Replica al sig. Barbuto, di Immacolata Di Fiore

Autore: Immacolata Di Fiore

Gent.mo Sig. Barbuto,

anzitutto grazie della risposta.

Premetto che ogni giorno della mia vita, ringrazio il Signore che ha permesso l’esistenza dell’Unione e di tutte le persone che in essa vi operano.

Tuttavia, devo ribadire che gli sforzi fatti dall’Unione, negli ultimi 15 anni, hanno prodotto poco, non risolutivo e niente di duraturo.

Restano sul campo le difficoltà di accessibilità informatica, (Vd. Gli insegnanti non vedenti con il registro digitale,) i lavoratori che a seguito dei processi di informatizzazione del mercato del lavoro in generale, debbono essere ricollocati (Vd. I lavoratori dell’Agenzia delle Entrate), la disoccupazione giovanile dei non vedenti e ipovedenti ecc..

L’Unione va riformata a partire dallo Statuto, nella rete dei servizi, nel criterio della distribuzione delle risorse economiche statali.

In quanto alla candidatura, sarebbe stato opportuno condividerla con tutta la base associativa con le moderne tecnologie, non solo con gli amici della parrocchietta (sul sito dell’Unione, si poteva aprire un referendum con una rosa di nomi autorevoli, su cui si poteva esprimere democraticamente la propria preferenza).

Quando lei nella sua mail, fa riferimento a altri candidati, avvalora le mie convinzioni.

La persona scelta come presidente, non godrà il consenso di tutti, ci saranno delle correnti interne che ostacoleranno la normale attività dell’Unione (Vd. Tentativo di commissariamento dell’Unione di qualche tempo fa).

Per quanto riguarda la sua lista di ciò che non fa un buon presidente, la prego di riflettere sul fatto che:

La giovane età, presuppone la conoscenza della realtà socio lavorativa attuale e non per sentito dire (non è possibile che ad affrontare problematiche del lavoro attuali, sono persone che sono uscite dal mercato del lavoro decenni fa);

Continuare ad avere dei rappresentanti istituzionali di età avanzata, non giova all’immagine dell’Unione, dal punto di vista socioculturale, dell’affidabilità amministrativa e relazionale.

La nostra forza dovrà essere l’apertura mentale e questa è prerogativa fisiologica solo dei giovani.
Io voglio credere in lei Sig. Barbuto!, abbia il coraggio di presentare a me e a tutta la categoria, le sue idee concrete per affrontare pochi temi, ma che costituiscono l’integrazione sociale del presente e del futuro della categoria:

Occupazione lavorativa dei giovani e ricollocazione degli occupati;

Libri e registri digitali;

Rete dei servizi (riforma della struttura e compiti dei vari organismi dell’Unione);

Offerta formativa aggiornata alle nuove esigenze lavorative;

Interventi mirati alla sensibilizzazione per la cultura della disabilità visiva in ambito lavorativo e scolastico;

Interventi per riaccreditare in ambito lavorativo, il lavoratore non vedente (la disoccupazione e la ricollocazione dei non vedenti, è dovuta al fatto che un’alta percentuale di lavoratori del presente e del passato, non hanno avuto e non hanno voglia di lavorare, creando di fatto un grave pregiudizio nei confronti di tutta la categoria che si va ad aggiungere a quello della disabilità).

Fiduciosa che l’aspirante presidente dell’Unione renda note a tutti le sue idee per un presente e futuro migliore e con la speranza che la mia critica risulti meno sterile, la saluto cordialmente.

Immacolata Di Fiore

 

Ai candidati alla presidenza dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: dr. Mario Barbuto, avv. Giuseppe Terranova, di Silvana Piscopo

Autore: Silvana Piscopo

Auspicio di una socia rispettosa, ma poco addomesticabile.
Gentilissimi candidati, voglio, innanzitutto esprimere la mia soddisfazione per aver messo a disposizione di tutti coloro che desiderano condividere l’importanza della designazione del presidente nazionale da parte del consiglio nazionale, i documenti programmatici che, indipendentemente dall’adesione ideale di ciascuno all’una o all’altra impostazione di conduzione dell’associazione,
costituiscono una importante spinta alla riflessione e, perché no, una efficace iniezione di fiducia per tanti che, come me, si sono disaffezionati, perché frequentare la sezione locale, o partecipare a manifestazioni collettive si traduce in una mera funzione numerica.
Contrariamente a quanti, a voce troppo alta, o nel silenzio assordante, vanno sostenendo che le 2 candidature costituiscono l’esplicitazione di una spaccatura che indebolisce l’associazione, una lotta tra opposti destinata a, eufemisticamente, lasciare feriti sul campo e ferite nei cuori, io credo, e non mi sento sola, che poter scegliere tra 2 modalità possibili di pensiero attivo ed agente, sia una testimonianza di forza, di richiamo alla responsabilità, di superamento dell’unanimismo, talvolta dissenziente e dagli effetti poco edificanti.
Chiunque di voi prevarrà a seguito della votazione che si terrà il 15 marzo si assumerà un pesante carico di responsabilità e potrà farlo solo se non trasformerà la dialettica della diversità, della differenza e dell’opposizione, in pregiudizievole contrapposizione da ridurre all’inessenzialità e al silenzio.
Premesso quanto sopra, vengo all’auspicio:
che non si faccia di questa votazione una prova di muscoli per neutralizzare chi non venga eletto;
chiunque di voi avrà l’onere e l’onore di guidare la nostra uici fino al congresso, lo faccia coinvolgendo tutti e non in sola chiave retorica;
ciascuno di voi ha esperienze di direzione, organizzazione di comunità e di relazione e questo, oltre che fare curriculum, impone una condotta etica e politica che faccia della trasparenza amministrativa un punto fermo del governo dell’UICI.
Personalmente non posso definirmi altro che una osservatrice attenta e appassionata della storia e della politica associativa del nostro sodalizio, ma mi sta a cuore il suo sviluppo evolutivo, perché l’immobilismo, l’attendismo, costituirebbero un danno irreversibile per i ciechi.
Auspico, in conclusione, che possa aprirsi uno spazio per restituire speranza, fiducia e credibilità a quanti si sono allontanati;
che le maggioranze non si “traducano in dittature delle maggioranze” per dirla alla Tocqueville, e le minoranze non siano confinate al rango d dissolutori, come frequentemente ho potuto constatare attraverso la lettura di atti e documenti del recente passato.
Auguri di buon lavoro, dunque, al consiglio nazionale e che prevalgano le ragioni dei ciechi!
Preside-professoressa Silvana Piscopo.

