L’ansia e lo Stress si possono combattere, basta sapere come fare, di Mirella Gavioli

Autore: Mirella Gavioli

E’ questo, e molto altro ancora, quello che, 18 corsisti, perlopiù fisioterapisti, provenienti da numerose regioni d’Italia, hanno appreso nei due moduli del corso formativo dal titolo: “La via del benessere e della guarigione”, che si è concluso con successo e con la massima soddisfazione da parte di docenti, partecipanti ed organizzatori, la scorsa domenica 26 novembre, presso la sede del Consiglio Regionale Lombardo U.I.C.I. a Milano.
La proposta formativa, promossa e sostenuta dall’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione della Lombardia, presieduto dal Presidente Nicola stilla, in collaborazione con il segretario Stefano Sartori e la coordinatrice regionale per i masso e fisioterapisti Mirella Gavioli che ne hanno curato gli aspetti organizzativi, ha permesso ad un nutrito gruppo di professionisti della riabilitazione e ad un paio di insegnanti, di acquisire importanti concetti e tecniche da poter utilizzare per se stessi e mettere a disposizione dei vari interlocutori, siano essi pazienti od altro, al fine di migliorare la percezione del “se”, offrendo strumenti validi per la gestione degli stati di ansia e di stress che spesso sono causa ed effetto di tante malattie o di stati di “non salute e malessere”.
Durante il corso, è emerso quanto sia sempre più importante proteggere i propri pazienti, i propri colleghi, familiari e le persone con le quali si hanno più frequenti contatti ma, soprattutto se stessi, dagli effetti negativi che, uno stato di ansia e di stress misconosciuto e/o sottovalutato, spece se prolungato nel tempo, provocano sullo stato di salute ed equilibrio della persona.
Il docente, David Cardano, supportato dal collega Davide Trespidi, ha saputo trasmettere e coinvolgere il gruppo in dinamiche teorico-pratiche che hanno offerto strumenti che, se fatti propri ed allenati quotidianamente, potranno fare la differenza nel vivere con maggior qualità, la propria vita, supportando anche gli altri, nel gestire gli stati di sofferenza attraverso pensieri ed azioni potenzianti e positive.
Il corso, così com’è “da prassi formativa e terapeutica nella concezione dell’organizzatrice Mirella Gavioli e dei promotori dell’I.Ri.Fo.R lombardo”, si è arricchito del valore della convivialità e condivisione delle dinamiche di gruppo che, espresse con la massima spontaneità e coinvolgimento anche al di fuori del programma proposto, hanno offerto all’esperienza puramente formativa, un rinforzante valore aggiunto. La visita del gruppo al percorso “Dialogo nel Buio”, strutturato presso lo storico Istituto dei Ciechi di Milano che ha concluso con entusiasmo le 6 giornate, ha contribuito ulteriormente a sviluppare ed approfondire numerose sensazioni, emozioni, riflessioni ed una maggior presa di consapevolezza che, la realtà di ciascuno, può essere meglio affrontata e vissuta se riusciamo ad attivare in modo positivo le nostre risorse, le capacità di immaginazione, di relazione, di oggettivazione e di ascolto e che, per fare questo, si può sempre imparare, e questi corsisti, sono già animati dalla volontà di approfondire.

 

Il lavoro nel II semestre del CTSN Fisioterapisti & Massofisioterapisti, di Giovanni Cancelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

Carissimi colleghi e colleghe,
siamo giunti ad un anno di attività. Sui primi 6 mesi è già stata inviata una relazione, ora verrà completata con il lavoro svolto successivamente.
Il comitato aveva già segnalato difficoltà di comunicazione nei vari passaggi tra la sede centrale e la periferia. Si è cercata una soluzione, ossia creare un gruppo whatsapp che riunisce tutti i coordinatori regionali, in modo da rendere più snelle le comunicazioni e avere un feedback più immediato, è stato creato un gruppo chiuso su facebook per avere un ulteriore canale dove postare le notizie, lasciando comunque attiva la comunicazione standard per chi non usa smartphone o simili.
Nella relazione precedente era stato detto che il comitato si sarebbe impegnato nell’organizzazione di un corso formativo con il sostegno dell’I.RI.FO.R. Il primo giugno è stato approvato il co-finanziamento: i dettagli sono presenti nelle circolari I.RI.FO.R. n. 27 e 28.
Sempre prendendo spunto dalla suddetta relazione, il comitato ha provveduto a modificare il DDL D’ambrosio-Lettieri adattandolo alle esigenze odierne. Il documento è stato acquisito dalla direzione nazionale a fine settembre come gli altri documenti in possesso del Vicepresidente Avv. Stefano Tortini, sulle valutazioni giurisprudenziali consegnate a giugno.
A seguito della riunione delle commissioni, tenutasi a Tirrenia a fine aprile, il comitato ha apportato alcune modifiche al questionario pubblicato dalla commissione ausili e tecnologie che doveva essere compilato on-line entro il 30 settembre.
A fine maggio è stata organizzata una riunione on-line con i coordinatori regionali. Non tutte le regioni erano presenti. Si è parlato di alcuni corsi che sono stati programmati nelle regioni Lombardia e Abruzzo (il corso in Lombardia deve ancora partire e ci sono ancora posti a disposizione), è stato fatto il punto della situazione sia sulla rilevazione dei questionari, sia sull’esistenza degli albi regionali.
Abbiamo definito le Regioni che hanno attivato gli Albi Regionali a norma del Decreto attuativo N.775 del 1994 e Cirr. del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali che estende anche ai Fisioterapisti non vedenti laureati gli stessi diritti occupazionali a norma della Legge 29 del 1994: si allega elenco in appendice.
Nel mese di settembre, il comitato, preso atto di alcune dichiarazioni inappropriate e lesive per la categoria fatte da esponenti del mondo accademico su formazione in fisioterapia e non vedenti, ha preparato un documento contenente le contro deduzioni ritenute necessarie dal Comitato, evidenziando l’inutilità di rievocare reminiscenze del passato che nulla hanno a che fare con il presente mondo formativo e sociale.
Il documento, non solo è stato approvato dal comitato all’unanimità con votazione palese, ma è stato condiviso dal Presidente Dott. Mario Barbuto e inviato alla Presidenza A.I.F.I.. Ora non resta che attendere il riconoscimento della nostra posizione presso le Istituzioni coinvolte tramite gli Organi Competenti dell’Unione.
Ringraziamo inoltre la presidenza A.I.F.I. per aver condiviso la nostra linea in questa vicenda.
Ci teniamo ad informare tutti voi sulle nuove sfide che ci attendono e i cambiamenti prospettici che si stanno definendo con il DDL Lorenzin sulla creazione delle nuove Professioni Sanitarie del Chiropratico e Osteopata. Saranno anche definite opportune sanatorie dei titoli che ad oggi non ne fanno parte, la creazione degli albi professionali: tutti noi apprezziamo l’impegno che i nostri dirigenti stanno profondendo in questo momento di strutturazione della futura Legge.
Tali risultati sono il frutto di 18 riunioni del Comitato, 4 riunioni di un gruppo di lavoro giurisprudenziale (allargato al collega Olindo Alcini in quanto libero professionista, per tutelare tutte le espressioni lavorative della categoria), tenute in modalità Talkyou,
Riteniamo doveroso aggiornarvi ogni sei mesi per onestà di mandato.

