Accessibilità dei siti Internet? Pur lavorando bene, non si è immuni da delusioni

Accessibilità dei siti Internet? Pur lavorando bene, non si è immuni da delusioni!

 

Quando sei in poltrona ad oziare come capita d’estate e ti metti a pensare, c’è sempre qualche cosa che, più delle altre, ti salta alla mente. Non sempre capita di ricordare cose belle, ma sovente, sono le delusioni ad affiorare alla mente.

 

Da anni, ormai, mi occupo come componente della Commissione OSI di accessibilità dei siti Internet e capita spesso che, mentalmente, ti fai il resoconto di tutto quello che in bene o in male è stato fatto: ti viene il rammarico quando ti ricordi di cose non fatte o che si potevano fare meglio, ti dispiace un poco per quelle che sono andate proprio male e, soprattutto, affiora anche qualche delusione per cose che sei certo di aver fatto molto bene.

 

Proprio una di queste delusioni, sovente, mi affiora alla mente e mi fa ricordare una delle cose più belle vissute, anche se ha procurato una grossa delusione non solo a me, ma soprattutto alla protagonista della storia.

 

Durante le festività natalizie del 2005, un freddo abbastanza intenso e raro dalle mie parti, mi costringeva a stare in casa e, tanto per non cambiare, ero al computer su Internet, alla ricerca di siti di informazioni, software e tutte quelle cose di cui sono appassionato. Ad un certo punto mi sono imbattuto in un sito che, tra le tante cose, metteva molto in risalto l’accessibilità.

 

Che dirvi? Ebbi subito la sensazione di aver avuto un invito a misurare quanto fosse veramente accessibile quel sito. Tra l’altro si trattava del sito del comune di Piegaro (PG) che, come tutti i siti delle P.A. era soggetto a rispettare la legge 4/2004, detta anche “Legge Stanca”, approvata all’unanimità proprio l’anno prima.

 

Feci un giro molto accurato e mi resi conto subito di essere incappato in un sito fatto veramente bene, anche se c’erano ancora problemi di usabilità e qualche residuo problema di accessibilità.

 

Siccome non mi faccio mai i fatti miei, soprattutto quando si tratta di accessibilità dichiarata e non fornita completamente, mi feci subito quelli di Silvia Bocci.

 

Si, questo è il nome della ragazza che aveva costruito quel sito fatto bene e che meritava qualche intervento della Commissione OSI per renderlo completamente accessibile.

 

Entrato nella sezione dove era possibile lasciare un messaggio al Webmaster, feci prima i complimenti a Silvia, ma assieme ai complimenti, feci presente che c’era ancora qualche cosa che non andava e che doveva essere rimosso o modificato.

 

Il tempo di uscire dal sito, avendo lasciato anche il recapito telefonico, ebbi una telefonata. Con mio grande stupore, mi resi conto che era proprio il webmaster del sito, Silvia Bocci, una ragazza molto preoccupata per i miei rilievi e che mi chiedeva spiegazioni.

 

La dovetti prima tranquillizzare e poi le indicai come doveva mettersi in contatto con la Commissione OSI per richiedere un test accurato del sito.

 

Dopo qualche giorno iniziò il rapporto di collaborazione, durato alcuni mesi tra lei, Massimiliano Martines, ipovedente della Commissione OSI, e me, portandoci alla realizzazione di un sito completamente accessibile in ogni sua parte, cosa mai verificatasi prima.

 

Il merito nostro? Semplicemente indicare i problemi incontrati con le tecnologie assistive usate.

 

I restanti meriti sono suoi, una persona soprattutto molto attenta ai problemi dei disabili e tecnicamente molto preparata.

 

Dopo la breve collaborazione, il sito fu reso completamente accessibile in ogni sua parte ed il comune organizzò un convegno per un evento che per noi era unico e straordinariamente bello.

 

Ora vi starete chiedendo dove sta la delusione, dopo una cosa finita così bene. Semplice: Dopo circa tre anni, il sindaco di allora, cosa assurda, ha affidato il sito ad una ditta che lo ha reso inaccessibile in poco più di un mese.

 

Era tanto l’entusiasmo che mi pervadeva in quei giorni che scrissi e pubblicai sul sito http://www.uiciechi.it/osi/ la relazione che riporto fedelmente sotto, relazione che poi ho dovuto purtroppo sostituire con quella attualmente presente alla pagina http://www.uiciechi.it/osi/02LavoriGruppoOSI/wanno2006/d061031Test.html

 

Quando dopo qualche tempo mi resi conto che il sito non rispettava tutti i requisiti di accessibilità, chiamai Silvia per chiederle spiegazioni, ma la delusione fu doppia: Silvia non lavorava più nell’amministrazione ed avevano affidato il sito ad una ditta che dell’accessibilità, molto probabilmente a giudicare dai risultati prodotti in poco tempo, non ne aveva mai sentito parlare.

 

Credetemi, io che ho seguito molto da vicino con quanta cura Silvia si dedicava al suo sito, mi sono lamentato con il sindaco e con la giunta Comunale, ma è stato tutto inutile: ormai quello che la Commissione OSI indicava come simbolo di accessibilità realizzata, lo avevamo perso.

 

Ecco la relazione finale di accessibilità del sito del comune di Piegaro (PG) che pubblicai a suo tempo con tanta enfasi, per dare risalto ad un evento eccezionale:

 

Il test è stato eseguito il 31 ottobre 2006

 

Dopo circa cinque anni di attività, è la prima volta che riusciamo ad ottenere da una pubblica amministrazione un sito completamente accessibile, funzionale e usabile da tutti, senza che il webmaster abbia dovuto necessariamente rinunciare alla grafica, cosa che molti pensano, e in un tempo molto ristretto.

 

Per la realizzazione di questo sito, la Commissione OSI si può solo congratulare con il sindaco del comune di Piegaro (PG), Prof. Andrea Caporali e tutta la sua giunta, per aver riposto la fiducia in una dipendente del comune che si è rivelata un webmaster d’eccezione.

Questa ragazza poco più che trentenne, quando ha contattato la Commissione OSI, si è capito subito che era veramente sua intenzione costruire un sito accessibile.

