I primi passi del Comitato dal 21 settembre, di Giovanni Cacelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

Carissimi Colleghi, con l’approssimarsi delle feste natalizie e di fine anno, ritengo doveroso augurare a tutti di trascorrere in serenità il Natale e l’anno nuovo. L’occasione è ghiotta per informare tutti voi sul lavoro che questo Comitato sta svolgendo dal giorno del suo insediamento.
Comprendo le difficoltà, ora che tocca al sottoscritto, che hanno accompagnato i miei predecessori nel raggiungimento degli obbiettivi dichiarati nella mission.
le difficoltà non sono da considerarsi uno scudo da alzare per giustificare gli obbiettivi non raggiunti, bensì un punto di partenza da superare per il loro raggiungimento.
Nella prima seduta del 21 settembre – giorno dell’insediamento – ho dichiarato che il lavoro iniziale che caratterizzerà questo Comitato, sarà di obbiettivi a breve, medio e lungo termine. Il Comitato si è insediato dopo 10 mesi dal Congresso, ciò non potrà essere usato come deterrente giustificativo, ma come stimolo a lavorare più velocemente.
Come molti di voi sapranno stiamo portando a termine, non con poche difficoltà, l’aggiornamento dell’anagrafe degli iscritti Massofisioterapisti e Fisioterapisti della nostra Associazione. La prima indagine venne proposta dal comitato precedente nel 2012. Fare l’aggiornamento è un Lavoro inutile, vista la vicinanza della precedente? Posso assicurarvi che così non è.
In questo aggiornamento, ci sono voci più dettagliate nella scheda individuale; è stata predisposta una nuova scheda individuale che prende in considerazione i non occupati. Questo dato, ci farà comprendere come le dinamiche del lavoro stanno trasformandosi e come poter oggettivare l’intervento della Direzione Nazionale.
Siamo di fronte ad un periodo storico pericoloso, dove le leggi di tutela sono viste come un peso della società, una zavorra alla capacità individuale: niente può essere più autolesionista. Ogni giorno, ognuno di noi si confronta sul luogo di lavoro, con la dura realtà della “diversità”. Ci si deve ricordare che, proprio grazie alle leggi di tutela i disabili visivi sono stati assunti, in assenza delle stesse sarebbe molto più difficile aver un lavoro e quindi l’indipendenza economica.
Il 21 settembre ho dichiarato che mi sarei occupato della situazione dei post 99 – l’anello debole della nostra categoria – anche se, molto deriva dall’incapacità di una classe politica nel colmare una “Vacazio legis” che comporta la comparsa della disoccupazione o la precarietà.
A tal proposito stiamo iniziando un percorso di riordino logico delle leggi che ci riguardano da vicino, che possano farci comprendere lo stato effettivo della situazione, nella complessità della sovrapposizione tra leggi. Tale riordino ci permetterà di stilare un documento di possibili migliorie da presentare alla Direzione Nazionale.
Per contro non possiamo far finta che la professionalità talvolta da noi offerta non si avvicina agli standard qualitativi richiesti dalla sanità contemporanea. Vi sono aziende che, adducendo motivazioni di vario tipo, fanno sì che i colleghi con disabilità visiva eludano la certificazione ECM, creando un danno alla categoria, percepita spesso come assistenzialista.
Formazione vuol dire costi, ma anche stare al passo con gli standard della sanità di oggi: imprescindibile deve essere l’orientamento all’Evidence Based Phisiotheraphy: non possiamo continuare a ringhiare contro coloro che non ci ritengono dei professionisti sanitari se noi non stiamo alle regole dell’aggiornamento continuo in medicina.
Stiamo studiando la possibilità di un corso formativo di valutazione e diagnosi differenziata di terapia manuale a cui legare un’assemblea di categoria.
Mi auguro che tutte le informazioni/richieste che in questi tre mesi ho girato ai Coordinatori Regionali, siano state inviate ai collaboratori provinciali e diffuse agli iscritti. Se ciò non è avvenuto, esorto ogni massofisioterapista, fisioterapista di questa associazione a chiedere incontri ai propri dirigenti di sezione e a chiedere informazioni sul lavoro che ogni Comitato MFT/FT Provinciale sta svolgendo e svolge e così per l’organizzazione sovrastante.
La comunicazione e l’informazione sviluppa interessi e stimoli, senza i quali saremmo relegati alla nicchia in cui tanti vorrebbero relegarci: IO NON CI STO.
Rinnovo gli auguri di buone feste a tutti voi e alle persone a voi più care.
Giovanni CANCELLIERE