ALLEGATO – ELENCO REGIONI e ALBO PROFESSIONALE

REGIONE N. ISCRITTI
ABRUZZO 9 Si
BASILICATA ? Si
CAMPANIA 63 SI
CALABRIA
E.ROM. 45 Si
FRIULI V.G. NO
LAZIO 12 SI
LIGURIA ? Si
LOMBARDIA ? SI
MARCHE ? SI
PIEMONTE ? SI
PUGLIA 42 SI
SARDEGNA
TOSCANA
TRENTINO A.A.9 SI
SICILIA ? SI
UMBRIA 3 SI
VALLE D’A. NO
VENETO 54 SI
MOLISE NO

LEGENDA

?= Richiesta formulata Uff.ii Reg.ii In attesa di risposta Caselle vuote = nessun riscontro dai coordinatori regionali

 

Per conto dei Componenti del Comitato
Dott.’Giovanni Cancelliere
Matera 19 ottobre 2017

 

 

 

 

 

 

Il lavoro e i fisioterapisti non vedenti, di Giovanni Cancelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

La nostra storia di professionisti sanitari nacque negli anni sessanta quando l’attenzione al sociale iniziava a fare i primi passi, il non vedente passava da soggetto passivo della società a risorsa lavorativa per alcune professioni come quella del centralinista e del massaggiatore, in prima istanza, e massofisioterapista successivamente.
Tutto questo avveniva con concetti avanzati per il periodo storico sopra menzionato, quasi un laboratorio sperimentale sottoposto a tutela.
I soggetti non vedenti venivano definiti, per la prima volta, lavoratori integrati nel mondo dei “normali”.
Si pone in evidenza che, prima di questo importante passo, il non vedente veniva considerato soggetto tutelato e protetto dagli istituti speciali, in cui poteva sperimentare la vita fuori dalle mura domestiche, e doveva sviluppare modalità di approccio di relazioni interpersonali. Oggi, gli istituti speciali rimasti attivi, sono visti come ghettizzanti.
Il sistema sociale e lavorativo descritto in premessa, è andato avanti fino alla metà degli anni novanta.
Alla fine degli anni ottanta, come studenti, ci eravamo accorti che era diventato un sistema scolastico e professionale obsoleto. il livello di preparazione era scarso e necessitava di una Riforma Strutturale legata al cambiamento della società, forse perché, chi dirigeva gli istituti, aveva paura di perdere ciò che, con tanta fatica era stato acquisito.
La Riforma che chiedevamo era la riformulazione dei corsi delle scuole professionali di stato da tre a cinque anni, ottenendo così un diploma di Stato con una doppia funzione:
– diploma di massofisioterapista;
– titolo di maturità da spendere come opportunità di accesso all’università per chi avesse voluto continuare gli studi al di fuori della formazione obbligatoria che vigeva in quel periodo.
Persa questa opportunità, il massofisioterapista ha mantenuto la tutela del lavoro che, se per i diplomati pre-99, è rimasta una garanzia, con il cambiamento delle regole in materia di formazione, è divenuta illusoria per la generazione post-99,.
L’unico gruppo che ha voluto sviluppare una proposta nuova è stato quello della Dott.ssa Zecchi dell’UICI toscana e dell’università fiorentina: tutt’oggi ancora l’unico corso con una quota di cinque non vedenti tutelati alla formazione in fisioterapia.
Di contro dobbiamo dire che moltissimi colleghi non hanno voluto relegare la propria professionalità a strumento di sopravvivenza ma, sentendo il bisogno morale di stare al passo con i tempi e di competere con i colleghi vedenti, hanno dimostrato le altissime capacità che l’organo visivo ha negato.
Il motivo di essere professione equipollente alla nuova figura unica del fisioterapista è dovuto dal contesto del titolo statale triennale, ma soprattutto dalla validità dimostrata praticamente sui posti di lavoro, alla storia e all’amor proprio.
Dagli anni novanta ad oggi tante cose sono state modificate, per certo chi ha voluto stare ai tempi e sentirsi riabilitatore ha continuato, in tanti casi, a migliorare la propria professionalità, meglio di molti colleghi vedenti.
Oggi, ci sono personaggi, a vent’anni dalla definizione del profilo del fisioterapista, che mettono ancora in discussione la possibilità che un non vedente possa essere un riabilitatore. Tale figura è stata regolamentata dalle Leggi dello Stato, ha superato le perplessità dell’Associazione più rappresentativa della figura professionale dei fisioterapisti (A.I.F.I.-Associazione Italiana Fisioterapisti), tuttavia viene ancora mal tollerata dal mondo accademico.
Come dovremmo vedere la nostra professione per i ragazzi di oggi?
La mia generazione dei 50 anni e quelle successive hanno la loro storia, che poco possono affiancare ai ragazzi di oggi, sia nei mezzi tecnologici, che hanno permesso loro di avere i percorsi formativi dell’obbligo e della media superiore, sia nelle strutture di sostegno anche se precarie e insufficienti per uno Stato moderno, non in circuiti ghettizzanti quali gli Istituti. Sicuramente bisognerà chiedere loro quali sono le aspettative di autodeterminazione come persone e ragionare, in qualità di adulti, sulle opportunità di facilitazione non limitando le scelte solo nel vincolo delle professioni già esistenti.
Questo ragionamento prospettico è proprio di chi ha vissuto a pieno la forma mentis del riabilitatore di cui dobbiamo vantarci di avere: creare opportunità a 360* e non salvaguardare solo l’esistente. Questa deve essere la mission di chi si impegna a rappresentare la nostra Associazione. Si rende sempre più necessario interagire con la generazione dei nostri figli cercando di evitare che ciò che a noi è stato parzialmente negato venga negato anche a loro. L’ostacolo principale che si manifesta nella scelta di un percorso formativo è determinato, nel caso della fisioterapia, dai test di ingresso, in special modo quelli di logica figurativa e geometrica: l’affiancamento di un tutor durante lo svolgimento, a norma delle leggi che tutelano la possibilità di partecipazione per i disabili visivi, non è garanzia di effettiva valutazione da parte del candidato perché una prima interpretazione viene fatta dal tutor.
Il lavoro è il fondamento di quella autonomia che l’essere umano auspica di raggiungere di tipo economico, professionale e sociale, modificare in collaborazione con chi governa la formazione (MIUR), nel rispetto di tutti ma soprattutto di noi stessi deve essere il cardine o uno dei cardini della mission di dirigenti, permettere la sostituzione di tali limiti ci potrà condurre a una condizione paritetica di competizione nei corsi delle facoltà a numero programmato.
Quello che auspico ai futuri fisioterapisti è che tale professione se la saranno scelta per passione e non come necessità obbligata; le possibilità di rinvigorimento della figura del professionista sanitario oggi dipende dalle probabilità di abbattimento dei test che abbiamo descritto sopra, dalla capacità delle sedi territoriali di interagire con le università presenti nei vari territori per ampliare l’offerta formativa riservata ai fisioterapisti, la capacità di chi ha funzioni esecutive di sfruttare il DDL Lorenzin intervenendo e interagendo con gli organi parlamentari e ministeriali per sfruttare le potenzialità della neo creazione delle nuove professioni sanitarie del chiropratico e dell’osteopata.
il Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dei Fisioterapisti e Massofisioterapisti ha lavorato per creare opportunità lavorative prendendo in considerazione due documenti del passato:
-modificato e proposto un miglioramento compatibile con i cambiamenti del tempo della proposta di legge fatta nel 2009 dal Sen. D’AMBROSIO-LETTIERI riguardante la Legge 29/94 e acquisita negli atti dell’ultima Direzione Nazionale;
-rivalutata la proposta di legge dell’On. GRIBAUDO per coloro che preferiscono intraprendere un percorso professionale non sanitario.
Le sfide che attendono tutti noi potranno produrre un rinnovamento professionale se saremo in grado di interpretare e essere parte dei cambiamenti descritti e auspicati sopra, senza rincorrere vecchi ricordi del passato che poco hanno a che fare con i nostri ragazzi e il loro attuale grado di cultura; la nostra professione può non morire solo se si rinnova e sia attrattiva perché interessa chi la dovrà praticare.
A tale scopo il Comitato Tecnico ha ritenuto opportuno organizzare un corso formativo altamente professionalizzante, restando fedele a quei dettami di aggiornamento e rinnovamento che si è dato nel suo insediamento, proponendo il corso del “Metodo TICCHI e trigger point” in collaborazione con I.Ri.Fo.R Nazionale, sapendo bene che l’aggiornamento delle competenze è e dovrà essere sempre di più la discriminante tra quello che siamo stati e quello che dobbiamo essere: lasciando alle nostre spalle la nostalgica tentazione del crogiolarci, vittime degli anni che trascorrono senza prospettiva per chi ci segue.
I Componenti il Comitato hanno ritenuto che la formazione da noi proposta sarà itinerante, valorizzando i territori, ritrovandoci in città diverse per renderci un po’ più “squadra”; la nostra prima tappa sarà la città di Salerno e si allega il link dove acquisire tutte le informazioni per iscriversi: http://www.irifor.eu/comunicato-n-27-attivita-formative-anno-2018-evento-formativo-nazionale-per-fisioterapisti-e-massofisioterapisti-metodo-ticchi-e-trigger-point-salerno-16-18/
Il nostro agire deve avvalersi di obbiettivi utili per chi rappresentiamo altrimenti è sterile apparenza del vacuo egocentrismo.

