Sabato 11 Ottobre 2014 si è svolta a Palermo la seconda edizione “In moto senza barriere” organizzata dalla Sezione Provinciale di Palermo dell’U.I.C.I. e da Ruote Libere del Moto club della Polizia di Stato – Delegazione di Palermo.
La manifestazione ha offerto l’opportunità al Presidente sezionale, ad alcuni consiglieri provinciali e regionali, all’assistente sociale e ad una ventina di studenti di scuola media superiore ed universitari di salire a bordo di moto di grossa cilindrata e provare il brivido e l’emozione di percorrere in sicurezza le vie di Palermo, di arrivare in cima al monte San Martino delle Scale per giungere poi dopo una bella discesa all’aeroporto militare di Boccadifalco, accompagnati con disinvolta competenza dai nostri amici centauri, per visitare gli elicotteri della Finanza e della Polizia e consumare degli squisiti arancini e altri prodotti della rosticceria palermitana.
Percepire l’ambiente che abbiamo attraversato, sentire scorrere l’aria sul viso, per molti di noi che non era mai salito in groppa ad una moto, è stata una esperienza straordinaria, perché ci ha fatto gustare quel senso di libertà e di indipendenza che possono permettersi quotidianamente tutti coloro che vedono e che amano andare in moto.
Questo piccolo evento che abbiamo vissuto intensamente e con grande amicizia insieme ai nostri piloti, per noi dell’U.I.C.I. di Palermo, rappresenta ancora una volta un segnale importantissimo di attenzione e di solidarietà che apprezziamo moltissimo e che ci auguriamo possa essere di stimolo e di esempio per tutte le istituzioni e per i nostri concittadini.
Il Presidente
Giuseppe Scaccia
Archivi autore: Simona
Novara: Video documentario – Invito, di Pasquale Gallo
Gentilissimo, con la presente desidero invitarla ad un incontro che si terrà venerdì 7 novembre, presso la sala delle colonne della Provincia di Novara in via Greppi n.7 alle ore 11.00.
In tale occasione, verrà presentato in anteprima, un video documentario della durata di venti minuti, realizzato dalla sezione Uici di Novara, che ha lo scopo di far conoscere come vengono affrontate le diverse situazioni e circostanze dalla prospettiva di un non vedente. Per esempio leggere un libro, gestire la propria abitazione, prelevare da uno sportello bancomat, ecc.
Dal mese di ottobre ha avuto inizio, in collaborazione con l’ufficio territoriale scolastico di Novara e provincia, una campagna informativa nelle scuole elementari. Il progetto, denominato “Cecità e Ipovisione: domande a GO GO”, prevede un momento di incontro con i bambini, i quali dopo aver visto il video informativo, possono fare tutte le domande che desiderano. L’idea è quella di creare una raccolta di domande e curiosità dei bambini, i quali verranno invitati a esprimere, attraverso la creazione di un fumetto, quello che hanno percepito dall’incontro.
Inoltre, il video documentario vuole essere uno strumento attraverso il quale possiamo diffondere un messaggio all’opinione pubblica in modo da far comprendere che in fondo manca solo la vista. Quindi, con ausili, accorgimenti e formazione, il soggetto ipo e non vedente è perfettamente integrato nella società. In tale occasione verranno meglio illustrate le finalità del documentario, e i progetti dell’Uici sezione di Novara.
Mi auguro, quindi di poterla incontrare personalmente affinché possa conoscere meglio la realtà della mia associazione.
Il Presidente UICI di Novara
(Pasquale Gallo )
Napoli: Cena al buio, di Giuseppe Fornaro
“Sotto gli occhi chiusi, quante elevatissime
attività della mente! Il sogno inquieto che
passa sotto la fronte ci trasporta in un mondo
commovente e di riflessione”.
Odilon Redon
Chiudiamo gli occhi….esploriamo il buio…..accendiamo tutti i sensi….
Il 14 novembre 2014 a Sant’Anastasia presso il Centro Liguori, in via San Giuseppe n. 12, l’U.I.C.I. invita le rappresentanze politiche dell’Hinterland vesuviano a chiudere gli occhi per vivere un’esperienza magica al buio, in cui la solidarietà e la gastronomia si sposano in un connubio perfetto.
