Guardare al futuro ma quello dell’unione

Autore: Massimo Vita

Cari amici, se avete tempo e voglia, leggete l’articolo che il vice presidente nazionale ha inviato al giornale online dell’Unione.

Non oso discutere le opinioni ma segnalo che mentre si preoccupa di disegnare un quadro generale in riferimento ai fenomeni politici e istituzionali del paese, nulla dice sull’assetto interno della nostra organizzazione.

Io credo e spero che i presidenti regionali e i consiglieri nazionali vorranno far sentire la loro voce e iniziare a pensare a una convocazione del consiglio nazionale nel malaugurato caso che Daniele non possa riprendere il suo posto.

Siamo ormai in vista del congresso e non possiamo immaginare che si proceda con una situazione così disordinata e senza alcuna garanzia per i futuri candidati alla direzione della nostra organizzazione.

Per garantire la democrazia, dobbiamo rispettare le regole che ci siamo dati anche se le riteniamo insufficienti.

Temo gli assordanti silenzi che noto in questo dibattito .

PROTAGONISTI NEL GIUOCO DELLA VITA

Autore: Giuseppe Terranova

 

Archiviate le festività natalizie 2013, ora dobbiamo guardare avanti, perché le cose da fare sono tante e tutte importanti.

La prima cosa che sento di dire è che il nostro amato Presidente sta riprendendosi alla grande.

Ci sentiamo per telefono; lo aggiorno sull’andamento dell’attività; chiede, soprattutto, se i Ministeri rispettano i loro obblighi nei confronti dell’Unione; mi ha, persino, segnalato alcune date in cui avrebbero dovuto adottare provvedimenti, riguardanti l’erogazione dei contributi relativi al 2013.

E’ questo un buon inizio che conferma quanto abbiamo ripetuto fin qui: e cioè che Tommaso presto riprenderà la guida della nostra Organizzazione.

Durante la Direzione di dicembre e quella di gennaio, aderendo ad un suo desiderio, abbiamo realizzato collegamenti telefonici per lo scambio degli auguri e di saluti. Sono state due piacevoli circostanze, che si sono aggiunte al messaggio augurale, che il Presidente ha voluto rivolgere ai soci ed ai dirigenti tutti.

Tali circostanze, oltre a generare piacere in ognuno di noi, hanno, inevitabilmente, volto l’animo alla commozione.

Abbiamo archiviato anche la Legge di Stabilità che, tra tensioni nei partiti, fibrillazioni e momenti di incertezza, aveva proiettato sulla scena politica, addirittura, lo spettro della non approvazione, tenendoci con il fiato sospeso fino allo scorso 23 dicembre.

Finalmente, l’incubo si è dissolto, quando il sipario è calato con la terza “fiducia”, posta dal Governo.

Solo allora abbiamo potuto tirare il proverbiale “sospiro di sollievo”, avendo messo al sicuro i mezzi finanziari, necessari per assicurare attività e servizi ai non vedenti ed agli ipovedenti italiani, verosimilmente, senza doverne abbassare il livello di qualità rispetto all’anno precedente.

Tale risultato è il premio delle enormi fatiche di tanti mesi di lavoro, generosamente profuse dall’intera dirigenza dell’UICI e, soprattutto, del Presidente Daniele che, avendo intuito la particolare complessità del momento politico, aveva avviato i contatti necessari con largo anticipo, selezionando, accuratamente, gli interventi e le modalità procedurali.

La riuscita dell’operazione dimostra che la regia era stata adeguata e perfettamente funzionale all’obbiettivo.

Davanti a noi, ora, ci sono tante iniziative in cantiere.

Per importanza cito soltanto il disegno di legge riguardante gli operatori del benessere, la riforma della legge 113/85 e la lotteria nazionale per l’autofinanziamento.

Naturalmente, adesso, bisognerà tenere d’occhio l’evolversi della attuale realtà politica, per la verità, assai cangiante, a causa dei fermenti interni e dei fattori esterni, soprattutto quelli europei, legati alle elezioni di maggio; questi ultimi influenzabili da alcune idee originali sì, ma ancora in embrione, che possono ispirare le future scelte ed i futuri assetti politici verso nuovi orizzonti ed equilibri adeguati alle istanze sociali emergenti. Non vanno, neppure, sottovalutate le spinte provenienti dagli altri continenti, aventi singolarmente specifiche peculiarità, generate dalla ricerca di un più aggiornato ordine giuridico-politico universale, meglio rispondente ai bisogni dei popoli e più rispettoso dei diritti umani. Da tutto ciò, e specialmente dalla riforma elettorale italiana (madre di tante altre, pur necessarie e ormai improcrastinabili), reputo dipenda il riposizionamento dei futuri schieramenti politici, la rinascita complessiva del nostro Paese e la riconquista del suo ruolo leader, sia all’interno dell’Europa, come soggetto fondatore, sia come Paese industriale, con forti responsabilità nel più ampio Scacchiere Internazionale, dove si muovono le principali potenze del Mondo.

Insomma si profila un futuro interessante ed impegnativo, che, addirittura, potrebbe assumere la fisionomia di una transizione, destinata a segnare profondamente la storia, l’assetto istituzionale, la struttura della società italiana, nonché l’organizzazione degli altri popoli e la impalcatura medesima degli Ordinamenti e degli equilibri dell’Europa e del Mondo. Potrebbe trattarsi di una fase che caratterizzata da una “osmosi a doppia faccia”, in quanto la rigenerazione istituzionale, secondo il principio dei vasi comunicanti, riverserebbe gli effetti dai singoli paesi a ciascuna delle due entità internazionali (Europa e Nazioni Unite) e viceversa.

Dunque, le riforme in Italia comporteranno, inevitabilmente, modifiche di punti nevralgici della costituzione che, conseguentemente, dovrà essere emendata e modellata sulle nuove ed ineludibili istanze.