 

15 marzo 2014:Elezioni del Presidente Nazionale dell’UICI. Documento Programmatico, di Giuseppe Terranova

Autore: Giuseppe Terranova

Le dimissioni del nostro caro ed amato Tommaso Daniele ci inducono ad eleggere un nuovo Presidente.

Le votazioni avranno luogo nell’ambito della riunione del Consiglio Nazionale, convocato il 15 marzo 2014, a Roma, presso l’Hotel Holiday Inn – Parco dei Medici.

Com’è noto ci sarà la mia candidatura anche come espressione di un nutrito gruppo di amici, dirigenti e non.

Tale candidatura era nelle cose, scaturendo dalla mia posizione di Vicepresidente Nazionale e poi di Presidente f.f.

Infatti ho avvertito subito che è stata accolta con grande naturalezza e percepita come la normale prosecuzione del programma generato dalle mozioni del XXII Congresso e da una coerente ed operosa  attività, svolta dai Dirigenti e dalla maggioranza guidata dal Presidente Daniele e dai Dirigenti eletti nello stesso Congresso.

Pertanto, quando mi si chiede quale sia il mio programma, rispondo, credo altrettanto coerentemente, che è quello consegnatoci dall’ultimo Congresso e da Tommaso Daniele, al quale vanno testimoniate profonda gratitudine ed immensa stima, da parte dei non vedenti e degli ipovedenti italiani per gli importanti benefici conquistati in favore dell’intera categoria e per lo spirito di sacrifici con cui ha sostenuto il pesante onere della Presidenza Nazionale dell’ Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Il mio compito è quello di completare il lavoro in corso, unitamente alla maggioranza congressuale, nonostante qualcuno di tale compagine, chissà per quale sbandata, abbia deciso di fare  un’inversione a U, quando si era in prossimità del traguardo, “fatti sua” si dice a Roma…!!!

Mentre ero impegnato a svolgere la complessa ed onerosa attività legata alle funzioni affidatemi dallo statuto, ho dedicato un po’ di attenzione ai documenti che circolavano sulle candidature e devo  confessare che sono rimasto deluso, trovandoli alquanto generici e talvolta anche contraddittori con il ruolo associativo svolto dagli autori in precedenza.

A nessuno sfugge che siamo ad un anno e qualche mese dal XXIII Congresso; che si è appena formato un Governo sostenuto da una maggioranza suscettibile di ulteriori definizioni; che all’orizzonte  ci sono le elezioni europee, il cui esito potrebbe influenzare la politica interna, tanto da far prefigurare nuove elezioni ed infine che dovrà esserci l’elezione del nuovo Capo dello Stato.

Si tratta di eventi che imporranno al Governo e al Parlamento una condotta zigzagante e di poca disponibilità verso i nostri problemi.

Pertanto, onestà intellettuale e senso di concreto realismo mi impongono di non promettere cose impossibili e casomai di promettere un po’ meno di ciò che appare realizzabile.

Del resto, la serietà di tale comportamento è riscontrabile nella mia storia di:

a) Dirigente provinciale, regionale e nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti;

b) Consigliere comunale, vicepresidente del consiglio e più volte assessore del comune di Messina (1990 – 2003)

c )Vicepresidente dell’Asl n° 42 Messina Sud (1982-1990) con giurisdizione su tutti i comuni ricadenti nel territorio Messina-Taormina, comprendente, tra le altre strutture amministrative e sanitarie,  l’ospedale “Piemonte” con 1224 unità lavorative ed un budget di 107 miliardi annui;

d) Assistente universitario presso la cattedra di diritto tributario e Professore incaricato di Diritto Processuale Tributario, presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Messina;

e) Preside dell’Istituto professionale per ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania;

f) Presidente del Conservatorio musicale statale “A. Corelli” di Messina;

g) Presidente del Centro Regionale “Helen Keller” di Messina.

