IRIFOR a Expo Riva Hotel con ASPI Trentino
È stata inaugurata ieri la 41esima edizione di Riva Expo Hotel, presso il quartiere fieristico di Riva del Garda, il tradizionale appuntamento per il settore dell’ospitalità e della ristorazione professionale.
Girando tra i padiglioni della fiera, una novità è sicuramente rappresentata dal percorso sensoriale che la Cooperativa IRIFOR ha allestito in collaborazione con la sezione trentina di ASPI, l’Associazione della Sommellerie Professionale Italiana.
“Testa i tuoi sensi” regala al pubblico la possibilità di cimentarsi con le varie tappe del percorso al buio, per riconoscere prodotti e oggetti, affidandosi esclusivamente agli altri sensi (tatto e olfatto su tutti) oltre la vista. Le guide cieche e ipovedenti accompagnano i visitatori che entrano dunque in contatto con la disabilità visiva, conoscendone i limiti ma anche le potenzialità e potendo cogliere le sfumature sensoriali specifiche di alcuni prodotti alimentari.
La prima giornata di fiera ha accolto più di duecento persone all’interno del percorso, tra addetti del settore, curiosi e famiglie con bambini. Il direttore di IRIFOR, Ceccato, si dice soddisfatto dell’iniziativa organizzata con gli amici di ASPI Trentino: “Per la nostra Cooperativa è un’occasione per farci conoscere e un modo diverso di presentare i prodotti alimentari. Il pubblico è molto curioso e per noi ciechi e ipovedenti è un modo per entrare in contatto con la gente e dimostrare che la disabilità visiva permette di usare gli altri sensi per una vita serena e appagante”.
Il percorso sensoriale sarà attivo anche lunedì 6 e martedì 7 (fino alle 18) e mercoledì 8 febbraio (fino alle 17).
Archivi autore: Simona Sciaudone
Genova – Visita al cimitero di Staglieno
Si è svolta il 4 febbraio 2017 alle ore 14,30, su iniziativa della Sezione di Genova dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e organizzata da Lidia Schichter una visita al laboratorio di restauro delle opere che si trovano nel cimitero di Staglieno.
Siamo stati accolti dalla dottoressa Elena Parodi che, con linguaggio semplice e chiaro, ci ha illustrato le tecniche di “diagnosi e conseguenti cure” per i vari malanni che possono colpire le sculture del cimitero.
E’ stato possibile toccare parti di alcune statue in fase di restauro e alcuni materiali usati allo scopo.
Era presente anche il signor Vladimiro che ci ha brevemente illustrato come realizzare in formato digitale con stampanti in 3D le riproduzioni di alcune statue fra le più significative di Staglieno, come qualunque altro oggetto.
Accompagnati da Lidia siamo andati a vedere e soprattutto a toccare alcune statue fra quelle ad altezza raggiungibile.
Abbiamo iniziato con una breve sosta nel cimitero israelitico per proseguire poi verso il Pantheon.
Lungo il percorso ci siamo fermati ad ammirare alcune statue ed è stato emozionante constatare con quanta precisione gli scultori dell’Ottocento e del Novecento hanno saputo riprodurre i particolari come ad esempio i merletti dei vestiti delle signore, oggetti come l’ombrello di una signora inglese, o il dolore sul volto di una mamma, così come le mani e le nocciole che pendono dal vestito di Caterina Campodonico, la venditrice di noccioline che è una fra le statue più famose del cimitero.
Purtroppo il tempo, sempre tiranno, non ci ha permesso di vedere altro e alla 16,30 la visita è terminata.
Speriamo che in futuro possano esserci altre visite come questa che, grazie a Lidia, al suo impegno e al suo entusiasmo, ci ha fatto vivere un pomeriggio interessantissimo e denso di emozioni.
Un dono per la cultura e l’integrazione da Cosenza, di Pierfrancesco Greco
La sezione provinciale di Cosenza dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha donato alla Cattedrale di Cosenza un bassorilievo della facciata, accompagnato da un testo d’informazione storiografica e architettonica, sviluppato secondo criteri volti a rendere più agevole e autonoma la conoscenza di quel luogo di culto a chi è affetto da problematiche visive. “È una bella opportunità”, ha commentato l’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Monsignor Francescantonio Nolè.
