Rubrica di Slash Radio “Chiedi al Presidente” – Maggio: puntata un po’ speciale!, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

Il nostro prossimo appuntamento con questa rubrica di dialogo diretto è fissato per Mercoledì 25 maggio dalle 16.30 alle 17.30, su SlashRadio.
Come in oggetto, sarà una puntata un po’ speciale!
Impegni istituzionali ci portano ad Ascoli e dunque mi collegherò da lì via telefono.
Alle ore 17 avrà inizio la cerimonia di inaugurazione di un centro Braille e quindi vivremo insieme, in diretta, le prime battute dell’evento al quale dunque ogni ascoltatore potrà partecipare insieme a me.

Durante la trasmissione, inoltre, come di consueto, nel mio ruolo di Presidente Nazionale, risponderò in diretta a tutte le domande che gli ascoltatori vorranno rivolgermi, su tutti gli argomenti che riguardano la vita associativa.

Le domande, come al solito, saranno libere, dirette e senza filtri e potranno toccare tutti gli aspetti della nostra attività associativa e tutti i temi concernenti la vita dei ciechi e degli ipovedenti italiani.

Le modalità di contatto per indirizzare le domande o intervenire in trasmissione, sono:

– email, all’indirizzo
chiedialpresidente@uiciechi.it

– modulo web, all’indirizzo
http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp

– telefono, durante la diretta, ai numeri
06 6998-8353 / 06 6791-758

Vi attendo numerosi per continuare il nostro meraviglioso dialogo mensile.

Per ascoltare SlashRadio sarà sufficiente digitare la stringa:

http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp

Siena – “Baobab” – Un nuovo progetto di vita per i disabili visivi. La proposta dell’UICI di Siena per il Welfare locale, di Alessandra Versace e Massimo Vita

Autore: Alessandra Versace e Massimo Vita

Prende ispirazione dal magico albero delle savane africane il progetto proposto dall’UICI ONLUS di Siena per la nuova “Call for proposals” della Fondazione Monte dei Paschi di Siena sul Welfare locale.
Come l’ombra del grande albero dalle radici rivolte verso il cielo, la creazione di uno luogo capace di accogliere e dare protezione a chi più ne ha bisogno è lo scopo del Centro Diurno Multidisciplinare “Babobab” per disabili visivi e pluriminorazioni associate nella provincia di Siena.
La carenza di servizi specializzati sul territorio per persone con disabilità visiva e con pluriminorazioni aggiuntive relega, infatti, i soggetti stessi e i loro familiari all’isolamento e all’esclusione dalla vita sociale della comunità aumentando fortemente il carico familiare che ne aggrava le condizioni già molto critiche.
Con la sua ormai storica attività di tutela e assistenza alle persone con disabilità visiva, che ne ha fatto una vera e propria istituzione, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS si fa portavoce di queste problematiche e si impegna quotidianamente al raggiungimento delle pari opportunità.
La mission dell’associazione è infatti l’integrazione dei non vedenti nella società attraverso la creazione di strumenti operativi per sopperire alla mancanza di adeguati servizi sociali dello Stato e degli altri enti pubblici.
Nasce così l’idea fortemente voluta dal Presidente dell’UICI Onlus di Siena, Massimo Vita, di creare una struttura ad hoc per l’erogazione di servizi socio-sanitarie e socio-assistenziali in grado di favorire una migliore qualità di vita ai soggetti con disabilità visiva e minorazioni plurime associate residenti nella provincia di Siena in una prospettiva di sviluppo che possa proiettarsi anche nel futuro, ovvero quando verrà meno il sostegno della famiglia.
Il tema della disabilità e della tutela dei soggetti più deboli è un nodo cruciale nell’attuale dibattito politico sulle politiche sociali soprattutto in questi anni di forte crisi economica, ragion per cui la Fondazione Monte dei Paschi contribuirà al finanziamento di uno studio di fattibilità per le proposte progettuali in concorso per il Bando “Le Istituzioni e il nuovo Welfare” a cui ha preso parte anche l’UICI ONLUS di Siena con il suo nuovo progetto di vita.
L’ente specializzato scelto dall’UICI ONLUS di Siena per questo primo step di progettazione è l’agenzia LAMA – Development and Cooperation Agency che opera sul territorio regionale da quasi un decennio ed affianca aziende, enti pubblici e organizzazioni non profit con consulenze per l’innovazione a livello strategico, direzionale e gestionale. La realizzazione di questo “sogno” di vita investirà tutta la comunità locale e si farà promotore di un innovativo approccio di sviluppo locale attraverso la valorizzazione del Terzo Settore e delle reti locali di volontariato.

Alessandra Versace
Massimo Vita

Scenari interiori – Luci Ombre Sensazioni 21 e 22 maggio 2016

Il 21 maggio, per NOTTE DEI MUSEI, il Museo Tattile Statale Omero, dalle ore 21 fino alle 24, propone un’esperienza unica nel suo genere per riscoprire un contatto diretto con l’opera d’arte.

