Napoli – Corso di autonomia in cucina per disabili visivi

Le Rappresentanze di Portici- San Giorgio a Cremano ed Ercolano dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Bambù ONLUS sita in via Bruno Buozzi a San Giorgio a Cremano, organizzano un corso di Autonomia in cucina destinato a 6 persone non vedenti e ipovedenti delle zone menzionate. Il corso, che avrà una durata di 15 ore e che sarà diretto da Giovanni Bosco Vitiello, istruttore accreditato ANIOMAP (Associazione Nazionale Istruttori Orientamento Mobilità e Autonomia Personale), sarà inaugurato venerdì 16 settembre alle ore 16,30 presso la sede della Cooperativa Bambù in via Bruno Buozzi a San Giorgio a Cremano. E’ stato possibile progettare questo corso, afferma la rappresentante UICI Antonella Improta, grazie alla sinergia pluriennale tra le 2 associazioni e alla collaborazione con Giovanni Vitiello, uno dei massimi esperti in materia. Speriamo, aggiunge Antonella Improta, che questo corso possa essere il primo di una lunga serie e che gli enti preposti possano finanziare attività riabilitative di questo genere.

Per contatti Antonella Improta 3346048848 – antonella.improta@alice.it

Catania – Elezioni del Consiglio sezionale, di Mattia Gattuso

Il prossimo 18 settembre, presso l’Hotel Nettuno in Catania, saranno celebrate, nell’ambito dell’assemblea straordinaria all’uopo convocata, le elezioni del Consiglio Sezionale Etneo, reduce da sei mesi di commissariamento.
Detto consiglio stavolta, dopo la drastica cura dimagrante che ha visto la cancellazione di molti soci, sarà composto da n. 9 componenti.
Ad iniziativa di una gestione commissariale tutt’altro che super partes, sulla quale avrò modo di ritornare nelle sedi e coi tempi opportuni, già nello scorso mese di giugno, per come ho potuto casualmente appurare personalmente passando in Sezione, sono state predisposte in camera caritatis due liste.
Sono stata informata di essere stata inclusa nella seconda lista, cosa che si vociferava da tempo, solo il 26 agosto u.s..
Tale scelta, operata senza il mio preventivo consenso, mi ha indotta, nel rispetto di quei principi di democraticità su cui si fonda la Nostra Grande Associazione, così cari al Nostro Presidente, a comporre e presentare, in quattro e quattr’otto, una terza lista.
Una scelta di cuore e di cervello che, senza alcuna vis polemica, mi ha costretta a correre, inducendomi a completare la lista dei candidati il 5 settembre u.s. e raccogliere, nel breve volgere di 2 giorni e con buona pace di chi ha tentato di ostacolarci, le 20 firme necessarie dei soci presentatori.
Alla scadenza è stato effettuato il sorteggio per l’attribuzione della numerazione alle 3 liste e quella di cui faccio parte è rimasta contrassegnata con il n. 3: numero perfetto!
Sono, e siamo, pronti a partecipare alla sfida elettorale, consapevoli di essere partiti con estremo ritardo rispetto agli altri ed in violazione della par condicio che deve contraddistinguere tutte le liste.
Tornando alla novità che rappresentiamo, io sono l’unica in lista ad avere fatto parte per la prima volta, e solo per un anno, del precedente consiglio, cui ero stata eletta, primo caso nella storia locale, fuori lista.
Gli altri componenti, pur essendo di lunghissima militanza nell’Associazione e di grande esperienza nei rispettivi settori di competenza, che metteranno senz’altro a disposizione dei soci, non hanno mai rivestito cariche sociali.
Ecco allora la nostra lista ed il programma elettorale che ci proponiamo:

LISTA N. 3
Avv. Mattia Gattuso socia (avvocato)
Avv. Marino Simonini socio (consulente aziendale)
Dott. Maurizio Catania esterno (funzionario ente pubblico)
Dott. Giovanni Pizzino socio (funzionario bancario)
Dott. Biagio Rainato socio (dirigente TELECOM in pensione)
Sig. Giovanni Nicotra socio (massofisioterapista)
Sig. Roberto Di Stefano socio (centralinista ente pubblico)
Sig.ra Carmela Tomasi socia (dipendente azienda privata)
Sig.ra Giovanna Privitera socia (centralinista ente pubblico)
PROGRAMMA ELETTORALE
Il programma elettorale dello Nostra lista è composto da 10 NO e 10 SI;
No alle porte chiuse;
No ai bivacchi esclusivi;
No all’uso personale dei beni dell’Unione;
No alla superficialità;
No alla maleducazione;
No al disinteresse per i soci;
No a soci di serie A e soci di serie B;
No all’etichettamento come nemici di chi non la pensa come loro;
No alla piaggeria interessata;
No alle decisioni unilaterali.