Un segno per riaffermare la vocazione all’integrazione e alla fratellanza accomunante un ente morale di rappresentanza e tutela, quale l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e una realtà universale, come la Chiesa cattolica, legate, a Cosenza, da un consolidato rapporto di attenzione e costruttiva interazione, certamente destinato, in questo tempo difficile, ove solidarietà, misericordia e buona volontà esprimono appieno la loro natura di antidoti alla crisi, valoriale e strutturale, della società contemporanea, a consolidarsi ulteriormente, in linea, del resto, col salubre esempio che Papa Francesco, con gesti, parole, azioni, elargisce quotidianamente alle nostre coscienze: questo il significato insito nel dono che la Sezione provinciale dell’UICI, presieduta dall’architetto Pino Bilotti, ha inteso porgere alla Cattedrale di Cosenza. Un dono consistente in un bassorilievo della facciata e in un testo, contenente i cenni storici e i riferimenti di natura architettonica più importanti legati al massimo edificio di culto della città, sviluppato sia con caratteri ingranditi, tali da permettere la lettura agli ipovedenti, sia attraverso il sistema Braille, per i non vedenti; un dono, che permetterà a coloro i quali convivono con l’handicap visivo di rapportarsi più agevolmente e autonomamente con l’affascinante storia della Cattedrale, ultimata nel XIII secolo e consacrata alla presenza dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia, e con la sua suggestiva bellezza di foggia romanico-gotica; un dono di grande rilevanza culturale e sociale, insomma, che è stato ufficialmente presentato e consegnato nel pomeriggio dello scorso 2 febbraio, proprio in Duomo, al termine della funzione officiata da S.E. Monsignor Francescantonio Nolè, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, in occasione della solennità della Candelora, dedicata alla Luce e alla vita consacrata: quella vita, o meglio, quelle vite, quei pensieri, quelle parole, quelle azioni, quei sorrisi che nella Luce di Cristo trovano la linfa per schiudere ai nostri cuori lo splendore della Parola. E, nel pomeriggio del 2 febbraio, durante la cerimonia, a cui, oltre al già citato Presidente Bilotti, hanno presenziato il Consigliere Nazionale dell’UICI Annamaria Palummo e il Presidente Regionale della medesima Associazione Pietro Testa, la Luce è stata una presenza tangibile, che s’è promanata non solo dalle candele, benedette dall’Arcivescovo Metropolita: “questa iniziativa – ha spiegato Mons. Nolè – si deve unicamente all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti provinciali , guidata dal Presidente Bilotti, che ha inteso fare dono alla Cattedrale di questa bella opportunità. Insieme abbiamo pensato a questo giorno: il giorno della Luce, dei consacrati, il giorno della Speranza, il giorno in cui il Signore viene presentato al Padre, abbiamo pensato che fosse il giorno opportuno, perché questa luce di speranza che abita nei cuori di ognuno di noi, questa luce che illumina la vita delle Suore di clausura, di chi vive una vita ritirata nei conventi, ci permette di andare avanti, di dare senso a tutto. Questo, in effetti, significa avere la Luce, avere la Speranza… abbiamo messo insieme questi due elementi, verso cui ognuno di noi è proteso e in cui si concretizza l’incontro delle nostre due realtà, e abbiamo convenuto che fosse proprio questo il momento migliore per testimoniare che le barriere, quando c’è la volontà, si possono abbattere. Questo è uno degli esempi più belli: speriamo che venga imitato anche da altri, per volare oltre ogni barriera, affinché tutti i beni che il Signore ci offre siano alla portata di tutti. Grazie, care sorelle e cari fratelli dell’UICI, di questo bel dono e Auguri per la vostra attività”. Parole sincere, che hanno ammantato di dolcezza le navate della Cattedrale cosentina: “in questi momenti – ha affermato, al riguardo, rivolgendosi all’Arcivescovo, la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’UICI e, nell’occasione, rappresentante del Presidente Nazionale, dottor Mario Barbuto – noi ci sentiamo abbracciati, da Lei, in quanto guida della diocesi di Cosenza-Bisignano, e da tutti i nostri amici sacerdoti e consacrati delle nostre comunità, che ci aiutano a non perdere la luce della speranza e della gioia. La certezza regalataci da questa giornata è che esiste un collegamento tra il nostro disagio di non vedenti, chiamati a toccare letteralmente il mondo con le nostre mani e, perciò, a coglierne, più di altri, le asprezze e le sublimità, e il Grande Amore abbracciante tutti, grazie al quale noi oggi ci ritroviamo con Lei e con la grande famiglia della Chiesa, per proseguire con ancor più fiducia il nostro cammino”. Applausi, sorrisi, anche commozione, allorché Rita, un’associata dell’UICI, ha posato i suoi polpastrelli sul bassorilievo e sui puntini del testo, leggendone il contenuto e declamandolo ad alta voce, hanno concluso nel più edificante dei modi “un evento importante – come ha sottolineato Pino Bilotti –, in questo giorno della Luce, che lascerà il segno, nella nostra realtà territoriale, afferentemente alla conoscenza e alla fruizione delle nostre eccellenze culturali da parte delle persone che non vedono”. È vero: una giornata importante, un altro passo nel cammino, ancora lungo, sulla strada della completa integrazione.
Pierfrancesco Greco
Campobasso – Decima Giornata Nazionale del Braille 25 febbraio 2017
In occasione della decima Giornata Nazionale del Braille (istituita con legge 126 del 3 agosto 2007), il Consiglio regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus Molise organizza, in collaborazione con le sezioni provinciali UICI di Isernia e Campobasso, l’I.Ri.Fo.R. Onlus Molise ed il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo – Polo Museale del Molise, il Seminario-Giornata Studio dal titolo:
“L’Autonomia: strada verso la civiltà”
sabato 25 febbraio 2017
presso l’Aula Magna dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Sandro Pertini”
Via G. Scardocchia – Campobasso
La giornata studio si presenta quale percorso di informazione e formazione, attraverso la proiezione de “ LA CECITA’ ATTRAVERSO LA PELLICOLA” a cura dell’esperto in scienze tiflologiche Marco Condidorio; alcune scene di vita quotidiana film e documentari mettono al centro la quotidianità di chi non vede, il loro processo evolutivo-culturale, il passaggio dalle scuole speciali all’inserimento nelle scuole di tutti e per tutti, e la normativa che ha portato alla loro piena autonomia.
Al termine della giornata studio, sarà conferito il PUNTERUOLO D’ORO, quale massimo riconoscimento sociale e culturale, istituzionale dell’UICI Molise; la finalità di tale riconoscimento è quella di sottolineare l’impegno e la dedizione di chi sostiene con ogni strumento e professionalità le iniziative associative in favore dell’inclusione sociale, scolastica e ambientale delle persone in situazione di disabilità visiva.
La Biblioteca dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Sandro Pertini” sarà intitolata a Louis Braille, inventore del codice omonimo di letto-scrittura per i ciechi.
