CNLP – “Ragazze elettriche”, di Naomi Alderman

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Ragazze elettriche”, di Naomi Alderman – Numero Catalogo: 91401

Naomi Alderman immagina un mondo dominato dalle donne, in cui gli uomini sono ridotti in semi-schiavitù. Le ragazze adolescenti hanno infatti sviluppato una sorta di energia elettrica capace di fulminare chiunque cerchi di molestarle. Quattro personaggi ci guidano tra i diversi scenari sociali, politici, mediatici e confessionali che il rivoluzionario ribaltamento delle gerarchie e dei rapporti di genere ha innescato, raccontandoci come la diffusione della scintilla del potere femminile sia rapidamente degenerata nella depravazione. Le donne ora distruggono, violentano, seviziano e uccidono proprio come prima di loro avevano fatto gli uomini. Questa è l’atroce verità. L’universo distopico di Alderman, infatti, cresce e si sviluppa attorno ad una questione attualissima e disturbante: perché le persone, al di là del sesso e della razza, abusano del potere?

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CNLP – “L’uomo autentico”, di Don Robertson

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “L’uomo autentico”, di Don Robertson – Numero Catalogo: 91382

In un’intervista del 2015 al New York Times, alla domanda su chi fosse il suo scrittore preferito di tutti i tempi, Stephen King ha risposto: Don Robertson. Alcuni anni prima, aveva ospitato nel catalogo della sua casa editrice questo libro crudo e scioccante, l’inclemente testamento di un autore dal percorso irregolare, celebrato e poi trascurato, difficile da classificare, se non rifugiandosi nella definizione che ne ha dato stesso King nella sua introduzione al romanzo: “Uno dei più grandi scrittori meno conosciuti degli Stati Uniti”. L’uomo autentico è il libro di un Robertson quasi sessantenne, e forse non a caso parla di vecchiaia, di illusioni tradite, di domande rimaste fatalmente senza risposta. Lo fa aggirandosi tra i fumi di petrolio di Houston, in Texas, per raccontare la storia di Herman Marshall, un uomo semplice, uno come tanti, che realizza con orrore, nell’ultima stagione della vita, di aver raccolto soltanto sconfitte e stanchezza. Ha ucciso i tedeschi in guerra, è stato piantato per anni sul sedile di un camion, ha visto un figlio soffrire le pene dell’inferno e andarsene; ora passa il tempo ad accudire la moglie malata e a bere birra insieme a un gruppo di vecchi come lui. Annientato dall’ennesimo dolore, Herman Marshall decide di mettere in atto il suo personale regolamento di conti, la sua disperata vendetta contro la vita, in un finale duro e feroce, che lascia senza respiro. Introduzione di Stephen King.

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L’Helen Keller di Messina consegna due cani guida e quattro bastoni bianchi all’Istituto per ciechi Ardizzone Gioeni di Catania, di Anna Buccheri

Lunedì 13 luglio 2020 alle 17.00 nella splendida cornice del cortile dell’Istituto Gioeni di Catania, sotto un gazebo e graziati da una leggera brezza, c’è stata la cerimonia di consegna di due cani guida e quattro bastoni bianchi a coronamento di un lavoro di addestramento e di affiancamento svolto dal Centro Regionale Helen Keller di Messina di cui erano presenti operatori e veterinaria, oltre naturalmente la Presidente, Linda Legname, e il vice-Presidente, Santino Di Gregorio.

Al tavolo delle autorità sedevano il Presidente del Centro Regionale Helen Keller di Messina Linda Legname, il Presidente Nazionale dell’UICI Mario Barbuto, il Presidente del Consiglio Regionale UICI Sicilia Gaetano Minincleri, l’Assessore Regionale Siciliana alla Famiglia Antonio Scavone, il Magistrato del Tribunale di Catania Santino Mirabella e il Direttore del quotidiano La Sicilia Antonello Piraneo.

Prima dell’inizio della cerimonia, l’Assessore Scavone, il Magistrato Mirabella e il Direttore Piraneo hanno fatto una breve esperienza di percorso con il bastone bianco e il cane guida, bendati.