I visitatori saranno introdotti ad un percorso fatto di luci, ombre e sensazioni lungo il quale incontreranno le opere di alcuni scultori presenti in collezione: Michelangelo, Bernini, Tagliaferri, Annibali e Demetz. Cinque installazioni basate su altrettante opere, così da creare un itinerario multisensoriale, lungo il quale lo spettatore sarà chiamato ad interagire con la scultura tramite il proprio corpo.

L’esperienza sarà ripetuta domenica 22 maggio, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 19 in occasione di GRAN TOUR MUSEI MARCHE 2016.

Ingresso libero al Museo e attività gratuita.

A cura delle volontarie del Servizio Civile Nazionale Vanessa Fanelli e Francesca Santi e in collaborazione con i Volontari del Servizio Civile Regionale Garanzia Giovani 2016 – 2017: Thomas Giovagnoli, Ilaria Mazzieri, Giovanna Tadeu, Alessia Tronto.

Info
Gruppi di massimo 15 persone alla volta. Non è richiesta la prenotazione.

Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio 28 Ancona www.museoomero.it #museoomero #marcheinaday #grandtourmuseimarche2016 #destinazionemarche #ndm2016.
tel. 0712811935 – info@museoomero.it
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Locandina Grand Tour Musei 2016

Locandina Grand Tour Musei 2016

Irene Manzi e Roberto Rampi in visita al Museo Omero

Ancona 16 maggio 2016 – Oggi in visita al Museo Tattile Statale Omero due deputati del Parlamento italiano, Irene Manzi e Roberto Rampi, entrambi impegnati nella VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) e attori principali nel rifinanziamento del Museo. Il Presidente Aldo Grassini, e la moglie Daniela Bottegoni, hanno accompagnato gli onorevoli nelle sale del Museo, nell’area laboratorio e negli spazi destinati al nuovo allestimento, nonché svelato i segreti del Braille. Un piacevole incontro che ha visto tutti concordi sull’importanza di un approccio multisensoriale all’arte e sulla vocazione educativa dei musei.

Manzi Bottegoni Grassini Rampi

on.le Irene Manzi Daniela Bottegoni prof. Aldo Grassini on.le  Roberto Rampi al Museo Omero

Ciclopedalata Roma Olimpia Atene, di Andrea Perugini

La Ciclopedalata Roma – Olimpia – Atene organizzata dall’Associazione Pedalando nella Storia – Maurice Garin, si è conclusa nel migliore dei modi con grande soddisfazione dei trentuno partecipanti . Anche quest’anno la presenza di atleti non vedenti nel gruppo (Cinzia Coluzzi e Maria Teresa Pagliaroli sui tandem con le rispettive guide e Filippo Innocenti nello staff degli accompagnatori) è stato un grande esempio di vita e un importante stimolo per tutti i partecipanti. Di seguito un resoconto della manifestazione

16 aprile 2016 (Roma – Formia 153 km)
Alle 10.00 presso lo Stadio dei Marmi – Pietro Mennea al Foro Italico inizia la cerimonia di partenza della “Ciclopedalata Roma Olimpia Atene”.
Oltre a numerosi amici e parenti dei 31 partecipanti sono presenti Otello Donati, presidente della sezione di Roma dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia con alcuni grandi campioni del passato tra cui  Daniele Masala, (Pentathlon Moderno); Salvatore Gionta, (pallanuoto); Piero Italiani, (tuffi); Franco Fava, (atletica leggera); Bruno Calvia, (canottaggio).
Dopo i saluti di rito, un rapido ristoro a buffet e gli scambi di doni tra gli organizzatori e gli ospiti, alle 11.30 si parte.
I primi chilometri si sviluppano lungo la pista ciclabile sull’argine del Tevere e, a seguire, sulla via Appia Antica prima di trasferirsi sulla trafficatissima Appia Nuova.
Le due soste previste si effettuano regolarmente a Cisterna di Latina e a Terracina.
Alle 18.30 il gruppo fa il suo ingresso sulla pista di atletica del Centro di Preparazione Olimpica di Formia, concludendo questa prima giornata.
17 aprile 2016 (Formia – Lago Laceno 198 km)
Partenza alle 7.30 lungo la via Appia fino al primo ristoro a Capua (65 km).
Verso mezzogiorno, sotto un sole implacabile, il gruppo arriva compatto a Ponte per un ottimo e abbondante pranzo nel “Café Noir”.
Superata Benevento iniziano le salite ed il gruppo progressivamente si sfalda. Un ultimo ricompattamento viene effettuato all’ultimo ristoro a 35 chilometri dall’arrivo dopodiché ognuno deve contare solo sulle proprie forze per affrontare gli ultimi impegnativissimi chilometri fino a Lago Laceno, sede di tappa.
La luculliana cena presso l’hotel “La Locanda degli Hirpini” ripaga abbondantemente i ciclisti delle fatiche odierne.

