“Verdi: 200 anni, ma non li dimostra!”, di Luciano Romanelli

Autore: Luciano Romanelli

Nei mesi di ottobre e novembre 2013, a cura dell’U.I.C.I. (Sezione Provinciale di Genova e Consiglio Regionale della Liguria), nonché dell’Istituto David Chiossone, sempre di Genova, si è svolta, nel capoluogo ligure, una importante rassegna in onore di Giuseppe Verdi. Infatti, in occasione del bicentenario della nascita del più grande Operista italiano, (ricorrente il 10 ottobre 2013), un gruppo di ex allievi – musicisti e non – dell’Istituto David Chiossone di Genova, ha formato un Comitato Organizzatore, per realizzare una serie di eventi in omaggio al Maestro. E’ nato così il progetto “Verdi: 200 anni, ma non li dimostra!” articolato in sei manifestazioni, comprendenti concerti, conferenze, dibattiti, tavole rotonde; tali eventi hanno avuto luogo negli ultimi tre sabati, sia di ottobre, sia di novembre.
      L’iniziativa, che ha fruito del patrocinio della Regione Liguria e di quello della G.O.G. (Giovine Orchestra Genovese, la quale ha fornito anche un sostegno), ha goduto di una rilevante risonanza sulla stampa ed ha riscosso un grande successo di pubblico.
    L’idea ha tratto spunto dal fatto che nel 1901, Giuseppe Verdi, alla sua morte, lasciò la cospicua somma, (per quei tempi), di 10.000 lire all’Istituto Chiossone, che egli conosceva bene, apprezzandone l’attività musicale, già allora piuttosto fiorente. Per cui l’Istituto, dopo aver commissionato al grande scultore Giulio Monteverde, la realizzazione di un busto in bronzo del Maestro di Busseto, intitolò a Giuseppe Verdi l’auditorium dell’Istituto stesso, collocandovi il busto realizzato dal Monteverde, nel 1902.
    Inoltre, nel 1911, la allora neonata Società dei Concerti “G.O.G., Giovine Orchestra Genovese, (fondata dal Frate Barnabita Padre Giovanni Semeria), iniziò la sua attività concertistica, proprio nell’Auditorium dell’Istituto Chiossone. La G.O.G., poi, in questi cento anni, è diventata uno degli enti più importanti d’Italia, dal punto di vista dell’organizzazione di recitals e concerti. I più grandi interpreti del ‘900 si sono esibiti a Genova, nel prestigioso teatro Carlo Felice, portati dalla G.O.G. Dobbiamo tener conto, altresì, che nei settant’anni successivi alla scomparsa di Verdi, al Chiossone si è sviluppata ulteriormente la Scuola di Musica, venendo a costituire un po’ la punta di diamante dell’Istituto medesimo. Decine e decine di musicisti (compreso chi scrive), formatisi in tale scuola e poi diplomatisi nei vari Conservatori Statali, si sono dedicati all’insegnamento nella Scuola Pubblica, nonché nei Conservatori. In alcuni casi hanno svolto anche una pregevole attività concertistica.
    Tali coincidenze e convergenze di motivazioni, hanno spinto noi, ex allievi, a promuovere l’iniziativa della Celebrazione, in grande, del bicentenario.
    Fra i sostenitori della manifestazione occorre menzionare anche il Caffè-bar Klayngutti, locale storico di Genova. Verdi, nel periodo in cui visse nella nostra città, era un assiduo frequentatore di tale locale, di cui apprezzava i prodotti. Dal momento, quindi che Klaynguti inventò un nuovo tipo di brioche alla crema di nocciola denominandola Falstaff, – in onore del Maestro e della sua ultima opera – il Comitato organizzatore ha pensato di effettuare la presentazione alla stampa del progetto “Verdi: 200 anni, ma non li dimostra”, proprio presso Klainguti..In occasione di tale presentazione,l’antico  caffè genovese, ha offerto al Comitato, agli artisti presenti e ai giornalisti, una colazione imperniata sulla brioche Falstaff. Il tutto è avvenuto proprio nella storica e preziosa sala dove Verdi consumava abitualmente le sue prime colazioni, in prevalenza  a base della ormai famosa Falstaff, e dove viene conservato un autografo del bussetano, contenente  vivi apprezzamenti per tale brioche.
     Nella nostra Celebrazione verdiana sono state coinvolte figure di primissimo piano della cultura musicale e non, della città di Genova, e non solo; ad esempio, in qualità di relatori: Raffaele Mellace, – collaboratore del Teatro alla Scala di Milano e Docente di Storia della Musica e Musicologia, presso l’Università di Genova; Roberto Iovino, critico musicale per il quotidiano “La Repubblica” e Docente di Storia della Musica presso il Conservatorio N. Paganini, di Genova, Marco Sciaccaluga, attore e regista di fama nazionale, condirettore del Teatro Stabile di Genova; Barbara Catellani, critico musicale, giornalista, addetto stampa del Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
Fra gli interpreti che hanno partecipato, si sono potuti annoverare alcuni cantanti lirici in carriera, anche  a livello internazionale, quali il soprano Chiara Bisso e il baritono Gabriele Nani, nonché il Quintetto Jazz “Verdi in Jazz”, di Milano, il quale vanta un’attività nazionale ed internazionale di grande prestigio, e che, il 30 novembre, ha concluso l’intera rassegna con un concerto di qualità straordinaria. Si è trattato di un finale autenticamente pirotecnico, con i Maestri Paolo Tomelleri al clarinetto, Rudy Migliardi al trombone, Davide Corini al pianoforte, Tommy Bradascio alla batteria e Luca Garlaschelli al contrabbasso. Il Quintetto ha proposto la musica di Verdi in una chiave inedita, rivisitandola in un’ottica jazzistica; punto di vista creativo, dal quale appariva niente affatto deturpata, o profanata. Le improvvisazioni partivano sempre dai temi originali, ripercorsi attraverso una luce inconsueta che ne conservava, comunque, tutto il “profumo”poetico e compositivo dell’origine.