Visti con altri occhi, di Alfio Pulvirenti

Anche questa volta i non vedenti vengono visti dai produttori di tecnologia. Non è il caso di un’industria che produce ausili assistivi per i ciechi ma si tratta di una casa costruttrice di apparecchiature elettromedicali, utilizzati in ambito fisioterapico.
La Fisiocomputer ha realizzato un apparato per tecarterapia per professionisti non vedenti, reclamizzandolo proprio così. E’ la casa costruttrice a sottolineare che l’apparecchiatura posta in commercio è dotata della sintesi vocale più all’avanguardia, necessaria a facilitare il non vedente nell’ utilizzo.
Questo fatto pone in evidenza il cambiamento della società circa la percezione dei minorati della vista. Se da una parte gli spazi occupazionali per i ciechi tendono a modificarsi, a fronte di una società più intransigente e meno indulgente, dall’altra il fatto riportato dimostra la considerazione dell’industria relativamente alla loro capacità produttiva.
Tutti coloro che hanno problemi visivi sanno che per ottenere l’accessibilità alle tecnologie, semplici e complesse, gli organismi addetti alla tutela, e per primo l’UICI, hanno dovuto fare appello alle norme dello Stato per costringere le industrie, in un limitato numero di casi, a concedere questo diritto. Qui si assiste a qualcosa di diverso! E’ l’industria produttrice ad informare l’UICI riguardo alla presenza sul mercato di apparecchiature inclusive, utili al lavoro anche dei ciechi. Sicuramente, ancora, occorre percorrere molta strada prima di percepire gli effetti positivi del cambiamento accennato ma la nuova collocazione dei ciechi nel mercato determina il paradigma da cui declinare il rapporto fra i ciechi e la società nei diversi contesti di vita.

Nuovo Comitato tecnico fisioterapisti, di Giovanni Cancelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

In data 21 settembre 2016, è stata convocata presso la sede centrale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti l’assemblea dei rappresentanti regionali dei massofisioterapisti e fisioterapisti per il rinnovo del comitato tecnico scientifico e del coordinatore dello stesso.

I Colleghi hanno ritenuto di darmi questo onere e onore, auspicando che il lavoro svolto dal Comitato uscente non venga ­disperso e che si dia continuità al monitoraggio e alle azioni da intraprendere sulle criticità che la categoria sta attraversando: sia in vari aspetti riguardanti il lavoro, sia sulle sfide che attendono i nostri ragazzi nella formazione universitaria. L’obiettivo più importante è la prosecuzione dell’interlocuzione con tutti i soggetti che vorranno realmente abbattere le barriere culturali.

Il lavoro del fisioterapista deve diventare sempre di più una scelta consapevole, con standard professionali omogenei a quelli europei. Auspico un proficuo lavoro a favore dei massofisioterapisti e fisioterapisti non vedenti da parte mia e da parte degli altri componenti nelle persone di: Samantha De Rosa, Francesco Ciardone, Salvatore Angiari, Luigi Ammirata. Auspico il proseguo dei rapporti che si sono intrapresi con le Associazioni di categoria, mettendo a disposizione tutte le strategie per migliorare il lavoro di tutti.

Vorrei chiudere questa mia presentazione sintetica ringraziando tutti i coordinatori regionali convenuti a Roma, ritengo che un saluto speciale vada a Mirella Gavioli per la tenacia dimostrata nella legislatura precedente.