Durante i lavori sarà possibile effettuare visite oculistiche gratuite grazie all’Unità mobile oftalmica messa a disposizione dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – sezione italiana, nell’ambito delle attività di prevenzione e sensibilizzazione organizzate dall’UICI Onlus Molise. L’UMO sosterà dinnanzi all’Istituto Sandro Pertini di Campobasso, sito all’interno de piazzale in via Scardocchia, dalle ore 9.00 alle ore 14.00.
Inoltre, per chi lo richieda sarà possibile ritirare l’attestato di partecipazione per uso di certificazione e/o come richiesta di crediti formativi scolastici.
Programma-Invito.
“L’Autonomia: strada verso la civiltà”
sabato 25 febbraio 2017 presso l’Aula Magna
dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Sandro Pertini” Via G. Scardocchia – Campobasso
PROGRAMMA-INVITO
ore 8.30 Registrazione dei partecipanti
ore 9.00 Inizio dei lavori. Saluto della Dirigente scolastica prof.ssa Marialuisa Forte; del vice Presidente nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti Avv. Stefano Tortini; dei Dirigenti dell’Unione e delle Autorità presenti
ore 9.30 Intitolazione della Biblioteca dell’I.I.S. “Sandro Pertini” a Louis Braille
ore 10.00 “La cecità attraverso la pellicola cinematografica: braille, in ogni uomo che …” , a cura del Prof. Marco Condidorio – docente incaricato di tiflologia presso l’Università degli Studi del Molise, Dirigente Nazionale competente per territorio
ore 10.45 Avv. Stefano Tortini, Vice Presidente Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ”Il braille: luce del diritto alla cultura e all’informazione”
ore 11:05 Dott.ssa Viviana Carbonara, archeologa, “Il Polo Museale del Molise. Accessibilità: collaborazione, progetti e buone pratiche” (intervento a nome di Saverio Ialenti, Magda Cantù, Viviana Carbonara, Davide Delfino – MiBACT, Polo Museale del Molise)
ore 11.25 Coffee break
ore 11.45 Ripresa dei lavori. Sabato De Rosa, Consulente di tecnologie assistive dell’Istituto dei Ciechi “F. Cavazza” di Bologna, “Il futuro è già presente: le nuove frontiere della tecnologia – Internet delle cose e la disabilità visiva”
ore 12.15 Dott.ssa Silvia Santorelli, Archeologa, mediatrice didattica e culturale, “Museo in tutti i sensi. Voci, racconti e impressioni nella didattica museale”
ore 12.35 Dibattito e conclusioni
Coordina i lavori il prof. Umberto Anzini.
Durante i lavori sarà possibile effettuare visite oculistiche gratuite grazie all’Unità mobile oftalmica messa a disposizione dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità nell’ambito delle attività di prevenzione e sensibilizzazione organizzate dall’UICI Onlus Molise. L’UMO sosterà – dalle ore 9.00 alle ore 14.00 – all’interno del piazzale dell’Istituto “Sandro Pertini” di Campobasso, sito in via G. Scardocchia.
Inoltre, per chi lo richieda sarà possibile ritirare l’attestato di partecipazione per uso di certificazione e/o come richiesta di crediti formativi scolastici.
È gradita la conferma di partecipazione.
Segreteria organizzativa UICI Onlus Molise
Tel. 0874 332207 e 0865 415084 cell. 339 69 33933 e-mail: uici_molise@legalmail.it
Una sfida da raccogliere, di Francesco Fratta
Quando si parla di resa accessibile di opere d’arte, nel caso specifico dei disabili visivi, la mente dei più corre immediatamente ad oggetti da poter toccare – riproduzioni od originali di sculture in primo luogo, o modellini di opere architettoniche -, e più o meno inconsciamente pensa anche che le opere prettamente visive (pittura, fotografia e in buona parte il cinema ed anche in certa misura il teatro), siano condannate a restar fuori da una fruizione realmente soddisfacente e godibile. In particolare pittura e fotografia che, a differenza delle rappresentazioni cinematografiche e teatrali, non sono accompagnate ed integrate da una qualche narrazione fatta di dialoghi, rumori e suoni.
Tuttavia, la pittura da tempi remotissimi, e assai più recentemente la fotografia, costituiscono forme molto importanti e significative in cui si è espressa e si esprime la cultura umana, e le immagini non provenienti direttamente dagli oggetti, ma prodotte e riprodotte ad opera dell’uomo, artistiche o meno che siano, sono onnipresenti oggi più che mai ed è pressoché impossibile non farne esperienza. Già…, “pressoché impossibile”… E i ciechi? E soprattutto i ciechi dalla nascita? Come potrebbero mai accedere e fare in qualche modo esperienza di ciò che nella realtà in cui – come tutti gli altri – sono immersi, si presenta come pura immagine, e per sua stessa natura quindi non direttamente percepibile se non attraverso l’organo di senso specificatamente preposto alla visione?
Semplice! – si sarebbe tentati di dire. Sono varie e molteplici le tecnologie oggi disponibili per mettere in rilievo e rendere dunque tattilmente percepibili gli elementi formali di un dipinto, di un disegno o di una fotografia. Vero, ma il fatto è che di per sé ciò è del tutto insufficiente. Un cieco posto per la prima volta davanti ad una immagine riprodotta in rilievo, anche ben confezionata e con linee ben marcate, laddove non ricevesse altra indicazione se non quella relativa al soggetto (poniamo il San Giorgio e il drago di Raffaello), dopo ripetuti sforzi molto probabilmente riporterebbe da una simile esperienza un senso di frustrazione per non esser riuscito a individuare adeguatamente i vari elementi che compongono il quadro, e ciò a causa delle inevitabili sovrapposizioni di piani, dei loro rapporti dinamici, di eventuale mancanza di informazioni (come è fatto un elmo), ecc.
