I ciechi e lo Shiatsu, una realtà in espansione, di Sauro Fani

Autore: Sauro Fani

Nello scorso  mese di ottobre, si è concluso a Firenze, in collaborazione con il Consiglio Regionale UICI della Toscana, il nono corso Shiatsu dedicato a ciechi ed ipovedenti, realizzato dall'Accademia Italiana Shiatsu Do.

Il primo dei 4 step formativi, giunto oramai alla sua nona edizione, ha visto in questi quasi 10 anni la partecipazione di circa un centinaio di non vedenti ed ipovedenti provenienti da tutta Italia, confermando così l'interesse sempre crescente verso questo tipo di disciplina evolutiva.

Che cos'è lo Shiatsu?
Tokujiro Namikoshi, il padre di questa tecnica di trattamento corporeo, affermava: "Lo shiatsu è l'abbraccio della mamma verso il bambino".

Per cercare di fare chiarezza e sgomberare i molti luoghi comuni, potremmo dire che lo shiatsu,
è considerata una disciplina 'evolutiva', la cui espressione tecnica si basa sul portare una serie di pressioni con il palmo della mano, con il pollice e con il gomito su determinate zone del corpo, e lungo percorsi energetici riconosciuti e studiati da millenni; proprio a causa del sostegno, l'avvolgenza e la cura che l'operatore porta nell'accompagnare colui che riceve il trattamento, si riscontra la diversità con alcune forme di massaggio tradizionale
dove si hanno impastamenti, sfregamenti, manipolazioni ecc, direttamente sulla pelle.
Lo shiatsu, di origine giapponese, nella sua forma di massimo rispetto per l'essere, si esercita sulla persona vestita, adagiata su comodi futon (materassini giapponesi); le caratteristiche di una pressione shiatsu sono la perpendicolarità, la costanza e la capacità di indurre un piacevole senso di benessere attraverso lo sblocco e la dinamizzazione di situazioni altrimenti stagnanti.
Come forma di terapia manuale dapprima denominata "Anma", questa tecnica nasce in Giappone  all'inizio del ventesimo secolo. Nel 1925 Tokujiro Namikoshi fonda la prima di una serie di scuole che nel 1940 portarono alla creazione dell'Istituto Giapponese di Shiatsu, chiamato oggi Nippon Shiatsu School.
A cavallo tra gli anni 60 e 70, il maestro Masunaga creò un proprio stile che si contraddistinse per una maggiore varietà delle tecniche utilizzate per unpreciso riferimento alla visione  taoista dell'uomo, peraltro molto diffusa in estremo oriente.
è interessante ricordare che, fin dagli inizi del ventesimo secolo, la pratica dell'Anma, e poi dello Shiatsu, era a quasi totale appannaggio dei ciechi , che potevano così garantirsi il sostentamento economico.
  Nel Giappone occupato dopo la seconda
Guerra mondiale, Il generale Douglas MacArthur proibì la pratica di ogni medicina tradizionale, quale agopuntura, moxibustione (Riscaldamento degli agopunti attraverso l'artemisia), e Shiatsu, ritenendo  Queste tecniche non scientifiche pertanto superflue.
Di conseguenza molti terapisti persero il lavoro , gettando molti ciechi nella più completa disperazione al punto da spingere qualcuno di essi al suicidio.
L' Associazione Giapponese dei Ciechi inviò  un messaggio di emergenza alla scrittrice, attivista ed insegnante statunitense sordo-cieca Helen Keller, chiedendo la sua intercessione. Ella scrisse al Presidente degli Stati Uniti Harry Truman, che a sua volta fece pressione sul Generale MacArthur, affinchè  questi cambiasse la legge in vigore.
Gli esperti di Shiatsu ed Agopuntura ciechi del Giappone onorano ancora la memoria di Helen Keller, e a Tokyo   è stata istituita una scuola di Shiatsu ed Agopuntura, soprattutto per i ciechi, chiamata appunto The Helen Keller Institute  .

Ma è agli inizi degli anni novanta che lo Shiatsu ha sviluppato un percorso autonomo producendo forme originali, e creando nuovi spazi finalizzati allo sviluppo di uno stato di migliore vitalità e benessere, di ottimizzazione delle risorse personali di tutti i soggetti coinvolti, contribuendo a strutturare e ad espandere un nuovo settore professionale che attiene alla qualità della vita, e che si colloca fuori dall'universo sanitario.
Oggi abbiamo professionisti shiatsu non vedenti, che prestano la loro opera  presso centri anziani, palestre, o in studi privati, e alcuni fisioterapisti e psicoterapeuti , che hanno integrato lo Shiatsu nella loro professione.
Ma l'aspetto più importante che preme sottolineare, è il potente valore d'integrazione sociale che questa disciplina estrinseca attraverso la sua diffusione.
Se per ognuno di noi oggi vi è una necessità sempre maggiore di reali ed autentici contatti interpersonali che prediligano i nostri sensi e sensibilità, questo concetto assume ancor più rilevanza per le persone affette da deficit visivo le quali, avendo sviluppato gioco forza una loro sensibilità non soltanto tattile, esaudiscono in pieno le prerogative di questa disciplina, in un CONFRONTO paritetico che dia l'opportunità di esprimere finalmente le potenzialità di ognuno.
Da circa 10 anni, la sede fiorentina dell'accademia Italiana Shiatsu Do, organizza questi percorsi formativi, grazie ad istruttori ed assistenti  che nel tempo, hanno maturato le necessarie competenze al fine di poter trasmettere con efficacia e semplicità, le particolari tecniche e posture utilizzate.
infatti, a differenza di quel che avviene nei corsi tradizionali, dove ogni posizione o sequenza viene dimostrata visivamente agli alunni che in un secondo momento dovranno ripeterla, qui verrà verbalizzato ogni movimento che gli allievi andranno poi ad eseguire, accompagnandoli così in un lavoro sia individuale che di gruppo.
Paradossalmente, considerando che i corsi sono adattati alle specifiche necessità di chi non vede o vede poco, ma che non vogliono e non debbono essere ad loro esclusivo appannaggio, gli allievi vedenti inseriti in questi corsi trovano particolarmente prezioso questo doppio canale di formazione visiva ed uditiva, innescando così quell'integrazione tra ciechi e vedenti, che nasce da un comune linguaggio del corpo.
Il corso prevede un primo incontro introduttivo nel quale si cominceranno a muovere i primi passi in questa disciplina. Per chi intende poi proseguire la formazione, le lezioni avranno  scadenza mensile, e saranno essenzialmente basate su esperienze pratiche. Non è richiesta alcuna preparazione in particolari discipline o materie, 'unica cosa necessaria , questo si, sarà avere la curiosità di scoprire una disciplina che, se affrontata con passione, può cambiare davvero in positivo il nostro modo di essere e di rapportarsi con il mondo che ci circonda.