18 aprile 2016 (Lago Laceno – Matera 208 km)
È la tappa più lunga ed impegnativa della manifestazione: 208 km con 3.300 metri di dislivello fino a Matera.
Dopo 5 chilometri si raggiunge la “Cima Coppi” della ciclopedalata (1.248 m slm). Segue una lunga discesa nel bosco che ci riporta sulla via Appia/Ofantina.
Al termine della seconda salita di giornata (km 50) è posto il primo ristoro presso un bel fontanile mentre il secondo si trova dopo ulteriori 50 km al termine della terza ascesa, poco prima di Potenza.
Superato il capoluogo lucano il gruppo prosegue lungo la via Appia fino al bivio per Grassano dove è posto l’ultimo ristoro. Gli ultimi 35 km scorrono via veloci, grazie ad una generosa brezza, fino a Matera, l’affascinante città dei “sassi”.

19 aprile 2016 (Matera – Bari 130 km)
La tappa odierna è corta (130 km) ma si parte comunque alle 7.30 per non rischiare di perdere il traghetto a Bari.
Le montagne appenniniche sono finite e il paesaggio è dominato dagli oliveti e dall’infinità di muretti a secco che caratterizzano la Puglia.
Il primo ristoro è posto ad Alberobello dove i ciclisti, una volta rifocillati, visitano il Trullo Sovrano, l’unico a due piani.
A Conversano il vice presidente dell’Audax Randonneur Italia, Carlo Sulas, ha allestito un ottimo pranzo a base di orecchiette pugliesi ed altre prelibatezze presso il negozio di bici Cyclon Store.
Si riparte ben rifocillati da Conversano e, poco dopo, si avvista l’Adriatico. Gli ultimi chilometri scorrono via rapidi sul lungomare fino all’ingresso del porto di Bari.
Espletate le operazioni di imbarco, alle 19.30 la nave salpa verso la Grecia. Domani sera saremo ad Olimpia.
20 aprile 2016 (Patrasso – Bari 111 km)
Si sbarca a Patrasso, ben riposati, alle 12.30 e, dopo un pranzo a buffet nell’unico punto all’ombra dell’area portuale, si inizia a pedalare sulle strade greche dapprima sul lungomare e poi su una strada a scorrimento veloce poco trafficata e con una piacevole brezza alle spalle.
Alle 17.30 si arriva, non senza emozione, ad Olimpia.
La cittadina è letteralmente invasa da atleti, delegazioni dei vari comitati olimpici nazionali e da tantissimi turisti in attesa dell’accensione della fiaccola olimpica fissata per le dodici di domani.
21 aprile 2016 (Olimpia – Levidi 100 km)
È il gran giorno! A mezzogiorno, nell’antico stadio di Olimpia, inizierà la cerimonia di accensione della torcia olimpica.
Con largo anticipo ci sistemiamo, sotto un sole implacabile, sulle tribune d’erba dello stadio destinate al pubblico. Il colpo d’occhio è emozionante. Sull’altro lato dello stadio sono disposti centinaia di ragazzi con le bandiere di tutte le nazioni aderenti al CIO mentre all’interno della pista si trovano le delegazioni ufficiali invitate alla cerimonia.
Alle 12.00 in punto, dopo l’alzabandiera, iniziano i discorsi del presidente del CIO, Thomas Bach, e dei presidenti dei comitati olimpici brasiliano e greco. Segue una suggestiva coreografia ispirata ai riti sacri in onore di Zeus, a cui erano dedicati i Giochi Olimpici, che culmina con l’ingresso nella stadio di una sacerdotessa in costume d’epoca portatrice del sacro fuoco di Olimpia.
La sacerdotessa accende la torcia del primo tedoforo che da il via alla lunga staffetta che si concluderà il 5 agosto nello stadio Olimpico di Rio de Janeiro sede dei XXXI Giochi Olimpici dell’era moderna.
Finita la cerimonia pranziamo in hotel e alle 14.45 partiamo alla volta di Levidi: 100 km con 2.000 metri di dislivello.
La strada, pressoché deserta, sale progressivamente attraversando piccoli paesini con paesaggi che ricordano le nostre Alpi. Poco dopo il primo ristoro, 45° km, il furgone con tutti i bagagli e le vettovaglie inizia ad avere problemi meccanici con repentini cali di potenza che ne ritardano di molto l’arrivo nel bellissimo hotel di Levidi dove molti ciclisti attendono pazientemente le valigie per potersi cambiare.