Linda Legname ha quindi introdotto l’incontro sottolineando che sono stati rispettati i protocolli dettati dalla pandemia e spiegando i motivi che hanno condotto alla scelta dell’Istituto Gioeni per la consegna dei cani guida e dei bastoni bianchi. All’Istituto Gioeni, infatti, tanti non vedenti e ipovedenti sono cresciuti e da qui è cominciato il loro percorso di autonomia e di libertà per diventare persone di alto profilo, perché i ciechi e gli ipovedenti vogliono essere cittadini tra cittadini e il cane guida è un mezzo di autonomia e di libertà. L’augurio per l’Istituto Gioeni di Catania è che diventi luogo di lavoro e di formazione, fiore all’occhiello della città di Catania.

Di seguito hanno preso la parola l’Assessore Scavone, il Magistrato Mirabella e il Direttore Piraneo.

L’Assessore Scavone, dopo aver ringraziato Linda Legname, ha tracciato una breve storia degli IPAB che è una grande storia, di grandi debiti, di grandi beni, di grandi lavoratori, di grandi centri. È un dovere far funzionare queste strutture, ha ringraziato perciò il Commissario del Gioeni Giampiero Panvini, salutato il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto, il Presidente Regionale UICI Sicilia Gaetano Minincleri e la Presidente della Sezione Territoriale Provinciale UICI di Catania Rita Puglisi e informato che la Regione Sicilia si sta dotando di un’Anagrafe della disabilità avendo in progetto di dare assistenza in modo più mirato e attento alle singole fragilità. Poi, sull’onda dell’esperienza vissuta con il bastone bianco in particolare, ha osservato che è uno strumento semplice che però dà autonomia e che in qualche modo lo ha portato a riflettere sul fatto che si deve fare un po’ meglio e un po’ di più.

Il Magistrato Mirabella ha condiviso le sensazioni ed emozioni provate in prima persona grazie all’esperienza del percorso seguito. È stata un’esperienza che ha suscitato in lui non solo curiosità, ma anche stupore, perché aveva immaginato più facile camminare per un tratto breve con il bastone e il cane, ne ha derivato una impressione che ha definito “bidimensionale”. Ho guardato il buio, ha detto. Il buio si ispessiva andando avanti, ai lati era come se qualcosa lo schiacciasse, come se potesse sbattere contro una parete, come se fosse stretto su se stesso. Si è sentito insicuro in una situazione che invece per chi non vede è la normalità.

Il Direttore del quotidiano La Sicilia Piraneo ha ringraziato perché per lui che racconta storie come giornalista è importante capire, e questa è stata un’occasione per capire cos’è il lavoro del Centro Helen Keller, cos’è la normalità della vita per chi non vede. E allora è un doppio mea culpa che ha sentito di dover fare: un mea culpa per il poco spazio sui media generalisti che si dà ad attività e a Centri come l’Helen Keller, spazio che non corrisponde all’impegno con cui lavorano i Centri e il Terzo Settore, perché si insegue la notizia che fa notizia; l’altro mea culpa riguarda il modo in cui si parla degli IPAB, sempre con riferimento a vertenze, come se fossero stipendifici, invece bisognerebbe sforzarsi di andare oltre l’emergenza (sussidi, tagli) e fare attenzione al cosa si dice e al come si dice.

Linda Legname ha rilevato a questo punto che oggi con l’inclusione scolastica molte delle attività che una volta i bambini e i ragazzi facevano negli Istituti (attività di autonomia personale, di orientamento e mobilità, di socializzazione e ludiche, di manualità, di artigianato) vengono in parte svolte nei campi estivi organizzati dall’IRIFOR, mentre dovrebbero essere attività quotidiane, perché solo così si realizza una vera inclusione. Ha quindi salutato (scusandosi se dimenticava qualcuno), tra i numerosi presenti, l’Assessore del Comune di Catania Michele Cristaldi, il delegato del Prefetto di Catania Magnano, i Presidenti delle Sezioni Territoriali UICI Salvatore Albani di Ragusa, Tommaso Di Gesaro di Palermo, Santino Di Gregorio di Enna, Alessandro Mosca di Caltanissetta, Rita Puglisi di Catania, Giuseppe Vitello di Agrigento, i Consiglieri della Sezione Territoriale UICI di Catania e la Consigliera Regionale UICI Rosa Lattuga, e le persone sedute in prima fila che hanno fatto l’Orientamento e Mobilità e l’affiancamento cani guida, in attesa di ricevere il cane guida e i bastoni bianchi.