A tal proposito, mi preme sottolineare che il Centro Regionale Helen Keller è un modello unico in Italia di Polo integrato per i servizi riabilitativi per l’autonomia e la mobilità dei ciechi e degli ipovedenti; inoltre, l’annessa scuola cani  guida, fa parte della Federazione Internazionale delle Scuole Cani Guida per Ciechi; iscrizione avvenuta dopo la certificazione redatta da ispettori inviati dall’Organismo Internazionale, che hanno evidenziato gli alti standard qualitativi e professionali raggiunti dal Centro di Messina.

Alla menzione di tali elementi, riscontrabili nel mio curriculum, sinteticamente sopra rappresentato, vengo indotto dalla richiesta di alcuni amici affettuosi, trattandosi di una competizione importante  nella quale è giusto e doveroso offrire un profilo personale e professionale.

Chi mi conosce sa che ciò contrasta con la mia vocazione alla riservatezza e confesso che quando devo superarla, come in questo caso, la cosa mi procura disagio.

Venendo ora alle promesse che mi sento di assumere, ritengo che ciò che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e la nostra categoria possono aspettarsi da me, sono:

  • fedeltà      incondizionata verso la nostra gloriosa e storica associazione, al suo      statuto e al suo regolamento;
  • rispetto      di tutti gli organi associativi, delle funzioni e delle autonomie      provinciali e regionali, nonché delle funzioni degli enti collegati alla      nostra Organizzazione;
  • impegno per la conservazione e il ripristino dei contributi      all’U.I.C.I. e agli Enti ad essa collegati, per continuare a garantire la      qualità ed il livello dei servizi finora erogati;
  • difesa      ed adeguamento delle indennità di accompagnamento ai ciechi civili, della      indennità speciale agli ipovedenti e delle indennità ai ciechi      pluriminorati;
  • tutela dei diritti e di tutti i benefici acquisiti,  promuovendo l’approvazione di un Testo Unico delle norme in materia, per  la necessaria semplificazione delle procedure e l’eliminazione delle tante  incongruenze e contraddizioni;
  • rafforzare il radicamento territoriale dell’Unione,      intervenendo soprattutto in favore delle tante strutture periferiche in      difficoltà, con risorse economiche provenienti da eventuali iniziative di      autofinanziamento o dall’auspicata concessione di una lotteria nazionale,      la cui pratica è in avanzata fase istruttoria, presso la competente      amministrazione dei monopoli di Stato;
  • consolidare e sviluppare programmi in materia di      autofinanziamento e di progettazione europea, anche per importanti      iniziative sul territorio, in attesa di creare uno staff di      tecnici ed esperti in materia;
  • promuovere      in positivo l’immagine del non vedente e dell’ipovedente, necessariamente      evidenziandone bisogni e difficoltà, ma esaltandone parimenti capacità e      potenzialità.
  •  impegno per la riproposizione delle iniziative volte a migliorare i meccanismi di      assegnazione dei volontari del servizio civile, ivi compreso quello di   prevedere una dotazione minima a ciascuna sezione provinciale;
  • impegno  ad ottenere entro l’attuale legislatura la riforma della legge 113/85 con   la proposta di legge 1779, di cui abbiamo ottenuto la calendarizzazione in  commissione per la prossima settimana ( 10-15 marzo 2014);
  •  impegno ad ottenere l’approvazione della legge riguardante la nuova figura      professionale dell’operatore del benessere in sostituzione della figura di      massofisioterapista;
  • incentivare  l’accesso dei ciechi alle libere professioni e ai pubblici concorsi,      affidando all’I.Ri.Fo.R. percorsi e forme di supporto e sostegno anche a      carattere individuale;
  • impegno   a migliorare i servizi scolastici, destinati agli alunni non vedenti ed      ipovedenti, anche nell’ottica della propagandata riforma delle province,      nonché un deciso impulso, atto a risolvere i seri problemi connessi ai   registri scolastici, che tante difficoltà stanno creando ai nostri      docenti;
  • consolidare il processo di integrazione scolastica dei minorati della vista,      ricercando e sperimentando, nel contempo, speciali percorsi didattici ed      educativi per i ciechi pluriminorati;
  • chiedere  al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di      migliorare la preparazione degli insegnanti di sostegno, dando maggiore      spazio all’apprendimento del braille;
  • ottenere, dallo stesso Ministero, per gli insegnanti curricolari, forme di      incentivazione per percorsi formativi mirati all’acquisizione di   competenze specialistiche, per meglio accogliere ed integrare nelle loro classi gli alunni con disabilità;
  • riprendere,  con rinnovato vigore, la battaglia per la istituzione sul territorio, con      criteri di massima vicinanza possibile agli utenti, dei centri di risorse,      consulenza e sostegno per l’integrazione scolastica dei minorati sensoriali.
  • incoraggiare  le iniziative volte a potenziare le attività sportive, del tempo libero e  le iniziative utili a sostenere i diritti umani, soprattutto i diritti di  libertà, di autonomia e di mobilità delle persone non vedenti ed  ipovedenti;
  • impegno per ampliare le prospettive lavorative dei giovani non vedenti ed      ipovedenti con nuove professionalità, come ad esempio quella del perito      fonico.

Al riguardo va menzionato l’importante lavoro svolto dall’I.Ri.Fo.R. su indicazione dell’U.I.C.I., conclusosi con un corso sperimentale e la redazione del volume dal titolo “Linguistica forense”.

