Incontri per genitori di bambini e ragazzi con disabilità visiva

Incontri per genitori di bambini e ragazzi con disabilità visiva
Medici, psicologi, educatori insieme per sostenere le famiglie

Essere genitore è sempre una sfida delicata: ogni bambino è un universo irripetibile, che va compreso e accompagnato con modalità diverse, secondo un rapporto da reinventare ogni giorno. In presenza di una disabilità visiva, il compito di “spiegare il mondo” ai figli diventa ancora più arduo: specialmente all’inizio, ci si sente impreparati e disorientati. Quando poi, con l’adolescenza, i figli iniziano a rivendicare per sé una progressiva autonomia, si aprono nuove prospettive, ma anche nuovi problemi. E’ per questo che l’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) di Torino, grazie a un progetto approvato a livello nazionale, ha organizzato un ciclo di incontri dedicati ai genitori di bambini e ragazzi con disabilità visiva.
Per l’occasione, una squadra composta da psicologi, educatori e medici farà il punto sulle ultime ricerche in ambito scientifico e riabilitativo. «Ma l’obiettivo – spiega Franco Lepore, presidente UICI I.Ri.Fo.R. Torino – è anche quello di offrire ai genitori uno spazio di confronto, in un ambiente sereno, nel quale sentirsi accolti, ascoltati e consigliati. Ci auguriamo che questa iniziativa possa fornire alcuni strumenti utili per migliorare la capacità di comunicazione e affrontare le fatiche del quotidiano».
A partire dal 20 gennaio, presso la sede torinese dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (c.so Vittorio Emanuele II, 63) si terranno quattro appuntamenti con cadenza quindicinale, durante i quali verranno approfonditi diversi aspetti del rapporto genitori-figli in relazione alla disabilità visiva. Si parlerà, tra l’altro, di ricerche in campo genetico, di strategie per esplorare il mondo, di come gestire il rischio dell’iperprotezione e indirizzare i ragazzi verso una piena conoscenza di sé, compresi gli aspetti legati alla sessualità. Introduzione e conclusioni saranno a cura del Comitato Genitori UICI Torino. Terminata questa fase, per chi lo desidera sarà possibile intraprendere un percorso individualizzato, rivolto al singolo genitore o alla coppia genitoriale. Per iscriversi è necessario contattare la segreteria UICI Torino telefonando al numero 011535567 entro lunedì 16 gennaio.
Ufficio Stampa: Lorenzo Montanaro: 333 447 99 48 – ufficio.stampa@uictorino.it – lorenzo.montanaro@gmail.com

Modena- Corso di informatica in ambiente Mac” 

UICI Modena in collaborazione con UICI Reggio Emilia e con il sostegno di IRIFOR propone un nuovo corso di informatica in ambiente MAC dedicato ai disabili visivi. Il corso prenderà avvio sabato 21 Gennaio nella sede UICI di via Don Milani 54 a Modena, avrà una durata di 20 ore e si articolerà in quattro giornate di lavoro. Posti limitati e iscrizioni aperte fino al 13 Gennaio.

Sapere utilizzare il computer è sempre più necessario al giorno d’oggi, e lo è ancor di più quando una disabilità limita l’autonomia negli spostamenti e rende difficili le attività quotidiane  come leggere, scrivere, scambiare informazioni e mantenere contatti personali o professionali. Negli ultimi anni cresce progressivamente il numero di disabili visivi che si affidano a prodotti Apple, poiché essi sono equipaggiati di vari software per l’accessibilità come ingranditori e sintesi vocali per la disabilità visiva, e una serie di altri strumenti per altri tipi di disabilità.

Con questa consapevolezza le sezioni UICI di Modena e Reggio Emilia con il sostegno di IRIFOR (Istituto per la Formazione, Ricerca e Riabilitazione per la disabilità visiva) propongono la nuova edizione del corso d’informatica in ambiente MAC, tenuto da Vainer Broccoli, studioso di informatica, esperto di ausili tecnologici per la disabilità visiva, da anni impegnato nell’attività di formatore.

Negli incontri in programma per quattro sabati consecutivi a partire dal prossimo 21 Gennaio dalle 10 alle 16 i partecipanti potranno conoscere e imparare a utilizzare i software MAC servendosi di Voice Over, lo screen reader presente in ogni dispositivo Apple.

Durante le 20 ore di formazione ogni partecipante potrà utilizzare un laptop MAC presente nell’aula informatica allestita da IRIFOR Emilia Romagna presso la sede UICI  di via Don Milani, versando un contributo di 80 euro per tutti e quattro gli incontri.

Le iscrizioni al corso, per un massimo di 8 partecipanti, si chiuderanno inderogabilmente venerdì 13 gennaio 2017.

Per iscrizioni e informazioni:

