Vercelli – Uici Vercelli riconferma Cristina Bozzetta. Presidente a tempo pieno dal 2006, è al terzo mandato

Cristina Bozzetta, presidente della sezione vercellese di UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), resterà alla guida dell’ente per i prossimi cinque anni. Vice presidente è Maria Paola Vaccino. Consiglieri sono Diego Borsetti, Claudio Costa, Enrico Demaria, Daniela Zanetta e Alberto Mugni, nominato consigliere delegato. Revisori dei conti Franco Conti, Andrea Galbiati ed Eleonora Pellizzaro, revisori supplenti Marisa Conti e Giancarlo Motti.

Prima donna a ricoprire l’incarico di presidente della sezione vercellese fin dal 2006, Bozzetta presta la sua opera a tempo pieno. Nata il 22 marzo 1963, nel ’90 ha sposato il consigliere Claudio Costa, atleta paralimpico, vincitore di due ori nella specialità tandem su pista.
Socia dal 1985, coordina il centro di riabilitazione visiva per ciechi pluriminorati gestito in convenzione con l’Asl, realtà di quadrante per le province di Vercelli, Biella Novara, Verbania, fiore all’occhiello della sezione locale di UICI.

“In questi anni abbiamo dato corso a numerose iniziative sia in termini di prevenzione che di sensibilizzazione – dice Cristina Bozzetta – grazie ad Enel Cuore abbiamo acquistato Retimax, apparecchiatura d’avanguardia che consente uno screening approfondito delle patologie della retina. Numerose poi le iniziative di sensibilizzazione degli studenti e di formazione dei docenti e degli operatori sanitari”.

Il futuro è dunque nel segno della continuità, anche se non mancheranno le novità. “Il prossimo 4 luglio – dice ancora Bozzetta – partirà un progetto itinerante dedicato al tema della riabilitazione. Con l’occasione, presenterò il mio libro autobiografico “L’Unica Estate”, una storia fatta di incontri straordinari e di impegno per il raggiungimento di importanti traguardi con l’Unione Ciechi. Sarà un’iniziativa come tante per spronare tutti, con l’obiettivo di ampliare la rete delle collaborazioni tra le associazioni e con il territorio, perché soltanto collaborando possiamo farcela”.

Torino – Notiziario audio 011 News

E’ in rete la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS n. 20/2015 del 22/05/2015. Di seguito il link: http://www.uictorino.it/011news/011news1520.mp3

Tra gli argomenti trattati:
• Albinismo: in programma un incontro per approfondire i rischi legati a questa malattia
• il 2 giugno la Partita del Cuore tra azionale cantanti e campioni per la ricerca. L’I.Ri.Fo.R. ha a disposizione ingressi gratuiti per disabili visivi, ma bisogna affrettarsi
• Sabato prossimo il torneo di Torball organizzato dalla nostra polisportiva

Buon ascolto.

La Biennale di Venezia non risponde sull’accessibilità, di Andrea Bianco

Autore: Andrea Bianco

Sono un non vedente di Bolzano e da 5 anni sono interessato all’arte. Scolpisco legno, marmo e lavoro ceramica (www.biancoandrea.it). Tengo conferenze nelle scuole e all’università per spiegare che con entusiasmo e volontà si possono raggiungere risultati insperati, per aiutare le persone invalide ad avvicinarsi all’arte, per spiegare la necessità dell’accessibilità… Veniamo al dunque. Dodici giorni fa ho telefonato alla Biennale di Venezia chiedendo se alcune opere esposte fossero toccabili da parte di visitatori non vedenti. La risposta è stata: “Boh! E’ la prima volta che ci viene fatta una domanda del genere. Ci mandi una e mail”. Bene… Ho spedito immediatamente una e mail specificando i musei che già mettono a disposizione i loro lavori per i non vedenti. Dopo 12 giorni non ho avuto nemmeno una riga di risposta. Hanno cestinato la mail o sono imbarazzati, perché non sanno come rispondere? Ieri ne ho spedita una seconda allegando la precedente. Mi chiedo, però:
Perché nessuno ha mai posto loro questo quesito? Deve arrivare uno sconosciuto qualsiasi a sollevare una questione di civiltà e integrazione?