22 aprile 2016 (Levidi – Atene 185 km)
Partenza da Levidi alle 7.45 con una temperatura assai prossima allo zero. La discesa iniziale crea ulteriori problemi ai ciclisti. Per fortuna dopo una decina di chilometri si inizia a salire per l’ultima asperità della ciclopedalata e così ci si scalda un po’.
Il clima in corsa è festoso e rilassato e si giunge rapidamente al ristoro di Nemea dove alcuni, approfittando della sosta, visitano lo stadio assai ben conservato.
Oramai siamo giunti in pianura e iniziamo ad attraversare centri abitati sempre più grandi e trafficati fino a Corinto dove, subito dopo il ponte sull’istmo, è allestito il secondo ristoro di giornata. Ad attenderci c’è anche il furgone riparato in una locale officina.
Gli ultimi ottanta chilometri verso Atene corrono lungo la costa con bellissime vedute sul mare e sulle numerose isole.
L’ultima sosta si effettua presso il monastero di Dafni, alla periferia di Atene. I ciclisti procedono, quindi, nel traffico verso l’arrivo.
Alle 17.30, con il capitano Nunziato in testa, facciamo l’ingresso trionfale sulla pista nera dello stadio Panathenaico che nel 1896 vide la rinascita dei giochi olimpici e nel 2004 il trionfo di Stefano Baldini nella maratona olimpica.
Al termine della solita infinità di foto con tutti gli sfondi possibili ed immaginabili c’è un breve scambio di doni con una funzionaria dell’HOC (Hellenic Olympic Committee) che dona a ciascun partecipante un interessante libro sullo stadio Panathenaico.
Con un ultimo sforzo carichiamo le biciclette sul furgone e poi andiamo in hotel per il meritato riposo ed un’indimenticabile cena sul roof garden con vista sull’Acropoli illuminata.
Il dopo cena è dedicato ai bilanci finali, alla consegna dei diplomi e alla presentazione della ciclopedalata del 2017 che si svilupperà da Roma a Berlino passando per Wittenberg, in Sassonia, ove il 31 ottobre 1517 il monaco agostiniano Martin Lutero affisse sulla porta della cattedrale le celebri 95 tesi contro la vendita delle indulgenze dando, di fatto, l’avvio alla Riforma Protestante.

Andrea Perugini

stadio dei marmi - alcuni partecipanti alla ciclopedalata

stadio dei marmi – i partecipanti alla ciclopedalata

Ascoli e Fermo – Campo Estivo “Ludoautonomia”

Messa a punto l’organizzazione, siamo lieti d’informare che anche quest’anno l’I.Ri.Fo.R. di Ascoli Piceno e Fermo, vuole proporre ai ragazzi iscritti e non a questa sezione, l’esperienza educativa e ricreativa del CAMPO-ESTIVO.
Il campo ha una durata di dieci giorni dal 6 al 16 luglio:
Arrivo nel pomeriggio del 6 luglio dalle ore 16:00 e chiusura alle ore 9,00 del 16 luglio.
Si terrà a Cupra Marittima presso il Camping “LED ZEPPELIN, contrada Boccabianca, 5.
I ragazzi verranno ospitati in bungalow completamente attrezzati e muniti di ogni comfort. Per tutta la durata del campo estivo, il gruppo sarà seguito in ogni attività, sia quelle educative e riabilitative, sia in quelle ludiche-ricreative, da assistenti specializzate con consolidata esperienza nel mondo della minorazione visiva, da un tecnico specializzato nell’educazione e nella riabilitazione di orientamento e mobilità ed autonomia personale dei minorati della vista, esperto nella gestione dei gruppi. Per le attività programmate saranno inoltre presenti a giorni alterni, vari specialisti e istruttori sportivi.
In un clima di vacanza si attivano una serie di esperienze per stimolare la creatività e l’immaginazione, scoprire le possibilità ludiche offerte dagli oggetti di uso quotidiano, utilizzare le risorse ambientali presenti per una maturazione espressiva, comunicativa e prassica del bambino-ragazzo. La finalità è quella di portare al centro dell’attenzione il significato e l’importanza dell’autonomia fisica ed emotiva.

Le iscrizioni saranno aperte fino al 29 maggio 2016.
Per iscriversi inviare via mail a uicap@uiciechi.it i moduli che troverete al link http://www.uicap.it/campo-estivo-ludoautonomia/

Per informazioni contattare
Dr.ssa Emanuela Storani 347-3630687 – 3358135065
Dr.ssa Erika Valentini 3666021614 – 0736250133. (tutte le mattine dal lunedì al giovedì)

SENTIRE L’ARTE: Itinerario Petre e Mare, di Francesco Piccolo

Autore: Francesco Piccolo

“Assorbito nella contemplazione della bellezza sublime, la vedevo da vicino, la toccavo per così dire. Ero giunto a quel livello di emozione, dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un tuffo al cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”(Stendhal, “Roma, Napoli, Firenze. Viaggio in Italia da Milano a Reggio Calabria”)

Sebbene non totalizzante come per Stendhal, anche la nostra fruizione dell’Arte si configura come esperienza che sedimenta a lungo in noi stessi e di conseguenza, ci modifica.
Infatti, al ritorno da un viaggio particolarmente coinvolgente, ci si sente cambiati poiché, quando si è visto il mondo, non lo si può più ignorare.
Siamo certi però, che sia necessario “vedere”?

