Trasporto pubblico locale e persone con disabilità: Asstra, Fand e Fish sottoscrivono un accordo

Roma, 29 marzo – Una novità assoluta per l’Italia: i Presidenti di ASSTRA (Associazione maggiormente rappresentativa delle imprese di trasporto pubblico locale), di FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità) e di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), hanno sottoscritto oggi uno storico impegno di collaborazione.
L’accordo è improntato ad una concreta e sinergica collaborazione da attuare sia a livello nazionale che locale. L’obiettivo è al contempo civile e ambizioso: favorire la più ampia garanzia del diritto all’accessibilità, alla mobilità e al trasporto delle persone con disabilità. Lo richiedono, oltre che la volontà di migliorare sempre più la qualità dei servizi anche fondamentali atti internazionali, già recepiti dal nostro Paese, che vanno dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità alla vigente regolamentazione europea in ambito di trasporto, mobilità e accesso non discriminatorio ai servizi pubblici.
In particolare l’accordo promuove la formazione finalizzata a supportare e informare le imprese di trasporto pubblico locale sui diritti dei viaggiatori con disabilità e sulle soluzioni per l’accessibilità dei servizi così fondamentali per milioni di cittadini e quindi anche per i cosiddetti Passeggeri a Ridotta Mobilità (PRM).
Ma oltre alla formazione, verranno costituiti Tavoli tecnici di consultazione e di audit per individuare, in modo condiviso, le migliori e preferibili soluzioni tecniche e organizzative per la fruibilità – da parte di tutti – dei mezzi, delle strutture e dei servizi.
Una sfida, anche questa, strategica ma ineludibile che consentirà di orientare al meglio la scelta dei mezzi, gli interventi per la rimozione delle barriere, la progettazione di nuove infrastrutture, l’adozione di coerenti soluzioni per il supporto ai passeggeri con disabilità o con mobilità ridotta.
Al momento della firma, Massimo Roncucci, Presidente di ASSTRA, ha dichiarato: “Grande soddisfazione per questo primo passo che avvicinerà le nostre imprese alle esigenze delle persone con disabilità grazie alla collaborazione con le Federazioni FAND e FISH. Questo ci aiuterà a rendere sempre più accessibile e universale un servizio che per definizione è essenziale per la qualità della vita delle persone”.
“Il diritto alla mobilità è funzionale all’esigibilità concreta di molti altri diritti di cittadinanza, di altri servizi e opportunità – rileva Franco Bettoni, Presidente della FAND –; la sottoscrizione di questo accordo ci rende soddisfatti ma, al contempo, pienamente consapevoli e responsabili di quanto ciò sia solo l’inizio di un percorso che dà continuità all’esperienza acquisita in questi anni da protagonisti, congiuntamente con la FISH, in azioni ed interventi, in coerenza con la Convenzione Onu e con i Regolamenti Europei, al fine di garantire ai milioni di passeggeri con disabilità e a ridotta mobilità (PRM), l’accesso indiscriminato all’intero sistema di trasporto pubblico ed ai servizi ad esso connessi”.
“Questo accordo rappresenta un traguardo e un punto di partenza – fa eco Vincenzo Falabella, Presidente della FISH -; è un traguardo perché giunge al termine di un impegno comune a favore del diritto alla mobilità, ma è soprattutto il punto di partenza che consente di guardare alle buone prassi già esistenti come esempio e di osservare le criticità in un’ottica propositiva. Ed infine consente di trasmettere a tanti operatori la consapevolezza della disabilità, non in termini pietistici, ma operativi e concreti”.