Il libro sarà presentato, a cura dell’U.I.C.I. e dell’ I.Ri.Fo.R., il 3 aprile p.v. a Roma, dal Gip Gaspare Sturzo, dal Prof. Avv. Francesco Sandulli e dal giornalista Rai Pietro Pasquetti, vicedirettore della TGR.

All’evento saranno presenti il Presidente del Senato, Pietro Grasso, e numerosi parlamentari, amici dell’U.I.C.I.

Non sfugge che la circostanza sarà utilizzata per continuare l’opera di sensibilizzazione sui nostri problemi e sulla funzione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e degli enti ad essa collegati.

Infine e non perché le considero ultime, saranno da me attenzionate, con impegno particolare, le problematiche riguardanti i ciechi pluriminorati, gli anziani, le donne e i giovani.

In merito a tali problematiche, proseguendo l’azione del Presidente Daniele, unitamente alla Direzione ed al Consiglio Nazionali, ho dato già significativi e concreti segnali.

PERCHE’ E’ MEGLIO UN VOTO PER BARBUTO? di Francesco Fratta

Autore: Francesco Fratta

Se andiamo a rileggere il documento  con Cui Terranova avanzava la sua candidatura, in largo anticipo sulla data del Congresso (cosa di cui qualcuno si stupì), e ben prima che Daniele formulasse le proprie dimissioni, comprendiamo tra l’altro che egli pensava già a queste imminenti elezioni, che ipotizzava appunto imminenti o forse addirittura già sapeva in qualche modo esser tali. Per contro, chi ha pensato che Barbuto esitava troppo a metter in campo la propria, di candidatura, ora è in condizione di riconoscere il significato di quel presunto ritardo: era già stato intavolato un dialogo con Nicola Stilla per sviluppare un confronto ad ampio raggio sui diversi aspetti della vita associativa, sulle sue varie problematiche e sui punti di criticità, su questioni di metodo e sui criteri da adottare per giungere all’individuazione del candidato che meglio era in grado di rappresentare le urgenti istanze di rinnovamento avvertite anche nella base associativa, direi anche al di là di quanti, in modo crescente, si sono riconosciuti espressamente nelle battaglie e nelle idee portate avanti dal movimento UICIRINNOVAMENTO. Correttamente, quindi, a partire proprio dall’idea che la prossima dirigenza dovrà inaugurare uno stile di lavoro collegiale anche al supremo vertice dell’organizzazione, Mario Barbuto ha atteso di portare sufficientemente avanti  il confronto con Nicola Stilla insieme ad un piccolo gruppo di collaboratori, prima di avanzare in modo non ambiguo, per questa fase di fine mandato, la propria candidatura. Per il prossimo mandato, che scaturirà dal voto congressuale,  si vedrà, sempre ragionando e confrontandosi apertamente con chi in vario modo sente l’urgenza di un cambio di struttura organizzativa e di strategia politica, per individuare oltre al miglior candidato presidente, la migliore squadra e un programma adeguato alla sfida dei tempi.

Ed anche qui, pensiamo, rileggendoli, ai vari documenti di Barbuto e Stilla da una parte, e a quello di Terranova dall’altra.

Terranova, al di là di una scrittura senz’altro elegante che ben padroneggia gli strumenti della retorica, ci disegna una Unione più che tradizionale, con un comandante supremo che detta la linea, con un’associazione monolitica e unanimista, dove neppure viene ipotizzata la possibilità che vi siano voci di dissenso e che abbiano pieno diritto di cittadinanza, tutta intenta a fare una politica di lobbying sui governi che si dovessero succedere, preferibilmente da sola, poco o nulla concedendo al confronto e all’accordo con altre forze sociali, fossero esse anche altre associazioni di disabili.

A sostegno di questa idea di associazione e di strategia politica vengono addotti i grandi successi del passato conseguiti, secondo lui, appunto in questo modo.

Egli cita tra l’altro, come esempio di successi ottenuti,  l’integrazione scolastica. Si dimentica però di dire, che quella battaglia non partì propriamente dalla dirigenza dell’UICI,ma dalle lotte degli istituti di Bologna, di Padova e di Genova, e che l’allora presidente Fucà vedeva con molta preoccupazione le istanze portate avanti dagli studenti ciechi. Ricordo ancora quando una delegazione degli studenti del Cavazza, di cui facevano parte Carlo Loiodice, Antonio Frau e il sottoscritto, fu convocata a Roma per un colloquio con Fucà in persona, che non comprendeva le ragioni di quelle agitazioni, e nei congressi degli anni ’70, molti dirigenti erano per lo meno al quanto perplessi sull’integrazione, e più d’uno si spese decisamente per osteggiarla. Ma se oggi l’integrazione è una realtà, sia pure resa difficile dalle miopie delle politiche scolastiche portate avanti dai governi liberisti di questi tempi, ciò è  perché , sia pure obtorto collo la dirigenza UICI dovette finire con l’assumere le istanze che le vennero imposte dal movimento di allora. Quante energie si sarebbero potute meglio mettere in campo e spendere se l’Unione fosse stata più aperta e democratica, più  pronta a cogliere quelle istanze e a interloquire con coloro che se ne facevano  portatori, alcuni dei quali già fin da allora cominciarono ad abbandonare un’associazione ritenuta troppo chiusa al suo interno e troppo sorda ai bisogni che stavano  emergendo nella società di quegli anni?