Se ne deve dedurre che le arti schiettamente visive come fotografia e pittura sono inesorabilmente inaccessibili, che l’immagine è del tutto inattingibile se non mediante la vista? Io penso di no. Ma ci si deve intendere su che cosa sia propriamente la visione e come si attivi il processo immaginativo in assenza del senso della vista.
Davvero noi vediamo soltanto con gli occhi? – si chiedeva il fotografo cieco Eugen Bavcar qualche anno fa in una conferenza svoltasi al Circolo dei lettori di Torino – o meglio: sono i nostri occhi che vedono, o non piuttosto il nostro intero corpo, come totalità senziente, che percepisce le cose del mondo, facendosene di volta in volta un’immagine? Il corpo non è una sommatoria di funzioni e percezioni nettamente distinte le une dalle altre, al quale, nello specifico, la vista consentirebbe di percepire la realtà restandone in certo modo separato, ma è un tutto organico costantemente esposto al contatto e aperto alla possibilità della relazione con l’altro, che “vede” in base al suo multiforme sentire, e insieme ai suoi bisogni e ai suoi desideri. Ognuno quindi può farsi, e in effetti si fa, un’immagine delle cose in certo grado indipendentemente da ciò che i suoi occhi vedono o non vedono. Il non poter guardare in senso proprio non preclude quello che Bavcar chiama il diritto all’immagine. Non solo, ma se l’immagine è sempre il frutto di una relazione fra corpi, in essa non vi è mai soltanto la cosiddetta “realtà oggettiva”, ma sempre anche il cosiddetto “soggetto”, che nel suo sentirla, la percepisce e in certo modo le dà forma.
In questo fitto reticolo relazionale in cui tutti siamo immersi la parola gioca un ruolo tutt’altro che secondario nel formarsi dell’immagine interiore, specie in chi non vede (ma anche in chi vede), indicando e mettendo in risalto certi elementi percettivi, i loro nessi e le loro correlazioni, richiamando in vario modo esperienze e conoscenze pregresse ed eventuali valenze simboliche, evocando atmosfere ed emozioni, tutte cose che contribuiscono in modo determinante a rendere significativo, vivo e palpitante anche quell’insieme di segni tracciati su una tela o impressi su una fotografia, sia che vengano percepiti attraverso gli occhi, sia che lo siano, invece, grazie ad una riproduzione tattile, attraverso i polpastrelli delle mani.
Della parola, forse (ma non ne sono del tutto convinto, e comunque non in tutti i casi), chi vede può fare a meno quando guarda una “pura immagine”; chi “guarda” con le mani quella stessa immagine sicuramente no. No… e perché? Perché innanzi tutto il toccare non equivale propriamente ad un vedere, sia pure deprivato di luci e colori. I singoli elementi formali vanno ricostruiti attraverso esplorazioni parziali, successive e ripetute per giunta con una certa lentezza, e collegati fra loro grazie ad un lavoro di progressiva memorizzazione. Inoltre i segni tattilmente percepibili che si possono usare in un disegno in rilievo sono molto più limitati – sia per gamma che per dimensione – e ciò rende spesso troppo simili fra loro elementi formali che la vista distingue con estrema facilità, per cui soltanto la parola potrà dirmi se quella forma tondeggiante posta là sul tavolo sia un pane oppure un frutto, se quella doppia linea sinuosa che percepisco tra altre forme rappresenti un fiume, o una strada. Non potendo fare affidamento su colori, ombre, dettagli piccoli e piccolissimi, l’esplorazione tattile richiede necessariamente di essere accompagnata dalla parola, la quale dirà che cosa rappresenta esattamente quel segno o quella forma percepita, ci indicherà il piano nel quale collocare ciò che stiamo toccando e le eventuali sovrapposizioni (ad es. un braccio o un oggetto posto davanti a un corpo). Ma allora – si dirà – perché non fare del tutto a meno del disegno in rilievo e limitarsi alla sola descrizione verbale? La risposta è che il disegno ci serve per rendere l’immagine d’insieme e per collocare spazialmente e nella giusta proporzione tutti gli elementi formali che compongono l’opera, poiché a questo scopo la sola parola risulterebbe insufficiente e al quanto approssimativa.
Dunque, affinché l’osservatore cieco possa formarsi un’immagine sufficientemente ricca di un’opera puramente visiva, segno tattile e parola gli sono ugualmente necessari nella loro complementarietà.
La ricerca intorno a tale complementarietà è iniziata seriamente da non molto tempo, ed una mostra come “Tonalità tangibili”, dedicata ai maestri del Pittorialismo* italiano che si inaugura domani 8 febbraio al Museo Nazionale del Cinema di Torino ci pone una nuova sfida, poiché finora non ci si era mai cimentati nel tentare di rendere accessibile con disegni in rilievo e descrizioni verbali una mostra fotografica. Cimentarsi nell’occasione di una mostra per giunta temporanea con le urgenze temporali che ciò comporta, costituisce una sfida ulteriore. Ma crediamo valga la pena di raccoglierla, in nome di quel diritto all’immagine di cui parla Bavcar, per aprire anche ai disabili visivi una possibilità in più di aver accesso a quello stesso mondo nel quale, insieme a tutti gli altri, vivono, che è un mondo fatto non solo di cose tangibili, ma anche di tante pure immagini.
