Calabria – La vita dei soggetti con Pluriminorazione ai tempi del Covid-19

Il progresso sociale di una comunità, è spesso determinato dal valore delle azioni che ogni individuo attua non solo per il proprio interesse ma anche e soprattutto per uno scopo più ampio, ossia quello di supportare chi purtroppo resta indietro.

La legge Regionale 17/19, licenziata lo scorso Maggio 2019 dal Consiglio Regionale della Calabria che l’ha approvata all’unanimità,  è un esempio di come, quando le parti collaborano costantemente con l’unico obiettivo di portare sollievo a chi ha maggiori difficoltà, si possano realizzare azioni che lascino un segno tangibile nella collettività. Una legge quindi, voluta fortemente dall’IAPB Calabria e dall’UICI, attraverso un iter burocratico farraginoso durato quasi 4 anni ma che in uno dei momenti più bui per la politica Calabrese ha visto invece la Luce divenendo strumento per il sostegno di quella categoria spesso messa ai margini della società, i ciechi pluriminorati.

“Quanto approvato dal Consilio Regionale della Calabria lo scorso Maggio – ha affermato Luciana Loprete – è un tangibile esempio di civiltà e comprensione perché oltre ogni barriera politica, oltre ogni colore e schieramento l’intera assise ha dotato la Calabria di una Legge unica in Italia nel suo genere e che rappresenta una pietra miliare per la categoria dei ciechi pluriminorati”

L’importanza della predetta Legge pertanto che oggi vede le sezioni territoriali dell’UICI coinvolte nella realizzazione delle attività, è ancor più evidente in virtù della crisi sociale, sanitaria ed economica che il nostro paese sta vivendo a causa del COVID19. Infatti, in un momento storico dove i contatti personali sono stati quasi completamente azzerati dal timore del contagio, i soggetti pluriminorati e le loro famiglie hanno potuto continuare ad avere il supporto necessario alle proprie esigenze. Gli operatori infatti, dopo aver dato il proprio benestare, hanno così potuto continuare a sostenere i soggetti ed i loro familiari nei servizi essenziali come OSS, assistenza domiciliare, servizio spesa, supporto psicologico e supporto a distanza attraverso gli strumenti messi a disposizione.

“Ci è stata tolta ogni tipo di sensazione ed emozione – aggiunge Luciana Loprete – perché per noi che viviamo di contatti non avendo il dono della vista, il distanziamento sociale e l’impossibilità di un abbraccio o di una stretta di mano hanno sortito un effetto devastante per cui non potevamo permettere che soggetti ancor più svantaggiati di noi unitamente alle loro famiglie patissero in modo esponenziale questo dramma. Sin da subito quindi ci siamo premurati di trovare forme di sostegno che potessero comunque preservare la salute di tutti ed aiutati dalla guida del Signore siamo riusciti a contenere i disagio degli utenti sostenendo anche i tanti professionisti impiegati che hanno così potuto, anche in questa fase, continuare a lavorare”

Oggi ci appelliamo quindi a tutte le forze politiche Calabresi affinché con lo stesso senso di responsabilità con il quale le nostre strutture hanno continuato ad operare sino ad oggi, si possa superare la difficoltà di sanare i tagli sin oggi effettuati alla legge 17/19 che come anzidetto rappresenta l’unico sostengo per i soggetti ciechi pluriminorati Calabresi, le loro famiglie ed i tanti operatori che grazie a tale finanziamento, in una terra come la Calabria dove il tasso di disoccupazione giovanile tocca il 52,7% hanno trovato la loro occupazione.