La cena si svolgerà in una stanza completamente oscurata in cui gli ospiti verranno accompagnati e serviti rigorosamente da persone non vedenti.
Il menù verrà scoperto attraverso i profumi e i sapori, mediante un approccio del tutto nuovo in cui gusto, olfatto, tatto e udito diverranno i protagonisti oscuranti del senso dominante della vista.
Il gioco continuerà nell’immaginare i commensali attraverso il suono della loro voce, in un’esaltante danza della fantasia.
Dal buio si tornerà alla luce con una doppia rivelazione: da un lato gli ospiti si sentiranno vicini alla realtà di chi non può vedere e dall’altro lato scopriranno quanto il loro mondo ipervisivo li distragga da una conoscenza più profonda, ottenuta solo dalla simbiosi perfetta di tutti i sensi.
Ecco che la cena al buio può diventare un’occasione di riflessione per gli altri, per aprire gli occhi sul mondo dei non vedenti e sulle loro difficoltà. Ma può diventare anche un’occasione per fare festa, riscoprire il piacere di fare le cose insieme per renderle meno gravose su se stessi ed avviare quei processi solidali che permettano di risolvere i problemi comuni mediante una sinergia di forze convergenti.
La cena al buio è tutto questo.… ed altro ancora. E’ tutto ciò che ognuno di voi ci vorrà mettere e sentire: emozioni, curiosità, impegno, beneficenza, disponibilità, sensibilità, rispetto…. L’unica parola vietata è: INDIFFERENZA!!!!
Per maggiori info contattare: Giuseppe Fornaro 3735419953 –
Milano: Mass media e accessibilità: un ostacolo o un’opportunità?, di Massimiliano Penna
Negli ultimi 2 decenni la nostra società ha vissuto un progresso tecnologico senza precedenti. Da una comunicazione basata sul formato cartaceo e sull’informazione diffusa solo tramite radio, tv e giornali, si è giunti ad un sistema imperniato sempre più sull’informazione diffusa tramite mezzi digitali, in particolare tramite la rete internet.
Se grazie a questo mutamento attualmente gli utenti possono usufruire di un accesso più pratico e immediato alle informazioni stesse, si rileva purtroppo il rischio che da questo progresso e dai conseguenti vantaggi rimangano escluse le categorie più deboli come le persone disabili.
E’ pertanto fondamentale garantire l’effettiva accessibilità dei media, in quanto solo tramite un’informazione totalmente accessibile si realizza la vera integrazione sociale anche dei soggetti più deboli.
Di questi temi si è discusso in occasione del convegno dal titolo “Accessibilità ai media un’opportunità per tutti” svoltosi a Milano presso Palazzo Pirelli il 3 ottobre 2014. L’evento, rivolto a giornalisti, operatori dell’informazione e webmaster, è stato promosso dal CO.RE.COM (Comitato Regionale per le Comunicazioni) della Lombardia, e rappresenta il frutto di un intenso confronto che ha visto il coinvolgimento di varie associazioni operanti nel 3° settore, fra le quali l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia e l’Ente Nazionale Sordi. Tra gli altri, erano presenti Nicola Stilla, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia, e Franco Lisi, responsabile del Polo Informatico dell’Istituto dei Ciechi di Milano.
Dai vari interventi è emersa in tutta evidenza l’estrema complessità, nonché la delicatezza del tema.
Parlando di “accesso alle informazioni”, infatti, non ci si riferisce più solo alle notizie diffuse tramite giornali, tv e radio, ma ad una serie sconfinata di servizi offerti tanto da privati, quanto dalla Pubblica Amministrazione (si pensi alle banche dati alle quali il cittadino può accedere per ottenere la documentazione di cui necessita senza dover passare per i classici “sportelli” degli enti).
A livello sovrannazionale il diritto all’accessibilità è stato ampiamente riconosciuto in maniera inequivocabile. Come evidenziato nel proprio intervento dal Presidente del Forum Italiano sulla disabilità e Segretario dell’EDF (European Disability Forum) Rodolfo cattani, “La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità riconosce l’importanza dell’accessibilità, tra l’altro, dell’informazione e della comunicazione al fine di consentire alle persone disabili il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
Sia l’Unione Europea, sia gli Stati Membri devono quindi assicurare alle persone disabili la piena accessibilità a tutti gli strumenti della comunicazione scritta, sonora, semplificata e mediata, inclusi quelli specificamente destinati alle persone disabili”.