Alla straordinaria prova di appello, cui saranno chiamate le singole coscienze e le responsabilità di tutti i soggetti organizzati, presenti nel nostro Paese, dovremo presentarci anche noi, sia come individui, che come Associazione, pena la “esclusione sociale”. Pertanto, dobbiamo tenere d’occhio quanto si verifica attorno a noi, valutando ogni accadimento con responsabile attenzione e la necessaria cautela, vigilando sulle condotte e sugli stessi atteggiamenti istituzionali, in modo da non farci cogliere impreparati dai nuovi eventi e poter, quindi, individuare la rotta, capace di condurci verso gli obbiettivi, coincidenti con le finalità statutarie e le aspirazioni dei ciechi e degli ipovedenti italiani.

Come sempre occorre entrare in campo senza timidezze e con la ferma convinzione che siamo una componente sociale minoritaria sì, ma significativa, perché portatrice di interessi fondamentali e di problematiche di notevole rilevanza sociale, sia specifiche che generali. Dunque dobbiamo, ancora una volta, entrare in campo da protagonisti che vogliono partecipare al “giuoco della vita”, al pari di tutti gli altri, con le carte in regola, con la Dignità di Cittadini contribuenti, responsabili e coscienti, soprattutto della titolarità dei diritti umani, sempre legittimamente rivendicati e spesso, ingiustamente e inspiegabilmente negati.

Dunque, è necessario ravvivare la fiducia nella democrazia e nella politica cui compete costruire un nuovo modello etico-politico e socio-economico, in grado di dare risposte ai nuovi bisogni e alle nuove istanze; inoltre, dobbiamo continuare a far leva anche sulla forza della nostra esperienza solida e qualificata, eloquentemente convalidata dalla storia, come elemento capace di contribuire a modificare il corso culturale e comportamentale della società italiana, che ci ha già consentito di conquistare il diritto alla istruzione e allo studio, la piena capacità di agire, il diritto al lavoro e all’assistenza.

Da tale quadro di riferimento, dobbiamo estrapolare l’energia morale e le ragioni per sviluppare programmi, mettere in campo strategie e metodologie finalizzate alla realizzazione dei nostri obbiettivi ed infine per continuare a pretendere dallo Stato (in tutte le sue articolazioni), leggi moderne dedicate, sostegni vari, compresi quelli di natura economica, necessari per affrontare, con pari opportunità, i pesanti condizionamenti ed i costi oggettivamente discendenti dalla minorazione visiva.

Va, pertanto, perseguita – in quanto ancora di scottante attualità-, la logica del rispetto rigoroso della disabilità visiva, come oggettiva espressione di una “specificità sensoriale caratterizzante”, contrastando, con fermezza, tutte quelle condotte ed iniziative, volte a creare pseudo tendenze che, occultando interessi di parte e/o precisi alibi, camuffano in “privilegio” e/o in “posizione di rendita” le legittime istanze di giustizia sociale e di rispetto dei “diritti di cittadinanza”  dei “diritti umani”, prospettate nel tempo dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e da altri soggetti simili: un comodo modo per sottrarsi alle responsabilità e ai doveri morali, sociali, giuridici e politici!……..

Come sempre, quello che ci attende, sarà un lavoro alquanto impegnativo, che presuppone l’unità della categoria, chiarezza progettuale e piena consapevolezza del fatto che dobbiamo dialogare e confrontarci con un Parlamento, in gran parte rinnovato e perciò privo di memoria storica, con un Governo, assillato e assediato da una crisi che, ancorché nella fase terminale, è destinata a durare qualche anno ancora, prima di smaltirne le conseguenze; inoltre, dobbiamo aver chiaro che occorre confrontarsi con forze politiche, frastornate da problemi, abbisognevoli di soluzioni urgenti e a medio termine. E’, altresì, necessario aver presente che dobbiamo misurarci con schieramenti politici in fase di trasformazione (per effetto di un fenomeno di scomposizione e ricomposizione), alla ricerca di nuovi posizionamenti.

Infine, occorre stabilire contatti con i nuovi leaders, sviluppando un dialogo aperto e senza sconti e chiarendo, che noi vogliamo giocarci  la partita da attori ed artefici del nostro destino e non da riserve, perché il nostro impegno è stato ed è “per una società di persone sempre meno condizionate dai fattori di esclusione e sempre più uguali nei doveri e nei diritti”.

Il grande e qualificante contribuito dato dall’UICI al progresso sociale del nostro Paese, ha spinto il welfare state verso soluzioni legislative, amministrative e organizzative, combacianti con le forme più alte della dignità umana, facendo meritare all’Italia tanta ammirazione da parte di Paesi in prima linea nel Mondo.

La considerazione acquisita dall’Italia, anche grazie al nostro impegno, deve darci la forza per far ottenere alla nostra Organizzazione il meritato riconoscimento di “attrice della civiltà giuridica e della solidarietà sociale”, di guisa che possa essere, finalmente, ringraziata e applaudita anch’essa, come noi tante volte facciamo nei confronti dei rappresentanti della politica e delle istituzioni, allorquando collaborano positivamente per la soluzione di problemi che ci riguardano, ancorché ispirati e sollecitati dalla rappresentazione dei nostri gravi bisogni, dai nostri pesanti condizionamenti e dalle nostre forti ragioni.

 

Messaggio del Presidente Nazionale prof. Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

  «Carissimi, sono spiacente di annunciarvi che non posso onorare il mio impegno di rientrare entro il 31 gennaio, così come avevo annunciato precedentemente: ho bisogno di chiedere una ulteriore proroga fino al 28 febbraio. Questo periodo mi serve per risolvere alcuni problemi residui: l’insonnia, la pressione alta ed una fastidiosa gastrite: se non risolvo questi problemi non potrò fare il mio rientro e credo che comunque dopo il 28 di febbraio i ciechi italiani si aspettino un nuovo presidente. Nel frattempo, però, il Vice Presidente deve mettere in conto che io possa non tornare e, quindi, deve assumersi le responsabilità che competono ad un Presidente. I colleghi della Direzione non dovranno lasciarlo solo, collaborare con lui il più possibile tenendo conto che io avevo un Vice Presidente, lui non ce l’ha. Bisogna fare in modo che a turno qualcuno lo aiuti e non lasciare in sospeso le varie questioni che io ho lasciato aperte.