Ecco, l’elezione di Terranova esporrebbe l’UICI ad un rischio analogo, se non più grave, viste le indicazioni che l’interessato fornisce nel suo documento di candidatura, e visti anche i metodi utilizzati, ovvero contatti esclusivamente presi a livello individuale e basati essenzialmente su una promessa di fedeltà personale.

Insomma, se ci si rende conto delle difficoltà politiche e sociali del momento che attraversiamo, la cosa migliore è favorire una discussione ampia e franca, senza limitazioni preventive e senza timori di sorta, che affronti alla luce  del sole i vari problemi di strategia e di organizzazione interna,in modo da mettere in moto tutte le   risorse disponibili intorno a progetti chiari, dibattuti e condivisi, con una dirigenza autorevole e collegiale, che mantenga un costante e vitale scambio con la base associativa e i suoi bisogni reali. Ecco perché  credo che la scelta indicata dall’accordo tra Stilla e Barbuto sia la migliore, anche per prepararsi in un modo nuovo e  più partecipativo al prossimo congresso.

Anch’io ho temporeggiato prima di esprimere queste considerazioni che andavo mettendo insieme da un po’, perché volevo attendere l’esito del confronto in corso con Stilla e i suoi sostenitori, pur avendo, insieme a tutti coloro con cui ho parlato, più di un motivo per ritenere che si sarebbe concluso in modo positivo.

Cordiali saluti, insieme all’augurio che il 15 marzo prossimo tutti votino in piena coscienza e in piena autonomia di valutazione, pensando al futuro della vita associativa nel suo insieme, che avrà a mio parere molte  più chances di tornare ad essere propositiva e partecipata se il Consiglio Nazionale avrà il coraggio di scegliere la via del rinnovamento, sia nel metodo che nelle persone.

Immigrati: sì ad indennità di accompagnamento anche senza carta di soggiorno, a cura di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

La Corte Costituzionale, con la sentenza 15 marzo 2013, n. 40, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 80, comma 19, della Legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge finanziaria 2001) «nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione agli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato della indennità di accompagnamento di cui all’articolo 1 della Legge 11 febbraio 1980, n. 18 (Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili) e della pensione di inabilità di cui all’art. 12 della Legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del Decreto-legge 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore di mutilati ed invalidi civili)».

La disposizione come formulata escludeva dal beneficio tutti quegli stranieri che, seppur erano in possesso dei requisiti sanitari necessari, erano, però, presenti in Italia da meno di cinque anni e quindi impossibilitati ad avere il documento di soggiorno richiesto.

Secondo quanto precisato dalla Corte Costituzionale nella sentenza in commento, tale situazione portava ad una discriminazione e disparità di trattamento in ordine ai diritti fondamentali della persona tra cittadini italiani e cittadini stranieri, rappresentando una violazione del diritto alla salute tutelato costituzionalmente.

L’assistenza alle famiglie che abbiano all’interno portatori di handicap grave non può essere rifiutata in ragione della «mera dura del soggiorno».

Si legge, infatti, testualmente, nella decisione in oggetto che … «In ragione delle gravi condizioni di salute dei soggetti di riferimento, portatori di handicap fortemente invalidanti (in uno dei due giudizi a quibus si tratta addirittura di un minore), vengono infatti ad essere coinvolti una serie di valori di essenziale risalto – quali, in particolare, la salvaguardia della salute, le esigenze di solidarietà rispetto a condizioni di elevato disagio sociale, i doveri di assistenza per le famiglie – tutti di rilievo costituzionale in riferimento ai parametri evocati, tra cui spicca l’art. 2 della Costituzione – in base, anche, delle diverse convenzioni internazionali che parimenti li presidiano – e che rendono priva di giustificazione la previsione di un regime restrittivo (ratione temporis, così come ratione census) nei confronti di cittadini extracomunitari, legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato da tempo apprezzabile ed in modo non episodico, come nei casi di specie».

La concessione, quindi, agli stranieri extracomunitari, che siano legalmente soggiornanti in Italia, della indennità di accompagnamento nonché della pensione di inabilità, non può essere subordinata al «semplice» requisito della titolarità della carta di soggiorno.

a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

UNA RISPOSTA DOVUTA, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Gentile signora Immacolata,

la sua lettera aperta è stata per me motivo di riflessione e quindi la ringrazio di averla scritta e inviata.

Alla lista delle cose che non fanno un buon Presidente, aggiungerei che:

la giovane età, non fa un buon Presidente.

L’amore di polemica, non fa un buon Presidente.

La critica sterile, non fa un buon Presidente.

Quando lei afferma che “l’Unione è “un mero passatempo per pensionati”, temo faccia torto alla sua intelligenza, dimenticando il lavoro di centinaia e centinaia di soci e dirigenti che si adoperano con dedizione sul territorio, tutti i giorni, in ogni parte d’Italia, spesso senza nemmeno percepire il rimborso delle spese vive.

Quando lei afferma: “sono almeno quindici anni che questa Unione campa di rendita”, ho l’impressione che trascuri di ricordare le tante leggi di tutela approvate; la difesa di una indennità di accompagnamento sempre minacciata; i traguardi raggiunti, nonostante tutto, nei campi dell’istruzione, del lavoro, dell’accessibilità, della mobilità; insomma nella quotidiana riaffermazione della nostra dignità di persone e di cittadini.