E l’abbiamo raccolta, infatti, partecipando come UICI alla scelta e alla realizzazione dei disegni in rilievo e dando le nostre indicazioni e consigli anche sulla stesura dei testi che li descrivono. Ne è risultato un volume confezionato a mo’ di album fotografico, corredato da audio attivabili con QR code a disposizione dei visitatori, e 4 pannelli in rilievo realizzati in adduzione e collocati lungo il percorso di visita, riproducenti alcune delle fotografie in esposizione, anch’essi corredati con QR.
Francesco fratta
* Il pittorialismo, felice manifestazione della fotografia d’arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento. L’elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa stregua della pittura o del disegno.
I pittorialisti italiani si confrontarono alla pari con i maestri pittorici europei e americani partecipando e affermandosi ai vari Salon internazionali di fotografia artistica.
Venticinque anni non sono bastati, di Luciano Paschetta
5 febbraio 1992 , 5 febbraio 2017: 25 anni di vita della legge 104, certamente una pietra miliare nella storia dell’integrazione scolastica nel nostro paese, ma che, nata “codificando” un modello di inclusione che si era venuto sviluppando a partire dalla legge 517 del 1977, non terrà conto che alcuni anni prima la sentenza 215 aveva aperto agli alunni con disabilità intellettiva le porte della scuola secondaria di secondo grado, limitandosi ad estendere a questi ultimi il modello applicato nella scuola dell’obbligo.
Lo stesso errore ha fatto chi ha interpretato il mio articolo “L’inclusione non la realizzano i giudici” come una manifestazione di volontà di escludere i disabili intellettivi dalla scuola: non era certo mio intendimento rispolverare vecchi concetti di ineducabilità dei disabili, ma muovendo dalla sentenza del giudice che assegnava un sostegno pari all’intero orario scolastico, sostegno che viene affidato al solo insegnante di sostegno, ho voluto sottolineare come ad un problema complesso come l’educazione di un disabile con gravi difficoltà di apprendimento, quella sentenza che affida alla sola scuola la soluzione del problema fosse assolutamente inadeguata a risolverlo.
Il giudice, infatti, anche in questo caso ha dimenticato che la legge prevede altre figure a sostegno dell’inclusione degli alunni con disabilità e che la scuola è inserita in un contesto, contesto che in casi come questo più che mai serve sia “educante”. La mia è la voce di chi da oltre quarant’anni si batte e opera a favore dell’inclusione dei disabili, di tutti i disabili, ma è anche l’esperienza di un ex dirigente scolastico di scuola secondaria di secondo grado che , ha sempre sostenuto che nel 1987 , quando la sentenza della C.I. ha aperto le porte della scuola superiore a tutti i disabili, andava fatta una seria riflessione pedagogica capace di costruire un modello veramente inclusivo per questo grado di scuola. Proverò a chiarire il mio pensiero e lo farò nel modo in cui ho sempre agito in questi anni : cercare di tradurre i principi in prassi operativa.
In estrema sintesi, possiamo dire che finalità della scuola dell’obbligo sia l’insegnamento e l’educazione alle diverse aree del sapere per fornire al bambino/ragazzo gli strumenti essenziali per la conoscenza e le competenze minime per la “comprensione” e organizzazione formale della realtà e per orientarsi nella scelta del suo futuro percorso scolastico. Diversa la finalità della scuola di secondo grado che deve invece fornire agli studenti competenze specifiche a secondo dell’indirizzo e gli strumenti per il loro futuro inserimento attivo nella società secondo le capacità e potenzialità di ciascuno e questa , se vogliamo che gli studenti con disabilità siano inclusi, deve essere la finalità anche per loro: al termine del percorso essi dovranno aver acquisito abilità e competenze che, sia pur commisurate alle loro potenzialità, gli permettano il massimo di autonomia e di inserimento socio-lavorativo possibile. Nel progettare il loro percorso formativo, però, non si può non tenere conto della crescente divaricazione della forbice dei saperi tra il disabile intellettivo ed i compagni. Tale divaricazione , differenziando sempre più gli obiettivi didattici e riducendo quelli comuni possibili , rende via, via sempre meno fruibile al disabile il dialogo didattico nella maggior parte del tempo scuola e ciò al di là delle metodologie utilizzate e delle “buone intenzioni”. Tutto ciò porta il disabile con grave ritardo di apprendimento ad un progressivo isolamento dal gruppo classe ed inevitabilmente rende sempre più difficile la sua reale inclusione , a meno che, ricorrendo al principio dell’”accomodamento ragionevole” si attivino percorsi formativi che coinvolgano anche dei compagni e dilatino il tempo scuola comune fruibile dall’alunno con disabilità , ma la scuola non ha quasi mai al suo interno le risorse per attuare simili percorsi, per farlo occorre agisca con l’aiuto ed in rete con altre agenzie educative. Quale esempio si pensi all’alternanza scuola-lavoro ed a come essa rappresenti una grossa opportunità in tal senso. Attorno ai progetti di alternanza scuola-lavoro è possibile costruire momenti operativi comuni con i compagni dove vengano richiesti livelli diversi di competenze e vengano valorizzate anche le competenze informali del disabile e dove, il docente per il sostegno, potrà sviluppare con i docenti titolari semplici contenuti, ma tuttavia coerenti con quanto da loro svolto, mentre altri operatori , esperti del settore, potranno attivare per lo studente con disabilità momenti di attività pre-lavorative idonee a svilupparne le capacità operative. Il ragazzo con disabilità potrà in tal modo sentirsi parte integrante del gruppo trovando nuova motivazione al lavoro didattico e migliorare la sua autostima. Viceversa lavorando in un gruppo classe dove l’insegnamento è prevalentemente “formale” e sempre più lontano dalle sue possibilità, egli si vivrà sempre più estraneo