Si alle riunioni del consiglio sezionale aperte a tutti;
Si all’uso finalizzato dei locali della sede a qualsiasi socio li richieda;
Si alla pubblicazione degli atti;
Si al perseguimento feroce dell’obbligo di collocamento obbligatorio dei centralinisti ciechi da parte degli enti;
Si al servizio di pronto accompagnamento dei soci bisognosi;
Si al servizio di ascolto telefonico continuo;
Si all’attenzione per le fasce di soci più deboli (anziani, plurimenomati, bambini);
Si all’apertura ai non vedenti stranieri extracomunitari anche MSNA;
Si alla realizzazione di residenze per ciechi soli adulti e anziani;
Si alla realizzazione di servizi domiciliari di assistenza.

Un programma chiaro ed ambizioso, che mira al ristabilimento della democrazia e della partecipazione continua dei soci tutti, alla trasparenza, al rispetto del collocamento obbligatorio dei centralinisti ciechi, alla destinazione delle risorse in maniera equa verso tutti i soci, all’aiuto agli immigrati, alla realizzazione di servizi di ascolto ed assistenza per i soci in situazione di maggiore difficoltà.
Questo è il nostro impegno per il quale siamo disposti a concludere un contratto d’onore con gli elettori: qualora quanto detto fosse violato, allora per l’onestà intellettuale che ci contraddistingue, faremo un passo indietro.

Mattia Gattuso

Torino – Riabilitazione? Siamo a cavallo

Percorsi di ippoterapia per bambini con disabilità
Andando a cavallo si può imparare a crescere. Da tempo la sezione torinese dell’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) ha deciso di cogliere la sfida dell’ippoterapia, una particolare forma di riabilitazione che, attraverso il contatto con gli animali, riesce a potenziare in chi la pratica il senso dell’equilibrio, la percezione di sé nello spazio, ma anche il coraggio e la fiducia nelle proprie capacità. Dall’inizio del 2016, grazie a una collaborazione con l’associazione Hidalgo Asd, che ha messo a disposizione i suoi istruttori specializzati, hanno potuto avvicinarsi a questa esperienza sette bambini e ragazzi tra i 5 e 16 anni, affetti da disabilità visive e in qualche caso anche da altre minorazioni. Le lezioni si sono svolte presso il centro ippico “Enzo B”, in via Onorato Vigliani 104 (Torino).
«Come abbiamo verificato tante altre volte – spiega Silvia Lova, coordinatrice educativa I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) UICI Torino – quando si crea un contesto inclusivo ed accogliente, i limiti oggettivi non rappresentano un ostacolo». In effetti l’attività è stata seguita da tutti con entusiasmo e passione. I giovani protagonisti si sono messi in gioco: «hanno imparato a orientarsi in un ambiente fatto di suoni, gesti e odori caratteristici. Gradualmente, fidandosi di se stessi e degli istruttori, hanno superato la paura che istintivamente si prova quando ci si trova su un animale in movimento e non si hanno riferimenti visivi». Non solo: «sebbene in modo inconsapevole, nel ripetere gesti e comandi da dare ai cavalli, i bambini hanno svolto un interessante lavoro di sviluppo psico-fisico».
Non a caso i percorsi di ippoterapia sono inseriti nel progetto UICI “Tempo per una vita migliore: Ri-abilit-azione”, finanziato dalla Fondazione CRT. L’obiettivo del progetto è proprio quello di intervenire sul quotidiano delle persone disabili, con particolare attenzione ai bambini, attraverso momenti ludico-riabilitativi e occasioni di inserimento sociale. Rientrano in questo ambito numerose proposte, tra cui la musicoterapia e gli incontri per sviluppare una corretta postura. «Spesso infatti – spiega ancora Silvia Lova – la disabilità visiva porta con sé atteggiamenti fisici disarmonici, che vanno compensati per tempo. Una buona percezione del proprio corpo aiuta a vivere meglio ed è condizione necessaria per poter poi frequentare, in età adulta, i corsi di autonomia e orientamento che la nostra Unione organizza».
«Con l’autunno e l’inizio di un nuovo anno scolastico – osserva Franco Lepore, presidente UICI Torino – siamo felici di riproporre queste attività, consapevoli di quanto possano essere preziose per i nostri giovani e per le loro famiglie. Da sempre, infatti, il sostegno ai bambini e agli adolescenti è una nostra priorità: cerchiamo di dar loro degli strumenti che li aiutino, anche in futuro, ad avere una vita soddisfacente e un ruolo attivo nella società».
Per maggiori informazioni sui progetti è possibile contattare la segreteria UICI Torino al numero 011 53 55 67, oppure scrivere una e-mail all’indirizzo irifor@uictorino.it