Andrea Bianco

Alla scoperta dell’Istituto Paolo Colosimo, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

In occasione della rassegna “Maggio dei monumenti”, tradizionale appuntamento culturale partenopeo, anche i ciechi diventano visibili. Infatti, in queste settimane è stato possibile per molti gruppi poter visitare il prestigioso Istituto Professionale Paolo Colosimo, in cui per decenni si sono formati centinaia e centinaia di non vedenti ed ipovedenti provenienti da tutta l’Italia Meridionale. Dopo aver appreso le notizie circa la fondazione dell’istituto voluto dalla famiglia Colosimo, i visitatori sono stati accompagnati da allievi ed ex allievi, per una volta guide turistiche, alla scoperta delle bellezze presenti nell’ex convento. partendo dalla sala vendite, i visitatori sono stati accompagnati dapprima nella cappella in cui sono presenti antichi dipinti, per poi essere accompagnati nei laboratori dell’istituto. Qui la bella, quanto amara sorpresa. Infatti, come nel laboratorio di tessitura è stato possibile ammirare telai antichissimi adattati alle esigenze dei privi di vista, così nell’antica falegnameria sono stati mostrati gli attrezzi con cui gli allievi, adeguatamente formati, lavoravano il vimini e producevano manufatti in legno che erano utilizzati anche all’interno dell’istituto. Infatti si producevano ausili per la scrittura braille e per lo studio della matematica da parte dei privi di vista. Ma perché la sorpresa è stata amara? Si fa presto a rispondere. Partendo dal presupposto che è doveroso fare un plauso a coloro che tanto si sono impegnati a riaprire i laboratori, quella organizzata non dovrebbe essere una iniziativa estemporanea ed eccezionale, bensì il Colosimo dovrebbe essere visitabile per tutto l’anno e potrebbe rientrare a pieno titolo nei circuiti culturali e turistici della città. Inoltre, e questa è la considerazione più importante, a modesto parere dello scrivente, i laboratori dell’istituto potrebbero essere utilizzati ancora oggi sia per favorire lo sviluppo della manualità degli alunni non ed ipovedenti, sia per appassionarli ad una attività che potrebbe anche diventare fonte di reddito. Probabilmente, senza alcuna lungimiranza, i laboratori sono stati chiusi troppo frettolosamente senza tener conto che essi, Con la crisi dell’occupazione di massa e con la valorizzazione al contempo dei lavori artigianali, chissà se avrebbero potuto consentire a qualche ragazzo con minorazione visiva di intraprendere una diversa professione. Ma forse è giunto il momento di mettersi a pensare tutti insieme alla valorizzazione ed eventualmente alla riconversione degli istituti esistenti, i quali devono ritornare ad essere luoghi in cui i nostri allievi vengano formati ed avviati in maniera concreta all’ingresso nel mondo del lavoro.

Novara – Conferenza stampa on line: Presentazione progetto pilota in Italia, di Daniele Toncelli

Autore: Daniele Toncelli

Inoltriamo comunicato relativo alla conferenza stampa che si è svolta ieri presso Call Network di Novara, in merito alla presentazione del progetto” nuovi spazi lavorativi per ipo e non vedenti” realizzato in collaborazione con la Provincia di Novara.

La registrazione dell’incontro può essere vista e ascoltata al seguente link:

www.ustream.tv/channel/radiolifetv
Daniele Toncelli

Sport- I risultati del week-end

Il week-end appena trascorso è stato denso di eventi sportivi per il nostro GSD.

Il 23 e 24 maggio Si è svolto a Marina di Massa il VII Trofeo Braille di Tiro con l’Arco per persone con disabilità visiva che ha visto i nostri arcieri conquistare il secondo posto in campo femminile (Loredana Ruisi – tecnico-guida: Armando Bonechi) e maschile (Diego Chiapello – tecnico-guida: Mario Porotti).

A Lignano Sabbiadoro, sempre nel week-end, si sono disputati il Campionato Italiano di Società, la Coppa Italia Maschile e la Coppa Italia Femminile di nuoto paralimpico e la Finale del Trofeo “Futuri Campioni”.
Martina Rabbolini ha riportato importanti successi e riscontri cronometrici:
200 misti, prima classificata cat.s11 con il tempo di 3.17:34;
400 stile libero, prima classificata cat. S11 con il tempo di 6.13:52;
100 rana, seconda classificata cat. S11 con il tempo di 1.43:34;
– 100 dorso, prima classificata con il tempo di 1.28:21.

Al Meeting di atletica leggera di Fidenza, sabato 23 maggio, Gaia Rizzi, Guidata da Vanessa Palombini (H2 Dynamic Handysports Lombardia), ha corso i 100 metri in 17.06, a 3 centesimi dal suo personale, e i 200 metri in 36”02, a 3 decimi dal suo personale.
Due buone prove e un’ ottimo auspicio in vista dei Campionati Italiani a Grosseto (13 e 14 giugno).
Nelle stesse gare buoni riscontri cronometrici di Arjola Dedaj 13.63 nei 100 e 27.70 nei 200.

Sempre sabato 23 maggio, a Rimini, il nostro socio Alberto Ceriani (guida Claudio Pellegri) è giunto terzo ai Campionati Italiani di Paratriathlon (categoria non vedenti) nella distanza sprint.

Causa maltempo, è stato annullato il terzo turno del Campionato Italiano di baseball per ciechi. Le partite verranno recuperate il 14 giugno a Bologna.

