Un giorno, Enzo Tomatis mi disse: ragazzo, potrai essere un buon dirigente se ti farai colpire da un virus molto forte. Il virus a cui lui faceva e fa riferimento è il virus dell’Unionite.
Non so se io sia stato colpito da quel virus e soprattutto non so se sono un buon dirigente ma so che l’Unione ha un posto importante nella mia vita. Molte volte sono stato tentato di lasciare l’impegno associativo ma poi non ci sono mai riuscito. Ho lasciato la tessera associativa per soli due anni e me ne sono pentito amaramente.
In molte occasioni sono stato trattato male dai dirigenti che nel tempo hanno guidato le strutture a cui appartenevo, ma la mia passione associativa non è mutata. Mi sono sempre battuto per il rinnovamento dell’associazione e sono orgoglioso di aver partecipato all’avventura di Mario fino ad oggi.
Credo che la presidenza di Mario sia stata illuminata e come tutte le esperienze può essere stata punteggiata da qualche errore, ma certamente è stata una boccata di aria nuova. Ci sarà luogo e tempo di discutere sui contenuti di questa esperienza e soprattutto ci sarà tempo per progettare il futuro.
Oggi voglio soffermarmi sugli effetti di questa tragica esperienza pandemica ma solo per quanto riguarda i suoi effetti sulla vita associativa.
Avremmo dovuto e voluto celebrare degnamente il centenario e certamente lo ricorderemo, ma soprattutto per la tragedia che ha coinvolto le nostre famiglie e la nostra comunità. Il distanziamento sociale non so quando ci permetterà di riprendere le attività ma penso che dovremo aspettare molto tempo.
Ho sentite molte ipotesi in merito allo svolgimento delle nostre assemblee territoriali, alle assemblee pre-congressuali e allo stesso congresso. Tutte ipotesi legittime e legate all’incertezza dello stato attuale delle cose.
In ogni parte del mondo si discute su come ripartire, su cosa confermare e cosa rinviare dei tanti eventi programmati e qualche volta già organizzati.
Mi permetto di avanzare una proposta:
il prossimo consiglio nazionale potrebbe decidere di prorogare tutte le attuali cariche associative e gli organi collegiali di un anno per poter ripartire con il nuovo anno in modo sistematico e organizzato al fine di permettere un compiuto, sereno dibattito che ci porti in modo ordinario e ordinato al congresso.
So bene che la mia proposta potrebbe trovare delle obiezioni in merito agli impegni presi con le strutture alberghiere, con il teatro e con lo stesso Bocelli ma penso che se si sono rinviate le olimpiadi, si possa rinviare anche il nostro congresso.
Comunque sono convinto che il presidente nazionale e il Consiglio Nazionale sapranno valutare tutti gli aspetti del problema e decidere di conseguenza.
Un’altra proposta che mi sento di fare è quella di organizzare riunioni online tematiche per aprire un dibattito sereno su:
scuola, riabilitazione pluridisabilità, lavoro e ipovisione.
Concludo con un pensiero affettuoso per quanti ci hanno lasciato a causa di questo virus assassino e per i loro familiari. Un giorno, spero non troppo lontano, potremo recarci alle loro dimore eterne per un degno saluto.
Spero che il virus che è nel nostro cervello, come dice il nostro presidente, non ci logori troppo e ci permetta di ripartire nel segno della nostra gloriosa storia.