Campus Microsoft di Redmond, WA, Stati Uniti
Il 18 e il 19 ottobre 2017 il dirigente nazionale Vincenzo Zoccano, con il sostegno dell’Ufficio Relazioni Internazionali, ha partecipato in rappresentanza dell’Unione all’evento “Connecting with Microsoft Summit”, organizzato dal gigante mondiale delle TIC per mostrare quanto già realizzato nel settore dell’accessibilità dei suoi prodotti e per creare una rete di collaborazione. All’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, presente insieme ad alcune delle più importanti organizzazioni di persone con disabilità visiva del mondo (ONCE, RNIB, American Council of the Blind, Vision Australia), è stato chiesto di dare il suo contributo dal punto di vista tecnico per migliorare l’accessibilità dei prodotti, collaborando all’impegno della Microsoft affinché le TIC siano accessibili a tutte le persone con disabilità.
Archivi autore: Simona Sciaudone
Il lavoro nel II semestre del CTSN Fisioterapisti & Massofisioterapisti, di Giovanni Cancelliere
Carissimi colleghi e colleghe,
siamo giunti ad un anno di attività. Sui primi 6 mesi è già stata inviata una relazione, ora verrà completata con il lavoro svolto successivamente.
Il comitato aveva già segnalato difficoltà di comunicazione nei vari passaggi tra la sede centrale e la periferia. Si è cercata una soluzione, ossia creare un gruppo whatsapp che riunisce tutti i coordinatori regionali, in modo da rendere più snelle le comunicazioni e avere un feedback più immediato, è stato creato un gruppo chiuso su facebook per avere un ulteriore canale dove postare le notizie, lasciando comunque attiva la comunicazione standard per chi non usa smartphone o simili.
Nella relazione precedente era stato detto che il comitato si sarebbe impegnato nell’organizzazione di un corso formativo con il sostegno dell’I.RI.FO.R. Il primo giugno è stato approvato il co-finanziamento: i dettagli sono presenti nelle circolari I.RI.FO.R. n. 27 e 28.
Sempre prendendo spunto dalla suddetta relazione, il comitato ha provveduto a modificare il DDL D’ambrosio-Lettieri adattandolo alle esigenze odierne. Il documento è stato acquisito dalla direzione nazionale a fine settembre come gli altri documenti in possesso del Vicepresidente Avv. Stefano Tortini, sulle valutazioni giurisprudenziali consegnate a giugno.
A seguito della riunione delle commissioni, tenutasi a Tirrenia a fine aprile, il comitato ha apportato alcune modifiche al questionario pubblicato dalla commissione ausili e tecnologie che doveva essere compilato on-line entro il 30 settembre.
A fine maggio è stata organizzata una riunione on-line con i coordinatori regionali. Non tutte le regioni erano presenti. Si è parlato di alcuni corsi che sono stati programmati nelle regioni Lombardia e Abruzzo (il corso in Lombardia deve ancora partire e ci sono ancora posti a disposizione), è stato fatto il punto della situazione sia sulla rilevazione dei questionari, sia sull’esistenza degli albi regionali.
Abbiamo definito le Regioni che hanno attivato gli Albi Regionali a norma del Decreto attuativo N.775 del 1994 e Cirr. del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali che estende anche ai Fisioterapisti non vedenti laureati gli stessi diritti occupazionali a norma della Legge 29 del 1994: si allega elenco in appendice.
Nel mese di settembre, il comitato, preso atto di alcune dichiarazioni inappropriate e lesive per la categoria fatte da esponenti del mondo accademico su formazione in fisioterapia e non vedenti, ha preparato un documento contenente le contro deduzioni ritenute necessarie dal Comitato, evidenziando l’inutilità di rievocare reminiscenze del passato che nulla hanno a che fare con il presente mondo formativo e sociale.
Il documento, non solo è stato approvato dal comitato all’unanimità con votazione palese, ma è stato condiviso dal Presidente Dott. Mario Barbuto e inviato alla Presidenza A.I.F.I.. Ora non resta che attendere il riconoscimento della nostra posizione presso le Istituzioni coinvolte tramite gli Organi Competenti dell’Unione.
Ringraziamo inoltre la presidenza A.I.F.I. per aver condiviso la nostra linea in questa vicenda.