“Il Forum Europeo della Disabilità, sottolinea Cattani, riconosce che sono stati conseguiti risultati significativi, ma osserva che sussistono numerose criticità riguardo al recepimento e all’attuazione della Convenzione per quanto concerne l’accessibilità dei mezzi dell’informazione, un settore vastissimo in continua evoluzione ed espansione”.
Nello specifico, all’articolo 9, comma 1, la Convenzione invita gli Stati Parti a prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità l’accesso “(b) Ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi elettronici e quelli di emergenza”, e al comma 2 per “(g) Promuovere l’accesso per le persone con disabilità alle nuove tecnologie ed ai sistemi di informazione e comunicazione, compreso Internet”. L’articolo 21, inoltre, richiama la necessità di “(a) Mettere a disposizione delle persone con disabilità in forme accessibili e mediante le tecnologie appropriate ai differenti tipi di disabilità, tempestivamente e senza costi aggiuntivi, le informazioni destinate al grande pubblico” e a “(d) Incoraggiare i mass media, inclusi gli erogatori di informazione tramite Internet, a rendere i loro servizi accessibili alle persone con disabilità”.
Fra coloro che più spesso si devono scontrare con il continuo progredire della tecnologia vi sono sicuramente le persone non vedenti ed ipovedenti. In ambito nazionale la legge 4/2004 certamente rappresenta un importante traguardo nell’affermazione del principio dell’accessibilità ai sistemi informativi, in quanto impone obblighi specifici alle Amministrazioni pubbliche e a tutti coloro che offrono servizi di pubblica utilità, affinché garantiscano un livello minimo di accessibilità dei propri servizi per tutti gli utenti.
Afferma Nicola Stilla: “Se da una parte l’applicazione degli standard tecnici segna un livello necessario sotto il quale non è consentito scendere nel rispetto dei principi di parità di accesso, i cittadini utenti e le stesse Amministrazioni, tuttavia, avvertono che la garanzia all’accesso non si esaurisce nel rispetto dei meri aspetti tecnici, poiché il diretto e pieno coinvolgimento delle persone per mettere a punto la vera fruibilità è un passo importante per poter garantire la qualità e l’usabilità dei prodotti”.
La piena accessibilità non è un obiettivo fra i più facili da raggiungere, ed è pertanto fondamentale “fare rete”, mettendo a frutto tutte le conoscenze e le esperienze a disposizione. In tal senso l’Istituto dei Ciechi di Milano, con il proprio Polo Informatico, si pone come valido punto di riferimento scientifico grazie alla costante ricerca di soluzioni che assicurino ai non vedenti e agli ipovedenti un concreto accesso ai mezzi d’informazione. Fra i vari progetti dello stesso Istituto, si segnala un corso rivolto ai giornalisti e ai webmaster che, grazie al supporto di esperti altamente qualificati, potranno acquisire un’adeguata formazione per quanto riguarda le linee guida che, correttamente applicate, consentiranno loro di realizzare siti web che garantiscano un’effettiva accessibilità non solo nel rispetto degli standard minimi imposti dalla legge, ma nel rispetto tanto dei loro utenti, quanto della loro stessa missione: fornire informazioni e servizi.