NOTA

FAND è la Federazione che riunisce le associazioni storiche delle persone con disabilità: ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS, ANGLAT ed ARPA. La FAND è un organismo nazionale valido a rappresentare le esigenze globali delle persone con disabilità presso lo Stato, le Regioni, gli Enti Locali, le forze politiche e sociali del paese, Enti, Associazioni, Fondazioni ed Istituzioni pubbliche e private, facendosi portavoce degli interessi e dei diritti delle persone con disabilità, attraverso le Associazioni aderenti, le quali, con riconoscimenti e specifiche competenze, sono titolate ad intervenire nelle seguenti materie: invalidità civile, invalidità del lavoro, invalidità per servizio, sordità ed ipoacusia, cecità ed ipovisione, disabilità intellettive/relazionali, accessibilità, guida, trasporto pubblico e privato, turismo, sport e tempo libero.
www.fandnazionale.it

FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), costituita nel 1994, è una organizzazione ombrello cui aderiscono alcune tra le più rappresentative associazioni impegnate, a livello nazionale e locale, in politiche mirate all’inclusione sociale delle persone con differenti disabilità. I principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità costituiscono un manifesto ideale per la Federazione e per la rete associativa che vi si riconosce e che individua nella FISH la propria voce unitaria nei confronti delle principali istituzioni del Paese.
www.fishonlus.it

ASSTRA – Associazione Trasporti, è l’associazione datoriale, nazionale, delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia, sia di proprietà degli enti locali che private. Aderiscono ad ASSTRA le aziende del trasporto urbano ed extraurbano, esercenti servizi con autobus, tram, metropolitane, impianti a fune, le ferrovie locali, nonché le imprese di navigazione lagunare e lacuale. Rappresenta le esigenze e gli interessi degli operatori del trasporto pubblico nelle adeguate sedi istituzionali, nazionali ed internazionali. Svolge a livello internazionale e nazionale azioni di sostegno a favore della mobilità collettiva e sostenibile. Promuove e sostiene ogni attività volta allo sviluppo delle imprese associate facendo opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui valori ambientali, sociali ed economici dell’attività di trasporto e sul ruolo di questo servizio nello sviluppo del Paese.

 

 

Fish – Persone con disabilità, invisibili anche in campagna elettorale?

Oggi Avvenire apre con un coraggioso editoriale – “Tante promesse e un vero scandalo. Invalidi dimenticati” – di Francesco Riccardi. Il quotidiano è l’unico che in queste prime battute di campagna elettorale abbia indicato con desolante chiarezza l’assenza del tema della disabilità nei programmi di partiti e movimenti che si presentano agli italiani.
Attira l’attenzione il giornalista sull’importo emblematico della pensione riservata agli invalidi civili, quei 282 euro così lontani dai minimi pensionistici richiesti o promessi per altre situazioni.

La disabilità, proprio a causa dell’esclusione che le persone e le famiglie subiscono, proprio a causa dell’inadeguatezza di servizi di sostegno a domicilio, proprio a causa di maggiori costi che rimangono a loro carico, proprio a causa dell’esclusione, rinuncia, marginalizzazione nel mondo del lavoro, è una delle prime cause di impoverimento. E non solo economico.
È quindi condivisibile la sorpresa di Riccardi: come mai questa sperequazione, questa marginalità non entrano nei programmi elettorali con la stessa enfasi di altre promesse?