Non so se la necessaria sintesi ha reso giustizia ai critici per quanto affermato nel mio precedente scritto, dove ho inteso semplicemente dire che per rendere effettivamente inclusivo il processo educativo del disabile intellettivo, in particolare questo nella scuola secondaria di II grado, non basta la scuola da sola: occorre un modello che possa anche prevedere attività che coinvolgono competenze che la scuola non ha, che tenga conto che una vera inclusione non può prescindere da un lavoro didattico che lo accomuni ai suoi compagni fin là dove possibile e che, quando serve, la scuola si “apra” al territorio per attingervi le risorse necessarie, ma soprattutto occorre un vero progetto educativo che abbia, così come avviene per i compagni normodotati, il focus riferito a quello che sarà l’avvenire del ragazzo al termine del corso di studi. Per riuscirci è senz’altro necessario riorganizzare il tempo scuola, ma questo non è sufficiente se lo si fa non coinvolgendo le risorse del territorio lavorando in modo coordinato e su obiettivi comuni con le altre agenzie che possono completare il lavoro della formazione della persona nel suo complesso. Purtroppo non sono bastati 25 anni per capire l’inadeguatezza di quel modello che , se pur codificato dalla legge, nato per l’inclusione nella scuola dell’obbligo, non è adeguato per l’inclusione nella secondaria di secondo grado
Serve un modello che garantisca allo studente con disabilità intellettiva che frequenta una classe di scuola superiore, non “pari apprendimenti” che non sarebbe in grado di comprendere, ma pari opportunità di apprendimento per raggiungere finalità comuni, fornendo anche a lui, in situazione di inclusione, il massimo di autonomia e competenze possibili per un suo inserimento attivo nella società .
Luciano Paschetta
Torino- Notiziario audio 011NEWS
E’ in rete la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 4/2017 di venerdì 3/2/2017. Di seguito il link:
In primo piano
Il Comune di Torino approva la mozione che istituisce il disability manager
Università: nasce in Molise la cattedra di tiflologia. E’ la prima in Italia
Presentata al Parlamento la relazione annuale su cecità e ipovisione
In arrivo per le persone disabili nuove agevolazioni sulle tariffe telefoniche
Grazie e buon ascolto
Torino – Comunicati del 3 febbraio 2017
La Segreteria U.I.C.I. – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus Sezione Provinciale di Torino C.so Vittorio Emanuele II, 63 – 10128 Torino tel. 011/535567 – fax 011/5617583
e-mail: uicto@uiciechi.it – sito: www.uictorino.it
Facebook: www.facebook.com/uicitorino – Twitter: @uicitorino
COMUNICATI DEL 3 FEBBRAIO 2017
1) Strumento elettromedicale per la Tecarterapia
2) Corsa in rosa
3) Anticipo incontro con esperta discipline orientali
4) Nuovo numero Assistenza Ferrovie
5) Tariffe agevolate per la telefonia
6) Rinnovo iscrizione UICI Torino
7) Comitato pari opportunità e associazione Verba
8) Presenze dei responsabili dei Comitati UICI Torino
9) Sportello legale
10) Mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo
11) Accompagnamenti UNIVoC
Strumento elettromedicale per la Tecarterapia Sabato 11 febbraio, nei locali della nostra Sezione, a partire dalle 9.30, si svolgerà una presentazione rivolta ai fisioterapisti. Verrà mostrato uno strumento elettromedicale per la pratica della tecarterapia, una particolare tecnica riabilitativa che agisce in modo naturale e non invasivo sui tessuti biologici, stimolando dall’interno i processi riparativi e antinfiammatori. La presentazione è a cura di Gianni Laiolo, responsabile del Comitato Provinciale e Regionale dei Fisioterapisti. I professionisti interessati a partecipare si possono iscrivere telefonando al numero 339 68 36 001 entro mercoledì 8 febbraio.
Corsa in rosa
Domenica 5 marzo, in piazza San Carlo, si svolge la manifestazione podistica non competitiva “Just the woman I am”, organizzata dal Cus (Centro Universitario Sportivo). La proposta è rivolta a tutte le donne: ha l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca contro il cancro, ma punta anche a trasmettere la cultura del rispetto, contro la violenza di genere e ogni forma di sopraffazione. Quest’anno la nostra sezione, attraverso il Comitato Pari Opportunità, ha deciso di aderire alla proposta come gruppo UICI Torino: un modo per condividere, a livello associativo, i valori dell’iniziativa. Avremo anche le magliette con logo personalizzato.
Se volete unirvi al gruppo Uici Torino potete iscrivervi presso i nostri uffici entro venerdì 10 febbraio. La quota di adesione è di 15 Euro a persona, che saranno interamente devoluti alla ricerca contro i tumori.
Partecipa anche la nostra Polisportiva. Maggiori informazioni sul nostro sito internet www.uictorino.it
Anticipo incontro con esperta discipline orientali Comunichiamo che per ragioni logistiche l’incontro con l’esperta di meditazione orientale, organizzato dal Comitato Pari Opportunità e inizialmente previsto per giovedì 9 febbraio, è stato anticipato al giorno precedente, mercoledì 8 febbraio, alle 16.30.
