Il campo estivo dell’I.Ri.Fo.R. di Siena quest’anno aveva come titolo “Teatrando”. Era fine maggio, quando ho condiviso con poca convinzione insieme al gruppo degli operatori, l’idea di mettere in scena un adattamento del Mago di Oz. Dalla proposta della storia è iniziato un fermento, il quale è andato al di là di qualsiasi previsione di buona collaborazione: fin da subito sono state condivise idee, cercati e ritoccati possibili copioni, finché giunti a pochi giorni dall’inizio del campo, ci siamo messi intorno ad un tavolo ed abbiamo tirato fuori il testo definitivo. È nato così un nuovo copione, aderente alla vicenda originale descritta nel libro di Baum e nel film di Fleming, ma con qualche battuta buffa in più, legata a vini toscani, alla cecità, a cartelli che non si riescono a leggere, ad un tiflomago in nome del quale si assegnano addirittura lauree in “pensierologia”.
Poi il campo è iniziato sul serio, dal solito cerchio della condivisione delle aspettative, si è fatto spazio l’annuncio dell’obiettivo finale dei giorni insieme, la realizzazione della recita del Mago di Oz. Sono state assegnate le parti, con qualche perplessità per alcuni e molto entusiasmo per altri, neanche fosse un cast di Holliwood. Martina è stata la nostra Dorothy, come zii ha avuto Rino e Pia. Una volta atterrata nel regno di Oz, Martina-Dorothy ha incontrato la strega buona Glinda Lucia e la strega cattiva Kushi, quindi è stata la volta di conoscere lo spaventapasseri Alessandro, il leone Enrico, l’uomo di latta Federico, fino ad arrivare alla città di Smeraldo, dove ad accogliere la truppa c’erano addirittura tre custodi, Giacomo, Andrea e Roberta, i quali, dopo qualche resistenza vinta, hanno condotto i visitatori al cospetto del misterioso Massimo mago di Oz.
Dopo una prima lettura del copione tutti insieme, è giunto il momento di dividerci i compiti: chi aiuta a provare e suggerire le parti, chi si dedica alle scenografie, scegliendo materiali e colori. Con l’immaginazione si comincia a vestire ogni personaggio, prima di prepararlo l’ultimo giorno con l’abbigliamento accuratamente scelto, a pochi minuti dall’inizio della recita. Passato il primo entusiasmo, si affacciano anche le difficoltà: in certi momenti si respira la fatica delle prove, la stanchezza di chi suggerisce e di chi non si ricorda, di chi sbaglia, di chi ha fretta e non aspetta il suo turno, la noia di chi deve disegnare i dettagli della foresta, del castello. A conclusione di ogni giornata però, risuona e si diffonde la leggerezza delle note di “Oltre l’arcobaleno”, colonna sonora adattata per l’occasione e cantata sempre di più, anche da chi all’inizio non la conosceva. Con questa melodia in testa, accennata quasi inconsapevolmente già dal mattino quando ci si riuniva, è iniziata la memorizzazione sempre più sicura delle parti. Nel frattempo si è colorato il castello del mago e il cielo con un meraviglioso arcobaleno, una passata decorata è diventata la criniera del leone e cartoni rivestiti di carta stagnola hanno circondato l’omino di latta. Ecco anche la paglia per imbottire lo spaventapasseri ed una scopa per la strega cattiva, fino ad un morbidissimo cane di peluche ad interpretare Toto, l’inseparabile amico della protagonista Dorothy e un paio di immancabili scarpette rosse piene di magia. Ogni giorno qualcuno portava o costruiva un pezzettino, per completare costumi ed ambienti del favoloso regno di Oz.
Con l’emozione di ogni prima volta, è giunto il momento dello spettacolo. Ci lasciavamo alle spalle una prova generale del giorno prima fatta in presenza dell’assessore alle politiche sociali del comune di Siena venuta con diverse incertezze, quando il sipario si è socchiuso ed è partito il nostro Mago di Oz. La narrazione della storia introduce la prima scena, che finisce in un attimo, lasciando il palco a laboriosi cambi di oggetti e scenografia e alle disposizioni più attente da fare, per chi tra gli attori non può salire e muoversi con l’aiuto degli occhi e delle sue gambe, ma ci deve essere con la forza della voce e dell’interpretazione più emozionante e partecipata. Tra chiusure ed aperture del sipario si sono quindi srotolate le otto scene, sfondo costante della storia era la sintonia e la sicurezza di chi provava insieme da giorni. Con molta semplicità abbiamo voluto mostrare come uno spaventapasseri può scoprirsi pieno di ingegno, un uomo di latta con un cuore grandissimo, un leone che non credeva di averlo ricco di coraggio, perché la magia è credere in se stessi. E allora anche un mago un po’ imbroglione si può perdonare e può farci capire attraverso la voce della piccola Dorothy, che nelle nostre radici, nel tornare a casa c’è sempre una gioia nascosta ed una forza da attingere. Quella forza che ci fa volare, come ha cantato tutto il coro degli attori nel finale oltre l’arcobaleno, dove le mie difficoltà non saranno più nulla e dove i sogni si realizzano con il lavoro di squadra, quella del campo estivo UICI Siena di quest’anno. Una squadra unita che a me che non posso più vederlo, l’arcobaleno l’ha fatto toccare e decorato di ricordi dolcissimi, di canzoni e poesie scritte appositamente dal nostro presidente. Così la nostalgia, che pure resta, di non poterne apprezzare i colori, viene messa in secondo piano da questo miscuglio di emozioni e memoria che plasma un arcobaleno molto più brillante.