Ma le lacune sono ancora più ampie e vanno al di là della legittima e sostenibile istanza, che condividiamo, di un adeguamento, congruo e selettivo, delle pensioni agli invalidi. È l’abbandono e la lentezza delle politiche per la disabilità che sono la dimostrazione dell’assenza di una visione inclusiva della nostra società, delle nostre comunità. È la delega (che non è tale) alle famiglie, al volontariato, al buon cuore dell’assistenza, della cura riparatoria e consolatoria, che poco ha a che spartire con i diritti umani, con la possibilità di partecipare in condizioni di pari opportunità.
Quel risibile ed offensivo importo è solo l’aspetto più evidente. Manca un piano per la non autosufficienza per aggredire lo stato in cui versano milioni di persone con necessità di supporto intensivo. Mancano interventi seri (non prese in giro come quelle previste nell’ultima legge di bilancio) che non solo valorizzino i caregiver familiari, ma prevedano coperture previdenziali e di malattia certe. Mancano robuste misure di welfare aziendale, di flessibilità lavorativa che evitino ai familiari, in particolare alle donne, di dover abbandonare il lavoro per assistere un familiare. Manca la volontà di sostenere progetti per la vita indipendente delle persone con disabilità, anche di quelle solo parzialmente in grado di autodeterminarsi.
Ma prima ancora è assente dalla prospettiva immediata una radicale revisione dei percorsi di riconoscimento della condizione di disabilità. Oggi è ancora una modalità improntata al pregiudizio e alle distorsioni: la persona con disabilità è un potenziale truffatore, un furbetto. Oppure è un malato da proteggere e da cui proteggersi. Non è una risorsa, non è una persona con le sue caratteristiche o le sue peculiarità. Il risultato è un percorso kafkiano, costoso, conflittuale, inutile a descrivere le diverse situazioni personali e a contribuire a costruire un progetto di vita e a realizzarlo con strumenti e misure adeguate.
E per tacere di tutto ciò che rimane perennemente procrastinato e che rende faticosa e umiliante la quotidianità delle persone con disabilità: politiche e servizi per l’inclusione lavorativa, fruibilità dei sistemi di trasporto pubblico locale, accessibilità di ausili tecnologicamente avanzati, accessibilità alle risorse culturali, qualità dell’inclusione scolastica e molto altro di una lista che appare lacrimevole quanto lettera morta.
Su ciascuno di questi intrecciati risvolti vi sono, anche da parte della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, proposte sostenibili, riflessioni articolate, volontà di partecipare, ma se prevale la disattenzione e il silenzio, un reale cambiamento continua ad appartenere al mondo dei sogni.

La FISH, anche per non dare adito ad alibi di sorta, ha pubblicato nel proprio sito (www.fishonlus.it <http://www.fishonlus.it/> ) un appello alle forze politiche <http://www.fishonlus.it/files/2018/01/FISH_documento_elezioni_politiche_2018.pdf> per un impegno concreto sulla disabilità.
17 gennaio 2018

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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Fish – “Disability Card, per un’Italia ed un’Europa accessibile” Roma, 22 dicembre 2017

L’idea di una Disability Card UE come strumento utile alle persone con disabilità dell’Unione nasce da lontano.
Parlamento europeo e Consiglio, approvando nel dicembre 2013 il Regolamento n. 1381/2013, hanno istituito uno specifico Programma “Diritti, uguaglianza e cittadinanza” per il periodo 2014-2020. Per garantirne l’attuazione, soprattutto per la parte della promozione dei diritti delle persone con disabilità, a Bruxelles la Direzione Generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione della Commissione Europea ha rappresentato il fulcro per la realizzazione della UE Disability Card coinvolgendo Associazioni e istituzioni in tutta Europa.
La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in partenariato con la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità), è titolare dell’attuazione del progetto, con il Ministero del Lavoro in veste di sponsor dell’iniziativa in qualità di Autorità nazionale rilevante in materia di disabilità.
In questi mesi la FISH ha condotto una rilevazione propedeutica al progetto per tentare da un lato di descrivere i benefit più diffusi e i percorsi adottati per riconoscerli, dall’altro per iniziare, assieme a tutti i partner, a delineare il funzionamento e le opportunità della Card europea, le ricadute pratiche, le necessità operative. È stato anche realizzato uno specifico sito (www.disabilitycard.it) che restituisce il quadro generale dell’avanzamento dei lavori.
Su questi aspetti sono emersi molti elementi interessanti sui quali la FISH organizza un evento aperto a tutti. “Disability Card, per un’Italia ed un’Europa accessibile” si terrà a Roma il prossimo 22 dicembre 2017 presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (ingresso Via Santa Maria in Via, 37). L’inizio, con l’introduzione di Vincenzo Falabella, Presidente FISH, e di Franco Bettoni, Presidente FAND, è previsto per le ore 10.
Dopo i saluti di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Venuto, Disability Manager Gabinetto della Sindaca di Roma e Emiliano Monteverde, Assessore alle Politiche Sociali Municipio I Roma Capitale, seguiranno interventi di Giampiero Griffo (membro Board EDF), Giovanni Merlo (Direttore Ledha), Carlo Giacobini (Direttore HandyLex.org) e Roberto Romeo (Presidente ANGLAT).
Attesi gli interventi di Raffaele Tangorra (Direttore Generale per l’Inclusione Sociale e per le Politiche Sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e Rocco Lauria (Direttore Centrale Invalidità Civili INPS). A seguire, Marco Mancini (Responsabile dei rapporti con le associazioni del Gruppo FS).
Modera Pietro Vittorio Barbieri, Coordinatore Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Disabilità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’evento sarà sottotitolato. L’ingresso e la partecipazione sono liberi, ma l’iscrizione obbligatoria (presso la Segreteria FISH: tel. 06.78851262, email: presidenza@fishonlus.it).
Il programma completo dell’evento è disponibile nel sito FISH.

