La Sezione Territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) di Catania e l’Istituto Comprensivo “Alessio Narbone” di Caltagirone il 21 febbraio 2019 hanno presentato a Caltagirone la XII Giornata Nazionale del Braille.
Il DS dell’IC “Narbone”, sede della manifestazione, prof. Francesco Pignataro, ha così sintetizzato la giornata che ha giudicato ricca di sollecitazioni non tanto sul piano della ricorrenza, quanto su quello della comunicazione di istanze, di bisogni e di rischi di nuove marginalità legate non solo alla disabilità visiva, ma a tutte le forme di diversità. Ha sottolineato la necessità che il mondo della scuola si impegni per migliorare le competenze dell’insegnante specializzato per quanto riguarda la conoscenza del Braille. La sintesi vocale infatti non può diventare alternativa all’utilizzo del Braille, in quanto si tratta di due canali diversi e integrabili, e la dimensione tattile del Braille dal punto di vista cognitivo determina processi simili alla scrittura dell’alfabeto per i vedenti. Un altro impegno della scuola, a costo zero, deve riguardare l’anticipazione della data di adozione dei libri di testo allo scopo di favorire, in termini di tempi, la trascrizione dei testi adottati in Braille, considerato che occorrono mediamente circa quattro mesi per le operazioni di transcodificazione. Inoltre ha registrato la graduale latitanza delle istituzioni che stanno lasciando al privato sociale e alle imprese la gestione delle problematiche relative alla disabilità, contravvenendo non solo a quanto previsto dalla Costituzione, ma al bisogno di inclusività, sempre più messa in crisi dalle spinte economicistiche ed individualistiche della globalizzazione. Infine ha rivolto un ringraziamento alla prof.ssa Puglisi, Presidente della sezione UICI di Catania, il cui impegno e entusiasmo costanti animano una realtà associativa capace di proficue collaborazioni e di ruoli di supplenza, rispetto alla latitanza di soggetti obbligati dalle norme, nell’ottica di una promozione culturale e sociale dei disabili visivi perché la disabilità non sia più considerata un problema, ma una opportunità.
Il vice-Presidente della sezione UICI di Catania, dott. Antonio Stoccato, calatino molto attivo sul territorio, ha dato il benvenuto alla XII Giornata Nazionale del Braille e ringraziato il DS prof. Pignataro sempre disponibile. Infatti non è stata questa la prima volta che ci si è trovati insieme in una iniziativa. Già in passato c’è stata una proficua collaborazione, come in occasione della visita alla Sala Multisensoriale (con la Presidente UICI di Catania prof.ssa Rita Puglisi e il Responsabile del Centro Di Consulenza Tiflodidattica di Catania dott. Nando Sutera) e dell’impiego dell’Unità mobile per lo screening (era in piazza Municipio, ma a scuola si è fatta sensibilizzazione con gli studenti). Ringraziamenti sono stati rivolti anche a Associazioni, Amici, Soci e Socie UICI presenti. La scelta di Caltagirone come sede per celebrare la XII Giornata Nazionale del Braille ha espresso l’impegno e la volontà della Presidente e del Consiglio UICI di Catania di valorizzare tutto il territorio. Caltagirone peraltro vanta una collaborazione storica e si caratterizza per un particolare dinamismo dei Soci e delle Socie e per l’offerta e la continuità di prestazione dei servizi. L’IC “Narbone” di Caltagirone lavora per la promozione, l’uguaglianza e le pari opportunità per tutti. L’UICI di Catania vuole essere parte attiva nella comunità, sul territorio e nella società civile. Messi nelle condizioni opportune i disabili visivi vogliono battersi e si battono per essere parte attiva. L’approccio alla diversità deve prescindere dalla disabilità, bisogna guardare alla persona e non al deficit/alla differenza, e riconoscere il valore della relazione/dell’essere.
