Visti con altri occhi, di Alfio Pulvirenti

Anche questa volta i non vedenti vengono visti dai produttori di tecnologia. Non è il caso di un’industria che produce ausili assistivi per i ciechi ma si tratta di una casa costruttrice di apparecchiature elettromedicali, utilizzati in ambito fisioterapico.
La Fisiocomputer ha realizzato un apparato per tecarterapia per professionisti non vedenti, reclamizzandolo proprio così. E’ la casa costruttrice a sottolineare che l’apparecchiatura posta in commercio è dotata della sintesi vocale più all’avanguardia, necessaria a facilitare il non vedente nell’ utilizzo.
Questo fatto pone in evidenza il cambiamento della società circa la percezione dei minorati della vista. Se da una parte gli spazi occupazionali per i ciechi tendono a modificarsi, a fronte di una società più intransigente e meno indulgente, dall’altra il fatto riportato dimostra la considerazione dell’industria relativamente alla loro capacità produttiva.
Tutti coloro che hanno problemi visivi sanno che per ottenere l’accessibilità alle tecnologie, semplici e complesse, gli organismi addetti alla tutela, e per primo l’UICI, hanno dovuto fare appello alle norme dello Stato per costringere le industrie, in un limitato numero di casi, a concedere questo diritto. Qui si assiste a qualcosa di diverso! E’ l’industria produttrice ad informare l’UICI riguardo alla presenza sul mercato di apparecchiature inclusive, utili al lavoro anche dei ciechi. Sicuramente, ancora, occorre percorrere molta strada prima di percepire gli effetti positivi del cambiamento accennato ma la nuova collocazione dei ciechi nel mercato determina il paradigma da cui declinare il rapporto fra i ciechi e la società nei diversi contesti di vita.