19 dicembre 2017

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Fish – Il Programma di Azione sulla Disabilità finalmente è legge

“Questo è il punto di arrivo, ma ancor più il punto di partenza.” Così inizia il suo commento Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, a margine della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di ieri del secondo Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità.

“L’adozione del Programma come decreto del Presidente della Repubblica e, finalmente, la formale pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è il punto finale di uno scrupoloso e appassionato lavoro dell’Osservatorio Nazionale sulla Disabilità. FISH e molti altri hanno partecipato attivamente alla elaborazione di questo documento che vuole rappresentare da un lato la confermata espressione di diritti umani e di cittadinanza, dall’altro essere un riferimento anche organizzativo per il cambiamento delle politiche e dei servizi in una logica inclusiva.”

Da qualche settimana è stato anche ricostituito lo stesso Osservatorio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Come si combinano i due provvedimenti?

“Anche in questo senso il Programma costituisce un nuovo punto di partenza per il Parlamento, il Governo, i Ministeri, le Regioni, i Comuni e vari altri attori istituzionali cui sono indicate specifiche linee di azioni concrete. – conclude Falabella – Ma è anche per noi una cartina di tornasole, uno strumento ulteriore per monitorare e stimolare l’avanzamento dell’applicazione del Programma e dei principi della Convenzione ONU. Lo faremo sia nell’Osservatorio che proseguendo la nostra quotidiana e incessante attività.”

 

 

13 dicembre 2017

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Fish – Disabilità: quando il pregiudizio diventa fake news

Dalla Gran Bretagna arriva un esempio di come il pregiudizio verso la disabilità, e forse la malafede politica, possano contribuire alla diffusione di fake news con un potenziale enorme danno per i bersagli di tali manovre.
Giovedì scorso Philip Hammond, Cancelliere dello Scacchiere (ministro del Tesoro) del Governo May, audito dalla Commissione parlamentare tentava di giustificare il basso tasso di crescita (0,1%) dell’ultimo trimestre con evidenti difficoltà a motivare l’impasse delle politiche economiche dei Tories.
E nelle sue dichiarazioni non trovava di meglio che addossare la responsabilità di tale frenata all’immissione nel mercato del lavoro di molti lavoratori con disabilità.
Va detto, per comprendere il contesto, che negli ultimi 10 anni specifiche politiche (iniziate ben prima del Governo May) e un ripensamento dei servizi per l’impiego hanno prodotto una occupazione di circa un milione di persone con disabilità. Il gap è ancora notevole: sono occupati il 47,6 % dei disabili inglesi (più o meno il doppio di quelli italiani) contro il 79,2% della restante popolazione in età lavorativa, ma proprio in questi giorni è stato lanciato un programma per intervenire anche su questa disparità con l’obiettivo di annullarla entro il 2020.
Superfluo dire che questi interventi sono maldigeriti da taluni ambienti pseudoliberisti e la subdola dichiarazione di Hammond, che contestualmente si dice orgoglioso di tali politiche inclusive, ne è la testimonianza.
Ma abbiamo un secondo esempio dal Regno Unito e cioè di come dovrebbero reagire la politica e la società civile a queste dichiarazioni e pregiudizi. Nelle 48 ore successive alle dichiarazioni di Hammond, non c’è stata testata giornalistica che non abbia stigmatizzato la sua infelice uscita, e inoltre ci sono state decine di dichiarazioni di organizzazioni del movimento, smentite di studiosi, con numeri e cifre e soprattutto una presa di distanza di tutte le forze politiche, compresi gli ambienti governativi.
L’affermazione sulla presunta improduttività delle persone con disabilità non solo è da rigettare sotto il profilo etico, ma è dimostratamente un falso, numeri, cifre, storie, trend alla mano.
“Come italiani quelle dichiarazioni, riprovevoli, non ci stupiscono – commenta Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – È ancora vivo il ricordo di un ministro dell’economia nostrano che si interrogava provocatoriamente su come l’Italia potesse essere competitiva avendo in carico 3 milioni di disabili. E mantiene ancora vividi i suoi colori la copertina di uno dei settimanali più diffusi che rappresentava la persona con disabilità come un pinocchio bugiardo. Insomma in quanto a bufale e a pregiudizi nulla abbiamo da insegnare in Europa e Oltremanica. Dagli inglesi invece abbiamo da imparare come si reagisce a tutto ciò.”