Archivi autore: Giada Voci
Commissione Nal – Verbale della riunione, 29 maggio: “Periti fonici e trascrittori forensi”
Commissione NAL nuove attività lavorative
Coordinatore dott. Valter Calò
OGGETTO: cooperativa periti fonici e trascrittori forensi.
Il giorno 29, del mese di maggio, dell’anno 2017, in audio conferenza alle ore 10, si è riunito il gruppo di lavoro dell’UICI per lo studio di fattibilità e la costituzione di una cooperativa di periti fonici e trascrittori in ambito forense.
Presenti:
dott. Valter Calò, coordinatore della Commissione Nuove Attività Lavorative dell’UICI e moderatore dell’incontro
avv. Stefano Tortini, vicepresidente UICI
Eugenio Saltarel, componente uff. di Presidenza e coordinatore commissioni UICI
avv. Franco Giangualano I.RI.FO.R.
prof. Luciano Romito, docente di linguistica generale e fonetica forense presso l’università della Calabria e responsabile del gruppo di fonetica forense all’interno dell’AISV (Associazione Italiana di Scienze della Voce)
dott. Emanuele Cervo, manager
dott.ssa Chiara Tirelli, vicepresidente I.RI.FO.R. dell’Emilia-Romagna e corsista perito fonico e trascrittore anno accademico 2009/2010
dott. Marco Pronello, membro della Commissione Nuove Attività Lavorative UICI e corsista perito fonico e trascrittore forense anno accademico 2009/2010.
Dopo i saluti e i ringraziamenti ai convenuti e in particolare al prof. Romito da parte del dott. Calò e dei componenti la Direzione Nazionale, si dà inizio alla prima sessione dei lavori.
.1 Calò sintetizza i motivi per cui la Commissione NAL ha preso in carico l’analisi approfondita di questa figura professionale. Si è appurato che l’inquadramento del perito fonico non è chiaro, al di fuori di alcuni albi regionali, Toscana e Basilicata, inoltre ai più erano sconosciute le mansioni di tale figura professionale.
Uno studio della commissione NAL ha infatti evidenziato che non esiste una normativa che regoli e riconosca questa professione a livello nazionale.
Calò evidenzia che sono state svolte analisi specifiche sullo stato dell’arte dei software utilizzati per il trattamento dei segnali audio e sono emerse alcune criticità riguardanti la piena accessibilità ai lettori di schermo. Il che fa sì che il lavoro del perito fonico non sia al momento esercitabile in totale autonomia da parte di un disabile visivo, che può però tranquillamente essere affiancato da un ausiliario esperto nel trattamento dei grafici d’onda.
Facendo comunque tesoro dell’esperienza positiva di Marco Pronello, che ha frequentato il corso per periti fonici e trascrittori organizzato dall’I.RI.FO.R. e dall’università della Calabria nell’anno accademico 2009/2010 e che sta proficuamente lavorando, si è pensato di ricontattare tutti i corsisti per parlare dell’eventualità di costituire una cooperativa.
È intervenuta a tale proposito la Direzione Nazionale nella persona di Eugenio Saltarel, che ha premiato il lavoro svolto fino ad oggi dalla Commissione NAL e ci ha sollecitato a proseguire verso il raggiungimento dell’obiettivo. In aprile, a Bologna, si è svolta la prima riunione del gruppo di lavoro, presenti il Presidente Nazionale UICI dott. Barbuto, il Vicepresidente dott. Tortini, il coordinatore Commissioni dott. Saltarel e il vicepresidente IRiFoR Vita, oltre al manager dott. Cervo e il coordinatore Commissione NAL dott. Calò.
La finalità era presentare e analizzare la fattibilità del progetto: ci sono sette persone interessate, tra i corsisti del 2009. Quella riunione aveva evidenziato delle criticità che sono state annotate e approfondite, ma soprattutto sono state trovate delle risposte positive.
.2 Intervento del professor Romito .