  Desidero che questo messaggio sia reso pubblico mediante una circolare.

  Vi abbraccio tutti. Un cordiale saluto.

Dono da parte del pittore Parrini Franco

Autore: Massimo Vita

Ieri la nostra sezione ha ricevuto un graditissimo dono dal pittore  Parrini Franco  il quale ha realizzato un dipinto in rilievo che rappresenta una splendida veduta della città e del suo simbolo: la torre del Mangia.

I numerosi soci presenti hanno potuto toccare questo splendido regalo e hanno espresso la loro soddisfazione.

Il sottoscritto, ha ringraziato l’artista auspicando una futura collaborazione.

Speriamo che questo     dono sia da stimolo per tutti.

 

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale del 23 gennaio 2014, di Claudio Romano

Autore: Claudio Romano

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale

Il 23 gennaio a Roma , nella sede centrale dell’Unione, si è riunita, in seduta ordinaria, la Direzione Nazionale presieduta dal Vice presidente Giuseppe Terranova con la collaborazione del Segretario generale facente funzioni Alessandro Locati.

1 – in apertura dei lavori, il Vice Presidente, ha svolto le seguenti comunicazioni di carattere legislativo ed associativo d’interesse dell’Unione:

a – da recenti ed accreditate notizie di stampa, risulta che il Governo non pare orientato a procedere ad approvare i tagli lineari alle detrazioni fiscali dal 19 al 18 per cento ma in alternativa, a recuperare le risorse finanziarie necessarie grazie alla riduzione della spesa pubblica.

Il taglio alle detrazioni, qualora non venisse scongiurato, riguarderebbe anche quelle  destinate alle persone con disabilità.

B – la legge di stabilità 2014 approvata definitivamente dal Parlamento, ha accolto le aspettative dell’Unione: il diritto all’indennità di accompagnamento e a quella speciale continuerà a dessere riconosciuto al solo titolo della disabilità;

per il 2014, sono ripristinati i contributi previsti delle leggi che interessano alla nostra associazione.

C – sempre in merito alla legge di stabilità, è con rammarico che si è appreso che l’emendamento fatto presentare dalla Fand mirato ad evitare ogni penalizzazione conseguente ai

periodi di contribuzione figurativa per i lavoratori con disabilità interessati alla pensione di anzianità, non ha avuto l’approvazione del Parlamento.

D – il ministro Zanonato, rispondendo ad una sollecitazione dell’Unione,  con una lettera, si è impegnato a farsi carico anche in occasione del prossimo semestre di presidenza italiana della Commissione Europea,  dei problemi connessi all’accessibilità dei siti della pubblica amministrazione.

e – il movimento 5 stelle ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere informazioni ai ministri competenti circa i criteri in essere per attribuire il riparto dei contributi derivanti dalla legge che prevede contributi all’IRIFOR  e all’irrfop.

f – il presidente Tommaso Daniele, con una propria formale comunicazione alla Direzione nazionale, ha comunicato che a causa dei noti motivi di salute, non potrà rientrare come previsto a fine gennaio prorogando a fine del prossimo mese di febbraio il suo rientro alla guida dell’associazione (seguirà circolare).

g – sempre il presidente Daniele ha rassegnato per motivi di salute le dimissioni dalle sue cariche interne all’E.B.u. alla F.A.N.D. e al F.I.D.

h – giungono preoccupanti segnalazioni da un certo numero di strutture territoriali dell’Unione in merito a complicate situazioni di ordine finanziario derivanti dalle significative riduzioni dei contributi provenienti dagli enti locali.

i – Dopo un periodo caratterizzato da una gestione commissariale, il Consiglio regionale della Basilicata dell’Unione, si è regolarmente insediato il 18 gennaio scorso ed ha nominato Presidente Angelo Camodeca.

 

j – acquisiti i necessari preventivi, si darà avvio quanto prima ai lavori per ripristinare gli uffici del secondo piano della sede centrale resi inagibili dall’allagamento dello scorso mese di novembre.

Volendo portare il suo affettuoso saluto alla Direzione, è intervenuto telefonicamente il Presidente Tommaso Daniele.

I presenti ricambiano il saluto con parole di sincero incoraggiamento e di augurio per una pronta guarigione.

2 – la riunione è proseguita con i riferimenti dei direttori in ordine ai territori e settori di loro competenza.

In particolare, Salvatore Romano ha dato conto delle gravi difficoltà nelle quali si trova ad operare la Bibblioteca di Monza conseguenti ai drastici tagli ai propri contributi di funzionamento.

Luisa Bartolucci,  ha riferito che al fine di consentire il download delle opere del centro nazionale del libro parlato anche  agli utenti utilizzatori di dispositivi  che “girano” sotto il  sistema android, si   realizzerà  una nuova applicazione,  al medesimo costo dell’app per apple.

3 – successivamente, la direzione:

A – come consuetudine ad inizio di ogni anno, vista la relazione programmatica approvata dal Consiglio nazionale, ha proceduto nell’affidare ai direttori, i conseguenti specifici compiti delle iniziative da realizzare nel corso del 2014.

