Sito retinite pigmentosa

Autore: Vincenzo Luigi Milanesi

Sono Vincenzo Luigi Milanesi, Socio della Sez. di Via Mentana in Roma.

Volevo segnalare il mio sito Internet sulla patologia da cui sono affetto: la Retinite Pigmentosa http://www.vincenzoluigimilanesi.it/ in modo, che se lo riteneste opportuno,  da poterlo inserire in qualcuna delle sezioni del giornale.

Nel sito, di carattere non scientifico, oltre alla descrizione della patologia, al modo di vedere di un retinopatico quando ancora sussiste residuo visivo, agli aspetti psicologici che contraddistinguono i retinopatici e chi gli vive accanto, vi è anche una sezione dedicata a “La mia Storia” di persona che da sempre conduce un’esistenza a 100 all’ora nonostante gli ovvi condizionamenti dovuti ad un handicap così serio.

Ringraziando per l’attenzione saluto cordialmente.

 

Vincenzo Luigi Milanesi

Sito: http://www.vincenzoluigimilanesi.it

Contributi dei lettori: La sfida dell’autonomia come strumento di riscatto di ciechi e ipovedenti, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

La crisi sociale e del lavoro, pongono difronte a noi tutti delle sfide molto difficili perché la crisi del lavoro per le persone disabili è più grave che per tutti gli altri cittadini.
Con questo contributo non intendo compiere una riflessione sulla crisi del lavoro ma provare a indicare una prospettiva per migliorare la condizione dei disabili visivi difronte alla crisi.
Nella foto è riportato un evento di promozione del cane guida e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle possibilità di chi ha problemi di vista di muoversi.
Penso sia il caso di spingere sempre di più nella direzione dell’autonomizzazione dei disabili visivi perché nonostante gli sforzi compiuti, oggi il grado di autonomia di tutti noi non è sufficiente.
Ci sono ancora troppe persone che non conoscono le tecniche per orientarsi nello spazio o non sanno gestire i propri luoghi di vita personale. Un cieco che nel posto di lavoro non sappia gestire la propria autonomia è certamente un lavoratore meno rispettato di colui che ha capacità di autonomia.
Penso che si debba essere capaci di autonomia anche se ci si muove con una persona e non solo col cane o con il bastone.
Dobbiamo impegnare risorse e professionalità per diffondere sempre più la formazione all’autonomia e alla mobilità. Penso a un piano nazionale che avvicini la nostra organizzazione alle persone che spesso non si avvicinano a noi.
Mi farò portatore di una proposta in questo senso all’Irifor nella prossima legislatura qualunque sia il mio ruolo nell’associazione.
I ciechi e gli ipovedenti capaci di autonomia possono diventare il nostro biglietto da visita nella società a ogni livello.
Dei dirigenti che si muovono decorosamente e sanno colloquiare anche con il linguaggio corporeo, sono certamente più incisivi.
Le persone che avranno acquisito maggiore autonomia e maggiore mobilità vivranno meglio e sarebbero più vicini a noi perché dalla sezione avrebbero avuto un servizio che ha migliorato la sua vita in modo concreto mentre oggi noi proponiamo un’associazione autoreferenziale che poco da alle persone.
Mi piacerebbe che su questo tema si sviluppasse un dibattito non ideologico ma mirato a costruire occasioni di progresso per la vita dei disabili visivi.
Auspico che il prossimo anno sia l’occasione per dibattere questo e altri temi senza guerre di religione e vi faccio i miei migliori auguri.
Massimo Vita

Contributi dei lettori: Grazie Carlo, di Francesco Levantini

Autore: Francesco Levantini

“Sei intelligente, giovane e forte, non pretenderai ti mantenga tutta la vita?”

è la risposta che Carlo Gulminelli ha dato alla domanda di un cieco che gli chiedeva come mai IBM avesse deciso di investire in un progetto per l’assunzione di non vedenti con la nuova qualifica di programmatore.