11 dicembre 2017

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Fish – Caregivers espulsi dal mondo del lavoro?

In questi giorni la cronaca ha portato in evidenza storie di discriminazione di lavoratori che assistono i loro familiari. Vicende emblematiche di un universo ben più ampio, silenzioso e subdolo, ma non meno drammatico: un certo mondo del lavoro marginalizza ed espelle chi, per condizioni proprie o dei familiari, si trova ad affrontare difficoltà enormi nel conciliare il tempo dedicato alla cura con quello del lavoro.

Ecco allora i licenziamenti, i demansionamenti, gli isolamenti, le discriminazioni che una certa parte del mondo del lavoro pone in atto.

Emblematico il dato proposto da un recentissimo studio del CENSIS (La gestione della cronicità: il ruolo strategico del caregiver. Il quadro generale ed un focus sul Parkinson) che ha coinvolto un campione di caregiver familiari, in prevalenza donne (il 76,4% contro il 23,6% degli uomini).

Oltre ad altri seri impatti negativi, il 36,9% di loro dichiara che il lavoro di cura ha generato un deleterio effetto sulla propria occupazione, che va dai problemi per le ripetute assenze sul lavoro, alla necessità di chiedere il part-time, fino alla scelta di andare in pensione o di licenziarsi con la conseguente perdita di un lavoro retribuito.

In realtà non è il lavoro di cura la causa di tutto ciò quanto piuttosto il pregiudizio, l’assenza di forme di flessibilità (pur suggerite dalla normativa recente), di formule di conciliazione fra necessità occupazionali e famiglia.

E gli effetti si riverberano in particolare sulle lavoratrici donne alle quali, ancora oggi, viene delegata in modo preponderante l’attività di cura. Ne pagano il conto più salato: part-time forzato, rinuncia alla carriera, marginalizzazione, retribuzioni più basse… e troppo spesso sono le prime ad essere licenziate nei momenti di crisi, generando nuove povertà.

È in questo scenario che maturano, in modo tutt’altro che infrequente, situazioni come quella della madre licenziata perché non riesce a gestire straordinari e riabilitazione del figlio, o di quella che viene licenziata mentre è in congedo parentale, o molto più frequentemente del lavoratore demansionato o marginalizzato perché fruisce dei permessi per assistere il familiare con una grave disabilità.

Altro che welfare aziendale! Altro che responsabilità sociale di impresa!

Un Paese ed un tessuto produttivo che non sappiano porre attenzione alla giusta conciliazione fra necessità aziendali e le sempre più diffuse esigenze familiari dei lavoratori genera, amplifica ed esaspera nuovi conflitti allargando implacabilmente la forbice dell’esclusione sociale. È questa la consapevolezza che deve unire in uno sforzo comune il legislatore, l’impresa, la pubblica amministrazione, le organizzazioni sindacali, le espressioni dell’impegno civile per trovare le ineludibili soluzioni.