Quando scrive che “lo statuto sociale è uno scudo dietro cui vogliamo rifugiarci” credo non tenga nel debito conto che esso costituisce la nostra carta fondamentale, l’insieme delle regole che tengono unita la nostra grande famiglia, che assicurano alla nostra associazione una vita regolata da princìpi democratici e garantiscono a ciascun socio la certezza e la tutela dei propri diritti.

Insieme a Nicola Stilla, da mesi abbiamo dato corso a un processo che sta portando alla definizione di un programma unitario e largamente condiviso dalla base associativa che il Presidente e gli altri organi dirigenti avranno il compito e l’onere di attuare, con le modalità e i tempi più consoni e più giusti.

Nella presente situazione, dinanzi alle forzate dimissioni anticipate del Presidente Tommaso Daniele, al quale vanno il mio augurio più fervido e il mio affetto più sincero, dovendo eleggere il nuovo Presidente come prevede lo statuto, abbiamo fornito un primo, significativo esempio del nostro stile e della nostra idea di associazione, ben lontano da qualsiasi mania di protagonismo personale.

Nonostante i tempi ristretti, abbiamo aperto una riflessione condivisa con tanti dirigenti e soci, senza dare nulla per scontato e senza calare candidature dall’alto.

Tutti insieme abbiamo scelto una candidatura comune e condivisa, frutto di una riflessione a 360 gradi sullo stato attuale della nostra Unione, nella convinzione e nella speranza di agire per il meglio, a salvaguardia degli interessi reali dei ciechi e degli ipovedenti italiani.

Altri candidati, al contrario, si sono regolati diversamente, secondo uno stile a senso unico, dall’alto verso il basso; secondo una specie di presunzione di diritto naturale alla successione, che ovviamente rispettiamo, ma che non condividiamo.

Noi lavoriamo per una collegialità nelle scelte e nella gestione, proprio a cominciare dal Presidente. e dagli organi nazionali di vertice.

Noi saremo conservatori nei valori, progressivi negli obiettivi, moderni nei metodi e tecnologici negli strumenti.

Noi rafforzeremo la presenza dell’Unione sul territorio, offrendo il massimo sostegno alle sezioni provinciali e ai consigli regionali.

Noi difenderemo l’unità associativa; intransigenti verto i demolitori, ma disponibili e pronti al dialogo e al confronto con tutte le persone di buona volontà.

Noi terremo sempre spalancate le nostre porte alle idee di tutti, per farne una sintesi dove ciascuno si possa ritrovare e sentire rappresentato; per trasformarle in una forza propulsiva capace di aggiungere nuove e luminose pagine alla storia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Si unisca anche lei con fiducia a questa grande forza associativa, cara signora Immacolata!

Le assicuro che sarà un’avventura affascinante, insieme a tutti noi, nell’Unione, dove potrà trovare la risposta più convincente ai suoi legittimi interrogativi. Potrà anzi lavorare lei stessa, accanto agli altri, per costruire quella risposta con le sue proprie mani.

 