“Conversazioni d’arte”. Segni, simboli e archetipi: Il bosco reale e immaginario tra antico e Medioevo, tra narrazione e scienza. 22 Settembre 2016 – ore 15.00-17.30 Slashradio

Giovedì 22 Settembre con inizio alle ore 15.00 e termine alle 17.30 andrà in onda, su Slashradio, una nuova puntata delle “Conversazioni d’arte”

Il tema del bosco sarà al centro del secondo appuntamento del nuovo ciclo di trasmissioni dal titolo Segni, simboli e archetipi.
Il bosco rappresenta nel mondo classico uno spazio sacro, direttamente legato alle divinità, “abitato” da fauni, satiri e centauri; luogo per eccellenza delle ninfe ed allo stesso tempo allegoria del cosmo vivente.
Nei testi medievali esso assume spesso valenze oscure e paurose, ma la ricostruzione storica ci restituisce una realtà differente, fatta di spazi profondamente vissuti e modificati dall’uomo.
La trasmissione darà poi voce anche alle storie della scienza; interpretazioni e modelli del bosco attraversati da racconti suggestivi e affascinanti, che si affiancano alle narrazioni del mito senza destituirne il valore conoscitivo.

Per la rubrica “Storie a con-tatto”, verrà proposto in maniera inusuale l’affresco di Sebastiano Galeotti “Nozze di Amore e Psiche”, interno alla dimora storica di Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova, interpretato attraverso una lettura artistica inclusiva, scaturita dall’esperienza di lavoro del progetto “Donami l’arte per farne parte”, coordinato dalla Biblioteca Universitaria di Genova.
Il focus, riservato alla presentazione di percorsi e attività culturali accessibili,  offrirà, infine, l’occasione per conoscere protagoniste, storia, finalità e progetti futuri del gruppo di artiste non vedenti “Mano Sapiens”.

Alla trasmissione, condotta da Luisa Bartolucci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, prenderanno parte: Riccardo Rao, docente di Storia Medievale presso l’Università di Bergamo; Elisabetta Falchetti, docente, ricercatrice e project manager presso ECCOM, Commissione Educazione ANMS e Commissione Educazione ICOM; Francesca Licordari del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia; Oriana Cartaregia, responsabile del Servizio Educativo della Biblioteca Universitaria di Genova; Sandra Garaventa, docente presso l’IIS Primo Levi di Ronco Scrivia – Borgo Fornari (GE) e referente del Progetto Radio Jeans; Lucilla D’Antilio e Antonella Bretschneider, scultrici del gruppo di artiste non vedenti Mano Sapiens; Elisabetta Borgia del Centro per i servizi educativi del museo e del territorio, Direzione Generale Educazione e ricerca, Ufficio Studi – MiBACT.
Per ascoltare Slashradio sarà sufficiente digitare la stringa:  http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp
Gli ascoltatori potranno scegliere diverse modalità di intervento e partecipazione: tramite telefono contattando durante la diretta il numero 06-6791758, inviando e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all’indirizzo: diretta@uiciechi.it oppure compilando l’apposito modulo di Slashradio.

Il programma radiofonico è curato dalla Direzione Generale Educazione e Ricerca, Ufficio Studi – Centro per i servizi educativi del museo e del territorio (Sed) e da Slashradio.

Il contenuto delle trasmissioni andate in onda può essere riascoltato sul sito del Sed all’indirizzo www.sed.beniculturali.it e, come di consueto, sul sito dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all’indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale.

Vi aspettiamo numerosi!