 

Silvia Bocci, questo è il suo nome, ha voluto e saputo adoperarsi per fare veramente l’accessibilità, mettendo nel lavoro eseguito impegno, passione e, soprattutto, competenza.

Per noi è stato abbastanza semplice indicare i problemi e vederli quasi subito risolti.

Alla fine dei test, ne sono stati necessari tre, il sito risulta navigabile ed usabile in tutte le sue parti con qualsiasi browser e, con Lynx, un browser testuale, è stato possibile usare addirittura il libro degli ospiti, come fa chiunque.

 

Quando un disabile visivo, non vedente o ipovedente che sia, accede alle pagine di questo sito, non trova nessun problema e sente sicuramente meno la sua disabilità.

Il sito non solo è completamente accessibile in conformità alla normativa italiana sull’accessibilità del web, legge 4/2004 detta anche legge Stanca, ma va anche oltre, poiché il webmaster ha voluto eliminare qualsiasi inconveniente che potesse causare problemi ai disabili.

 

Ci fa piacere che questo risultato l’abbia conseguito questa ragazza che, pur non essendo un professionista del settore, ha potuto dimostrare che mettendo umiltà, passione ed impegno, uniti ad una sensibilità verso i problemi dei disabili, si può costruire un sito completamente accessibile.

Speriamo che la sensibilità di Silvia Bocci non rimanga una rara eccezione e che, essendo questo uno schiaffo morale alla indifferenza di tanti, molti webmaster vorranno prendere esempio da lei.

 

La commissione OSI (Osservatorio Siti Internet)

commissioneosi@uiciechi.it

 


A consuntivo di tutto quello che è accaduto, posso solo dire che è meglio non pensarci, anche se è bastata l’insensibilità di un Sindaco e della sua Giunta per buttare all’aria il lavoro pulito ed accurato di un Webmaster che non è solo tecnicamente preparato, ma ha anche l’accessibilità nella testa, come dovrebbero averla tutti quei professionisti che costruiscono i siti e ci rendono talvolta impossibile la navigazione web.

 

Tanto per far capire cosa intendo dire, ecco cosa accade, nonostante ci sono delle leggi in vigore: ecco un esempio molto attuale di chi l’accessibilità la ritiene un “optional”:

 

Questo è l’indirizzo delle nuove linee guida sulla riforma scolastica: http://issuu.com/passodopopasso/docs/la_buona_scuola__rapporto__3_settem/87?e=0/9165022

 

Rendetevi conto da soli cosa hanno combinato!

 

Eppure si tratta del sito con il quale vengono fornite tutte le indicazioni sulla riforma scolastica e mi chiedo: dove sta l’accessibilità? Come faranno i docenti disabili visivi a leggere le pagine della riforma? Se le fanno leggere da un occhio amico?

 

Non so più cosa pensare: ma credo che c’è da riflettere parecchio!

 

Nunziante Esposito.

 

Pubblicato in OSI

Tecnologia e Accessibilità: ATM di Poste Italiane: software che vocalizza tutte le operazioni di prelievo, di Nunziante Esposito.

Autore: Nunziante Esposito

E’ ormai più di un lustro che collaboro, nell’ambito delle attività svolte dalla Commissione OSI, con i dirigenti e gli ingegneri dei Servizi Integrati di Poste Italiane di Napoli.

Questa esperienza, iniziata quando siamo stati chiamati a verificare l’accessibilità di un ATM intelligente che stavano realizzando con la collaborazione della facoltà di ingegneria dell’Università di Benevento, alla fine, ha prodotto una enorme delusione, dopo tutte le aspettative che aveva creato.

Dopo sei anni, di quasi assoluto silenzio in merito agli ATM intelligenti, abbiamo avuto da Poste italiane la richiesta di effettuare i test per verificare l’accessibilità di un software che rende l’ATM a guida vocale per un utilizzo in piena autonomia per un disabile visivo.

Nonostante abbiamo problemi di usabilità con il sito in generale ed ultimamente anche di accessibilità per il servizio del telegramma on-line che non si può più fare in piena autonomia per chi utilizza uno screen-reader, fortunatamente, dobbiamo dire che Poste Italiane è l’unico gestore ad annoverare tra i suoi prodotti il dispositivo per la firma Digitale Remota accessibile. Inoltre, è stata già avviata una collaborazione per cercare di eliminare dal sito di Poste Italiane quei problemi di usabilità e di accessibilità attualmente presenti.

Aver avuto questa richiesta di test per il software che vocalizzerà tutti gli ATM, ci inorgoglisce da un certo punto di vista, ma ci preoccupa per le aspettative che può generare tra i disabili visivi e per le conseguenti delusioni nel caso questo progetto, per una qualsiasi ragione, non fosse realizzato.

Dopo il test eseguito al software come ci è stato richiesto, test che riporto di seguito per far anche capire con che cosa abbiamo a che fare, con i tecnici intervenuti abbiamo anche parlato di alcuni problemi che ci sono stati segnalati da altri disabili visivi:

– App per iPhone che non consente di concludere le transazioni a causa del pulsante di conferma che non viene intercettato da VoiceOver.
– La possibilità, di cui si parla sul sito stesso, di eliminare il lettore vocale per eseguire le operazioni dispositive per Bancoposta.

Fortunatamente, ho trovato nelle persone con le quali ho eseguito il test, gli interlocutori giusti che hanno preso in carico questi problemi, promettendo di verificare e di venirci incontro con la loro risoluzione.
Riprendendo il discorso per il test eseguito, se si adotterà questo software su tutti gli oltre 7000 ATM di Poste Italiane, sarà una cosa importantissima per tutti i disabili visivi.

Infatti, tutti questi ATM vocalizzati, in aggiunta a tutti quelli che le banche hanno già vocalizzato in precedenza, possiamo dire tranquillamente di aver risolto il problema del prelievo in piena autonomia. La ragione è presto detta: gli ATM di Poste sono distribuiti in modo capillare su tutto il territorio italiano.

Con la speranza che questa modifica strutturale a queste macchine sarà realizzata come programmato, ecco di seguito il test del software per vocalizzarlo che ho eseguito per conto della Commissione OSI, su un ATM di Poste.