4 dicembre 2017

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Fish – 3 dicembre e disabilità, una Giornata per impegnarsi negli anni

Il 3 dicembre ricorre la Giornata internazionale delle Persone con Disabilità. Per il nostro movimento, che va ben oltre la nostra sigla pur ampiamente federativa, non è una ricorrenza da festeggiare, anzi. Rappresenta l’occasione per aprire uno spazio di attenzione sulle condizioni di vita di milioni di persone con disabilità nella nostra società e per raccontare come, a condizioni adeguate, esse possano essere davvero incluse nelle loro collettività di riferimento.
La cronaca riporta, ancora e troppo spesso, storie di discriminazione, situazioni di esclusione, episodi di odio, bullismo, violenza, sacche di segregazione. Ma oltre a questo mosaico negativo in modo evidente, ci sono anche drammi umani e familiari che si consumano nel silenzio dell’isolamento e della rassegnazione, quasi fossero l’esito ineluttabile di tragiche fatalità delle quali non esistono responsabili e responsabilità: nella scuola, nel lavoro, nelle nostre città, nelle politiche inclusive…
Ma la Giornata internazionale delle Persone con Disabilità è per il nostro movimento anche l’occasione per rilanciare una sfida costruttiva e propositiva alle forze politiche nella Capitale e in ogni singola Regione.
È imminente la pubblicazione in Gazzetta del “Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità”. Si tratta di un documento che pone con chiarezza gli obiettivi e le modalità per garantire finalmente i diritti umani delle persone con disabilità. Alla sua stesura ha collaborato intensamente anche FISH.
E tutti gli àmbiti trattati sono centrali per la concreta applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: diritto allo studio, al lavoro, alla salute, alla mobilità, alla vita indipendente, al riconoscimento della condizione di disabilità, agli interventi in ambito di cooperazione internazionale, ai sistemi di rilevazione statistica.
Nella Giornata internazionale chiediamo con chiarezza: qual è l’impegno – punto per punto – delle forze politiche che ora stanno per approvare la legge finanziaria e fra qualche settimana inizieranno a confrontarsi nella campagna elettorale?
Vorremmo che questa non fosse solo la Giornata della consapevolezza, condizione pur essenziale per ripensare, con il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità, ad una strategia che superi, in tempi non generazionali, l’esclusione sociale garantendo per davvero pari opportunità e diritti umani.
Vorremmo che fosse la data in cui si assumono degli impegni come integranti dei futuri programmi e azioni di governo, indipendentemente dagli schieramenti o dagli esiti delle prossime consultazioni. Si esprima con chiarezza e puntualità chi si candida a guidare il Paese.
Nel frattempo vi è anche una legge finanziaria che necessita di scelte scevre da tentennamenti, innanzitutto sui Fondi (politiche sociali, non autosufficienza, dopo di noi, scuola, lavoro) che riguardano famiglie e persone con disabilità e che non possono essere messi in discussione o oggetto di riduzione o di trasferimenti.
Noi di FISH, con immutata determinazione e impegno, continueremo ad esserci anche dopo il 3 dicembre, vigilando, proponendo, protestando quando necessario.

3 dicembre 2017

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Fish – Validità dei titoli per il sostegno: il MIUR intervenga in giudizio

Nelle ultime settimane, la cronaca, ma prima ancora l’attività ispettiva e di monitoraggio del MIUR, hanno reso evidente ciò che FISH va ripetendo da anni: la qualità della specializzazione didattica per il sostegno può essere compromessa da un lato dall’assenza di titoli reali, dall’altra dall’attività di enti non autorizzati né preparati per il rilascio degli stessi titoli. Per tacere sui titoli falsi oggetto peraltro di recenti indagini in Calabria.
“La FISH – dichiara il Presidente Vincenzo Falabella – approva l’intervento del MIUR che ha bloccato alcuni incongrui titoli di specializzazione per il sostegno all’inclusione didattica degli alunni con disabilità rilasciati da enti non autorizzati. Il danno per le persone con disabilità e la credibilità stessa del sistema di inclusione sarebbe stato grave.”
Tuttavia lo stesso Ministero non è intervenuto con la stessa sollecitudine sulle sospensive rilasciate dal Consiglio di Stato contro il rifiuto del TAR Lazio circa la richiesta di ammissione ai corsi di specializzazione per il sostegno da parte di docenti privi dei requisiti di ammissione ai corsi medesimi.
Ed è su tale lacuna che FISH richiama l’attenzione del MIUR: “è necessario, velocemente, presentare, tramite l’Avvocatura dello Stato, la richiesta di anticipata trattazione nel merito dei ricorsi presentati al TAR Lazio.”
Solo in tal modo infatti si chiarirebbe, opportunamente e prima della fine dei corsi di specializzazione, se i docenti avevano o meno diritto a frequentare tali corsi.
Se infatti essi non possedevano i requisiti, la loro specializzazione, a corsi ormai da tempo avviati, rischia di ammettere a questa specifica attività didattica docenti non correttamente preparati per il sostegno e quindi forieri di verosimili danni educativi agli alunni con disabilità.