Il Responsabile del Centro Di Consulenza Tiflodidattica di Catania, dott. Nando Sutera, ha svolto la prima relazione prevista, dal titolo Il Braille nell’era digitale, che ha posto l’accento sul Braille come risultato di un percorso di apprendimenti, di strategie e di competenze da sviluppare già a partire dalla scuola dell’infanzia. Il dott. Sutera ha sottolineato che i bambini con disabilità visiva arrivano alla scuola primaria (prima classe) con capacità tattili, aptiche, ecc. poco sviluppate e organizzate, e il Braille concorre allo sviluppo, all’affinamento e allo strutturarsi di tali capacità essendo peraltro l’unico e vero sistema di letto-scrittura per i bambini non vedenti. Un secondo importante elemento evidenziato ha riguardato la tifloinformatica. Non c’è conflittualità tra il Braille e la tecnologia informatica. Dopo l’apprendimento del Braille è un ottimo supporto infatti anche il computer che non richiede inizialmente nemmeno l’acquisto di software e hardware, ma l’utilizzo di risorse libere. È necessaria invece un’adeguata preparazione per insegnanti e assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Infine una riflessione è stata dedicata all’utilizzo di sintesi vocale e di display Braille in termini di integrazione o di esclusività dei due sistemi, scelta che dipende da fattori specifici come la tipologia delle discipline.
La Responsabile della Sala Multisensoriale dell’IC “Narbone”, prof.ssa Giusi Sestina, ha curato la seconda relazione in programma, L’approccio Snoezelen come proposta di integrazione multisensoriale, partendo dal dato che l’ambiente influenza l’uomo e l’uomo influenza l’ambiente. Gli stimoli creano connessioni interneuronali che favoriscono il “Colloquio Neuronale”, aumentando l’attività cosciente. Le sensazioni provenienti dall’ambiente arrivano attraverso gli organi sensoriali il cui sviluppo inizia nel grembo materno. Le informazioni ambientali, attraverso gli organi di senso, giungono al cervello dove vengono elaborate e integrate alle esperienze, alle conoscenze e alle informazioni già possedute e organizzate in risposte funzionali ed efficaci, adattive alle richieste dell’ambiente. Questo processo percettivo prende il nome di Integrazione Sensoriale. A questo punto la domanda è: L’approccio Snoezelen, che è alla base della Sala Multisensoriale, in che modo può intervenire sullo sviluppo dell’integrazione sensoriale? Il termine Snoezelen deriva dalla contrazione di due verbi olandesi: Snuffelen (cercare fuori, esplorare) e Doezelen (rilassarsi, sonnecchiare); quindi il suo significato è: rilassarsi attraverso l’esplorazione dell’ambiente. L’approccio Snoezelen nasce negli anni Settanta in Olanda. La Sala Snoezelen di Caltagirone è uno spazio accogliente, fatto di luci, colori, suoni, immagini, odori, dove è possibile ristabilire il contatto con il proprio corpo, attraverso la sensorialità. Ha l’estensione di circa 150 metri quadri, è dotata di un laboratorio polifunzionale ed è attrezzata con i seguenti dispositivi: tubo a bolle, sedia basculante, fibre ottiche, materasso vibro-acustico, pannello interattivo, luce ultravioletta, ologramma e sistema di proiezione 3D Mapping, che, insieme alle luci soffuse e al movimento dell’acqua, creano un ambiente in grado di rievocare le sensazioni di benessere di un grembo che accoglie, divenendo un rifugio che custodisce e protegge. Snoezelen non è una metodologia, ma una filosofia di accompagnamento, è un approccio fortificante e non direttivo: non è il docente a scegliere, ma l’alunno che, dopo aver esplorato l’ambiente, opera scelte e indica con quale dispositivo vuole interagire. Questo, sul piano dell’autonomia, gli consente di acquisire autostima e lo fa sentire abile. Il primo obiettivo da perseguire è il benessere. Altri obiettivi devono tener conto del contesto specifico in cui è collocata la Sala Snoezelen. La scuola deve occuparsi di educazione e di didattica perseguendo obiettivi che sono esplicitati nel PEI, condivisi con la famiglia e gli specialisti. Fondamentale è il docente che deve avere un comportamento empatico e una predisposizione a mettersi in atteggiamento di ascolto per trovare il canale di accesso al mondo interiore dell’Altro. La comunicazione si sposta su un piano non verbale fatto di sguardi e di contatti. Questa forma di comunicazione non è intenzionale, consapevole, controllabile, ma vera e sincera e arriva al bambino che la restituisce con la stessa sincerità. Nella XII Giornata Nazionale del Braille si parla di disabilità visiva. La Sala Snoezelen può rivelarsi una grande risorsa per favorire lo sviluppo dell’integrazione sensoriale attraverso una serie di esperienze somatiche, coinvolgendo estese superfici recettoriali, vestibolari e propriocettive, uditive, olfattive e gustative al fine di strutturare il sé corporeo e, attraverso il gioco libero e il movimento, le tre dimensioni della persona: dell’autonomia, dell’autodeterminazione e emotiva.