Ci teniamo ad informare tutti voi sulle nuove sfide che ci attendono e i cambiamenti prospettici che si stanno definendo con il DDL Lorenzin sulla creazione delle nuove Professioni Sanitarie del Chiropratico e Osteopata. Saranno anche definite opportune sanatorie dei titoli che ad oggi non ne fanno parte, la creazione degli albi professionali: tutti noi apprezziamo l’impegno che i nostri dirigenti stanno profondendo in questo momento di strutturazione della futura Legge.
Tali risultati sono il frutto di 18 riunioni del Comitato, 4 riunioni di un gruppo di lavoro giurisprudenziale (allargato al collega Olindo Alcini in quanto libero professionista, per tutelare tutte le espressioni lavorative della categoria), tenute in modalità Talkyou,
Riteniamo doveroso aggiornarvi ogni sei mesi per onestà di mandato.
ALLEGATO – ELENCO REGIONI e ALBO PROFESSIONALE
REGIONE N. ISCRITTI
ABRUZZO 9 Si
BASILICATA ? Si
CAMPANIA 63 SI
CALABRIA
E.ROM. 45 Si
FRIULI V.G. NO
LAZIO 12 SI
LIGURIA ? Si
LOMBARDIA ? SI
MARCHE ? SI
PIEMONTE ? SI
PUGLIA 42 SI
SARDEGNA
TOSCANA
TRENTINO A.A.9 SI
SICILIA ? SI
UMBRIA 3 SI
VALLE D’A. NO
VENETO 54 SI
MOLISE NO
LEGENDA
?= Richiesta formulata Uff.ii Reg.ii In attesa di risposta Caselle vuote = nessun riscontro dai coordinatori regionali
Per conto dei Componenti del Comitato
Dott.’Giovanni Cancelliere
Matera 19 ottobre 2017
Concorso europeo di temi sul Braille EBU/ONKYO 2017: annunciati i vincitori
Siamo lieti di comunicare che la giuria costituita dall’EBU per la valutazione degli elaborati selezionati dalle varie giurie nazionali per la fase finale del concorso, tra i cinquantacinque temi pervenuti da 19 paesi diversi, ha scelto quale vincitore del primo premio assoluto un elaborato trasmesso dalla nostra Unione, il tema di Marina Valenti dal titolo: “Braille…an essential tool for the visually impaired or blind”, che si riporta di seguito nella versione originale in inglese e nella versione tradotta in italiano.
Titolo: Braille…an essential tool for the visually impaired or blind.
Why is it the trend nowadays to tell the visually impaired/ blind and their families that Braille is out of date, unnecessary and complicated? Is Braille really no longer a useful and essential tool for people who have little or no sight?
I live in Northern Italy and my daughter was born visually impaired. She has cone rod dystrophy which is a degenerative eye condition and the syndrome she has usually leads to a serious hearing disability too. The doctors underlined early on that one of the constructive steps we could take was to make sure that she learnt Braille as soon as possible. To me it seemed obvious that that was what we would be doing.
As of nursery school, in Italy, a blind/visually impaired child is assigned a professional figure called a typhlologist who is supposedly an expert on all that which is necessary for the inclusion of blind students in the classroom. The exact responsibility of this person is somewhat mystifying but I had imagined that he/she would encourage and promote the use of Braille. In the mainstream classroom, children with sensory problems in Italy are provided with a special needs teacher and another assistant who is responsible to the typhlologist and carries out his or her instructions. We were very fortunate to be assigned a really talented and competent assistant who not only started teaching our daughter Braille, but in a very jocose, fun way, involved the whole class. Right from the beginning it became clear however that the typhlologist did not share the assistant’s enthusiasm for Braille but in fact she began to obstacle the procedure. She argued that visually impaired children should be encouraged to use their remaining sight and that it was psychologically negative and stressful for the visually impaired to have to learn Braille. The assistant and the typhlologist did not see eye to eye and we realised that the assistant’s days were numbered. She left before our daughter completed primary school and there was no longer anyone able to continue with Braille at school. The typhlologist insisted adamently that Braille was too difficult, too stressful, unneccessary, obsolete and insinuated that we were unfair and ambitious parents to expect her to learn this code. We had our daughter continue with braille at home privately but this meant that she was not able to use it at school as a tool. Once you know the rudiments of Braille you have to use it regularly as it’s a skill which requires practice and maintenance if you want to be on a par with your peers.
My daughter is now in her second last year of language high school. She has always been able to cope with mainstream school as she is bright, motiviated and does not have cognitive difficulties.