 

Matera 12 ottobre 2017
per conto dei Componenti il CTSN

il Coordinatore Dott. Giovanni CANCELLIERE

 

 

 

 

 

 

 

Fisioterapia un tramonto annunciato, di Gianni Laiolo

Autore: Gianni Laiolo

 

Buongiorno  amici volevo sottoporre alla Vostra attenzione il declino della professione del fisioterapista, che tanto ha dato ai ciechi italiani. La nostra associazione , non ha saputo leggere i cambiamenti che erano in atto nelle scienze riabilitative,  per farla breve siamo  passati da corsi professionali a un percorso universitario,  torto o a ragione questo lavoro ha  dato dignità.   L’unione italiana ciechi non è avvezza ai cambiamenti, non riesce a tener testa alle continue mutazioni che avvengono nel   mondo.  Oggi per un cieco è quasi impossibile frequentare un corso di laurea in fisioterapia,   perché  i test d’ingresso sono inaccessibili. Abbiamo fatto grandi proclami, ma non siamo stati in grado di rimuovere questo problema, parole né sono state dette tante, ma i nostri giovani non sanno che strada intraprendere. L’ateneo novarese, avrebbe dato la disponibilità per  inserire degli studenti non vedenti al corso di laurea in fisioterapia, ma per le ragioni che non conosco questo progetto è fallito miseramente.  Oggi chi vuole fare questa professione può solo frequentare l’università di Firenze, che ci riserva cinque posti. Signori dobbiamo lavorare affinché venga rispettata la normativa sulla accessibilità dei concorsi, ma purtroppo non vedo la volontà da parte della  dirigenza dell’unione italiana ciechi e ipovedenti   Nell’affrontare seriamente questo grave  problema. Nel giro di dieci anni questa  attività  sparirà, non siamo stati in grado di creare i presupposti affinché tutto ciò non avvenisse. Il lavoro è troppo importante non si scherza  sulla pelle della gente, si fanno delle politiche associative serie,  mantenendo e sviluppando una professione che potrebbe dare ancora molto al mondo dei  disabili della vista.