Gli anni ’80 stavano scollinando e quel pomeriggio all’Istituto Cavazza, durante la presentazione del primo Corso ASPHI, Carlo ha scommesso, promesso e oggi, nel salutarlo posso dire che le più importanti tra quelle promesse e scommesse le ha mantenute e vinte davvero.

Non voglio elencare qui i suoi meriti, non riuscirei a ricordarli tutti e, d’altronde, nei più importanti non ha voluto neppure firmare col proprio nome ma solo col proprio lavoro. Solo due nomi credo sia importante fare: ASPHI e Handimatica ma è solo la punta dell’iceberg di una vita spesa al segno dell’integrazione dei disabili.

Grazie Carlo e ti perdoniamo per averci lasciato un po’ soli. Solo un po’ però perché non crediamo in quello che ti è capitato, ci piace pensare che ti sia solo ritirato in un’altra stanza per continuare a progettare cose nuove ed importanti.

Francesco Levantini

Contributi dei lettori: Legge di stabilità e voglia di futuro, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

La legge di stabilità approvata notte tempo dal nostro parlamento ci ha portato la bella notizia come ci comunica il nostro presidente nazionale. Mi piace riportare alcuni suoi passaggi perché ritengo sia utile riflettere insieme su come sia urgente riflettere sul futuro della nostra organizzazione proprio adesso che possiamo lavorare con relativa serenità avendo un sostegno economico.
Nel comunicato n. 1 il presidente dice:
“”Il dettaglio per anno è rispettivamente il seguente :
-Cap.2316/1  Ministero Interno (Irifor-Ierfop)
2.787.321
2.783.874
2.781.767
-Cap.2316/2  Ministero Interno (UICI)
2.054.565
2.054.308
2.054.150
-Cap.3631/3  Ministero Beni C. (Libro Parlato)
2.964.397
2.966.142
2.966.142”
Queste cifre sono importanti soprattutto perché distribuite su tre anni dandoci la possibilità di lavorare su altri provvedimenti molto importanti come la modifica alla 113, le modifiche al mondo della scuola e all’ISEE.
In questi tre anni dovremo adoperarci per renderci sempre più autonomi dai fondi pubblici e, come chiede il governo, diminuire le spese della struttura.
Comunque siamo, come dice Barbuto difronte a un grande risultato.
Condivido l’affermazione del presidente quando afferma che questo risultato:
“è frutto soltanto della nostra Unità e della nostra fiducia tenace, anche a dispetto dello scetticismo di taluni”
Penso sia importante coltivare la rete di relazioni politiche intessuta a tutti i livelli dando visibilità locale ai parlamentari che ci hanno sostenuto.
Fa piacere sentire che il presidente onorario non ha mancato di far sentire la sua vicinanza al nostro presidente nazionale che, ha certamente bisogno di tutti noi per condurre fino al congresso la nostra associazione e, a mio avviso, se vorrà, anche in futuro. Per guardare davvero al futuro nell’interesse della categoria, dobbiamo essere tutti più trasparenti, più disponibili, più consapevoli del nostro ruolo e più legati alla nostra associazione rifiutando l’etichetta di chi, troppo legato alla poltrona, ci potrebbe definire disfattisti, cialtroni, inesperti o cos’altro.
Il propulsore per dare una vita nuova alla nostra associazione deve essere la struttura locale che deve sapersi rinnovare e fornire una presenza più forte soprattutto più incisiva politicamente sul territorio.
Siamo in un anno di rinnovo della nostra associazione a tutti i livelli ma siamo anche in un anno in cui si rinnoveranno quasi tutti i consigli regionali e noi dovremmo essere capaci di far sentire forte la nostra voce.