She hardly has any sight now and can no longer rely on an enlarged document, her hearing has worsened and she now needs a hearing aid too. She is fortunate to have understanding, helpful teachers, special needs teachers and a very caring assistant. Had she had Braille at her finger tips she would be much more autonomous now, instead she has to be supported by many to make school material accessible.
I would like to reach all those parents who are in doubt as to whether the effort of learning Braille is necessary. I would like all those parents who are told that Braille is superfluous to reflect on the following: The school system lacks qualified instructors, resources and time needed to teach braille in the classroom. In most cases braille is discouraged because special needs teachers/assistants do not know braille and they have not been given the right tools to work with. In most cases they too have been brainwashed into thinking braille a waste of time and effort. It is much easier to tell parents
that braille is obsolete than to have to justify that the school or service cannot provide it beacuse it’s an expense.
I find it perplexing that a person with an academic background should consider braille ‘ too difficult’. Shouldn’t music or physics or maths be removed from school for sighted pupils then because it’s generally considered difficult?
Language learning requires 4 skills: writing, reading, listening and speaking. Each skill presents a different cognitive activity and if you are learning a foreign language you are at an enormous disadvantage if you are only able to listen to the spoken language. A foreign language spoken does not allow you to discern the various words. Learning a language like English as a foreign language can be a real headache because there is little correspondence between the phonetics and spelling.
You need to have something ‘tangible’ to be able to organise new language, spelling and structure.
Karen Wolfe of the American Foundation for the Blind reports:” You can’t be literate just listening.
Literacy helps us to communicate and to think. You will never be truly literate without Braille”.
Technology has advanced by leaps and bounds but screen readers and recorders cannot replace the ability to read and write. When giving a speech Braille is the only way to collect thoughts on paper.
Braille is necessary to identify labels, medicine packages, follow directions around a city, read menus in restaurants and so on.
Partially sighted children are forced into bad posture which in the case of our daughter caused bad scoliosis. Eye strain, headaches are part of each day and it is heart breaking watching your child try fathom out what is written on a screen. Braille allows good posture and the visually impaired can save their remainig sight for TV or other pleasure activities.
When Braille is presented to a blind/ v.i child by a competent person and the child understands it’s importance for him, it is neither too difficult nor a strain. Children accept it as natural. Robert Englebretson, Prof of Linguistics at Rice University explained in a presentation:” While sighted children learned to read and write in print is seemed just so natural that I should learn to read and write Braille.” Englebretson speaks about having a core attitude, valuing Braille as both natural and necessary.
Blind individuals deserve a chance at equality, and Braille provides them with this. Listening alone is not enough!
TRADUZIONE DALL’ORIGINALE INGLESE
Titolo: Braille…uno strumento essenziale per gli ipovedenti o i ciechi
Perché c’è oggi la tendenza di dire ai non vedenti e alle loro famiglie che il Braille ormai è sorpassato, inutile e complesso? Davvero il Braille non è più uno strumento utile ed essenziale per coloro che hanno poca o nessuna vista residua?
Vivo nell’Italia settentrionale e mia figlia è nata con una disabilità visiva. Ha la distrofia dei coni, una condizione degenerativa dell’occhio e la sindrome da cui è affetta porta solitamente ad acquisire anche una grave disabilità uditiva. I medici hanno presto insistito sul fatto che una delle azioni più costruttive che potevamo compiere era assicurarci che lei imparasse il Braille il più presto possibile.
A me sembrava ovvio che fosse quello che avremmo fatto.