Dott. Giovanni Cancelliere

Membri del Nuovo Comitato tecnico fisioterapisti

Membri del Nuovo Comitato tecnico fisioterapisti

Visto dalla platea del teatro Sistina di Roma, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Il premio L. Braille offre lo spunto per il confronto sulle mete raggiunte dai ciechi e dagli ipovedenti. Il termine che ha dominato la serata dell’otto settembre 2016, pronunciato da tutti coloro che si sono avvicendati sul palcoscenico è: inclusione. Niente monologhi, nessuna lezione magistrale dedicata a questo argomento ma espressioni di contenuti in linguaggi che sono davvero inclusivi. La musica e lo spettacolo hanno permesso a Ivan, non vedente, ad Arisa e altri personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo di dialogare, di interagire, offrendo alla platea una serata meravigliosa. Il Presidente Nazionale, Mario Barbuto, accompagnato da Viola, il cane guida, è intervenuto per salutare i presenti, occupando il palcoscenico solo per pochi minuti ma sufficienti a trasmettere incoraggiamento ai soci presenti e il ringraziamento a coloro che, in vario modo, stanno contribuendo a favorire l’inclusione per i non vedenti nei diversi contesti sociali. Il sogno di una società caratterizzata dall’inclusione ha sostenuto il lavoro di preparazione dello spettacolo con cui i protagonisti, non vedenti e vedenti, hanno voluto ribadire che le barriere che determinano le distinzioni e i pregiudizi sono superabili. Louis Braille ha abbattuto la più grande barriera che i ciechi abbiano potuto conoscere. Commemorarne il ricordo è un tributo che gli è dovuto ma ciò deve rafforzare la coscienza di ogni cieco circa l’importanza di saper leggere e scrivere, il cui valore è diverso e per nulla sovrapponibile all’ascolto di contenuti.

La voce dei protagonisti, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Alle ore 15.30 di domenica 10 aprile 2016 i quattro Fisioterapisti non vedenti ed ipovedenti si allontanavano dallo stand in cui hanno prestato la propria opera, defaticando gli atleti che hanno preso parte alla Maratona Romana. La squadra dei Fisioterapisti era rappresentata, in totale, da 120 unità di cui undici hanno affiancato gli “atleti a quattro zampe”, quattordici cani guida, ed i loro padroni che assieme ad altri non vedenti hanno partecipato alla “Stracittadina..

All’arrivo, Dora Carapellese, giornalista dell’ufficio stampa dell’A.I.FI. (Associazione Italiana dei Fisioterapisti) ha intervistato Giuliano Frittelli, Presidente della sezione romana dell’UICI,

Presidente, ci spieghi, questa collaborazione ( con A.I.FI, n.d.r.) in cosa è consistita e cosa avete fatto? In questa bella giornata abbiamo fatto questa passeggiata ( in compagnia di undici studenti di Fisioterapia, n.d.r.) insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla figura del cane guida. I partecipanti, in tutto una cinquantina fra non vedenti ed accompagnatori, siamo stati soddisfatti e contenti per aver preso parte all’evento.

Anche i Fisioterapisti hanno commentato la propria esperienza.

Elena, tra i Fisioterapisti senior presenti, ha così commentato: “sono orgogliosa e contenta per avervi preso parte. E’ stata una giornata di inclusione, di affiancamento e di mutuo insegnamento con i Colleghi vedenti. Mediante il massaggio, che si basa sull’approccio tattile, ho creato la relazione con gli atleti, infondendo in loro il rilassamento, la distensione necessaria dopo l’enorme fatica. Ho sensibilizzato al riguardo i diversi studenti che hanno lavorato assieme a me in quelle ore della mattinata.

Michele, Fisioterapista senior, ha così commentato: “la giornata di oggi, domenica 10 aprile 2016, ha rappresentato una occasione di aggregazione; una condivisione di informazioni e di nozioni, nello svolgimento della professione e nella vita di relazione, utile al miglioramento dell’integrazione sia professionale sia personale.

La mancata partecipazione avrebbe comportato la perdita di un’opportunità di affermazione e di crescita.

Jacopo, studente di Fisioterapia, ha definito la propria esperienza come “una giornata da incorniciare”. Ha affermato: La giornata trascorsa a Roma in occasione della maratona cittadina, in qualità di studente di fisioterapia, ha rappresentato ciò che dovrebbe essere un’autentica e fruttuosa giornata formativa. Non posso fare a meno di notare come io sia riuscito, grazie all’infinita pazienza e dedizione, e alle sapienti ed esperte mani dei massofisioterapisti Michele ed Elena, rispettivamente ipo e non vedente, ad apprendere e a mettere in pratica, con discreta semplicità, le tecniche di massaggio. La giornata in questione è stata inoltre un grande esempio di ciò che è insito in un’altra parola troppo spesso abusata nel nostro linguaggio quotidiano, ovvero l’inclusione, resa concreta in un meccanismo pressoché perfetto di sinergia e di scambio reciproco di esperienze. Devo ammettere che non avrei mai creduto che un sorriso o un semplice grazie, da parte di una persona stremata da ore di attività fisica, dopo un trattamento di soli cinque minuti potesse gratificarmi tanto; era come se quella parola avesse il potere balsamico di cancellare la stanchezza di ore passate stando in piedi al caldo e la fatica.