Premessa:

– Come concordato con i tecnici di Poste, per tramite della dr.ssa Pina Russo, il test è stato eseguito presso l’Ufficio Postale Centrale di Castellammare di Stabia (NA), in data 17 Luglio 2014, alle ore 11,30. Praticamente sotto casa mia.
– Erano presenti tre tecnici di Poste italiane, la dr.ssa Pina Russo ed il sottoscritto.
– Il test è stato eseguito sul dispositivo ATM dell’ufficio postale esternamente all’ufficio dove era dislocato. In pratica il normale ATM dell’ufficio.
– Questo ATM è stato preparato con il software da testare che consiste nel rendere l’ATM accessibile con guida vocale.

Esecuzione del test.

Consegnatami una cuffia ed avuto le giuste indicazioni per trovare la presa Jack per inserire lo spinotto, ho predisposto il tutto per ascoltare i messaggi dell’ATM.

Per avviare la guida vocale, come già previsto su molti ATM di banche che hanno i loro bancomat a guida vocale, ho premuto il numero 5 che presenta il classico puntino in rilievo.

La voce guida, tra l’altro prodotta con la sintesi vocale Paola della Loquendo, mi avvisava che se avessi premuto di nuovo il 5, avrei avuto in voce le istruzioni per usare l’ATM a guida vocale.

Il volume era alquanto basso per un ambiente aperto dove stavo operando, per cui, su indicazioni del tecnico, ho cercato il pulsante per aumentare il volume, quindi, ho seguito il filo delle cuffie, ho individuato il jack e sopra di esso ho trovato il pulsante per aumentare il volume.

Ho premuto di nuovo il 5 ed ho ascoltato quanto mi veniva riferito. Nei messaggi mancavano delle indicazioni, cosa che ho fatto subito presente e i tecnici hanno preso nota per aggiungerle nella versione definitiva.

Il tastierino numerico è quello tradizionale, per capirci, come quello del telefonino. Proprio a fianco del tastierino numerico, sul lato destro, ci sono 4 tasti di grandezza quasi doppia rispetto ai tasti del tastierino. Dall’alto verso il basso, abbiamo:

– Un tasto contrassegnato con una X in rilievo. Serve ad annullare l’operazione.
– Un tasto con una lettera C in rilievo. Serve a cancellare l’ultimo carattere inserito.
– Un tasto con una lettera O in rilievo. Serve a confermare. Insomma, con questo tasto si dà il consenso quando chiesto. Equivale a rispondere sì ed accettare.
– Un tasto senza indicazioni. E’ un tasto libero che al momento non serve.

Mi è stata consegnata una carta Bancoposta per eseguire un prelievo reale. Inizialmente non sapendo come inserire la carta, ho dovuto avere delle indicazioni dal tecnico che mi assisteva. Ho compreso presto che il cip che è presente sulla carta è ben individuabile per cui non ci sono difficoltà a capire che bisogna inserire la carta con il cip rivolto verso l’alto e con il lato più vicino ad esso in avanti.

Una volta avuta questa indicazione, è difficile che la si possa dimenticare. Inoltre, c’è da dire che la carta non può essere inserita in modo errato, per cui, al massimo si perde solo tempo.

Inserita la carta nell’apposita feritoia indicata anche nelle spiegazioni, la voce guida mi ha chiesto il pin di sicurezza. Il pin mi è stato dettato ed è stato semplice inserirlo. Ho poi dato la conferma pigiando il tasto con la lettera O.

La voce guida mi ha avvisato di attendere. Dopo qualche manciata di secondi, mi ha chiesto di inserire la cifra da prelevare e di confermare l’operazione.

Ho inserito il numero come mi è stato suggerito, ed ho confermato con il terzo tasto. Non c’è alcun bisogno di inserire i decimali, perché come già sappiamo, è possibile prelevare solo cifre intere.

La voce guida mi ha informato che stavo effettuando un prelievo della cifra digitata e che per continuare dovevo confermare. Ho premuto di nuovo il terzo tasto ed ho confermato.

Sullo schermo è comparsa la scritta non vocalizzata che mi chiedeva se desideravo la ricevuta, invitandomi a confermare. Anche questa anomalia, visto che la sintesi mi leggeva solo sì o no, è stata annotata dai tecnici e sarà messa a posto nella versione definitiva del software.

Avendo perso tempo, si è annullata l’operazione e la sintesi mi ha invitato a riprendermi la carta. Ho ripetuto l’operazione ed ho effettuato il prelievo per la persona che mi ha fornito la carta Bancoposta.

Avendo Poste Pay, ho fatto un prelievo in piena autonomia anche con la mia carta sul mio conto. E’ stata una cosa bellissima, visto che è la prima volta in tre anni che ho potuto effettuare un prelievo in piena autonomia.

Siccome ho chiesto per l’ipovisione, mi hanno informato che al momento di pigiare il numero 5, lo schermo diventa di colore nero e le scritte diventano di colore giallo, con un bel contrasto ed un forte ingrandimento.

Consapevole che solo questa modalità di contrasto non è sufficiente, anzi è sicuramente insufficiente per tutte le tipologie di ipovisione, ho chiesto di far testare questo tipo di schermata anche da un ipovedente della Commissione OSI e mi hanno detto che sarà fatto un test in remoto quanto prima.

Per gli ipovedenti è importante avere la gestione del monitor in modalità accessibile, con tutti i contrasti e tutti i colori per tutte le patologie di ipovisione più importanti, ma mi hanno riferito che non sanno se sarà possibile poter implementare altro.

Comunque, in considerazione del fatto che si ha una guida vocale molto semplice e funzionale, ed essendo una operazione di brevissima durata, anche se non fossero implementati altri tipi di contrasti ed ingrandimenti per venire incontro a tutte le tipologie di ipovisione, non sarebbe un grosso danno. Infatti, sarebbe solo necessario portarsi una cuffietta per ascoltare la voce guida.

Al di la della richiesta di far effettuare un test da parte dell’ipovedente e della possibilità di implementare altri contrasti, mi sono consultato con il sig. Massimiliano Martines, ipovedente della Commissione OSI, per avere anche il suo parere in merito. Massimiliano concordava con me che non era necessario fare altro e che era già sufficiente utilizzare la voce guida, cosa che abbiamo già comunicato anche ai responsabili di Poste Italiane.