Siena: Settimana Mondiale del Glaucoma, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Oramai da numerosi anni viene svolta  nel territorio senese una campagna di screening di una malattia, il GLAUCOMA, nella quale la pressione degli occhi aumenta creando un deficit funzionale grave ed irreversibile. Il glaucoma è un gruppo eterogeneo di malattie dell’occhio che determinano  un danno progressivo a carico del nervo ottico nel punto in cui esce dall’occhio per portare le informazioni visive al cervello.  Se non curato,  il glaucoma (senza alcun sintomo iniziale per il paziente) determina un danno prima nella visione periferica, poi in quella centrale, fino ad arrivare nei casi terminali, alla cecità. Il danno visivo che si determina con  il glaucoma è irreversibile, e questo ha portato il glaucoma ad essere descritto come il “ladro silenzioso della vista”. Il GLAUCOMA rappresenta la seconda causa di cecità nel mondo (si stima che in Italia circa 816.000 pazienti ne siano affetti, ai quali se ne aggiungono altri 612.000 a rischio per ipertensione oculare). Si tratta di una malattia oculare  che, se non curata, porta inevitabilmente alla cecità e che colpisce circa il 2% della popolazione over 40 anni, ma l’incidenza sale al 6-7% negli over 75. La malattia, che ha un decorso lento e progressivo, è totalmente asintomatica e viene percepita dal paziente solo quando il danno visivo è ormai molto evoluto. Infatti, il 45% dei pazienti non ha mai sentito parlare di glaucoma e nel 46% dei casi la diagnosi è stata effettuata solo nel momento in cui si sono presentati i primi disturbi visivi, comunque in una fase già avanzata nella progressione della malattia. Considerando che l’aspettativa di vita, e di conseguenza che l’età media della popolazione, aumenta rapidamente, viene stimato che nel 2020 i glaucomatosi negli USA saranno oltre il 50% in più degli attuali 2.2 milioni, per un totale di oltre 3 milioni di individui. Questi dati possono essere parzialmente estesi anche alla popolazione italiana, pur con alcune riserve legate soprattutto alla differente composizione etnica della popolazione USA rispetto a quella italiana, in quanto i soggetti di di etnia afro-caraibica sono più predisposti al glaucoma. Si può quindi prevedere anche nel nostro Paese un notevole incremento dei glaucomatosi nei prossimi due decenni. Ci sono diversi tipi di glaucoma: alcuni possono verificarsi come complicanza di altre condizioni patologiche (i cosiddetti glaucomi “secondari”), ma la stragrande maggioranza è rappresentata dal “glaucoma primario, una neuropatia ottica cronica progressiva con alterazioni caratteristiche della testa del nervo ottico e dello strato delle fibre nervose in assenza di altre malattie oculari o sistemiche. Associata a queste alterazioni vi è la morte delle cellule ganglionari retiniche e una perdita progressiva del campo visivo. Una volta si credeva che la causa della maggior parte o tutti i glaucomi fosse la pressione alta all’interno dell’occhio (> 21 mmHg, nota come pressione intraoculare – IOP). Successivamente è stato scoperto che anche le persone senza un livello di IOP elevato possono soffrire di glaucoma (i cosi detti glaucoma “normotensivi” o a “tensione critica bassa”). La pressione intraoculare elevata rimane comunque il più importante “fattore di rischio ” per il glaucoma , insieme ad altri fattori come l’etnia, la familiarità, la miopia elevata e l’età . Alcune forme di glaucoma possono insorgere al momento della nascita (“glaucoma congenito”) o durante l’infanzia (“glaucoma giovanile”), nella maggior parte dei casi, tuttavia , il glaucoma compare dopo la quarta decade di vita , e la sua frequenza aumenta con l’età . I tipi più comuni di glaucoma ad insorgenza nell’età adulta sono il “glaucoma primario ad angolo aperto” (POAG – forma più frequente nei pazienti caucasici) e  il “glaucoma ad angolo stretto o a chiusura d’angolo” (ACG- più comune nei pazienti asiatici). Il Glaucoma ad angolo stretto si presenta  spesso come condizione cronica, ma talvolta si può presentare in  forma acuta come “attacco di glaucoma”, che rappresenta una condizione oculare molto dolorosa che può portare, se non curata, alla rapida perdita della vista rappresentando una delle più importanti emergenze oculistiche. Farmaci, interventi chirurgici  o trattamenti laser,  riducendo la pressione intraoculare elevata per proteggere le cellule ganglionari del nervo ottico,  possono arrestare o rallentare  la perdita della vista del paziente glaucomatoso, ma non possono ad oggi “restituire” la funzione visiva perduta per la malattia. Pertanto la diagnosi precoce è fondamentale per ridurre il danno visivo e prevenire la progressione della malattia glaucomatosa verso un grave handicap visivo o la cecità. Un medico oculista è comunque in grado di rilevare il glaucoma nelle sue fasi iniziali e consigliare il paziente sul miglior modo di agire.

Anche quest’anno, il Day Service Glaucoma  guidato dal Dott. Paolo Frezzotti dell’U.O.C. di Oftalmologia diretta dal Prof Eduardo Motolese dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese insieme al Dott. Massimo Vita, Presidente della Sezione di Siena dell’Unione Italiana Ciechi e supportati dal Comune  di Siena,  promuove una serie di iniziative inserite nella settimana mondiale del glaucoma  indetta dalla World Glaucoma Association per fare appropriata prevenzione ed informazione. Le iniziative precedenti a partire dal 2011, hanno avuto quel successo di partecipazione e di risultati che speravamo, portando  all’esecuzione di 1771 visite (tra visite di screening e visite ambulatoriali). Questo lavoro ha permesso di porre diagnosi di glaucoma e di riportare in compenso tonometrico, salvando da un danno visivo irreversibile, più di 104 persone. Quest’anno la settimana mondiale del glaucoma è stata indetta dalla World Glaucoma Association dal 9 al 15 marzo p.v. e, dato il numero di giorni a disposizione, abbiamo programmato una serie di iniziative che comprendono:

8 e 9 Marzo  (dalle ore ore 9.30 – 13.00  e dalle ore 15.30 – 18.30)  visite di screening con misurazione della pressione intraoculare e osservazione del fondo oculare  presso la Società di Camporegio, Contrada del Drago, Via del Paradiso 21, Siena 11 Marzo ore 9.00 Incontro all’Università per Stranieri e visite di screening 12 Marzo ore 10.30 incontro con gli studenti dell’ Istituto Tito  Sarrocchi 14 Marzo (dalle 15.00 – 18.00) e il 15 (9.00 – 13.00 e dalle 15.00 – 18.00) apertura degli ambulatori presso la U.O.C. di Oftalmologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese per visite ed esami diagnostici per la malattia glaucomatosa. Policlinico S. Maria alle Scotte I lotto 7° Piano stanza 10

Data l’importanza sociale della malattia e il territorio nel quale si svolgeranno tali iniziative, (che vedranno coinvolte l’Unione Italiana Ciechi della Sezione di Siena, la Croce Rossa dell’Ispettorato di Siena, l’Arciconfraternita di Misericordia di Siena, L’Associazione di Pubblica Assistenza di Siena e patrocinate dal Comune di Siena, dalla Provincia di Siena, dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecicità , dall’Associazione onlus “S.O.S. Glaucoma”, dal Rotary Club Siena Est, e dalla World Glaucoma Association; un particolare ringraziamento alla contrada del Drago che ci ospita per il fine settimana del 8-9 marzo all’ A.C. Siena che si è resa disponibile a dare pubblicità all’evento in attraverso i meccanismi ritenuti i più adatti a dare risalto a questa iniziativa. Siena continua la sua battaglia contro il glaucoma.