Napoli – Giornate dedicate all’assistenza e alla salute

A Sant’Anastasia presso il Centro Liguori, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti realizza il primo incontro di una serie di giornate dedicate all’assistenza e alla salute.
Non più una fascia debole che viene assistita ,ma una fetta sociale “diversa” che riesce ad acquisire competenze e certezze per poter prevenire incidenti domestici e assistere altre persone in caso di piccoli e medi infortuni e comunque in attesa di interventi da parte di personale qualificato.
Le persone con difficoltà visive o prive della vista , possono oggi , con l’ausilio di semplici strumenti tiflotecnici, assistere un familiare con competenza riuscendo a risolvere autonomamente dalle semplici rilevazioni della febbre ad effettuare manovre più complesse in caso di incidenti improvvisi . Il corso sarà gestito da professionisti sanitari con l’utilizzo di ausili tiflotecnici per le prove pratiche.
La prima giornata sarà realizzata il 15/10/2016 dalle ore 9.00 alle ore 17.00 prevista la pausa pranzo curata dall’organizzazione.
L’iscrizione è a numero chiuso e gratuita da effettuarsi entro il 07/10/2016 al numero 3346048850 ; saranno favoriti i partecipanti videolesi , persone con ridotta capacità visiva, nonché le persone anziane .
Un’ occasione per gestire in autonomia e competenza la propria salute e proteggere quella degli altri.
La partecipazione è gratuita esclusivamente per i soci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Per contatti Giuseppe Fornaro 3735419953

Tutti i diritti dei disabili visivi accompagnati dal proprio cane guida, di Franco Lepore

Autore: Franco Lepore

Nelle settimane scorse diverse testate giornalistiche e siti internet hanno riportato il caso di una turista non vedente rifiutata da un hotel poiché accompagnata dal proprio cane guida. La struttura alberghiera si è difesa sostenendo che, per una precisa scelta aziendale, non accettava animali.
Queste tristi storie fanno comprendere quanto la consapevolezza dell’opinione pubblica circa il diritto di accesso e di movimentazione dei cani guida per non vedenti sia ancora molto limitata. Per questo motivo si rende necessario fare il punto della situazione al fine di aumentare la conoscenza dei diritti dei disabili visivi che si avvalgono dell’assistenza di questo amico a quattro zampe. Quelle che seguono sono delle semplici considerazioni di aspetto legale, anche se ci sarebbero molte parole da spendere sulle insormontabili barriere culturali con cui si scontrano tutti i giorni i disabili visivi.
In Italia la normativa è molto chiara. La materia è trattata dalla legge n. 37 del 1974 successivamente integrata e modificata dalla legge n. 376 del 1988 dalla legge n. 60 del 2006. In particolare, la legge n. 37 del 1974 stabilisce che il privo di vista ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l’animale alcun biglietto o sovrattassa. La legge n. 376 del 1988 ha aggiunto che al privo della vista è riconosciuto altresì il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida. La legge n. 60 del 2006 ha precisato che i responsabili della gestione dei trasporti e i titolari degli esercizi aperti al pubblico che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500. Nei casi sopra elencati il privo di vista ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida anche non munito di museruola. Tuttavia, sui mezzi di trasporto pubblico, ove richiesto esplicitamente dal conducente o dai passeggeri, il privo di vista è tenuto a munire di museruola il proprio cane guida. In ambito europeo si ricorda il Regolamento CE n. 1107 del 2006 che tratta il tema del cane guida nel trasporto aereo.
Alla luce del combinato disposto delle leggi sopra indicate, il cane guida: può accedere su ogni mezzo di trasporto pubblico; è esonerato dal pagamento del biglietto; può viaggiare alloggiato sul sedile posteriore dell’auto insieme al non vedente; può entrare in ogni esercizio aperto al pubblico; è escluso dai divieti relativi al non permettere l’accesso degli animali in spiaggia; è esonerato dal portare la museruola a meno che non sia richiesto in una situazione particolare; è esonerato dall’obbligo di avere al seguito paletta e sacchetto per la raccolta delle deiezioni (come stabilito anche da molti regolamenti comunali).
Tutti i gestori dei mezzi di trasporto pubblico e i titolari di esercizi aperti al pubblico che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso ai disabili visivi accompagnati dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amministrativa che va dai 500,00 a 2.500,00 euro. Poiché il rifiuto del cane guida è un vergognoso segno di inciviltà e ignoranza, tutti coloro che impediscono l’accesso del cane guida con il proprio padrone sono anche passibili di un’azione giudiziale per discriminazione a persona disabile ai sensi della legge n. 67 del 2006.
E’ bene ricordare a tutti i cittadini che il cane guida rappresenta gli occhi per il non vedente e quindi non deve essere allontanato dal disabile visivo che accompagna. Inoltre, in qualità di cane da lavoro, il cane guida non deve essere disturbato o aggredito. Il cane guida è caratterizzato da un’indole tranquilla ed è sicuramente vaccinato.
In conclusione, occorre evidenziare che i gestori dei trasporti pubblici e i titolari di esercizi aperti al pubblico che accettano il cane guida rispettano semplicemente la legge. In altri termini, il disabile visivo accompagnato dal proprio cane guida ha il diritto di viaggiare sui mezzi pubblici e di entrare negli esercizi aperti al pubblico, senza discriminazione alcuna.