Il Professore credeva fermamente nella possibilità di successo del progetto già all’epoca dello svolgimento del primo corso, in quanto la trascrizione forense sembra cucita su misura sulle abilità tipiche dei minorati visivi; il fatto di non poter utilizzare la vista nel caso è una risorsa, infatti negli ipovedenti e non vedenti sono stimolate altre percezioni che permettono di ascoltare in maniera più globale e raffinata, percependo le sfumature ambientali e di linguaggio.
I Periti fonici trascrittori in Italia non hanno un percorso formativo chiaro e definito; con il corso del 2009 (tenutosi dal Prof. Romito), si sono definite le competenze necessarie per poter esercitare tale professione che fino a quella data non era in alcun modo regolata ed organizzata.
Il professor Romito ha evidenziato alcune lacune riscontrate nel 2009, alle quali è necessario porre rimedio: una lacuna fondamentale è la conoscenza dei dialetti Regionali e le loro sfumature locali, specialmente del sud Italia, in quanto la maggior parte delle intercettazioni riguardano la criminalità organizzata particolarmente radicata nel nostro mezzogiorno, ma non solo . A tal fine è necessario creare una rete di persone su tutto il territorio Nazionale che interpretino correttamente i file audio delle intercettazioni, le quali si affiancheranno al perito fonico trascrittore. Il prof. Romito, ha precisato che attualmente c’è carenza di profili da impiegare sia nello trascrivere che nel peritare, perché pochi in proporzione sono i periti con competenze specifiche nella comprensione dei dialetti meridionali. La soluzione sarebbe l’affiancamento a questi periti di persone con competenze di interpretazione dialettofona, anche non periti, per fare la prima traduzione.
Di albi in Italia non se ne fanno più, ma conviene avere una qualche certificazione. Quello che Romito sta cercando di ottenere è che siano le associazioni scientifiche, non a creare un albo, ma a riconoscere e certificare le persone con particolari competenze. Come coordinatore nazionale del Gruppo di Fonetica Forense (GFF) sta promuovendo in seno al gruppo un comitato scientifico in cui una persona dell’UICI o, meglio, della futura cooperativa dovrebbe entrare per farsi latore delle esigenze dei periti non vedenti. Il GFF crea una rete sul territorio per trovare esperti dialettofoni e linguistici per tradurre parti di intercettazioni che il perito non parlante quel dialetto non comprende.
La rete va fatta sul territorio, quindi nel GFF dovrebbe esserci un rappresentante di area che coordina le competenze sul suo territorio e a questo referente saranno comunicate le necessità per trovare le competenze in sede.
Il ruolo della persona che viene ricercata può essere o di collaboratore del perito, oppure di esperto linguistico. In questo ultimo caso, la Cassazione sta dando degli incarichi collegiali, cioè nomina un perito e gli affianca contestualmente la figura dell’esperto linguistico.
Calò chiede al professore se questa figura di esperto di dialetti e collaboratore dei periti, sfruttando la nostra presenza su tutto il territorio Nazionale, potremmo occuparla noi.
Il professore è convinto che noi non vedenti e ipovedenti potremmo costituire questa rete in tutta Italia, ottimo sarebbe che queste persone fossero periti fonici e trascrittori, ma non necessariamente lo devono essere.
La commissione NAL si incaricherà di ricercare tra i nostri soci queste persone, in modo da istituire una rete su tutto il territorio Nazionale che collabori con i nostri periti.
In questa rete futura non ci sarà un albo, ma sarà il GFF che controllerà; fondamentale che sia presente un nostro rappresentante in seno al GFF.
.3 intervento dei partecipanti alla riunione:
Tortini ha apprezzato molto l’intervento di Romito. Occorre lavorare parecchio per costruire i presupposti per concretizzare questo progetto. Bisogna far comprendere a questo sistema la necessità di lavorare con una rete che ha cognizione di causa. Il problema è che potrebbe esserci qualche complicazione nel fatto che i giudici hanno discrezionalità nello scegliere. Da parte di Tortini c’è la totale disponibilità anche a livello istituzionale.
Saltarel dice che bisogna essere molto chiari quanto all’aspetto economico con chi dovrà entrare in cooperativa.
Calò chiede chiarimenti sui costi dei collaboratori dei periti e degli esperti linguistici, cioè se questi rientrano nei compensi definiti da vacazione, nel caso dei periti del giudice o dei consulenti della procura.
Romito risponde che le vacazioni sono relative ad attività esercitata da un professionista che presta la sua opera come perito su richiesta dell’autorità giudiziaria, quindi soggetta a tariffe prefissate; mentre la remunerazione di un eventuale esperto sono da considerarsi consulenze esterne e remunerate secondo le tariffe ordinarie. Romito sottolinea che le perizie non sono solo forensi, ma vengono richieste parallelamente anche dagli inquisiti, come perizia di parte, queste hanno tariffe professionali e non vincolate dal giudice.
