Progetto musei accessibili, di Linda Dametto

Autore: Linda Dametto

Nella mattinata di domenica 2 ottobre è stata organizzata dall’Associazione culturale La Girobussola, in collaborazione con 3DArcheolab ed il Museo Archelogogico Nazionale di Ferrara, l’inaugurazione di un percorso tattile all’interno della sezione del museo dedicata al mondo etrusco. Questa iniziativa segue all’inaugurazione di un medesimo progetto di accessibilità effettuata dagli stessi presso il Museo Etrusco di Marzabotto. Ad accoglierci sono stati i responsabili del progetto, Marta Giacomoni de La Girobussola, Giulio Bigliardi presidente di 3DArcheolab e la direttrice del museo Paola Desantis. In attesa dell’arrivo di tutte le persone iscritte alla visita guidata (era necessario iscriversi per tempo), siamo stati condotti all’interno di una grande sala dove la direttrice Desantis ci ha illustrato la storia del museo, conosciuto anche come il museo che illustra la storia dell’antica città di Spina. Successivamente è stato introdotto il progetto in questione, nato grazie alla fusione di intenti e volontà da parte di due realtà esperte nel settore dell’accessibilità, l’associazione La Girobussola, che si occupa di cultura e turismo accessibili e 3DArcheolab, laboratorio che utilizza le nuove tecnologie (rilievo 3d, modellazione 3d, stampa 3d, laser cutter) per rendere l’inclusione culturale sempre più facile e possibile.
Parlare di accessibilità significa prima di tutto togliere qualsiasi tipo di barriera, il che all’interno di un museo si può tradurre con l’eliminazione, dove possibile, delle teche di vetro che separano il fruitore dall’opera. Questo è un punto fondamentale sul quale sia Marta che Giulio hanno posto l’attenzione, il loro lavoro, infatti, si inserisce lì dove non è possibile effettuare questo tipo di operazione. Si cerca, dunque, di andare incontro a chi lavora all’interno del museo, creando progetti ad hoc che possano rendere le collezioni esposte accessibili anche a persone con disabilità visiva sfruttando nel migliore dei modi le risorse economiche disponibili (non investendo tutto nella realizzazione di un’unica riproduzione, ma distribuendo le risorse per realizzare più oggetti e quindi creando un percorso tattile più completo).
Dopo averci illustrato le modalità con le quali è nata la collaborazione con la direttrice Desantis (che aveva potuto prendere parte alla nascita del precedente progetto di accessibilità museale a Marzabotto), e aver specificato che il finanziamento per questo progetto è frutto del supermanto della selezione relativa ad un bando predisposto dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna, siamo stati condotti all’interno della stanza che ospitava le riproduzioni ed il percorso tattile. In un angolo della sala sono stati predisposti alcuni reperti etruschi originali (anfora, vaso, piatto, mortaio e brocca), che ci è stato possibile toccare, in quanto messi in sicurezza su un ripiano. Ogni oggetto era accompagnato da una descrizione in braille e da un cartellino identificativo in nero (ma non in caratteri adatti a persone ipovedenti). I presenti hanno potuto constatare di persona le dimensioni ed i materiali con cui venivano realizzati i manufatti in epoca etrusca. Alcuni di essi presentano nella superficie esterna delle raffigurazioni che sono state riprodotte in schede tattili utilizzando la tecnica Minolta. La particolarità di queste schede è la presenza, in ognuna di esse, di un QR-code che, una volta selezionato con lo smartphone, riproduce un contenuto testuale che descrive la figura in oggetto e che può essere letto utilizzando la sintesi vocale. Le schede in questione non rigurdavano esclusivamente le raffigurazioni dei vasi ma anche la dimensione geometrica dei manufatti, alcune mappe relative all’occupazione etrusca dell’Italia, l’alfabeto etrusco ed effigi originali dell’epoca. Affianco alle schede sono state realizzate delle riproduzioni in 3D di statue e oggetti dell’epoca con l’utilizzo di diversi materiali (plastica, polvere di gesso, metallo e legno). Successivamente ci è stata data la possibilità di toccare con mano altri manufatti orginali (delle anfora poste al piano inferiore del museo) e di percorrere il labirinto del giardino, posto al centro del cortile del palazzo che ospita il museo archeologico. Si tratta di un labirinto ad un’unica entrata, quindi facilmente percorribile e dunque senza rischio di perdere l’orientamento, il che ha reso l’esperienza originale e rasserenante.
In conclusione si può ritenere il percorso ben fatto, realizzato pensando sia alle necessità di fruitori non vedenti che ipovedenti, sia alla possibilità di arricchimento personale per le persone vedenti che andranno al museo e che sceglieranno di vedere le preziosità etrusche con un nuovo punto di vista.