I cani guida sono stati consegnati a Lucilla D’Antillo e ad Orazio Visalli; i bastoni bianchi ad Antonio Bova, a Nazareno Lo Rocco, a Stefania Olivieri e ad Antonella Rigano. 

Per il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto la cerimonia è stata emozionante perché lui stesso ha frequentato al Gioeni le elementari e le medie. Ed è infatti con voce commossa che ha osservato che nella convinzione di fare un passo avanti si sono dismesse Istituzioni che consentivano ai ciechi e agli ipovedenti di essere quello che sono. Si sta vivendo così un grandissimo bluff che si ritorce contro le persone che si vorrebbero mettere in condizione di parità. È come dire: vi mandiamo a scuola con tutti e sarete uguali. Ma non è così. Un reggimento di operatori circonda il bambino e il ragazzo, ma il re è nudo e dirlo non è una mancanza di riguardo per il re. L’UICI deve poter rientrare in possesso delle strutture in cui vivere le situazioni educative e formative necessarie per una vera autonomia. L’Istituto Gioeni va riconsegnato all’UICI che, se non sarà in grado di gestire bene, andrà via, ma deve avere la possibilità di essere messa alla prova.

Anche il Presidente del Consiglio Regionale UICI Sicilia Gaetano Minincleri ha affermato che l’Istituto Gioeni deve tornare a vivere, essendo il luogo adatto per svolgere i Corsi di formazione professionale organizzati da IRIFOR e UICI. E la presenza dell’UICI nell’amministrazione dell’Istituto è necessaria e opportuna. Inoltre ha chiesto un tavolo tecnico per la questione relativa all’assistenza scolastica ed extrascolastica pomeridiana ai bambini e ai ragazzi con disabilità visiva.

Sono state consegnate anche tre medaglie del Centenario dell’UICI rispettivamente all’Assessore Scavone, al Magistrato Mirabella e al Direttore del quotidiano La Sicilia Piraneo. La medaglia ha sul dritto l’immagine di Omero e sul verso quella di Ulisse e Diomede con la lanterna di Genova.

La manifestazione si è conclusa con un piccolo rinfresco offerto dal Consiglio Regionale UICI Sicilia.

“Corriere Braille” n. 27 15-21 luglio 2020

Si comunica che in data 15 luglio 2020 è stata inserita nel sito la rivista “Corriere Braille” n. 27 15-21 luglio 2020 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 15 luglio 2020. Il link diretto per il prelievo è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2421

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale (a cura di Eugenio Saltarel)

Un appuntamento importante (di Angela Pimpinella)

Uici, il cane guida ponte tra buio e luce

Bilancio di un’esperienza (di Katia Caravello)

Ragazza non vedente inciampa in un monopattino abbandonato in strada

Attività e laboratori estivi rivolti a bambini e ragazzi con disabilità visiva

Labo in scatola: Portami a casa!

Annuncio.

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

“Kaleidos” n. 14 16-31 luglio 2020

Si comunica che in data 15 luglio 2020 è stata inserita nel sito la rivista “Kaleidos” n. 14 16-31 luglio 2020 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 15 luglio 2020.

Il link diretto per il prelievo è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2420

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Famiglia e lavoro. Perché è così dura fare tutto? (a cura di Gaia Giorgetti)

Quando finisce un amore (di Barbara Gabbrielli)

Aziz è scappato, io l’ho accolto a casa mia (di Giusi Fasano)

8 erbe da conoscere (di Silvia Finazzi)

Niente segni sulla pelle (di Rossella Briganti)

Donne tra le righe (a cura di Rossella Lazzari)

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Uici, il cane guida ponte tra buio e luce

Nell’Istituto Ardizzone Gioeni di Catania il centro Helen Keller consegna cani e bastoni bianchi ai ciechi. E l’assessore regionale Scavone, il direttore de La Sicilia Piraneo e il magistrato Mirabella, affrontano, bendati un percorso. Di conoscenza

“La fragilità si supera con una condizione di normalità e oggi ne abbiamo avuto una dimostrazione concreta”.