www.uicimodena.it

tel. 059 30 00 12

e-mail: modena@irifor.eu

La grande attesa per la delega sull’inclusione, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Con riferimento alla lettera aperta inviata alla neo ministra Fedeli da numerosi insegnanti di sostegno, recentemente riportata in un articolo del Corriere della sera del 31 Dicembre 2016 dal titolo “Sostegno ai disabili, rivolta dei docenti contro la riforma in arrivo”, mi permetto di esternare ai nostri lettori alcune mie brevi considerazioni.
Innanzitutto, voglio subito precisare che tutte le informazioni finora fornite sulla riforma del sostegno ai disabili a scuola, una delle deleghe al governo previste dalla legge 107, sono solo indiscrezioni, anticipazioni, dichiarazioni. Eppure tali notizie sono state ugualmente sufficienti ad alimentare già forti malumori e tensioni (forse per ora un po’ troppo premature ed ingiustificate) da parte di circa 40 associazioni e decine di sigle di docenti per il sostegno, riunitesi nel gruppo dei cosiddetti “partigiani della scuola pubblica”.
Personalmente, non condivido i contenuti della loro missiva al Ministro, ritenendo invece assolutamente “indifferibile” e necessaria la riforma dell’attuale sistema italiano dell’inclusione scolastica.
A mio modesto avviso, infatti, la riflessione sull’imminente delega sul sostegno non può essere animata dalla voglia di “trincerarsi” nella tutela ad ogni costo dell’esistente o in rimpianti di un passato che poteva essere e che non è stato, come mi pare stiano facendo i promotori della sopraccitata “protesta”. Al contrario, essa deve essere ispirata dalla convinzione che, solo guardando avanti, anche se con “realismo”, si riuscirà finalmente a garantire il migliore futuro possibile all’inclusione scolastica degli alunni/studenti disabili italiani.
Entriamo dunque nel dettaglio delle eventuali criticità che, secondo i “partigiani della scuola pubblica, potrebbero scaturire dalla riforma in arrivo.
Uno dei punti “deboli” della riforma, secondo la loro opinione, sarebbe il cosiddetto «profilo di funzionamento», che dovrebbe servire a definire il numero di ore di assistenza per ogni studente con disabilità, e che, secondo la prima analisi del corpo docente specializzato, rischia di penalizzare fortemente i suoi bisogni, in quanto non terrebbe conto della “diagnosi funzionale” e del Profilo Dinamico Funzionale (PDF).
Al riguardo, mi permetto di osservare che lasciare che la definizione delle necessità di ore per il sostegno sia determinata da una diagnosi, come oggi avviene erroneamente il più delle volte e non dagli interventi didattici del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e dunque da un progetto educativo “vero e proprio”, questo sì che è delegare alla sanità la principale prerogativa dell’educazione, quella didefinire i bisogni formativi dell’alunno.
Infatti, un’altra grave lacuna dell’emanando Decreto sull’inclusione, denunciata dagli insegnanti “partigiani” sarebbe il cambiamento di prospettiva per cui il docente per il sostegno diverrebbe una sorta di “tutor” iperspecializzato nell’assistenza ai disabili, ma non necessariamente un insegnante: tale nuovo approccio “paramedico” snaturerebbe la professionalità dell’insegnante di sostegno, collocandolo sullo stesso piano delle figure socio-sanitarie che già operano in contesti non scolastici con il ragazzo disabile.
In proposito, vorrei rappresentare agli amici docenti in “rivolta” che, proprio per porre finalmente rimedio alla precarietà di ruolo e funzione degli insegnanti per il sostegno, sulla base delle notizie finora trapelate, tramite la delega sull’inclusione, si andrebbe finalmente nella direzione di una loro formazione iniziale e continua, con specificità profonde e una conoscenza adeguata delle esigenze degli alunni disabili. Dunque, altro che non insegnanti od addirittura figure “medicalizzate”. Essi dovrebbero essere invece insegnanti “universali”, ma con una specializzazione sui temi dell’inclusione e sulle singole disabilità. Essi,quindi, assurgerebbero finalmente ad un ruolo ben definito e sarebbero in possesso di competenze pedagogiche, didattiche e metodologiche capaci di renderli un “supporto” efficace ai docenti curricolari ed agli Organi Collegiali nella progettazione, realizzazione, monitoraggio e valutazione di un’offerta formativa realmente “inclusiva”.
In particolare, per tutti i gradi di istruzione, per poter insegnare sul posto di sostegno, dovrebbe essere obbligatorio conseguire 120 crediti formativi universitari sull’inclusione scolastica (oggi si diventa docenti di sostegno con soli 60 Cfu, ovvero 1 anno di specializzazione).
Tutti i futuri docenti di ogni ordine e grado dovrebbero avere inoltre, nel loro percorso di formazione iniziale, crediti riguardanti le metodologie per l’inclusione.
Ma nel mirino degli insegnanti specializzati in subbuglio c’è anche la mobilità della riforma della Buona scuola, «che ha lasciato ben 50 mila studenti senza docente specializzato sul sostegno.
Su tale aspetto specifico, per dovere di cronaca, mi corre l’obbligo chiarire che tali procedure di mobilità non hanno nulla a che fare con la prossima riforma del sostegno.
Infatti, esse sono state l’errata soluzione adottata dal precedente Ministro Giannini, a seguito delle tantissime non ammissioni dell’ultimo concorso e dell’enorme domanda di insegnanti di sostegno (circa 120.000 in servizio di cui circa il 60% di ruolo), che hanno letteralmente mandato in tilt il sistema scolastico territoriale. Si ricordi in proposito la nota Protocollo n. 24306 del 1° settembre 2016, che recita testualmente: «In caso di esaurimento degli elenchi degli insegnanti di sostegno compresi nelle graduatorie ad esaurimento, i posti eventualmente residuati sono assegnati dai dirigenti scolastici delle scuole in cui esistono le disponibilità, utilizzando gli elenchi tratti dalle graduatorie di circolo e d’istituto, di prima, seconda e terza fascia».