Nella scuola materna, in Italia, al bambino cieco / ipovedente è assegnata una figura professionale chiamata tiflologo che è presumibilmente un esperto su tutto ciò che è necessario per l’inclusione di studenti ciechi in classe. La responsabilità esatta di questa persona non è molto chiara, ma avevo immaginato che lui o lei avrebbero incoraggiato e promosso l’uso del Braille. In Italia i bambini con problemi sensoriali sono affiancati nelle classi integrate da un insegnante di sostegno e da un altro assistente che agisce sotto la guida del tiflologo e segue le sue istruzioni. Siamo stati molto fortunati a vederci assegnati un’assistente di grande bravura e competenza che non solo ha iniziato a insegnare alla nostra figlia il Braille ma, in modo molto divertente e giocoso, ha coinvolto tutta la classe. Fin dall’inizio, tuttavia, è stato evidente che la tiflologa non condivideva l’entusiasmo dell’assistente per il Braille e in concreto cominciava a ostacolare questo processo. Sosteneva che i bambini con disabilità visiva dovrebbero essere incoraggiati a utilizzare la loro vista residua e che sia psicologicamente negativo e stressante per gli ipovedenti dover imparare il Braille. L’assistente e la tiflologa erano in disaccordo e ci siamo resi conto che i giorni dell’assistente erano contati. È andata via prima che nostra figlia completasse la scuola primaria e non c’è più stato nessuno in grado di continuare a lavorare con il Braille a scuola. La tiflologa era irremovibile nella sua opinione che il Braille fosse troppo difficile, troppo stressante, inutile, obsoleto e insinuava che eravamo dei genitori ingiusti e ambiziosi se ci aspettavamo che lei imparasse questo codice. Nostra figlia ha continuato a studiare il Braille a casa privatamente, ma questo ha significato che non le è stato possibile utilizzarlo a scuola come strumento. Una volta che si conoscono i rudimenti del Braille, è necessario utilizzarlo regolarmente dato che è un’abilità che richiede pratica continua se si vuole essere alla pari con i propri coetanei.
Mia figlia è ora al secondo anno del liceo linguistico. È sempre stata in grado di affrontare la scuola integrata e dato che è intelligente, motivata e non ha difficoltà cognitive. Adesso non ha quasi più residuo visivo e non può più affidarsi ai documenti ingranditi, il suo udito è peggiorato e ha bisogno anche di un apparecchio acustico. È fortunata perché ha accanto a sé comprensione, insegnanti disponibili ad aiutarla, insegnanti di sostegno e un assistente molto attento. Se avesse acquisito padronanza del Braille, sarebbe molto più autonoma adesso, mentre invece ha bisogno dell’aiuto di molte persone perché il materiale scolastico le sia accessibile.
Vorrei farmi ascoltare da tutti quei genitori che sono in dubbio sul fatto che sia necessario lo sforzo di apprendimento del Braille. Vorrei che tutti quei genitori a cui viene detto che il Braille è superfluo riflettano su quanto segue:
il sistema scolastico manca di istruttori qualificati, risorse e tempi necessari per insegnare il Braille in classe. Nella maggior parte dei casi l’apprendimento del Braille viene scoraggiato perché gli insegnanti/assistenti di sostegno non conoscono il Braille e non sono stati dati loro gli strumenti giusti per lavorare con esso. Nella maggior parte dei casi anche loro hanno subìto un lavaggio del cervello per convincerli che il Braille è uno spreco di tempo e di energie. È molto più facile dire ai genitori che il Braille è obsoleto piuttosto che dover giustificare il fatto che la scuola o il servizio non lo può mettere a disposizione perché rappresenta una spesa.
Trovo sorprendente che una persona con studi universitari alle spalle consideri il Braille “troppo difficile”. Allora anche la musica, la fisica o la matematica dovrebbero essere eliminate dalle scuole frequentate dagli alunni vedenti perché sono generalmente considerate difficili?
L’apprendimento delle lingue richiede 4 abilità: scrivere, leggere, ascoltare e parlare. Ciascuna abilità comporta una distinta attività cognitiva e se si impara una lingua straniera ci si trova molto male se si è solo in grado di ascoltare la lingua parlata. Ascoltare una lingua straniera non ti permette di discernere le diverse parole. Imparare una lingua straniera come l’inglese può diventare un vero mal di testa perché c’è poca corrispondenza tra la fonetica e l’ortografia. Devi avere qualcosa di “tangibile” per poter organizzare una nuova lingua, con la sua ortografia e struttura.
Karen Wolfe della Fondazione americana per i Ciechi asserisce: “Non si può essere istruiti solo con l’ascolto. Il saper leggere e scrivere ci aiuta a comunicare e a pensare. Non sarai mai veramente istruito senza il Braille “.
La tecnologia è avanzata a grandi passi, ma i lettori di schermo e i registratori non possono sostituire la capacità di leggere e scrivere. Quando si fa un discorso, il Braille è l’unico modo per appuntare sulla carta i propri pensieri. Il Braille è necessario per leggere etichette, confezioni di medicinali, seguire indicazioni in una città, leggere i menu dei ristoranti e così via.
I bambini ipovedenti sono costretti ad una cattiva postura che nel caso di nostra figlia ha causato una brutta scoliosi. Affaticamento dell’occhio e le emicranie fanno parte della quotidianità e fa male al cuore guardare il tuo bambino che cerca di decifrare ciò che è scritto su uno schermo. Il Braille consente una buona postura e gli ipovedenti possono riservare la loro vista residua per la TV o altre attività del tempo libero.