Nuovo numero Assistenza Ferrovie
Da lunedì 16 gennaio RFI, Reti Ferroviarie Italiane, la società che si occupa di stazioni e infrastrutture ferroviarie e che gestisce i servizi per i passeggeri con disabilità, ha attivato un numero unico nazionale per la prenotazione del servizio di assistenza. Il numero è 02 32 32 32 ed è raggiungibile, a tariffazione ordinaria, sia da rete fissa che da rete mobile. Continuerà ad esistere, comunque, il numero verde, raggiungibile da rete fissa, 800 90 60 60.
Tariffe agevolate per la telefonia
Sono in arrivo tariffe telefoniche più abbordabili per le persone con disabilità. Lo ha comunicato in questi giorni l’Agcom (Autorità Garante per le Comunicazioni). Costi agevolati per la telefonia esistevano già dal 2007, ma ora l’Autorità ha ritenuto opportuno un aggiornamento del quadro normativo. In primo luogo, tra le persone che possono usufruire dei benefici, sono stati inclusi anche i ciechi parziali. In più, oltre a una riduzione del 50% sulle tariffe per la rete fissa (sia telefono che internet), è stato previsto un congruo volume di traffico dati a prezzo abbordabile per i dispositivi mobili. Le nuove offerte saranno disponibili nei prossimi mesi. Precisiamo che la nostra Unione non ha informazioni precise riguardo alle singole tariffe, che varieranno da una compagnia all’altra. Se quindi volete saperne di più vi consigliamo di rivolgervi, nei prossimi mesi, direttamente al vostro gestore telefonico.
Rinnovo iscrizione UICI Torino
E’ partito il rinnovo dell’iscrizione all’UICI Torino per l’anno 2017. La quota, invariata rispetto all’anno passato, è di 49,58 Euro. E’ possibile versare il contributo direttamente presso i nostri uffici (in una soluzione unica), oppure sottoscrivendo la delega Inps per il pagamento attraverso trattenuta di 4,13 Euro ogni mese sull’indennità di accompagnamento o sull’indennità speciale. Chi sceglierà questa seconda possibilità riceverà un piccolo omaggio da parte della nostra sezione.
Comitato pari opportunità e associazione Verba Ricordiamo la collaborazione in atto tra il comitato pari opportunità della nostra sezione e l’associazione Verba, che da oltre quindici anni offre un aiuto concreto alle donne più fragili e più sole. Tra le tante, preziose iniziative, va segnalato l’ambulatorio Fior di Loto, che garantisce prestazioni ginecologiche alle donne disabili. La struttura, gestita in collaborazione con l’Asl Torino 1, si trova in via Silvio Pellico 28: offre visite gratuite e consulenze su vari temi, dalla gravidanza alle malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre, presso la sede dell’associazione Verba, in via San Marino 10, esiste uno sportello di ascolto rivolto alle donne vittime di violenza, che lì possono trovare assistenza psicologica e legale. Per saperne di più potete contattare le referenti del nostro comitato pari opportunità, oppure direttamente la responsabile dell’associazione, Giada Morandi, al numero 011 011 28 007.
Presenze dei responsabili dei Comitati UICI Torino Ricordiamo che i responsabili dei comitati attivi presso la nostra sezione UICI sono sempre a disposizione di tutte le persone che necessitano di assistenza, consulenza o informazioni, telefoniche o su appuntamento, nei seguenti giorni e orari:
• Comitato Anziani: tutti i lunedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00
• Comitato Centralinisti: tutti i lunedì dalle ore 17.00 alle ore
18.00
• Comitato Fisioterapisti: tutti i giovedì dalle ore 16.00 alle ore
17.30
• Comitato Ipovedenti: tutti i giovedì dalle ore 17.00 alle ore 18.00
• Gruppo Informatico: tutti i venerdì dalle ore 15.00 alle ore 17.00
• Comitato Pari Opportunità: tutti i venerdì dalle ore 17.00 alle ore
18.00
Si invitano tutte le persone che necessitano di assistenza a prenotare il loro appuntamento al numero di telefono 011 535567.
Sportello legale
VEDIAMO cosa dice la legge!!!
Ricordiamo che, al fine di essere sempre più vicina alle esigenze dei soci, la sezione UICI di Torino ha attivato uno sportello di consulenza legale presso i propri uffici. La consulenza legale sarà offerta gratuitamente dal Presidente nonché Avvocato Franco Lepore a tutti i soci regolarmente iscritti all’associazione. Tale servizio permetterà agli interessati di ottenere consulenze legali in diverse materie, dalle questioni di famiglia a controversie condominiali, da problemi sul lavoro a cause di risarcimento danni, dal recupero crediti a questioni di successione ecc.. i soci potranno beneficiare di una consulenza per ogni singola questione. Non potranno essere espressi pareri in ordine all’operato di altri avvocati.
L’Avv. Lepore sarà lieto di ricevere tutti gli interessati direttamente presso la sede UICI di Corso Vittorio Emanuele 63, previo appuntamento telefonico al numero 011/535567, tutti i giovedì dalle ore 17.00 alle ore 18.00. All’atto della prenotazione, invitiamo i soci a specificare genericamente la materia oggetto della richiesta della consulenza.
Mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo Ricordiamo che è attiva la casella di posta elettronica dilloalpresidente@uictorino.it, uno strumento dedicato a soci e amici che vogliano porre quesiti, segnalare iniziative, avanzare suggerimenti o critiche (purché costruttive) relative alla vita associativa del nostro sodalizio e più in generale alla condizione dei disabili visivi.
Le e-mail verranno lette personalmente dal Presidente, che risponderà nel più breve tempo possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi e istituzionali. Questo è un ulteriore strumento per promuovere un contatto diretto, immediato e personale con i nostri soci.