Le attività di alternanza scuola lavoro degli studenti disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie, se è vero che hanno reso obsolete professioni che in passato avevano garantito la piena occupazione delle persone con disabilità visiva – quale quella del centralinista – è altrettanto vero che hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro”, idonee all’inserimento lavorativo dei disabili in generale, e di quelli visivi in particolare, che vanno al di là delle professioni “tipiche” del passato.
E’ questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei giovani con disabilità: cercare cioè il “posto giusto” per “la persona giusta”, modalità questa che, se pur prevista dalla Legge 68/99, è stata, in questi anni, sottovalutata dai ciechi italiani e comunque non sempre presa a modello per l’inclusione di persone con disabilità nel mondo del lavoro che, ancora troppo spesso, interpreta l’assunzione di un disabile in termini assistenziali e non, come dovrebbe essere, secondo parametri di inclusione sociale.
Dietro le odierne difficoltà per l’occupazione dei giovani minorati della vista vi è tuttavia anche l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado.
E questo nonostante l’articolo 8 della Legge 104/92 – che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità – preveda l’attuazione di «misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro».
Sebbene l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, la scuola secondaria superiore – che ha tra l’altro, fra i propri obiettivi primari, la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani – non ha saputo dunque sviluppare una progettazione didattica riferita a una vera e propria “cultura dell’inclusione” delle persone con disabilità, capace di guardare al di là degli stretti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi “caratteristici”, per così dire, della scuola dell’obbligo.
In altre parole, il percorso formativo si svolge nell’angusto “orticello” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le risorse culturali e il sistema socio economico e produttivo di esso.
A questo limite potrebbe porre rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un percorso formativo che rientra a pieno titolo nell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica ecc.), che accoglierà l’alunno in stage.
Per i ragazzi con disabilità visiva, in particolare, tale sistema sarebbe molto importante per l’acquisizione di una migliore autonomia di movimento e personale, arricchirebbe il loro bagaglio di esperienze, permettendo loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola, di assimilare le competenze relative al ruolo del lavoratore e di “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere – se messi in condizione di operare in pari opportunità – le mansioni dei “colleghi”. Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità degli ambienti e di quella digitale e a incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo sulle potenzialità operative delle persone cieche ed ipovedenti.
Forse qualcuno ha sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nella recente Legge della Buona Scuola del 2015. Essa, invece, era già stata normata dieci anni fa dal Decreto Legislativo n. 77 del 2005, dal 2014 è stata presente – in via sperimentale – in diverse realtà scolastiche ed infine, a partire dall’a.s. 2015-16, ai sensi della già citata 107, è stata istituzionalizzata oltre che negli Istituti tecnici e professionali anche nei Licei per tutti gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.
A tal proposito l’I.Ri.Fo.R nazionale ha appena avviato una ricerca mirante a conoscere e determinare con precisione quanti siano gli studenti con disabilità visiva inseriti in questi percorsi formativi, rivolgendosi ai nostri CCT ed Istituti dei ceichi e direttamente agli interessati, al fine di individuare eventuali criticità e “buone prassi” da segnalare al MIUR, affinché intervenga per rendere efficace e veramente “inclusiva” la pratica dell’alternanza scuola lavoro anche per gli alunni disabili visivi.