Quando il Braille viene mostrato a un bambino cieco o ipovedente da una persona competente e il bambino capisce che è una cosa importante per lui, non è né troppo difficile né un peso. I bambini lo accettano come una cosa naturale. Robert Englebretson, professore di linguistica presso l’Università Rice ha spiegato durante una conferenza: “Mentre i bambini vedenti imparavano a leggere e scrivere in nero è sembrato così naturale che io dovessi imparare a leggere e scrivere in Braille”. Englebretson parla di agire secondo un valore fondamentale, la valorizzazione del Braille per il suo fatto di essere naturale e necessario.
Ai ciechi vanno offerte pari opportunità e il Braille fa sì che questo avvenga. L’ascolto da solo non basta!
Bando da 6 milioni di euro per i tirocini per disabili. A carico della regione 800 euro mensili per 1 anno
800 euro al mese fino a 12 mesi. Sono questi i numeri del nuovo bando dell’assessorato al Lavoro della regione Lazio per la promozione dei tirocini extracurriculari per persone con disabilità sia fisica che psichica. Sono 6, inoltre, i milioni di euro a copertura dell’avviso, che serviranno, oltre che per pagare le indennità di partecipazione, per finanziare servizi di tutoraggio specialistico. Complessivamente il bando sarà in grado di coinvolgere circa 500 persone e si chiuderà a esaurimento delle risorse disponibili.
“Grazie alla normativa regionale sui tirocini introdotta a ottobre – commenta l’assessore al Lavoro, Pari opportunità e Personale della regione Lazio Lucia Valente – questo nuovo bando prevede contributi mensili di 800 euro, 300 euro in più rispetto al precedente avviso. Abbiamo avviato l’epoca del riconoscimento e della valorizzazione dell’esperienza del tirocinio. Inoltre, trattandosi di persone con disabilità, in questo caso sarà la regione Lazio a erogare l’intera somma, senza alcun costo per gli imprenditori e per le aziende. Siamo convinti del valore sociale, psicologico e non solo economico del percorso di tirocinio; è necessario favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità che, proprio perché si trovano a fronteggiare molteplici difficoltà nel mercato del lavoro, hanno necessità di misure che facilitino la loro formazione e introduzione in contesti lavorativi. Per questo sosteniamo e promuoviamo con determinazione questi progetti, prevedendo una spesa di 6 milioni di euro – il doppio rispetto al passato – dal Programma Operativo Regionale cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo.
Ragusa – progetto Uici. “Ciechi in terra iblea 2017 l. 289/2002 art. 40 – Ragusa” per l’utilizzo complessivo di n° 13 volontari da impiegare nelle propria sede di Ragusa
La sezione territoriale di ragusa dell’unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti comunica che sul sito istituzionale dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile www.serviziocivile.it è stato pubblicato lo scorso 13 ottobre il bando stra-ordinario per la selezione di n° 860 volontari da impiegare in progetti di servizio civile ai sensi della legge 6 marzo 2001 n° 64.
Fra gli Enti promotori inclusi in questo bando figura anche l’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI, che ha promosso in provincia di RAGUSA un progetto che prevede, nella fattispecie, l’impiego di complessivi 13 (TREDICI) VOLONTARI che saranno impiegati, per 36 ore settimanali, nella propria SEDE DI RAGUSA, per l’accompagnamento “ad personam” di ciechi civili.
Il Servizio avrà la durata di DODICI MESI, i volontari avranno corrisposto un trattamento economico mensile dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile di 433,80 EURO, ed il servizio da loro prestato sarà riconosciuto ai fini pensionistici.
Ciò premesso si informa che possono presentare le istanze di ammissione al servizio volontario civile “cittadini italiani, cittadini degli altri Paesi dell’Unione Europea e cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia”, MUNITI DI IDONEITÀ FISICA, CHE ALLA DATA DI PRESENTAZIONE DELL’ISTANZA DI PARTECIPAZIONE AL BANDO ABBIANO COMPIUTO IL 18° E NON SUPERATO IL 29° ANNO DI ETÀ (28 ANNI E 364 GIORNI).