Auspicherei che i nostri consigli regionali di primavera si svolgessero prima possibile e in luoghi molto visibili proprio per dire la nostra sui programmi politici delle forze in campo alle elezioni regionali.
Rinnovare vuol dire arrivare al rinnovo delle cariche con candidature chiare e soprattutto con programmi alla luce del sole. Io per mia parte, ho già più volte comunicato che non sono interessato alla presidenza regionale ma nemmeno al consiglio nazionale perché avrei piacere di continuare l’esperienza all’I.Ri.Fo.R. nazionale e se possibile far parte dell’ufficio di presidenza regionale.
A livello sezionale ho posto la mia candidatura per un secondo e conclusivo mandato come presidente e spero che i soci vogliano darmi fiducia.
Concludo dicendo che ho un timore legato alla nostra capacità di programmazione e temo che la fase del rinnovo delle cariche procederà con poco coordinamento.
Per adesso però possiamo iniziare il nuovo anno con fiducia e con rinnovata energia; quella energia che ci viene dai successi.
Bravo presidente, brava Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Contributi dei lettori: La busa noeuva (ovvero, la buca nuova), di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Le barriere architettoniche nell’ambiente urbano spesso non sono segnalate
Sarà sicuramente successo anche a voi di trovare nel vostro percorso abitudinale ostacoli che il giorno prima non esistevano e che mettono in difficoltà il nostro deambulare. Quando mi capita di imbattermi in una situazione del genere, il mio ricordo vola immediatamente ad un vecchio stornello in dialetto milanese intitolato “La busa noeuva” (che non vuol dire “La Bossa Nova”, ma “la buca nuova”!). Il protagonista della canzone, uscendo di casa, finisce in una buca che la sera prima non esisteva (“In de la mia strada gh’è ona busa noeuva, ona busa noeuva che jer la gh’era nò. L’hoo minga vista, quella busa noeuva e, pamm, son borlaa giò!”). Particolarmente alterato (“incazzaa com on negher!”), decide di rivolgersi al Sindaco per esporre il problema, ma il primo cittadino è – come dire – oberato di lavoro e lo indirizza all’ufficio competente (“El fa: Ma a mì cosa m’importa de la soa busa?… Cosa gh’entri mì… Ch’el vaga sù al quint pian, seconda porta: l’è competenza del reparto C!”). A sua volta, il sedicente ufficio competente lo indirizza ad un altro, poi ad un altro, e ancora ad un altro … (“m’hann faa girà come on merluzz per trovà quell che poeu el saria el competent per stoppà i bus”) finché non ottiene la risposta: per far coprire la buca è necessario presentare un’istanza ufficiale corredata da adeguata documentazione fotografica (“El dis: “Ch’el faga ona domanda, poeu, dopo, me la porta chì, cont ona foto bella granda, formato duu per vintitrii!”). Purtroppo il nostro eroe ha la macchina fotografica rotta e la pratica non può essere avviata. Demoralizzato ed avvilito torna a casa e, passando di fianco alla buca nuova, trova un “ghisa” (un vigile di zona) al quale la mostra: ma quello è distratto, e ci cade dentro. Allora pensa: adesso che ci è caduto un vigile, forse il problema potrà essere risolto!
Facile la morale: attenzione alle buche nuove che spuntano dalla sera alla mattina! Ma soprattutto: se dovete risolvere un problema, non aspettatevi da parte della burocrazia le porte spalancate e il tappeto rosso. Troverete anche lì molte “barriere” sul vostro cammino.