Lo ha detto l’assessore regionale al Welfare Antonio Scavone ieri nell’Istituto dei Ciechi Ardizzone Gioeni di Catania durante la consegna di cani guida e bastoni bianchi da parte del centro Helen Keller di Messina dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

Alla cerimonia erano presenti tra gli altri, oltre al presidente nazionale dell’Uici Mario Barbuto, al presidente regionale Gaetano Minincleri e alla presidente della Helen Keller Linda Legname, il magistrato e scrittore Santino Mirabella e il direttore del quotidiano La Sicilia Antonello Piraneo. Questi ultimi, nel corso dell’incontro hanno parlato dell’esperienza compiuta poco prima: provare, bendati, a farsi condurre da un cane guida. Scavone, invece, ha provato a muoversi utilizzando un bastone bianco per ciechi. Un percorso di conoscenza, a loro dire.

“Un’occasione per raccontare – ha infatti sottolineato Piraneo – ma soprattutto per comprendere, sia pur per un istante, cosa significhi essere un non vedente. Aver passeggiato per pochi metri nel buio mi ha fatto capire quanta passione, impegno, competenza ci siano dietro la formazione di un cane guida per ciechi. E in Sicilia abbiamo un’eccellenza assoluta, il centro Hellen Keller di Messina, che riesce a dotare i non vedenti di una protesi a quattro zampe, completamento di una vita che può e deve essere del tutto normale. Grazie dunque a chi fa in modo che questo sia possibile”.

“Un’esperienza particolarissima – ha aggiunto Mirabella – questa di camminare bendati e guidati da un cane. Siamo entrati in un mondo per noi sconosciuto e che per certi versi non riusciremo mai a capire del tutto. Abbiamo all’improvviso guardato il buio. Un modo utile per poter aiutare chi vive sempre questa condizione. Perché la qualità della vita non è solo avere o non avere i sensi: è saperli gestire. Chi ha tutti i sensi non è detto che li sappia gestire meglio di chi non li ha”.

“La normalità – ha spiegato Scavone – è quella che vogliono non vedenti e ipovedenti attraverso il centro Hellen Keller di Messina, una struttura unica in Italia. Abbiamo formato e consegnato dei cani che non saranno soltanto la loro guida quotidiana ma rappresentano appunto un percorso verso la normalità”.

I cani guida sono stati consegnati a Orazio Visalli e Lucilla D’Antillo, mentre i bastoni bianchi sono andati ad Antonio Bova, Nazareno Lo Rocco, Stefania Olivieri e Antonella Rigano.

“La cerimonia – ha ricordato l’assessore al Welfare – si è svolta nell’Istituto Ardizzone Gioeni di Catania, un’Ipab che ha una grande storia e deve avere un grande futuro. Una struttura che dev’essere restituita a un percorso di altissimo livello, anche tecnologico, per condurre verso la normalità i nostri figli che non hanno avuto la fortuna della vista

“Coloro che hanno partecipato con noi a questa cerimonia – ha sottolineato il presidente dell’Uici Barbuto – ci hanno portato davvero un valore aggiunto, perché, raccontando l’esperienza di essere diventati ciechi per qualche minuto, ci hanno consentito di vedere la cecità da un altro punto di vista, Inoltre, grazie al loro coraggio, al loro volersi mettere in gioco, queste persone porteranno con sé l’esperienza di aver vissuto in una condizione di buio, di difficoltà, sapendo però che è possibile vincerla”.

“Occorrono però – ha concluso – gli strumenti, che non si inventano da un giorno all’altro. In questo senso istituzioni come l’Ardizzone Gioieni possono dare un grande contributo, come avvenuto in passato e addirittura di più. La sfida è quella di essere all’altezza dei tempi svolgendo una funzione sociale essenziale: rendere normali cittadini che hanno una disabilità”.

Per scaricare filmati e dichiarazioni da Youtube

Filmato consegna cani e bastoni https://youtu.be/Shs5x7UKgew

Dichiarazione Barbuto https://youtu.be/veM0VM7a8d0

Dichiarazione Mirabella https://youtu.be/0LD6kjpX6ow

Dichiarazione Piraneo https://youtu.be/tXzC-gm_GmE

Dichiarazione Scavone https://youtu.be/5p-R0JmGAV8

Per scaricare filmati e dichiarazioni in alta definizione da wetransfer https://wetransfer.com/downloads/e31bccae91896f158ea0b6debdfd096d20200713181730/92c63aaba8d30bbdea3da3bff339c71520200713181730/fd42d2

Nella foto, il Cda del Centro Regionale Helen Keller, l'assessore regionale al Welfare Antonio Scavone, il direttore del quotidiano La Sicilia Antonio Piraneo e lo scrittore Santino Mirabella con gli istruttori e gli utenti

Nella foto, il Cda del Centro Regionale Helen Keller, l’assessore regionale al Welfare Antonio Scavone, il direttore del quotidiano “La Sicilia” Antonio Piraneo ed il magistrato Santino Mirabella, con gli istruttori e gli utenti

“Perché non posso continuare”, di Katia Caravello e breve risposta del Presidente Nazionale

È da tanto tempo che ho in mente di scrivere per rendere pubblica la mia posizione circa il prossimo Congresso Nazionale… ed ora è arrivato il momento di farlo.