La domanda di partecipazione degli interessati, CHE DOVRÀ ESSERE INDIRIZZATA ALL’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI – SEZIONE TERRITORIALE “G. FUCÀ” – VIA G. FUCÀ, 2/B – 97100 RAGUSA, dovrà pervenire ENTRO E NON OLTRE le ORE 14,00 DI LUNEDÌ 20 NOVEMBRE 2017, PENA LA ESCLUSIONE DALLA SUCCESSIVA SELEZIONE, a questa Sezione Territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che ha predisposto un apposito modello conforme agli allegati 2 e 3 del Bando straordinario di cui sopra che può essere ritirato presso i propri uffici in cui è possibile prendere pure visione del Progetto di impiego e del Bando Straordinario di Selezione, pubblicato anche nel sito internet nazionale www.uiciechi.it.
Dopo i colloqui di selezione, le cui date saranno rese note con apposita email PEC di convocazione, sarà predisposta la GRADUATORIA DI SELEZIONE che sarà ampiamente pubblicizzata sia presso la propria Sede, sia presso il SITO INTERNET dell’Ente www.uiciechi.it/serviziocivile, sia sulla Pagina Ufficiale FACEBOOK (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Ragusa) della Sezione Territoriale Iblea.
NON È POSSIBILE PRESENTARE DOMANDA PER PIÙ DI UN PROGETTO, A PENA DI ESCLUSIONE DALLA PARTECIPAZIONE A TUTTI I PROGETTI CUI SI RIFERISCE IL PREDETTO BANDO.
Tutti i ragazzi e le ragazze interessate allo svolgimento del servizio civile potranno avere informazioni specifiche relative al Bando, al progetto di SCN “CIECHI IN TERRA IBLEA 2017 L. 289/2002 ART. 40 – RAGUSA” ed al Servizio Civile in appositi incontri tematici che saranno organizzati e che si svolgeranno nelle orari pomeridiani di apertura della Sezione Provinciale Iblea, dalle ore 16,00 alle ore 19,00, presso i locali della sede sociale ubicati in Ragusa in Via G. Fucà, n° 2/B. Nel contesto degli incontri saranno trattati temi attinenti l’ordinamento del servizio civile con particolare riferimento al servizio civile volontario, alla esperienza formativa dello svolgimento del servizio civile e alla carta etica, e alle attività previste nel progetto specifico di questo Ente. Agli incontri interverranno il personale dell’Ente, l’utenza beneficiaria dei servizi e delle attività previste nel progetto.
Per ogni ulteriore informazione gli interessati potranno rivolgersi, nelle ore di ufficio, a questo Ente, ubicato a Ragusa in Via G. Fucà, n° 2/B – Tel. 0932.622201, che per venire incontro alle esigenze degli interessati ha già approntato lo schema di domanda con gli allegati da accludere per la partecipazione alla selezione dei volontari, disponibile presso la propria sede e può essere scaricato anche dalla pagina FACEBOOK della Sezione Territoriale Iblea, unitamente al progetto ed al bando pubblicato dall’Ufficio nazionale di Servizio Civile.
Assunzioni nel settore pubblico (GU 74 – Serie Speciale – Concorsi ed Esami)
Tipologia di richiesta: Avviso relativo al reclutamento di n. 2 unità di personale da inquadrare nel profilo professionale di “coadiutore” della seconda area, posizione economica F1.
(rif. GU n. 74 del 29-9-2017)
Sede di lavoro: Ministero dell’Economia e delle finanze – sede di Perugia
Modalità di avviamento: d’ufficio. NOTA BENE: Si avvertono i soggetti interessati di non inoltrare domanda di partecipazione, poiché l’avviamento avverrà esclusivamente per chiamata numerica a cura del Centro per l’Impiego di Perugia, secondo l’ordine della graduatoria risultante nelle liste del Centro medesimo
Scadenza: 30 giorni, dalla data di pubblicazione
Informazioni utili: presso il Centro per l’Impiego di Perugia per chiedere la posizione utile in graduatoria e presso la Sezione territoriale UICI locale tel. 075/5004681.
Tipologia di richiesta: Selezione ad evidenza pubblica per N. 1 posto di esecutore area amministrativa a tempo indeterminato e pieno, categoria B, posizione economica B1 – riservato ai disabili di cui all’art. 1 della legge 68/1999
(rif. GU n. 74 del 29-9-2017)
Sede di lavoro: Città di Ercolano (NA)
Requisiti richiesti:
iscrizione nelle liste della legge n. 68/1999;
iscrizione nell’elenco dei disabili disoccupati tenuto dal Servizio per l’Impiego, Collocamento Obbligatorio della Città Metropolitana di Napoli;
licenza scuola dell’obbligo;
conoscenze di base della lingua inglese;
conoscenza delle applicazioni più diffuse. In particolare:
word processor;
fogli elettronici;
database;
applicazioni internet.