In questa prospettiva la ricerca, articolata nelle fasi che saranno descritte oltre, intende indagare i vari piani che, dalla formazione alle esperienze di alternanza scuola lavoro, i minorati della vista si trovano a percorrere per giungere a un effettivo ingresso nel mondo del lavoro.
Come si può’ intendere, sarà decisivo l’apporto che ogni struttura territoriale vorrà offrire per assicurare la maggior attendibilità scientifica a tale rilevante iniziativa.
Sotto l’aspetto operativo la ricerca punterà, in prima battuta, a rintracciare sull’intero territorio nazionale gli studenti minorati della vista nati tra il 1999 ed il 2000 e frequentanti il terzo anno della scuola secondaria superiore, ma anche quelli iscritti in altre classi delle superiori, se inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. Si mirerà solo a tale tipologia di destinatari al fine di circoscrivere il campione analizzato ad una fascia di popolazione effettivamente coinvolta nei percorsi di alternanza scuola lavoro.
Seguirà una fase in cui, agli alunni individuati, sarà somministrato un questionario conoscitivo finalizzato a verificare il tipo di “stage” professionale espletato e il “lavoro” svolto, oppure se essi abbiano incontrato ostacoli, impedimenti od addirittura rifiuti nel praticare percorsi di alternanza scuola lavoro.
Tale fase consentirà di distinguere tra gli studenti che abbiano svolto lo stage di “alternanza” con successo e soddisfazione e quelli che, invece, per motivi vari, lo hanno vissuto negativamente o sono stati impossibilitati a sperimentarlo.
A questi ultimi sarà rivolta la terza fase della ricerca, mirata a conoscere le motivazioni e i condizionamenti che hanno condotto a tale situazione di insuccesso.
L’ultima fase della ricerca sarà costituita dalla elaborazione dei dati raccolti nonché dalla elaborazione delle ipotesi di lavoro future.
In relazione a quanto descritto si inviano due questionari necessari all’avvio delle prime due fasi della ricerca.
Il primo questionario dovrà essere compilato da tutte le nostre sezioni provinciali UICI e da tutti i Centri di consulenza tiflodidattica e gli Istituti dei ciechi e riguarda una serie di dati aggregati che potranno essere reperiti facendo ricorso alle banche dati disponibili presso le stesse strutture. Il termine per l’invio dei suddetti questionari e’ fissato al 31 Ottobre 2016.
Il secondo questionario, invece, dovrà essere compilato individualmente da quegli allievi con disabilità visiva, nati tra il 1999 ed il 2000, che risultano essere iscritti al terzo anno della scuola superiore di secondo grado nell’a.s. 2015-16. La presente ricerca è rivolta pure agli studenti minorati della vista, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado ed inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro.
In tale stadio della ricerca sarà cura delle strutture in indirizzo assicurare che vengano interessati alla distribuzione e compilazione del questionario il maggior numero di studenti non vedenti ed ipovedenti, iscritti al terzo anno ed in generale alla scuola secondaria superiore, secondo le modalità di cui sopra.
Il termine per l’invio dei questionari completi è fissato al 31 Ottobre 2016.
I questionari dovranno essere inviati, unicamente in formato elettronico, agli indirizzi segreteria@irifor.eu od archivio@irifor.eu
Per ogni informazione e’ possibile contattare l’Istituto, chiamando la dott.ssa Valeria Liberti, al numero telefonico 06/69988606 oppure è possibile inviare una e-mail all’indirizzo direttorescientifico@irifor.eu.
Si prega di dare la massima diffusione e collaborazione all’iniziativa.