Infatti,diceva che sono troppe le variabili in gioco, tra cui: posizione dell’utente rispetto al monitor, contrasti di luce creati da fonti esterne, posizione del monitor rispetto alle fonti di luce stesse, utilizzo o meno di occhiali, eccetera, quindi, è inutile implementare altre tipologie di contrasti tra sfondo e testo. L’unica cosa necessaria, solo per coprire più tipologie di ipovisione, bisogna sostituire il contrasto attualmente scelto con quello più idoneo: sfondo nero e caratteri bianchi.

Ho chiesto anche le tempistiche di realizzazione di questo progetto su tutti gli ATM di Poste Italiane e mi hanno riferito che per il momento non si sa. Presumibilmente, è prevista la realizzazione del progetto dilazionato nel tempo a partire da Settembre-Ottobre prossimo. Il tutto è legato come sempre ai costi, sia del software, sia delle modifiche hardware da apportare agli ATM, anche se personalmente ho messo in forte evidenza la necessità di questa importante soluzione per l’autonomia di tutti noi.

Spero che questo progetto, molto importante per i disabili visivi, sarà approvato e realizzato quanto prima. Intanto, pur ringraziando Poste Italiane per questa attenzione nei nostri confronti, mi voglio augurare che non si riveli poi una chimera, come è avvenuto per gli ATM intelligenti che non sono stati più realizzati.

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`Nunziante Esposito <nunziante.esposito@uiciechi.it>`_

Accessibilità dei siti internet ai software dei disabili, di Marina Chiara Gelmini

Autore: Marina Chiara Gelmini

Spett.le Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas,
mi chiamo Marina Chiara Gelmini, sono una donna di 53 anni residente a Milano e, ahimè, sono non vedente, ma molto attiva in tutte le mie attività lavorative e sociali.
In questi ultimi anni, con la diffusione del mercato libero dell'energia, il mercato si è aperto a tanti venditori che spesso utilizzano il web come canale principale di contatto con il cliente, ma molte volte i siti redatti contengono delle parti non accessibili ai software utilizzati dai disabili per lavorare al pc, offendendo in questo modo l'articolo 3 della nostra nobile Costituzione e mettendo i disabili nella condizione di non poter sottoscrivere le offerte tramite web, escludendoli così dagli interessanti
sconti che spesso le offerte on line riservano al cliente.
Credo che in uno Stato civile e avanzato come il nostro questo non sia ammissibile e chiedo quindi che l'accessibilità dei siti ai programmi informatici utilizzati dai disabili sia inserita tra i parametri di qualità con cui i traders che operano nel mercato dell'energia vengono controllati e confrontati dall'Autorità.
La tecnologia digitale, se accessibile ai nostri programmi, ha la possibilità di integrare completamente i disabili nelle dinamiche lavorative e sociali del Paese, valorizzando il loro prezioso contributo economico e sociale.
Se non accessibile, però, rischia di isolare come mai prima d'ora i disabili, presentandogli delle barriere (in questo caso digitali) ostative quanto quelle architettoniche.
Nella speranza che la mia segnalazione, frutto della condivisione con tanti altri non vedenti con cui sono in contatto, venga presa in considerazione, porgo un cordiale saluto.

Marina Chiara Gelmini

Considerazioni generali sul servizio per acquisto e rinnovo della Business key di InfoCert

Autore: Nunziante Esposito e Massimiliano martines

Premessa: sul sito la procedura di acquisto dei prodotti InfoCert, compreso l'aggiornamento dei certificati di firma, è completamente accessibile per un cieco assoluto che usa uno screen-reader, mentre risulta problematica per un Ipovedente che utilizza l'accesso facilitato di Windows o un dispositivo di ingrandimento dello schermo (Magnifier). Per gli ipovedenti, significa che per gli utenti ipovedenti che sono affetti da alcune tipologie di ipovisione, questi acquisti non li possono effettuare in piena autonomia.

Ciò premesso, siamo alquanto sorpresi che dopo tanto lavoro eseguito per far capire ai tecnici cosa non andava bene per farlo modificare, ora ci troviamo in queste condizioni, con decine di disabili visivi che non sanno dove rivolgersi per rinnovare i certificati acquistati tre anni fa. Tanto per farlo presente, significa che tutti quelli che non hanno potuto rinnovare i loro certificati di firma, devono riacquistare il dispositivo con una spesa che si aggira intorno ai 70-80 euro, contro i circa 20 euro per il rinnovo. E la colpa non è nostra.
E' vero che possiamo acquistare il dispositivo di Firma digitale anche on line in piena autonomia, ma poi come lo rinnoviamo?
Mentre sul sito possiamo pagare tranquillamente quello che si deve pagare per il rinnovo, rimaniamo allibiti quando, aprendo il software DiKe Util, indispensabile per effettuare il rinnovo, non abbiamo la possibilità di usare i comandi previsti.
Da prove fatte in presenza di un vedente che ci assisteva per le operazioni da effettuare per il rinnovo, è risultato che senza l'ausilio del mouse, non si riesce a fare nessuna operazione di quelle previste dal programma. Anche se questo vale per i ciechi assoluti,l'assenza di contrasti e colori idonei per gli ipovedenti, nemmeno loro riescono ad usare il software per il rinnovo.

Per noi disabili della vista, essere obbligati a farsi assistere da un vedente, è una perdita di privacy non da poco. Quello che il dispositivo di firma digitale di InfoCert ci aveva fatto sperare, è andato immediatamente in fumo.

Mentre venivano eseguiti i test di accessibilità per l'acquisto on line di InfoCert, abbiamo trovato in questo sito riferimenti ad un centinaio di uffici presso i quali si vende ancora la BK, ma non si capisce se si può usare tali punti per andare anche a rinnovare i certificati di firma, opportunità che, per il momento, eviterebbe di far scadere i certificati. In ogni caso, oltre alla prenotazione che si può fare on line, non si capisce la maggior parte di questi uffici dove sia, quindi, sarebbe auspicabile che InfoCert ne desse con chiarezza i riferimenti e i contatti.
Altra cosa molto importante: non siamo stati in grado di appurare con certezza se il software accessibile, distribuito parallelamente, è la stessa cosa  del software di uso comune. La ragione è presto detta. Ancora oggi, mentre si continua a produrre nuove versioni di DiKe non accessibile, la versione accessibile è rimasta quella di 4 anni fa. Inoltre, non tutti gli operatori del circuito InfoCert è a conoscenza che esiste un software di firma digitale accessibile.