Il vasto quadro legislativo e normativo asserisce che una persona con disabilità, ipovedente nello specifico, ha il diritto di fare turismo; tuttavia è prassi consolidata delimitare piuttosto marcatamente e strettamente l’ambito del tour. Infatti, se da un lato le specifiche disposizioni rendono accessibili alcuni ambienti, ciò che spesso viene a mancare è la possibilità di esperire non la singola opera o monumento, ma l’intero contesto culturale entro cui l’opera d’arte si inserisce.

L’obiettivo che ci si propone con il progetto Sentire l’Arte è offrire strumenti utili a chi voglia organizzare itinerari turistici che restituiscano a non vedenti ed ipovedenti un’idea olistica dei luoghi visitati superando, ove possibile, anche l’assenza dei tradizionali ausili (mappe a rilievo, segnali e piste tattili).

Con profonda umiltà ma altrettanta determinazione, si è scelto di preparare un itinerario di prova nella città di Gallipoli. Le guide sapevano di non dovere raccontare e descrivere l’Arte, ma farla esperire. Del tutto consapevoli che, ponendosi tra la Città e il Turista, operavano come filtro ed amplificatore esse hanno scelto di preferire alla neutralità, qualità sacrificabile in un contesto artistico, l’autenticità del loro coinvolgimento, qualità apprezzabile sia nell’opera che nella esperienza che di questa viene fatta.
Il primo passo è stato interrogarsi sulla matrice culturale della città di Gallipoli, per poi redigere un identikit che andasse dai luoghi, ai sapori, ai suoni, ai profumi specifici di questa terra. Delineato il percorso/esperienza da offrire si è affrontata la sfida più ardua: attuarlo. La competenza implementata è stata quella creativa.
Ogni singola attività è stata testata su volontari. Ultimato l’itinerario lo si è ulteriormente testato su un gruppo di altri 10 partecipanti volontari, vedenti ed ipovedenti. Ai vedenti è stato chiesto di indossare occhialini oscuranti a schermo totale. Accompagnato da due guide abilitate il gruppo si è mosso dalla zona portuale, luogo di incontro, e attraversando il vecchio mercato del pesce ha raggiunto il fossato del Castello angioino. Qui il primo contatto con la pietra. Il tema del percorso infatti è sintetizzato dal titolo stesso: “petre e mare”.
La perla dello Jonio è una piccola isola di pietra calcarea erosa dal mare e dal vento. Questa è l’aspetto che si è scelto di vivere. Introducendo la storia del luogo e il tipo di percorso si è data una padella con coperchio. La forma tonda richiama le mura cittadine, il pomo del coperchio allude alla struttura bizantina del borgo dove sul punto più alto c’è il tempio. Il manico è il ponte che collega alla terra ferma.
Dal fossato del castello si è giunti ai suoi portali, a ridosso del mercato coperto di fine ‘800. Un tempo cuore pulsante della città; ora è il suo salotto e centro di promozione culturale. Qui il primo incontro con i sapori locali e l’artigianato. Le guide hanno utilizzato il dialetto per interagire con i pescatori, gli artigiani, i ristoratori, per rendere gli ospiti partecipi dei suoni della città. Procedendo per la via principale, è stato dato un avviso quando si passava affianco alle mura della Cattedrale e dell’Episcopio. Il tempo trascorso per giungere dal fondo alla facciata già restituisce un’idea delle dimensioni.
La visita in Basilica ha riservato le sorprese maggiori.
Grazie all’ausilio di un’applicazione gratuita per smartphone ed iphone sono stati consegnati file multimediali ai singoli partecipanti:
– ci si è trovati testimoni del rito greco ortodosso come il fonte battesimale in marmo e legno attesta;
– catapultati nel chiostro delle Clarisse mentre si canta alla Martire Agata, come commento al quadro posto sull’altare del braccio sinistro del transetto;
– trasportati da Scarlatti tra le nuvole di un dipinto di 100 mq di cui si è calcato il perimetro e drammatizzato il contenuto.
Dal punto di vista tattile un triangolo ha reso lo schema prospettico dei quadri del Coppola, un ostensorio ha suggerito la composizione pittorica del San Sebastiano del Malinconico, il pizzo macramè ha restituito la ricchezza esasperata del Barocco leccese e un filato di pasta spiegato l’andamento di una colonna salomonica.
Le pietre, il carparo e la leccese bianca, esplorate in blocchi grezzi e lavorati.
L’olfatto ha commentato l’altare maggiore in marmo policromo e racchiuso in una nota salmastra l’imponenza dell’intero complesso architettonico.
La percezione posturale ha chiuso questo momento richiamando alla mente che, uscendo da quel luogo, ci si poneva in una nicchia proprio come i santi sulla facciata.
Dal punto più alto del percorso, per altra via, attraversando il resto della città, si è raggiunto il luogo dove pietra e mare si incontrano: la spiaggetta della Purità.
Complice il sole del pomeriggio che dona tutto il suo calore prima di sparire tra le onde, i partecipanti hanno potuto toccare ciò che resta della “petra” di cui Gallipoli è fatta: sabbia finissima. Un canto popolare ha calato il sipario su questo racconto di una città fatta di vento, di pietra e di mare; tra il fragore delle onde, col sole in fronte, protetti dalle mura e dai bastioni alle spalle.