B – ha deciso di compiere ulteriori pressanti azioni nei confronti del Ministero dell’Università e della Pubblica Istruzione e della Funzione Pubblica volte a rivendicare il diritto da parte dei disabili visivi di accedere alle piattaforme informatiche degli istituti scolastici ed ai siti della pubblica amministrazione.

c – ha preso atto con soddisfazione della significativa disponibilità manifestata dagli uffici della Presidenza del Senato per quanto attiene al progetto di rendere pienamente accessibili i documenti del Parlamento.

d – ha deliberato di prorogare l’incarico di segretario generale facente funzioni ad Alessandro Locati.

e – ha deciso di acquisire dal segretario generale un testo da trasmettere con apposita circolare alle strutture territoriale circa l’interpretazione dell’articolo 50 dello statuto (tre mandati consecutivi consentiiti per ricoprire cariche associative).

f – ha stabilito di compiere i dovuti approfondimenti per poter rendere usabili i pos da parte dei liberi professionisti disabili visivi quale mezzo previsto dalla legge in via di applicazione, per riscuotere i compensi derivanti dalle loro prestazioni professionali.

L’UNIONE CHE VORREI .2015: l’ANNO DEL CAMBIAMENTO SPUNTI DI RIFLESSIONE PER IL XXIII CONGRESSO NAZIONALE DELL’U.I.C.I.

Autore: Nicola Stilla

Nel 2015 celebreremo il XXIII Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: si tratta di un appuntamento che oltre all’indispensabile aggiornamento dei contenuti e delle strategie di politica associativa, segnerà con il rinnovo della leadership, un passaggio decisivo che caratterizzerà  in prospettiva il futuro della nostra organizzazione non solo per quanto riguarda gli aspetti più propriamente politici, ma anche quelli amministrativi, gestionali e della comunicazione.

 In tale ottica, occorrerà gettare le basi per un ricambio del Gruppo Dirigente ed elaborare linee programmatiche capaci di rilanciare l’attività dell’U.I.C.I. in modo da avvicinare un maggior numero di Soci e riuscire ad incidere maggiormente sulle scelte delle organizzazioni delle persone con disabilità, e conseguentemente su quelle del Governo e del Parlamento del nostro Paese.

 Com’è noto ormai a tutti, viviamo, infatti, in un’epoca nella quale, a causa della crisi economica planetaria, la finanza ha preso il sopravvento sulla politica e ne detta le regole; la conseguenza è che i valori sociali, e spesso anche quelli morali, vengono messi in discussione. In questo clima socio-culturale e politico, lo spazio per le persone con disabilità si riduce progressivamente.

Si parla spesso di sussidiarietà e di welfare, ma i servizi a favore delle fasce “deboli” vengono sempre più frequentemente demandati al no profit, e si riducono a causa delle poche risorse messe a disposizione degli Enti Locali, degli stessi interessati o delle organizzazioni di promozione sociale o di volontariato. Molti dei diritti acquisiti negli anni scorsi a favore delle persone con disabilità sono messi in discussione e, quotidianamente, le organizzazioni rappresentanti le istanze dei cittadini più esposti alla crisi, lottano per evitare che principi, un tempo definiti sacrosanti dai diversi organi costituzionali, sia in Italia che nel mondo, vengano disattesi.

 In questo quadro, per fronteggiare la situazione ed offrire una risposta concreta e puntuale ai bisogni delle persone non vedenti ed ipovedenti, avremo bisogno di una diversa organizzazione della nostra Unione e degli enti di propria emanazione o ad essa collegati; avremo bisogno di una maggiore incisività da parte nostra nelle scelte delle amministrazioni, del Governo e del Parlamento, e di una forte e competente presenza nei luoghi ove queste scelte vengono assunte , così da invertire l’attuale tendenza e garantire una maggiore integrazione scolastica, maggiori opportunità lavorative, maggiori garanzie sociali, maggiori garanzie per l’accessibilità alle informazioni e alla cultura, maggiore autonomia, affinchè tutte le persone con disabilità possano godere della stessa, piena libertà.

Per fare questo l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dovrà essere in grado di darsi nuove regole: innanzitutto, un Gruppo Dirigente capace di operare nei diversi settori anche attraverso lo strumento della delega, all’insegna di una struttura meno centralistica dell’attuale; una struttura che scelga di erogare solo alcuni servizi selezionati e qualificati, e che torni ad essere un “soggetto di vigilanza” nei confronti di tutti gli Enti che erogano servizi a favore delle persone non vedenti o ipovedenti. Se da un lato, infatti, la co-gestione ha spesso consentito di incidere sulle scelte dei diversi Enti, dall’altro, rischia di ridurre l’efficacia dell’attività di “vigilanza”, facendo venir meno la funzione primaria dell’U.I.C.I.: assicurare alle persone cieche ed ipovedenti la piena esigibilità dei propri diritti.

In quest’ottica, riveste particolare importanza la questione delle risorse economiche: l’Unione dovrà rivedere le sue scelte in tal senso e, pur continuando a perseguire il finanziamento pubblico dei servizi che la stessa eroga direttamente o attraverso gli Enti collegati, dovrà individuare forme nuove di autofinanziamento, organizzando direttamente quelle iniziative ritenute più adeguate e rispondenti alle proprie esigenze amministrative.

 IL PASSAGGIO

 Nel 2015, quando terremo il XXIII congresso dell’Unione, saranno 30 anni che la nostra associazione ha lo stesso Presidente; probabilmente i 30 anni più lineari della sua storia. Tommaso Daniele, uomo dalla forte personalità e dal fine intuito, ha retto l’associazione con mano ferma, interpretando il suo ruolo istituzionale di figura emblematica, così come quello di primus inter pares con dedizione, equilibrio e intelligenza. Dei successi conseguiti dall’Unione durante i suoi sette mandati parlano i fatti e i documenti, parlano la stima e il rispetto che tutto il corpo associativo gli dimostra con un costante ampio consenso. Intorno a lui, conoscitore degli umani pregi e debolezze, si sono avvicendati numerosi dirigenti, che ne hanno condiviso e assecondato, salvo rare eccezioni, le scelte strategiche e operative. Tommaso Daniele ha saputo cogliere e adeguarsi con prudenza e lucidità ai radicali mutamenti della società, contrastando le spinte negative e stimolando il contesto associativo a livello sia regionale che provinciale, a rafforzare l’efficienza organizzativa e funzionale, al fine di svolgere un crescente ruolo di sensibilizzazione e di aggregazione della categoria.