Giangualano, in qualità di avvocato, conferma che le scelte dei giudici seguono l’istinto o la loro esperienza, che le specificità dialettali sono molte e diverse anche all’interno di una stessa regione, poi mette a disposizione la piattaforma informatica dell’I.RI.FO.R. per eventuali corsi.
.4 Cervo parla delle cooperative.
Il mercato può fare la differenza, perché se formiamo in maniera completa chi farà questa esperienza, Procure, Tribunali, autorità giudiziaria potrebbero essere sensibilizzati dal livello qualitativo dell’offerta consulenziale.
Entrando nel merito, le cooperative sociali sono di due tipologie: di tipo a e di tipo b. quelle che ci interessano sono quelle di tipo b che hanno lo scopo di inserire nel mondo del lavoro persone svantaggiate.
C’è un grado minimo di disabilità per entrare nella cooperativa sociale e almeno il 30% dei soci dev’essere portatore di disabilità. La responsabilità illimitata da parte dei soci esisteva fino all’inizio degli anni 2000, adesso è superata. La responsabilità è limitata al capitale versato.
Queste società sono equiparabili alle società di capitali, SPA SRL. Se la cooperativa nella sua vita di impresa perde in maniera tale da abbattere il valore dell’intero capitale, i soci, in caso di recesso, non hanno diritto ad essere liquidati della quota versata, in quanto il capitale non è più sussistente; perdono solo la quota versata e non oltre.
Un’azienda deve essere in grado autonomamente di creare le risorse per il proprio sostentamento. Nel caso non si stia creando una struttura avente scopo assistenziale, questa struttura deve mettersi a mercato e deve essere in grado di perdurare nel tempo. E cooperative sociali sono cooperative a mutualità prevalente di diritto e onlus di diritto, cioè sono società finalizzate o al servizio alla persona, o a recupero di svantaggiati, rappresentano dal punto di vista dell’imposizione fiscale un beneficio, perché di fatto c’è una notevole defiscalizzazione dei contributi. Un lavoratore portatore di handicap ha un costo di contributi minimale, non confrontabile con altri tipi di lavoro dipendente.
I soci devono avere un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato, quindi collaborazioni coordinate e continuative, partita iva, lavoratori dipendenti full time o part time, a tempo determinato o indeterminato.
In alcuni casi le amministrazioni pubbliche per appalti al di sotto di un certo limite di spesa, possono conferire l’appalto alla cooperativa sociale per assegnazione diretta. Quanto agli sgravi fiscali dal punto di vista contributivo, un dipendente part time a 12 ore settimanali costa all’azienda circa 4000 euro l’anno e ne percepisce pochi di meno. I dipendenti e i soci possono essere portatori di handicap e normodotati.
Il numero di soci di una cooperativa è minimo tre se si tratta di persone fisiche, minimo nove se sono comprese anche persone giuridiche (una o più).
Ci sono tipologie diverse di soci: lavoratori, volontari o sovventori. I soci lavoratori possono essere dipendenti o autonomi con partita iva.
La gestione dell’azienda è come quella delle società di capitali, vi è un’assemblea di soci, e un’amministratore unico o un CDA, meglio se costituito da un numero dispari di consiglieri, per evitare lo stallo di un pareggio nelle decisioni. È consigliabile costituire la cooperativa in modalità A + B, ricordando che il tipo A si può occupare di gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi mentre il tipo B può esercitare lo svolgimento di attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate
Calò consiglia di approfondire la parte sulle cooperative in dettaglio il pomeriggio, alla presenza dei possibili partecipanti; quello che interessa la mattina è capire il rapporto col giudice, ovvero analizzare le modalità che attua il giudice nell’assegnare fisicamente una perizia ad una cooperativa o società, sapendo che il rapporto tra giudice e perito o persona autorizzata è diretto ad personam.
Romito spiega che l’incarico è dato ad una persona fisica, anche se il consulente è una persona giuridica come per esempio l’arma dei carabinieri. Questa persona fisica ha la responsabilità legale. Si può bypassare il problema prevedendo alcuni responsabili e periti sul terrritorio in diverse zone. Il perito fa il lavoro di perizia; avrà una rete di collaboratori, ma il Codice di Procedura Penale dice che il perito nominato è il responsabile unico della perizia. Di fatto esiste una figura generale di perito presente sul territorio, che assume l’incarico e poi subappalta il lavoro, rimanendo tuttavia responsabile di ciò che è stato scritto. Quindi il perito si avvale di collaboratori che sono di sua fiducia.
.5 intervento di Pronello.
Si evince dalla sua esperienza e da quanto detto da Romito che è importante anche formare i periti dal punto di vista del linguaggio tecnico, perché possano comunicare compitamente con il giudice: è opportuno usare una terminologia professionale e tecnica per dimostrare sul campo la competenza e la professionalità. Molto spesso in udienza si sentono periti esprimersi in maniera imprecisa, denotando scarse doti professionali e anche scarsa istruzione.