Gianni Laiolo

Corso formativo “la via del benessere e della guarigione”

L’IRIFOr (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) della Lombardia, su proposta della Coordinatrice della Commissione Regionale Massofisioterapisti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Mirella Gavioli, propone il corso formativo dal titolo “La via del benessere e della guarigione”.
Il Corso, della durata di 40 ore, si rivolge non solo a professionisti sanitari (fisioterapisti e possessori di titoli equipollenti, massofisioterapisti, personale infermieristico), ma anche a tutti coloro che intendano acquisire competenze professionali e personali nell’ambito della gestione dell’ansia, dello stress e del burn-out al fine di migliorare la propria relazione d’aiuto nella professione o in vista di una migliore gestione degli stati emotivi personali.
Il corso è aperto ad un numero massimo di 25 partecipanti, ma la sua realizzazione è subordinata al raggiungimento di un numero minimo di adesioni pari a 20.
Il corso prevede complessivamente 40 ore di didattica teorico-pratica suddivise in 2 moduli da 20 ore ciascuno.
– SEDE DI SVOLGIMENTO
Milano, via Mozart 16 (Sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia)
– DATE E ORARI
• 1° MODULO
venerdì 27 ottobre: dalle 8.45 alle 18.30
sabato 28 ottobre: dalle 8.45 alle 18.30
domenica 29 ottobre: dalle 8.45 alle 13.30
• 2° MODULO
venerdì 24 novembre: dalle 8.45 alle 18.30
sabato 25 novembre: dalle 8.45 alle 18.30
domenica 26 novembre: dalle 8.45 alle 14.00

PROGRAMMA DIDATTICO
Il corso, attraverso metodologie innovative basate su respiro, suoni, movimenti, tecniche mentali, tecniche di counceling tecniche di coaching, tecniche psicologiche,tecniche di pensiero positivo, e applicazione delle nuove scoperte delle neuroscienze, consente di ritrovare uno stato di benessere, sciogliere tensioni, allentare lo stress, recuperare più velocemente dai traumi fisici e psichici, ottenere una tranquillità di fondo e l’energia necessaria ad affrontare le piccole e le grandi avversità della vita e delle problematiche di salute, sia per i pazienti che per gli operatori. Un operatore stressato non è in grado di svolgere al meglio le sue funzioni e un paziente stressato non è in grado di procedere verso la guarigione e/o il miglioramento della patologia.
Lo stress e l’ansia non sono di per sé stati emotivi negativi: permettono di proteggerci dalle minacce esterne preparandoci all’azione, o di agire al meglio di noi stessi per affrontare una situazione o un’attività importante. Ci consentono, inoltre, di impegnarci al meglio nell’affrontare le varie attività quotidiane, i processi di guarigione e i compiti che svolgiamo e che dobbiamo portare a termine spesso con e per gli altri.
Tuttavia, può accadere che lo stress e l’ansia diventino così forti da trasformarsi in un blocco per le nostre capacità e per la possibilità di guarigione oppure creare uno stato di allarme esagerato rispetto alla situazione reale, o senza un motivo apparente.
Ognuno di noi risponde allo stress con modalità differenti che possono portare ad accentuare l’ansia; per questo è importante conoscere il proprio modo di affrontare gli eventi della vita.
Nel corso dell’ evento formativo, si acquisiranno: metodi semplici ed efficaci finalizzati alla presa di coscienza di convinzioni, atteggiamenti e abitudini che influenzano il diverso modo di vivere e di reagire ai problemi. Si apprenderanno tecniche per favorire il processo di guarigione del paziente, ed il miglior mantenimento delle abilità professionali dell’operatore sanitario.
Fortunatamente, le abitudini possono essere spezzate, imparando ad esercitare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e dei propri stati mentali. Non si tratta quindi soltanto di imparare qualche esercizio meramente tecnico, una sequenza di movimenti o un modo di respirare da attuare ogni tanto, ma un modo più funzionale di vivere, di essere presenti a se stessi nella quotidianità e nella propria professione.
Le tecniche di rilassamento che verranno insegnate sono caratterizzate dalla facilità d’uso e dall’applicabilità in ogni contesto, risultando utilizzabili anche in presenza di altri, in quanto non osservabili dall’esterno, così come potranno essere trasferite anche ai propri pazienti-clienti, interlocutori e/o familiari, per ampliare il risultato terapeutico e personale.
Un corso raccomandato quindi a tutti, professionisti sanitari e non, (anche a chi ritiene di essere immune dallo stress), per essere quanto più efficaci sul lavoro e poter trasferire questa efficacia ai propri pazienti, collaboratori in equipe, oltre che nella comune vita di relazione sociale.
Essendo stato richiesto l’accreditamento E.C.M. per le professioni sanitarie, al termine del corso è prevista una verifica consistente in domande a risposta multipla sugli argomenti trattati e una verifica pratica ove il docente proporrà la simulazione di casi e la corretta esecuzione delle tecniche insegnate.
Per informazioni sulle modalità di iscrizione: sito web http://iriforlombardia.blogspot.it;
contatto email segreteria_irifor@uicilombardia.org
telefono 02/76.01.18.93

Conferenza stampa IPASVI, Roma 21 giugno 2017, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Alla Conferenza stampa, che si è svolta a Roma in via A. Depretis 70, presso la sede dell’IPASVI, Collegio degli Infermieri, erano presenti:
Graziano Libieu ( Presidente IPASVI Carbonia Iglesias), Ilenia Servetti (Infermiera IPASVI Carbonia Iglesias), Paolo del Bufalo (Ufficio stampa IPASVI), Michele Borri (Presidente IPASVI Pavia), Lisanna Grosso (Infermiera sorda, IPASVI Pavia), Gianna Paolini (Interprete LIS), Sabrina Nardi (Cittadinanza Attiva), Amir Cuccalà (Ente Nazionale Sordi), Alfio Pulvirenti (UICI).
Si è trattato di un’altra opportunità per discutere di disabilità. A introdurre e moderare l’evento è stato proprio Graziano Libieu, infermiere, il quale ha detto: “stiamo qui a condividere una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale noi, gli infermieri, operiamo quotidianamente e che parte dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti”.
L’evento traeva le sue mosse dalla collaborazione intercorsa fra l’UICI di Cagliari e il Collegio degli infermieri nell’aver realizzato un volume nel formato braille, destinato ai cittadini ciechi e ipovedenti che, come tutti gli altri, trovandosi in ospedale hanno il diritto di accedere ai documenti utili ad una migliore fruizione dell’assistenza e delle cure. Il volume contiene il documento del Patto Infermiere-Cittadino e il profilo professionale dell’Infermiere.
Gli infermieri, anche con questo gesto molto ragguardevole, esprimono l’estensione del proprio ruolo che vuole andare oltre i confini a cui la cultura dominante, e le altre forze sociali, li vorrebbero relegare.
Gli infermieri dimostrano di essere promotori dell’integrazione dei disabili e a prova di ciò veniva proiettato un filmato in cui un’infermiera sorda, Lisanna Grosso, vincitrice di una borsa di studio, leggeva nel linguaggio dei segni il “Patto Infermiere cittadino” essendo tradotta, per noi presenti, da un’interprete specializzata.
Ogni rappresentante delle diverse Associazioni ha espresso qualche considerazione, apportando il proprio contributo al dibattito.
Il concetto importante, che è emerso al termine della conferenza, riguarda la necessità di fare “rete” per promuovere insieme gli interessi di chi si trova in maggiori difficoltà, stimolando con maggiore efficacia le istituzioni affinché intervengano con maggiore celerità ed appropriatezza.