Migliaia di cattedre di sostegno sono state perciò affidate a docenti senza alcun tipo di specializzazione, costringendo così le famiglie di persone con disabilità a ricorrere sempre più spesso ai giudici per dare un’istruzione ai loro figli.
Per la verità, contro queste “ambiguità” del sistema, pare che l’obiettivo “dichiarato” dell’emanando Decreto delegato sull’inclusione sia, oltre che quello di garantire una formazione specifica universitaria ai futuri insegnanti per il sostegno ed una maggiore specializzazione sulle singole disabilità a tutti i docenti attualmente in servizio (attraverso il “famoso” Piano Triennale di Formazione obbligatoria), anche e soprattutto quello di assicurare la continuità del diritto allo studio degli allievi disabili, facendo sì che gli stessi abbiano lo stesso docente per il sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione. Quindi il medesimo insegnante per il sostegno per i 5 anni di scuola primaria, per i 3 anni di scuola secondaria di I grado e per i 5 anni della scuola secondaria di II grado.
Pertanto, la continuità didattica si dovrebbe realizzare attraverso quattro ruoli per il sostegno (infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado), in cui bisognerà permanere prima di transitare sul posto comune
Infine, i docenti “partigiani della scuola pubblica” lamentano che, senza aumentare le ore di sostegno (ne servirebbero almeno 18 a settimana), gli alunni/studenti con disabilità non avranno mai la possibilità di apprendere come gli altri.
Relativamente a quest’ultimo punto, a mio modesto avviso, il problema non sta nel numero di ore di sostegno (che stante così la situazione nell’attuale sistema educativo e formativo italiano è comunque importante), ma è quello di capire se, con la futura delega sull’inclusione ci sarà un’effettivo” cambiamento qualitativo.
Infatti, come riportato da uno studio diffuso dall’ISTAT qualche settimana fa, gli alunni italiani con disabilità che hanno frequentato le scuole primarie e secondarie nell’anno scolastico 2015-2016 sono stati 155.971, mentre gli insegnanti per il sostegno sono arrivati a quota 82.000, uno ogni due alunni disabili.
Eppure, nonostante assistiamo ad una crescita esponenziale del numero degli insegnanti specializzati, l’equazione “più sostegno = più inclusione” sembra non funzionare affatto nel presente “sistema d’istruzione” italiano.
Allo stato attuale, siamo effettivamente ancora costretti ad imbatterci il più delle volte in educatori e docenti con un’inappropriata preparazione ed una formazione inadeguata ad assicurare un’inclusione scolastica di qualità ai ragazzi con disabilità del terzo Millennio.
Il messaggio della “normale” Didattica inclusiva stenta ancora a decollare nella scuola italiana e ci scontriamo di sovente con interventi didattici inclusivi esclusivamente “episodici” e che hanno soltanto il carattere dell’urgenza e dell’emergenza e non del “contesto”.
Voglio dire che la sola assegnazione dell’insegnante di sostegno (anche con un numero congruo di ore) agli alunni/studenti con disabilità non è sufficiente a garantire il loro successo scolastico e formativo, se non affiancata da un contesto veramente “inclusivo”.
La nomina del docente per il sostegno con un numero adeguato di ore, seppur rappresentando un “sacrosanto” diritto assolutamente esigibile dai nostri ragazzi e dalle loro famiglie, da sola rischia di essere quasi inutile e di ripetere le “distorsioni” e gli sbagli dell’attuale modello dell’inclusione scolastica, che hanno finito per provocare i “deprecabili” fenomeni della “deresponsabilizzazione” dei docenti curricolari rispetto ai loro alunni con disabilità e la perversa “delega” al solo collega di sostegno dei loro insegnamenti e delle loro valutazioni.
Soltanto se la prossima delega sull’inclusione promuoverà l’organizzazione di un “contesto” veramente accogliente ed inclusivo, dove si “sfrutti” al meglio l’”organico potenziato” e dove il Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) sia parte integrante della progettazione, della didattica e della valutazione delle Istituzioni scolastiche italiane e, dunque, anche dei loro Piani Triennali dell’Offerta Formativa, si potranno realisticamente garantire per ogni allievo quelle condizioni di “pari opportunità” nel raggiungimento del massimo “possibile” dei traguardi individualizzati e personalizzati d’istruzione, tanto decantate dalla recente normativa italiana sull’autonomia scolastica.
Ai “partigiani della scuola pubblica” io suggerirei invece di puntare il dito contro l’unico “sesquipedale” errore strategico della futura delega sull’inclusione che mi sembra essere, senza timore di essere smentito, il totale mancato concreto coinvolgimento delle associazioni di e per persone con disabilità, delle loro famiglie e, soprattutto dei docenti per il sostegno nel suo iter di emanazione. Il mio auspicio è che il nuovo Ministro Fedeli assuma un atteggiamento più “partecipativo” ed ascolti di più chi questi problemi li vive quotidianamente sul campo.
Tuttavia, tale importante traguardo potrà essere perseguito, se si abbandoneranno finalmente posizioni preconcette di piccolo “cabotaggio”, nella consapevolezza che solo la collaborazione ed il confronto aperto tra tutte le parti interessate potranno rendere la via “inclusiva intrapresa dalla scuola italiana già quarant’anni fala strada maestra per l’educazione e l’istruzione di tutti e di ciascuno.