Il lavoro di perizia è, come detto anche da Romito, non una mera trascrizione, ma un racconto dei fatti, da cui deve trasparire chiaramente il contesto anche sociale ed umano dei soggetti, in modo da permettere al giudice di farsi un pieno libero convincimento. Più un perito è bravo a “proporre”, più completo e obiettivo sarà il convincimento del giudice sul suo operato.
.6 conclusioni.
Tortini afferma che chi interverrà nel formare la cooperativa dev’essere fortemente motivato, ringrazia la commissione NAL per l’intenso e ottimo lavoro e si complimenta con il suo coordinatore per la gestione dell’audio conferenza.
Romito ribadisce che una persona espressione della realtà dell’Unione o della cooperativa dovrà essere membro del GFF.
Calò sfrutta la presenza del professor Romito chiedendogli un parere su un’altro progetto in sviluppo dalla sua Commissione in collaborazione con il vicepresidente Tortini: il progetto del tecnico trascrittore inquadrato nelle forze dell’ordine. Il progetto è molto apprezzato da Romito, che afferma che questa è un’ottima strada da percorrere.
Calò lascia la chiusura dei lavori al Vicepresidente Nazionale Tortini, il quale saluta e ringrazia tutti i partecipanti ribadendo la sua disponibilità a nome dell’Unione.
La prima sessione dell’audioconferenza si chiude alle 11.50.
La seconda sessione si apre alle ore 15.
Presenti:
dott. Valter Calò
dott. Emanuele Cervo
dott. Massimo vita, vicepresidente I.RI.FO.R.
dott. Marco Pronello
dott.ssa Chiara Tirelli.
Presenti solo due corsisti 2009, Pronello e Tirelli, successivamente si è appurato che ci sono stati errori di comunicazione tra gli interessati e mancata lettura delle e-mail di convocazione.
Data l’importanza della riunione, si è cosi deciso di riconvocare tutti i corsisti 2009 interessati, al fine di creare le basi condivise di sviluppo del progetto.
Contemporaneamente verrà analizzata la fattibilità di un nuovo corso di Perito Fonico e Trascrittore.
Massimo Vita ha dato la piena disponibilità e sostegno da parte dell’I.RI.FO.R.
I presenti, durante l’attesa, hanno ripercorso i punti essenziali dell’incontro svoltosi in mattinata, valutandoli positivamente. Novità importante, la necessità di creare una rete Nazionale di persone che abbiano una buona conoscenza dei numerosi dialetti, questo darebbe la possibilità a parecchie persone di entrare a far parte di questa cooperativa. A questa nuova figura che si è delineata durante la riunione, verrà richiesta una buona conoscenza dell’italiano, così come di una espressione dialettale del nostro territorio. Questa possibilità ci induce a fare una profonda analisi di questa nuova situazione creatasi, pensando a corsi sulla dialettologia e ad un nuovo corso di perito fonico trascrittore da programmare nel meridione d’Italia, oltre ad un eventuale corso di aggiornamento dei corsisti 2009.
Chiusura dei lavori h 15:41.
Centro Nazionale del Libro Parlato: “La ragazza selvaggia”, di Laura Pugno
Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “La ragazza selvaggia”, di Laura Pugno – Numero Catalogo: 88924
«Tessa aprì la porta sul buio del bosco»: così comincia La ragazza selvaggia, e davvero il quinto romanzo di Laura Pugno è tutto uno spalancarsi di porte sul buio: sul buio del bosco; sul buio del dramma della famiglia Held – la madre alienata dopo la sparizione della figlia adottiva Dasha e l’incidente in seguito al quale Nina, la gemella, vive in stato vegetativo; sul buio di Nicola Varriale, il cui padre generoso ed entusiasta – socio di Held in affari con la riserva naturale sperimentale di Stellaria – si è gettato ubriaco dal balcone; sul buio, finalmente, della protagonista Tessa, biologa, che vive in un container ai margini della riserva conducendo osservazioni e studi: una donna che ormai «abita la solitudine come un altro corpo». A lei toccherà la sorte di ritrovare casualmente Dasha, vissuta anni nel bosco e ormai del tutto selvaggia. Ci interroga, questo romanzo che può essere descritto come una storia di revenant, o il racconto d’un groviglio di vite umane osservato con una compassione senza lacrime. Ci interroga su che cosa è – attorno a noi, in noi – ciò che chiamiamo “natura”; sui confini tra l’umano e l’animale; sul senso di legami familiari frutto di scelte, o del caso, e non della carne. Riprendendo in forma nuova e sorprendente alcuni temi del suo primo romanzo, Sirene, Laura Pugno ci guida con passo sicuro e con una scrittura essenziale nell’esplorazione di un immaginario potente, affascinante, e forse profetico.