Inclusione di qualità, di Girolamo Rotolo

Autore: Girolamo Rotolo

Il passaggio dall’inserimento all’integrazione e quindi all’inclusione, passa attraverso il superamento dell’idea e della prassi di considerare la presenza del disabile a scuola come un “elemento aggiuntivo” alla classe, senza che invece ne determini la ristrutturazione del campo relazionale e dell’intera attività didattica. Questa diffusa concezione che l’alunno disabile appartenga all’insegnante specializzato e , di contro, che questi è assegnato all’alunno “come figura di angelo custode”(Dario Ianes)e non alla scuola e alle singoli classi, nei confronti dei quali espleta la sua attività professionale sostenendoli processi di integrazione e di apprendimento (per questo il docente specializzato assume la contitolarità della classe e non la titolarità dell’alunno o degli alunni.- art L.104/92art. 13c.6).
Già trenta anni fa si poneva il problema di definire il concetto e la funzione della pedagogia speciale. L’attenzione degli studiosi italiani era agli inizi per indicare, la gergo da usare per “classificare” gli alunni e i soggetti disabili, termini come: deficienti, minorati, anormali, diversi handicappati erano alla base della loro terminologia.
La pedagogia è sempre stata in lotta come scienza che ricorre contro le tendenze a medicalizzare i problemi educativi e a relegare i soggetti nell’ambito della patologia. Anche la formazione degli inseganti risentiva di una profonda medicalizzazione. Sono trascorsi trent’anni dalla legge n.517del 1997 che chiedeva l’avvio dell’integrazione scolastica, considerando le criticità emerse e di ripensare con estrema necessità il sistema scolastico. Soltanto di recente si è iniziato ha parlare di alunni con bisogni particolari in ambito europeo e questo è servito al nostro paese come traino per capire che i bisogni degli alunni sono un bisogno sociale innanzitutto, l’insegnate non ha davanti a se un “alunno malato” ma un alunno. Gli alunni con particolari bisogni formativi “special needs” sono presenti nell’eterogeneità del nostro sistema scolastico, quindi bisogna capire che in primo luogo l’alunno è il punto focale di partenza del nostro modo d’insegnare, dobbiamo essere capaci di programmare una didattica normale con dei bisogni formativi adatti alla sua struttura mentale. È l’insegnate che dovrà accomodarsi al modo di apprendere “dell’alunno speciale” e non viceversa. La personalizzazione dei bisogni dell’alluno è l’obiettivo presente e futuro del nostro sistema scolastico, bisogna adeguare con delle leggi e dei mezzi che vengano incontro ai suoi bisogni. Termini come progettazione, apprendimento, comunicazione, didattica speciale dei bisogni, certamente sono nuovi per la cultura scolastica del nostro paese. Il bisogno educativo si estrinseca non soltanto nel modo di insegnare all’alunno speciale bensì è di esempi per tutti quanti noi perché tutto possiamo essere diversamente abile e speciali allo stesso tempo. Il ruolo e figura dell’insegnate specializzato è quello che egli stesso deve farsi speciale, collaborando con tutte quelle sinergie che sono presenti nel territorio della scuola sia esse interne che esterne. Tutti i docenti sono coinvolti nella riorganizzazione dei curricoli, in funzione dei bisogni della persona, sapendo gestire le attività di aula di apprendimento con mezzi e strumenti inerenti alle caratteristiche degli alunni speciali.
La rete che si sviluppa con il sistema territorio è importante, anzitutto il ruolo apicale della famiglia di origine, subito dopo la scuola con il suo sistema di relazioni interne ed esterne nella quale riesce ad affrontare con le dovute sinergie le eventuali problematiche nascenti. La collaborazione di rete (territorio, enti, associazioni, impianti sportivi, famiglie, centri diurni, centri di ascolto ecc..)sono la ragnatela positiva per un inserimento efficace ed una crescita piena dell’ alunno speciale. Le istituzioni scolastiche sono fortemente impegnate nel creare un progetto scolastico adeguato per gli alunni speciali, i quali permetta loro di affrontare e crescere con un input maggiore per dimostrare a se stessi che sono alunni normodotati e non speciali. Il progetto di vita, quello non compete alla scuola ma alla famiglia e con la collaborazione e il consolidamento di altre figure professionali che possano mettere l’individuo al centro del bisogno di crescita e di Formazione di Vita richiede un analisi di una lunga serie di incognite di non facile risoluzione.
Girolamo Rotolo

Teatro al buio “Viaggio agli inferni del secolo”