Riferendosi specificamente ai mass media, prosegue Stilla: “Forse il settore più “coperto” dalla Legge e dai Decreti è quello della stampa. Le informazioni e gli articoli sono oggi sempre più diffusi tramite i siti web, nonché tramite le applicazioni mobili. In merito ai siti web, la Legge 4/2004, anche tramite il Decreto attuativo il cui allegato A è stato aggiornato nel settembre 2013, e il più recente Decreto Legislativo n. 179 del 2012, forniscono dirette indicazioni su come i contenuti debbano essere realizzati. Tuttavia, nonostante tali indicazioni, si deve purtroppo riscontrare una scarsa applicazione dei principi di accessibilità, dovendosi così avvalere di specifici accordi con i mass media di riferimento per poter garantire l’accessibilità per categorie specifiche di utenti. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, infatti, anche a seguito di uno specifico accordo, ha realizzato un servizio di consultazione dei quotidiani tramite il progetto Evalues. Ciò ha consentito anche di realizzare un’applicazione mobile che sia accessibile e fruibile tramite le tecnologie assistive utilizzate dalle persone non vedenti. Tutto questo però dovrebbe poter essere attuabile accedendo direttamente alle risorse disponibili per tutti, al fine di garantire pari opportunità a prescindere da specifici accordi e collaborazioni. Rispetto ai siti web, meno attenzione è rivolta alla progettazione e allo sviluppo di interfacce mobili oggi sempre più diffuse per rendere disponibili news tramite gli smartphone e i tablet, ovvero le APP dedicate a specifici contenuti. Né la Legge, né i decreti citano con chiarezza “anche tramite applicazioni mobili”, con la conseguente libertà da parte dei committenti di richiedere o meno che l’applicazione fatta realizzare sia effettivamente fruibile da parte di tutti, anche tramite le tecnologie assistive. Per gli articoli, spesso forniti in formato PDF, fortunatamente i Decreti attuativi, nonché il Decreto Legislativo n. 179 del 2012, danno chiare indicazioni; ora andrà rivolto ogni sforzo al fine di sensibilizzare gli operatori affinché le stesse siano rispettate.
Per quanto concerne i servizi televisivi e radiofonici invece, sebbene i principi della Legge siano riferibili senza difficoltà, il concetto di accesso universale è pressoché assente, se non in pochi e troppi limitati servizi. I servizi di sottotitolazione e di audiodescrizione, sono sempre pochi e poco garantiti. La legge su questo è in qualche modo “ammorbidita” limitando i produttori a garantire i suddetti servizi in maniera limitata, commisurando l’obbligo al contenuto specifico.
Se da un lato il Legislatore ha il chiaro obiettivo di evitare un eccessivo carico di lavoro nella predisposizione dei contenuti, dall’altro si deve registrare il rischio di esclusione dalla fruizione di molti servizi di utenti di svariate categorie”.
Come si può capire l’accessibilità ai media è un tema alquanto complesso; la tecnologia progredisce a passi da gigante, e ad ogni passo compiuto da quest’ultima corrisponde un mutamento dei criteri per definire l’accessibilità stessa. Il convegno in oggetto ha rappresentato indubbiamente un’ottima occasione di confronto fra i vari esperti presenti, ed è proprio questa la via da seguire: confronto e scambio di esperienze. Tanto più si metteranno a frutto le migliori esperienze, quanto più l’accessibilità ai mezzi d’informazione non rappresenterà più il mero rispetto di obblighi imposti dalla legge, ma sarà davvero un’opportunità da sfruttare da parte di tutti: dagli operatori che potranno competere a tutto campo nell’offrire servizi completi e di alta qualità, e dagli utenti che tramite il libero accesso saranno in possesso di un elemento in più per integrarsi appieno nella società.
Il convegno del 3 ottobre, come già detto, è il risultato di un lungo e intenso lavoro che, si auspica, non si esaurisca in questo singolo evento, ma prosegua con un costante e intenso confronto fra i vari operatori. Per la buona riuscita un ringraziamento particolare va a Federica Zanella, Presidente del CO.RE.COM della Lombardia, nonché a tutti i Membri del Comitato, in modo particolare al Dott. Diego Borella che hanno creduto fortemente nell’iniziativa e che, con il loro impegno, vogliono proseguire sulla strada del pieno accesso alle informazioni, così come testimoniato dal sito web del CO.RE.COM. Lombardia che oggi, anche grazie alla consulenza offerta dall’Istituto dei Ciechi di Milano, è totalmente accessibile a tutte le persone e, quindi, anche alle persone non vedenti ed ipovedenti.
Macerata: presentazione del libro Velo dell’Anima, Redazionale
Poesie dall’ombra
di Augusta Tomassini
(Responsabile regionale UICI per le pari opportunità)
Giovedì 30 ottobre 2014 – ore 18.00
Sala Castiglione – Biblioteca Comunale di Macerata
Presentazione
Lorenzo Spurio (scrittore e critico letterario)
Letturedi
Giulia Galvani
Interverranno:
Rappresentanti dell’UICI di Macerata
Ascoli Piceno: Vento di Levante, Redazionale
Spettacolo teatrale di Stefania Terrè
Regia Gianluca Barbadori
Ascoli Piceno – Teatro Ventidio Basso – 12 Novembre – ore 20.30
Il testo
Il testo si ispira a un’esperienza di vita vissuta sulle acque del Mediterraneo: la storia della barca a vela della comunità di recupero per tossicodipendenti Exodus di Don Mazzi, Bamboo.