In conclusione, io, Alfio, colgo l’opportunità per ringraziare a nome di tutti i “Protagonisti” della manifestazione gli accompagnatori che con pazienza, amore e dedizione ci hanno concesso questa meravigliosa esperienza.

Alfio Pulvirenti

Una giornata da incorniciare, di Jacopo Lilli

Autore: Jacopo Lilli

Domenica 10 aprile 2016, ACEA Maratona di Roma

Sono anni che, nell’ambito di qualsiasi esperienza didattica, non si fa altro che parlare di formazione, declinando il concetto nelle svariate forme ad essa correlate. Sono così proliferate le “attività formative”, i “corsi di formazione” e, come corollario di tutto questo ginepraio di definizioni, le cosiddette “giornate formative” che, ahimè troppo spesso si limitano ad interminabili ore passate ad assistere a lezioni frontali e ben poco interattive. La giornata trascorsa oggi a Roma in occasione della maratona cittadina da me, in qualità di studente di fisioterapia presso l’Università degli Studi di Firenze, da altri colleghi studenti del medesimo corso ma presso l’Università La Sapienza di Roma, coadiuvati dal professor Alfio Pulvirenti, motore e anima della giornata nonché referente per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti presso l’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), ha rappresentato ciò che dovrebbe essere un’autentica e fruttuosa giornata formativa. Vorrei articolare la mia riflessione su tre aspetti principali: l’apprendimento attraverso la pratica, l’inclusione e la gratificazione.

Per quanto concerne il primo aspetto, non posso fare a meno di notare come io sia riuscito, grazie all’infinita pazienza e dedizione, e alle sapienti ed esperte mani dei massofisioterapisti Michele ed Elena, rispettivamente ipo e non vedente, ad apprendere e a mettere in pratica, con discreta semplicità, le tecniche di massaggio essenziali ai fini del lavoro di defaticamento muscolare che avremmo dovuto portare avanti nel corso di tutta la giornata; tecniche delle quali, nell’ambito della mia formazione universitaria da studente di primo anno, non avevo neanche sentito parlare. La riflessione che ne ho tratto è che spesso si impara più in un giorno passato ad operare sul campo che in giorni e giorni di lezioni frontali di stampo accademico e che, il ruolo di fisioterapisti aventi la stessa mia disabilità o simile, risulti di fondamentale importanza per la crescita professionale degli studenti.

La giornata in questione è stata inoltre un grande esempio di ciò che è insito in un’altra parola troppo spesso abusata nel nostro linguaggio quotidiano, ovvero l’inclusione. In un meccanismo pressoché perfetto di sinergia e di scambio reciproco di esperienze, sui lettini dell’area a noi riservata si alternavano atleti provenienti da ogni parte del mondo, terapisti non vedenti e ipovedenti e studenti disabili e non. Straordinaria l’opportunità anche per gli studenti vedenti di apprendere le tecniche di massaggio mostrate loro da Michele ed Elena, la dimostrazione lampante che, se messi nelle condizioni di poter comunicare efficacemente, i nostri mondi tendono naturalmente a fondersi e ad integrarsi reciprocamente.

Riguardo all’ultimo punto devo ammettere che non avrei mai creduto che un sorriso o un semplice grazie, da parte di una persona stremata da ore di attività fisica, dopo un trattamento di soli cinque minuti potesse gratificarmi tanto; era come se quella parola avesse il potere balsamico di cancellare la stanchezza di ore passate stando in piedi, il caldo o la fatica. Credo che è proprio da quel semplice grazie che mi sento di ispirarmi, perché credo racchiuda il più profondo ed autentico senso della professione che, in un futuro spero non troppo lontano, avrò l’onore di svolgere.