Risultati e classifiche
Girone Ovest

1. Lampi Milano punti 13 (6-1-1) – media 813
2. Thunder’s Five Milano 10 (5-0-3) – 625
3. Blue Fire Cus Brescia 5 (2-1-3) – 417
4. Patrini Malnate 3 (0-3-5) – 188
Risultati
15 marzo, Patrini Malnate – Lampi Milano (3 a 11 e 1 a 1);
22 marzo, i Patrini Malnate – Thunder’s Five Milano (non disputata causa maltempo)
28 marzo, Thunder’s Five Milano – Lampi Milano (4 a 7 e 3 a 2)
12 aprile, BlueFire Brescia – I Patrini Malnate (7 a 7 e 7 a 5)
19 aprile, Lampi Milano- BlueFire Cus Brescia (16 a 3 e 7 a 4)
26 aprile, Thunder’s Five Milano -BlueFire Cus Brescia (15 a 10 e 12 a 14)
3 maggio, Thunder’s Five Milano – I Patrini Malnate (8 a 1 e 4 a 2)

Girone Est

1. Fiorentina punti 11 (5-1-1) – media 787
2. BolognaWS-Cvinta 10 (5-0-3) – 625
3. Roma All blinds 8 (4-0-3) – 571
4. Tigers Cagliari 0 (0-0-8) – 000

Risultati
15 marzo, Tigers Cagliari – Roma Allblinds (2 a 7 e 1 a 5);
22 marzo, BolognaWS-Cvinta – Tigers Cagliari (11 a 3 e 9 a 2)
29 marzo, Fiorentina BXC – BolognaWS-Cvinta (8 a 4 e 6 a 7)
12 aprile, Fiorentina BXC – Allblinds Roma (15 a 6 e 9 a 1)
19 aprile, Tigers Cagliari – Fiorentina BXC (3 a 8 e 0 a 9)
26 aprile, BolognaWSCvinta – AllBlinds Roma (1 a 9 e 6 a 15)

Intergirone
10 maggio, Thunder’s Five Milano – BolognaWSCvinta (8 a 15)
a seguire: BolognaWSCvinta – I Patrini Malnate (12 a 4)
A seguire: I Patrini Malnate – Fiorentina BXC (9 a 9)
17 maggio, Lampi Milano – Allblinds Roma (9 a 2)
A seguire: Tigers Cagliari – Lampi Milano (8 a 15)
A seguire: Thunder’s Five Milano – Tigers Cagliari (9 a 5)
24 maggio a Sasso Marconi (ore 10:00 Campo Valmarana): Bluefire Cus Brescia – Fiorentina BXC (non disputata causa maltempo)
A seguire: I Patrini Malnate – Allblinds Roma (non disputata causa maltempo)
A seguire: Allblinds Roma – Thunder’s Five Milano (non disputata causa maltempo)

Prossimi turni
2 giugno a Bologna (ore 10:00 Campo Leoni): Bluefire Cus Brescia – BolognaWSCvinta
A seguire: Allblinds Roma – Bluefire Cus Brescia
A seguire: Lampi Milano – BolognaWSCvinta
7 giugno a Firenze (ore 11:00 Campo Cerreti): Lampi Milano – Fiorentina BXC
7 giugno a Firenze (ore 15:00 Campo Cerreti): Fiorentina BXC – Thunder’s Five Milano
7 giugno a Malnate (ore 11:00 Campo Gurian): Bluefire Cus Brescia – Tigers Cagliari
A seguire: Tigers Cagliari – I Patrini Malnate
14 giugno a Bologna, (ore 10:00 Campo Leoni): Bluefire Cus Brescia – Fiorentina BXC
A seguire: I Patrini Malnate – Allblinds Roma
A seguire: Allblinds Roma – Thunder’s Five Milano

Semifinali e finali
20 giugno a Bologna (ore 16:00 campo Leoni): prima semifinale
21 giugno a Bologna (ore 10:00 Campo Leoni): Seconda semifinale
27 giugno a Bologna (ore 16:00 Campo Leoni): Finale

Verso Chianciano, prima di Chianciano, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