La barca, che nel racconto si chiama Vita, ha ospitato, oltre ad alcuni ragazzi della comunità Exodus, due non vedenti che hanno frequentato il corso di vela con il circolo velico Omerus, specializzato nei corsi di vela per non vedenti.
La vicenda narra di un amore tra una ragazza non vedente e un ragazzo della comunità. Due realtà complesse che si incontrano, due storie di vita diverse tra loro ma legate verso un unico scopo: tentare di fondersi insieme nel ritrovare la forza per continuare a solcare le difficili rotte della vita.
Disabili sensoriali insieme a ragazzi ex tossicodipendenti hanno quindi vissuto in mare un’esperienza forte e di certo indimenticabile.
Per motivi di privacy, i nomi della barca e dei personaggi sono stati modificati e la storia è stata rielaborata in un testo originale ed efficace anche nella sua semplicità.
Cenni biografici su Maria Vittoria Tranquilli giovane pianista non vedente
Il percorso scolastico e formativo di Maria Vittoria si può riassumere nel fatto che la giovane è stata inserita nella scuola pubblica fin dalla materna. La famiglia e l’Unione Italiana dei Ciechi l’hanno seguita passo passo con grande abnegazione ed attenzione in tutto il grande lavoro didattico che la giovane ha compiuto con immenso entusiasmo e con eccellenti risultati sino al terzo anno del liceo linguistico che attualmente frequenta presso l’istituto Stabili-Trebbiani. Accanto agli studi scolastici però, Maria Vittoria ha sempre coltivato il proprio irrefrenabile amore per la musica, anche qui con risultati di assoluta eccellenza, tant’è che attualmente è allieva del Conservatorio G. B. Pergolesi di Fermo, dove frequenta l’ottavo anno di pianoforte del vecchio ordinamento.
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è orgogliosa di Maria Vittoria e della felice sintesi che essa rappresenta fra impegno negli studi e gioia di vivere di un’adolescente della sua età.
Il Presidente associativo ha voluto perciò che Maria Vittoria facesse parte della serata di spettacolo che, sul palcoscenico del Ventidio Basso avrà luogo il prossimo 12 Novembre.
Finalità dello spettacolo
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Ascoli Piceno promuove lo spettacolo teatrale ed il concerto pianistico del 12 Novembre prossimo con l’intento di portare un messaggio di cultura e di sensibilità sociale alla cittadinanza ed agli spettatori che testimoni le capacità dei non vedenti di trasmettere emozioni ed idee in due forme d’arte tra le più nobili: il teatro e la musica.
L’occasione perciò sarà ideale per far conoscere non soltanto le capacità che i non vedenti sanno esprimere, ma consentirà ai partecipanti di fornire un utile sostegno economico alle numerose attività che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti svolge in questo territorio a favore dei propri soci e non solo.
La riabilitazione all’autonomia personale dei non vedenti è un compito gravoso ma indispensabile che l’associazione si è assunta; l’assistenza scolastica e la trascrizione dei libri di testo è un altro tassello insostituibile nella vita dei non vedenti e delle loro famiglie; il collocamento al lavoro è un compito sempre più difficile da svolgere viste le difficoltà economiche in cui tutta la società si dibatte.
La nostra associazione vuole parlare a tutti: alle istituzioni e ai cittadini per far comprendere loro che il mondo dei non vedenti è più vasto e più complesso di quanto non si immagini guardandolo dall’esterno.
Info e biglietti
Platea: € 12.00
Palchi e loggione: € 8.00
I biglietti saranno reperibili, oltre che presso la biglietteria del Teatro Ventidio Basso, anche presso gli uffici dell’Unione Italiana Ciechi, in Viale Federici, 87, Tel. 0736/253407 – Cell. 3358135755.
Opere dei lettori: Storia di Belle, da cane guida a nurse per i vitellini, di Angela Mazzetti
Giovedì 16 ottobre la Giornata nazionale del cane guida. La sezione varesina dell’Uici regala una storia eccezionale per ricordare l’importanza di questi animali, spesso non abbastanza considerati
Sono nata a Carnago in una grande fattoria, da Tea, una splendida Collie che tanto assomigliava alla famosissima Lessie, insieme a ben 7 fratelli.