Jacopo Lilli

XXII Maratona di Roma, 10 Aprile 2016, di Giuliano Frittelli e Alfio Pulvirenti

Mancano pochi giorni per la grande manifestazione sportiva che vedrà a Roma la presenza di sedicimila atleti provenienti dalle diverse nazioni del globo.
Anche questa volta saranno presenti i Fisioterapisti non vedenti, provenienti dalle diverse province del Lazio, a collaborare con i Colleghi nel defaticamento degli atleti che giungeranno al traguardo.
Ad organizzare il servizio di soccorso riabilitativo hanno contribuito la Sezione Romana dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e l’Associazione Italiana dei Fisioterapisti del Lazio.
Alla maratona “stracittadina”, che si svolgerà nella stessa mattinata, prenderà parte una folta squadra di non vedenti accompagnati dagli amici a quattro zampe, undici cani guida che insieme ai loro padroni sensibilizzeranno i partecipanti, gli stessi saranno supportati dagli studenti di Fisioterapia.
Due iniziative che esprimono la sinergia fra le due Associazioni verso il fine comune, quello di favorire la cultura dell’inclusione.

In archivio anche il terzo stage del corso formativo Cyriax, di Mirella Gavioli

Lo scorso 12, 13 e 14 Febbraio si è tenuto presso il salone della sede del consiglio regionale lombardo in Via Mozart a Milano, il terzo  e conclusivo stage del corso di formazione professionale in medicina ortopedica manuale metodo Cyriax. Tale evento è stato patrocinato dal consiglio regionale UICI della Lombardia, con il contributo di I.RI.FO.R. Il corso, presieduto dal Professor Maurizio Leone, docente di questa metodica riabilitativa e vicepresidente di ETGOM Italia, è stato  ben coadiuvato da Mirella Gavioli, coordinatrice regionale di categoria dei Fisioterapisti e massofisioterapisti della Lombardia che, con il responsabile della segreteria I.RI.FO.R regionale, il dot. Stefano Sartori, si è occupata di tutta la fase organizzativa e della gestione delle varie esigenze in loco. Il docente, ormai esperto nella formazione anche di professionisti con disabilità visiva, si è prodigato nel far conoscere e apprendere i concetti messi a punto dal Dr Cyriax nella prima parte del ‘900 rielaborandoli attentamente per renderli accessibili a 20 professionisti della riabilitazione con differenti disabilità visive provenienti da diverse regioni d’Italia che hanno saputo cogliere in questa proposta, un’opportunità formativa e di crescita non solo professionale ma anche personale.
Tra i corsisti è emersa la soddisfazione e la gratitudine per la disponibilità mostrata dal professor Leone nel trasmettere loro i concetti teorico-pratici con competente pazienza ma soprattutto con una lodevole voglia di mettersi in gioco. Argomenti dei tre seminari, a conclusione dei 4 moduli già realizzati tra il 2014 e il 2015, sono stati l’applicazione dei concetti elaborati dal Dr Cyriax alla colonna cervicale, dorsale, lombare e alla sacro-iliaca, offrendo tecniche, strumenti e competenze spendibili in piena autonomia in vari ambiti del fare professionale. I corsisti hanno potuto così ampliare le loro conoscenze grazie alla pluriennale esperienza di un docente qualificato che ha fornito loro nuovi strumenti da utilizzare nella pratica clinica quotidiana, stimolando il ragionamento e la voglia di essere e di fare, soprattutto per coloro che si avvicinano per la prima volta alla formazione professionale sul campo.
Un’esperienza ottimamente riuscita e di capitale importanza per mantenere i professionisti qualificati e al passo con i tempi, data la fondamentale necessità di ampliare le proprie conoscenze onde risultare sempre più competitivi nel mutevole e in continua evoluzione mondo del lavoro che risulta sempre più selettivo proprio nei confronti dei professionisti con disabilità visiva.
Un grazie particolare quindi va indirizzato ai corsisti che, nonostante la significativa differenza di età e di esperienze, dalle neolaureate  di 23 anni, ai 70 anni dei veterani più esperti ma sempre desiderosi di apprendere e confrontarsi, hanno saputo creare  un piacevole gruppo omogeneo che ha saputo lavorare efficacemente, interscambiandosi in modo ottimale.
La gratitudine va in fine espressa anche a quelle strutture “I.RI.FO.R” che consapevoli dei bisogni della categoria, si mettono a disposizione  a beneficio della specificità e della professionalità degli interessati.
Appuntamento al prossimo corso!