(Articolo in due puntate: seconda puntata)
Sebbene con un po’ di ritardo sono a scrivere la seconda puntata del mio articolo per parlare soprattutto di congresso, di formazione e di scelta del gruppo dirigente, di criteri e di metodi per arrivare alla elezione dei componenti del nuovo Consiglio Nazionale e del Presidente.
Il Consiglio Nazionale, che secondo me e secondo lo Statuto sociale è l’organo supremo e fondamentale di definizione, di indirizzo, di verifica di tutta la nostra attività associativa, è costituito in maggioranza da membri di diritto, i 21 presidenti regionali, più venti consiglieri eletti dal congresso a scrutinio segreto con votazione esclusivamente di preferenza, fino a un massimo di tredici nominativi per ogni elettore.
Si aggiunge il Presidente Nazionale che del Consiglio è un membro a tutti gli effetti.
I ventuno presidenti regionali rappresentano ed esprimono il territorio e le sue istanze, nel rispetto di un criterio in grado di imprimere una forte impronta di parità geografica sulle scelte complessive del Consiglio.
I venti componenti di natura elettiva, dunque, più che costituire una sorta di rappresentanza regionale aggiuntiva, dovrebbero rappresentare quel nucleo nazionale unitario di elaborazione e di gestione delle attività associative, con una visione complessiva e globale dell’azione, del ruolo e delle funzioni dell’Unione.
Dovrebbero essere, insomma, i venti consiglieri eletti, il gruppo dirigente nazionale primario posto intorno e accanto al Presidente per supportarne le scelte fondamentali, per vagliarne e criticarne l’operato, per sostenerne l’azione e orientarne le strategie.
Ne deriva dunque la necessità di formulare criteri di selezione che, pur tenendo conto della provenienza territoriale dei candidati, prendano in considerazione anche elementi di qualità e di opportunità.
Bene, abbiamo già selezionato tre criteri chiave che possono guidare le scelte dei congressisti elettori:
qualità, opportunità, territorialità.
La qualità si può e si deve valutare sulla base dell’attività già svolta dal candidato o dalla candidata al servizio dell’Unione sul proprio territorio, negli enti e nelle istituzioni che operano in favore dei ciechi, in tutte quelle altre istanze che aiutano ad avere un profilo associativo sufficientemente chiaro e completo della persona alla quale stiamo accordando la nostra preferenza.
L’opportunità si potrà misurare sulla base della disponibilità di tempo e della facilità a presenziare, anche con elevata frequenza; della libertà da altri gravosi incarichi associativi che potrebbero condizionare perfino negativamente scelte e spazi di impegno; dell’esperienza associativa, amministrativa e manageriale maturata.
La territorialità va apprezzata non solo in base alla stretta provenienza geografica, ma soprattutto in considerazione del gradimento manifestato dai nostri dirigenti sezionali e regionali che hanno avuto modo di misurare impegno, competenza, capacità e dedizione dell’aspirante consigliere nazionale.
Su questa base, tanti più saranno i candidati, tanto maggiore risulterà la libertà di scelta dei congressisti, tanto migliore sarà il gruppo dirigente che verrà eletto dal congresso.
Sento pertanto il dovere di incoraggiare quanti lo desiderino a mettersi in gioco e a confrontarsi in modo pubblico, aperto, franco e trasparente, senza aspettare carrozze dorate sulle quali salire per giungere alla elezione in forza di accordi e voti di scambio che avrebbero il solo effetto di mortificare la qualità dei singoli e di imbarbarire il clima congressuale.
Circa le candidature alla presidenza nazionale, nel salutare positivamente quelle già annunciate, che rappresentano comunque una ricchezza per l’Associazione, da Presidente, sento tuttavia il dovere di sollecitare una maggiore concretezza di obiettivi, una più chiara definizione di strategie e una migliore puntualizzazione di strumenti che ogni concorrente intenderebbe adottare, poiché al momento, purtroppo, abbiamo potuto apprezzare ben poco quanto a programmi innovativi, originali, alternativi e soprattutto realistici.
Non basta e non giova l’effluvio di parole accattivanti, né la mera elencazione dei temi che riguardano e coinvolgono la nostra Associazione.
Gli annunci tipo campagna elettorale, troppo somiglianti a quanto siamo costretti ad ascoltare tutti i santi giorni dai politici nostrani, non servono e non aiutano a scegliere; anzi, a volte provocano perfino la pelle d’oca.
Da un candidato presidente in questo nostro prossimo congresso, mi aspetterei di capire innanzitutto per quali ragioni significative di politica associativa ritiene già giunto il momento e il tempo di sostituire la guida attuale, in carica soltanto da pochi mesi.
Mi attenderei di conoscere, da un candidato presidente, quali risultati così terribilmente negativi sarebbero stati conseguiti negli ultimi mesi, tanto da rendere necessario il repentino cambio di vertice.
Vorrei poter comprendere quali ricette tanto straordinariamente diverse e alternative si intenderebbe attuare, tali da spiegare e giustificare l’urgenza di un ribaltamento della guida associativa attuale a così breve distanza di tempo dalla sua elezione.
Vorrei, infine, ascoltare dai candidati presidenti parole chiare e inequivocabili sulla necessità di pulizia e trasparenza assoluta nei meccanismi di affiliazione dei soci, che dovrebbero essere, ora e sempre, il fine unico e più alto del nostro impegno associativo e non già il mezzo per accrescere il peso numerico e decisionale di qualcuno in seno al congresso.
Ecco, su tutto questo, rifletto da Presidente che porta su di sé il peso e la responsabilità della guida e del possibile passaggio di testimone.
Su tutto questo, rifletto da congressista che si accinge a contribuire con il proprio voto, a designare il futuro presidente dell’Unione che avrà l’onere e l’onore di guidarci per i prossimi cinque anni.
Su tutto questo, da Presidente che incarna la massima rappresentatività associativa, chiedo a ciascuno di noi di riflettere insieme a me:
per non sbagliare;
per scegliere bene;
secondo libera coscienza e con piena cognizione di causa.