Abbiamo vissuto per due mesi tutti insieme con la nostra mamma; poi, uno dopo l’altro mi hanno lasciata sola. Arrivava infatti qualcuno che ci guardava, ci accarezzava e poi sceglieva chi portarsi via. Ero una bellissima cucciola, sapevo di essere intelligente, ma venivo regolarmente scartata. Rimasi così con mamma Tea e con gli altri cani della fattoria a vivere la mia vita, educata dai proprietari, ma soprattutto dalla mia mamma che non mi perdeva mai di vista e mi insegnava tante cose.
Ero vivace, curiosa, mi piaceva correre all’impazzata nel bosco, giocare a palla con i bambini, spingendola non con il muso, ma, come facevano loro, con i piedi, che per me erano le zampe.
Mi piaceva però più di tutto uscire dal grande cortile dalla parte della strada, una strada molto pericolosa, perché le macchine andavano a grande velocità; una volta che lo feci, rischiai di essere travolta e venni punita molto severamente, ma imparai ad obbedire. Vissi così per un anno. Venne una signora che mi coccolò per un poco, mi mise il guinzaglio e, insieme ai padroni mi fece fare un giro fino al bosco. Tornò altre volte e io mi chiedevo perché non mi portasse con sé. A farlo invece fu un signore che mi fece camminare al guinzaglio, disse che sarei diventato un “cane guida”, mi caricò su un pulmino e mi fece fare un viaggio che a me parve interminabile. Da quel momento in poi la mia vita fu davvero dura. Per tantissime ore della giornata rimanevo chiusa in un box; non più giochi spensierati ma esercizi prima a “corpo libero“ poi imprigionata dentro una “cosa“ che il mio addestratore chiamava guida. Mi facevano camminare attraverso strani labirinti, su e giù per scale e sopra un ponte ondeggiante. Finiti gli esercizi mi lasciavano passeggiare un poco nel parco e mi rimettevano dentro nella mia prigione. In seguito vennero esperienze ben più difficili: imbrigliata nella guida, fui portata sulle strade intorno alla scuola e nella città vicina.
Conobbi treni, la metropolitana e dovetti imparare a badare al movimento delle macchine prima di tentare un attraversamento, guidando il mio addestratore che simulava di essere non vedente. Di tanto in tanto ricompariva la signora che avevo conosciuto in fattoria. Mi coccolava, mi parlava, io le rispondevo leccandole le mani e facendole pipì sui piedi in segno di gioia. Divenni brava e sempre più sicura di me, anche se continuavo a non capire bene a che cosa servisse tutto quel lavoro. Lo compresi invece quando la solita signora venne, mi fece salire sulla sua macchina e mi portò a casa sua. Conobbi l’ascensore, non trovai il giardino però lei stava sempre con me, uscivamo insieme e dopo i primi giorni che servirono a farmi capire che dovevo obbedirle e non scappare (ma non ne sentivo più il desiderio), mi portò a correre nei prati e mi insegnò a girare per tutto il paese entrando nei negozi, frequentando la biblioteca e salendo sugli autobus e sui treni.
Furono anni proprio belli: la gente mi festeggiava, mi voleva bene ma soprattutto tra me e la mia padrona si era creato un rapporto di reciproca fiducia e affetto inscindibile. Non avevamo bisogno di parole, per capirci bastava un gesto ed entrambe capivamo come comportarci. Io mi sentivo responsabile, importante, ma sapevo di poterlo essere proprio perché era da lei che ricevevo indicazioni e sostegno. La sua fiducia era la mia sicurezza.
Insieme realizzammo progetti belli ed utili a tante altre persone. Passarono gli anni ed incominciai ad invecchiare: prima nei prati correvo e saltavo con la leggerezza e la grazia di un puledro, ma poi iniziarono le difficoltà. Mi accorsi di vederci poco e di perdere la memoria. Avevo 14 anni e quando ero libera facevo fatica a ritornare accanto alla mia padrona perché perdevo l’orientamento. Venni riportata alla fattoria della mia infanzia. Fu un grande dolore, ma per fortuna trovai un altro modo per essere utile, diventando la nurse dei vitellini a cui facevo compagnia e pulivo il muso dopo la poppata.