 Tommaso Daniele ha saputo coniugare l’ottimismo della speranza con la valutazione critica dei problemi e delle circostanze, sempre guidato da un chiaro senso dell’opportunità e della concretezza.

 La struttura centralistica dell’Unione, che è stata ed è tuttora punto di forza e fattore di coesione, ha favorito l’assunzione da parte del Presidente di una responsabilità univoca, incentrata sulla sua persona quale garante dell’unità, della stabilità  e della solidità dell’associazione. Ora che norme statutarie da lui stesso condivise segnano la conclusione del suo lungo impegno, tutta la compagine associativa gli deve fraterna gratitudine e riconoscenza.

 Colui che avrà l’onore e l’onere di succedergli dovrà condurre l’associazione con altrettanta fermezza e competenza nel momento in cui essa affronta probabilmente una delle sfide più impegnative e decisive di tutta la sua lunga storia.

Infatti, la realtà in cui l’Unione operererà nel futuro prossimo, e per un tempo indefinito, sarà una realtà segnata da un ordine sociale  assai complicato:

l’Italia è minacciata dal crescente divario sociale che sta producendo povertà diffusa, esclusione sociale e disoccupazione, soprattutto tra i giovani. Le persone con disabilità sono tra le più duramente colpite dalle conseguenze della crisi economica e sociale che sta mietendo vittime nel nostro Paese cosìì come in gran parte degli stati maggiormente sviluppati dell’occidente.

 La struttura sociale al cui interno si è sviluppata l’azione di promozione e di tutela degli interessi delle persone cieche e ipovedenti appartiene al passato. La deregolamentazione dei rapporti di lavoro, lo smantellamento del sistema pensionistico, i tagli dei servizi sociali di pubblico interesse, in particolare nella sanità e nel sistema educativo, hanno messo in ginocchio la maggior parte della popolazione, indebolendo in buona parte il senso di solidarietà e di condivisione, così come le regole della convivenza civile e della stessa vita democratica.

Le politiche e i servizi sociali non sono percepiti come un investimento, ma come un costo: nel nostro Paese, come in altri dell’Unione Europea, sono state decise misure di austerità che non hanno prodotto crescita e coesione, ma degrado e disuguaglianza. Trasmettere il messaggio di una dignitosa inclusione sociale delle persone con disabilità è sempre più difficile, a causa della competizione per la conquista delle scarse risorse disponibili.

Questa nuova realtà obbligherà l’Unione  Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti a un drastico ripensamento e a una revisione delle proprie strategie, sia rispetto alla gestione delle risorse umane ed economiche, sia alle modalità di finanziamento delle sue articolate attività.

 Un palese limite dell’attuale gestione è stata la pervicace indisponibilità a trasferire il baricentro del finanziamento dal settore pubblico a quello privato, confidando nella buona volontà delle Istituzioni.

  In tutta l’Unione Europea la scure dei tagli si è abbattuta sui lavoratori, togliendo loro la sicurezza del futuro e su chi non lavora togliendogli, del futuro, la speranza. Questa situazione è ancora più critica per i cittadini più vulnerabili, prime tra i quali le persone con disabilità i cui interessi non sono più adeguatamente tutelati dalle istituzioni competenti. Le persone cieche e quelle ipovedenti sono state talora presi di mira dall’opinione pubblica disinformata, in quanto ritenuti dei privilegiati o dei millantatori. Questo ha contribuito a indebolire il senso di solidarietà nei nostri confronti ed a screditare inevitabilmente in modo qualunquistico anche l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

La nuova dirigenza che sarà eletta dal XXIII Congresso e in primis il nuovo Presidente, saranno chiamati ad affrontare questa nuova situazione economica e sociale, alimentando in se stessi, nei Soci e nell’opinione pubblica la fiduciosa consapevolezza che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, potrà continuarea svolgere un ruolo essenziale e insostituibile per l’emancipazione, l’inclusione e la partecipazione delle persone cieche e ipovedenti nella società.

 Fortunatamente, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti non ha risentito in misura macroscopica come i partiti, i sindacati e altre realtà associative della diaspora dei propri iscritti, tuttavia un significativo calo del numero dei Soci si è verificato, e solo grazie agli sforzi profusi da tutta la dirigenza i danni sono stati limitati.

Anche il dissenso interno, a parte qualche caduta di stile, non ha prodotto conseguenze traumatiche. lo spirito di appartenenza all’Unione è forte e diffuso. Vi sono quindi le condizioni favorevoli per sviluppare programmi e raggiungere obiettivi ambiziosi.

Il nuovo Presidente dovrà essere una persona dinamica, energica, profondamente radicata nell’esperienza personale e collettiva della cecità, aperta al dialogo con tutte le componenti associative, ma anche con tutte le diverse entità del movimento della disabilità, del mondo del lavoro, della società civile e soprattutto della politica e sull’eredità di Tommaso Daniele, dovrà saper costruire nell’arido suolo di una comunità umana divisa, delusa e stanca di parole vuote e di abusati luoghi comuni, la concreta possibilità di dare ganbe e voce alla battaglia per le pari opportunità.

Non di meno, il futuro Presidente, dovrà mobilitare tutte le energie e le forze positive dell’associazione e su questa base operare nella trasparenza per l’unità, la responsabilità, la collegialità e il rinnovamento.

