Durante questo periodo di emergenza sanitaria, un lasso di tempo pesante per ciascun cittadino, diverse richieste di aiuto, hanno messo allo scoperto uno squarcio, visibile alla base di quel rapporto tra dirigenti e dipendenti pubblici o privati, ad oggi oscurato dalla normale quotidianità.
In questo momento fragile, dove il subalterno dovrebbe maggiormente essere tutelato ed indirizzato verso il lavoro agile, in continuità della propria dignità lavorativa, e non dovrebbe subire disinteressatamente, azioni irresponsabili da parte del proprio datore di lavoro.
Un alternativa lavorativa, perché no, anche di pari opportunità, lo (Smart Working), oggi messo in evidenza rispetto ad un recente passato, da particolari coercizioni normative a tutela della salute pubblica.
Mi risulta, che diversi datori di lavoro, hanno immediatamente adottato le disposizioni impartite dal Governo, quella parte di amministratori ligi al proprio dovere, rendendo efficiente la macchina amministrativa.
Quella classe dirigenziale preposti a capo della pubblica amministrazione, meritevoli di ulteriore considerazione da parte delle Istituzioni, per l’attenzione e la sensibilità verso una parte di società, che quotidianamente lavora nonostante le molte difficoltà circostanziali.
Impossibile far “finta di non vedere” e di non sentire, la tutela del diversamente abile, deve essere continuamente al centro dell’attenzione, da quanti oggi occupano una posizione lavorativa dirigenziale, e dagli organi istituzionali, ciascuno con le proprie competenze.
I dirigenti pigri e latitanti, devono non aver compreso la gravità dell’attuale realtà, e delle disposizioni impartite dagli organi di Governo, in cui un giorno, li potrebbe vedere come principali protagonisti sul banco degli imputati.
Al fine di migliorare questo rapporto con la classe dirigenziale, esorto gli stessi, a premurarsi ad attivare quanto necessario per far rimanere i propri lavoratori a casa, come da D.L. Cura Italia del 17 marzo 2020 n. 18 Art. 87, ed invito gli organi di competenza ad aumentare i controlli e sanzionare il dirigente inadempiente.
Concludo, assicurando un mio continuo interesse, e mi attiverò per quanto mi sarà possibile, a monitorare particolari esigenze messi alla luce dai nostri soci.
Il componente del CDA della sezione territoriale UICI di Agrigento, Dott. Innocenzo Ferraro