La morte mi ha colto nel sonno ed ecco il mio testamento: bisogna che ci siano tanti cani guida, perché danno autonomia alle persone che non vedono e gioia a noi. Dobbiamo però essere rispettati nel nostro lavoro e non, come troppo spesso accade, mandati fuori col nostro padrone dal ristorante, dal supermercato o dall’autobus. Non siamo degli intrusi e nemmeno dei giocattoli da incuriosire e coccolare. Siamo creature che hanno un lavoro e un dovere da compiere che non deve mai essere ostacolato.
Beni Culturali: Dirà l’argilla la mano, la terra, il sacro – Mostra di Paolo Annibali, di Monica Bernacchia
Ancona, Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana
8 Novembre 2014 – 15 Febbraio 2015
Inaugurazione 8 novembre ore 18
“Qui lo scultore s’impegna nel più alto gradino dell’imitazione, facendo il vice del creatore primo”. Erri De Luca
A cura di Flaminio Gualdoni.
La terracotta può esser toccata, esplorata con le mani, accarezzata ed è il materiale ideale per una mostra tattile. Ha quindi un particolare significato la mostra di Paolo Annibali “Dirà l’argilla. La mano la terra il sacro”, che dall’8 novembre 2014 al 15 febbraio 2015 (inaugurazione sabato 8 novembre ore 18) si apre ad Ancona nelle sale vanvitelliane del Museo Tattile Statale Omero.
21 grandi sculture in terracotta più 21 splendidi disegni realizzate negli ultimi tre anni, secondo un progetto unitario pensato per il Museo. Tutto da vedere e da toccare, fruibile da parte di visitatori vedenti e non vedenti poiché alcuni disegni saranno realizzati in 3D. Viene realizzato anche un catalogo con le foto di tutte le opere e gli interventi del curatore Flaminio Gualdoni, di Erri de Luca e del presidente del Museo Omero Aldo Grassini.
Annibali porta in mostra il suo percorso artistico e ci permette di scoprire gli angoli più intimi del suo laboratorio, per poi arrivare in una sorta di ipotetico tempio dove però i personaggi non sono dei ed eroi, ma figure femminili impegnate in gesti della normale quotidianità, come il truccarsi o specchiarsi.
La mostra è promossa dal Museo Tattile Statale Omero (che ha già nella sua collezione 4 opere di Annibali), con il Patrocinio della Regione Marche, in collaborazione con l’Associazione Per il Museo Omero Tattile Statale Omero ONLUS. Sponsor tecnici: Adriatica Legnami s.r.l., Cotto Santa Maria della Petrella s.r.l., Mobilificio Binni s.n.c.
Info mostra
Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio, 28 – 60121 Ancona
Sito: www.museoomero.it
Email: info@museoomero.it
Telefono 071.2811935
Sito vocale 800.202220
Orario dal giovedì al sabato ore 16-19; domenica e festivi ore 10-13 e 16-19
Apertura straordinaria per gruppi e scuole.
Chiuso: 25 e 31 dicembre.
Ingresso: libero.
Iniziative speciali “Una domenica al mese”: incontri, visite e attività il 30 novembre, 28 dicembre, 18 gennaio, 1 febbraio.
Visite guidate e laboratori didattici a cura dei Servizi educativi del Museo Omero.
Prenotazione obbligatoria. Costo: euro 3,70 per gruppi e scuole (esclusi docenti); euro 4,00 per singoli e famiglie. Gratuito disabili e accompagnatori, bambini 0 – 4 anni. Tel.0712811935 (dalle 9.00 alle 14.00), e-mail: didattica@museoomero.it.
Monica Bernacchia
Beni Culturali: Il museo di tutti e per tutti, Redazionale
Riflessioni per rendere i musei marchigiani accessibili e accoglienti Mercoledì 5 novembre 2014 ore 15.00 Ancona, Palazzo Raffaello, Sala Raffaello, via Gentile da Fabriano n. 9
Il prossimo 5 novembre avrà luogo un incontro dedicato alla tematica dell’accessibilità nei luoghi della cultura con particolare riferimento ai musei. Si tratta di un’occasione per riflettere sul ruolo dei musei come spazio aperto, accessibile a tutti, compresi i disabili, un luogo in cui veri protagonisti sono i visitatori.