Contributi dei lettori: Replica all’avv. Paolo Colombo, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Carissimo Paolo,
in primis mi pare di non aver scritto cose offensive ma di aver posto questioni e domande certamente non offensive e meno che mai ossessionate.
Credo che una informativa chiara e trasparente sull’operato dei componenti la direzione debba riguardare tutti e con una iniziativa condivisa mentre così fatta appare solo un voler evidenziare il lavoro di un singolo sia pure apprezzabile e sostanzioso.
Non sono certamente io a dubitare dell’operato della direzione perché quando dubito su qualche cosa lo dico apertamente e forse, troppo apertamente visto il costume della nostra associazione.
Le mie domande non sono denigratorie ma provo comunque a spiegarle.
Per quanto riguarda il comando presso l’Irifor, non mi pare che fosse una faccenda conosciuta neppure tra i quadri dirigenti dell’associazione e per questo io ho posto qualche domanda senza per altro discutere la legittimità del tuo incarico.
Per quanto riguarda poi il tuo compenso non è un mio problema e se risulta inferiore a quello che percepivi nella scuola è un fatto che ti era noto.
Credo che tutte le azioni che noi dirigenti svolgiamo sono fatte per il bene della categoria ma io penso che essere dirigenti non possa significare essere immuni da critiche come non rifiutiamo le lodi.
A me non pare politicamente corretto che un dirigente nazionale sia allo stesso tempo dirigente nazionale UICI, un consigliere di amministrazione di un ente collegato del quale si è anche collaboratore in quanto comandato da un ministero.
Non si può essere controllato e controllore.
Questo non mette in dubbio il tuo lavoro e neppure la tua competenza tecnica.
Per quanto riguarda il centro di documentazione giuridica, io ho chiesto di sapere se l’UICI riconosce ancora un contributo alla federazione perché anche se il servizio è svolto formalmente dalla federazione non mi parrebbe corretto che l’unione affidi un servizio alla federazione e che questo servizio venga svolto da un suo dirigente sulla base di un compenso che viene erogato anche grazie ai contributi di chi ha affidato il servizio.
Comunque se tu dici che è stato spiegato e rispiegato forse sono io a essermi perso qualche passaggio  ma in certi casi, ripetere giova proprio alla trasparenza.
Tutte queste questioni non riguardano profili legali o regolamentari ma solo volontà di chiarezza.
Passando alla capacità di guardare avanti, penso sia invece, molto importante, guardare oltre e programmare il futuro per evitare di giungere impreparati agli appuntamenti.
Se si sta compiendo una riflessione sulle modalità di scelta delle persone da incaricare, mi fa piacere ma come mai fino ad oggi non se ne è mai parlato?
Se tu o altri avete avuto dei dubbi sulla mia nomina all’I.Ri.Fo.R. è più che legittimo ma visto che sono stato regolarmente votato, o tutti quelli che mi hanno votato si sono sbagliati o tu ritieni che siano delle persone poco oculate e allora vuol dire che devi discuterne con la maggioranza della direzione.
Chi mi ha scelto, avrà certamente valutato il mio curriculum e la mia storia personale ma più che ringraziarli non posso fare e certamente, con il mio operato, spero di dimostrare la mia gratitudine ma soprattutto la mia indipendenza.
Credimi Paolo, non è assolutamente una questione personale e spero di dimostrarlo con le opere.
Per chiudere, voglio ricordare che tutti stiamo dando il nostro contributo per difendere le nostre sacrosante rivendicazioni rispetto al governo e al parlamento ma mentre vi sono persone che esprimono apertamente il proprio sentire, forse sbagliato, ma sincero, altri spargono zizzania lavorando sotto traccia e tu certamente conosci bene la macchina associativa e tutto quanto gira intorno ad essa.
Sulla passione associativa non discuto perché amo pensare che tutti noi abbiamo passione associativa e anche se la esprimiamo in modi diversi nessuno può ergersi a giudice dell’altro e comunque a giudicare sarà il corpo associativo di cui facciamo parte.
In questi giorni per esempio ho avuto modo di apprezzare la proposta di Nicola Stilla perché aperta, in tempo utile e molto civile.
Spero che il dibattito parta e se vi saranno più candidature sarà solo una ricchezza.
Massimo Vita