I Giardini vaticani “a portata di mano” dei minorati della vista, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Il nuovo percorso multisensoriale nei Giardini vaticani , aperto dal Giugno 2015, si rivolge a persone ipovedenti, non vedenti, sordi ciechi, persone sorde, disabili psichici, e visitatori vedenti , interessati.
Le persone con disabilità motoria potranno accedere all’Aiuola di Hildegarda.
Spiega il Dott. Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’UICI: “L’idea di un percorso di visita plurisensoriale nei giardini Vaticani nasce dalla necessità di dare una risposta al desiderio più volte manifestato dai minorati della vista di poter fruire di un luogo così unico e tanto ricco di spiritualità”.
Aggiunge il Cav. Rodolfo Masto, Presidente della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi: Con tale ambizioso e lungimirante progetto, ci proponiamo di perseguire i seguenti obiettivi:
Consentire alle persone diversamente abili di conoscere e apprezzare gli edifici, i monumenti e le fontane più rappresentativi dei Giardini Vaticani attraverso la diretta esplorazione tattile e qualora non fosse possibile mediante sussidi didattici appositamente realizzati dalla Federazione.
-analizzare ed individuare da un punto di vista non solo botanico o storico ma anche simbolico-religioso, le piante sia arboree che arbustive più interessanti e le essenze più caratteristiche dei giardini.
Il Centro di produzione del materiale tiflodidattico della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi ONLUS di Roma, in collaborazione con la dott.ssa Isabella Salandri dell’Ufficio guide didattiche dei Musei Vaticani ha realizzato il seguente materiale didattico:
Pianta tattile Generale dei Giardini Vaticani apposta all’inizio del percorso. Si tratta di una pianta tattile tridimensionale, in materiale plastico, con supporto colorato e con relativa legenda nero-braille;
Pianta del Giardino all’italiana;
Copertura a conchiglia del museo;
Statua della Zitella;
Pianta della Pinacoteca;
Casina di Pio IV di Pirro Ligorio;
Fontana dell’aquilone;
Grotta di Lourdes ;
Tavole tattili di alcune piante ed essenze;
Pianta dell’Aiuola di S. Hildegarda di Bingen.
All’interno del giardino sono state programmate n. 5 tappe con la lettura tattile delle emergenze architettoniche e scultoree, che sarà possibile grazie a lastre termoformate in pvc trasparente (spessore 300 micron, dimensioni delle tavole formato  A2, mm 297 x 420) da rilegare a libretto.
Tale libretto, in nero Braille ed a colori a forte contrasto, permetterà una facile lettura e possibilità di portarlo con sé lungo la visita.
Le tavole in formato A2, invece, sono state realizzate con materiale resistente agli agenti atmosferici e poste su appositi leggii all’inizio del percorso.
Precisa l’Arch. Innocenzo Fenici, Segretario Generale della Federazione: “ Al progetto hanno lavorato alacremente e con grande competenza due nostri tecnici per il disegno in tre dimensioni e l’uso della relativa macchina a controllo numerico per la formazione dei prototipi.
A loro va tutta la nostra gratitudine per l’ottimo risultato raggiunto, come d’altronde, un sentito e vivo ringraziamento ci sentiamo di rivolgere anche agli operatori dei Giardini, che ci hanno fornito tempestivamente i disegni dei vari monumenti, consentendoci di realizzare e di consegnare in tempi rapidi i prototipi in rilievo con le relative didascalie nero Braille.”
La visita durerà circa due ore e si potrà effettuare il sabato mattina alle 10,00 o altri giorni a richiesta per gruppi di max 5 persone non vedenti con rispettivi accompagnatori.
Le visite potranno essere effettuate anche in lingua inglese, francese, e tedesca.
Per la persona disabile e per il relativo accompagnatore il biglietto sarà gratuito come il servizio guida.
Su richiesta, a pagamento, anche il pubblico normodotato e i bambini potranno fruire dello stesso itinerario plurisensoriale.