Il bando è consultabile alla pagina www.comune.ercolano.na.it
Modalità di partecipazione: per titoli ed esame-colloquio. La domanda di partecipazione dovrà essere presentata, alternativamente:
consegna a mano presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, Archivio e Protocollo del Comune – Corso Resina, 39 – 80056 Ercolano (NA);
consegna per mezzo raccomandata con avviso di ricevimento indirizzata alla Città di Ercolano, Sezione Gestione e Sviluppo delle Risorse, O.M. Corso Resina, 39 – 80056 Ercolano (NA).
Sulla busta andrà riportata la dicitura: “Selezione per l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di n. 1 soggetto appartenente alla categoria dei disabili disoccupati con il profilo di Esecutore area amministrativa, cat. B, pos. B1”.
a mezzo PEC al seguente indirizzo: protocollo.ercolano@legalmail.it
La domanda di partecipazione dovrà essere inviata da una casella elettronica PEC appartenente al candidato. La PEC dovrà riportare nome, cognome ed indirizzo e nell’oggetto andrà riportata la dicitura “Selezione per l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di n. 1 soggetto appartenente alla categoria dei disabili disoccupati con il profilo di Esecutore area amministrativa, cat. B, pos. B1”.
Scadenza: 30 ottobre 2017
Informazioni utili: al Responsabile della Sezione Ufficio gestione e sviluppo delle risorse – organizzazione e metodo – Tel. 081/7881213-214.
Sommario rivista “Il Progresso” n. 19 16-31 ottobre 2017
Sommario
Cronaca- Lo scoop di Daphne Caruana Galizia sui legami tra il premier maltese e il regime azero (di Stefano Vergine)
Cultura- Cosa resta oggi del mito di Ernesto Guevara (di Jon Lee Anderson)
Scienza- Onde gravitazionali, catturato un nuovo tipo di segnale (di F. Q.)
Scuola- Lasciate uscire i bambini da soli. Non educateli alla paura (di Alex Corlazzoli)
Internet- Le connessioni sicure WiFi non sono più sicure
Viaggi- Sant’Elena in aereo: ora l’Isola di Napoleone non è più in esilio (di Antonio Oleari)
Per informazioni sulle riviste, sui costi e modalità di abbonamento è possibile visionare il Listino abbonamenti 2017 al link http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp
Sommario rivista “Kaleidos” n. 19 16-31 ottobre 2017
Sommario
Non sediamoci! (di Anna Tagliacarne)
Femminilità nuova (di Antonella Fiori)
Nasce «Slash Magazine»! (di Luisa Bartolucci)
Ti uccido col cric o ti brucio? (di Alina Rizzi)
Tumori femminili: la difficile scelta dei test genetici (di Antonella Franchini)
Guida alla salute delle donne
Per informazioni sulle riviste, sui costi e modalità di abbonamento è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2017 al link http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp
Non abbandoniamo il Centri Territoriali di Supporto, di Gianluca Rapisarda
Recentemente, presso la prestigiosa sede romana della Fondazione Besso, si è tenuta la presentazione del libro edito da Erickson, intitolato “Storie di scuola”.
Alla predetta iniziativa, organizzata dal CTS di Roma “Edmondo De Amicis”, tra i cui operatori, figurano molti degli autori del libro di cui sopra, chi scrive ha avuto l’onore di essere invitato insieme ad altri esperti di inclusione.
Innanzitutto, con il presente contributo, lo scrivente vuol congratularsi con gli autori per l’ottima fattura del libro, rammaricandosi tuttavia di non averlo potuto leggere autonomamente, in quanto l’opera manca di formato accessibile. Al riguardo, durante la manifestazione, chi scrive ha colto l’occasione per offrire agli autori la propria disponibilità a coinvolgere le Istituzioni Pro ciechi perché trascodifichino il loro pregevole libro in braille, in nero-braille ed in formato elettronico, al fine di renderlo “inclusivo” a 360° e farlo conoscere all’intero mondo della disabilità.