Lo spettacolo di Gianfelice Facchetti torna in scena a Dialogo nel Buio. Il “Viaggio agli inferni del secolo” è tratto da un racconto di Dino Buzzati.
Dopo aver raccontato Milano con la sua storia e i suoi personaggi, Gianfelice Facchetti e Stefano Covri portano a Dialogo al Buio un nuovo spettacolo sulla città, tratto da un formidabile racconto di Dino Buzzati.
Ispirato dalla visita alla metropolitana di Milano, inaugurata proprio nel 1964, il racconto parte dalla scoperta durante i lavori di scavo nella stazione di piazza Amendola di una piccola porta che conduce all’inferno. Sarà lo stesso Dino Buzzati che, nelle vesti di protagonista del racconto, verrà incaricato dal direttore del quotidiano per cui lavora (naturale il riferimento al Corriere della Sera) di varcare quella soglia andando alla scoperta dell’inferno. Vi troverà un mondo identico a quello in cui viviamo – trasfigurazione delle nostre città – con auto, luce elettrica, automobili, bar e cinema; un inferno lontano da quello immaginato da Dante, abitato da persone in carne e ossa, “pallide, svuotate, castigate e vinte”, vestite come noi e imprigionate in un gigantesco ingorgo di cui non si vede la fine. Troverà le “diavolesse”, capeggiate dalla signora Belzeboth: moderne amazzoni che manovrano i destini dei dannati da una sala di comando. Troverà la parte oscura di se stesso, solitudini e crudeltà.
Questo racconto, giocato buzzatianamente sul confine tra realtà e fantasia, tra simile e verosimile – è il 37 aprile quando il protagonista viene chiamato nell’ufficio del direttore -, arriva ora a teatro in una rappresentazione al buio a opera di Gianfelice Facchetti e Stefano Covri.
I quali, dopo aver raccontato Milano con la sua storia, i personaggi, i quartieri, portano a Dialogo nel buio una Milano infernale, eppure tanto vicina a quella in cui viviamo quotidianamente da sembrare a tratti la stessa.
Viaggio agli inferni del secolo è uno spettacolo pensato per Dialogo nel buio:
a cura di Gianfelice Facchetti e Lorenzo Viganò con Gianfelice Facchetti e Stefano Covri

Info
Giovedì 22 settembre 2016
Inizio ore: 21 (presentarsi 30 minuti prima)
A spettacolo iniziato non è consentito l’ingresso
Biglietto: 20 euro con prenotazione obbligatoria
Prenotazioni: tel.  02 77 22 62 10
Istituto dei Ciechi di Milano
Via Vivaio, 7 – 20122 Milano

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Catania: convegno Rotary sul turismo accessibile, di Mattia Gattuso

Colgo intanto l’occasione di questo mio intervento per sottolineare ulteriormente il valore che ha il nostro Giornale nella diffusione libera delle notizie che accadono all’interno ed all’esterno della Nostra Grande Associazione.
E con tale occasione intendo intervenire su quanto accaduto alla Nostra Amica Patrizia a Rimini che ha potuto dare voce al proprio civilissimo, ma disgustato dissenso, grazie ad Irene Balbo, proprio sulle pagine virtuali del Nostro Giornale.
Quanto accaduto, ed il dibattito che attorno ad esso si è aperto, non deve restare relegato all’interno dell’Associazione ma va trasmesso, portato a conoscenza, evidenziato, strillato, anche nella cosiddetta Società Civile affinché, parafrasando un grande filosofo autore dell’aforisma secondo il quale “Si dileggia ciò che non si conosce” possiamo fare conoscere a tutti le reali necessità dei disabili in generale e dei disabili visivi in particolare.
Dobbiamo fare da megafoni che amplificano la voce di chi non ha spesso voce.
Proprio cogliendo spunto da quanto accaduto a Patrizia, con la preziosissima intuizione di quello che definisco semplicemente come filantropo, il dott. Maurizio Catania da e di Catania, il Gruppo Rotariano Comunitario Sicilia Lux Mundi Presieduto dalla dott.ssa Adriana Muliere, ha organizzato, per domenica 11 settembre p.v., un incontro pubblico avente come tema “Sicilia isola di luce, il turismo anche per i non vedenti” che vedrà quali relatori, oltre al Presidente della Commissione Disabilità Rotary dott. Nino Prestipino, al cultore di storia della Sicilia dott. Marcello Stella ed al giornalista dott. Giuseppe Petralia, l’intervento di due soci della Nostra Associazione, che potranno fare sentire, dalla propria posizione di diretti interessati, la voce di chi agogna di girare per le bellezze del mondo al pari degli altri e trova, invece, ostacoli materiali e culturali, come quelli frapposti al cane guida.
I due soci della sezione UICI di Catania siamo io e l’avv. Marino Simonini.
L’incontro sarà moderato proprio dal filantropo dott. Maurizio Catania.
Per mio conto, oltre all’oggetto specifico del mio intervento, quello che a quindici anni di distanza è ancora un oggetto misterioso (la legge 138/2001), porterò senz’altro all’attenzione dei partecipanti quanto accaduto all’Amica Patrizia e quanto la Nostra Grande Associazione ha fatto, fa e farà per addomesticare, oltre ai cani guida, qualche albergatore poco illuminato, qualche ristoratore inutilmente preoccupato, qualche tassista imbarazzato e così via.
La locandina dell’evento, per quanti interessati, è disponibile alla mia pagina facebook Mattia Gattuso.

Mattia Gattuso