Riflessioni e proposte per la nostra Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, di Peppino Simone

Autore: Peppino Simone

Questo breve scritto rappresenta un contributo che desidero offrire alla riflessione di tutti coloro che intendono arricchire di contenuti e di suggerimenti il nostro dibattito.
Ritengo questa fase ancor più importante dello specifico momento congressuale che, come ben sappiamo, si caratterizza per dinamiche volte all’elezione dei gruppi dirigenti, più che alla focalizzazione dei temi e delle priorità nell’attività associativa.
Non si tratta, appunto, di caricare di eccessive aspettative il momento congressuale, ma molto più serenamente di rispondere ad un effettivo bisogno di fissare, innanzitutto per me stesso, alcuni indirizzi che ritengo fondamentali per orientare il nostro itinerario di riscatto umano e civile.
Quanto sinteticamente esporrò, non è il frutto accademico di un’analisi puramente astratta della condizione dei ciechi italiani, ma rappresenta il risultato di una trentennale intensissima attività associativa contraddistinta da un continuo, vivo contatto con i nostri soci, mai privo di rapporti istituzionali che, nei diversi ambiti di competenza, costituiscono l’approdo irrinunciabile per stabilizzare servizi moderni ed efficaci.
Se è vero che la gran parte dei nostri associati è costituita da non vedenti che hanno incontrato la cecità in età avanzata, ciò non ci deve mai far trascurare la formidabile tensione che in quasi un secolo di storia ha caratterizzato l’impegno dei dirigenti associativi succedutisi nei decenni alla guida dell’Unione: si è sempre ben compreso che l’istruzione, la formazione e la dignitosa conquista del lavoro costituiscono le uniche solide basi per il riscatto dei ciechi.
Sino quasi alla fine degli anni settanta del ‘900, vi era un assetto definito del sistema organizzativo che, pur con i suoi limiti, riusciva a fornire opportunità di cui tantissimi non vedenti hanno potuto godere.
Il caotico e non preparato passaggio al modello che semplicisticamente viene definito dell’inserimento e dell’integrazione scolastica, ha prodotto conseguenze devastanti nei percorsi formativi, nel trattamento degli effetti secondari della minorazione, con la totale sottovalutazione, o meglio, con l’assoluta incomprensione della necessità imprescindibile nella acquisizione di multiformi competenze ed abilità irrinunciabili per un giovane non vedente che voglia incamminarsi nel difficile percorso della vita solidificando la propria interiorità e strutturando le proprie abilità.
Il problema della formazione del personale educativo e formativo, si è trascinato e continua a trascinarsi in modo indecoroso da decenni con ricadute inaccettabili ormai su generazioni di giovani non vedenti e sulle loro famiglie.
Abbiamo sempre più la sensazione sgradevole di isolamento, di dispersione, approssimazione ed abbandono che, senza un instancabile impegno dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ci farebbe precipitare agli albori dell’istruzione dei ciechi.
Occorre prendere definitivamente coscienza del piano inclinato su cui si sta precipitando e, comunque, come i rimedi che vengono prospettati spesso siano velleitari, inefficaci e ulteriormente peggiorativi.
Tante volte si ha l’impressione di una fatica di Sisifo: nessuno controlla nulla e del resto come potrebbe e che cosa dovrebbe controllare un’autorità priva di specifica competenza in tale ambito.
Le università italiane che un legislatore distratto e ignaro ha posto al centro del sistema formativo del personale, ne è priva quasi totalmente, non ha alcuna tradizione storicamente consolidata e concretamente verificata; quindi, manca di esperienza in materia, con la conseguenza di saltare a piè pari duecentocinquant’anni di riflessione teorica e metodologica, per non parlare della pratica didattica totalmente assente.
In tal senso non siamo mai riusciti a salvaguardare il formidabile patrimonio, prima ancora che materiale, soprattutto educativo dei nostri istituti. Era e continua ad essere in tali luoghi la leva da azionare per reindirizzare il sistema italiano dell’istruzione dei ciechi. Occorre pensare pragmaticamente ad un ruolo molto più attivo, autorevole e legalmente riconosciuto per tali istituti, a cui le scuole in maniera cogente devono riferirsi quando si tratta di educazione ed istruzione dei non vedenti.
Il problema è davvero complesso e richiederebbe ben più approfondita trattazione che sicuramente saremo in grado di sviluppare.
Noi ciechi che, grazie all’illuminata opera di uomini come Augusto Romagnoli, Paolo Bentivoglio, Enrico Ceppi e tantissimi altri tiflologi italiani ed europei, abbiamo acquisito una maturità teorica e dato vita ad esperienze d’avanguardia nel campo educativo, ci vediamo oggi letteralmente sommersi da improbabili ideologismi che si scontrano impunemente passo dopo passo con la realtà e resistono testardamente all’evidenza dei fatti.
Si riesce addirittura ad immaginare la corbelleria di utilizzare un simile personale di sostegno così maldestramente preparato, come fulcro della formazione di tutto il personale scolastico.
Poi, è preferibile tacere sulla totale assenza di una qualsiasi valutazione economico-finanziaria di tale impostazione.
Ovviamente, si fa gran confusione tra informazione, sensibilizzazione e formazione. Senza alcun dubbio risulta irrinunciabile il bisogno di un’alta scuola specialistica che, sul cammino tracciato dalla Scuola di metodo, possa ridare rigore, garanzie formative e fondarsi sul bisogno di ricerca aggiornata. Forse, è il caso di non moltiplicare in maniera spropositata gli enti autorizzati alla gestione della formazione. Le risorse umane e finanziarie devono essere gestite al meglio e, sullo stile della tedesca Blista, riportare ad unità ciò che è stato largamente disperso.
Ma, dove e quando i nostri ragazzi possono svolgere in modo sistematico e qualificato le attività non strettamente disciplinari scolastiche?
Come acquisire una graduale conquista volta all’autonomia personale?
Come potersi confrontare in maniera sistematica con altri non vedenti che in passato erano una risorsa ed uno stimolo formidabile per i più piccoli nell’indicare una via di riscatto e di emancipazione?