Essendo questo un importantissimo strumento giuridico che consente ai disabili visivi il massimo dell'autonomia per molte cose importanti della vita sociale, le nostre aspettative sono quelle di avere un servizio accessibile in ogni sua forma. Significa avere dei punti di distribuzione certi e un utilizzo del mezzo senza dipendere da altre persone. A giudicare dai trascorsi rapporti del GDL IRIFOR con InfoCert, abbiamo ottime speranze di avere da questa società quello che ci aspettiamo.

Nunziante Esposito e Massimiliano martines
GDL I.Ri.Fo.R. per la Firma Digitale

 

Test della Pagina per acquisto Business Key Infocert on line

Autore: Nunziante Esposito e Massimiliano Martines

URL: http://ebusiness.infocert.it/nemo/home.do

Premessa: rilievo dei problemi con una visita in ordine di tab a partire dalla pagina di introduzione che si apre con la URL indicata sopra.

***** Test non vedente ******

Browser utilizzati:

– Internet Explorer 8, ultimo aggiornamento.
– Mozilla Firefox 3.6 e 9.0, ultimo aggiornamento.
– Screen-reader usati: Jaws 8.0, 9.0, 10.0, 11.0 e 12.0.

***** elenco dei problemi riscontrati *****
Tutte le procedure di acquisto on line di tutti i prodotti che sono venduti nella pagina che si raggiunge con la URL indicata sopra, sono completamente accessibili per un cieco assoluto.

Nota bene: nonostante è accessibile l'acquisto per il rinnovo della BK, tale rinnovo non è possibile farlo per un cieco assoluto, in quanto il software necessario per eseguire il rinnovo è completamente inaccessibile per chi utilizza uno screen-reader.

Giudizio: l'accessibilità del sito per la vendita dei prodotti non è sufficiente per dichiarare accessibile il servizio.

***** Fine test non vedente ******

***** Test ipovedente ******

Il test è stato effettuato utilizzando i browser più diffusi quali Internet Explorer, Firefox, Mozilla, Opera e Safari  (ultime versioni), simulando le seguenti condizioni:

1. Ingrandimento: massimo per Internet Explorer e 120% per gli altri tre browser.

2. Attivazione funzioni di accesso facilitato di Internet Explorer.

3. Utilizzo di Zoomtext 9.14.

***** Problemi riscontrati *****

1. Il sito non rispetta i requisiti tecnici 6 ed 11 dell’attuale normativa italiana sull’accessibilità, Legge Stanca.

2. Disattivando i fogli di stile risulta difficoltoso orientarsi all’interno del sito.

3. Con i fogli di stile attivati, con Internet Explorer è impossibile gestire l’ingrandimento dei caratteri.

4. Il test sui contrasti dei fogli di stile non è stato superato.

5. Usabilità: il layout della pagina non da dei problemi di orientamento e gestione. Però, il posizionamento del form di log-in, per inserimento userid  e password, per avere una maggiore immediatezza di raggiungibilità dovrebbe essere posta a sinistra.

Giudizio: il sito per gli ipovedenti risulta essere poco accessibile.                 

***** Fine test ipovedente ******

Giudizio complessivo: la parte del sito Infocert raggiungibile con la URL indicata sopra, risulta poco accessibile agli ipovedenti. Il problema grave è che, pur fornendo la possibilità di poter acquistare il rinnovo on line in modo accessibile, rimane lo scoglio insormontabile per un disabile visivo, rappresentato dal software di rinnovo, DiKe Util, che rimane inaccessibile in modo totale.

Nunziante Esposito e Massimiliano Martines
Della Commissione Osservatorio Siti Internet
Dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
commissioneosi@uiciechi.ithttp://www.uiciechi.it/osi

LinuxBlind e sua accessibilità

Autore: Nunziante Esposito

Impiegato un sistema virtuale, con sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 e lo Screen-reader Orca che viene preinstallato in lingua italiana su questo sistema operativo già a partire dalla versione 7.10.

Premessa: i test sono stati eseguiti sulle macchine configurate come descritto di seguito.

– Computer portatile Macintosh, sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale e con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer portatile con doppio boot, con sistema operativi reali Windows Vista e  Linux Ubuntu 8.4.2 con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer fisso con Windows XP pro, Jaws 11, VMPlayer (Macchina virtuale) e linux Ubuntu 8.4.2, con lo screen-reader Orca preinstallato.
– La versione di VMPlayer e della macchina virtuale sono stati forniti da IRIFOR.

Test:

Dopo il test da me eseguito sulla mia macchina qualche mese fa, fu deciso di farmi fare un test in sede visto che sulla mia macchina il sistema non funzionava, anche con l'assistenza di un vedente.

In seguito ai test eseguiti in sede IRIFOR il giorno 17 Febbraio 2012, eseguiti  su computer portatile Macintosh di proprietà di Alessio Rosi con il sistema operativo in esame in modalità virtuale, e sul mio computer che ha lo stesso sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità reale, e in seguito a prova del software installato su un PC con un sistema operativo Windows XP pro con un giga di memoria Ram e un processore Pentium 4 a 2480 kHz, con la macchina virtuale preparata da Alessio Rosi, è stato rilevato quanto segue:

Prove su computer Macintosh con la versione di Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale.

L'avvio del prodotto viene eseguito senza assistenza vocale e non ci sono nemmeno dei suoni che potrebbero, se non altro, dare un riferimento. Questo non è un problema, perché si possono inserire facilmente. Però, allo stato attuale, per chi non vede, non può avviare il sistema da solo, se possiede solo lo screen-reader, perché questo ausilio in fase di partenza non è attivo.

Anche chi conosce bene come si avvia Linux, se non è assistito da un vedente non può avviare il sistema operativo senza almeno avere i suoni.

Una volta avviato il sistema, nel caso mio l'ho trovato già avviato e funzionante, è possibile fare molte cose di quelle che sono previste con comandi da menu o da terminale, ma ci sono dei limiti insormontabili per alcune operazioni e che ne inficiano totalmente l'uso, a meno che ogni volta che serve si chiama un vedente. Si capisce subito che non si può essere autonomi, come siamo con Windows.
 