Contributi dei lettori: Candidature annunciate e candidature pensate. Replica di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Carissimo Massimo,
qualche giorno fa mi hanno girato l’ultimo tuo scritto, devo confessare di averlo letto velocemente e di essermi molto divertito e non volendo perdere tempo l’ho messo da parte.
Da tanti però mi viene sollecitata una risposta per evitare malintesi.
Preciso che la mia iniziativa comunicativa non è un autoelogio, né una forma di esibizionismo a scapito degli altri colleghi della direzione, perché mai dovrebbe essere così.
Ti assicuro che non sono l’unico a lavorare, L’U.I.C.I. ha una Direzione Nazionale molto attiva, ogni componente nel suo ambito di competenza, fa il possibile per dare un senso, un risultato pratico alla sua partecipazione.
Con la mia iniziativa informativa intendevo esclusivamente comunicare alla base associativa tutto quello che si sta tentando di portare avanti e mi sembrava un doveroso atto di trasparenza e di partecipazione informata.
Mi sorprende la tua distorta interpretazione, tantissimi hanno comunicato il loro apprezzamento, sostenendo che finalmente c’è qualcuno che esce dal palazzo e spiega alla gente quello che realmente succede.
In merito poi al comando presso l’I.Ri.Fo.R., ti preciso che il sottoscritto sta lavorando molto di più e che ha avuto una sostanziosa decurtazione del suo stipendio, mentre l’ I.Ri.Fo.R., solo per un progetto di cui sono il coordinatore e in ragione di tale comando, fra l’altro ha ricevuto un finanziamento di circa 20.000 euro dal MIUR.
Per quanto riguarda il Centro di Documentazione Giuridica, mai questione è stata così spiegata, motivata, documentata, controllata e ricontrollata. Penso che poche cose siano lineari come questa del CDG.
Questa questione è il classico esempio di denigrazione ad orologeria, l’avvocato Colombo è un evergreen, ieri c’era quello di Palermo e di Cuneo, oggi c’è una parte della Toscana, domani ho la sensazione che toccherà a quello di Bari e la Lombardia.
Caro Massimo, io non penso a quello che farò di qui ad un anno, la mia capacità di pensiero al massimo si spinge fino alla prossima settimana e ho, comunque, pensieri più impellenti, quali assicurare all’associazione i finanziamenti per la sua sopravvivenza, tutelare il valore della rappresentatività delle associazioni di categoria, garantire l’osservanza dei diritti al lavoro, all’istruzione, ai servizi sociali, all’accessibilità e mobilità autonoma dei non vedenti.
Ti inviterei a prestare maggiore attenzione ai contenuti e non alle persone, alle scelte politiche da compiere e non alle cariche e alle poltrone da conquistare. Servire l’associazione e i non vedenti non è un infantile gioco del risiko.
Dici di respirare una brutta aria, forse se l’aria fosse meno inquinata da cattiverie, falsità, insulti, minacce più o meno subliminali, e fosse più animata da spirito di servizio, da senso del dovere, da solidarietà collaborativa e da amore per la verità, staresti un po’ meglio.
Io credo che a nessuno interessi quello che l’avvocato Colombo pensa di fare fra un anno, immagino che abbiano cose più serie a cui pensare, diversamente da te, che manifesti un’attenzione morbosa per la mia persona e non impieghi la tua energia sulla riflessione e discussione di questioni concrete.
Massimo, tu sei stato voluto, fortemente voluto, come dirigente nazionale, devi sapere che io e tantissima gente stiamo osservando e riflettendo sulla tenuta della democrazia e della legalità nella nostra associazione, sul rispetto delle regole e delle persone, sulla garanzia dei valori del nostro sodalizio, sulle effettive capacità di gestire, di scegliere i collaboratori, di garantire la sintesi tra le esigenze della tradizione e il rinnovamento, sull’osservanza della meritocrazia e non delle clientele nella designazione agli incarichi associativi
Solo dopo consequenzialmente verrà il momento delle scelte, e comunque siamo sempre nelle mani del Signore.
Cordialmente
Caserta,09.12.2014 Avv. Paolo Colombo