 Partendo da queste fondamentali premesse ed in vista quindi del XXIII Congresso Nazionale della nostra Associazione che necessita, come già detto, di un cambiamento forte e forse radicale dopo trent’anni di Presidenza Daniele, dopo una lunga riflessione, condivisa con alcuni amici che da sempre mi sono vicini nell’attività associativa che mi ha visto impegnato in qualità di Consigliere e Presidente della Sezione di Pavia e, dal 2005, dopo due mandati da Consigliere Regionale, da Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, ho deciso di presentare la mia candidatura alla carica  di Presidente Nazionale.

 Avendo ben chiari i molti successi conseguiti dei decenni scorsi e le criticità che tutti noi abbiamo riscontrato nella gestione della nostra organizzazione, uno dei primi obiettivi da perseguire con forza è sicuramente quello di mantenere l’unità dell’associazione e nello stesso tempo misurarci con il bisogno di cambiamento ed è proprio per tale ragione che in questo periodo con Mario Barbuto, abbiamo deciso di costituire un gruppo di lavoro congiunto che sta provando ad elaborare un progetto comune per poi, attraverso una consultazione tra tutti coloro che lo condivideranno, venga individuato la persona che dovrà, con il consenso più ampio e rappresentativo da parte del Congresso, nel rispetto delle eventuali minoranze, portare avanti il progetto in maniera collegiale.

La scelta di questo percorso è frutto di un serio ed importante confronto che parte da due presupposti condivisi:

1. la volontà mia e di Mario di porre entrambi la candidatura a Presidente Nazionale nel 2015;

2. l’interesse comune di non dividere l’associazione e tentare di raggiungere l’obiettivo di una unica candidatura.

Un progetto quindi che parte da un confronto unitario per capire se vi sono le condizioni per arrivare alla definizione di un percorso condiviso e solo alla fine di esso, in caso di una convergenza di fondo, si passerà al passo successivo: l’individuazione del leader, i ruoli e le funzioni.

 Scrivere oggi un progetto di rilancio dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti consentirà al nuovo Presidente ed alla sua squadra, a partire dal giorno successivo della celebrazione  del Congresso, di riorganizzare l’associazione e proseguire il proprio  impegnativo lavoro a favore delle persone non vedenti ed ipovedenti.

 Tutto questo, dovrà completarsi entro il prossimo mese di aprile e dovrà portare a definire:

– la definizione di regole per la scelta del leader;

– la bozza di un programma da sottoporre al contributo di tutti i Dirigenti e tutti i Soci per la sua definizione.

Il progetto dovrà svilupparsi su tre perni fondamentali per il rilancio dell’attività e dell’associazione: la conduzione collegiale dell’organizzazione, la valorizzazione ed il rispetto delle strutture territoriali e dei loro Dirigenti e la riorganizzazione della Sede Centrale e degli Enti Collegati fermo restando che, la struttura dell’associazione deve rimanere una struttura di carattere nazionale con gli aggiustamenti del caso affinchè tutte le strutture possano iscriversi nei diversi registri regionali e, fino a quando esisteranno, provinciali e nelle diverse anagrafi.

Su questa base, a mio avviso per definire il progetto, andranno approfonditi i seguenti punti fondamentali:

– l’unità associativa,

– l’ampliamento della base associativa,

– l’inclusione reale nella società delle persone ipovedenti,

– il ruolo delle struttureterritoriali,

– il ruolo ed il funzionamento degli Organi collegiali Centrali,

– l’unità delle persone con disabilità,

– l’importanza della funzione di rappresentanza,

– una corretta vigilanza sui servizi (anche quando erogati dai nostri Enti)

– la questione delle risorse e dell’autofinanziamento.

– e, non ultimo, i rapporti con l’Europa (E.B.U. e E.D.F.) e con l’Unione Mondiale dei Ciechi,

Insomma, un gioco di squadra che, “Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto sul futuro”, riesca a tenere i rapporti quotidiani con le strutture del territorio, con le altre associazioni di e per persone cieche, con le altre associazioni di e per persone con disabilità, con il mondo politico e sindacale, con quello Istituzionale mettendo al centro la persona e la collegialità nel rispetto di tutte le strutture interne, dalla più piccola a quella più rilevante.

Solo in questo modo, ne sono convinto, la nostra Unione potrà ritornare ad assumere quella funzione di traino che ha sempre guidato le scelte politiche non unicamente nel nostro Paese ma anche in Europa ed ha saputo portare avanti i grossi concetti e principi della solidariettà nel mondo.

Per chi volesse contattarmi o dare il proprio contributo, nicola@stilla.it

Resoconto incontro Università di Siena

Autore: UICI Siena

23 Gennaio 2014

Università di Siena dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche.
Ieri presso l’università di Siena, abbiamo messo le basi per un protocollo di intesa tra la facoltà di ingegneria, la sezione di Siena e l’I.Ri.Fo.R.
L’incontro è stato molto soddisfacente perché ci siamo confrontati con il professor Prattichizzu direttore del gruppo di ricerca progetto Wearapp e i 18 giovani collaboratori provenienti da vari Paesi.
Eravamo presenti:
Il responsabile della casa per anziani Il Pavone, l’ufficio di presidenza della sezione guidato dallo scrivente e supportato da Elena Ferroni e Antonio Quatraro come tiflologo.
Scopo dell’incontro era quello di conoscersi e di iniziare una collaborazione attorno alla tematica della tecnologia robotica applicata alle necessità delle persone con disabilità visiva.
L’incontro è stato impostato fin dall’inizio sul dialogo aperto, sempre supportato da dimostrazioni pratiche dei vari prototipi.
Ha iniziato il Prof. Pratichizzu con la presentazione dei suoi giovani collaboratori e delle principali attività del gruppo nel settore della aptica e nel settore della guida assistita.
Il professore infatti ha svolto il suo lavoro di dottorato sulla aptica, e in particolare sulla mano robotica, per cui ha studiato approfonditamente sia la fisiologia del tatto che la percezione aptica.
Attualmente il suo gruppo di lavoro fa parte del progetto Wearapp (wear = indossare), ossia applicativi indossabili
Le linee guida del loro lavoro, dice il professore, tendono a mettere insieme leggerezza e portabilità del prodotto, bassi costi, utilità per tutti e finalità di tipo sociale, ossia utilità per le fasce deboli.
Quindi illustra brevemente l’importanza e la complessità della mano, delle sue varie funzioni sensomotorie, e delle singole parti (dita, articolazioni).
‘Pollice e indice, spiega il Professore, sono come le due gambe’.