Quando il sistema si deve aggiornare, ma questo vale anche se si deve installare un applicazione, lo screen-reader una volta avviato il comando specifico, non ci assiste più. A partire dalla fase di convalida dell'operazione avviata, ma anche dopo che si deve inserire nome utente e password, non è possibile fare nulla se non si ha un vedente che ti esegue con il mouse l'operazione.

Lo screen-reader Orca, ad oggi, non è in grado di far fronte a tali problemi e solo con questo ausilio non si può usare questo sistema operativo, in questo caso preparato in modalità virtuale.

Questo, nonostante Orca funziona con il programma di scrittura e per il programma di calcolo. Anche per questi programmi, le azioni di normale amministrazione sono assistite, ma quando si va nelle cose particolari, non è possibile fare tutto.

Per la navigazione Internet Orca non ha comandi di aggregazione degli elementi di una pagina, quindi, è molto problematico poter navigare una pagina per chi vuole muoversi più velocemente di quello che consentono le sole frecce e il tasto tab.

La posta elettronica viene gestita in parte e non in modo completo, non tanto per la inaccessibilità del software, ma per i limiti che ha lo screen-reader Orca.

Non avendo potuto installare la macchina virtuale su un PC Windows, cosa che credevo di trovare per poter fare le prove, ho fatto la prova sulla mia macchina come spiegato di seguito. Questo mi ha fatto anche presentare questa relazione in ritardo.

Computer con doppio sistema operativo, da scegliere alla partenza, assistito da suoni (beep) da me installati con l'ausilio di un vedente. I sistemi sono Windows Vista e Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato.

Ho avviato in piena autonomia il mio sistema operativo Linux che, tranne per aggiornamenti da fare, era la stessa versione di quello installato sulla macchina virtuale del computer Macintosh. Altra variazione erano alcuni software non aggiornati, tra cui anche Firefox e Thunderbird per la posta.

Avviato il sistema, sempre in piena autonomia, ho potuto inserire nome utente e password.

Avviato il sistema, abbiamo fatto la prova ad installare qualche aggiornamento e ho potuto dimostrare ad Alessio Rosi che quando si fanno certe cose, lo screen-reader non ci assiste.

Durante tutti gli aggiornamenti che sono stati effettuati mentre eseguivo test sul computer Macintosh, doveva essere sempre Alessio Rosi a dare i comandi con il mouse.

Anche sul mio computer, non c'è verso di poter essere assistito da Orca per alcune cose di amministrazione del sistema.

Per la chiusura di questo sistema operativo, riesco sul mio computer a chiudere il sistema in autonomia come ho potuto fare anche sul computer Macintosh, visto che Orca riesce a leggere tutte le finestre per la procedura di spegnimento o di riavvio.

Test su computer PC con windows XP Pro, VMPlayer e la versione virtuale di Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato, fornita da IRIFOR.

Ho installato il Player VM per poter usare la macchina virtuale di LinuxBlind preparata da Alessio Rosi.

Caricata la macchina virtuale secondo le istruzioni fornite dentro a VMPlayer, ho scaricato Jaws ed assistito da un vedente, ho potuto avviare LinuxBlind.

Dopo qualche minuto si è caricato il sistema operativo linuxBlind, ma per me era come se la macchina fosse bloccata: nessun segno di vita. Interrogato il vedente, ho appurato che il sistema operativo si stava caricando.

Terminata la fase di avvio, a schermo è comparsa la richiesta del nome utente, quindi, se non era per il vedente, che in questo caso faceva da sintesi, non avrei mai potuto capire cosa dovevo fare. Infatti, mi ha detto di inserire il nome utente e di confermare, azione che ho eseguito. Mi ha detto di inserire la password e di confermare ed ho eseguito anche questo.

Nella versione che ho installato in modo reale sul mio portatile, in questa finestra mi emette un suono ed io comprendo che devo inserire nome utente e confermare, poi inserisco la password e premo di nuovo la conferma. Questa modifica non è difficile da eseguire.

Dopo qualche frazione di minuto, si è avviato il sistema operativo e veniva mostrata a schermo la finestra di Orca per poter eventualmente modificare le preferenze o per poterlo chiudere. Però, di suoni, nemmeno l'ombra. Se non avessi provato come ho provato, e cioè assistito da un occhio in prestito, mai avrei capito che con la macchina virtuale e questa versione di LinuxBlind, non c'è verso che vengono emessi suoni, come se la scheda audio non fosse gestita dal sistema di macchina virtuale.

Non contento delle prove fatte e abusando della presenza di mio figlio che mi prestava un occhio, ho aggiornato la VMPlayer perché mi diceva fin dal principio che doveva essere aggiornata, aggiornamento che non avevo fatto per evitare di modificare quello che Alessio Rosi aveva preparato.

Aggiornato VMPlayer due volte, con l'avvio di LinuxBlind avveniva tutto pari pari come descritto sopra.
Considerazioni finali post test:

L'accessibilità con il solo screen-reader, non consente ad un disabile visivo cieco assoluto di poter usare questa versione di Linux Ubuntu 8.4.2 con lo screen-reader Orca che, ripeto, è preinstallato dalla versione 7.10 in tutte le versioni di Linux Ubuntu.

Conosco diverse persone disabili visivi che usano Linux, sia versioni Ubuntu, sia altre versioni, ma chi lo usa con soddisfazione deve giocoforza usare un display braille che qualcuno gli ha dovuto configurare in modo perfetto, oppure ha un residuo visivo minimo, per poter bypassare le difficoltà incontrate in questo test.

Altra considerazione importantissima, la nuova versione del programma di scrittura, nonché per quello di calcolo, non si può dire che tutti i guai di Open Office sono risolti. Infatti, faccio presente che anche le versioni precedenti di Open Office, da cui derivano queste nuove versioni, sono tutte accessibili come quella installata nella macchina virtuale, quindi, non abbiamo fatto nessun progresso di accessibilità, contrariamente a  come vogliono far credere.

Ho fatto le stesse prove con Open Office che ho installato nel mio computer e il grado di accessibilità è lo stesso.