Contributi dei lettori: Considerazioni, di Francesco Giangualano

Autore: Francesco Giangualano

Ovviamente l’improvvisa interruzione della Presidenza Daniele ha provocato dei grossi sussulti.
Per tale motivo come afferma Massimo Vita, l’iter di avvicinamento al congresso durerà molto, ed è ovvio, se i toni e l’agire dei candidati, o pseudo tali, non saranno costruttivi ma tenteranno solo a gettare discredito o polemiche vuote nei confronti degli altri competitor, il logorio sarà notevole, ergo i danni alla nostra associazione saranno moltissimi.
Per cui mentre da una parte sono condivisibili le preoccupazioni, ci si appresta subito a mettere in campo un vecchio malvezzo, cioè un tiro al Colombo (alias tiro al piccione), ovviamente sport quest’ultimo non congeniale a noi e alla nostra associazione.
Ritengo altrettanto giusto però, porsi delle domande per conoscere; e dico a Massimo che fa bene a porre dei quesiti in tal senso. Però a mia volta gli chiedo se si è informato su quali sono stati i criteri di scelta da parte della Direzione Nazionale nell’individuare lui come componente del CdA dell’I.Ri.Fo.R., poiché rispetto alla positiva fase di richiesta di curriculum di coloro che ambivano a ricoprire tale carica, l’esito non è stato altrettanto positivo. Infatti, non risulta essere molto chiara la scelta ricaduta su di lui, alla luce dei curricula presentati dai vari candidati.
Pertanto, concludo ricordando che il conoscere (conoscere per deliberare come diceva Luigi Einaudi), deve essere sempre osservato a 360 gradi e in modo imparziale.

dott. Francesco Giangualano
Presidente Provinciale UICI BAT

Contributi dei lettori: Nulla per noi senza di noi, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

Nell’anno Europeo delle persone con disabilità, da cui sono trascorsi ormai ben 11 anni, venne introdotto lo slogan condiviso da tutti “nulla per noi senza di noi”, ad indicare il modo con cui l’intera collettività deve rapportarsi con i diversamente abili; non un atteggiamento di sfida, o una rivendicazione, ma il frutto di un cammino che riconosce le persone diversamente abili protagoniste attive della propria vita, detentrici di diritti di scelta e di cittadinanza. Dunque, secondo questo motto, tutte le decisioni in materia di persone diversamente abili dovrebbero essere prese di concerto proprio con questi ultimi o con le associazioni rappresentative di essi. Per evitare ogni problema legato all’individuazione di chi dovesse rappresentare le persone con disabilità, e in periodo di spending review, in Italia il problema è stato risolto alla radice, ovvero tagliando questa enunciazione a metà, applicandone cioè soltanto la prima parte: “nulla per noi”, decidendo quindi di non fare più nulla per i disabili. Questa scelta è stata bipartisan, essendo stata condivisa negli ultimi anni davvero da tutti: dal, fortunatamente per noi, ex ministro Giulio Tremonti che definì i disabili una “palla al piede”,; dai parlamentari leghisti, che indicarono gli invalidi come “privilegiati” in quanto in periodo di crisi economica potevano comunque contare su una indennità sicura pur non avendo mai lavorato; dal famoso direttore dell’INPS Mastrapasqua, secondo il quale una indennità su 4 sarebbe stata erogata ad un falso invalido, i risultati della campagna di verifiche straordinarie messa in campo dall’INPS diretto per anni da un impostore sono sotto gli occhi di tutti e nessuno ha pagato per un errore così macroscopico; dai grandi giornalisti, o se volete giornalai, che hanno riempito pagine di quotidiani ed intere puntate di talk show con assurde storie di pseudo-falsi invalidi, costruendo una campagna mediatica che ha avuto come unico risultato quello di ledere la dignità di quelle persone che invalide lo sono davvero; dal governatore, dalla giunta e dal consiglio regionale della Campania, che, trincerandosi dietro il problema della mancanza di liquidità, hanno dimenticato completamente di occuparsi di welfare; dagli Amministratori della Provincia o area metropolitana di Napoli, secondo il quale non esisterebbero più i ciechi e i sordi e secondo il quale sarebbe inutile aggiornare le liste degli invalidi iscritti al collocamento e fare qualcosa per ottemperare alla legislazione in tema di lavoro mirato e collocamento obbligatorio; dagli amministratori degli enti locali che, il più delle volte, dimenticano completamente che nei territori da essi amministrati possano esistere persone che necessitano di particolare attenzione ed interventi mirati; da tutte quelle persone che a vario titolo gestiscono servizi pubblici e troppo spesso ignorano che siamo in uno Stato regolato da leggi di cui la più importante di esse è la Costituzione che all’articolo 3 recita testualmente: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”. Se tutti, cittadini, amministratori, politici e più in generale tutti coloro che si occupano di gestire la cosa pubblica ricordassero che nel nostro Paese la Costituzione è ancora vigente e che invece di produrre nuove leggi, sarebbe più utile applicare quelle esistenti, forse potremmo dire di vivere in uno stato più civile di quello attuale. In altre parole occorrerebbe una vera e propria rivoluzione culturale in cui tutti arriverebbero a comprendere che esistono 60 milioni di persone diverse tra loro e che ogni azione deve essere messa in campo per garantire a tutti, e sottolineo a tutti, la piena dignità e la piena inclusione nella società, non per gentile concessione, ma per soddisfare un diritto intangibile di ogni cittadino. Solo così potremo dire di vivere in una Repubblica civile.