Per effettuare il download degli audiolibri, gli utenti già registrati possono accedere alla pagina del “Libro parlato online” digitando http://lponline.uicbs.it/
Centro Nazionale del Libro Parlato: “Qualcosa sui Lehman”, di Stefano Massini
Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Qualcosa sui Lehman”, di Stefano Massini – Numero Catalogo: 88923
Il romanzo racconta la storia dei fratelli ebrei tedeschi Lehman, del loro arrivo negli USA, a metà Ottocento, e della fondazione della loro banca americana, catastroficamente fallita nel 2008, dando il via al crack dell’economia mondiale. Con una scrittura sorprendentemente tridimensionale, Massini racconta la storia di tre fratelli e di una famiglia messa in scena di padre in figlio, fra fidanzamenti, riti ebraici, incendi e formidabili intuizioni economiche: a partire dall’apertura di un piccolo negozio di stoffe in Alabama, per consolidarsi fino a gestire i fondi pubblici per la ricostruzione del sud devastato dalla guerra di Secessione. Poi sono gli anni della ferrovia e del petrolio. E poi ancora fino all’ascesa dei nuovi sistemi di potere economico-finanziario.
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Centro Nazionale del Libro Parlato: “L’enigma dell’anima”, di Francesco Gullace
Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “L’enigma dell’anima”, di Francesco Gullace – Numero Catalogo: 88842
L’autore, oramai cinquantenne, sente il bisogno di raccontare la sua storia. Fa muovere i suoi personaggi all’interno di una civiltà contadina. Firmamento, il protagonista, colui che riesce ad esaltare il pensiero stesso dell’autore, incalza una storia psicanalitica, voltando lo sguardo nel passato remoto. Esordisce il racconto confidando tutta la sua esistenza umana ad un pioniere del disagio mentale. Incontra Carl Gustav Jung. Come se lo facesse risvegliare da morto. In quel fascio luminoso dell’aldilà, Firmamento apre la mente e il cuore… Riemergono allora l’amicizia con Mattia, la decisione di partire per andare alla ricerca della felicità… l’incontro con Felicità, l’unico grande amore di sempre. E ancora, la venuta al mondo del suo primogenito, la depressione, l’infausta diagnosi di un disturbo bipolare. La scrittura si fa allora espressione del disagio mentale, inoltrando il lettore nella sofferenza di un uomo e svelando, pian piano, l’enigma dell’anima, ovvero i più reconditi misteri della vita.
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Centro Nazionale del Libro Parlato: “Di notte sotto il ponte di pietra”, di Leo Perutz
Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Di notte sotto il ponte di pietra”, di Leo Perutz – Numero Catalogo: 88798
Praga, fine del XVI secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, collezionista, mecenate delle arti e delle scienze, uomo eccentrico e misterioso. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama una donna di nome Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte, ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Low, autore di sortilegi, cabalista e artefice del Golem. Dentro questa Praga magica e perduta Leo Perutz intreccia le sue invenzioni narrative, fantastiche e poetiche, intorno a un perno che è l’inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti.
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Centro Nazionale del Libro Parlato: “La memoria di Old Jack”, di Wendell Berry
Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “La memoria di Old Jack”, di Wendell Berry – Numero Catalogo: 88510
Ambientato nel 1952 a Port William -l’immaginaria località del Kentucky scenario delle storie di Wendell Berry – questo romanzo ricostruisce l’ultimo giorno di vita di Old Jack Beechum, vecchio agricoltore e un tempo uomo d’azione, oggi confinato nel polveroso hotel della cittadina. Sentendosi prossimo alla fine, Old Jack ripercorre il proprio passato meditando sugli errori commessi e osserva con disincanto e talvolta umorismo il mondo intorno a sé. Dalla morte del primo figlio alla rottura con la moglie, dal sogno di diventare proprietario terriero al rischio di perdere tutto, la vita di Old Jack è trascorsa sotto il segno di uno stoicismo quotidiano attraverso cui il protagonista ha imparato ad accettare i propri limiti restando fedele al mondo rurale cui appartiene. Romanzo dai toni pacati e lirici, “La memoria di Old Jack” rivela i drammi e la ricchezza di una realtà apparentemente semplice. Il flusso dei ricordi personali diviene autentica memoria collettiva, in cui affiorano i temi cari allo scrittore americano: l’attaccamento alla terra e il valore della comunità e dell’identità rurale contrapposti alle ambizioni della società contemporanea, alla sua cieca venerazione per il progresso e, in ultima analisi, alla sua corsa verso l’autodistruzione.