Nel corso del mio intervento, ho sottolineato che diverse pagine di tale significativo testo dimostrano come insistere soltanto sulla centralità del docente per il sostegno non basta e non giova al processo di inclusione scolastica, poiché la deriva verso la delega al solo insegnante specializzato (tra l’altro troppo spesso desolatamente impreparato od inadeguatamente formato) dell’alunno con disabilità rappresenta una delle principali “distorsioni” del nostro attuale sistema educativo.
Il Miur, abbandonando finalmente posizioni “conservative”, dovrebbe invece ritrovare i principi autentici ed originari della “scuola per tutti e per ciascuno, dell’UDL, (Universal design of learning), dell’individualizzazione e della personalizzazione degli insegnamenti-apprendimenti e del “sostegno diffuso” in tutto il contesto, sanciti dall’ICF dell’OMS del 2000, da tutta la nostra legislazione inclusiva e dall’art 24 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
In quest’ottica, come dimostrato d’altra parte dal libro in questione, non si riesce a comprendere come mai un “tesoro inestimabile” di professionalità, di qualità e di “rete” tra il mondo della scuola, le famiglie e le associazioni dei disabili, quale quello dei Centri Territoriali di Supporto (CTS), possa essere stato dimenticato tout court dal Ministero dell’Istruzione e relegato ad “ectoplasmatiche” Scuole Polo dal recente Decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione.
L’auspicio è che il Miur cambi rotta ed assuma una volta per tutte una visione “strategica” e non solo “emergenziale” sull’inclusione scolastica, rendendo organica al sistema di istruzione e formazione l’azione dei CTS, attraverso ulteriori investimenti in termini di risorse umane e strumentali e la creazione, al loro interno, di sportelli dedicati alle singole disabilità.
Solo l’attenzione alle differenze individuali di tutti gli alunni da parte di tutto il contesto, non considerando più la didattica inclusiva esclusivamente appannaggio del docente per il sostegno e dello studente con disabilità, potrà garantire al sistema scolastico del nostro Paese quel “cambio di paradigma”, raccomandatoci dalla Commissione delle Nazioni Unite il 25 agosto 2016, in occasione dell’esame dello stato di applicazione da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Servizio civile volontario Selezione di volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia
L’UNIONE ITALIANA dei CIECHI e degli IPOVEDENTI – ONLUS – comunica che sul sito del Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile Nazionale è stato pubblicato il “Bando per la selezione di 551 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale in Italia e all’estero”.
I progetti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – ONLUS prevedono l’impiego di n. 48 volontari presso le seguenti Sedi:
Sede
CHIAVARI N. posti 4
CHIETI N. posti 4
FOGGIA N. posti 8
LECCE N. posti 8
MANTOVA N. posti 6
PADOVA N. posti 4
PARMA N. posti 4
POTENZA N. posti 6
RIMINI N. posti 4
I giovani interessati a tali progetti, in possesso dei requisiti previsti dal bando, possono presentare domanda redatta sull’apposito modulo (allegato 2 e 3 del bando) corredandola della documentazione prescritta e indirizzandola direttamente alla sede territoriale dell’Unione che realizza il progetto entro e non oltre le ore 14.00 del 20 NOVEMBRE 2017.
Si fa presente che:
?Gli indirizzi delle strutture presso cui inviare la domanda per partecipare alla
selezione sono indicati nei singoli progetti;
?il bando è consultabile sul sito del DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTÙ E DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE (www.serviziocivile.gov.it) da cui è possibile pure scaricare e stampare il modulo per la domanda (all. 2 e 3); alla domanda dovrà essere allegata fotocopia di un documento di identità in corso di validità;
?i requisiti e le condizioni per essere ammessi alla selezione sono quelli indicati nel bando (art. 3) e nei singoli progetti indicati di seguito;
?le modalità per la presentazione delle domande sono indicate all’art. 4 del citato bando.
?i calendari di convocazione ai colloqui saranno pubblicati sul sito internet della sede titolare del progetto almeno 15 giorni prima del loro inizio come previsto dall’art. 5 del bando. I candidati si devono attenere alle indicazioni specificate nel calendario in ordine ai tempi, ai luoghi e alle modalità delle procedure selettive.
?La pubblicazione del calendario ha valore di notifica della convocazione e il candidato che, pur avendo inoltrato la domanda, non si presenta al colloquio nei giorni stabiliti senza giustificato motivo, è escluso dalla selezione per non aver completato la relativa procedura.
Ogni eventuale ulteriore informazione può essere chiesta direttamente alla Sede territoriale titolare del progetto.
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