Fonte: Bresciaoggi, del 19 Novembre 2020
LA TECNOLOGIA. L’Unione Ciechi all’avanguardia dal punto di vista digitale ha tenuto prima del lockdown un corso per una decina di adolescenti
Debora: «Devo ricordare di leggermi le slide» A Ettore invece manca «il rapporto diretto»
Non si è fatta cogliere impreparata di fronte ai Dpcm la sezione bresciana dell’Unione ciechi e ipovedenti (Uici), che dal 1924 è al servizio dei cittadini bresciani, con problemi di disabilità visiva. Ma iniziative e servizi sono spesso aperti a tutti. Uici Brescia ha da subito pensato ai ragazzi ipovedenti che avrebbero dovuto seguire le lezioni a distanza: quindi «abbiamo messo in campo le nostre strategie per affiancare le famiglie, circa 200 nuclei nel Bresciano – informa la presidentessa Sandra Inverardi -: è stata una risposta ad un bisogno concreto manifestato proprio da alcune famiglie. Nella nostra sede funziona molto bene il settore informatico: abbiamo un’aula con i Pc e organizziamo corsi Windows, Mac e Iphone».
COSÌ IL GIORNO stesso della firma dell’ultimo Dpcm, alla sede di via Divisione Tridentina una decina di adolescenti ha seguito un corso di 4 ore gestito da Ignazio Fontana, insegnante di informatica per disabili visivi e accreditato dall’ente formativo I.Ri.Fo.R. Nove ragazzi nella grande aula della sede più una ragazza da casa. «Il problema maggiore è connettersi alle piattaforme come Classroom o Teams – spiega Fontana – ma queste ultime generazioni sono facilitate dalla nativa competenza digitale; per gli ipovedenti l’uso dello strumento di screenreader agevola già l’approccio alla tecnologia. Obiettivo del corso: navigazione web e gestione del registro elettronico». La sintesi del docente è confermata dagli adolescenti come Debora, 16 anni, liceo linguistico a Leno: la difficoltà subentra «quando i professori proiettano le slide e spesso si dimenticano che io ho bisogno che me le leggano. Quindi chiedo al docente o, a volte, ai compagni». Lo stesso per Usman, 17 anni, al Gambara come Lorenzo, 14 anni, che invece si sente più sicuro, al punto di trasmettere lui stesso agli amici ipovedenti ciò che ha imparato dalle lezioni di Uici. Giulia, 16 anni, linguistico a Orzinuovi, se la cava bene con la tecnologia, sebbene trovi ancora difficoltà «nella gestione di due Pc: quello della videolezione e quello dove ho i miei libri», dichiara.
ETTORE, 14 anni in prima al classico Arici di Brescia che all’inizio del nuovo anno non aveva avuto bisogno di adottare, nemmeno in parte, la Dad. Ora è necessaria. «Non è impossibile, anzi – ammette Ettore – però già mi manca il rapporto diretto con professori e compagni». All’Uici per fortuna il corso si è svolto in presenza e lo saranno pure, salvo imprevisti, le repliche in caso di richieste da altre famiglie.