Prima che mi venga fatta per l’ennesima volta la domanda “Hai intenzione di candidarti al prossimo Congresso?”. Non voglio più dare risposte vaghe, non mi sembrerebbe giusto nei confronti dei miei interlocutori.

Ho deciso di affidarmi alla forma scritta perché so bene come andrebbe se mi limitassi a rispondere verbalmente a ciascuna persona che mi pone questa domanda: prima ancora che io finisca di rispondere per la prima volta, la notizia sarebbe già diventata di dominio pubblico e passando di bocca in bocca, alla fine, ognuno, anche involontariamente, cambierebbe e/o aggiungerebbe qualche dettaglio ed alla fine il mio pensiero verrebbe stravolto… abbiamo giocato tutti da bambini al “Telefono senza fili”, sappiamo bene che le cose andrebbero in questo modo… è inutile che ce la raccontiamo!

Non posso più continuare – credo che la cosa si fosse già capita dal titolo – perché non mi sento più in sintonia, non tanto rispetto alla linea politica, quanto sull’organizzazione del lavoro e, quindi, in un certo qual modo dell’associazione.

Il Presidente ha legittimamente deciso, con il tempo, di modificare le modalità di organizzazione delle attività e di attribuzione degli incarichi (non mi riferisco al mio passaggio dal settore della Stampa a quello del Libro Parlato: questa è una richiesta che feci io al Presidente per motivi di natura personale che nulla hanno a che fare con l’associazione).

Questo diverso modo di lavorare non mi piace, non è nelle mie corde. Con più o meno fatica, mi sono allineata ad esso e l’ho rispettato perché così era giusto facessi, ma un conto è adeguarsi per portare a termine il mandato, un altro è decidere di farlo per altri 5 anni.

In queste condizioni io non mi sento a mio agio.

Secondo me non c’è una vera squadra, ma un gruppo di persone che fa con impegno e dedizione il proprio lavoro, e se sono io a sbagliarmi e la squadra c’è… io, però, sicuramente non sento di farne parte.

Solo nei mesi dell’emergenza sanitaria ho sentito di far parte di una squadra… ed è stato bello!

A rendere tutto più difficile per me ha contribuito il fatto che nella primavera del 2018 (forse anche un po’ prima, ma dalla primavera in maniera più insistente) si è messa in moto una macchina del fango nei miei confronti: voci di corridoio hanno iniziato a dire di me che non ero all’altezza del compito che mi era stato affidato, che non collaboravo con gli altri settori, che tenevo un comportamento scorretto e non appropriato con dirigenti e dipendenti. Cercavo di non dare peso a queste voci, per quanto mi dispiacessero, anche perché contavo sul fatto che chi mi era più vicino ed aveva modo di relazionarsi con me sapesse che erano tutte falsità… purtroppo temo che non sia andata esattamente in questo modo e che – non tutti, ma sicuramente qualcuno – abbia iniziato a dare loro credito e a vedermi sotto un’altra luce.

Da un certo punto in poi, si è aggiunta anche l’accusa di essere gelosa: qualsiasi cosa dicessi o facessi era dettato dalla gelosia!

Io per un po’ ho provato a difendermi, ma quando mi sono accorta che più mi difendevo più rafforzavo questa convinzione, mi sono detta – e scusate l’espressione – “che vadano tutti a quel Paese e pensino ciò che vogliono! Io so chi sono e perché dico o faccio certe cose”.

Ho quindi deciso che da quel momento in poi mi sarei limitata a svolgere il mio lavoro, senza pronunciarmi più su nulla e senza espormi e, se avessi visto qualcosa che non mi piaceva, avrei lasciato correre… e così sto facendo anche ora… non ho più voglia di stare male e di farmi il fegato marcio!