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Centro Nazionale del Libro Parlato: “Un insano amore”, di Lucia Etxebarria
Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Un insano amore”, di Lucia Etxebarria – Numero Catalogo: 88339
David, ex attore di successo ora disoccupato, si sente proporre un ruolo insolito: dovrà riallacciare i rapporti con Elena, una sua fiamma del passato, e alleviare la sua solitudine. Perché Elena è costretta in una stanza d’ospedale e sua cugina Alexia vuole «regalarle» un’ultima storia d’amore. È Alexia infatti a ingaggiare David, l’unico uomo importante nella vita di Elena prima di un matrimonio di facciata, trascinatosi per anni nel segno delle convenzioni e delle convenienze. Malgrado i presupposti, il dialogo dapprima impacciato tra David ed Elena si trasforma rapidamente in qualcosa di più profondo, un confronto privo di reticenze tra due persone che non hanno più nulla da perdere, né da nascondere. Ma quali sono le vere motivazioni di Alexia nel fare da regista a questo incontro? E perché ha voluto iniziare un gioco che, in definitiva, potrebbe ferire tutti? In un intreccio pieno di sorprese, emergono dal passato di ciascuno tradimenti e silenzi, meschinità e slanci generosi, sentimenti vissuti a metà e scelte continuamente rimandate. Lucía Etxebarría racconta con sincerità e spregiudicatezza una storia di donne che hanno confuso l’amore con la dipendenza, ma che hanno ancora voglia di vita e di riscatto, e di scoprire il sapore della vera libertà.
Per effettuare il download degli audiolibri, gli utenti già registrati possono accedere alla pagina del “Libro parlato online” digitando http://lponline.uicbs.it/
Giulio Romani, neo segretario First Cisl, partecipazione e fiducia per ricostruire il lavoro senza escludere i disabili, di Vincenzo Massa
Il teatro Eliseo di Roma ,dal cinque all’otto giugno, ha ospitato il primo congresso nazionale della First Cisl. Il segretario uscente Giulio Romani durante la sua relazione, oltre a tracciare lo stato di salute del sistema bancario, assicurativo, della riscossione dei tributi e del mondo finanziario, ha stigmatizzato l’ azione dei manager e dei dirigenti del settore, ha voluto lanciare un appello e, contemporaneamente, una sfida per far ritornare le persone e i territori al centro dell’azione economica del credito. Insomma, basta speculazione e finanza creativa, avanti tutta con la concretezza attraverso nuovi investimenti per l’economia reale. Lo scopo è quello di ricostruire quella fiducia venuta meno a causa della crisi profonda e degli scandali che hanno colpito il settore bancario, per tutte ricordiamo le banche venete o Monte Paschi Siena. Elemento di forte cambiamento dovrà essere, quindi, la partecipazione di tutti. Romani ha richiamato forte la responsabilità di includere anche i disabili in questo processo che dovrà portare all’innovazione e alla ricostruzione del lavoro. Ascoltiamo le risposte del riconfermato segretario generale First Cisl Giulio Romani alle nostre domande.
D. Segretario, cos’è la First Cisl
R. La First è la Federazione Italiana dei servizi del terziario a rete, la R sta per rete; l’ambizione è quella di costruire una Federazione che allarghi la propria dimensione dal mondo finanziario a quella di tutti i servizi a rete, perché pensiamo che sarà necessario rivedere l’impianto generale dei contratti nazionali in Italia e quindi sarà necessario avere un sindacato in grado di regolare contemporaneamente tutto ciò che è il servizio a rete. Oggi con la digitalizzazione c’è confusione di lavori fra, per esempio, servizi telefonici e servizi finanziari e assicurativi; e quindi la necessità di fare un sindacato più ampio. Noi, però, nel frattempo, rappresentiamo bancari, assicurativi, esattoriali e autorici.
D. Nella sua relazione ha parlato della sfida e della partecipazione della fiducia. Come si vince questa battaglia nel sistema globale che troppo spesso nel settore del credito, riscossione e assicurazione porta all’esclusione dei minorati della vista che rischiano di non essere più presenti nel contesto produttivo di settore?