Passando poi alla percezione aptica (aptica = tutto ciò che riguarda il toccare), il professore sottolinea che essa non è altro che uno scambio di forze fra me che tocco e l’oggetto toccato.
In altri termini, quando io tocco un oggetto, esercito una pressione su di esso, ossia una certa forza. Come risposta ricevo una forza contraria, che varia a seconda delle caratteristiche meccaniche dell’oggetto (durezza).
A questo punto viene dimostrato un apparecchio, composto da un ditale collegato ad un braccio girevole sia verticalmente che orizzontalmente, a sua volta collegato a tre motorini pilotati da un computer. Il prototipo in questione simula un muro. Uno di noi ha indossato il ditale ed ha esplorato il muro virtuale, scoprendo una parte resistente, che rappresenta il corpo del muro.
Un secondo prototipo invece simula la situazione di un medico che deve praticare una puntura lombare.
 In questo caso l’operatore che indossa il ditale trova una superficie elastica, che rappresenta la cute del paziente. Si deve imparare a perforare la cute, senza però  danneggiare ciò che si trova in profondità, quindi terminazioni nervose, midollo ecc.
Con questo simulatore lo studente di medicina può far pratica in una situazione molto vicina alla realtà.
Detto prototipo ha un solo grado di libertà, come si dice, ossia permette movimenti lungo una sola direzione, mentre si gioca sul dosaggio della forza muscolare.Questo dispositivo è anche commerciale.
Poi si passa alla simulazione di un pallone, quindi con la sensazione di gomma che respinge il dito, la percezione della rotondità, questo prototipo richiede l’uso combinato di due dita, munite ovviamente di ditale.
Qui i gradi di libertà sono 3.
Viene poi dimostrato l’effetto penetrazione granitico, l’effetto vibrazione e l’effetto magnetico.
Tra i loro progettic’è la realizzaiozne la libreria dei materiali e la libreria delle textures, cioè liscio, ruvido, rigato, ecc.

Poi viene il turno di un’altra idea affascinante: il registratore / riproduttore di sensazioni tattili, ancora allo stadio di prototipo. Viene indossato un guanto registratore, munito di 5 sensori posti sulla punta delle dita. Via via che si tocca un oggetto, il sensore manda il segnale al computer che li registra. Nella dimostrazione,  ciascuno, aveva il guanto registratore e l’altro il guanto che riproduceva le sensazioni registrate.
Sullo stesso principio è stato dimostrato un recital pianistico, ovviamente in modo sperimentale e con apparecchi prototipici.
Il professore illustra quindi brevemente il progetto Europeo Wearapp che ha 10 partners, fra cui anche l’Università di Pisa e il CNR di Genova. Iniziato lo scorso marzo, durerà 4 anni.
Un secondo ambito di lavoro, come si diceva all’inizio, è costituito dalla cosiddetta guidance (guida assistita), rivolto anche a persone anziane.
Anche qui è attivo un progetto multinazionale, denominato DALi (digital assisted living) – vita quotidiana assistita.
Il fulcro del progetto è un bracciale, anzi due bracciali attrezzati, ossia muniti di un vibratore, collegati ad un sistema di rilevamento telematico.
Nonostante fossimo già sazi di nuove emozioni, il bracciale ha catturato tutta la nostra attenzione.
L’idea, spiega il professore, è nata dalla esigenza di facilitare la guida dei motociclisti, i quali non sempre possono controllare il loro navigatore satellitare.
Allora i due bracciali, che si possono indossare anche sopra la camicia, trasmettono una vibrazione molto ben avvertibile, quando il motociclista deve girare.
Questa idea è stata applicata alla guida assistita dei non vedenti, secondo il principio suaccennato per cui una applicazione, per essere economicamente sostenibile, deve essere utile ad una fascia di clienti il più ampia possibile.
Simile ai bracciali è il carrello attrezzato per gli anziani.
Abbiamo quindi iniziato le prove, uno alla volta.
Bastone bianco e bracciali: il percorso da fare era diverso di volta in volta, e comunque lungo almeno una cinquantina di metri, fra corridoi, svolte, porte eccetera.
L’applicativo funzionerà in questo modo:
l’utilizzatore imposta la destinazione sul suo iphone, e si avvia, sapendo che il programma seguirà una rotta precisa e precedentemente memorizzata.
Il bastone, o il cane guida, continueranno a svolgere la loro funzione tradizionale, mentre il nuovo applicativo di guida assistita, collegato ai due bracciali, segnalerà le curve al momento opportuno, eventualmente con indicazioni vocali sui vari punti di interesse lungo il percorso (farmacia, ristorante, uffici pubblici, luoghi di culto, eccetera).
Il programma di guida assistita ha però bisogno di punti di riferimento, che possono essere le reti wifi se presenti, oppure dei marcatori provvisti di codice qtr, che peraltro si stanno diffondendo per varie finalità.
L’idea sarebbe quindi di posizionare questi marcatori con finalità anche pubblicitarie, perché il progetto sia sostenibile.
Dopo le dimostrazioni c’è stata una discussione appassionata sulla maniera migliore per collaborare in forma stabile.
Ho preso impegno a predisporre una bozza di convenzione finalizzata a stabilire una sinergia su base permanente fra il gruppo di ricerca e la sezione UICI.
Quatraro ha raccomandato contatti con la Regione Toscana. sia in previsione dell’evento sulla disabilità programmato per la seconda metà di quest’anno sia, più nello specifico, con la scuola cani guida, dove certamente dimostrazioni come quella di stamattina sarebbero di grande interesse per gli utenti.