I commenti e le valutazioni raccolte al termine del percorso tramite questionario sono incoraggianti. Alla domanda “l’itinerario proposto le ha descritto, anche a grandi linee, l’identità dei luoghi visitati?” tutti hanno detto “sì” motivando la scelta e apprezzando il ricorso alle tecniche d’impatto e ai contenuti multimediali. Alla richiesta “ dal punto di vista emotivo come ha trovato questa esperienza?” è stato risposto: mistica; coinvolgente; affascinante; insolita; trasportata in altra dimensione; intensa; rilassante; piacevole; sensoriale; molto forte; emozionante; bella.
Siamo molto soddisfatti di questo risultato e tuttavia consapevoli del lavoro che ha richiesto.
Nondimeno si rafforza in noi la convinzione che percorrendo le differenti vie sensoriali si possa giungere a quella percezione sincretica del singolo manufatto e dell’ambiente prossimo ed esteso entro cui esso si inserisce. Tuttavia senza una traccia emozionale tale vissuto non troverebbe duratura collocazione nella memoria, e di conseguenza l’esperienza dell’opera d’arte, dello specifico monumento, dell’intero itinerario andrebbe fallito. Da qui l’attenzione sull’aspetto essenziale del vissuto esplorativo/turistico: il dato emotivo.
Sebbene non sia l’estraniamento stendhaliano quello che si cerca nondimeno esso rappresenta la deriva di un sano ed emozionante stupore che rende possibile il passaggio dall’accessibilità, garantita dalle norme e dalle infrastrutture, alla reale fruizione dell’opera d’arte e quindi all’esperienza estetica.

Francesco Piccolo

Psicologo, ideatore responsabile del progetto Sentire l’Arte

 

“A” di Antonio Petrianni 28 maggio ore 18.30

Aus + Galerie
presenta
inaugurazione 28 maggio ore 18.30
ingresso libero
“La ricerca di ciò che abbiamo perduto riparte…”
“Il ricordo diventa morte e si rigenera come rimembranza del cieco.”
L’artista
Antonio Petrianni nasce a Latina nel 1975. Ha frequentato l’accademia di belle arti di Roma. Gli artisti che più hanno inciso sul suo percorso sono Antonin Artaud e Samuel Beckett nel teatro, e il dadaismo come avanguardia. La sua scelta professionale è stata dettata dall’amore per l’immagine. Oggi è un video editor affermato, scompone e ricompone immagini. Il suo percorso artistico si sviluppa proprio intorno a questa grande passione, l’ immagine.
L’immagine in tutte le sue forme.
Dedizione, cura, ricerca costante. Creare storie. Distruggerle e ricrearle, nuove o solo diverse. Ispezionare, comprendere l’immagine ed accettare i suoi suggerimenti.
Nascono da qui i lavori di videoart e cinema sperimentale, esposti presso le gallerie d’arte Macro Future, Romberg, Raccolta Manzù, Museo Duilio Cambellotti, Antiquarium Civico del Procoio.
Oggi lo vediamo esporre un progetto che si distingue da tutti gli altri, per mezzi e per spunto creativo. “A” ha cominciato a prendere forma nel 2014. Un libro in braille, dove l’immagine è dichiaratamente una geometria, un punto, un elemento estraneo a nessuno.
Il progetto artistico “A”
In principio la percezione viene deviata dalle leggi geometriche.
L’abitudine si tramuta in metodo e il pregiudizio prende il sopravvento.
Non siamo più in grado di “vedere” ma solo guardare, analizzare, risolvere.
Inizia la scomposizione dello spazio fino al punto geometrico.
Il progetto nasce dalla necessità di recuperare uno spazio sentimentale ormai calloso.
La ricerca di ciò che abbiamo perduto riparte quindi da qualcosa di irrazionale e incalcolabile.
Verso il passato il punto diventa elemento base del Braille (oltre che della geometria), riponendo le speranze in una lettura scevra dalla vista. Le fotografie sono punti confusi dove il problema non è più creare le immagini e men che meno interpretarle, ma accettarle. Per il non vedente le figure diventano porzioni ruvide di silenzio, tra le immagini mentali dei testi. Il ricordo perduto diventa morte e si rigenera come rimembranza del cieco.
Nel futuro la più piccola frazione temporale, incalcolabile, diventa mezzo di ricerca sentimentale e di riabilitazione alla capacità di “vedere”.
ufficio stampa: Beatrice D’Errico
mob.+ 39 349.7870254
beatrice.derrico@yahoo.it
Aus + Galerie
via Satrico 6, Latina
ingresso libero
inaugurazione il 28 maggio ore 18.30
su prenotazione dal 29 maggio al 26 giugno
per prenotazioni ausgalerie@gmail.com
mob. (+39) 338.27.09.409

Torino – Notiziario audio 011NEWS

E’ in rete la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 19/2016 del 13/5/2016. Di seguito il link:

In primo piano
Finalmente una svolta sulla mobilità accessibile a Torino. Il Comune attiverà in via sperimentale un nuovo sistema di trasporto per i ciechi. Sarà porta a porta come il taxi, ma collettivo come l’autobus e avrà costi accettabili. Grande soddisfazione dell’UICI Torino che ha sostenuto, da sola, questa battaglia
E’ appena uscito il nuovo numero di UICI/011, la rivista quadrimestrale della nostra sezione. Il filo conduttore: la lettura, in tutti i suoi aspetti
Un corso per insegnanti, ma anche un laboratorio per operatori turistici. Tante le attività che hanno per protagonista la sezione torinese I.Ri.Fo.R.
Buon ascolto

L’ultima novità della Tiflologia italiana: “il “Network per l’Inclusione Scolastica”, di Gianluca Rapisarda

C’è aria di novità per la Tiflologia in Italia. Lo dimostra il recente primo “storico” incontro del “Network per l’Inclusione Scolastica”, tenutosi a Roma, lo scorso 4 Maggio, presso la sede del Centro di Documentazione Tiflologica della nostra Biblioteca per i ciechi.
La nascita del “Network” è stata deliberata dal coordinamento dei nostri Enti, su proposta del Presidente Nazionale dell’UICI Mario Barbuto, nella riunione del 30 Marzo u.s. Esso costituisce una vera e propria “rete” tra tutti i nostri centri di consulenza tiflodidattica, gli Istituti per ciechi più rappresentativi in Italia (Genova, Milano, Trieste, Bologna, Assisi e Roma), le sedi provinciali dell’I.Ri.Fo.R., nonchè le Facoltà di Scienze della Formazione ed i CTS territoriali interessati. La sua istituzione è stata ispirata dalla nostra forte consapevolezza di dover scongiurare a tutti i costi tentativi maldestri di anacronistici e pericolosi ritorni a “fantomatiche” scuole speciali per bambini ciechi e che l’attuale sistema del sostegno scolastico, a quarant’anni dalla 517, ha bisogno assoluto di un supporto.
L’attivazione del “Network dell’Inclusione” era indifferibile e necessaria perché, a nostro modesto avviso, il vero “male scolastico” del sistema del sostegno destinato ai disabili visivi italiani è consistito nel fatto che l’Unione ed i suoi Enti collegati hanno avuto finora a disposizione tante risorse, ma che tali risorse non sono state quasi mai collegate tra di loro ed utilizzate con una “visione” d’insieme.
Pertanto, con la “messa in rete” delle strutture di cui sopra e con la costituzione del sopracitato “network per l’Inclusione Scolastica”, le principali Organizzazioni dei disabili visivi italiani intendono porre fine a tale “scolleganza” tra i nostri Enti, provvedendo ad un più equo e razionale utilizzo delle nostre risorse sul territorio, fornendo finalmente una più adeguata ed idonea formazione a tutti gli operatori che, a vario titolo, si occupano di sostegno e, soprattutto, assicurando una migliore e più efficace inclusione scolastica ai ragazzi minorati della vista nella scuola di tutti.
Parafrasando una celebre frase di Giuseppe De Rosa, io direi che occorrono “Istituzioni pro ciechi nuove per i tempi nuovi”.
E proprio questo spirito rigeneratore dovrà caratterizzare tale nuovo “Network per l’Inclusione Scolastica”, il quale potrebbe dunque configurarsi come il terzo momento della Tiflologia italiana, e cioè come il momento del “rilancio”, dopo quello romantico di Valentin Haüy e quello metodologico di Augusto Romagnoli.
Solo esercitando tale rinnovato ruolo, le nostre Istituzioni potranno continuare a sostenere i ciechi nella lotta per il raggiungimento di quella identità che, nel rispetto della loro diversità da cui non dovranno più essere costretti a faticose mimetizzazioni e nel ritrovato valore positivo dell’alterità, li ponga nella condizione di affrontare il “cimento della vita ”non contro gli altri, né sugli altri, ma serenamente insieme con gli altri.
Questo rinnovato impegno non vuole riprendere ruoli ormai superati, ma offrire in chiave attuale nuovi servizi; il “Network per l’Inclusione Scolastica ”non si propone di surrogare compiti che sono propri della scuola, ma prospettare strumenti e azioni complementari, frutto di progetti capaci di sviluppare le maggiori sinergie possibili.
Le storiche Istituzioni dei Ciechi italiani devono tornare ad essere protagoniste, fortemente collegate al mondo della formazione, a quello dell’università e a quello dell’imprenditoria, come elementi strutturali di un grande disegno – di cui l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è regista e attore principale – che ha l’obiettivo di fornire a tutti i ciechi e agli ipovedenti italiani percorsi formativi d’eccellenza omogenei in tutto il Paese.
Uniformità quindi, ma mai a danno della qualità che deve essere garantita ovunque, dal nord al più piccolo paesino del meridione, attraverso la rete capillare di soggetti costituita dagli Istituti storici, dai Centri di Consulenza e dalle strutture territoriali dell’I.Ri.Fo.R. Ciò potrà garantire il superamento delle distanze geografiche e delle disparità economiche.