Però non posso pensare di trascorrere altri 5 anni in questo modo. Se non sono d’accordo con qualcosa non riesco a stare zitta, indipendentemente da chi quella cosa la dice… se mio padre fosse ancora vivo avrebbe sicuramente qualcosa da dire in merito!

Poi, per carità – come dicevo con altre parole all’inizio di questo scritto – le regole sono regole, gli ordini sono ordini, e si rispettano… ma, come dice il Presidente, “non ce l’ha mica detto il dottore di fare i dirigenti”… e siccome non mi ha costretto nessuno e, grazie al cielo ho una vita ed una professione al di fuori dell’Unione, a queste regole io decido che non ci sto e mi faccio da parte.

Ho sempre cercato di non far trasparire questo mio malessere, però negli ultimi tempi, nonostante i miei sforzi, temo di non esserci riuscita del tutto.

Vi assicuro che non è facile scrivere queste cose. Significa ammettere che il progetto al centro degli ultimi 10 anni della mia vita è andato in pezzi… lo vivo come un fallimento personale! E a nessuno piace fallire!

Non ho mai pensato di fare la dirigente a vita, ma neanche di concludere la mia esperienza in così breve tempo e in questo modo… senza aver lasciato un segno, per quanto piccolo ed insignificante.

Ma così è e devo farmene una ragione, come mi sono fatta una ragione di tante cose nella mia vita.

Per me è stato un onore entrare a far parte della Direzione Nazionale, è stato bello percepire di fare qualcosa di importante ed utile per tante persone… ma non sento più che sia così; non sento che ciò che sto facendo sia davvero utile per qualcuno… e non mi interessa un titolo da sfoggiare se non è pieno di contenuto.

Certo, potrei – ammesso e non concesso che mi fosse chiesto – decidere di far parte del prossimo Consiglio Nazionale (senza entrare in Direzione) – sicuramente la situazione non sarebbe altrettanto pesante – ma in questo modo avallerei una condotta che personalmente non condivido.

Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi hanno aiutato e sostenuto, che hanno creduto in me e hanno arricchito la mia vita. Ringrazio anche il Presidente per tutto quanto dal 2010 mi ha insegnato – e vi assicuro che è tanto – e mi dispiace davvero molto aver perso la sintonia che c’è sempre stata con lui sin dalla prima volta che ci siamo parlati.

Chiedo scusa a tutti coloro che ho deluso.

Se dopo questo scritto il Presidente mi chiederà di fare un passo indietro lo farò, altrimenti porterò a termine il mandato con l’impegno, la dedizione e lo spirito collaborativo che hanno sempre contraddistinto il mio operato.

Mesi fa dissi al Presidente che da me non gli sarebbero mai arrivate pugnalate alle spalle ed è per questo motivo che ho condiviso con lui questo scritto prima di renderlo pubblico.

Katia Caravello

“Breve risposta del Presidente Nazionale”

Carissima Katia,

accanto alle note positive che ho molto apprezzato, nel tuo scritto ci segnali come un fallimento del tuo progetto di vita associativa quello che, per la mia esperienza, tenderei piuttosto a definire come un disagio. So bene infatti come la carica, la posizione, la fatica dell’impegno, conducano sovente a critiche, incomprensioni e fraintendimenti, dandoci a volte sensazioni di stanchezza e facendoci dimenticare i tanti motivi di orgoglio e compiacimento che dobbiamo avere per un lavoro ben eseguito, per un traguardo raggiunto.

Ricordo la tua prima presenza tra noi al Congresso del 2010, giovanissima delegata di Varese, quando hai aderito al nostro progetto di rinnovamento associativo che hai poi perseguito anche in anni difficili, sia pure colta da qualche incertezza, di tanto in tanto, come è normale per tutti.

Nel 2015 abbiamo dato avvio a un grande processo di rinnovamento associativo con il Congresso, le modifiche allo statuto, il Consiglio Nazionale e la Direzione in pratica completamente nuovi rispetto al passato.

In questi cinque anni memorabili, abbiamo cominciato a praticare, tutti insieme, quegli elementi di innovazione sui quali avevamo lavorato e ancora stiamo lavorando. Certo con fatica, a volte con qualche delusione, perfino con la sensazione di non essere ascoltati e compresi. Ma siamo arrivati fin qui con dignità e onore. Stiamo per aprire la pagina di un nuovo centenario dell’Unione, abbiamo fronteggiato mesi terribili di emergenza sanitaria; consolidato le nostre risorse e ne abbiamo aggiunte di nuove; creato servizi, rafforzato attività, potenziato strumenti di lavoro, sostenuto le nostre sezioni sul territorio. E tanto, tanto altro ancora…

Con affetto e amicizia, pertanto, desidero dirti che non riesco a scorgere alcun fallimento personale in tutto questo. E so che anche tu, con una riflessione meno severa verso te stessa saprai rintracciare mille ragioni per non essere così aspra nel tuo giudizio.