Maratona di Roma: sport e partecipazione sociale, di Alessia Bazzoli e Michela Preite

Autore: Alessia Bazzoli e Michela Preite

Domenica, 2 aprile 2017 si è svolta la XXIII edizione della maratona di Roma. Siamo giunte sul luogo dove si svolgeva la maratona verso le 9 del mattino e ci siamo incontrati immediatamente con Alfio Pulvirenti che ci aveva contattato.. La partecipazione ha riguardato 16000 atleti provenienti da 131 paesi. L’Associazione Italiana Fisioterapisti del Lazio ha prestato assistenza agli atleti affaticati mediante l’impegno di circa un centinaio di studenti di Fisioterapia provenienti dai tre atenei romani. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per il sesto anno consecutivo ha apportato il proprio contributo mediante la presenza di 5 fisioterapisti non vedenti ed ipovedenti, fra cui noi due, i quali hanno lavorato in stretta collaborazione con i colleghi vedenti. C’erano circa 12 lettini e vi abbiamo preso posto in attesa che arrivassero gli atleti. I primi arrivati giungevano verso mezzogiorno. Dovendo essere rapidi ci veniva suggerito di lavorare in coppia e le coppie erano composte da un fisioterapista vedente e da uno non vedente per lettino.
Gli atleti che volevano essere massaggiati erano in fila ad aspettare il proprio turno. Ogni 5 minuti si trattava un nuovo atleta e i fisioterapisti effettuavano un massaggio defaticante agli arti inferiori.
Abbiamo lavorato per circa 3 ore e verso le 15 del pomeriggio, piano piano, ci siamo incamminati verso la via del ritorno!
Anche questa volta, per il secondo anno, 50 soci della sezione romana dell’Unione, di cui alcuni accompagnati dagli amici a quattro zampe, hanno preso parte alla stracittadina, servendosi dell’apporto, in termini di accompagnamento, fornito da diversi studenti di fisioterapia.
Malgrado la pioggia abbia voluto ostacolare l’evento, l’entusiasmo degli atleti e dello staff di assistenza è prevalso. E’ stata un’esperienza indimenticabile, abbiamo potuto conoscere un sacco di gente, sfruttando la nostra poca conoscenza di inglese e francese.
E’ sempre bello conoscere persone di diverse nazionalità con usi e costumi diversi dai nostri, anche se gli atleti non avevano molta voglia di parlare data la stanchezza.
Il nostro ringraziamento va ad Alfio che ha organizzato tutto in maniera impeccabile; dall’accoglienza, al pasto, alla location e ha fatto in modo che andasse tutto liscio! Se quest’iniziativa fosse ripetuta anche l’anno prossimo sicuramente non mancheremo all’evento.

Alessia Bazzoli e Michela Preite

l comitato tecnico scientifico nazionale dei fisioterapisti e massofisioterapisti e i suoi primi sei mesi di attività, di Ammirata, Angiari, Ciardone, De Rosa