Esperire la cecità non si può…, di Marco Condidorio

Autore: Marco Condidorio

Cene al buio o, come ultimamente si legge sempre più diffusamente nell’Web: a prova di cecità; aperitivi al buio; camminate al buio; dialoghi d’ogni tipo e genere, rigorosamente al buio; conversazioni al buio! Sperimentare la cecità fa tendenza, come dire, potrebbe dare un “tocco” di luce alla serata!!
Comodamente seduto nella poltrona della veranda ovest di casa, il pensiero “circa la percezione del mondo da parte del cieco” m’avvolge, come sempre in questi ultimi anni di studi e ricerche sull’argomento. E ciò non per essere divenuto persona cieca in età adulta, circa a trent’anni ma, per aver vissute le tre fasi “straordinariamente” critiche, secondo l’accezione kantiana del concetto e cioè: quella dell’ipovisione grave; della cecità con percezione di luce e l’attuale, quella della cecità assoluta.
Mentre non si sceglie di diventare ciechi, la cecità non si potrebbe mai desiderare, si può scegliere di studiare la tiflologia e di provare ad acquisire quelle conoscenze utili a comprendere il proprio stato di cecità. Comprendere le difficoltà logistiche, di gestione degli spazi, del tempo e dei luoghi fisici piuttosto che virtuali. Conoscere e progettuare tecniche e tecnologie per “mordere”, assaggiare l’intorno, il “poco” più in là, per scoprire, incontrare qualcosa di cui ignoravamo l’esistenza e poterla afferrare, esplorare.
L’occhio vede; guarda; osserva in un sol “colpo d’occhio” l’insieme; l’occhio coglie, conosce e riconosce ciò che è nello spazio, qui ed ora, dunque anche il tempo, nella sua manifestazione ottica ha un proprio luogo. Spazio e Tempo, “virtù” fisiche del mondo umano, mi vien da dire; sì, perché la loro esistenza ha la propria oggettività nella soggettività del nostro percepire il mondo come altro da noi; come altra realtà esistente, indipendente dal nostro pensiero.
I primi raggi di sole giungono dalla veranda ad est della casa, immediatamente il pensiero si focalizza su di un fenomeno, che se nella realtà ha una propria ragione fisica, nel pensiero i concetti che lo verbalizzano alla mente, giocano tra loro: l’alba ed il tramonto.
Sorseggio il caffè e socchiudo gli occhi per assaporarne il gusto intenso… “ottima miscela” sussurro tra me e me. Nella poltrona di fronte, posta in diagonale alla mia, la veranda ovest è un grande rettangolo, percepisco la presenza dell’amico fraterno Lollo. Accende una sigaretta e, come ho appena fatto io, si accinge a sorseggiare il proprio caffè. Lo osservo attentamente; è immerso nei pensieri, ne avverto lo stato di forte eccitazione, questa sera per la prima volta dovrà gestire autonomamente la cena al buio.
Si allaccia meglio le scarpe e, tirata giù velocemente la zip, si libera della felpa, inizia a far caldo.
Oriento il volto verso di lui e rivolgendogli la parola dopo un lungo cinguettio di un piccolo stormo di volatili, gli chiedo: “qualcosa ti preoccupa?”.
“Questa sera, come ben sai, terremo la cena al buio ehm…saremo oltre settanta persone e…”; sorrido senza nemmeno accorgermi di farlo spudoratamente… “Settanta persone sono troppe, lo sai, vero?”. Avverto lo sguardo imbarazzato di Lollo che, con un mezzo sorriso risponde: “sì…lo so, siamo in tanti”.
Già immagino la stampa, l’ingresso dell’Hotel Europa sarà affollato di giornalisti della carta stampata e le televisioni non saranno da meno. Tutto secondo il “clichè!”.
Sento lo sguardo di Lollo addosso, come se leggesse ogni mio pensiero… “stai domandandoti se ci sarà anche la stampa, immagino, vero?”.
E’ vero, stavo giusto immaginando la folla di curiosi che, ci vuole certo ma…

Come sempre il dialogo tra noi due è forte, profondo e per questo sempre leale, sicuro, ricco di sostanza.
Mi riempie di domande Lollo; è desideroso di sapere che penso delle iniziative il cui centro è l’esperienza della “cecità”. Cosa vorrei che si comprendesse di tali eventi; cosa dovrebbe restare a chi li vive e ancora, cosa significhi far vivere qualche ora di buio, nel buio a qualcuno.
Tanti quesiti; dubbi; perplessità, forse timori e tanta, tanta paura di sbagliare.
Così, invitando con un gesto l’amico ad avvicinarsi, presi a riflettere su alcuni importanti dettagli che, solitamente sfuggono, non solo a chi ha il dono della vista ma, anche a chi la vista non l’ha mai avuta o l’ha perduta.
Partiamo dall’uso errato del lessico col quale, vedenti e non, argomentano su quelli che “dovrebbero” essere luoghi comuni e che ancora oggi sono il bagaglio sociale espresso da un gergo talvolta infelice quanto scorretto dal punto di vista dei processi cognitivi e intellettivi, propri non solo di chi vede, ma anche per chi vive in condizioni di cecità. “Il mondo di voi ciechi”… Non c’è un nostro mondo né una nostra realtà; dal punto di vista della conoscenza, chi è cieco ha la medesima percezione della realtà, del mondo oggettivo come chiunque; possono cambiare le modalità, il tipo d’approccio ai contenuti di una disciplina, per esempio la matematica o il disegno geometrico; ma, l’approccio sensoriale ai contenuti della realtà fisica, del mondo circostante è perfettamente lo stesso sia per chi è cieco che per chi vede. Noi non vedenti assoluti non abbiamo una percezione del mondo omologata rispetto a quella del vedente: il cieco trova il proprio computer o paio di scarpe, proprio come il vedente; il primo utilizza il tatto, magari l’olfatto se si tratterà di un frutto; il secondo utilizzerà prevalentemente la vista.
La cecità è l’assenza va spiegata, paradossalmente anche a chi, nascendo cieco, non ha una coscienza cognitiva della propria condizione, proprio perché egli della cecità ne fa esperienza attraverso chi vede, come della conoscenza il bambino ne fa esperienza con il sostegno cognitivo di chi già l’ha fatta, l’adulto appunto.
E dunque una sera passata al buio cos’è?
Chi cena al buio, può poi dire d’aver fatta esperienza della cecità?
Cenare al buio o nel buio è l’esperienza che ogni persona vedente dovrebbe poter fare ma, a certe condizioni e seguendo un canovaccio strutturato secondo i canoni di un percorso sensoriale, che ponga in evidenza gli aspetti intimi del percepire, sia per conoscere che riconoscere; per orientare e orientarsi; per scoprire e mascherare; per giocare e riflettere.
La cecità non ha colore e dunque non è percezione di niente; il buio è comunque una percezione, assenza di luce appunto, dunque significa avere una qualche percezione che, il cieco dalla nascita o acquisito non hanno, mentre chi si appresta ad entrare in una sala oscurata percepisce e dunque fa esperienza di un buio ambientale e non sensoriale.
Tutto qui? No! C’è dell’altro, molto altro, dirò il vero dell’esperienza che una persona vedente può decidere di vivere quando sceglie di partecipare ad una cena al buio.
Trovare gli oggetti e riconoscerli, le posate per esempio! E saperle usare con le sole abilità del tatto e dell’orientamento.
Riempire il proprio bicchiere col solo aiuto della percezione tattile e uditiva. Riconoscere gli ingredienti che compongono i diversi piatti, discriminarli e assaporarli.