Basta dunque agire per compartimenti stagni. Tutte le nostre Istituzioni devono aprirsi e, così come avviene già in alcune realtà, promuovere convenzioni e relazioni con gli Uffici scolastici regionali e con le università, in un interscambio fruttuoso per tutte le parti in gioco.
Per le università, ad esempio, e in particolare per le facoltà di scienze della formazione, sarebbe prezioso poter ricorrere alla comprovata preparazione di esperti tiflopedagogisti, per i quali si dovrebbe ritornare a discutere del riconoscimento giuridico della professione.
Infatti, in seguito al declino dell’Istituto Romagnoli di Roma ed a causa della mancata attuazione della legge 69 del 2000 che ne avrebbe finanziato la rinascita e riapertura, c’è una certa urgenza di ridefinire il percorso formativo ed il profilo professionale del tiflologo. Paghiamo cioè lo scotto della mancanza di una vera e propria generazione di esperti di Tiflologia, a cui il “network” deve necessariamente porre rimedio, pensando all’istituzionalizzazione di una nuova “figura” professionale più al passo con i tempi e più idonea e preparata a favorire l’inclusione scolastica dei ragazzi privi della vista del terzo millennio.
Tale “mission”, d’altra parte, si presenta certamente come non facile poiché quello del tiflologo è un profilo professionale obiettivamente difficile da definire, trattandosi di un esperto con competenze psicologiche, ma anche pedagogiche, educative e sociologiche. Per non parlare dei “famosi” assistenti alla comunicazione, istituiti dalla legge 104, che non si sono ancora radicati come “figure” del sostegno su tutto il territorio nazionale e comunque, laddove operano già, hanno una formazione lacunosa ed improvvisata, svolgendo alla fine solo un ruolo di informazione e non di comunicazione.
Al fine di superare queste difficoltà e nell’intento di creare tale nuovo profilo professionale, Il nostro Presidente Mario Barbuto, il componente la Direzione Nazionale dell’UICI Marco Condidorio ed il Direttore centrale dell’I.Ri.Fo.R. Luciano Paschetta hanno voluto fortemente organizzare insieme l’innovativo e “lungimirante master universitario in Typhlology Skilled Educator (esperto in scienze tiflologiche), avente il patrocinio dell’I.Ri.Fo.R. centrale. Tale Master, da esperienza “pilota” nel Molise, va generalizzato ed esteso in tutta Italia, diventando con i dovuti aggiustamenti ed adattamenti da parte del “Network”, il modello formativo di riferimento a livello nazionale.
Il Typhlology Skilled Educator potrebbe trovare impiego nei nostri “centri di consulenza tiflodidattica”, nei CTS come responsabile degli “sportelli tiflologici” (la cui apertura il “Network dell’Inclusione” dovrà pretendere) e nelle scuole come “figura” di supporto al “contesto” per promuovere un autentico processo inclusivo degli studenti non vedenti ed ipovedenti.
Si tratta di elaborare delle linee guida di un servizio che i diversi Enti dovranno fornire e i criteri valutativi per la sua verifica.
A tal proposito i punti essenziali su cui dovrà lavorare il nostro “Network per l’Inclusione Scolastica” sono i seguenti:
Elaborazione delle linee guida per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità visiva
Elaborazione di un Protocollo da sottoporre al MIUR ed ai suoi “organi” periferici, ma anche ad Istituzioni ed Enti locali
Elaborazione dei parametri di valutazione dei servizi
Formazione professionale.
Il nostro ambizioso obiettivo è di stipulare una Convenzione con il MIUR entro la fine dell’estate, perché il nuovo organismo del ”network dell’inclusione” venga accreditato e riconosciuto ufficialmente dal Ministero e godere dunque di una sua “autorevolezza” anche nel mondo universitario e della ricerca e nel sistema educativo e formativo italiano.
Solo con un progetto di sistema, guidato da quelle realtà che negli ultimi cento anni si sono occupate di educazione, formazione ed inserimento professionale dei disabili visivi (UICI, Federazione Pro Ciechi, Biblioteca per i ciechi, I.Ri.Fo.R. ecc.), sviluppato però in modo integrato con il MIUR e con l’intero contesto della formazione e dell’istruzione, il “tiflologo”, uscendo dal limbo e dall’”indefinito” che oggi lo caratterizzano e diventando l’“esperto nelle scienze tiflologiche”, potrà aspirare ad avere un ruolo riconosciuto dall’intera comunità scientifica .
Ma soprattutto, è proprio “facendo rete”, che il nostro “Network” potrà riuscire a fugare pericolosi tentativi di ritorni anacronistici alle scuole speciali, garantendo veramente accoglienza ed inclusione a tutti gli alunni con disabilità visiva e, cosa ancor più nobile, contribuendo a far risplendere la “luce” della Tiflologia in Italia!