Care colleghe, cari colleghi,
il comitato desidera, con questa lettera, informarvi circa l’impegno profuso in diverse attività. Abbiamo constatato come le comunicazioni di prassi tra CTSN (comitato tecnico scientifico nazionale), COORDINATORI REGIONALI, COORDINATORI PROVINCIALI E SOCI, del territorio nazionale, si interrompano sviluppando, in chi dovrebbe usufruire delle informazioni, ovvero i soci, la percezione di immobilismo e di inattività del CTSN.
Per questo motivo periodicamente e direttamente proviamo a raggiungervi attraverso gli organi di stampa dell’UICI.
Poiché questi canali potrebbero non essere sufficienti a raggiungere tutti i colleghi, per svariati motivi, il coordinatore, nel prossimo incontro del Comitato porterà all’attenzione del consiglio l’opportunità di aprire una pagina facebook di carattere informativo.
Il primo obiettivo del CTSN è stato l’aggiornamento dell’anagrafe di categoria che si allega in appendice: i risultati ottenuti sono già stati presentati in Commissione lavoro il 16 u.s..
I componenti del CTSN hanno avuto difficoltà nel far comprendere l’importanza della standardizzazione dei dati. Il contarsi, standardizzare i dati, evidenziare le aree di criticità aiutano a sviluppare strategie migliorative; nascondere le difficoltà non aiuta chi deve interfacciarsi con coloro che hanno potere di indirizzo e proposta (Direzione Nazionale) con gli organi parlamentari.
I dati, recentemente raccolti, messi a confronto con quelli raccolti nel 2012 evidenziano che:
– nel nostro ambito sono presenti disoccupati;
– il computo delle assunzioni conforme alla legge 29/1994 non ha dato l’esito positivo sperato;
– chi ha conseguito il diploma dopo il 1999 (massofisioterapisti) e ha deciso di lavorare autonomamente, si è visto costretto ad abbandonare la professione o a ritornare a studiare e conseguire la laurea;
– chi lavora nel pubblico impiego ha difficoltà a usufruire dei mezzi tecnologici per la cartella elettronica o i documenti delle intranet aziendali evidenziando l’inapplicabilità della Legge 4/2004 da parte delle Aziende Sanitarie;
– ci sono ancora colleghi che percepiscono stipendi più bassi in quanto inquadrati in fascia C anche se il loro titolo è equipollente e dovrebbero di diritto essere inquadrati in fascia D.
Il 13 dicembre si è svolto a Roma, l’incontro su richiesta di AIFI, per discutere circa il complesso fenomeno delle scuole regionali che continuano a diplomare persone con titolo che nulla ha a che vedere con la figura del professionista sanitario ma, con escamotage al quanto discutibili, in un secondo momento riescono ad eludere il fabbisogno formativo del M.I.U.R. e i test di ingresso presso le università che hanno attivato i corsi di fisioterapia. Alla riunione fu consegnata al coordinatore del ctsn una memoria storica redatta da AIFI.
La memoria AIFI ha permesso ai componenti del ctsn di elaborare un documento in cui si evidenziano in particolare i pro e i contro che potrebbero derivare per il collocamento obbligatorio, nel caso in cui venissero abrogate le leggi citate da AIFI.
Tale documento è stato presentato dal coordinatore ctsn alla riunione tenutasi dalla commissione lavoro il 16 febbraio u.s., ora quindi è al vaglio della commissione, noi ci auguriamo che possa essere di aiuto per un prossimo incontro con AIFI.
Nella medesima riunione, il Comitato ha presentato un progetto formativo per coloro che vorranno approfondire la tecnica manuale del Dott. TICCHI: “Ticchi e Trigger Points”: tale progetto è all’attenzione degli organi I.Ri.Fo.R per un eventuale finanziamento.
E’ stata inviata una e-mail ai cordinatori regionali e ai presidenti regionali al fine di conoscere se è presente l’Albo Regionale dei Terapisti della Riabilitazione non vedenti a norma del decreto attuativo del ministero del lavoro n.775 del 1994.
Questo dato è molto importante da rilevare, in quanto a tale Albo possono iscriversi anche i fisioterapisti non vedenti laureati, unico strumento fino ad oggi valido per rientrare nell’assunzione obbligatoria ai sensi della Legge 29/1994.
il Comitato sta lavorando anche su un testo di legge da presentare in Direzione, il cui obiettivo è migliorare la legge 29/94 prendendo spunto dalla proposta di legge del Senatore D’AMBROSIO-LETTIERI rimasta inascoltata. Poiché questa proposta risale già a qualche anno, si rende necessario migliorarne alcuni aspetti imprescindibili per la nostra categoria.
Vi chiediamo di intensificare la richiesta di informazione sulle attività dei vostri Coordinatori Provinciali, unico modo per essere tutti partecipi attivi alle evoluzioni che ci riguardano.
Dall’appendice anagrafica, infatti, si evidenzia un’involuzione di interesse dei singoli individui.
i componenti del Comitato si augurano che tutti questi aspetti possano essere al più presto migliorati, permettendo di organizzare un incontro con tutti i coordinatori regionali e successivamente un’assemblea generale di categoria.
Un saluto fraterno a tutti.