Contributi dei lettori: Candidature annunciate e candidature pensate, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Il pre congresso in questa occasione è iniziato con grande anticipo a seguito delle forzate dimissioni di Tommaso Daniele.
A circa un anno dal congresso abbiamo già due candidati ufficiali e chi sa quanti in potenza.
A mio avviso, per esempio, l’avvocato Colombo, con la sua iniziativa comunicativa, ha mostrato la sua intenzione di succedere al suo corregionale Daniele.
A cosa sarebbe servito altrimenti il suo auto elogio che ci ha raccontato le sue innumerevoli iniziative?
Per fortuna che abbiamo un così grande lavoratore altrimenti l’unione potrebbe chiudere.
Mi chiedo, se tutte quelle cose le svolge l’avvocato Colombo, gli altri componenti della direzione cosa fanno per giustificare il loro incarico?
Sappiamo con certezza che vi sono in direzione persone altrettanto impegnate che lavorano senza sventolare ai 4 venti il loro impegno. Sappiamo anche che gli altri membri della direzione o dell’I.Ri.Fo.R. non sono neppure comandati presso l’I.Ri.Fo.R. dal Miur.
Scusate ma a me piacerebbe che si agisse apertamente e che i nostri soci avessero chiaro che battaglia si combatterà al prossimo congresso.
Siamo sicuri che questa modalità di procedere non nuoccia all’associazione anche nella dura trattativa con governo e parlamento?
Inviterei Colombo e quanti altri, legittimamente, pensino di competere per i ruoli direttivi di farlo apertamente e con una proposta politica.
Io ho da tempo detto che se ci sono le condizioni mi candiderò per il consiglio nazionale ma che mi piacerebbe potermi occupare di I.Ri.Fo.R. e quindi continuare il lavoro che ho appena iniziato grazie alla direzione nazionale che mi ha scelto per questo ruolo.
Direi che ci dovremmo impegnare affinché nel prossimo consiglio nazionale e nella prossima direzione vi sia tanta aria nuova con persone e progetti innovativi.
Scusate la franchezza ma io sento che nella nostra compagine associativa non si respira una bella aria e mi piace segnalarlo perché spero di contribuire a fare chiarezza. Proprio in tema di chiarezza, ci siamo sempre chiesti come mai il centro di documentazione giuridica sia stato affidato alla federazione pro ciechi ma il responsabile è sempre l’avvocato Colombo.
Mi chiedo, e molti come me lo fanno: “l’Unione eroga ancora un contributo alla federazione per questo servizio?” Non si tratta di una procedura che è servita a risolvere la questione della incompatibilità tra dirigente associativo e compenso per un servizio?
Forse tutto è svolto con regolarità ma non sarebbe meglio che dirigenti e soci fossero informati?
Io da socio e da dirigente, vorrei conoscere quello che accade nella realtà associativa per poter scegliere con maggiore cognizione di causa nelle prossime occasioni di voto.

Massimo Vita
presidenteuicsi@gmail.com