20 novembre 2017

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FAND e FISH – MIUR attivi l’Osservatorio per l’inclusione scolastica

“Per la reale adozione delle più recenti disposizioni in materia di ‘Buona scuola’ e soprattutto per la applicazione congruente ed operativa delle norme relative all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità è necessario un costruttivo e costante confronto anche con le Federazioni.”
Questa la convinzione espressa all’unisono da FAND – Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità e la FISH – Federazione Italiana per il Superamento Handicap e rivolta come appello al Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
“Non intendiamo solo offrire ancora una volta la nostra costruttiva disponibilità, ma desideriamo richiamare anche il rispetto di una esplicita previsione normativa del recente Decreto Legislativo n. 66/2017: la formale costituzione, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, che si raccorda con l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Ad esso sono attribuite competenze rilevanti e articolate in termini di monitoraggio e proposta, ma anche il compito di delineare strumenti di progettazione educativa e personale.”
Concordano sull’urgenza della costituzione, insediamento e solerte avvio delle attività i presidenti di FAND (Franco Bettoni) e FISH (Vincenzo Falabella). Una ulteriore dilazione dei tempi non potrebbe che ritardare l’effettiva cogenza del Decreto 66/2017 che ha significativamente ad oggetto “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”.

FISH – Donne con disabilità, due volte vittime

Le donne con disabilità vivono una condizione di discriminazione multipla: come donne condividono la mancanza di pari opportunità che prevale nella nostra società e come persone con disabilità soffrono di restrizioni e limiti alla partecipazione sociale. Non è questa una mera sommatoria di discriminazioni, quanto piuttosto una loro moltiplicazione: non godono di pari opportunità né rispetto alle altre donne, né rispetto agli uomini con disabilità.

Secondo ISTAT lavora solo il 35,1% delle donne con limitazioni funzionali, invalidità o malattie croniche gravi, a fronte del già limitato 52,5% degli uomini nelle stesse condizioni.

Sempre ISTAT rileva che il rischio di subire stupri è più che doppio per le donne con disabilità: il 10% contro il 4,7% delle donne senza limitazioni funzionali. E i rischi aumentano anche in caso di stalking: il 21,6% delle donne con disabilità ha subito comportamenti persecutori contro circa il 14% delle altre donne.

Esiste una drammatica questione di genere quando ci si riferisce alla disabilità, come pure è significativa la variabile disabilità quanto ci si occupa di condizione femminile e di violenza di genere, ma su tali lacune non vi è ancora consapevolezza.

FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, in prospettiva della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, non può che richiamare l’attenzione sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che, per la prima volta, ha affrontato il tema della discriminazione multipla dedicandovi uno specifico articolo.

Ma l’occasione della Giornata sarà utile anche per auspicare con forza che la prospettiva di genere sia integrata nelle politiche per la disabilità come pure la condizione di disabilità sia integrata nelle politiche di genere, entrambe in stretta consultazione con le donne e le ragazze con disabilità e con le loro organizzazioni rappresentative. Alla Giornata FISH parteciperà con proprie iniziative ed affiancando eventi.

In questo senso FISH ricorda un fondamentale punto di riferimento: il Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea. Uno strumento per attivisti e politici, adottato a Budapest il 28-29 maggio 2011 dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF).

Ratificato ufficialmente anche dalla FISH nella sua traduzione italiana [a cura di Simona Lancioni e Mara Ruele, Peccioli (PI), Informare un’H], il documento è consultabile a questo indirizzo: http://www.informareunh.it/ledf-approva-la-traduzione-italiana-del-manifesto-europeo-delle-donne-con-disabilita/