RELAZIONE ANAGRAFE E RISCONTRI CON IL 2012

VALUTAZIONE DATI 2016 2012 NOTE NUMERO DI PROVINCE COINVOLTE DALL’INDAGINE 85 86 Il numero delle province evidenzia una partecipazione equivalente dopo 4 anni. sNUMERO DI PROFESSIONISTI COINVOLTI DALL’INDAGINE: 514 430 I questionari hanno raggiunto più colleghi della precedente anagrafica di categoria N. DI QUESTIONARI COMPILATI CENSITI: 368 345 I questionari compilati risultano superiori all’anagrafe del 2012 come numeri assoluti, relazionando il dato ai questionari distribuiti si evidenzia una disaffezione e sottovalutazione della necessità della statistica come metro valutativo della condizione della categoria nel tempo. N. DI POSSESSORI DEL DIPLOMA DI MATURITA’: 153 265 La disaffezione a partecipare è evidenziata in una categoria importante come quella dei diplomati DIPLIMA DI MASSOFISIOTERAPISTA ANTECEDENTE AL 17/03/1999
243 228 I massofisioterapisti equipollenti risultano ancora oggi il gruppo più cospicuo dei nostri iscritti; questo dato ci dice che ha partecipato alla nuova anagrafe i colleghi con una fascia di età dai 35 anni in su N. DI MASSOFISIOTERAPISTI DIPLOMATI DOPO IL 17/03/1999 PRESSO SCUOLE REGIONALI: 3 0 Anche se il dato non ha rilevanza statistica però indica che in alcune realtà si sta verificando un orientamento verso percorsi facilitati ma che poco hanno a che fare con la professione sanitaria universitaria N. DI MASSOFISIOTERAPISTI DIPLOMATI DOPO IL 17/03/1999 PRESSO SCUOLE STATALI RICONOSCIUTE DAL DM 10/07/1998: 35 81 La difficoltà di trovare un posto di lavoro come dipendente e le difficoltà ad intraprendere la libera professione è il dato che caratterizza la fragilità occupazionale di questa categoria vittima di una insipienza legislativa di tutela degli organi parlamentari N. DI FISIOTERAPISTI CON LAUREA DI 1° LIVELLO: 95 85 In questo dato fondamentale per i professionisti del presente e del futuro manca: la regione TOSCANA dove è presente l’unica università, UNIFIi, con 5 posti tutelati per i non vedenti per ogni anno accademico: non partecipando alla nuova anagrafe ha ridotto sensibilmente il dato statistico seppur in aumento dei laureati presenti N. DI FISIOTERAPISTI CON LAUREA SPECIALISTICA DI 2° LIVELLO: 9 10 In 4 anni tra laureati triennali e equipollenti chi è riuscito a superare il test di ingresso è visibile alla vostra attenzione; questo dato ci impone di elaborare ipotesi di variazione sul tipo dei test psico attitudinale e di logica che sono le vere barriere da abbattere in questo ambito N. DI DIPENDENTI IN ATTIVITA’ PRESSO AZIENDA PUBLICA: 200 249 La riduzione degli occupati negli enti pubblici non può essere imputata solo al pensionamento delle categorie in esaurimento ma evidenzia anche i disattesi parametri del collocamento obbligatorio della L. 29/94 N. DI DIPENDENTI IN ATTIVITA’ PRESSO STRUTTURA PRIVATA O CONVENZIONATA: 35 54 Il lavoro dipendente nel settore privato ricalca ciò che abbiamo già evidenziato nel settore pubblico N. DI LIBERI PROFESSIONISTI: 48 66 La perdita di un terzo delle capacità di fare impresa ci impone un ragionamento a tutti i livelli istituzionali UICI nel comprendere la solitudine e l’incertezza che circonda i nostri soci che si affacciano o che si vorrebbero affacciare nel mondo del lavoro autonomo; in un mondo del lavoro che si allontana sempre di più dal dipendente tutelato, che va comunque salvaguardato, bisognerà spostare l’attenzione con strategie valide anche verso questo aspetto della nostra professione. N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI MASSOTERAPISTA RIPORTATO IN BUSTA PAGA 33 58 N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI MASSOFISIOTERAPISTA RIPORTATO IN BUSTA PAGA: 77 73 N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE RIPORTATO IN BUSTA PAGA: 24 50 N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI FISIOTERAPISTA RIPORTATO IN BUSTA PAGA: 75 127 L’inquadramento dei dipendenti in varie categorie di qualifica professionale ci inducono a pensare come ogni azienda interpreta a suo piacimento le norme e le leggi per una tutela difensivistica degli enti N. DI PROFESSIONISTI CON INQUADRAMENTO GIURIDICO IN FASCIA C: 11 64 A norma di legge nella fascia C, parlando di professioni sanitarie con laurea e equipollenti, non dovrebbe esserci nessuno: la presenza ancora di persone in fascia C dovrebbe spingerci a valutare come mai questi colleghi non sono stati adeguatamente difesi e protetti dalle sedi territoriali competenti N. DI PROFESSIONISTI CON INQUADRAMENTO GIURIDICO IN FASCIA D: 167 188 La flessione è dovuta fisiologicamente per raggiungimento della pensione N. DI PROFESSIONISTI CON INQUADRAMENTO GIURIDICO IN FASCIA DS:: 8 22 Simile alla valutazione precedente N. DI PROFESSIONISTI CON MENO DI 5 ANNI DI ANZIANITA’ DI SERVIZIO: 14 38 N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ DAI 5 AI 10 ANNI DI SERVIZIO: 32 50 N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ DAI 10 AI 20 ANNI DI SERVIZIO: 57 122 N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ SUPERIORE AI 20 ANNI DI SERVIZIO: 95 125 Le sensibili flessioni nelle quattro categorie di anzianità ci fanno comprendere il mancato ricambio generazionale dei non vedenti nelle strutture pubbliche e private N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ SUPERIORE AI 30 ANNI EFFETTIVI DI SERVIZIO. 36 101 La presenza di colleghi con oltre 30 anni di servizio è da imputare al blocco della contribuzione degli anni figurativi e alla legge Fornero N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE ORTOPEDICO: 290 310 N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE NEUROLOGICO: 101 189 N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE ONCOLOGICO: 150 125 Le tre voci che qui si susseguono indicano la mancanza di specificità e aggiornamento professionale relegando i nostri professionisti a attività non di primo livello N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE ACUTO IN REGIME DI RICOVERO IN REPARTO: 61 140 Rimarca quello già affermato nella voce precedente N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE SUB ACUTE E CRONICHE IN AMBITO AMBULATORIALE: 236 267 La massiccia partecipazione a attività ambulatoriali rimarcano il dato negativo già indicato nelle precedenti voci N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PAZIENTI IN ETA’ EVOLUTIVA: 66 150 Le attività riabilitative in età evolutiva sono in flessione e in numero ridotto perché legato o a professionalità acquisita con corsi specifici o al possesso di diploma di laurea N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PAZIENTI DI ETA’ MISTA: 191 329 N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PAZIENTI IN ETA’ GERIATRICA: 154 222 Nell’organigramma lavorativo delle Aziende le attività in genere e nello specifico in quelle riabilitative, che hanno valore economico, sono quelle acute e svolte nei reparti di degenza; come si può dedurre il numero massiccio di professionisti che lavorano con pazienti in età geriatrica e adulta, implica il relegare, per varie motivazioni, del professionista non vedente in attività secondarie e ambulatoriali N. DI PROFESSIONISTI CHE EFFETTUANO ATTIVITA’ DI TUTORAGGIO: 30 0 100000N. DI PROFESSIONISTI CHE HANNO INCARICHI DI DOCENZA: 17 0 I valori delle attività di tutoraggio e docenza non erano presenti nella precedente indagine; i numeri risibili ci fanno comprendere che pochi professionisti sono stimolati e preparati a svolgere attività che non riguardano soltanto la sfera professionale ma anche di responsabilità educativa N. DI PROFESSIONISTI CHE UTILIZZANO STRUMENTI ELETTROMEDICALI ADATTATI: 43 104 N. DI PROFESSIONISTI CHE UTILIZZANO STRUMENTI ELETTROMEDICALI NON ADATTATI: 133 175 In un sistema lavorativo improntato sempre di più verso le Evidence Based Medicine, il supporto riabilitativo delle strumentazioni di terapia fisica è sempre più rilegato nella sfera della non scientificità; la flessione di attrezzature adattate e del suo utilizzo in genere ci stimolano a spostare l’attenzione verso altre branche della sfera riabilitativa più professionalizzanti come le varie tecniche di terapia manuale N. DI PROFESSIONISTI CHE NON UTILIZZANO STRUMENTI ELETTROMEDICALI DI ALCUN GENERE: 75 127 Questo dato potrebbe essere male interpretato per quello appena detto sopra ma, in realtà, il passaggio dai 127 che non usavano nessun tipo di elettromedicali nel 2012 ai 75 del 2016 era dovuto all’impossibilità logistica dei non vedenti totali a usare i macchinari presenti in azienda senza sistemi adattati con sintesi vocali o indicazioni tattili. Il fatto che il dato è in flessione non è dovuto alla sostituzione di apparecchiature non adattate a quelle adattate ma alla rimozione dall’interno delle aziende delle apparecchiature di terapia fisica. N. DI PROFESSIONISTI CHE POSSONO USUFRUIRE DI UNA POSTAZIONE INFORMATICA ACCESSIBILE SUL POSTO DI LAVORO: 63 83 La flessione di postazioni informatiche adattate presenti nelle nostre aziende ci devono indurre alla sensibilizzazione delle strutture territoriali dell’UICI a richiedere un controllo maggiore sulle tutele di accessibilità conforme alla Legge 4/2004. N. DI PROFESSIONISTI CHE POSSONO ACCEDERE AUTONOMAMENTE AI PROPRI DATI INFORMATIZZATI SUL POSTO DI LAVORO: 91 86 Il dato sarebbe in contraddizione con quanto dichiarato sopra ma, nella realtà delle condizioni lavorative, l’accesso ai propri dati informatizzati, vengono scaricati e visionati da apparecchi personali scambiando per postazione reale (PC) gli archivi virtuali (INTRANET) N. DI PROFESSIONISTI CHE UTILIZZANO LA CARTELLA CLINICA INFORMATIZZATA DEL PAZIENTE: 32 84 Il dato rilevante è che dei 63 colleghi che hanno dichiarato che sul loro posto di lavoro è presente una postazione accessibile solo 32 usano un programma per la cartella elettronica adattata, quindi, è evidente, la dicotomia tra accessibilità generalista e potenzialità lavorativa.