Noi minoranza delle minoranze dobbiamo ben capire il rischio che corriamo e, assolutamente, definitivamente rimboccarci le maniche, armarci del coraggio sorretto dall’intelligenza per tirarci fuori da questo mare magnum di inconcludenza e di declino.
Dato il numero esiguo dei casi, la loro dispersione territoriale e la sempre maggiore presenza di minorazioni aggiuntive, occorre comprendere che si rendono necessarie scelte identitarie di aggregazione che consentano di ottimizzare le scarse risorse.
Abbandoniamo il piccolo cabotaggio e valutiamo con maggiore umiltà le scelte operate negli altri paesi europei.
Nel frattempo strutturiamo servizi più interdipendenti ed interconnessi, innanzitutto stabilendo un rapporto più osmotico tra Biblioteca di Monza, Agenzia per la prevenzione e Federazione delle Istituzioni pro Ciechi, senza trascurare l’importanza dell’IRIFOR.
Non è proprio il caso di buttare braille a casaccio senza una continua consulenza scolastica ai ragazzi ciechi, ipovedenti, alle loro famiglie ed ai loro insegnanti.
Non è possibile produrre testi per ipovedenti senza un preventivo controllo oculistico-funzionale che possa seriamente indicare le caratteristiche di detto lavoro.
Quante volte ci è accaduto di constatare l’assurdità delle richieste scolastiche che è stato possibile correggere solo grazie alla competenza e sistematica attenzione critica dei nostri esperti!
Per quel che è stato possibile, la nostra ben solida consapevolezza ci ha sempre guidato nelle interlocuzioni istituzionali e sul nostro territorio regionale sono stati articolati servizi diffusi e multiformi che sorreggono i nostri ragazzi nella loro crescita e nei loro studi:
Sono state conquistate leggi regionali e stipulato convenzioni che, pur nei limiti della patologica, italica provvisorietà, abbiamo l’orgoglio di possedere, qualche volta anche rispetto a tante regioni settentrionali.
I nostri ragazzi sono seguiti a casa nelle ore pomeridiane da educatori da noi preparati, che spesso rappresentano l’unica àncora a cui aggrapparsi ed un veicolo di comunicazione e di guida nei confronti degli insegnanti di sostegno e curriculari.
Tali educatori sono molto, dico molto più stabili degli insegnanti di sostegno, con i quali si ha sempre l’impressione di lavorare a vuoto, poiché quando si avvicinano le date per richiedere trasferimento, tutto sembra svanire.
I nostri giovani possono frequentare corsi di orientamento e mobilità, possono seguire studi musicali e vengono continuamente sollecitati ad acquisire buone competenze informatiche da noi ritenute basilari per l’autonomia negli studi e nel lavoro.
Tanti di loro svolgono pratiche sportive e partecipano a momenti di socializzazione che consentono incontri ed amichevoli scambi di esperienze e di consigli.
Come si può ben intendere, oggi tutto ciò rischia di essere distrutto o gravemente ridimensionato con conseguenze avvilenti, non solo per i ragazzi, ma per tutti i non vedenti che traggono beneficio e incoraggiamento dalle attività dell’UICI e delle sue organizzazioni collaterali.
Anche nella scelta degli studi superiori spesso si considerano prioritarie le necessità logistiche o si ritiene ininfluente tale scelta ai fini di un inserimento lavorativo già di per sé problematico.
In passato tali percorsi erano precisamente delineati; certo, oggi, possono esservi variazioni, novità possibili; ma sembra improduttivo un eccesso di disinvoltura nell’intraprendere gli studi superiori a causa di scarsa informazione sui rischi futuri.
Per i ciechi pluriminorati gravi, forse sarebbe il caso di un bagno di umiltà; dare a Cesare quel che è di Cesare e non avere la presunzione di poter fare noi ciò che non sappiamo e possiamo fare. Sarebbe anche molto peggio del pessimo che viene fatto dalle Università nella formazione del personale di sostegno.
Valorizziamo, incoraggiamo e sosteniamo le esperienze significative e irrinunciabili che tutti noi ben apprezziamo: è tempo di stabilire nella distinzione dei ruoli rapporti di profonda e stretta cooperazione e di reciproco aiuto con la Lega del Filo d’Oro. C’è troppa sofferenza da reggere e certe nostre angustie sono veramente ingiustificabili.
In tantissime occasioni il compianto prof. Banchetti con garbo, ma anche con grande rigore ci richiamava in tal senso.
Una tematica collaterale andrebbe messa a fuoco: trattasi delle attività formative gestite dall’IRIFOR.
Forse sarebbe opportuno un ripensamento generale del ruolo pur positivo svolto: si ha l’impressione di una mancanza di linee guida, ovviamente per nostri limiti di individuazione di percorsi formativi non troppo polverizzati. Se ne fossimo capaci, eviteremmo interventi a pioggia che non fruttano grandi benefici.
Nel campo lavorativo si è riscontrato un ostacolo insormontabile nell’attuazione del Decreto Salvi, con difficoltà di inserimento specialmente per le nuove professioni e, addirittura, la mancanza di una regolamentazione in materia.
L’attenzione agli orientamenti, agli strumenti e alle tempistiche comunitari sollecita improrogabilmente la strutturazione di gruppi di esperti nella materia in grado di rigorosa progettualità.
Patrimonio: come gestirlo al meglio?
Il patrimonio eventualmente utilizzabile deve rispondere al rispetto delle finalità del donante, anche per evitare contenziosi visto che è sotto la vigilanza del Ministero degli Interni.
Occorre valutare la fondatezza dell’emergenza e le responsabilità degli organi direttivi delle sezioni nello sperpero del patrimonio che, spesso discende dallo scadere dell’attività associativa.
Risulta opportuno migliorare le interne tecnologie ed ottimizzarle per conseguire una maggiore efficienza associativa.
A tale riguardo è opportuno uniformare gli atti amministrativi e realizzare un modello univoco delle deliberazioni attraverso una buona strutturazione delle procedure.
Alcuni aspetti del sistema elettorale andrebbero rivisti e occorrerebbe anche per le votazioni congressuali e nazionali potersi organizzare in liste di candidati.
Alcune imperfezioni linguistiche dello Statuto associativo andrebbero modificate per ridurre al minimo la possibilità di capziosità ed operare in un quadro di certezze.
Il presente documento scaturisce dalle numerose iniziative intraprese dalla Puglia che ha coinvolto l’intera base associativa, nonché dall’ultima Assemblea regionale dei Quadri dirigenti della Puglia.