     Nel corso dell’intera rassegna dedicata a Verdi, anche la presenza artistica di noi, ex allievi, in qualità di esecutori, è stata piuttosto rilevante; dai pianisti, i Maestri:   Luciano Lanfranchi, Melchiorre Pasquero, Rosalba Mareno, Giorgio Martini e dal sottoscritto, (che, in qualità di Direttore artistico, ha condotto anche la maggior parte delle serate), ai cantanti, il Maestro  Oliviero Dell’Amico e la giovane Luana Bucchieri.
La ragione principale che ha mosso il Comitato Organizzatore, del quale hanno fatto parte anche il Presidente sezionale U.I.C.I. di Genova, Dr. Eugenio Saltarel, (in qualità di Coordinatore amministrativo), nonché il Presidente Regionale U.I.C.I., Dr. Marino Tambuscio, e i soci, il Prof. Carlo Merisio e, il Dr. Lino Mazzocchi, è stata quella di cogliere un’importante occasione, per la realtà dei non vedenti. Cioè, in questo caso, con la collaborazione pronta e disponibilissima dei già menzionati esponenti della musica e della cultura, il Comitato ha voluto realizzare una manifestazione aperta a tutte le componenti, provenienti, sia dalla realtà deiprivi della vista, sia da quella dei vedenti: una collaborazione che fosse emblematicamente feconda di risultati significativi. Il nostro Comitato, cioè, ha inteso sottolineare chiaramente, agli occhi della società civile, il fatto che il mondo dei ciechi e degli ipovedenti, non sia solamente destinatario passivo di assistenze, o di provvidenze sociali, ma sia pienamente capace di proporsi autonomamente quale soggetto, produttore di cultura e di beni fruibili per tutti. Infatti l’Auditorium “Giuseppe Verdi” – presso l’Istituto Chiossone – dove hanno avuto luogo le manifestazioni, era ogni volta gremito da un pubblico cittadino entusiasta, che chiedeva di essere sempre informato circa le attività che si potrebbero programmare nel futuro. Pubblico, al quale, come del resto stiamo facendo qui con voi, gentili lettori, abbiamo comunicato che le registrazioni di tutte le serate della rassegna, sono scaricabili, perché reperibili sul sito del Consiglio Regionale U.I.C.I. della Liguria, all’indirizzo: www.uiciliguria.it; entrando quindi nel sito, occorre cliccare sul link area download, per trovare tutti i link afferenti le varie serate.
    A mio avviso, – e a quello di tutto il Comitato – dovremmo realizzare più spesso attività e manifestazioni  di questo tipo che possono ulteriormente qualificare la nostra presenza nella società, riscattando l’immagine che di noi, ancora troppo spesso, prevale, agli occhi e nella mente dell’opinione pubblica. Teniamo conto che fra i non vedenti vi sono anche tante altre risorse creative da proporre alla società; risorse assai qualificate, come, ad esempio, quelle di carattere poetico e letterario. Ovviamente dobbiamo sempre aver presente la necessità, imprescindibile ed ineludibile, di offrire al pubblico espressioni di alta qualità, scevre, cioè, da facili dilettantismi e da superficiali pressappochismi, che talvolta caratterizzano certe proposte sul piano artistico.
    “Verdi:200 anni, ma non li dimostra”, ha voluto sottolineare la vitalità della musica del grande Maestro di Busseto, la quale fa parte di tutta una cultura da riscoprire e rilanciare, specialmente presso i giovani. Una cultura musicale che va al di là del tempo e che resiste a tutte le mode stagionali, così effimere nel loro esprimersi.
    A conclusione del presente scritto, mi sentirei di affermare che la nostra integrazione può passare, anche, a volte, attraverso la risonanza e le implicazioni di manifestazioni artistiche, quali “Verdi: 200 anni, ma non li dimostra”, poiché, forse, talora, può valere non poco un momento in cui la gente ha provato intense e piacevoli emozioni, quale base, o spunto, per costituire occasioni di ripensamento e di riflessione circa il rapporto con le persone portatrici di disabilità. Occasioni, quindi, che possono dilatare su una più larga scala, l’effetto di  articoli o saggi,(ancorché importantissimi), non di rado, però, fruibili e fruiti soltanto intellettualmente, e comunque, in prevalenza,  da un numero talvolta ristretto di addetti ai lavori.
    Prof. Luciano Romanelli