Non ho mai chiesto a nessuno passi indietro, di lato o verso chissà dove. Non credo a questa roba. Ho sempre chiesto a tutti di tenerci per mano, di camminare insieme, di vincere come squadra, di raggiungere gli obiettivi in un percorso fianco a fianco, senza dimenticare o lasciare indietro nessuno.

Per questa ragione, non solo non ti chiedo passi indietro, ma ti prego di rimanere al tuo posto e portare a conclusione il tuo e il nostro lavoro, come ciascuno di noi ha scelto di fare e deve fare, a dispetto di tutto.

Il nostro dovere è servire l’Unione. Nei modi e tempi richiesti, secondo i talenti che ciascuno di noi possiede e può dare.

Averlo fatto ai più alti livelli è già motivo di orgoglio. Poterlo fare ancora in futuro, è speranza e ambizione legittima.

Mario Barbuto

Il Congresso Nazionale – Una speranza per il nuovo centenario, di Massimo Vita e nota del Presidente Nazionale

Come molti sapranno, ero tra coloro che avrebbero voluto un rinvio dell’anno congressuale perché ritenevo e ritengo che, in questa situazione pandemica, non si potevano svolgere in serenità tutte le operazioni previste.

Le scelte sono state, legittimamente, altre e io per primo ho operato nel mio territorio affinché tutto si svolgesse regolarmente e nella massima sicurezza.

Devo dire che nelle assemblee a cui ho preso parte in presenza o a distanza, dei rischi li abbiamo corsi.

Per fortuna tutto è andato bene e ora dobbiamo guardare al futuro.

Non credo, come alcuni, che i dirigenti nazionali stanno operando le scelte con un calcolo di convenienza, per conservare il potere e anche se così fosse, la colpa non sarebbe loro ma di chi non riesce a lavorare per mettersi in gioco e avanzare proposte alternative credibili.

Dunque, sgombrato il campo da inutili dietrologie, provo a lanciare delle proposte in vista del Congresso.

Devo dire che le ipotesi avanzate dal Presidente nazionale, di svolgere le assemblee precongressuali e delle conferenze tematiche, mi convince ma credo che vi sia un aspetto da non trascurare: come si potrebbero raccogliere le firme per comporre una lista se i delegati non si possono incontrare fisicamente?

Potremmo riflettere, spero il Consiglio nazionale lo faccia, sulla opportunità di cancellare, solo in questa occasione, la necessità di raccogliere le firme prima di presentare le liste o almeno, di prevedere che le liste presentate possano essere sottoscritte in Congresso pena l’annullamento.

Una seconda proposta riguarda un tema, a mio avviso importante per il futuro associativo: come dovrà configurarsi l’I.Ri.Fo.R. rispetto alla legge sul terzo settore?

Sarebbe utile aprire un confronto su questo tema per arrivare all’appuntamento con una idea condivisa e non farci cogliere impreparati.

Una commissione di esperti nominati in sede di coordinamento enti ha avanzato delle proposte che andrebbero sviscerate con la base associativa.

Le ipotesi sono tre:

Una prevede la trasformazione dell’istituto in una fondazione a partecipazione con soci Uici, Biblioteca Regina Margherita e Federazione;

la seconda prevede la trasformazione in associazione ma si devono individuare i soci;

la terza ipotesi, da non trascurare, prevede di non entrare nel terzo settore e quindi lasciare invariato lo statuto ma, in questo caso, si perderebbe la qualifica di onlus.

Chi scrive predilige la prima ipotesi facendo in modo che i soci posseggano quote diverse per dare all’Uici la maggioranza della fondazione.

In questa ipotesi il Presidente potrebbe sempre essere un rappresentante Uici ma dovrebbe essere eletto.

Un altro tema che mi permetto sommessamente di suggerire, per un confronto con la base, è quello di ridurre gli enti che di disabilità visiva si occupano e in particolare:

è ancora necessario che vi siano Biblioteca, Stamperia di Catania e Federazione pro Ciechi?