La cena al buio non è l’incontro con la cecità ma, la scoperta, al più, delle criticità cui va incontro anche il non vedente non debitamente formato.
Esistono infatti anche i corsi di orientamento e mobilità per i non vedenti.
Cenare al buio comporta l’uso costante della memoria, non solo quella tattile ma, olfattiva e gustativa. L’uso del pensiero che ci ricordi dove abbiamo messo il pane; dove è posizionata la bottiglia dell’acqua e se il tovagliolo era a sinistra o a destra del nostro piatto, ciò per evitare di pulirci la bocca con quello del nostro commensale!
La cecità non è esperibile!
Al più, ed è ciò che conta ai fini delle innumerevoli iniziative che vedono persone vedenti calarsi per qualche manciata di minuti in una oscurità ambientale o si fanno bendare completamente gli occhi, è esperire cosa significhi utilizzare esclusivamente il tatto e l’udito, l’olfatto ed il gusto senza il supporto della vista e, scoprire con loro meraviglia che, non siamo eroi o fenomeni umani ma, semplicemente andrebbero valutati maggiormente anche gli altri sensi per quel che sono e rappresentano per una qualunque esperienza cognitiva, di tipo relazionale e intellettiva.
Non si tratta di esperire la cecità ma, di comprendere le criticità materiali, fisiche, ambientali e scoprire la necessità dell’ordine e dei bisogni di chi vive realmente la cecità sulla propria pelle.
In molti scoprirebbero l’inutilità, persino la banalità di certe espressioni del tipo: “è diversamente abile!”
Come se un cieco avesse abilità diverse di pensiero; di scoperta del gusto; di stringere relazioni umane; d’amare o di farsi amare; di studiare e di conoscere il mondo; di comprendere ed essere compreso.
La cena al buio è l’occasione di vivere una temporalità tutta formativa attorno e sui temi della quotidianità, fatta di gesti come portare la forchetta piena di cibo alla bocca; versare del vino nel bicchiere; sfiorare la mano del proprio vicino nell’atto di cercare il pane o il tovagliolo; scambiare quattro chiacchere con la ragazza di fronte, ascoltandone la voce ed immaginarne il volto; tutto questo completamente liberi di scegliere strategie e tempi. La cena al buio è la scelta consapevole di voler mettere in gioco se stessi in una condizione “atipica” per chi solitamente utilizza la vista per andare in bagno o farsi la barba e la doccia non è una quotidianità appartenente ad un mondo diverso o peggio, estraneo a quello di chi vede, ma pienamente intima ad ogni essere umano che, per qualche ora scelga di fare l’”amore” con i propri sensi, escludendo per un tempo determinato, dall’ordinario della sensorialità la vista.
Ora, amico mio va! E ricorda agli scettici: Non è la vista che descrive il mondo ma, è la mente a governarne strutture e, laddove è possibile, anche i fenomeni.
P.S La sera del 21 dicembre 2016 oltre ottanta persone hanno partecipato ad una delle tante cene al buio tenute in occasione delle festività natalizie, l’hanno fatto accompagnato dal manifesto da cui si riporta il testo integrale:
INVITA A CENA I TUOI SENSI E LASCIA A CASA PER UNA SERA LA VISTA…
Gusto e olfatto, tatto e udito saranno i tuoi compagni, insieme ai tuoi amici, durante la cena.
Poco meno di due ore immerso nel buio per incontrare e conoscere nuove persone, poterle immaginare con il solo contributo dell’olfatto, del tatto e dell’udito.
Lasciati guidare dai quattro sensi e scoprirai quanto della realtà è invisibile allo sguardo perché patrimonio unico e straordinario della sfera sensoriale: sapori e fragranze, oggetti e suoni, nulla si sottrae all’intelligenza dei sensi che la mente e cuore traducono in realtà.

Marco Condidorio
Docente incaricato di tiflologia presso l’università degli studi del Molise
Coordinatore della commissione nazionale per l’istruzione e la formazione dell’unione italiana ciechi e ipovedenti onlus

Ascoli e Fermo – Estrazione Lotteria della Befana 2017

PREMIO
BIGLIETTO ESTRATTO
1.    Fiat Panda
8404
2.    Televisore 32’’
7106
3.    Piatto in ceramica dell’artista Marinelli
15462
4.    Percorso Benessere Hotel Smeraldo
18791
5.    Robot Vileda
2487
6.    Orologio Pryngeps
9061
7.    Fotocamera Digitale
14952
8.    Smartphone Samsung
2113
9.    Macchina da caffè Maranello
4526
10.  Tom Tom
13541
11.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
3086
12.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
4702
13.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
9411
14.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
17085
15.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
624
16.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
8449
17.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
1156
18.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
7007
19.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
1847
20.  Confezione di vino con 10 Gratta e Vinci da €2
10248

Torino- Notiziario audio 011NEWS

E’ in rete la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 47/2016 di venerdì 23/12/2016. Di seguito il link:

In primo piano
L’I.Ri.Fo.R. Torino propone un ciclo di incontri dedicati ai genitori di bambini e ragazzi con disabilità visiva
“Oltre” è il titolo del nuovo numero di UICI/011, la rivista quadrimestrale della nostra sezione. E’ un invito a superare le barriere della disabilità e del pregiudizio, anche con la tecnologia
L’audiodescrizione potrebbe diventare un mestiere, riconosciuto e qualificato. Concluso a Milano un corso di formazione per 50 ragazzi. E i disabili visivi sono stati chiamati a dare suggerimenti
Buon ascolto e buon 2017!