Desidero concludere con una provocazione che fatta di questi tempi, non è proprio l'ideale, ma per dovere devo farla nonostante capisco e so per certo cosa risponderete.

Essendo il problema quasi completamente da addossare allo screen-reader, ed essendo questo software sviluppato dalla stessa comunità che sviluppa NVDA per Windows, come associazione di disabili visivi, sarebbe opportuno incentivare la comunità di sviluppo ad accelerare la risoluzione dei problemi presenti. So per certo che il Club Linux di Montebelluna di cui fa parte il dott. Franco Carinato che ho coinvolto per telefono ai test eseguiti, ha già foraggiato l'anno scorso con gli avanzi di gestione proprio la comunità di sviluppo di questo screen-reader.
Questa mia considerazione spero che la prenderete in considerazione, nonostante tutti i problemi che la crisi economica ci ha prodotto e ci produrrà.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it
Commissione OSI

 

 

Dispositivo di Firma Digitale InfoCert, “Business Key”, acquisto ed aggiornamento on line

Autore: Nunziante Esposito

Anche se il gruppo IRIFOR per la Firma Digitale, per tramite del coordinatore Avv. Giorgio Rognetta sta cercando di riprendere i contatti con gli addetti ai lavori di InfoCert, purtroppo, il dispositivo di firma digitale di InfoCert, la business Key per intenderci, non essendo più distribuito dagli uffici delle Camere di Commercio delle Province italiane, il rinnovo e l'acquisto, vanno fatti on-line e precisamente si fa come segue:

Acquisto Business Key Lite.

Premessa: per l'acquisto, bisogna avere la possibilità di effettuare un pagamento on-line, quindi, bisogna essere in possesso di una delle modalità di pagamento previste. Se non si può pagare on-line, tramite carta di credito o bonifico bancario come previsto, meglio rivolgersi a qualche persona di fiducia che ha la possibilità di pagare on-line.

Vediamo per prima cosa come collegarci al sito InfoCert per l'acquisto e l'aggiornamento. Colleghiamoci alla pagina: http://ebusiness.infocert.it/nemo/home.do

Aperta completamente la pagina, ci portiamo con i comandi che siamo abituati ad usare su una pagina web, sul corpo della pagina e troviamo subito la pubblicità della Business Key Lite da 2 giga. Personalmente, stando ad inizio pagina,  premo due volte insert più invio e sono immediatamente ad inizio del contenuto. Certo che sarebbe stato meglio se avessero previsto un link di salto del menu.

Siamo precisamente dopo tutti i link del menu principale, e troviamo tutti i prodotti offerti che si possono acquistare con le modalità che vedremo di seguito.

Scorrendo la pagina con le frecce verticali, il primo prodotto che troviamo è la Business Key Lite, BK Lite 2 GB con 2 certificati, offerta su una pennetta da 2 giga. In sostanza si tratta della versione in nostro possesso. Infatti, continuando a scorrere la pagina, per ogni prodotto venduto, troviamo un link con le spiegazioni sul prodotto, in modo che possiamo renderci conto di cosa stiamo acquistando. Però, quando si da invio sul link, sembra non essere accaduto nulla, anche se si è aperta una finestra sulla pagina stessa. Infatti, se ci portiamo all'inizio della pagina con control più home, premendo freccia giù, leggeremo le spiegazioni sul prodotto.

Alla fine delle spiegazioni c'è un link "Chiudi", e premendo invio su di esso, ci troviamo sul link da cui eravamo partiti.

Trovandoci subito sul prodotto che ci interessa, premiamo freccia giù fino al link "Leggi la scheda informativa", e premiamo invio. Sembra non essere accaduto nulla. Premiamo control più home e siamo ad inizio pagina. Premendo freccia giù, leggeremo:

"Scheda informativa

Business Key è la "chiavetta" USB innovativa ideata da Infocert per rendere l'utilizzo della firma digitale semplice ed intuitivo.

Business Key viene fornita direttamente al cliente che abbia sottoscritto la richiesta di registrazione ed abbia ottemperato alle procedure per l'identificazione previste dal manuale operativo.

Contiene 2 certificati:

– Certificato di sottoscrizione per firmare digitalmente tutti i documenti informatici
– Certificato di autenticazione per accedere in modo sicuro alla rete e per rendere certa e verificabile la propria identità.

Il prezzo d'acquisto comprende anche le spese di spedizione.

Attenzione!!! Può acquistare una sola Business Key alla volta. Deve essere effettuato un ordine per ogni Business Key che si intende acquistare.

Non ci resta che premere invio sul pulsante chiudi e siamo di nuovo sul link da cui eravamo partiti.

Con freccia giù, leggeremo che costa 69,00 Euro più IVA al 21%. Non esiste da nessuna parte qualche informativa sul come poterla pagare con IVA agevolata al 4%.

Scorrendo ancora la pagina con freccia giù, troviamo il link "Aggiungi al carrello". Premendo invio su questo link, aggiungeremo il prodotto al carrello, come per qualsiasi sito di E-Commerce. Anche per questo link, sembra non essere avvenuto nulla, perché il focus rimane dove eravamo, anche se Jaws ci legge la percentuale di ricarica della pagina. In sostanza, è stato generato un frame nella pagina e si trova, come detto sopra, ad inizio pagina. Quindi, premiamo control più Home e potremo leggere le informazioni premendo freccia giù. Leggeremo:

frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
BK Lite 2 GB con 2 certificati
Quantità: 1
  Prezzo 69,00 Euro
ATTENZIONE
A pagamento avvenuto riceverà email con le istruzioni per completare la registrazione ed inviarci i dati necessari al rilascio della sua firma digitale
Le sottolineiamo che può acquistare una sola Business Key alla volta.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
 
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –

Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.

Facciamo l'ipotesi che dobbiamo acquistare solo la BK Lite con i due certificati, quindi, diamo invio sul link procedi con l'ordine.

Jaws ci avvisa che si sta caricando qualcosa, ritornando in voce le solite percentuali di caricamento, ma poi ci ritroviamo dove eravamo. Se scorriamo la pagina fino alla fine, troviamo i prodotti che sono stati aggiunti al carrello ed il costo totale da pagare. Inoltre, troviamo scritto che possiamo pagare tramite bonifico bancario o tramite carta di credito. Per questa ultima, sono accettate quelle del circuito VISA e MASTERCARD.