Mirella Gavioli

XXII Maratona di Roma, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Il 10 aprile 2016, nella capitale, si svolgerà la Maratona a cui parteciperanno migliaia di atleti provenienti da tutto il mondo. Prendere parte a questo evento offre l’opportunità a tutti i presenti di muoversi in una città di cui è nota l’importanza storica, scandita dalla mole di reperti e monumenti. Fra i partecipanti, nelle ultime quattro edizioni, erano presenti i Fisioterapisti e Massofisioterapisti non vedenti ed ipovedenti, provenienti dalle diverse regioni d’Italia, i quali, lavorando fianco a fianco con i colleghi vedenti, hanno contribuito al defaticamento degli atleti, stanchi dopo aver percorso un tragitto di 40 chilometri. L’occasione ha contribuito a rendere più visibili le competenze e le capacità dei non vedenti ed ipovedenti, realizzando nel concreto, anche se per qualche ora, la tanto auspicata inclusione sociale e professionale.
Anche quest’anno l’Associazione Italiana Fisioterapisti del Lazio ha invitato i Fisioterapisti gli studenti di Fisioterapia e i Massofisioterapisti non vedenti ed ipovedenti a partecipare a questo evento sportivo, per prestare la propria opera come riabilitatori. Quindi, tutti coloro che volessero cogliere questa meravigliosa opportunità potranno comunicare la propria adesione, entro il 15 marzo 2016, all’indirizzo di posta elettronica:
uicroma@uiciechi.it., mettendo come oggetto: Uicroma-Maratona di Roma.
Coloro che aderiranno verranno contattati per le informazioni di ordine organizzativo.

Alfio Pulvirenti

Quando l’”inclusione” si rivela esclusione, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Lunedì, 23 novembre 2015, un giovane Fisioterapista, ipovedente e laureato, si è presentato, per affrontare un colloquio di lavoro, presso una clinica convenzionata ed accreditata, situata nella capitale. Il dottor Rossi (nome convenzionale) usciva dall’ufficio del Direttore della clinica con l’impegno di produrre la documentazione necessaria al perfezionamento del rapporto di lavoro, per iniziare a prestare servizio successivamente. La documentazione, da integrarsi a quella già fornita, consisteva nella partita IVA. L’offerta di lavoro consisteva in un servizio che si sarebbe dovuto articolare su tre giorni per un orario giornaliero di tre ore, il cui compenso lordo sarebbe stato di 12 euro all’ora.
Il dottor Rossi, due giorni dopo, avendo la necessità di ricevere alcune informazioni, utili all’apertura della partita IVA, ha telefonato alla Clinica ma la Responsabile, con cui ha conferito, gli dice che, essendo ritornata a lavoro la precedente Fisioterapista, per il momento non hanno necessità della sua collaborazione. Il fatto, descritto volutamente nel dettaglio, impone una profonda riflessione al mondo della cecità in generale ma soprattutto agli organi decisori dell’U.I.C.I. Prima si parlava di inserimento “scolastico”, poi di integrazione “scolastica”, oggi si parla di “inclusione” estendendo il concetto a tutti gli ambiti in cui la persona si viene a trovare. La clinica di cui si tratta è inclusiva, possono lavorarvi sia Fisioterapisti normodotati sia Fisioterapisti con problemi visivi ma, nella realtà dei fatti, l’imprenditore, il quale deve badare al profitto dell’azienda, può scegliere di fare lavorare chi, secondo il suo metro di giudizio, risponde ai requisiti ritenuti necessari. In altre parole accade che se il Fisioterapista normodotato ha l’opportunità di essere provato nell’esercizio della sua opera, al Fisioterapista non vedente viene offerta solo l’opportunità di presentarsi al colloquio senza che questi possa mostrare le proprie capacità. Il percorso evolutivo dall’inserimento all’inclusione sembrerebbe non aver scalfito sufficientemente il pregiudizio, insito nella cultura dominante, che produce danno ai cittadini diversamente abili. Forse occorre fare risalire allo stato di coscienza di chiunque abbia la possibilità di decidere, la necessità di operare, con tutti i mezzi leciti possibili, per aggiornare le vecchie leggi che obbligavano il datore di lavoro, pubblico e privato, all’assunzione dei lavoratori non vedenti ed ipovedenti. La ricerca di nuovi spazi occupazionali costituisce un altro filone di interesse e deve essere attenzionato ma senza le leggi che impongano l’assunzione dei diversi professionisti con difficoltà visive, la strada da precorrere non lascerebbe intravedere la meta.