Massimo Vita

Napoli: Il glaucoma in una settimana, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

(check-up oculistici gratuiti a Sant’Anastasia)             In occasione della settimana dedicata alla prevenzione del glaucoma, tra il 09 e il 15 marzo si svolgeranno check-up oculistici gratuiti in molte città italiane.       La Sezione di  Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e la Rappresentanza di Sant’Anastasia organizzano per domenica 9 marzo una giornata di prevenzione nella cittadina anastasiana.       Se la vista è un bene prezioso, la misurazione della pressione oculare non va mai persa di vista. Per controllarla si potrà approfittare di un check-up oculistico gratuito e raccogliere informazioni sulla prevenzione delle malattie oculari (con opuscoli informativi e incontri dedicati). Sono queste le iniziative principali previste per la settimana mondiale del glaucoma, che si svolgerà dal 09 al 15 marzo 2014 in oltre sessanta città italiane.       Domenica 09 marzo, dalle ore 9,00 alle ore 14,00, e dalle 15 alle 18,30 a Sant’Anastasia in Piazza IV Novembre.       Il glaucoma è la seconda causa di disabilità visiva al mondo: è una malattia oculare che, secondo l’Oms, colpisce complessivamente 55 milioni di persone. Questa malattia oculare arriva senza dare particolari sintomi: per questo viene definita il ‘ladro silenzioso della vista. Se non ci si cura tempestivamente la vista può infatti subire danni irreversibili, generalmente a causa della pressione oculare troppo alta (che provoca la morte delle cellule nervose della testa del nervo ottico). Se questo avviene il campo visivo si riduce progressivamente: si perde la visione periferica e l’immagine si restringe come se si guardasse attraverso un cannocchiale. “Fondamentale è la diffusione della cultura della prevenzione del glaucoma, che è fondamentale diagnosticare nelle prime fasi. Come la pressione sanguigna troppo alta è pericolosa per l’organismo, analogamente la pressione eccessiva dell’occhio costituisce una minaccia per il nostro nervo ottico”. Mario Mirabile

 

Pordenone: Mondiali di calcio in Brasile- Pubblicazione in braille, di Giorgio Piccinin

Autore: Giorgio Piccinin

La Biblioteca del libro parlato “Marcello Mecchia” dell’U.I.C.I. Onlus Pordenone, in occasione dei prossimi campionati mondiali di calcio in Brasile, ha predisposto una pubblicazione braille (circa 70 pagine, 10,00 Euro), con cenni storici, curiosità, note sui colori ed i simboli delle nazionali partecipanti, qualche dato statistico, i gironi, il calendario delle partite ed altro ancora.
Detta pubblicazione sarà disponibile da aprile, prenotandola presso la segreteria sezionale, tel. 0434-21941, e-mail: uicpn@uiciechi.it.
Nell’opuscolo verrà compreso un bollettino postale per il pagamento.
Giorgio Piccinin

Napoli: Diversamente Carnevale, di Giuseppe Fornaro

Autore: Giuseppe Fornaro

La serata è stata onorata non solo dagli utenti del Centro Liguori, ma anche da famiglie  Anastasiane  che hanno trovato originale e divertente partecipare ad un carnevale diverso.
La  collaborazione  che si stringe intorno a questi  eventi, al Centro Liguori di Sant’Anastasia/Napoli diventa sempre  più forte.
All’ingresso un’ organizzatissima  protezione  civile che ha reso facile  il parcheggio alle persone disabili , una garanzia non sottovalutabile  se si pensa  che  la stragrande maggioranza di disabili  non  si sposta per  le difficoltà di viabilità. Alle  porte d’accesso al centro,  i ragazzi  della MIR  distribuivano caramelle e messaggi  di benvenuto ,  una dama veneziana  creata dalla fantasia  artistica dei volontari dell’Annabella, distribuiva lingue di carta e cioccolatini  a grandi e piccini.
In una stanza trovavano posto i partecipanti che  provvedevano al ritocco delle maschere  disegnate  da una volontaria della Solidarte, in un’altra sala si svolgeva con l’impegno dell’Asd Real vesuviana  il torneo di Braccio di ferro , sempre più richiesto tra le attività di sport e svago.
La sala gremita  di persone  che ballavano e cantavano,  guidati dal gruppo musicale  dell’Unione  Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, volontari  sempre in attesa di intervenire  laddove c’era bisogno  d’aiuto.
E come non dolcificare il tutto con una  gara culinaria premiata da  una giuria  composta da rappresentanze di Sant’Anastasia, Volla e Marigliano, che hanno voluto  essere con noi  per stringersi in questo cerchio di solidarietà?
Tanti sono  stati i dolci e rustici arrivati a partecipare e che rappresentano soprattutto il sostegno  delle persone semplici che fanno sì che questi eventi possano svolgersi egregiamente  anche in questi periodi in cui si sente maggiormente  il disagio di una Amministrazione non ancora creatasi   e di una carenza dell’attenzione   dei commercianti .
Un incontro  tra persone  disabili e non, di diversi territori e con   esperienze e vissuti diversi , che hanno condiviso un momento di svago e  divertimento all’insegna di una logica  diversa e che ha portato a scegliere come proprio emblema una maschera rappresentativa per questo  carnevale così originale.
Giuseppe Fornaro