Accompagnamenti UNIVoC
Si informano gli utenti che le richieste di accompagnamento potranno essere rivolte alla signora Laura, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore
19 dal lunedì al venerdì, telefonando al numero 011/859523 o cellulare
333/7773309 oppure alla signora Enza al numero 339/6836001.
Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia tra Ciechi e Vedenti Il Circolo dell’Amicizia tra ciechi e vedenti con sede presso la Famija Turineisa in Via Po 43 a Torino comunica il programma delle proprie
attività:
Mercoledì 8 Febbraio – ARRIVA IL CARNEVALE! – SALONE TURCHESE – Tutti allegri ed in maschera per danzare con il fisarmonicista ATTILA ed ascoltare le sue belle musiche. Come di consueto le maschere riceveranno la loro foto in omaggio. Alle ore 19,30 faremo un Apericena in compagna dell’amico ATTILA (quota 12 Euro-vino non compreso). Prenotazioni da Vito (011/7412838) e da Rina (011/6615044) entro lunedì 6 febbraio.
Lunedì 13 Febbraio – RIUNIONE CONSIGLIO DIRETTIVO
Lunedì 22 Febbraio – SERATA MUSICALE – SALONE TURCHESE ore 21 – La Famija Turineisa presenta il Gruppo Folk “La contessa di Mirafiori e la sua Gente”
in un programma di canti e balli folkloristici. E’ una bella serata da non perdere!!
Veniamoci incontro, di Alfio Pulvirenti
Il 2 febbraio scorso, a Roma, un folto gruppo di persone pluriminorate e cieche si muoveva in corteo, portandosi all’ingresso della sede degli uffici della regione Lazio. Ad accompagnarli erano i genitori, gli amici e gli operatori del servizio civile. Il palazzo istituzionale era la location dell’evento dal titolo “Non solo cecità”, organizzato dall’UICI Lazio. Per portarsi alla sala dove si sono svolti i lavori, la maggior parte dei presenti ha scelto di salire le scale. L’evento riscontrava una vasta partecipazione e la sala, che poteva contenere 330 partecipanti, era quasi piena! Dopo i saluti e le presentazioni, i relatori, illustri esponenti della pedagogia e della tiflologia applicata anche all’informatica, hanno esposto magistralmente le diverse argomentazioni tematiche. I contenuti dell’evento riguardavano l’analisi dei bisogni e delle prospettive dei servizi per i ciechi pluriminorati del Lazio e, più nello specifico, il superamento delle barriere che bloccano l’evoluzione, le peculiarità del “mestiere” di educare alunni con problematiche complesse, la tifloinformatica e l’assistenza tiflodidattica nella rete dei servizi.
Appena è giunta in aula Rosa Visini, assessore alle politiche sociali della regione Lazio, la relatrice non vedente, dottoressa Maria Luisa Gargiulo ha ceduto prontamente il pulpito, favorendo l’incontro fra l’interlocutrice istituzionale e la platea. I presenti, pluridisabili e operatori del settore, hanno potuto ascoltare la voce dell’assessore durante il proprio intervento ma l’assessore ha potuto, altresì, vedere la sala piena e percepire, nel silenzio e nella compostezza della platea, una voce altisonante di richiesta di attenzione.
Perché le istituzioni debbono prestare attenzione alla pluridisabilità? A questo interrogativo ha risposto Antonio Organtini, presidente del centro S. Alessio di Roma, affermando che il numero dei pluriminorati e ciechi è statisticamente significativo, di conseguenza, non trascurabile..
Il titolo dell’evento è molto chiaro! Occorre che le istituzioni guardino oltre la cecità, allocando più adeguatamente le risorse economiche finalizzate, per favorire l’omogeneità e l’uguaglianza nella disponibilità su tutto il territorio nazionale, contrastando, in questo modo, il disagio a cui i pluriminorati e ciechi vanno incontro quotidianamente e la condizione di precarietà in cui versa la maggior parte degli operatori del settore.
Stereotipi gratuiti, di Giorgio Piccinin
Qualche giorno fa, seguendo in tv la nota trasmissione “Boss in incognito”, sono rimasto basito dall’affermazione di una signora che, raccontando della propria vita, disse che un giorno, portando la spesa ai suoi, ormai anziani, aveva trovato la mamma a terra nel corridoio di casa, con accanto suo padre, divenuto cieco ed incapace in quanto tale di prestarle aiuto. Non è dato di sapere se oltre alla disabilità visiva l’uomo avesse anche altre limitazioni funzionali, tuttavia ciò basta a mio avviso a seminare stereotipi sbagliati e false fotografie sociali sulla nostra condizione. Non mi si venga a dire, a meno che non vi sia dell’altro non esplicitato, che il signore, seppur anziano, non sia stato in grado di raggiungere la propria moglie a terra e, a quel punto, che non abbia potuto o saputo chiamare aiuto o che non sia stato nelle facoltà di soccorrerla in quanto cieco. Ciò è stato anche enfatizzato dalla protagonista della trasmissione, quindi avrà avuto un riscontro mediatico sicuramente più devastante nella mentalità del pubblico.
Sulla base di queste posizioni hai voglia di cercare, giorno dopo giorno, una riabilitazione sociale attraverso messaggi e comportamenti più competitivi. I danni che creano certe affermazioni li sa calcolare solo Dio e tu sei lì a spendere e spenderti in energie inutili per far cambiare testa e modo di pensare alla gente.
Ho chiuso la tv e me ne sono andato a dormire pervaso da pensieri di certo non gentili, rammaricato ulteriormente del fatto che chi raccontava era un primo familiare, non un estraneo e che di conseguenza avrebbe dovuto alimentare ragionamenti meno pietistici e più propositivi.