Solito control più Home, e con freccia giù troviamo il form per inserire i dati personali.

Siamo subito avvisati che se siamo utenti registrati, basta loggarsi al sito ed acquistare dal proprio spazio privato.

Il form è accessibile con Jaws in modo totale, anche se, dopo aver premuto alt più freccia giù per aprire le caselle di controllo ed aver effettuato la scelta con le frecce verticali, dando invio per confermare il dato o premendo tab, si ricarica la pagina e dobbiamo riportarci ad inizio pagina per poter riportare il focus sul campo precedente e proseguire con l'inserimento dei dati. Per fare prima, dopo la scelta e l'aggiornamento della pagina, consiglio di portarsi ad inizio pagina con control più home e poi, premere la lettera c, per spostarsi sulle caselle combinate. In questo modo, si ritrova quasi immediatamente la casella precedentemente compilata e si continua.

Compilati tutti i campi, troviamo già attivato il pulsante radio con l'accettazione per il trattamento dei dati personali, quindi, ci portiamo sul link "Invia" e premiamo invio.

Si apre una nuova schermata, sempre ad inizio pagina e sempre in un frame, con tutti i dati da noi inseriti. Consiglio  di controllare attentamente i dati inseriti, prima di proseguire.

Tra le cose da fare in questa pagina, è quella di scegliere se pagare con bonifico bancario o con carta di credito. Ci sono due pulsanti radio, quindi, portarsi su quello che interessa e premere la barra spazio per attivarlo

Scelta la modalità di pagamento e controllati i dati personali, si prosegue con l'acquisto, dando invio sul pulsante conferma.

Se si sceglie bonifico bancario, si apre una finestra con i dati per effettuare la conferma dell'ordine. Dopo aver confermato l'ordine, sulla stessa pagina, quasi in fondo, troviamo il link per aprire la finestra per completare l'ordine ed avere il numero dell'acquisto da fare, dato da inserire nel bonifico.

Se si sceglie di pagare con carta di credito, si apre una finestra con il form per inserire i dati per effettuare il pagamento. Quindi, si inseriscono tutti i dati della propria carta di credito e si conferma sul pulsante apposito. Si apre una ulteriore finestra che consente di leggere quale pagamento si sta effettuando, l'importo e con il pulsante di conferma che dice al sistema della propria banca di pagare il dovuto.

Siccome non dovevo effettuare l'acquisto, le operazioni di inserimento sono terminate, in entrambi i casi, prima dell'ultimo step.

La procedura è completamente accessibile con le nuove versioni di Jaws, quelle che hanno le maschere che si attivano automaticamente, ma ho provato anche con le versioni 8 e 9 di Jaws, per le quali si devono attivare le maschere.

Come sopra spiegato, questa procedura è accessibile completamente e si può acquistare il dispositivo di firma digitale BK senza problemi.

Nota bene: Si presume che chi effettua tali operazioni è capace di usare il computer in piena autonomia e con l'attrezzatura sopra menzionata.

Per completezza di informazione, dico che ho usato come sistema operativo Windows Vista a 32 bit, Internet Explorer 8 e le versioni di Jaws dalla 8 alla 12.

Acquisto dispositivo di firma Remota on-line.

Sempre dalla stessa pagina e con la procedura vista per la BK Lite, cerchiamo il dispositivo di Firma Remoto e diamo invio sul link per le informazioni. Sempre ad inizio pagina e nel frame, leggiamo:

Scheda informativa
La Firma Digitale Remota consente di firmare digitalmente senza bisogno di avere la smart card.
Il certificato, rilasciato da InfoCert secondo le norme in vigore, viene reso disponibile al Titolare presso l’apposita infrastruttura tecnologica sicura e ridondata ed è accessibile, tramite la normale rete internet , utilizzando l’apposita funzione di Dike.
Il Titolare, per ragioni di sicurezza, dovrà rendere disponibile un proprio dispositivo mobile sul quale InfoCert invierà, al momento dell’esecuzione della firma e su richiesta, un SMS contenente il Codice OTP variabile che, insieme al PIN ed alla User ID, identificano in modo univoco la proprietà del Certificato utilizzato.
Inoltre, per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza, al termine di ogni giornata, il Titolare che abbia utilizzato anche una sola volta il servizio, riceverà una email con l’elenco dell’attività svolta dal suo Certificato.
Infine, InfoCert mette a disposizione del Titolare un apposito portale web che consente di definire e modificare i parametri di utilizzo inizialmente definiti al momento della procedura di registrazione.

Da quello che si capisce, una modalità molto sicura con controlli rigorosi e precisi.

Vediamo come acquistarla, quindi, premuto invio sul link chiudi, con freccia giù leggiamo che costa 45,00 Euro+IVA al 21%. Anche qui e per tutto il sito non si capisce come poter chiedere l'IVA agevolata.

Con freccia giù, cerchiamo il link "Aggiungi al carrello" e premiamo invio. Si apre il solito frame ad inizio pagina nel quale si legge:

frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
Firma Digitale Remota
Quantità: 1
Prezzo 45,00 Euro
Attenzione!
L’acquisto verrà finalizzato da InfoCert esclusivamente a seguito della ricezione del modulo di richiesta sottoscritto con Firma Digitale valida o con firma autografa autenticata da pubblico ufficiale.
Le ricordiamo, inoltre, di seguire le indicazioni presenti sul sito www.infocert.it per la conclusione dell’acquisto.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –

Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.

Scegliamo il link "Procedi con l'ordine" e premiamo invio.

Tutto quello che si deve fare successivamente, è uguale all'acquisto della BK Lite, così come spiegato sopra. Anche tutti gli altri prodotti venduti sulla pagina che si apre con il link visto sopra, compreso i pagamenti per gli aggiornamenti, sono accessibili.

Nota dolente: anche se il pagamento degli aggiornamenti è accessibile, questo non significa che gli aggiornamenti si possono eseguire in piena autonomia, perché per fare gli aggiornamenti si deve usare il software DiKe Util che risulta inaccessibile e, quasi totalmente trasparente per Jaws.

Conclusioni ed avvertimenti.