La Pedagogista e Assistente alla comunicazione, dott.ssa Elisabetta Sapuppo, ha rilevato che anche quest’anno la Giornata Nazionale del Braille si è rivelata uno spazio per l’approfondimento e per il confronto fra operatori del settore, ma anche di apertura verso realtà altre che costituiscono un prezioso arricchimento per tutti. La Sala Multisensoriale con approccio Snoezelen dell’IC “Narbone” di Caltagirone ha consentito a tutti i partecipanti di sperimentare appieno le potenzialità inclusive delle proposte multisensoriali rivolte a soggetti con caratteristiche variegate. In tal senso, l’illustrazione dei progetti sperimentati con soggetti con disabilità multiple evidenzia e conferma la consapevolezza che, solo in un’ottica di inclusività, possono essere soddisfatte le contemporanee esigenze di accoglienza, di stimolazione e di socialità che servono alla crescita dei bambini e dei ragazzi. Coerentemente con questi principi di base, la proposta educativa multisensoriale, digitalizzata o pragmatica, soddisfa il bisogno di ciascuno senza tralasciare la promozione dell’incontro con altro da Sé.
Flavio che frequenta la quarta classe della scuola primaria ha dato dimostrazione pratica di come si lavora al computer in piena autonomia per le attività di studio con un’efficacia che ha confermato tutte le parole dette, scritte e spese a supporto dei risultati che si possono avere quando Braille e tecnologia si incontrano potenziandosi a vicenda.
Parallelamente, durante tutta la mattinata, si sono svolti tre workshop: screening ortottico e clownterapia per bambini della scuola primaria, attività nella Sala Multisensoriale, Braille e tecnologie informatiche.
A conclusione della giornata la Presidente UICI di Catania, prof.ssa Rita Puglisi, ha ribadito con forza e grande partecipazione emotiva che i disabili visivi non sono numeri, casi, problemi da risolvere. I disabili visivi sono persone: bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne, anziani. Sono persone con nomi, vite, desideri, ambizioni. Sono membri della società, cittadini al pari degli altri, capaci di dare e di costruire, di creare le condizioni per il proprio e per l’altrui benessere. Tutto questo in un’epoca, la nostra, in cui si rincorre l’efficientismo nella vana e a volte anche presuntuosa pretesa di rispondere a tutte le domande, di collezionare successi, di segnare un’altra vittoria, come se ci trovassimo tutti a giocare ad un ideale tavolo di Risiko piuttosto che a vivere nella realtà di ogni giorno fatta di situazioni e soprattutto di persone. L’efficienza a cui da più parti ci si richiama guarda al prodotto e non al percorso, al progetto, al tempo e agli obiettivi che conducono alla realizzazione di quel prodotto. È invece all’efficacia dell’intervento che bisogna tendere, perché l’efficacia si preoccupa del chi, del cosa, del perché, del metodo, degli strumenti e dei tempi necessari al raggiungimento dell’obiettivo. Ogni puntino Braille ha permesso al disabile visivo di non essere più soggetto passivo, beneficiario di azioni filantropiche, ma di diventare protagonista del proprio apprendimento e artefice del proprio destino. E il Braille, strumento di integrazione e cultura, è un evergreen che non teme la tecnologia, ma la sa incontrare, trovandovi un mezzo di nuove opportunità per bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne che vogliono essere se stessi con gli altri, con le stesse opportunità, cittadini e cittadine che costruiscono e sanno scommettersi.