Non si tratta di un tema facile ma penso che sarebbe opportuno aprire una riflessione perché con un unico ente si potrebbero gestire meglio le varie attività e diminuire le inutili e dispendiose sovrapposizioni.

Devo dire, con piacere, che nel coordinamento degli enti si sono fatti molti passi avanti grazie al lavoro del presidente Barbuto ma, proprio perché abbiamo verificato che il lavoro unitario è possibile, dobbiamo riflettere su un passaggio successivo.

Spero di aver contribuito positivamente al dialogo precongressuale e certamente non mancherò di offrire il mio contributo in futuro in tutte le sedi possibili.

Massimo Vita

Nota del Presidente Nazionale

Caro Massimo, grazie per le idee e i suggerimenti.

Desidero qui rassicurare te e tutti circa le procedure relative alle candidature congressuali. La commissione di Garanzia eletta nel novembre scorso dal Consiglio Nazionale sta predisponendo moduli e modalità di presentazione e di sottoscrizione semplici e di facile gestione.

Indipendentemente dall’emergenza sanitaria, le firme saranno raccolte con procedura elettronica digitale e l’identificazione dei firmatari avverrà sulla base dei documenti di identità e di una dichiarazione audio e video in diretta dinanzi alla commissione di Garanzia, tramite la piattaforma Zoom.

Come si può constatare, non saremo proprio il top della tecnologia, ma qualcuno, anche da queste parti, sa il fatto suo in materia.

Inoltre dobbiamo tutti lavorare per sburocratizzare e snellire, con l’unico obiettivo di favorire il top della partecipazione e del protagonismo di ognuno di noi in seno al Congresso.

Invito te e tutti i soci a guardare con fiducia al nostro apparato tecnico-organizzativo che lavora e lavorerà nel superiore interesse dell’Unione e nel rispetto assoluto dei Diritti di ciascuno.

Il Regolamento e lo Statuto associativo sono adeguati alle necessità e non credo occorra alcuna modifica o deroga.

Mario Barbuto

Roma disabili: presentazione Disegno di Legge

Si terrà mercoledì 15 Luglio alle ore 10.30 a Roma presso la Sala Capranichetta, (Piazza Montecitorio 125) la presentazione ufficiale della proposta Disegno di Legge “INTERNALIZZAZIONE DEGLI ASSISTENTI ALL’AUTONOMIA E COMUNICAZIONE NELL’ORGANICO DEL MIUR” a cura delle federazioni delle associazioni nazionali a tutela delle persone con disabilità FAND e FIRST.
La proposta di legge mira a stabilizzare nell’organico del MIUR gli assistenti all’autonomia e comunicazione che assistono gli alunni con disabilità grave e gravissima, ai sensi dell’art. 13 comma 3 delle legge 104 del 1992, uniformando la disciplina giuridica nel nostro territorio e garantendo una costante presenza di tale figura professionale nel processo educativo e di inclusione degli alunni con disabilità.
La conferenza stampa sarà presieduta dai presidenti delle associazioni nazionali ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS, ANGLAT, ARPA aderenti alla Federazione FAND e dai vertici della Federazione FIRST.

Per informazioni – Segreteria organizzativa: 349.4734380 oppure 328.1145742

Ferrara – Elezione del nuovo consiglio

Martedì 7 luglio, presso gli uffici della sede di Ferrara, si è riunito il nuovo Consiglio della sezione territoriale di Ferrara della Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Sono stati eletti all’unanimità: Mambelli Alessandra – Presidente, Rimessi Renzo – Vice-Presidente, Consiglio Rita – Consigliere Delegato.
Sono inoltre Consiglieri Provinciali : Burgio Alberto e Fortini Davide.
Ricordo poi che la Nostra assemblea del 27-29 giugno ha eletto quale Consigliere Regionale, Marco Trombini e come Delegato al prossimo Congresso Nazionale Renzo Rimessi.
Il Consiglio ringrazia i Consiglieri uscenti, Amaroli Giampietro, Argentesi Loris e Marchetti Renzo per l’apporto dato nella precedente legislatura.
Il nuovo Consiglio ha subito iniziato i lavori, sia riepilogando le iniziative già programmate e purtroppo spostate a causa del coronavirus, sia mettendo in cantiere nuovi progetti per il futuro.