Gruppo sportivo dilettantistico non vedenti Milano

Autore: UICI Milano

La Polisportiva POLHA-VARESE organizza il 7° Trofeo di nuoto per Disabili “CITTA’ DI TRADATE” Meeting Interregionale di Nuoto FINP HF/NV -Valido per il Trofeo “Futuri Campioni” FINP per la  stagione 2014 che si svolgerà a domenica 26 gennaio a Tradate (VA).

La nostra nuotatrice Martina Rabbolini parteciperà alle gare dei 50 rana, 50 delfino e 200 misti.

Sede della manifestazione è la Piscina “MIO CLUB” in Via dei Pradacci a Tradate (VA).

 Questa mattina, domenica 26 gennaio, si è svolto, presso la Piscina “MIO CLUB” in Via dei Pradacci a Tradate, il 7° Trofeo di nuoto per Disabili “CITTA’ DI TRADATE” Meeting Interregionale di Nuoto FINP HF/NV -Valido per il Trofeo “Futuri Campioni” FINP per la stagione 2014.

La nostra nuotatrice Martina Rabbolini ha fatto 3 splendide gare, conquistando tre primi posti!

Nei 200 misti ha fatto segnare il tempo di 3.09:36, stabilendo il record italiano S12 (ipovedenti) e abbassando il suo personale di quasi 10 secondi. Ottimi riscontri cronometrici anche nei – 50 delfino (43:95) e nei 50 rana (44:53).

Con i risultati nei 50 rana e delfino Martina si è classificata prima anche alla prima tappa del TROFEO GIOVANI CAMPIONI FINP.

Attività della scherma. Giornata dimostrativa

Autore: Vincenzo Grillo

Grazie all’interessamento dell’amico nonchè socio dell’U.I.C.I. CASERTA, Rosario Benenati, abbiamo la possibilità di organizzare una giornata dimostrativa volta a promuovere fra i non vedenti ed ipovedenti, l’attività della scherma.

i curiosi, gli interessati, non dovranno far altro che contattarci nel più breve tempo possibile e manifestare la propria volontà di partecipare. Tutto ciò ci agevolerà e ci aiuterà nell’organizzare il tutto al meglio!

 vi aspettiamo numerosi e vogliosi di partecipare!

 Vincenzo Grillo

 cel. 345 43 22 726

grillovincenzo1@gmail.com

SOCIETA’ SPORTIVA DILETTANTISTICA REAL VESUVIANA

Autore: Giuseppe Fornaro

SOCIETA’ SPORTIVA DILETTANTISTICA REAL VESUVIANA
Questa ASD organizza un Torneo di Calcio a 5 categoria B1
intitolato “ABETE CUP”

 Obiettivo della manifestazione, è quello di promuovere il calcio a 5 cat.
b.1 e far nascere nuove squadre nel sud che possano disputare tale
disciplina partecipando al Campionato Nazionale.

la manifestazione si svolge presso il centro sportivo Barrese sito in via delle Repubbliche marinare Napoli

Con la partecipazione di Rai Sport

 

 Squadre partecipanti: ASD Roma 2000, (ASD Real Vesuviana), ASD Bari, CUS Lecce

1^  Giornata 25/26 Gennaio 2014 a Napoli

Sabato Pomeriggio:

ASD Roma 2000 vs ASD Bari ore 15.00

Domenica mattina:

CUS Lecce vs ASD Roma 2000 ore 10.00

ASD Bari calcio vs (ASD Real Vesuviana)  ore 11.30

 2^ Giornata 29/30 Marzo a Napoli

Sabato Pomeriggio:

(ASD Real Vesuviana) vs CUS Lecce ore 15.00

Domenica mattina:

ASD Bari vs CUS Lecce ore 10.00

(ASD Real Vesuviana) vs ASD Roma 2000  ore 11.30

 

La Squadra vincitrice del Torneo sarà quella che totalizzerà più punti in classifica seguendo questa formula: partita vinta +3 punti, pareggio +1 punto, sconfitta 0 punti; in caso di parità di punti si terrà conto della classifica parziale degli scontri diretti se sussiste ancora il pari allora si terrà conto della migliore differenza tra gol Fatti/Subiti

 

Calcetto B1
Il terreno di gioco, su cui si svolgono le partite di calcetto tra formazioni composte da giocatori non vedenti, ha le seguenti misure: lunghezza M.40 circa, larghezza M.20 circa.
Il rettangolo di gioco e’ perimetrato da barriere (strutture in legno, alluminio, plexiglass e via discorrendo, ) poste sui lati laterali del perimetro di gioco, sponde che impediscono alla palla di uscire dal campo, in maniera da rendere lo svolgimento del gioco continuo, pertanto il fuori campo esiste solo per il fondo campo.
La porta e’ alta 2 M. e larga 3 M.
I giocatori: la squadra e’ composta da cinque elementi: il portiere più quattro giocatori. Il portiere è vedente ed oltre che impedire il goal agli avversari, ha il compito di dirigere la difesa. I giocatori sono non vedenti e sono loro che impersonificano la sfida.
L’allenatore staziona a bordo campo e ha l’incarico di dirigere, tatticamente e tecnicamente, l’intera squadra.
Un accompagnatore si posiziona dietro la porta avversaria e ha le mansioni di dirigere l’attacco e di far individuare la porta ai giocatori.
Il pallone e’ in cuoio e pesa 550 GR Circa. Il rimbalzo è controllato (come d’altronde i normali palloni da calcetto per normo-dotati). All’interno della sfera sono (inseriti nella camera d’aria) posizionate 3 placche contenenti delle piccole biglie che con il movimento del pallone stesso producono il rumore necessario ai giocatori per l’individuazione dello stesso.
Per il resto è una normale partita di calcetto!

Il Presidente

Giuseppe Fornaro