Torino- Comunicati del 23 dicembre 2016

La Segreteria U.I.C.I. – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus
Sezione Provinciale di Torino C.so Vittorio Emanuele II, 63 – 10128 Torino
tel. 011/535567  –  fax 011/5617583e-mail: uicto@uiciechi.it  –  sito: www.uictorino.it
Facebook: www.facebook.com/uicitorino  –  Twitter: @uicitorino

COMUNICATI  DEL 23  DICEMBRE 2016
Chiusura uffici per Festività Natalizie
Orario di apertura locali sezionali di giovedì 5 gennaio
Rinnovo iscrizione UICI Torino
Attività della Polisportiva
Comitato pari opportunità e associazione Verba
Presenze dei responsabili dei Comitati UICI Torino
Sportello legale
Mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo
Accompagnamenti UNIVoC
Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia fra Ciechi e Vedenti

Chiusura uffici per Festività Natalizie
Informiamo i soci che per le festività Natalizie gli uffici rimarranno chiusi da martedì 27 a venerdì 30 dicembre. L’attività riprenderà con i consueti orari Lunedì 2 Gennaio 2017.
Orario di apertura locali sezionali di giovedì 5 gennaio
Informiamo i soci che il 5 gennaio prossimo, pur essendo il primo giovedì del mese, la sede di corso Vittorio Emanuele II n. 63 chiuderà alle ore 18.00 e non alle ore 20.00.  L’orario prolungato verrà ripristinato nuovamente a partire da giovedì 2 febbraio.

Rinnovo iscrizione UICI Torino
E’ partito il rinnovo dell’iscrizione all’UICI Torino per l’anno 2017. La quota, invariata rispetto all’anno passato, è di 49,58 Euro. E’ possibile versare il contributo direttamente presso i nostri uffici (in una soluzione unica), oppure sottoscrivendo la delega Inps per il pagamento attraverso trattenuta di 4,13 Euro ogni mese sull’indennità di accompagnamento o sull’indennità speciale. Chi sceglierà questa seconda possibilità riceverà un piccolo omaggio da parte della nostra sezione.

Attività della Polisportiva
Settimana Bianca a Cogne:
La Polisportiva organizza la consueta settimana bianca per la pratica dello sci di fondo a Cogne dal 22 gennaio al 28 gennaio 2017. La quota per i soci della Polisportiva è di Euro 530,00 e per i non soci Euro 570,00. Per ulteriori informazioni la Polisportiva è a vostra disposizione.

Comitato pari opportunità e associazione Verba
Ricordiamo la collaborazione in atto tra il comitato pari opportunità della nostra sezione e l’associazione Verba, che da oltre quindici anni offre un aiuto concreto alle donne più fragili e più sole. Tra le tante, preziose iniziative, va segnalato l’ambulatorio Fior di Loto, che garantisce prestazioni ginecologiche alle donne disabili. La struttura, gestita in collaborazione con l’Asl Torino 1, si trova in via Silvio Pellico 28: offre visite gratuite e consulenze su vari temi, dalla gravidanza alle malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre, presso la sede dell’associazione Verba, in via San Marino 10, esiste uno sportello di ascolto rivolto alle donne vittime di violenza, che lì possono trovare assistenza psicologica e legale. Per saperne di più potete contattare le referenti del nostro comitato pari opportunità, oppure direttamente la responsabile dell’associazione, Giada Morandi, al numero 011 011 28 007.
Presenze dei responsabili dei Comitati UICI Torino
Ricordiamo che i responsabili dei comitati attivi presso la nostra sezione UICI  sono sempre a disposizione di tutte le persone che necessitano di assistenza, consulenza o informazioni, telefoniche o su appuntamento, nei seguenti giorni e orari:
Comitato Anziani: tutti i lunedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00
Comitato Centralinisti: tutti i lunedì dalle ore 17.00 alle ore 18.00
Comitato Fisioterapisti: tutti i giovedì dalle ore 16.00 alle ore 17.30
Comitato Ipovedenti: tutti i giovedì dalle ore 17.00 alle ore 18.00
Gruppo Informatico: tutti i venerdì dalle ore 15.00 alle ore 17.00
Comitato Pari Opportunità: tutti i venerdì dalle ore 17.00 alle ore 18.00
Si invitano tutte le persone che necessitano di assistenza a prenotare il loro appuntamento al numero di telefono 011 535567.

Sportello legale
VEDIAMO cosa dice la legge!!!
Ricordiamo che, al fine di essere sempre più vicina alle esigenze dei soci, la sezione UICI di Torino ha attivato uno sportello di consulenza legale presso i propri uffici. La consulenza legale sarà offerta gratuitamente dal Presidente nonché Avvocato Franco Lepore a tutti i soci regolarmente iscritti all’associazione. Tale servizio permetterà agli interessati di ottenere consulenze legali in diverse materie, dalle questioni di famiglia a controversie condominiali, da problemi sul lavoro a cause di risarcimento danni, dal recupero crediti a questioni di successione ecc.. i soci potranno beneficiare di una consulenza per ogni singola questione. Non potranno essere espressi pareri in ordine all’operato di altri avvocati.
L’Avv. Lepore sarà lieto di ricevere tutti gli interessati direttamente presso la sede UICI di Corso Vittorio Emanuele 63, previo appuntamento telefonico al numero 011/535567, tutti i giovedì dalle ore 17.00 alle ore 18.00. All’atto della prenotazione, invitiamo i soci a specificare genericamente la materia oggetto della richiesta della consulenza.

Mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo
Ricordiamo che è attiva la casella di posta elettronica dilloalpresidente@uictorino.it, uno strumento dedicato a soci e amici che vogliano porre quesiti, segnalare iniziative, avanzare suggerimenti o critiche (purché costruttive) relative alla vita associativa del nostro sodalizio e più in generale alla condizione dei disabili visivi.
Le e-mail verranno lette personalmente dal Presidente, che risponderà nel più breve tempo possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi e istituzionali. Questo è un ulteriore strumento per promuovere un contatto diretto, immediato e personale con i nostri soci.

Accompagnamenti UNIVoC
Si informano gli utenti che le richieste di accompagnamento potranno essere rivolte alla signora Laura, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 19 dal lunedì al venerdì, telefonando al numero 011/859523 o cellulare 333/7773309 oppure alla signora Enza al numero 339/6836001.

Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia tra Ciechi e Vedenti
Il Circolo dell’Amicizia tra ciechi e vedenti con sede presso la Famija Turineisa in Via Po 43 a Torino comunica il programma delle proprie attività:

Mercoledì  28 Dicembre – SERATA DEGLI  AUGURI DI BUON ANNO.
Anticipiamo i botti di Capodanno con un’esplosione di allegria perché durante la serata potrete ballare , ascoltare  musica e sentire esilaranti storielle e barzellette. Seguirà un brindisi augurale con spumante e panettone.

Mercoledì 4 Gennaio 2017 –   Il Circolo è ancora in vacanza.

Mercoledì 11 Gennaio – TOMBOLA DELLA BEFANA, con tanti e interessanti premi.

Lunedì  16 Gennaio – RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO.

Mercoledì 18 Gennaio  SERATA TEATRALE – Salone Turchese – inizio inderogabile
alle ore 21,00. Il Gruppo Teatrale “LE LUCI…E” presenta: “L’ALTRA  META’ DEL CIELO” – omaggio alla memoria di tutte le donne vittime della violenza, con un cast d’eccezione  e la regia  di
Bruno Monticone.

Mercoledì      25/1   ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA DEI SOCI  e  ASSEMBLEA
STRAORDINARIA.  Nell’Assemblea Ordinaria faremo un bilancio delle attività svolta nell’anno appena trascorso, pronti a recepire la collaborazione dei soci sotto forma di consigli e sereno confronto.  Alla fine della prima assemblea Si aprirà l’Assemblea Straordinaria  Avente per oggetto la modifica di parte dell’Art. 24 dello Statuto  inerente la gestione della cassa. Si ricorda che, in base all’art.13 dello Statuto, l’Assemblea Straordinaria è valida unicamente con la presenza fisica della metà più uno dei soci iscritti. Per questo invitiamo i soci a partecipare  numerosi limitando le deleghe il più possibile.

Napoli- Tombolate e… tanto altro all’unione durante le festività natalizie

I soci, le loro famiglie e tutti gli amici dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sono invitati a partecipare alle tante iniziative ludico-ricreative organizzate durante le prossime festività natalizie.

PROGRAMMA

Mercoledì 28 dicembre e 4 gennaio – rappresentanza di Sant’Anastasia
Presso il centro Liguori dalle ore 17,00 verrà organizzata una tombolata seguita da un brindisi e da una pizza.
Il costo per la partecipazione è di €10,00 a persona e si avrà diritto a 2 tornate di tombola, ad un open bar e a tanto divertimento

Per info Rappresentanza di Sant’Anastasia tel. 3346048850 uici-anastasia@uicinapoli.it
Giovedì 29 dicembre – rappresentanza di San Giuseppe Vesuviano
Dalle ore 18 in poi nei locali della rappresentanza di San Giuseppe Vesuviano, verrà organizzata una tombolata, un brindisi e la serata si concluderà con una pizza. Una serata ricca di sorprese e tanto divertimento e spensieratezza.

Per info – Rappresentanza di San Giuseppe Vesuviano tel. 3688026273 – sangiuseppe.v@uicinapoli.it
Giovedì 5 gennaio – Napoli
Nei locali sezionali di via San Giuseppe dei Nudi 80, a partire dalle ore 17,30 ci saranno tombolate, tanti giochi e gli ospiti verranno allietati da tanta buona musica.

Per info: Ciro Taranto tel. 3398454919, Antonella Improta tel. 3346048860.

Stando insieme, la nostra associazione diventa sempre più grande!

Buone feste a tutti!

Le novità della stampa associativa

A partire dal 2017 sarà introdotta una nuova modalità di ripartizione dei contributi per l’editoria speciale, in seguito a ciò, al fine di non perdere finanziamenti per noi preziosi, abbiamo deciso di apportare delle modifiche ad alcune delle nostre riviste.
La novità più significativa è costituita dal fatto che i supplementi – ad eccezione de “I Quaderni di Kaleîdos” – non saranno più delle pubblicazioni distinte, ma saranno inglobati nelle rispettive riviste, senza alcuna riduzione né delle informazioni trasmesse né del numero complessivo di pagine.
Ecco nel dettaglio quali saranno le novità:

il Corriere Braille, attualmente un quindicinale, diverrà un settimanale al cui interno saranno previste delle rubriche che andranno a sostituire gli attuali tre supplementi (A lume di legge, Informatutto, Illustra-libro); dato che, ovviamente, il numero di pagine di ciascun numero sarà inferiore, desiderando dare la possibilità a chiunque lo desideri di scrivere su questa rivista senza essere costretti a pubblicare gli articoli su più numeri, chiediamo cortesemente di inviare contributi di non più di 7.000 caratteri (spazi compresi);
“Kaleîdos”, “Il Progresso” e “Uiciechi.it”, attualmente mensili, diverranno tutti quindicinali; relativamente a “Uiciechi.it”, come per il “Corriere Braille”, i due supplementi (“Helpexpress” “e Ausili tiflotecnici e tifloinformatici”) diventeranno parte integrante della rivista principale;
“Senior”, continuerà a rimanere un mensile, ma ogni anno – a partire dal 2016 – verranno pubblicati 11 numeri anziché 10 (il numero aggiuntivo è quello di dicembre);
“Comunicati della Sede Centrale”, attualmente un decadale allegato a “Il Corriere dei Ciechi”, non sarà più pubblicato e sarà sostituito da una trasmissione radiofonica su Slash Radio della quale, come per tutte le altre, potrà essere richiesto l’invio del cd.
Rimane tutto invariato per le altre testate associative (“Il Corriere dei Ciechi”, “Gennariello”, “Voce nostra”, “Pub. Per noi giovani”, “Il portavoce”, “Sonorama”, “Fisioterapista in Europa”, “Libro parlato novità”).
Con l’occasione vi ricordo che, come vi abbiamo raccontato nella trasmissione di Slash radio dello scorso 21 settembre, tre delle nostre riviste sonore hanno cambiato veste e rinnovo a tutti l’invito a partecipare attivamente alla loro redazione, inviando contributi testo o audio, richieste e suggerimenti. A tal fine, sono stati creati degli indirizzi di posta elettronica grazie ai quali potrete contattare direttamente coloro che si occupano della redazione della rivista:
“Il portavoce”, dedicato alle attività realizzate e promosse dalle strutture territoriali della nostra associazione (Eugenio Saltarel e Maria Carbone):
redazioneilportavoce@uiciechi.it
“Sonorama”, tratta di argomenti di cultura generale e di enogastronomia (Alfredo Sensales e Renato Boscarino):
redazionesonorama@uiciechi.it
“Pub. Per noi giovani”, affronta tematiche di interesse dei giovani (Giovanna Corraine, Salvatore Ferragina e Roberta Gatto):
redazionepub@uiciechi.it
Per rendere sempre più interessanti  queste riviste è fondamentale il contributo di tutti… quindi date sfogo alla vostra creatività e inviate i vostri contributi!