Giuseppe Simone
detto Peppino
Candidato alla Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

Lettera aperta di un associato Uici, di Vezio Bonera

Autore: Vezio Bonera

Gentile signora Beatrice,
come vede non la chiamo né signor Ministro né Onorevole perché preferisco rivolgermi alla Sua sensibilità di donna al di sopra del suo ruolo istituzionale.
Io sono un novantenne ipovedente ma non mi rivolgo a Lei per chiederLe qualcosa di personale, ma per parlarle di centinai di bambini colpiti da una patologia che rischia di compromettere fino a conseguenze estreme la loro vista.
Le sto parlando di cataratta congenita un male che colpisce i piccoli al momento della nascita, e in quanto classificato tra le malattie “rare” sottovalutato del servizio sanitario. Ma definire “rara” una patologia che colpisce mediamente un bimbo ogni duemilacinquecento nati lo ritengo quanto meno azzardato.
Se Lei pensa che basterebbe un semplicissimo test, non invasivo e di un costo irrisorio, l’esame del riflesso rosso, per evitare le conseguenze di un intervento tardivo e che questo test viene effettuato obbligatoriamente solo in un paio di regioni, potrà capire l’angoscia di tante famiglie che causa una diagnosi molto tardiva temono che i loro figli siano menomati visivamente per il resto della vita.
Oltretutto bambini in gravi difficoltà che avrebbero il diritto di usufruire della legge 104, almeno nel periodo delle cure che comportano interventi chirurgici ripetuti, spesso vedono respinte le loro domande perché nella commissione giudicante manca la presenza di un oculista e purtroppo chi dovrebbe dare il giudizio non è competente in materia.
Io, gentile signora, sono iscritto alla Unione italiana ciechi, e siamo in molti, ma mi piange il cuore al pensiero che i nostri associati possano aumentare di numero con l’ingresso di bambini solo perché una grave malattia è stata sottovalutata colpevolmente.
I bambini, non dimentichiamolo mai, sono il nostro futuro, il futuro della nostra nazione e hanno il diritto di essere tutelati.
Io per tutto quanto le ho esposto Le chiedo solo di incontrare una delle centinaia di mamme di bimbi colpiti da cataratta congenita, ce ne sono diverse anche a Roma.
In tal modo Lei potrebbe conoscere a fondo il problema che sommariamente io Le ho esposto ed intervenire con la Sua sensibilità di donna, ma in questo caso anche di rappresentante delle Istituzioni.
Sono certo di ricevere da Lei una risposta con le indicazioni per un incontro con una o più mamme dove e quando Lei riterrà opportuno.
RingraziandoLa di cuore per la Sua cortese attenzione con sincera stima Le porgo i miei più cordiali saluti.
Vezio Bonera