore di secondo grado nell’a.s. 2015-16. La presente ricerca è rivolta pure agli studenti minorati della vista, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado ed inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro.
In tale stadio della ricerca sarà cura delle strutture in indirizzo assicurare che vengano interessati alla distribuzione e compilazione del questionario il maggior numero di studenti non vedenti ed ipovedenti, iscritti al terzo anno ed in generale alla scuola secondaria superiore, secondo le modalità di cui sopra.
Il termine per l’invio dei questionari completi è fissato al 31 Ottobre 2016.
I questionari dovranno essere inviati, unicamente in formato elettronico, agli indirizzi segreteria@irifor.eu od archivio@irifor.eu
Per ogni informazione e’ possibile contattare l’Istituto, chiamando la dott.ssa Valeria Liberti, al numero telefonico 06/69988606 oppure è possibile inviare una e-mail all’indirizzo direttorescientifico@irifor.eu.
Si prega di dare la massima diffusione e collaborazione all’iniziativa.

Irifor del Trentino – Il Giardino al Buio in collaborazione con il MUSE

La Cooperativa Irifor del Trentino propone un’iniziativa in collaborazione con il Muse per scoprire, insieme ai non vedenti, il giardino botanico alpino senza l’ausilio della vista, ma affidandosi agli altri sensi (tatto, olfatto e gusto). Al termine del percorso ci sarà una degustazione al buio a bordo di “Dark on the Road”, il bar al buio itinerante a bordo del quale i camerieri ciechi e ipovedenti accompagneranno il pubblico nella più completa oscurità, per conoscere la condizione della disabilità visiva e allo stesso tempo il potere degli altri sensi.

Vi aspettiamo alle Viote del Monte Bondone, domenica 4 settembre!

Il bar sarà attivo dalle 11 alle 17 (ingresso 3€ con consumazione compresa).

Le visite al giardino sono in programma alle 11.00, alle 12.30, alle 14.30 e alle 17.30.