Il caso di Giorgia: friggiamoci con il nostro olio, di Calogero Zarcone

Autore: Calogero Zarcone

Comincia il nuovo anno scolastico 2016/2017 e, come al solito, si presentano varie difficoltà per l’integrazione scolastica dei ragazzi non vedenti e ipovedenti. Piuttosto che continuare a fare varie dissertazioni circa la soluzione delle carenze sull’integrazione scolastica, cerchiamo di essere più pratici ed intervenire in loco. Le Provincie, che prima fornivano i servizi di assistenza scolastica domiciliare ai sensoriali, a causa della mancanza di fondi, si rifiutano di fornire i finanziamenti per l’assistenza scolastica domiciliare. E che dire sulla buona scuola? I presidi fanno notare che mancano insegnanti col titolo di sostegno e sono disposti a utilizzare insegnanti precari anche senza titolo. Certamente l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti non può rimanere a guardare. Ad Agrigento prima, e a Palermo il 12 settembre, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, famiglie, alunni ed operatori hanno manifestato per sollecitare la Regione Siciliana a finanziare servizi per l’integrazione scolastica domiciliare dei sensoriali. A mio avviso ogni sezione provinciale dell’ Unione Italiana Ciechi deve operare nel territorio provinciale e, essendo rete sociale del territorio, deve cooperare con le scuole provinciali. Cosa significa “friggiamoci con il nostro olio”? Nell’anno scolastico 2015/2016 l’alunna Giorgia Lo Monaco, ipovedente, ha frequentato l’ultimo anno della scuola materna. Lo scrivente, prof. Calogero Zarcone, presidente onorario della sezione provinciale UIC e ipovedenti di Agrigento, nella qualità di responsabile del Gruppo Istruzione sezionale e tiflologo, in collaborazione con la famiglia e la dirigente della scuola Lauricella, sita in Agrigento, ha insegnato a Giorgia l’apprendimento di scrittura e lettura del metodo Braille. Siamo all’inizio dell’anno scolastico, grazie alla collaborazione della stamperia regionale siciliana, sita a Catania, Giorgia .è in possesso dei testi scolastici, ed è in grado di scrivere e di leggere il suo libro di lettura. Nella qualità di tiflologo ho avuto modo di incontrare tanti ragazzi che in terza elementare o quarta o prima media non sapevano leggere e scrivere e svolgevano programmi ridotti. Senza aspettare la manna dal cielo, con il nostro intervento precoce, Giorgia Lo Monaco è in grado di frequentare regolarmente la prima classe elementare. Rilevo con piacere che in Abruzzo è stata istituita all’Università la cattedra di tiflodidattica: ben vengano le varie iniziative per formare docenti ed utilizzarli per i ragazzi non vedenti ed ipovedenti inseriti nelle scuole. Come Unione, dal mio punto di vista, la sezione provinciale dell’UIC e Ipovedenti di Agrigento, è attrezzata con un gruppo di volontari che sono disponibili a intervenire presso le famiglie e le scuole. La figura del tiflilogo che, fino ad oggi, ha svolto attività di volontariato, dovrebbe essere istituita come figura stabile nella sezione provinciale e intervenire personalmente e quotidianamente e servirsi di collaboratori. Presto in sezione faremo un corso di 60 ore formato da docente per l’apprendimento del Braille, docente per la didattica speciale e un terzo docente per la tifloinformatica. Il tiflologo chi è costui? A mio avviso, in attesa che lo Stato istituisca la cattedra di tiflodidattica, il tiflologo laureato in psicologia e dotato di una profonda conoscenza delle scienze tiflodidattiche, deve essere presente nella pianta organica di ogni sezione ed essere di supporto alla scuola, alle famiglie e ai bisogni speciali dell’educando. Giorgia Lo Monaco ed altri, grazie agli sforzi della sezione provinciale, sono facilitati a proseguire serenamente l’iter del processo educativo. Friggiamoci dunque con il nostro olio, serviamoci di persone preparate nel territorio provinciale al fine di intervenire ic et nunc quotidianamente, senza aspettare miracoli dal ministero o sentenze dei vari Tar regionali. Il processo di integrazione scolastica è un continuum inarrestabile, non possiamo andare indietro nella storia, dobbiamo correre con gli altri, nessuno può essere lasciato a se stesso ma tutti dobbiamo andare verso l’Ovest. La follia di qualcuno che pensa al ripristino della scuola speciale costituisce un fatto antistorico, antisociale e privo di ogni fondamento. Il caso di Giorgina può essere imitato da tante altre nostre sezioni. Nei primi di novembre faremo una giornata di Braille nella scuola di Giorgina, per far conoscere ai suoi compagni di classe come legge Giorgina. Nel 1954 ho sostenuto gli esami di ammissione per frequentare la scuola media, nel giugno del 1957 ho conseguito con merito la licenza di terza media e nell’anno 1961 al liceo classico Empedocle di Agrigento ho conseguito la maturità classica a mio totale rischio e nessun aiuto statale e porgo un sentito grazie, alla fine di questa relazione, ai compagni di classe che si prestavano in mille modi aiutandomi a crescere e maturare insieme a loro.