R. Vincere la battaglia è difficile, intanto sarebbe importante mettere in campo le forze per provare a vincerla. È un battaglia che la Cisl prova a giocare dalla sua nascita e purtroppo non con fortuna. Noi crediamo che i tempi nel settore finanziario siano maturi, perché il bisogno di fiducia che noi sentiamo da sempre e che è alla base di un sistema partecipativo che è fatto di dialogo e di fiducia essenzialmente, è diventato una necessità economica del sistema bancario; prima era scontata la fiducia per il sistema bancario, oggi non lo è più e la carenza di fiducia nei confronti del sistema è diventato un problema di natura economica; quindi, noi partiamo da lì, dal fatto che sia possibile, perché in questo momento è un interesse comune. Partiamo da lì per dire che dobbiamo ricostruire sia il tessuto sociale sia i rapporti interni alle aziende, in modo tale da ricostruire un ambiente lavorativo, prima di tutto, e un modo di lavorare, un modo di produrre, un obiettivo di produzione, quindi parliamo di reddito sociale oltre che di reddito per l’impresa, che insieme possa essere raggiungibile attraverso meccanismi di partecipazione, a partire dalla partecipazione organizzativa ma poi, perché no, anche quella gestionale. È chiaro che in un ambito come questo, la valorizzazione di tutte le persone, in quanto tali, in quanto centrali, come soggetto del lavoro e della produzione, è fondamentale e quindi è fondamentale la valorizzazione anche di chi è portatore di una disabilità ma che ovviamente può dare molto, tanto più potrà dare in un ambito in cui il lavoro digitalizzato cambia completamente i propri connotati. Nel mondo dei servizi e dei servizi finanziari in particolare, il lavoro con il digitale conoscerà un’esperienza nuova, quella della carenza di spazio e di tempo, o meglio della differenza di spazio e di tempo, non c’è più un luogo spazio temporale in cui questo lavoro si può svolgere. Questo, paradossalmente, rende più agevole il lavoro anche di chi, invece nel luogo e nel tempo, aveva qualche difficoltà in più.
D. Lei dal palco del congresso della First ha lanciato una sfida molto ambiziosa: un settore che dia voce alla disabilità. Ci può anticipare qualcosa di questo progetto?
R. Sì, in realtà è una cosa più ampia; noi stiamo lavorando da anni attraverso una associazione che si chiama FIRT SOCIAL LIFE nel mondo della promozione sociale. Abbiamo fatto operazioni prevalentemente sulla cultura e la legalità, non quindi sul tema delle disabilità di cui ci siamo comunque sempre occupati attraverso il nostro coordinamento nazionale di parità. Per la verità, questa esperienza, è un’esperienza molto importante che noi riteniamo indispensabile per coltivare quel tessuto sociale che è necessario, appunto, ad un mondo economicamente più responsabile e quindi abbiamo deciso di dare a questa esperienza una connotazione più politica, non soltanto una sorta di doppio lavoro del sindacalista, ma un lavoro del sindacalista. Dentro a questa idea, abbiamo immaginato di poter includere non soltanto, appunto, le attività di promozione sociale, ma anche le attività di sostegno alle diverse abilità, e questo lo abbiamo fatto includendo dentro un settore politico – credo che siamo il primo sindacato ad aver costituito al proprio interno un settore politicamente qualificato, quindi al pari degli altri settori che si occupano delle alte professionalità piuttosto che della contrattazione aziendale – un settore del sociale che si chiamerà Social First. Come motori di Social First lavoreranno due associazione, una è appunto First Social Life che già esisteva e l’altra è un’associazione che si chiama Abili Oltre e che si occuperà proprio di progetti a sostegno delle diverse abilità.
Programma della Presentazione di Cromnia
L’app sviluppata per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità visive. La presentazione avverrà nei locali della Sezione di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in via San Giuseppe dei Nudi n. 80, 800135, Napoli, giovedì 6 luglio 2017 alle ore 16,00 a cura della Commissione Ausili e Nuove Tecnologie della sezione UICI di Napoli, in collaborazione con la “Developer Academy”.
L’app è stata realizzata da un gruppo di giovani ingegneri della Developer Academy di Napoli che hanno creato un’applicativo che discrimini i colori e sia accessibile ai disabili della vista, allo scopo di migliorare la loro autonomia. L’app è stata testata da tante persone con disabilità visiva e risponde davvero alle loro esigenze. Una vera soddisfazione per la nostra città, ancora una volta all’avanguardia!
Dai voce ai colori con Cromnia.
Giovedì 6 Luglio alle ore 16,00 presso la sede Provinciale Uici di Napoli sita in Via San
Giuseppe dei Nudi, 80, Napoli.
PROGRAMMA
COORDINA: Giuseppe Fornaro (Coordinatore della Commissione Ausili, Nuove Tecnologie e Accessibilità della sezione di Napoli, Referente Nazionale Ausili e Tecnologie e Componente del Gruppo di lavoro OSI Dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)
Saluti Istituzionali ore 16:
– Mario MIRABILE (Presidente sezione territoriale di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e
degli Ipovedenti);
– Nunziante ESPOSITO (Consigliere Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)
Inizio dei lavori ore 16,15:
Prof. Giorgio Ventre (IOS Developer Academy di Napoli)
Prof. Simone Pietro Romano (IOS Developer Academy di Napoli)
Presentazione App ore 16,30
Team Sviluppatori:
Andrea Aletto
Mattia Picariello
Luigi Fornaro
Pasquale Tramontano
Michele Massuzzi
Raffaele Martone
Mentor: Stefano Perna e Ignazio Finizio
Saluti ore 17,15