PROGRAMMA
14.45 — 15.00
Accoglienza dei partecipanti
Moderatore Laura Capozucca — Dirigente P. F. Cultura
15.00 — 15.15
Pietro Marcolini — Assessore alla Cultura della Regione Marche L’accesso ai luoghi dell’arte. Un obiettivo a “portata di mano”
15.15 — 15.45
Aldo Grassini — Presidente del Museo Tattile Statale Omero di Ancona L’accessibilità ai beni culturali per le persone con disabilità visiva: lo stato dell’arte in Italia e all’estero
15.45 — 16.15
Sara Mancini (Galleria Borghese, Roma), La Galleria Borghese come Esperienza per il pubblico con minoranza Visiva
16.15 — 16.30
Marina Massa — Regione Marche Settore Musei Per una politica museale davvero inclusiva: riflessioni e proposte
16.30 — 16.45
Bianca Maria Giombetti Regione Marche Settore Musei Claudia Lattanzi –Rete Museale della Provincia di Fermo “Musei Comuni”
Report sullo stato dell’accessibilità ai musei delle Marche
16.45 — 17.00
Andrea Socrati — Responsabile Progetti Speciali presso Museo Tattile Statale Omero di Ancona Scheda di rilevazione e interventi per l’accessibilità nei musei e nei luoghi della cultura
17.00 — 17.10
Diego Pieroni – Presidente Ente Nazionale Sordi -Provincia Ancona Il segno…dell’Arte
17.10 — 17.20
Armando Giampieri – Presidente regionale Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Un Museo accessibile in un territorio accessibile
17.20 — 17.30
Patrizia Ceccarani – Lega Del Filo d’oro Direttore Centro Osimo Arte e cultura come strumento di integrazione
17.30 — 18.00
Dibattito e conclusioni
Nel corso dell’incontro sarà assicurato un servizio d’interpretariato nella lingua dei segni LIS.
Per informazioni:
071.2811935 — info.museodiffuso@regione.marche.it; info@museoomero.it www.musei.marche.it; www.museoomero.it
Contributi dei lettori: La rivoluzione della normalità, di Gianluca Rapisarda
Cari amici,
non conosco personalmente Massimo Vita, ma da quello che scrive e che fa a Siena, non posso che ammettere che è davvero una bella “capa tosta!”
Anch’io, come lui, credo che la “vicenda” delle tante candidature al C.d.A centrale dell’Irifor sia una piacevole sorpresa e soprattutto la conferma che, al contrario di quello che si dice, all’interno dell’UICI ci sia invece tanta voglia d’impegnarsi attivamente, di metterci la faccia e cambiare realmente le cose.
E per far ciò, a mio modesto avviso, basta poco! E’ sufficiente, infatti, com’è avvenuto nella fattispecie per la sua nomina al Consiglio centrale dell’Irifor, fissare e stabilire nuovi e più trasparenti criteri di selezione e di nomina dei candidati ai “posti di comando” della nostra gloriosa associazione.
E’ questa l’assoluta novità che dovrà caratterizzare il presente ed il futuro prossimo della nostra Unione, a partire dal prossimo Congresso Nazionale. Anzi no, che dico, sin dai prossimi Congressi Provinciali!
Forse quello che sto scrivendo vi sembrerà rivoluzionario, ma diceva Osho che la “rivoluzione si fa con le piccole cose”!
Infatti, in un contesto democratico, e la nostra UICI è una grande organizzazione DEMOCRATICA, è assolutamente normale (e non rivoluzionario) che la scelta dei candidati, gli incarichi e le nomine si facciano sulla base di criteri di trasparenza, di merito e previa presentazione di curricula.
Ed è proprio quella di farsi paladino della “rivoluzione della normalità” la mission che, secondo me, deve perseguire e, nonostante tutto, ha già iniziato il nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto.
La mia nomina nel C.d.A. della Federazione e quella di Massimo Vita nel Consiglio Centrale dell’Irifor sono già dei primi, ma importanti segnali di cambio di rotta e d’inversione di tendenza. A questo punto, a noi “giovani” dirigenti non resta che dirti: “Caro Presidente Mario, vai avanti così. Sappiamo che puoi farcela, vuoi farcela, devi farcela”!
A Massimo Vita formulo i miei più sentiti e fervidi auguri di buon lavoro.
Gianluca Rapisarda