N. DI PROFESSIONISTI CHE FREQUENTANO CORSI DI FORMAZIONE ECM CON SOVVENZIONAMENTO COME DIPENDENTE: 156 199 N. DI PROFESSIONISTI A CUI I CORSI FORMATIVI SONO PRECLUSI: 45 88 Il dato in flessione di Aziende che precludono alla formazione in medicina dovrebbe rallegrarci ma, questo dato dovrebbe essere supportato dall’aumento dei professionisti che vengono spinti verso la formazione volontaria o aziendale: in realtà questo non accade N. DI PROFESSIONISTI CHE FREQUENTANO CORSI FORMATIVI FACOLTATIVI A PROPRIO CARICO: 149 200 La formazione obbligatoria in medicina è il vero cruccio della nostra categoria. La flessione indicata in queste tre voci a partecipare all’aggiornamento, che sia volontario o programmato dall’azienda ci devono far comprendere che la percezione di poca professionalità inducono i colleghi vedenti e le amministrazioni a percepirci come categoria assistita e poco incline all’aggiornamento. N. DI PROFESSIONISTI CHE POSSEGGONO TITOLO DI OSTIOPATA: 3 Questo dato non trova riscontro nella realtà ed è da valutare il perché dell’omissione da parte dei colleghi di questo dato DISOCCUPATI 16 Il dato dei non occupati non era presente nell’anagrafe 2012 e doveva essere la punta di diamante di questa anagrafe per indirizzare il lavoro di questo Comitato Tecnico Scientifico, della Commissione Lavoro e della Direziona Nazionale.
In realtà hanno risposto compiutamente solo 9 Regioni: Basilicata, Marche, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Umbria, Veneto, Province Autonome Tn/Bz; la Campania ha dato solo il numero dei disoccupati senza analisi del dato.

I componenti ctsn Ammirata, Angiari, Ciardone, De Rosa
Il coordinatore Cancelliere

Presentazione del libro “Il cervo rosso”, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

È il titolo del romanzo scritto da Carlo De Angelis, fisioterapista non vedente, già da tempo in pensione. Trattasi di un ulteriore contributo dell’autore al lustro della categoria dei ciechi e ipovedenti.
Lunedì 27 marzo, presso la sezione romana dell’U.I.C.I. avveniva la presentazione del libro. Dopo i saluti di rito, da parte del Presidente Giuliano Frittelli, una Socia, ha introdotto la presentazione del volume ponendo in risalto il carattere suggestivo del romanzo. Il tema dominante è l’amore, espresso nei diversi contesti. Il libro, disponibile anche in formato audio, aveva già carpito l’entusiasmo di alcuni fra i presenti nella sala, i quali, durante il dibattito, hanno affermato il riscontro di familiarità con i luoghi del paesaggio descritto e con i caratteri dei personaggi. L’autore, nel descrivere le vicende che hanno scandito la “gestazione” dell’opera, affermava che i personaggi perdevano, mano a mano, la timidezza iniziale  suggerendogli, sempre con maggior chiarezza, le vicende da riportare  su carta. Il paesaggio presenta una puntualità descrittiva che, dovendola attribuire a un non vedente, dimostra che l’autore possiede una conoscenza concettuale delle caratteristiche architettoniche con cui definisce quei luoghi.
La familiarità con i fatti narrati nel libro, il sentirsi parte integrante delle vicende che si succedono nel romanzo, riferiti da alcuni non vedenti presenti fra il pubblico, indurrebbe alcune riflessioni. Pertanto sarebbe interessante chiedersi se, in effetti, si tratta di familiarità con i contenuti dell’opera o con il modello linguistico descrittivo, proprio della cultura del non vedere. In una società dove sia gli addetti ai lavori, sia la gente comune ricorre al concetto di inclusione, i contenuti del romanzo possono definirsi inclusivi.
La descrizione corretta dell’architettura degli edifici descritti, come ha riferito lo stesso autore, costituirebbe il tentativo del non vedente di descrivere una realtà percettiva visiva. A questo proposito Carlo non si è lasciato condizionare dall’impossibilità di percepire le colonne, i capitelli, gli archi di cui riferisce nel suo libro ma ha osato oltrepassare il confine culturalmente consentito a chi non vede. Tutto ciò, ad una prima riflessione, potrebbe apparire paradossale ma, di fatto, non lo è! Carlo ha scelto il romanzo per esprimere i contenuti propri della cultura visiva, essendo esso il contesto in cui l’immaginazione e la fantasia sono legittimate. Pertanto il romanzo costituisce, molto probabilmente, un luogo inclusivo, una grande risorsa per comunicare.

Iniziativa Maratona di Roma

Anche quest’anno per la sesta volta i Massofisioterapisti e Fisioterapisti non vedenti parteciperanno alla manifestazione sportiva in oggetto, affiancando i Colleghi e gli studenti vedenti nel recare assistenza fisioterapica agli atleti, migliaia, che si appressano ai lettini predisposti all’arrivo. Si tratta della sesta circostanza in cui l’AIFI Lazio coinvolgerà l’UICI. L’AIFI Lazio ha il piacere di estendere l’invito a tutti i Colleghi che gradiscono fare questa meravigliosa esperienza.

Quindi, cari Colleghi, chi volesse aderire all’iniziativa, può chiedere informazioni al seguente indirizzo: uicroma@uiciechi.it, e se interessato, dare il suo assenso entro il 15 marzo prossimo.